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Spettacolo Italia, Callovi è d'oro! - Il Mondiale è di Rossella, Zorzi (3a) completa la festa azzurra

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Chissà che effetto deve fare ripensare ora a quel palpitante finale di un anno fa, quando a Città del Capo sarebbero bastati forse quei fatidici dieci metri di strada in più per salire sul gradino più alto del podio. Tanto separò dal successo una bionda ragazza trentina già protagonista di vittorie a ripetizione nelle categorie giovanili ma in possesso anche di quell'invidiabile umiltà di chi sa attendere il suo momento (fu infatti prezioso l'aiuto dato a Valentina Scandolara nel finale dell'Europeo di Verbania), che solo negli ultimi metri fu costretta a vedere l'iride finire sulle spalle della belga Jolien D'Hoore. Circa trecentosessantacinque giorni dopo ci ritroviamo qui a celebrare quella stessa ragazza bionda nel suo giorno più bello, dopo aver ottenuto quella vittoria tanto sperata, sognata, voluta. Rossella Callovi, diciottenne trentina di Campodenno, è salita in cima al mondo realizzando quell'ideale anello di congiunzione che ora lega Aguascalientes in Messico, dove Eleonora Patuzzo nel 2007 aveva realizzato l'ultima vittoria italiana tra le donne Juniores a Mosca, teatro dell'edizione 2009 di questi Campionati del Mondo.
È tempo di esultare quindi, non certo di sorprendersi, perché se è vero che la medaglia d'argento di un anno fa rappresentava l'ideale punto di partenza per la nuova stagione, chi ha seguito con costanza l'evolversi degli eventi non può non essersi accorto che quella maglia iridata rappresenta forse l'apice di un percorso e l'inizio di una nuova dimensione. L'atleta di punta della Società Ciclistica Vecchia Fontana era senza dubbio l'atleta su cui erano maggiormente orientate le attenzioni agli albori di questa stagione agonistica ed i primi mesi di gara, fatti di vittorie e belle prestazioni, culminati con l'esordio tra le Élite nell'Emakumeen Bira (peraltro con ottimi riscontri) sembravano dare il là ad un'estate ricca di grosse soddisfazioni. A partire dalla prova tricolore di Imola però si è cominciato a notare una leggera flessione nelle prestazioni, che aveva portato la Callovi ad essere sì protagonista ma a cui probabilmente mancava proprio sul più bello il colpo in canna per giungere a vittorie di indubbio prestigio. Ciononostante la promettente trentina si era battuta con il consueto coraggio ed al tempo stesso era divenuta la spalla più preziosa per l'atleta rivelazione dell'anno, finita per diventare, per usare un gergo calcistico, una punta di micidiale efficacia, vale a dire quell'Elena Cecchini capace di conquistare tricolore e campionato europeo in pochi giorni (con Rossella terminata, rispettivamente, in quarta e sesta piazza).
Il tracciato di Mosca, con le sue sei tornate nervose e ostiche per complessivi 81 chilometri, non ammettevano però alibi ed allora via con le celebrazioni per una Callovi meritatamente vittoriosa grazie alla ritrovata condizione dei giorni belli e con il morale che due titoli italiani su pista, ottenuti recentemente nell'inseguimento e nella corsa a punti, potevano riportare in alto quanto basta.
Una vittoria nata anche grazie ad un egregio gioco di squadra, se è vero che dopo le prime tornate caratterizzate da relativa tranquillità, è stata Susanna Zorzi a forzare decisamente l'andatura nel corso della quarta tornata, prima che la russa Pankova, atleta di casa forte anche sul passo (nella prova a cronometro era giunta in sesta posizione) provasse a giocare le sue carte nel corso del penultimo giro con uno sforzo non indifferente. Al momento del dunque, vale a dire nel corso dell'ultimo giro, la partita si riduce a questione non più per una decina di atlete, bensì per quattro, se è vero che la Pankova nel frattempo è stata riagganciata dalla francese Ferrand Prevot ma soprattutto dalla coppia italiana Callovi-Zorzi, con Elena Cecchini nel gruppo inseguitore pronta eventualmente ad entrare in azione in caso di arrivo allo sprint. L'azione, prevedibilmente, si è fatta subito importante, tanto che il vantaggio sulle inseguitrici ha finito col superare il minuto e proprio sull'ultimo strappo della prova iridata la Pankova ha accusato lo sforzo dicendo addio ai sogni di gloria.
Con un terzetto al comando che prefigurava l'ennesimo confronto Italia-Francia dell'infinita storia dello sport, la superiorità numerica azzurra poteva rivelarsi decisiva, dal momento che la francese Pauline Ferrand Prevot costituiva un'avversaria da non sottovalutare, se è vero che nell'ultimo mese era stata capace di conquistare il titolo europeo a cronometro su strada e nella Mountain Bike, oltre a giungere terza anche nella prova europea in linea di Hooglede-Gits. Naturalmente la presenza di Susanna Zorzi ha finito per avere il suo peso ed è stata così proprio l'atleta veneta a preparare il finale per la Callovi, che si è così lanciata al meglio verso il trionfo che questa volta nessuna poteva sottrarle. Gloria però anche per il resto della truppa italiana: la Zorzi ha suggellato la sua ottima prova terminando alle spalle della francese Ferrand Prevot e conquistando un bronzo che dà sicuramente lustro ad una stagione senza dubbio molto positiva, che l'ha rivelata anche come una delle migliori specialiste delle prove a cronometro (seconda agli italiani dietro la Donato nonché settima agli Europei). Dietro la russa Pankova, a 1'28" Elena Cecchini si è invece andata a prendere la quinta piazza regolando il gruppo principale di cui facevano parte anche atlete tra le più attese come la belga Hannes, la francese Biannic, l'ucraina Oshurkova, la danese Grandt Petersen e l'austriaca Hahn. Per la friulana il buon piazzamento finale ha costituito una nuova prestazione ragguardevole in una stagione pressoché da incorniciare; a completare il quadro delle azzurre in gara anche Viviana Gatto (26esima a 1'32") e Rossella Gobbo che invece non ha concluso la prova ma per il quale vale comunque la pena di spendere qualche parola: per la Gatto il mondiale corso al servizio della squadra è stato un ulteriore premio per una stagione in cui finora è mancato l'acuto ma non la regolarità; per la friulana Gobbo invece la soddisfazione di aver nuovamente vestito la casacca azzurra in una stagione difficile in cui i malanni fisici ne hanno condizionato il rendimento.
Splende l'iride di Rossella Callovi sul podio ed anche per Dino Salvoldi continua una stagione ampiamente da ricordare in cui il titolo mondiale conquistato in terra russa si affianca al già citato trionfo europeo del mese scorso e alle grandi soddisfazioni giunte anche dalla pista con i titoli mondiale ed europeo giunti dalle Elite con Giorgia Bronzini e Marta Tagliaferro nella corsa a punti e da Giulia Donato tra le Juniores nello scratch. Proprio la pista ora sarà teatro di cinque giornate di gara (dall'11 al 15 agosto) in cui le soddisfazioni per i colori azzurri potrebbero non essersi esaurite.


