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Reportage da Parco Ferrari - Gli Italiani cross visti dall'interno

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«Dario, appuntamento domani qui alle otto eh». La risposta del tecnico regionale Dario Sottocornola è chiara: «Sì, via da qui alle otto, sul pulmino salgono questo questo e questo, quello e quell'altro vanno in ammiraglia, l'altro lo prendiamo all'autogrill di Novara». Comincia così la storia vista "dal di dentro" dei Campionati Italiani di Ciclocross che la Cicli Paletti ha organizzato al Parco Ferrari di Modena.
Ancora una volta chi vi scrive vi accompagna in quella che è stata la rassegna tricolore vista dal punto di vista di quello che la tv o le cronache non raccontano, la visuale di chi ha seguito la squadra piemontese, che poi è un poco la visione di tutte le rappresentative.
Eccoci alla partenza (chiaramente in ritardo, altro che otto...); il pulmino federale guidato da Dario Sottocornola, presidente del Pedale Verbanese nonché responsabile del ciclocross Piemontese, l'ammiraglia del Pedale Ossolano guidata dal presidente del sodalizio granata Gino Maranoli con la simpatica consorte fiamminga Marie Jan (che il sottoscritto in albergo ha tentato impunemente di far passare come consulente ciclocrossistica fiamminga) alla quale in serata si sarebbe aggiunta l'ammiraglia del Pedale Verbanese guidata da Ivano Sottocornola (amatore e padre del tricolore allievi uscente Andrea) ed un nuovo amico: Marco, che a dispetto del lavoro importante che svolge (e che non sveleremo per privacy) è stato l'uomo spogliatoio. La squadra? Presto detta: gli allievi Andrea "Sven" Sottocornola, Cristian "Trivellone" Uccelli, Fulvio "Ciulli" Cassano e Lorenzo "Stupinigi" Stupiggia. L'esordiente Simone "Criceto" Rostellato, la juniores Nicole "Lapìsola" Lapisa e la allieva Marta "straccetto" Cassano. Con noi c'era anche Omar "Azzurro" Sottocornola, che partecipava al tricolore a livello individuale. Come dimenticare poi Remo, Marisa e Paola? Genitori al seguito sempre pronti a dare una mano!
Il viaggio è tranquillo, tanto che alle 11:30 l'allegra carovana piemontese raggiunge Modena, dove pernotterà. Chiaramente gli alberghi di una località che accoglie la rassegna tricolore sono invasi da squadre e squadre. Con noi in hotel la squadra della Lombardia (tra Dario Sottocornola ed il tecnico lombardo Gino Bortoluzzo c'è sintonia da sempre). Valige in camera, subito a tavola prima della ricognizione del percorso. Partenza in rassegna delle ammiraglie che sembra di essere al Giro dell'Emilia, durante il tragitto alcuni amatori ci salutano ed eccoci al Parco Ferrari; dopo averlo circumnavigato per un bel quarto d'ora, giusto il tempo necessario per imbroccare l'entrata. Lo scenario? Bello, il circuito pare tecnico ma da subito ci si rende conto (basta guardarsi le scarpe) che il fango la farà da padrone.
«Voi tirate giù le biciclette e noi andiamo a fare le punzonature». Comincia così il classico giro di baci ad abbracci, un saluto ai giudici non si nega mai. Mentre Dario Sottocornola si reca a prendere i numeri vado a ritirare l'accredito che Stefano Bertolotti (grande Ste) mi infila a mo' di medaglia. È tutto un salutare vecchi amici e vecchie amiche: «Com'è Sven?», chiedo ad Andrea Sottocornola, che stava passando gli ultimi minuti da campione d'Italia riferendomi al tracciato, lui mi dice che è bello fangoso, quello che servirebbe per difendere il titolo. «Vero, manco ti ho riconosciuto così conciata»; davvero Veronica Alessio era irriconoscibile, il fango era tanto e la luce del giorno sempre meno.
