Montichiari e amicizia... - ...lunga: ecco il nuovo velodromo
Versione stampabileIl gennaio del 1985 ha segnato una data fondamentale per il ciclismo italiano: crollava, infatti, sotto il peso della grande nevicata, il tetto del Palazzetto dello Sport di Milano e, con esso, l'unico velodromo coperto per l'attività su pista. Si è dovuti attendere 20 anni perché si sentisse parlare di costruire un altro velodromo coperto e nel frattempo, saltuariamente, venivano montate piste smontabili - per le 6 Giorni - nel Forum di Assago o, più recentemente, nelle fiere di Rho e Cremona. Finalmente, il 23 maggio 2009 - dopo quasi 25 anni - l'Italia avrà nuovamente un velodromo coperto: a Montichiari, nel bresciano, accanto al PalaGeorge (dove gioca la squadra di pallavolo di A1), è sorta una struttura avveniristica che ospiterà una pista regolamentare da 250 metri in legno.
Se si guarda il velodromo dall'esterno, la cupola sembra un casco da ciclista: è alta circa 20 metri e la tensostruttura che la ricopre riflette i colori del cielo, così anche l'impatto ambientale è minore. Tutto intorno, ci sono vetrate che permettono una migliore illuminazione dell'impianto.
L'interno
Entrando, sùbito all'ingresso si trovano il bar, la reception e il guardaroba; due scale laterali conducono sotto la gradinata, nella zona delle sale stampa, sala conferenze e sala convegni (tutte con i servizi igienici) e l'ingresso a centro pista per gli addetti ai lavori. Ritornando al piano terra si accede alla gradinata da 1300 posti a sedere, con in cima la sala media-TV per le riprese televisive: di fronte agli spettatori, dall'altro lato della pista, sarà posizionato un tabellone per i cronometraggi lungo 6 metri ed alto 3.
Se si alza lo sguardo si vede il capolavoro di questa costruzione: il reticolato in travi d'acciaio che sostiene la cupola. Questa tecnica a doppia curvatura sembra voler "quadrare il cerchio" (o l'ovale, nel nostro caso); trovare, cioè, un modo lineare di seguire la curva della cupola. All'interno del reticolato verrà inserito l'impianto di illuminazione a diffusione, che renderà omogenea la luce sulla pista e permetterà allo spettatore di ammirare anche la tecnologia del reticolato. Le travi di acciaio posano su basamenti in gomma che fanno da supporto tra la cupola e il cemento del velodromo.
La pista
La pista non è ancora posata perché, insieme all'impianto di cronometraggio, sarà l'ultima ad essere sistemata; questo per evitare che i lavori possano rovinarla. È in legno di pino bianco e poggia su 380 travi a diversa angolatura (fino a 47° nella parte più ripida). Sopra queste travi verranno inchiodati uno ad uno dei listelli di legno alti 5 centimetri e lunghi 2 metri: verranno inchiodati obliquamente in modo da seguire la pista, infatti non saranno posizionati uno sopra l'altro, ma correranno intorno alla pista per 200 volte fino a ricoprirla completamente. La pista è stata progettata seguendo il disegno del velodromo di Palma di Maiorca, dove si sono svolti i Mondiali su pista 2007. La differenza basilare sta nella scelta del legno: infatti a Palma hanno usato il larice e ora, quel legno, si sta già sfilacciando e la pavimentazione sarebbe già completamente da rifare.
Dal parterre a centro pista si accede alle zone degli spogliatoi e alle vie di fuga verso l'esterno: gli spogliatoi sono già completamente finiti e pitturati, con gli impianti sanitari funzionanti. Ci sono circa 5-6 sale per gli spogliatoi, più le salette mediche, la sala per il riscaldamento e un'officina.
All'esterno si trovano i parcheggi dei mezzi tecnici e la rampa che porta in superficie.
Futuro utilizzo e costi
Manca davvero poco per assistere alla nascita di questa nuova struttura (al termine dei lavori servirà il collaudo da parte del CONI), che permetterà l'allenamento costante dei nostri atleti durante il periodo invernale, in particolare per coloro che saranno impegnati nel settore della velocità. Se per l'endurance, infatti, anche l'allenamento su strada è utile, per chi fa velocità è necessario il lavoro su pista.
Gli impianti di riscaldamento e condizionamento manterranno all'interno della pista il clima perfetto e costante necessario sia durante gli allenamenti che per le competizioni: quella di Montichiari, difatti, è una struttura che permette lo svolgimento di gare internazionali di alto livello.
Questo impianto è costato al comune di Montichiari, alla provincia di Brescia ed al CONI circa 13-14 milioni di euro: una volta ultimati i lavori, si renderà assolutamente necessaria la migliore gestione possibile, delegata a persone competenti e serie, scelte per ragioni di professionalità e non da motivazioni politiche.
Il nuovo velodromo di Montichiari andrà sponsorizzato e seguito dalla Federazione. Deve iniziare ad essere pubblicizzato sugli organi di stampa (nazionali e non; di settore e non), perché siamo a poco più di un mese dal taglio del nastro e le informazioni stentano ad arrivare.
Noi di Cicloweb.it seguiremo la nascita e la gestione del velodromo passo dopo passo, sperando e lottando affinché non diventi una "cattedrale nel deserto". Un nuovo abbadono rischierebbe di riportarci - dopo 25 anni - alla situazione del gennaio 1985. E regredire è l'ultima cosa di cui il ciclismo ha bisogno.