Il Portale del Ciclismo professionistico

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Poco da dire della sesta tappa, classico arrivo da sprinter a Montpellier: si continua a galoppare verso ovest, stavolta senza sostanziali difficoltà, posto che l'unico Gpm di giornata (il Col de la Vayède), preceduto da 5 km di falsopiano, presenta una scalata di nemmeno un chilometro (al 7%), e la sua vetta dista quasi 110 km dal traguardo. Il bello di quei 110, peraltro, è che sono al 99% pianeggianti, e quell'un per cento formato da un paio di impercettibili strappetti non farà male a nessuno. Per chiudere in bellezza, gli ultimi 7 km non presentano svolte, ad eccezione di una semicurva ai 2 km che dovrebbe influire ben poco nello sprint massivo.

Aix-en-Provence

Gradevole città della Bouches-du-Rhône, Aix-en-Provence è caratterizzata dallo stile rococò delle sue piazze e delle sue fontane, che la rendono una graziosa località di passeggio. Una caratteristica località provenzale, insomma, che ha ospitato due personaggi di spicco dell'ottocento, Paul Cézanne ed Émile Zola. Il primo, pittore prima romantico e poi impressionista, viene ricordato per i suoi ritratti e le nature morte, in particolare per "I giocatori di carte" del 1894. Il secondo invece fu un importante scrittore e saggista parigino, il quale però ad Aix-en-Provence ha vissuto la giovinezza (conoscendo Cézanne, del quale era coetaneo) fino al conseguimento della maggiore età. Più che per le sue opere letterarie, Zola è noto per l'affaire Dreyfus, un ufficiale accusato di alto tradimento, del quale sostenne la difesa nel noto "J'accuse".

Montpellier

Montpellier è stata costantemente un punto di riferimento per il Tour de France, prima della sua straordinaria crescita demografica del dopoguerra. Il capoluogo della Linguadoca ha ospitato la corsa per 10 anni consecutivi, dal 1930 al 1939, dopodiché in altre 20 edizioni ci sono state apparizioni della città mediterranea, molto spesso con partenza e arrivo. In 26 arrivi, 3 volte Montpellier ha sorriso agli atleti azzurri. La prima nel lontano 1931, quando Raffaele Di Paco riuscì a battere Charles Pélisser in una volata a due: era il secondo successo consecutivo del campione di Fauglia che in quel Tour visse un vero e proprio exploit. Era una Perpignan- Montpellier, così come quella del 1965, quando si impose il trevigiano Adriano Durante in volata. Nel 1989 fu invece Valerio Tebaldi a imporsi nella lunga Toulouse-Montpellier, a seguito di una fuga-bidone con Perini e Arnaud: se la giocò allo sprint con Perini, mentre il gruppo arrivò a più di 21 minuti.

Nicola Stufano
Aix-en-Provence

Gradevole città della Bouches-du-Rhône, Aix-en-Provence è caratterizzata dallo stile rococò delle sue piazze e delle sue fontane, che la rendono una graziosa località di passeggio. Una caratteristica località provenzale, insomma, che ha ospitato due personaggi di spicco dell'ottocento, Paul Cézanne ed Émile Zola. Il primo, pittore prima romantico e poi impressionista, viene ricordato per i suoi ritratti e le nature morte, in particolare per "I giocatori di carte" del 1894. Il secondo invece fu un importante scrittore e saggista parigino, il quale però ad Aix-en-Provence ha vissuto la giovinezza (conoscendo Cézanne, del quale era coetaneo) fino al conseguimento della maggiore età. Più che per le sue opere letterarie, Zola è noto per l'affaire Dreyfus, un ufficiale accusato di alto tradimento, del quale sostenne la difesa nel noto "J'accuse".

Montpellier

Montpellier è stata costantemente un punto di riferimento per il Tour de France, prima della sua straordinaria crescita demografica del dopoguerra. Il capoluogo della Linguadoca ha ospitato la corsa per 10 anni consecutivi, dal 1930 al 1939, dopodiché in altre 20 edizioni ci sono state apparizioni della città mediterranea, molto spesso con partenza e arrivo. In 26 arrivi, 3 volte Montpellier ha sorriso agli atleti azzurri. La prima nel lontano 1931, quando Raffaele Di Paco riuscì a battere Charles Pélisser in una volata a due: era il secondo successo consecutivo del campione di Fauglia che in quel Tour visse un vero e proprio exploit. Era una Perpignan- Montpellier, così come quella del 1965, quando si impose il trevigiano Adriano Durante in volata. Nel 1989 fu invece Valerio Tebaldi a imporsi nella lunga Toulouse-Montpellier, a seguito di una fuga-bidone con Perini e Arnaud: se la giocò allo sprint con Perini, mentre il gruppo arrivò a più di 21 minuti.

Aix-en-Provence

Gradevole città della Bouches-du-Rhône, Aix-en-Provence è caratterizzata dallo stile rococò delle sue piazze e delle sue fontane, che la rendono una graziosa località di passeggio. Una caratteristica località provenzale, insomma, che ha ospitato due personaggi di spicco dell'ottocento, Paul Cézanne ed Émile Zola. Il primo, pittore prima romantico e poi impressionista, viene ricordato per i suoi ritratti e le nature morte, in particolare per "I giocatori di carte" del 1894. Il secondo invece fu un importante scrittore e saggista parigino, il quale però ad Aix-en-Provence ha vissuto la giovinezza (conoscendo Cézanne, del quale era coetaneo) fino al conseguimento della maggiore età. Più che per le sue opere letterarie, Zola è noto per l'affaire Dreyfus, un ufficiale accusato di alto tradimento, del quale sostenne la difesa nel noto "J'accuse".

