Pista CdM Melbourne 2010: L'Australia vola, l'Italia affonda - Disastro azzurro nelle prime gare
- Melbourne 2010
- Alessandra Borchi
- Chris Hoy
- Daniel Ellis
- Edward Clancy
- Edward Dawkins
- Ethan Mitchell
- Francesco Ceci
- Jason Kenny
- Jason Niblett
- Jessica Varnish
- Jinjie Gong
- Josephine Tomic
- Katherine Bates
- Luca Ceci
- Marta Bastianelli
- Marta Tagliaferro
- Matthew Crampton
- Sam Webster
- Sarah Kent
- Shane Archbold
- Shane Perkins
- Shuang Guo
- Stefan Nimke
- Valerio Catellini
- Victoria Pendleton
- Zachary Bell
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Nel pomeriggio si è conclusa la prima giornata di gare della Coppa del Mondo di Melbourne, ma non può certo essere ricordata come una giornata particolarmente memorabile: sebbene i tempi siano stati tutti buoni le prestazioni degli atleti non sono state esaltanti fatta eccezione per la Gran Bretagna nella Velocità a Squadre uomini e l'Australia nell'Inseguimento a Squadre donne. Di certo una notizia è e rimarrà importante, la vittoria della Cina di Shuang Guo e Jinjie Gong nella Velocità a Squadre donne battendo la Gran Bretagna di Victoria Pendleton e Jessica Varnish che sancisce definitivamente, anche se forse non ce n'era bisogno, l'importanza del paese asiatico nelle prove veloci soprattutto femminili: non è che fosse una novità la forza della Cina, ma le loro prestazioni migliori in genere le facevano sul loro velodromo di Pechino, ora invece hanno cominciato a vincere anche sui velodromi di altri continenti.
In mattinata sono iniziate anche le prime tre prove dell'Omnium maschile che vede attualmente in testa il neozelandese Shane Archbold, per ora l'unico ad essersi comportato discretamente in tutte le prove (due volte quarto, nel Giro Lanciato e nell'Eliminazione e una volta quinto nella Corsa a Punti), mentre tutti gli altri atleti hanno avuto una forte defaillance in almeno una delle discipline, come, per esempio, il Campione del Mondo, il britannico Edward Clancy 12esimo nella Corsa a Punti, oppure il canadese Zachary Bell 15esimo nell'Eliminazione. I punteggi dell'Omnium sono tutti molto alti, quindi la classifica è ancora tutta da definire.
Dopo la non bellissima figura fatta dalla Gran Bretagna ai Campionati Europei ecco una netta rivincita in Coppa del Mondo con la vittoria davanti a una sorprendente Nuova Zelanda: i meccanismi britannici stanno cominciando a funzionare con Jason Kenny al blocco di partenza, Chris Hoy secondo frazionista e Matthew Crampton al terzo giro, ci sarà da vedere, però, i miglioramenti che farà Dave Daniell per capire se può, anche lui, essere inserito come possibile membro di questo terzetto. La Nuova Zelanda invece ha schierato al via tre velocisti giovanissimi, due dei quali Campioni del Mondo Juniores nel 2009, dimostrando di aver lavorato bene proprio nelle categorie giovanili: l'argento è andato quindi a Sam Webster, Ethan Mitchell ed Edward Dawkins. Il bronzo l'hanno conquistato i padroni di casa della Jayco Skins, Daniel Ellis, Jason Niblett e Shane Perkins (presente a questa prova nonostante l'imminente nascita del figlio), mentre al quarto posto si è piazzata la Germania che, però, schierava al via solo Stefan Nimke del terzetto Campione del Mondo.
L'altra finale in programma e senza dubbio la più interessante è stata l'Inseguimento a Squadre donne con la bella vittoria dell'Australia di Josephine Tomic, Sarah Kent e Katherine Bates con il tempo di 3'22"171 a solo mezzo secondo dal Record del Mondo della Nuova Zelanda fatto segnare a Copenhagen, un tempo davvero eccezionale per essere una gara di Coppa del Mondo dove, solitamente, non si è ancora in piena forma: le potenzialità di queste ragazze australiane sono quindi ancora tutte da valutare. Al secondo posto si è piazzata un'ottima Germania mentre c'è una forte delusione per il risultato della Nuova Zelanda solo al terzo posto ma senza la presenza delle atlete britanniche.
Oltre a queste tre prove del programma olimpico è stata corsa la Madison con la vittoria dei Campioni del Mondo, gli australiani Cameron Meyer e Leigh Howard, gara in cui hanno preso il via solo 14 coppie a dimostrazione, ormai, della perdita di interesse da parte delle federazioni di investire su questa specialità non più olimpica: non che questo abbia reso meno bella la vittoria dei giovani australiani, unica coppia a pieni giri, davanti alla Nuova Zelanda e all'Olanda mattatrice della prima metà gara.
In tutto questo scrivere non abbiamo parlato dell'Italia e francamente, non sappiamo nemmeno come fare, anche se crediamo che basti una parola per spiegare fin qui la trasferta australiana: ultimi. Sì, ultimi: l'Italia è arrivata ultima nella Velocità a Squadre uomini e terzultima nell'Inseguimento a Squadre donne che vale però come l'ultimo posto visto che dietro di noi sono arrivate solo la Thailandia e un team misto di statunitensi e australiane per lo più velociste. Di Rocco qualche settimana fa aveva dichiarato che puntava a far sì che l'Italia entrasse tra le quattro nazioni più forti del mondo della pista entro le Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, ma se lo vuol davvero realizzare questo sogno è il caso che ci si metta a lavorare sul serio e questo comporta anche dei tagli se si devono fare. Non si può mandare la nazionale quasi in gita a Melbourne (non stiamo dicendo che gli atleti non facciano fatica), bisogna valutare se queste trasferte, anche costose, hanno un senso. La Germania non ha mandato Maximilian Levy in Australia, la Gran Bretagna non ha mandato Wendy Houvenaghel: le Coppe del Mondo non sono obbligatorie, se non si è in forma per partecipare è meglio non andare e continuare ad allenarsi. Questo però sempre tenendo presente se non ci siano, a volte, delle scelte drastiche da fare anche su Commissari Tecnici e atleti.