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Campionati del Mondo 2010: Nessun azzurro nella crono dei pro' - Di Rocco & Bettini, che figuraccia!

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I quattro ct azzurri con Di Rocco, Gabiotti e la maglia © BettiniphotoRealizzata la prima conferenza stampa che ha accompagnato anche l'inaugurazione di Spazio Azzurri in Australia: «Entriamo ufficialmente nel clima dei Campionati del Mondo. Spazio Azzurri ci ha sempre accompagnato portandoci fortuna ­- dice Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana ­- Quest'anno, però, oltre a correre per i risultati in gara corriamo anche per un'altra vittoria, quella che, auspichiamo, arrivi domani con l'assegnazione dei Campionati del Mondo 2013 a Firenze. Un traguardo che, se raggiunto, sarà dedicato completamente a Franco Ballerini e al nostro saggio Alfredo Martini, oltre ai tanti campioni che la terra di Toscana ha saputo regalarci», conclude il Presidente.

Ad applaudire Spazio Azzurri tutte le squadre Nazionali accompagnate dai commissari tecnici. Il ct Andrea Collinelli, chiamato ad una breve analisi del circuito a cronometro, ha dichiarato: «Sarà una cronometro anomala con strappi che si faranno sentire e dovremmo fare i conti anche con condizioni atmosferiche variabili». A completare, il ct Marino Amadori: «Gli azzurri stanno bene e hanno finito bene la preparazione in questa settimana. Il nostro obiettivo è di entrare nella top ten». Così Matteo Mammini, campione italiano di specialità: «Essere al Mondiale è una grande emozione. Mi sono preparato bene, speriamo in un buon risultato». E il suo compagno di squadra, Gianluca Leonardi, alla prima esperienza mondiale si sofferma sulle peculiarità del circuito: «È un circuito anomalo dove è difficile, per le caratteristiche, mantenere il ritmo e sviluppare la velocità. Sarà necessario spingere bene in salita per rilanciare in cima. Farò del mio meglio anche perché indossare la maglia azzurra è una bellissima sensazione».

Per la varesina Noemi Cantele, argento nella prova iridata di specialità a Mendrisio 2009, una sfida contro il tempo e contro il meteo: «Sarà il vento il grande avversario. Visto il percorso così esigente sarà importante gestire lo sforzo. Sicuramente sarà una gara differente da quella di Mendrisio e non ci sarà al via la campionessa della scorsa edizione, ma ci saranno grandi atlete. Mi sento ­ - conclude Noemi Cantele - nelle migliori condizioni fisiche e mentali». Concentrazione sulla gara a cronometro anche per la campionessa del mondo in linea uscente Tatiana Guderzo: «Il tracciato è difficile, ma la condizione è buona. «È importante interpretarlo nel migliore dei modi». Il ct Dino Salvoldi concorda sulla particolarità del circuito: «Qui conta di più la condizione atletica che la specificità richiesta a cronometro. Ci aspettiamo prestazioni di livello anche perché l'adattamento delle azzurre in Australia è stato buono».

Particolarmente significativo l'intervento del ct Paolo Bettini, che ha voluto mettere in evidenza l'assenza forzata di Marco Pinotti, il cronoman italiano per eccellenza: «Pinotti è sicuramente l'uomo più adatto per questo circuito, ma purtroppo si è ammalato poco prima della partenza. Non saremo quindi presenti nella prova contro il tempo e questo ci permetterà di concentrarci ancora di più in vista della gara di domenica. Questa è la Nazionale di Franco e il fatto di avermi voluto già a Mendrisio in ammiraglia mi porta a pensare che è avvenuto lì il passaggio di consegne. Domenica corriamo per lui», conclude Paolo Bettini.

Ora, per una Nazione come l'Italia non avere un paio di cronoman in grado di competere non tanto per la maglia iridata o per un piazzamento sul podio, ma quantomeno posizionarsi tra l'ottava e la diciottesima posizione, ci pare francamente ridicolo. Certo si può discutere dell'utilità di conseguire certi risultati (sicuramente non trascendentali) con corridori esperti come Bruseghin (36 anni) o Quinziato (31), ma in Australia Bettini ha con sé anche Nibali (classe '84), Visconti ('83) e Gasparotto ('82); e se il primo può avere la Vuelta a España (vinta) da smaltire - soprattutto psicologicamente - e magari gli si vuole evitare la "cottura" di una cronometro iridata, e pure il secondo - parecchio avvezzo all'esercizio - può essere considerato una seconda punta e quindi può essere comprensibile non volerlo affaticare per un piazzamento di rincalzo contro il tempo, il terzo ci offre un'ulteriore spunto per discutere di come la FCI abbia completamente snobbato il discorso cronometro professionisti in vista di Melbourne 2010.
Debilitato Pinotti durante il Tour of Britain, Bettini ha deciso di convocare Gasparotto, a corto di risultati e prestazioni convincenti almeno da primavera (3° all'Amstel). Il friulano dell'Astana aveva mostrato qualche segnale nella sua annata migliore (il 2008 con la Barloworld) durante la quale aveva fornito discrete prestazioni contro il tempo (il 5° posto di Recanati alla Tirreno-Adriatico a 1 minuto da Cancellara fu un'ottima prestazione). Ma il 2008 non è il 2010, Gasparotto va per i 29 anni e di certo la sua convocazione non è stata pensata per la cronometro (cosa di cui oggi abbiamo ricevuto conferma).

Ma allora, che senso ha avere 9 titolari e 2 riserve (che saranno ferme, mica potranno entrare a gara in corso come nel calcio) per la prova in linea e 0 rappresentanti nella prova contro il tempo? Il Campionato Italiano di quest'estate ci ha dato due nomi, dietro al vincitore Pinotti, sui quali si sarebbe potuto tentare un qualche discorso (sin da fine giugno): Dario Cataldo, classe '85 della Quick Step, e Adriano Malori, classe '88 della Lampre-Farnese Vini, potevano rappresentare due pedine di medio livello per quest'anno, ma con loro si sarebbe potuto intavolare un discorso di prospettiva (soprattutto sul secondo, campione del mondo a cronometro tra gli Under 23 a Varese 2008). E invece no. «La crono non si corre per avere più concentrazione domenica», dice Bettini, come se una cosa debba necessariamente escludere l'altra.

Anche perché, a pensarci bene, che segnale si dà ai giovani Mammini e Leonardi? Di lasciar perdere con le cronometro, tanto i Mondiali dei "grandi" se li potranno scordare?

Mario Casaldi

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