Montpellier

Montpellier è stata costantemente un punto di riferimento per il Tour de France, prima della sua straordinaria crescita demografica del dopoguerra. Il capoluogo della Linguadoca ha ospitato la corsa per 10 anni consecutivi, dal 1930 al 1939, dopodiché in altre 20 edizioni ci sono state apparizioni della città mediterranea, molto spesso con partenza e arrivo. In 26 arrivi, 3 volte Montpellier ha sorriso agli atleti azzurri. La prima nel lontano 1931, quando Raffaele Di Paco riuscì a battere Charles Pélisser in una volata a due: era il secondo successo consecutivo del campione di Fauglia che in quel Tour visse un vero e proprio exploit. Era una Perpignan- Montpellier, così come quella del 1965, quando si impose il trevigiano Adriano Durante in volata. Nel 1989 fu invece Valerio Tebaldi a imporsi nella lunga Toulouse-Montpellier, a seguito di una fuga-bidone con Perini e Arnaud: se la giocò allo sprint con Perini, mentre il gruppo arrivò a più di 21 minuti.

Aix-en-Provence

Gradevole città della Bouches-du-Rhône, Aix-en-Provence è caratterizzata dallo stile rococò delle sue piazze e delle sue fontane, che la rendono una graziosa località di passeggio. Una caratteristica località provenzale, insomma, che ha ospitato due personaggi di spicco dell'ottocento, Paul Cézanne ed Émile Zola. Il primo, pittore prima romantico e poi impressionista, viene ricordato per i suoi ritratti e le nature morte, in particolare per "I giocatori di carte" del 1894. Il secondo invece fu un importante scrittore e saggista parigino, il quale però ad Aix-en-Provence ha vissuto la giovinezza (conoscendo Cézanne, del quale era coetaneo) fino al conseguimento della maggiore età. Più che per le sue opere letterarie, Zola è noto per l'affaire Dreyfus, un ufficiale accusato di alto tradimento, del quale sostenne la difesa nel noto "J'accuse".

Montpellier

Montpellier è stata costantemente un punto di riferimento per il Tour de France, prima della sua straordinaria crescita demografica del dopoguerra. Il capoluogo della Linguadoca ha ospitato la corsa per 10 anni consecutivi, dal 1930 al 1939, dopodiché in altre 20 edizioni ci sono state apparizioni della città mediterranea, molto spesso con partenza e arrivo. In 26 arrivi, 3 volte Montpellier ha sorriso agli atleti azzurri. La prima nel lontano 1931, quando Raffaele Di Paco riuscì a battere Charles Pélisser in una volata a due: era il secondo successo consecutivo del campione di Fauglia che in quel Tour visse un vero e proprio exploit. Era una Perpignan- Montpellier, così come quella del 1965, quando si impose il trevigiano Adriano Durante in volata. Nel 1989 fu invece Valerio Tebaldi a imporsi nella lunga Toulouse-Montpellier, a seguito di una fuga-bidone con Perini e Arnaud: se la giocò allo sprint con Perini, mentre il gruppo arrivò a più di 21 minuti.

Aix-en-Provence

Gradevole città della Bouches-du-Rhône, Aix-en-Provence è caratterizzata dallo stile rococò delle sue piazze e delle sue fontane, che la rendono una graziosa località di passeggio. Una caratteristica località provenzale, insomma, che ha ospitato due personaggi di spicco dell'ottocento, Paul Cézanne ed Émile Zola. Il primo, pittore prima romantico e poi impressionista, viene ricordato per i suoi ritratti e le nature morte, in particolare per "I giocatori di carte" del 1894. Il secondo invece fu un importante scrittore e saggista parigino, il quale però ad Aix-en-Provence ha vissuto la giovinezza (conoscendo Cézanne, del quale era coetaneo) fino al conseguimento della maggiore età. Più che per le sue opere letterarie, Zola è noto per l'affaire Dreyfus, un ufficiale accusato di alto tradimento, del quale sostenne la difesa nel noto "J'accuse".

Montpellier

Montpellier è stata costantemente un punto di riferimento per il Tour de France, prima della sua straordinaria crescita demografica del dopoguerra. Il capoluogo della Linguadoca ha ospitato la corsa per 10 anni consecutivi, dal 1930 al 1939, dopodiché in altre 20 edizioni ci sono state apparizioni della città mediterranea, molto spesso con partenza e arrivo. In 26 arrivi, 3 volte Montpellier ha sorriso agli atleti azzurri. La prima nel lontano 1931, quando Raffaele Di Paco riuscì a battere Charles Pélisser in una volata a due: era il secondo successo consecutivo del campione di Fauglia che in quel Tour visse un vero e proprio exploit. Era una Perpignan- Montpellier, così come quella del 1965, quando si impose il trevigiano Adriano Durante in volata. Nel 1989 fu invece Valerio Tebaldi a imporsi nella lunga Toulouse-Montpellier, a seguito di una fuga-bidone con Perini e Arnaud: se la giocò allo sprint con Perini, mentre il gruppo arrivò a più di 21 minuti.

