Pista CdM Cali 2010: E Giorgia salvò la baracca - Francia e Gran Bretagna super nella velocità
Quando c'è la classe, non ci sono febbriciattole e condizioni non al top che tengano. Giorgia Bronzini in un colpo solo ha spazzato tutta la delusione che stava serpeggiando nel clan azzurro per le prestazioni scarsamente competitive degli italiani fino a stanotte. E lo ha fatto nella Corsa a Punti, proprio quella che qualche tempo fa le hanno tolto dal programma olimpico e che quindi si deve accontentare di disputare ai Campionati del Mondo e - solo una volta l'anno - in Coppa del Mondo. Due in una stagione e una è già in saccoccia, l'altra aspetta di essere conquistata a marzo, ad Abeldoorn, in Olanda, per coronare un'impresa mai riuscita a nessuna prima d'ora, vincere un oro in pista con addosso - virtualmente - la maglia iridata conquistata nella prova in linea su strada.
Giorgia è partita in sordina, non conquistando alcun punto nei primi tre sprint nei quali però nessuna delle sue avversarie è riuscita ad accumularne più di cinque, restando a tiro. Dopo un quarto posto nella quarta volata, le due vittorie sul quinto e il sesto traguardo l'hanno catapultata in testa alla classifica e i due punti messi in saccoccia al penultimo passaggio hanno posto il sigillo su questo piccolo capolavoro. Alle sue spalle, a tre lunghezze di distanza, si piazzano nell'ordine la belga Kelly Druyts e la bielorussa Askana Papko, due ragazze giovani che potranno dire certamente la loro nei prossimi eventi.
Nell'Inseguimento a Squadre Uomini vittoria andata, come da pronostico alla Nuova Zelanda di Bewley, Sergent, Ryan e Gough che ha fermato i cronometri sui 4'00"637, tutto sommato una discreta prestazione, di un paio di secondi peggiore di quella che a Ballerup, nel marzo di quest'anno, è valso ai kiwi la medaglia di bronzo mondiale. A sorpresa si sono ritrovati in finale il quartetto colombiano che però non è mai stato della partita, chiudendo a sette secondi. Bronzo alla Spagna di Escobar che ha avuto la meglio con facilità sui danesi.
Niente en plein nell'Omnium per Sarah Hammer che, dopo le vittorie nelle prime tre prove, ha trionfato senza problemi anche nell'Inseguimento, salvo poi concedere alle sue avversarie le briciole nelle ultime prove, lo Scratch (vinto da Sharakova) e i 500 metri da fermo (vincitrice Trott) dando però l'impressione di una superiorità mai in discussione, capace di mettere alla corda anche le avversarie più agguerrite. La Campionessa del Mondo Tara Whitten deve accontentarsi della seconda posizione, mentre tre buone ultime prove regalano a Tatsiana Sharakova la medaglia di bronzo. Sicuramente questa disciplina ha trovato un'interprete eccezionale nella statunitense e d'ora in poi sarà difficile per tutte (anche per quell'Olaberria che benissimo aveva fatto a Melbourne) riuscire a starle davanti.
I tornei di velocità in programma hanno evidenziato una volta di più che in questo momento sono Francia e Gran Bretagna a comandare il movimento mondiale anche se la Germania, la Cina e l'Australia - queste ultime due solo nel settore femminile - hanno certamente atleti in grado qualche soddisfazione.
Nel Keirin Femminile pronta rivincita di Victoria Pendleton che ha subito messo alle spalle la cocente sconfitta di ieri nella Velocità, regolando in finale le francesi Clair e Cueff. Kristina Vogel, quinta, ha dato l'impressione di pagare una tattica un po' approssimativa ripetuta in finale dopo la semifinale che l'ha vista qualificarsi solo per il declassamento della cinese Di e per un paio di cadute.
Anche nella Velocità Maschile podio tutto franco-britannico, come facilmente pronosticabile. Gli incroci nei quarti di finale hanno "costretto" Hoy ad eliminare il connazionale Kenny, mentre i francesi Baugé, Sireau e Pervis hanno potuto evitare turni fratricidi. L'unico a non riuscire nella qualificazione è stato Pervis, battuto per 2-1 dal bravo giapponese Kitatsuru. Semifinale stellare tra il Campione del Mondo Baugé e il Campione Olimpico Hoy, con lo scozzese che ha avuto la meglio in due manche, anche se la seconda è stata decisa da un fotofinish millimetrico. Stesso risultato per Sireau ai danni del giapponese.
In finale Kévin Sireau ha interpretato alla perfezione le due prove riuscendo ad avere la meglio sul plurititolato Hoy e allo stesso modo Baugé si sbarazzava di Kitatsuru, alla fine di un torneo certamente di altissimo livello.
Per concludere, un bilancio della spedizione azzurra. Il successo di Giorgia Bronzini è stato stupendo e ha tolto senza dubbio le proverbiali castagne dal fuoco ai tecnici federali. Ma il problema, se così vogliamo definirlo, è che è arrivato, come detto, in una prova che non sarà nel programma olimpico. Il vero dramma della pista italiana attuale è proprio quello, nelle discipline olimpiche fatichiamo tantissimo e a Cali abbiamo fatto un piccolo passo verso l'incubo di non portare alcun atleta sui velodromi di Londra. Nelle sei prove veloci (Velocità Individuale e a Squadre e Keirin, maschili e femminili) non abbiamo neanche un atleta - eccezion fatta per Elisa Frisoni che però da troppo tempo non vediamo esprimersi ai suoi livelli - capace di entrare nei primi venti, negli Inseguimenti a Squadre siamo parecchio lontani dai vertici (anche se il 4'08" maschile visto agli Europei...) e la qualificazione è anche qui solo poco più che una pia illusione. Le flebili speranze di qualificare un paio di azzurri sono riposte negli Omnium, ma Filippo Fortin non è riuscito neanche a superare la qualificazione per entrare nei primi 24 e Marta Tagliaferro è stata 18esima e penultima tra le non ritirate. I possibili salvatori della patria hanno i nomi di Elia Viviani (che però sarà preso in parte dall'attività su strada) e di Annalisa Cucinotta, al rientro dopo due anni lontana dalle corse e che prima non ha mai preso parte a questa prova che però potrebbe sposarsi discretamente con le sue caratteristiche. Insomma, lo spettro ha buone possibilità di divenire realtà, speriamo almeno che la cosa serva da monito per il futuro.