Nella giornata di venerdì 7 invece era andata in scena la rivincita della prova a cronometro del campionato europeo e questa volta l'ucraina Hanna Solovey, battuta per un solo secondo in Belgio dalla Ferrand Prevot salvo poi rifarsi in pista con i titoli continentali nell'inseguimento individuale e nella corsa a punti, non ha dato alcun scampo all'avversaria transalpina, volando i 13,1 km del percorso iridato a quasi 44 orari di media, cosicchè la Ferrand Prevot si è trovata battuta col notevole distacco di 41", mentre l'altra ucraina Oshurkova completava il podio precedendo di pochi centesimi l'australiana Hodges, con un distacco di 49". Prestazioni che hanno tra l'altro mostrato una volta di più la bontà della scuola ucraina, che nelle ultime stagioni ha sempre messo in evidenza atlete sia nelle prove contro il tempo che nelle gare su pista (Lesya Kalitovska, Svitlana Galyuk o Valeryia Kononenko, giusto per fare qualche nome). Per l'Italia discrete prestazioni di Giulia Donato, 15esima a 1'20" in attesa di puntare concretamente al successo nello scratch su pista, e Susanna Zorzi, 18esima a 1'28" e probabilmente un po' penalizzata dal fatto di essere scattata dalla pedana di partenza per prima.
Lo spettacolo non si conclude con la strada quindi ma intanto questo splendido iride possiamo godercelo tutto.


Vivian Ghianni

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