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Europei Pista Pruszkow 2010: Kluge-Olaberria boss dell'Omnium - Bene Ciccone e Masotti nella Madison

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Roger Kluge ha vinto l'Omnium maschile © EuroTrack2010.euNell'ultima giornata di gare è stato fatto uno strappo al programma olimpico proponendo la tradizionale edizione della Madison Cup, il Campionato Europeo all'Americana, vinto lo scorso anno dai tedeschi Roger Kluge e Robert Bartko: l'Italia era in gara con due formazioni, la prima formata da Omar Bertazzo e Alessandro De Marchi e la seconda composta da Angelo Ciccone e Fabio Masotti campioni italiani in carica, titolo conquistato nell'agosto scorso a Mori.
Sono stati proprio i campioni italiani a dare il via alle cacce dopo il primo sprint vinto dalla coppia russa e questo ha permesso loro di vincere la seconda volata, ma nonostante la presenza anche di altre coppie come il Belgio, l'Ucraina, la Spagna e la Polonia, il gruppo non ha lasciato spazio agli attacchi ed è ritornato compatto proprio prima del terzo sprint. Moltissimi sono stati i tentativi di attacco per andare a guadagnare il giro, ma la possibilità di avere due formazioni in pista ha fatto sì che questi allunghi siano stati subito rintuzzati dal gruppo visto che una coppia poteva lavorare per l'altra che si concentrava nelle volate. La nazione più impegnata negli attacchi è stata la Spagna finchè una caduta ha provocato il ritiro di una delle loro coppie (anche Bertazzo e De Marchi sono stati costretti al ritiro) e questo ha frenato molto la loro azione: proprio nel momento in cui la Spagna ha perso le redini della corsa è partito l'allungo che ha deciso il Madison. La coppia della Repubblica Ceca formata da Martin Blaha e Jiri Hochmann e la coppia ucraina di Mykhaylo Radionov e Sergiy Lagkuti prendono rapidamente il largo dopo il settimo sprint a causa di un rallentamento del gruppo e bastano loro solo una decina di tornate per accodarsi al gruppo principale e passare in testa alla corsa: sono quindi i belgi Kenny De Ketele e Tim Mertens a tentare il contrattacco perchè con i loro tanti punti conquistati negli sprint sarebbero i vincitori se riuscissero a tornare a pieni giri. Attaccare da soli è, però, molto difficile e l'azione nata bene, dopo qualche giro perde lucidità e la Repubblica Ceca, per dimostrare la grande superiorità, da sola li va a riprendere e poi, insieme al Belgio va a guadagnare un altro giro: un'Americana strepitosa per la coppia ceca. I belgi riescono a guadagnare la medaglia d'argento e scalzano l'Ucraina dalla piazza d'onore: per i campioni italiani un onesto sesto posto e una corsa più che discreta con due sprint vinti.
Le vere finali sono però cominciate dopo con il Keirin una delle specialità veloci, una delle più spettacolari, ma anche una delle più aleatorie dove spesso non vince il più forte, ma il più scaltro. Nelle qualifiche del mattino per la prova femminile ha preso parte anche una Elisa Frisoni febbricitante ma non è riuscita a passare il turno eliminatorio: un Campionato davvero sfortunato per la nostra velocista di punta. La finale della prova femminile ha visto alla partenza tutte e 6 le specialiste europee più forti da Victoria Pendleton alla Campionessa del Mondo Simona Krupeckaite, dalla velocissima Olga Panarina alla Neocampionessa Europea Sandie Clair: Simona Krupeckaite sorteggia il primo posto dietro il derny e deve guidare il gruppo, mentre Victoria Pendleton si trova in coda, proprio dietro il treno francese formato da Clair e Sanchez. Quando il derny si sposta Simona Krupeckaite accelera e la coppia francese parte un pò tardi (Sandie Clair era probabilmente già molto stanca), questo fa ritardare anche l'attacco di Victoria Pendleton che così facilita Olga Panarina, messa bene alla ruota della Campionessa del Mondo: nonostante Simona Krupeckaite scarichi tutta la sua potenza, Olga Panarina la affianca in curva e poi la passa nel rettilineo. Una bella medaglia d'oro per la bielorussa che è riuscita a mettere a frutto tutta la sua forza.