Aix-en-Provence

Gradevole città della Bouches-du-Rhône, Aix-en-Provence è caratterizzata dallo stile rococò delle sue piazze e delle sue fontane, che la rendono una graziosa località di passeggio. Una caratteristica località provenzale, insomma, che ha ospitato due personaggi di spicco dell'ottocento, Paul Cézanne ed Émile Zola. Il primo, pittore prima romantico e poi impressionista, viene ricordato per i suoi ritratti e le nature morte, in particolare per "I giocatori di carte" del 1894. Il secondo invece fu un importante scrittore e saggista parigino, il quale però ad Aix-en-Provence ha vissuto la giovinezza (conoscendo Cézanne, del quale era coetaneo) fino al conseguimento della maggiore età. Più che per le sue opere letterarie, Zola è noto per l'affaire Dreyfus, un ufficiale accusato di alto tradimento, del quale sostenne la difesa nel noto "J'accuse".

Montpellier

Montpellier è stata costantemente un punto di riferimento per il Tour de France, prima della sua straordinaria crescita demografica del dopoguerra. Il capoluogo della Linguadoca ha ospitato la corsa per 10 anni consecutivi, dal 1930 al 1939, dopodiché in altre 20 edizioni ci sono state apparizioni della città mediterranea, molto spesso con partenza e arrivo. In 26 arrivi, 3 volte Montpellier ha sorriso agli atleti azzurri. La prima nel lontano 1931, quando Raffaele Di Paco riuscì a battere Charles Pélisser in una volata a due: era il secondo successo consecutivo del campione di Fauglia che in quel Tour visse un vero e proprio exploit. Era una Perpignan- Montpellier, così come quella del 1965, quando si impose il trevigiano Adriano Durante in volata. Nel 1989 fu invece Valerio Tebaldi a imporsi nella lunga Toulouse-Montpellier, a seguito di una fuga-bidone con Perini e Arnaud: se la giocò allo sprint con Perini, mentre il gruppo arrivò a più di 21 minuti.

Meteo

13.00 - Aix-en-Provence
14.45 - Maussane-les-Alpilles
17.20 - Montpellier

Soggetti Alternativi

Altro debuttante assoluto non solo al Tour de France ma in una grande corsa a tappe. Figlio d'arte, ha avuto il primo approccio al professionismo nella formazione Continental della Rabobank, per poi passare alla statunitense UnitedHealthcare e quindi, da quest'anno, alla Vacansoleil. Nelle categorie giovanile si è messo in grandissima luce nel ciclocross, vincendo, oltre a vari titoli nazionali, il campionato del mondo tra gli juniores nel 2006. Non ha vinto moltissimo su strada ma le sue doti di velocista emersero soprattutto in una tappa al Tour de Missouri 2008, dove riuscì a battere addirittura Mark Cavendish. Da lì solo un'altra vittoria in una piccola gara francese e vari piazzamenti. Affronta il Tour per fare esperienza e assieme al fratello Danny cercherà di mettersi in mostra negli arrivi a ranghi compatti. Il tutto per dimostrare di non essere certamente un...bad Boy!

Vivian Ghianni

Altro debuttante assoluto non solo al Tour de France ma in una grande corsa a tappe. Figlio d'arte, ha avuto il primo approccio al professionismo nella formazione Continental della Rabobank, per poi passare alla statunitense UnitedHealthcare e quindi, da quest'anno, alla Vacansoleil. Nelle categorie giovanile si è messo in grandissima luce nel ciclocross, vincendo, oltre a vari titoli nazionali, il campionato del mondo tra gli juniores nel 2006. Non ha vinto moltissimo su strada ma le sue doti di velocista emersero soprattutto in una tappa al Tour de Missouri 2008, dove riuscì a battere addirittura Mark Cavendish. Da lì solo un'altra vittoria in una piccola gara francese e vari piazzamenti. Affronta il Tour per fare esperienza e assieme al fratello Danny cercherà di mettersi in mostra negli arrivi a ranghi compatti. Il tutto per dimostrare di non essere certamente un...bad Boy!

Altro debuttante assoluto non solo al Tour de France ma in una grande corsa a tappe. Figlio d'arte, ha avuto il primo approccio al professionismo nella formazione Continental della Rabobank, per poi passare alla statunitense UnitedHealthcare e quindi, da quest'anno, alla Vacansoleil. Nelle categorie giovanile si è messo in grandissima luce nel ciclocross, vincendo, oltre a vari titoli nazionali, il campionato del mondo tra gli juniores nel 2006. Non ha vinto moltissimo su strada ma le sue doti di velocista emersero soprattutto in una tappa al Tour de Missouri 2008, dove riuscì a battere addirittura Mark Cavendish. Da lì solo un'altra vittoria in una piccola gara francese e vari piazzamenti. Affronta il Tour per fare esperienza e assieme al fratello Danny cercherà di mettersi in mostra negli arrivi a ranghi compatti. Il tutto per dimostrare di non essere certamente un...bad Boy!