La squadra torna in hotel, i due presidenti si fermano alla riunione tecnica nella quale Massimo Cassano, capo del ciclocross nazionale annuncia di voler lasciare la carica: «Qui nel 2002 ho cominciato (gli italiani erano a Sassuolo) – ha detto - e qui chiudo». In hotel tutti sotto la doccia e via in sala ristorante dove il cameriere "dai modi gentili", con un bel parlare cadenzato dall'andatura emiliana, che tenteremo di scimmiottare ci dice: «Quessssta seeeeera vi ho fattto due tipici piatti locaaaaali... i tagliolini alla boscaioooola e lo gnocccco fritttttttto». Tutto buono, sì sì, ecco il lato più positivo della trasferta; a Modena si mangia bene, i bis sono d'ordinanza. Arriva anche Ivano Sottocornola, padre di Andrea ma anche amatore, per tutti "Mester Iveno" che con l'ammiraglia blù del Pedale Verbanese Delta porta tutte le ultime cose necessarie alla giornata e giunge con Marco, con il quale si instaura subito un grande feeling: «Oooh, abbiamo Casseno, abbiamo Di Teno... e c'è anche Iveno». La battuta ormai è classica.
Due parole con quelli della Colnago: «Ragazzi, non siete forti nelle femmine, nooo: Alessio, le due Bresciani, Lechner, Staffler, cosa volete fare la tripletta?». L'ambiente, ma direi di più, la famiglia del ciclocross è così. Nessuno si offende per battute e controbattute.
Arriva il pullman della Lampre prestato agli amici del comitato lombardo. Dopo una ultima occhiata alle biciclette tutti a nanna, sveglia alle 6:30 bisogna essere al circuito alle 7:30, massimo 7:45. Dopo la buona notte (si fa per dire) ed una buona colazione eccoci a Modena.
Avete presente la partita a tennis di Fantozzi? Ecco, il gelo era quello. Piazzati i gazebi iniziano le gare: «Frenck, mi raccomando – dico al mitico Franco Soncini, uno dei poeti dell'immagine del ciclismo - le foto sin cafas (senza occhiali)», e giù una risata, ricordando la foto fatta rifare a Miguel Indurain senza le baricole. Parte sul ghiaccio la gara amatoriale, il nostro Ivano rompe la catena al via e termina attardato: «Massimo ma che fai, te ne vai così?». Lui, Cassano, sorride: «No no, rimango in famiglia, farò il tecnico, ma il responsabile nazionale non lo faccio più».
La squadra del Piemonte è sfortunata anche con gli esordienti visto che "Criceto" Rostellato si fa mezzo giro a piedi per un problema alla ruota. «Mia figlia ha vintooo, non l'avete vista», grida una mamma. Eh sì, piccola pecca. Laura Bellucco vince e nessuno la cita. Questo per premiare alla presenza del presidente del Coni, Gianni Petrucci, che poi doveva andarsene. Si arrabbiano un po' tutti, anche lo stesso Cassano. Vince anche la giovane Fidanza, tutta suo padre. I nostri nelle altre gare si comportano tutto sommato bene, ma si avvicina l'ora più attesa. Andiamo a mangiarci qualcosa al chiosco per spezzare la tensione. Se passate per Modena, fatevi una tigella, farcita con lardo o salumi. Poi ve ne farete un'altra, ed un'altra ancora e ci attaccherete anche lo gnocco fritto.
«Ciao Franco, grandissimo». Dopo un abbraccio con Franco Ballerini ed una battuta con Marco che tiene il morale alto imitando i doganieri della Svizzera tedesca con il loro intercalare fatto di "Bitte Papire" (passaporto prego) è il momento della gara allievi secondo anno. Il cuore batte sempre più forte ed il pensiero va a Scorzè, a quella cavalcata di Andrea che ci fece piangere. La cosa non si ripeterà. I prodromi c'erano già la sera prima quando "Sven" ed il sottoscritto han fatto una chiacchierata seduti su un divano. Si vedeva il nervosismo negli occhi di un ragazzo che la stoffa ce l'ha eccome. La partenza brutta, il fango che questa volta lo respinge, anche una caduta e la maglia che a sorpresa va a Guerrini della Cicli Fiorin che da Modena, in una giornata di gare si porta a casa quattro maglie. Andrea è deluso, demoralizzato: «Andre – dico con le mie mani affettuosamente sulle sue guance – non cambio idea su di te». Ci credevamo un po' tutti, per "Sven" sarebbe stata la vittoria stagionale numero otto. In albergo ci si rianima. «Dov'è Gino?», chiedono. «Quale? - rispondiamo - ce ne sono metà di mille». La cena è deliziosa ed abbondante. Gino Maranoli e Dario Sottocornola sono assonnati e vanno a nanna. Prima di andare nella hall mi trattengo un poco con l'amica Veronica Alessio che si dice tranquilla in vista della gara Under femminile. È stata una cena (terribilmente buona) e spensierata: «Domani corre solo Omar, possiamo dormire un po' di più». A letto però ci vanno quelli che corrono il giorno dopo.