Diversa, invece, la finale del Keirin maschile, privata della presenza del tedesco Maximilian Levy a causa di una brutta caduta in semifinale, dove il treno britannico di Matthew Crampton e Jason Kenny ha funzionato benissimo, mentre non è andata altrettanto bene ai due francesi Michael D'Almeida e Francois Pervis: D'Almeida si è trovato al primo posto dietro il derny, ma si è notata la totale assenza di una strategia di squadra, visto che Pervis ha tentato di accodarsi a lui ma non c'è riuscito. Dietro D'Almeida c'era il ceco Adam Ptacnik dapprima squalificato in semifinale e poi reintegrato (all'inizio sembrava che in finale fosse passato l'italiano Luca Ceci) che ha chiuso molto bene l'attacco di Pervis al momento dell'uscita del derny: in quel momento è partito Crampton con alla sua ruota Jason Kenny, si sono piazzati in testa all'inizio dell'ultimo giro e poi il vice campione olimpico della velocità, il 22enne Jason Kenny, ha vinto facilmente scavalcando il compagno di squadra sul rettilineo d'arrivo. Chris Hoy ha uno dei suoi avversari più pericolosi proprio in casa.
Si è conclusa anche la prima edizione ufficiale élite nel nuovo Omnium olimpico formato da 6 specialità con le vittorie del tedesco Roger Kluge e della spagnola Leire Olaberria: la 33enne spagnola si è imposta nell'Omnium senza vincere nessuna prova e ottenere come miglior risultato un secondo posto nell'Inseguimento. Questo mostra ancora una volta le lacune di questa prova dove la polacca Malgorzata Wojtyra, vincitrice di ben due prove (e seconda in un altra), si ritrova solo con una medaglia di bronzo ma ben 8 punti di distacco dalla maglia stellata. Al secondo posto si è piazzata la bielorussa Tatsiana Sharakova vincitrice dello Scratch, ma al quarto si è infilata la britannica Laura Trott ancora 18enne e Campionessa del Mondo juniores di questa specialità per la prima volta a contatto con le grandi della pista.
Estremamente emozionante invece il finale dell'Omnium uomini con una lotta sul filo dei punti per le medaglie d'argento e di bronzo (perchè l'oro, già dalla giornata di ieri, si capiva essere ben saldo nelle mani del tedesco Roger Kluge) con un inversione di posizioni tra il secondo e il terzo proprio nell'ultima prova, quella del Chilometro: la prima prova di giornata è stata quella dell'Inseguimento con l'inaspettata vittoria dell'olandese Tim Veldt, ex sprinter, davanti a Roger Kluge che così ha incrementato ancora il suo vantaggio sugli avversari; la seconda gara è stata quella dello Scratch dove il solo Ed Clancy, tra i migliori, ha ottenuto una buona posizione, terzo, mentre i primi tre della generale non sono andati oltre il settimo posto (sempre di Roger Kluge). È stata quindi la volta del Chilometro da fermo con un podio da decidere in una manciata di punti con il polacco Ratajczyk nella posizione peggiore non essendo assolutamente uno specialiste delle prove così veloci: il primo atleta a fare segnare un tempo importante è stato proprio l'italiano Elia Viviani che ha fermato il cronometro a 1'04"341, a un solo secondo dal record italiano di Loris Paoli. È il britannico Ed Clancy il più veloce tra gli uomini che si giocano le medaglie e alla sue spalle l'olandese Tim Veldt, solo sesto il polacco che perde, sì, il secondo posto a favore dell'olandese, ma riesce a salvare almeno il podio dopo un Omnium corso in maniera esemplare. Medaglia d'oro quindi al tedesco Roger Kluge, neoacquisto della Skil-Shimano, mentre l'italiano Elia Viviani conclude il suo Omnium al sesto posto finale, un buon punto di partenza a livello internazionale su cui lavorare molto.
Il prossimo importante appuntamento internazionale ora sarà la prima tappa della Coppa del Mondo a Melbourne dal 2 al 4 Dicembre prossimo: anche le Coppe del Mondo saranno formate dalle sole discipline olimpiche più altre due gare a rotazione (in Australia ci saranno Madison uomini e 500m donne).

Laura Grazioli

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