Altro debuttante assoluto non solo al Tour de France ma in una grande corsa a tappe. Figlio d'arte, ha avuto il primo approccio al professionismo nella formazione Continental della Rabobank, per poi passare alla statunitense UnitedHealthcare e quindi, da quest'anno, alla Vacansoleil. Nelle categorie giovanile si è messo in grandissima luce nel ciclocross, vincendo, oltre a vari titoli nazionali, il campionato del mondo tra gli juniores nel 2006. Non ha vinto moltissimo su strada ma le sue doti di velocista emersero soprattutto in una tappa al Tour de Missouri 2008, dove riuscì a battere addirittura Mark Cavendish. Da lì solo un'altra vittoria in una piccola gara francese e vari piazzamenti. Affronta il Tour per fare esperienza e assieme al fratello Danny cercherà di mettersi in mostra negli arrivi a ranghi compatti. Il tutto per dimostrare di non essere certamente un...bad Boy!

Altro debuttante assoluto non solo al Tour de France ma in una grande corsa a tappe. Figlio d'arte, ha avuto il primo approccio al professionismo nella formazione Continental della Rabobank, per poi passare alla statunitense UnitedHealthcare e quindi, da quest'anno, alla Vacansoleil. Nelle categorie giovanile si è messo in grandissima luce nel ciclocross, vincendo, oltre a vari titoli nazionali, il campionato del mondo tra gli juniores nel 2006. Non ha vinto moltissimo su strada ma le sue doti di velocista emersero soprattutto in una tappa al Tour de Missouri 2008, dove riuscì a battere addirittura Mark Cavendish. Da lì solo un'altra vittoria in una piccola gara francese e vari piazzamenti. Affronta il Tour per fare esperienza e assieme al fratello Danny cercherà di mettersi in mostra negli arrivi a ranghi compatti. Il tutto per dimostrare di non essere certamente un...bad Boy!

Altro debuttante assoluto non solo al Tour de France ma in una grande corsa a tappe. Figlio d'arte, ha avuto il primo approccio al professionismo nella formazione Continental della Rabobank, per poi passare alla statunitense UnitedHealthcare e quindi, da quest'anno, alla Vacansoleil. Nelle categorie giovanile si è messo in grandissima luce nel ciclocross, vincendo, oltre a vari titoli nazionali, il campionato del mondo tra gli juniores nel 2006. Non ha vinto moltissimo su strada ma le sue doti di velocista emersero soprattutto in una tappa al Tour de Missouri 2008, dove riuscì a battere addirittura Mark Cavendish. Da lì solo un'altra vittoria in una piccola gara francese e vari piazzamenti. Affronta il Tour per fare esperienza e assieme al fratello Danny cercherà di mettersi in mostra negli arrivi a ranghi compatti. Il tutto per dimostrare di non essere certamente un...bad Boy!

TourTweet

@enricogasparotto: Ah retifica...in 4 tappe siamo caduto in 6 e uno ha abbandonato...Ma il morale non lo dobbiamo perdere e non l'abbiamo perso!!

@Toso_74 (Matteo Tosatto): Il nuovo metodo per sapere dov'è la mia camera al Tour....... pic.twitter.com/bkb7vA5KjS

@puritorodriguez: Tappa: 5. Stress: 8,5. Velocità: 8. Fatica: 7,5. Difficoltà: 7

@manuelquinziato: Lasciate che i pargoli vengano a me... #tdf instagram.com/p/bVliv2C9Mo/

La classifica al contrario

Romain SicardA Marsiglia la fuga è andata solitaria è andata in porto: il francese dell'Euskaltel Romain Sicard ha infatti la frazione al termine di una giornata particolare, visto che, sin dal secondo chilometro di gara, si è trovato ad inseguire il gruppone. Nonostante il ritardo parziale avesse toccato i 13 primi, il nativo di Bayonne ha dapprima recuperato margine insieme al connazionale Delaplace per poi continuare l'opera singolarmente, riuscendo a sbaragliare la concorrenza. Il venticinquenne già campione del mondo under 23 ha preceduto un folto gruppo arrivato distanziato di 2'52", capeggiato dal canadese David Veilleux dell'Europcar che ha anticipato, nell'ordine, i compagni di squadra, i francesi Jérôme Cousin e Yohann Gène e il belga della Lotto Frederik Willems. Il britannico Mark Cavendish ha ottenuto per la prima volta in questo Tour l'ultimo posto parziale, pagando dalla vetta 13' netti. Nella classifica generale consolida il primato l'olandese dell'Argos Tom Veelers che ora ha 5'34" sullo spagnolo Benjamin Noval della Saxo Bank. Grazie al successo della tappa provenzale Sicard sale sull'ultimo gradino del podio a 5'42" dalla vetta, precedendo il kazako dell'Astana Assan Bazayev che paga 7'07" e il terzo di giornata, Cousin, che dista 7'20". Sempre in coda l'australiano dell'Orica Simon Gerrans con 46'13" di distacco.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (ONCE)

