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Roubaix, torna Vervecken - Nys si aggiudica la Coppa del Mondo

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In una stagione crossistica che si sta avviando pian piano verso la conclusione uno dei sicuri motivi di interesse continua ad essere il confronto tra il vecchio e il nuovo che avanza, come già testimoniato ad esempio nella settimana precedente, quando il campionato nazionale belga ha visto la riconferma di Sven Nys sul delfino Niels Albert.
Neppure lo scenario di Roubaix, la cui magìa viene evocata negli appassionati già alla sola pronuncia di questo nome, è sfuggito alla regola e nel penultimo atto della Coppa del Mondo la vecchia guardia esulta per il nuovo punto a suo favore, riproponendo anche un monito da tenere bene a mente: mai dare per finito uno come Erwin Vervecken, soprattutto se ci si avvicina inesorabilmente all'appuntamento iridato. Il tre volte campione del mondo, che nel prossimo mese di marzo compirà 37 anni, si è infatti preso in terra francese l'ultima delle sue rivincite, soprattutto se si pensa che lui, passato a gareggiare da uno squadrone come la Fidea ad un team molto più piccolo come il Revor, come già era stato anticipato in occasione del suo successo a Koksijde, è andato a precedere sul traguardo proprio un atleta Fidea, vale a dire il ceco Zdenek Stybar, che continua così nel suo buon momento di forma. Soddisfazione doppia quindi per Vervecken, che ha colto così il suo quarto successo a Roubaix e che per la prima volta in carriera è riuscito a conquistare due successi in un'unica stagione di Coppa del Mondo.
La gara, disputatasi su un tracciato molto tecnico e con tratti in discesa molto insidiosi, tanto che in più punti gli atleti sono stati costretti alla discesa dalla bicicletta, ha visto, contrariamente alle abitudini, un'ottima partenza di Bart Wellens, che si è così portato subito al comando della gara mentre Nys e Albert in un primo momento veleggiavano in un secondo gruppo. Il leader di Coppa e riconfermato campione nazionale è riuscito poi a riportarsi in testa alla corsa ed oltre a Wellens e Nys anche Vervecken è riuscito a guadagnare le posizioni buone. A questo punto è giunto il momento di Lars Boom, che dopo aver ripreso la testa è partito all'attacco mentre alle sue spalle è stato proprio Vervecken a mostrarsi tra i più attivi. Ancora una volta però il campione del mondo, venuto anche lui dal successo nel campionato nazionale, ha dovuto fare i conti con la malasorte, se è vero che un problema ad uno scarpino lo ha costretto a fermarsi per pulire la tacchetta, perdendo così del tempo prezioso. In testa quindi sono in cinque a farsi vedere: oltre a Vervecken troviamo Nys, Albert, Stybar e Vantornout (quest'ultimo poi rimbalzato indietro) ma è nelle ultime tre tornate che sono saliti in cattedra i due principali protagonisti di giornata. Vervecken e Stybar infatti sono giunti alla guida della gara con Nys sempre distanziato ad alcune decine di metri e che, tratte per un breve tratto, non è mai riuscito a colmare il gap. Il ceco Stybar ha cercato di fare la differenza soprattutto nei difficili tratti di discesa ma non è riuscito nell'intento di riuscire a prendere un vantaggio determinante su Vervecken, tanto che i due sono giunti insieme al suono della campana sul velodromo. Nys sempre distanziato di qualche decina di metri è riuscito per un po' ad avere visivamente a portata la coppia di testa ma poi man mano ha visto aumentare il distacco nell'ultima tornata, rassegnandosi così alla terza piazza.