Nella hall due parole si fanno, con Gino Bortoluzzo che ancora adesso sta cercando di capire come impostare il navigatore satellitare, con sua moglie, persona davvero simpaticissima, con i ragazzi: «Ma un commento sulla calza di Cristian Uccelli stile scozzese lo vogliamo fare?», provoco. «Ce l'ho anche io», rispondono altri. «Si ma la mia è più bella», dice la bionda Jasmine Dotti stendendo la gamba. Meglio dormirci su, domani si corre ancora.
La mattina dopo la colazione si va al circuito, incontriamo il fotografo Fabiano Ghilardi ed il nostro mitico Vivian Ghianni, che adora tutto quello che è ciclismo e che tra macchine fotografiche, cartellette, borse e penne sembrava pure un pochino un ispettore dell'Uci: «Ragazze voi non siete splendide, di più», cosa vuoi dire se non questo alle miss Federica e Giorgia?. «Si Gianlu, ma sai che paura stanotte, l'albergo ha preso fuoco». Eh si, perché c'è stato anche il fatto di cronaca, per fortuna tutti sani: «Eh, ma se andate a fumare in bagno come i ragazzini poi prende fuoco tutto». Risate su risate.
Eva Lechner stacca tutti tra le donne Élite, è bella la prova delle Under con Veronica Alessio e Betty Borgia che se la giocano fino alla fine. Vincerà Vero, per la doppietta Colnago. La Valentini è campionessa delle Juniores, corre per Fiorin che "stampa" la quinta maglia in due giorni. «Daniele – dico a patron Fiorin – se faccio il campionato italiano giornalisti mi tesseri? Magari vinco». Scherzi a parte, quello di Fiorin è un successo figlio del grande lavoro di anni.
«Marty ma che fai bevi il vino?». Martina Fumagalli, che è simpaticissima, si mette in posa fingendo di berlo, e click... giù foto. I fratelli Braidot fanno i numeri nella prova Juniores, solo la sorte impedirà la doppietta.
«Ciao Fausto in bocca al lupo per l'Olanda», due parole col CT Scotti che aggiusta le radioline si fanno sempre. Alessandro Guerciotti mi regala la cuffietta del team, cimelio sempre molto gradito.
«Vai Chiccooo, vince Chiccooo»: il pronostico di Marzio Gazzetta, giornalista-personaggio, è perentorio ed azzeccato. Franzoi vola via a Fontana e vince il titolo dei prof sul lombardo e su un buon Marco Bianco, al quale amici e colleghi hanno voluto donare un pensiero per la recente scomparsa del papà. Il ciclocross è proprio una famiglia.
Il "nostro" Omar Sottocornola è ben messo nella gara Under. Quando è al terzo posto però rompe il forcellino del cambio, si deve fare più di mezzo giro a piedi ed il piazzamento sfuma, peccato davvero, il suo era il passo dei tempi belli. Cominelli dimostra che è campione, riprende Trentin e vince il titolo Under.
Si ricaricano le bici, strette di mano, abbracci, qualche bacetto con Betty Borgia, Vania Rossi (c'era anche Riccardo Riccò), Stefy Vecchio, si addenta l'ultima tigella al lardo col vin brulè. Si ricaricano le bici sulle ammiraglie e sui pulmini: «Ciao a tutti, ci vediamo presto».
La carovana si congeda, e dispiace sempre un po'. In viaggio la mente torna in dietro, appuntamento al 2010 (quasi certamente all'idroscalo di Milano), con un sogno tricolore che pian pianino inizia a pungolare tutti noi.

Gianluca Trentini

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