I corridori della Once festeggiano dopo la cronosquadre di Château-Thierry vinta al Tour 2002 © totalposter.comNon una squadra che in terra di Francia ha fatto sfracelli, la Once, le cui vittorie più significative sono spesso giunte alla Vuelta (e da un team a matrice spagnola cosa ci si sarebbe potuto aspetttare?) ma va detto che al Tour de France questa formazione è sempre stata presente, spesso in prima fila, molte volte vittoriosa con corridori di peso, troppo spesso fuori dai giochi per la maglia gialla. Nata nel 1989, ha come riferimento una lotteria iberica che fa riferimento all'Organización Nacional de Ciegos Españoles (Organizzazione Nazionale dei Ciechi di Spagna). Al timone c'è Manolo Saiz e negli anni '90 questa squadra sboccia: del resto quando in squadra si hanno corridori che rispondono al nome di Laurent Jalabert e Alex Zülle è facile inanellare classiche primaverili o aggiudicarsi la Vuelta '95 (con Jaja) e le due edizioni successive con Zülle. Al Tour sono gli anni di Miguel Indurain e la Once vince qualche tappa con Jalabert e si specializza nelle cronosquadre. Jalabert, ogni anno atteso dai francesi per la conquista della maglia gialla, puntualmente dice addio all'utopica (di fronte ad Indurain) impresa. Anche Zülle, cieco di Sorrento che è pure più dotato del francese per le lunghe corse a tappe, raccoglierà solo due secondi posti alla Grande Boucle, nel 1995 e nel 1999 ( ma in quest'ultima occasione era già alla Banesto). In squadra ci sono anche nomi che ritroveremo, come quello di Johan Bruyneel, gregario perfetto, e di Carlos Sastre, che vincerà il Tour 2008 alla CSC. La Once nel 1999 ingaggia Abraham Olano, vincitore della Vuelta l'anno prima, ma non giungono i risultati auspicati in terra di Francia. Ci si prova allora con Joseba Beloki, ingaggiato nel 2001, in piena era Armstrong. Lo spagnolo coglierà un terzo posto nel 2001, una piazza d'onore nel 2002 mentre nel 2003, anno in cui pareva più in forma, sarà messo fuori gioco da una caduta. In quella stagione la Once lancia un giovane: Alberto Contador. A fine stagione 2003 la Once, che proprio in quella Vuelta aveva sfiorato un altro successo con Isidro Nozal, 2° solo dietro ad Heras, ritira la sponsorizzazione. La squadra avrà un nuovo sponsor, Liberty Seguros, e innesti di prestigio (pensiamo a Heras o Vinokourov) ma nel 2006 l'Operación Puerto spazzerà via Manolo Saiz in primis, quindi l'intera squadra. Per sostenere l'idolo Vinokourov si mobiliterà la Federciclismo kazaka, che farà sì che quella che era stata prima Once, poi Liberty Seguros, prenda il nome di Astana.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (ONCE)

I corridori della Once festeggiano dopo la cronosquadre di Château-Thierry vinta al Tour 2002 © totalposter.comNon una squadra che in terra di Francia ha fatto sfracelli, la Once, le cui vittorie più significative sono spesso giunte alla Vuelta (e da un team a matrice spagnola cosa ci si sarebbe potuto aspetttare?) ma va detto che al Tour de France questa formazione è sempre stata presente, spesso in prima fila, molte volte vittoriosa con corridori di peso, troppo spesso fuori dai giochi per la maglia gialla. Nata nel 1989, ha come riferimento una lotteria iberica che fa riferimento all'Organización Nacional de Ciegos Españoles (Organizzazione Nazionale dei Ciechi di Spagna). Al timone c'è Manolo Saiz e negli anni '90 questa squadra sboccia: del resto quando in squadra si hanno corridori che rispondono al nome di Laurent Jalabert e Alex Zülle è facile inanellare classiche primaverili o aggiudicarsi la Vuelta '95 (con Jaja) e le due edizioni successive con Zülle. Al Tour sono gli anni di Miguel Indurain e la Once vince qualche tappa con Jalabert e si specializza nelle cronosquadre. Jalabert, ogni anno atteso dai francesi per la conquista della maglia gialla, puntualmente dice addio all'utopica (di fronte ad Indurain) impresa. Anche Zülle, cieco di Sorrento che è pure più dotato del francese per le lunghe corse a tappe, raccoglierà solo due secondi posti alla Grande Boucle, nel 1995 e nel 1999 ( ma in quest'ultima occasione era già alla Banesto). In squadra ci sono anche nomi che ritroveremo, come quello di Johan Bruyneel, gregario perfetto, e di Carlos Sastre, che vincerà il Tour 2008 alla CSC. La Once nel 1999 ingaggia Abraham Olano, vincitore della Vuelta l'anno prima, ma non giungono i risultati auspicati in terra di Francia. Ci si prova allora con Joseba Beloki, ingaggiato nel 2001, in piena era Armstrong. Lo spagnolo coglierà un terzo posto nel 2001, una piazza d'onore nel 2002 mentre nel 2003, anno in cui pareva più in forma, sarà messo fuori gioco da una caduta. In quella stagione la Once lancia un giovane: Alberto Contador. A fine stagione 2003 la Once, che proprio in quella Vuelta aveva sfiorato un altro successo con Isidro Nozal, 2° solo dietro ad Heras, ritira la sponsorizzazione. La squadra avrà un nuovo sponsor, Liberty Seguros, e innesti di prestigio (pensiamo a Heras o Vinokourov) ma nel 2006 l'Operación Puerto spazzerà via Manolo Saiz in primis, quindi l'intera squadra. Per sostenere l'idolo Vinokourov si mobiliterà la Federciclismo kazaka, che farà sì che quella che era stata prima Once, poi Liberty Seguros, prenda il nome di Astana.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Romain SicardA Marsiglia la fuga è andata solitaria è andata in porto: il francese dell'Euskaltel Romain Sicard ha infatti la frazione al termine di una giornata particolare, visto che, sin dal secondo chilometro di gara, si è trovato ad inseguire il gruppone. Nonostante il ritardo parziale avesse toccato i 13 primi, il nativo di Bayonne ha dapprima recuperato margine insieme al connazionale Delaplace per poi continuare l'opera singolarmente, riuscendo a sbaragliare la concorrenza. Il venticinquenne già campione del mondo under 23 ha preceduto un folto gruppo arrivato distanziato di 2'52", capeggiato dal canadese David Veilleux dell'Europcar che ha anticipato, nell'ordine, i compagni di squadra, i francesi Jérôme Cousin e Yohann Gène e il belga della Lotto Frederik Willems. Il britannico Mark Cavendish ha ottenuto per la prima volta in questo Tour l'ultimo posto parziale, pagando dalla vetta 13' netti. Nella classifica generale consolida il primato l'olandese dell'Argos Tom Veelers che ora ha 5'34" sullo spagnolo Benjamin Noval della Saxo Bank. Grazie al successo della tappa provenzale Sicard sale sull'ultimo gradino del podio a 5'42" dalla vetta, precedendo il kazako dell'Astana Assan Bazayev che paga 7'07" e il terzo di giornata, Cousin, che dista 7'20". Sempre in coda l'australiano dell'Orica Simon Gerrans con 46'13" di distacco.