Davanti intanto la contesa è proseguita, fino a quando non è venuta fuori tutta la forza e l'esperienza di Vervecken, che è andato via deciso nei tratti resi molto impegnativi dal fango ed è riuscito a guadagnare un buon vantaggio; Stybar, da par suo, ha continuato nella sua azione ma i metri concessi al rivale si sono rivelati determinanti, cosicchè sul celebre velodromo di Roubaix è stato proprio Vervecken ad entrare per primo e ad avere la meglio, seppur per un solo secondo su uno Stybar in rimonta ma conquistando un successo assolutamente meritato, che lo ripropone sotto i riflettori per le ultime settimane. Come detto Nys si è dovuto accontentare della terza posizione a 28" ma ha comunque potuto trovare motivi di soddisfazione nel fatto che ad una sola prova dalla conclusione nessuno ormai può togliergli il successo nella classifica finale di Coppa del Mondo, che finisce così nella sua bacheca per la settima volta in carriera. Il fuoriclasse di Baal comunque non dovrà commettere l'errore di sottovalutare i suoi tanti avversari se quest'anno vorrà tornare a vestire l'iride, che già da diverse stagioni gli sfugge per un motivo o per l'altro. Quarto sul traguardo (a 41") dopo l'ottimo avvio Bart Wellens, che consolida la sua seconda posizione a 452 punti (Nys, come detto, è irraggiungibile a 540) e che ora si giocherà ulteriormente il posto d'onore la prossima settimana, visto che Stybar (432 punti), che Pauwels (a 424 e protagonista di una giornata negativa, dato che ha chiuso 20° a oltre quattro minuti) non sono lontanissimi. In quinta e sesta posizione al traguardo hanno concluso rispettivamente Albert (a 55") e lo sfortunato Boom (a 1'26") mentre l'atleta di casa Mourey, dopo un ottimo avvio, segue in settima posizione a 1'32". Completano i primi dieci Vantornout (a 1'43"), Dlask (a 1'54") e Al (a 2', anche per lui buona partenza ma sforzo pagato successivamente). Enrico Franzoi, che ri-debuttava dopo due anni in maglia tricolore, ha offerto una prova discreta, classificandosi 11° a 2'08", più indietro invece ha concluso Marco Aurelio Fontana, 16° a 3'23". Tra gli italiani hanno preso parte alla prova anche Marco Bianco (19° a 4'15"), Fabio Ursi (36° a 7'45") e Alessandro Gambino (41° ,staccato di un giro).
Tra le donne giochi fatti anche per Hanka Kupfernagel, che festeggia così il terzo trionfo consecutivo nella classifica finale di Coppa grazie al secondo posto (a 9") alle spalle della statunitense Katherine Compton (già vincitrice a Nommay), che si propone così come una delle principali avversarie in chiave iridata. Terzo posto per l'olandese Daphny Van Den Brandt a 42" che ha preceduto una Marianne Vos (a 53") ancora alla ricerca della forma ottimale in vista del mondiale di casa. Le italiane Daniela Bresciani ed Eva Lechner hanno concluso praticamente appaiate in 27.ma e 28.ma posizione (rispettivamente a 5'39" e 5'40").
Tra gli Under 23 è andato invece in scena l'ennesimo show stagionale del tedesco Philip Walsleben, che ha dominato l'ultima prova con un vantaggio di 56" sul francese Aurelien Duval e 58" sul ceco Ondrej Bambula. Inevitabilmente Walsleben conquista anche il successo finale nella Coppa con 240 punti contro i 169 di Duval e i 139 di Van Compernolle ed ora si presenterà come l'avversario da battere ai prossimi mondiali, dove cercherà di coronare una stagione fin qui straordinaria. Cristian Cominelli ha concluso la sua prova in ottava posizione a 1'43"(in classifica finale di Coppa quinto posto per lui con 109 punti), a dimostrazione che un piazzamento tra i primi dieci nella rassegna iridata può essere senza dubbio alla portata, considerando che appare ben più difficile (ma non impossibile) una riconferma del podio di Le Bandie. Tra gli altri italiani Elia Silvestri ha concluso 21°(a 3'22"), Matteo Trentin 24° (a 3'38") e Roberto De Patre 43° (a un giro).
Infine doppio successo anche tra gli juniores per l'olandese Tijmen Eising, che fa sua corsa e Coppa del Mondo (225 punti finali per lui). Sul traguardo alle sue spalle sono terminati il belga Wietse Bosmans (a 12") e lo statunitense Zach MacDonald (a 49"), con quest'ultimo che ha preceduto di poco un ottimo Luca Braidot, che si è così dovuto accontentare della quarta posizione. Continua comunque l'ottimo momento dei due gemelli friulani, visto che anche il fratello Daniele, neo tricolore, si è classificato 8° a 1'07". Alla gara hanno preso parte anche Daniele Dall'Oste (28° a 3'44"), Bryan Falaschi (33° a 4'07"), Michele Tatto (37° a 4'40") e Rudy Lorenzon (42° a 5'08").
Concluse quindi le kermesse degli Under 23 e Juniores non resta quindi che attendere l'ultimo atto stagionale della Coppa del Mondo che andrà in scena nel prossimo week end all'Idroscalo di Milano.

Vivian Ghianni

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