Alberto Vigonesi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2013 - 6a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 6a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 6a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 6a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 6a tappa

La classifica al contrario

Romain SicardA Marsiglia la fuga è andata solitaria è andata in porto: il francese dell'Euskaltel Romain Sicard ha infatti la frazione al termine di una giornata particolare, visto che, sin dal secondo chilometro di gara, si è trovato ad inseguire il gruppone. Nonostante il ritardo parziale avesse toccato i 13 primi, il nativo di Bayonne ha dapprima recuperato margine insieme al connazionale Delaplace per poi continuare l'opera singolarmente, riuscendo a sbaragliare la concorrenza. Il venticinquenne già campione del mondo under 23 ha preceduto un folto gruppo arrivato distanziato di 2'52", capeggiato dal canadese David Veilleux dell'Europcar che ha anticipato, nell'ordine, i compagni di squadra, i francesi Jérôme Cousin e Yohann Gène e il belga della Lotto Frederik Willems. Il britannico Mark Cavendish ha ottenuto per la prima volta in questo Tour l'ultimo posto parziale, pagando dalla vetta 13' netti. Nella classifica generale consolida il primato l'olandese dell'Argos Tom Veelers che ora ha 5'34" sullo spagnolo Benjamin Noval della Saxo Bank. Grazie al successo della tappa provenzale Sicard sale sull'ultimo gradino del podio a 5'42" dalla vetta, precedendo il kazako dell'Astana Assan Bazayev che paga 7'07" e il terzo di giornata, Cousin, che dista 7'20". Sempre in coda l'australiano dell'Orica Simon Gerrans con 46'13" di distacco.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (ONCE)

I corridori della Once festeggiano dopo la cronosquadre di Château-Thierry vinta al Tour 2002 © totalposter.comNon una squadra che in terra di Francia ha fatto sfracelli, la Once, le cui vittorie più significative sono spesso giunte alla Vuelta (e da un team a matrice spagnola cosa ci si sarebbe potuto aspetttare?) ma va detto che al Tour de France questa formazione è sempre stata presente, spesso in prima fila, molte volte vittoriosa con corridori di peso, troppo spesso fuori dai giochi per la maglia gialla. Nata nel 1989, ha come riferimento una lotteria iberica che fa riferimento all'Organización Nacional de Ciegos Españoles (Organizzazione Nazionale dei Ciechi di Spagna). Al timone c'è Manolo Saiz e negli anni '90 questa squadra sboccia: del resto quando in squadra si hanno corridori che rispondono al nome di Laurent Jalabert e Alex Zülle è facile inanellare classiche primaverili o aggiudicarsi la Vuelta '95 (con Jaja) e le due edizioni successive con Zülle. Al Tour sono gli anni di Miguel Indurain e la Once vince qualche tappa con Jalabert e si specializza nelle cronosquadre. Jalabert, ogni anno atteso dai francesi per la conquista della maglia gialla, puntualmente dice addio all'utopica (di fronte ad Indurain) impresa. Anche Zülle, cieco di Sorrento che è pure più dotato del francese per le lunghe corse a tappe, raccoglierà solo due secondi posti alla Grande Boucle, nel 1995 e nel 1999 ( ma in quest'ultima occasione era già alla Banesto). In squadra ci sono anche nomi che ritroveremo, come quello di Johan Bruyneel, gregario perfetto, e di Carlos Sastre, che vincerà il Tour 2008 alla CSC. La Once nel 1999 ingaggia Abraham Olano, vincitore della Vuelta l'anno prima, ma non giungono i risultati auspicati in terra di Francia. Ci si prova allora con Joseba Beloki, ingaggiato nel 2001, in piena era Armstrong. Lo spagnolo coglierà un terzo posto nel 2001, una piazza d'onore nel 2002 mentre nel 2003, anno in cui pareva più in forma, sarà messo fuori gioco da una caduta. In quella stagione la Once lancia un giovane: Alberto Contador. A fine stagione 2003 la Once, che proprio in quella Vuelta aveva sfiorato un altro successo con Isidro Nozal, 2° solo dietro ad Heras, ritira la sponsorizzazione. La squadra avrà un nuovo sponsor, Liberty Seguros, e innesti di prestigio (pensiamo a Heras o Vinokourov) ma nel 2006 l'Operación Puerto spazzerà via Manolo Saiz in primis, quindi l'intera squadra. Per sostenere l'idolo Vinokourov si mobiliterà la Federciclismo kazaka, che farà sì che quella che era stata prima Once, poi Liberty Seguros, prenda il nome di Astana.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (ONCE)

I corridori della Once festeggiano dopo la cronosquadre di Château-Thierry vinta al Tour 2002 © totalposter.comNon una squadra che in terra di Francia ha fatto sfracelli, la Once, le cui vittorie più significative sono spesso giunte alla Vuelta (e da un team a matrice spagnola cosa ci si sarebbe potuto aspetttare?) ma va detto che al Tour de France questa formazione è sempre stata presente, spesso in prima fila, molte volte vittoriosa con corridori di peso, troppo spesso fuori dai giochi per la maglia gialla. Nata nel 1989, ha come riferimento una lotteria iberica che fa riferimento all'Organización Nacional de Ciegos Españoles (Organizzazione Nazionale dei Ciechi di Spagna). Al timone c'è Manolo Saiz e negli anni '90 questa squadra sboccia: del resto quando in squadra si hanno corridori che rispondono al nome di Laurent Jalabert e Alex Zülle è facile inanellare classiche primaverili o aggiudicarsi la Vuelta '95 (con Jaja) e le due edizioni successive con Zülle. Al Tour sono gli anni di Miguel Indurain e la Once vince qualche tappa con Jalabert e si specializza nelle cronosquadre. Jalabert, ogni anno atteso dai francesi per la conquista della maglia gialla, puntualmente dice addio all'utopica (di fronte ad Indurain) impresa. Anche Zülle, cieco di Sorrento che è pure più dotato del francese per le lunghe corse a tappe, raccoglierà solo due secondi posti alla Grande Boucle, nel 1995 e nel 1999 ( ma in quest'ultima occasione era già alla Banesto). In squadra ci sono anche nomi che ritroveremo, come quello di Johan Bruyneel, gregario perfetto, e di Carlos Sastre, che vincerà il Tour 2008 alla CSC. La Once nel 1999 ingaggia Abraham Olano, vincitore della Vuelta l'anno prima, ma non giungono i risultati auspicati in terra di Francia. Ci si prova allora con Joseba Beloki, ingaggiato nel 2001, in piena era Armstrong. Lo spagnolo coglierà un terzo posto nel 2001, una piazza d'onore nel 2002 mentre nel 2003, anno in cui pareva più in forma, sarà messo fuori gioco da una caduta. In quella stagione la Once lancia un giovane: Alberto Contador. A fine stagione 2003 la Once, che proprio in quella Vuelta aveva sfiorato un altro successo con Isidro Nozal, 2° solo dietro ad Heras, ritira la sponsorizzazione. La squadra avrà un nuovo sponsor, Liberty Seguros, e innesti di prestigio (pensiamo a Heras o Vinokourov) ma nel 2006 l'Operación Puerto spazzerà via Manolo Saiz in primis, quindi l'intera squadra. Per sostenere l'idolo Vinokourov si mobiliterà la Federciclismo kazaka, che farà sì che quella che era stata prima Once, poi Liberty Seguros, prenda il nome di Astana.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Romain SicardA Marsiglia la fuga è andata solitaria è andata in porto: il francese dell'Euskaltel Romain Sicard ha infatti la frazione al termine di una giornata particolare, visto che, sin dal secondo chilometro di gara, si è trovato ad inseguire il gruppone. Nonostante il ritardo parziale avesse toccato i 13 primi, il nativo di Bayonne ha dapprima recuperato margine insieme al connazionale Delaplace per poi continuare l'opera singolarmente, riuscendo a sbaragliare la concorrenza. Il venticinquenne già campione del mondo under 23 ha preceduto un folto gruppo arrivato distanziato di 2'52", capeggiato dal canadese David Veilleux dell'Europcar che ha anticipato, nell'ordine, i compagni di squadra, i francesi Jérôme Cousin e Yohann Gène e il belga della Lotto Frederik Willems. Il britannico Mark Cavendish ha ottenuto per la prima volta in questo Tour l'ultimo posto parziale, pagando dalla vetta 13' netti. Nella classifica generale consolida il primato l'olandese dell'Argos Tom Veelers che ora ha 5'34" sullo spagnolo Benjamin Noval della Saxo Bank. Grazie al successo della tappa provenzale Sicard sale sull'ultimo gradino del podio a 5'42" dalla vetta, precedendo il kazako dell'Astana Assan Bazayev che paga 7'07" e il terzo di giornata, Cousin, che dista 7'20". Sempre in coda l'australiano dell'Orica Simon Gerrans con 46'13" di distacco.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (ONCE)

I corridori della Once festeggiano dopo la cronosquadre di Château-Thierry vinta al Tour 2002 © totalposter.comNon una squadra che in terra di Francia ha fatto sfracelli, la Once, le cui vittorie più significative sono spesso giunte alla Vuelta (e da un team a matrice spagnola cosa ci si sarebbe potuto aspetttare?) ma va detto che al Tour de France questa formazione è sempre stata presente, spesso in prima fila, molte volte vittoriosa con corridori di peso, troppo spesso fuori dai giochi per la maglia gialla. Nata nel 1989, ha come riferimento una lotteria iberica che fa riferimento all'Organización Nacional de Ciegos Españoles (Organizzazione Nazionale dei Ciechi di Spagna). Al timone c'è Manolo Saiz e negli anni '90 questa squadra sboccia: del resto quando in squadra si hanno corridori che rispondono al nome di Laurent Jalabert e Alex Zülle è facile inanellare classiche primaverili o aggiudicarsi la Vuelta '95 (con Jaja) e le due edizioni successive con Zülle. Al Tour sono gli anni di Miguel Indurain e la Once vince qualche tappa con Jalabert e si specializza nelle cronosquadre. Jalabert, ogni anno atteso dai francesi per la conquista della maglia gialla, puntualmente dice addio all'utopica (di fronte ad Indurain) impresa. Anche Zülle, cieco di Sorrento che è pure più dotato del francese per le lunghe corse a tappe, raccoglierà solo due secondi posti alla Grande Boucle, nel 1995 e nel 1999 ( ma in quest'ultima occasione era già alla Banesto). In squadra ci sono anche nomi che ritroveremo, come quello di Johan Bruyneel, gregario perfetto, e di Carlos Sastre, che vincerà il Tour 2008 alla CSC. La Once nel 1999 ingaggia Abraham Olano, vincitore della Vuelta l'anno prima, ma non giungono i risultati auspicati in terra di Francia. Ci si prova allora con Joseba Beloki, ingaggiato nel 2001, in piena era Armstrong. Lo spagnolo coglierà un terzo posto nel 2001, una piazza d'onore nel 2002 mentre nel 2003, anno in cui pareva più in forma, sarà messo fuori gioco da una caduta. In quella stagione la Once lancia un giovane: Alberto Contador. A fine stagione 2003 la Once, che proprio in quella Vuelta aveva sfiorato un altro successo con Isidro Nozal, 2° solo dietro ad Heras, ritira la sponsorizzazione. La squadra avrà un nuovo sponsor, Liberty Seguros, e innesti di prestigio (pensiamo a Heras o Vinokourov) ma nel 2006 l'Operación Puerto spazzerà via Manolo Saiz in primis, quindi l'intera squadra. Per sostenere l'idolo Vinokourov si mobiliterà la Federciclismo kazaka, che farà sì che quella che era stata prima Once, poi Liberty Seguros, prenda il nome di Astana.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (ONCE)

I corridori della Once festeggiano dopo la cronosquadre di Château-Thierry vinta al Tour 2002 © totalposter.comNon una squadra che in terra di Francia ha fatto sfracelli, la Once, le cui vittorie più significative sono spesso giunte alla Vuelta (e da un team a matrice spagnola cosa ci si sarebbe potuto aspetttare?) ma va detto che al Tour de France questa formazione è sempre stata presente, spesso in prima fila, molte volte vittoriosa con corridori di peso, troppo spesso fuori dai giochi per la maglia gialla. Nata nel 1989, ha come riferimento una lotteria iberica che fa riferimento all'Organización Nacional de Ciegos Españoles (Organizzazione Nazionale dei Ciechi di Spagna). Al timone c'è Manolo Saiz e negli anni '90 questa squadra sboccia: del resto quando in squadra si hanno corridori che rispondono al nome di Laurent Jalabert e Alex Zülle è facile inanellare classiche primaverili o aggiudicarsi la Vuelta '95 (con Jaja) e le due edizioni successive con Zülle. Al Tour sono gli anni di Miguel Indurain e la Once vince qualche tappa con Jalabert e si specializza nelle cronosquadre. Jalabert, ogni anno atteso dai francesi per la conquista della maglia gialla, puntualmente dice addio all'utopica (di fronte ad Indurain) impresa. Anche Zülle, cieco di Sorrento che è pure più dotato del francese per le lunghe corse a tappe, raccoglierà solo due secondi posti alla Grande Boucle, nel 1995 e nel 1999 ( ma in quest'ultima occasione era già alla Banesto). In squadra ci sono anche nomi che ritroveremo, come quello di Johan Bruyneel, gregario perfetto, e di Carlos Sastre, che vincerà il Tour 2008 alla CSC. La Once nel 1999 ingaggia Abraham Olano, vincitore della Vuelta l'anno prima, ma non giungono i risultati auspicati in terra di Francia. Ci si prova allora con Joseba Beloki, ingaggiato nel 2001, in piena era Armstrong. Lo spagnolo coglierà un terzo posto nel 2001, una piazza d'onore nel 2002 mentre nel 2003, anno in cui pareva più in forma, sarà messo fuori gioco da una caduta. In quella stagione la Once lancia un giovane: Alberto Contador. A fine stagione 2003 la Once, che proprio in quella Vuelta aveva sfiorato un altro successo con Isidro Nozal, 2° solo dietro ad Heras, ritira la sponsorizzazione. La squadra avrà un nuovo sponsor, Liberty Seguros, e innesti di prestigio (pensiamo a Heras o Vinokourov) ma nel 2006 l'Operación Puerto spazzerà via Manolo Saiz in primis, quindi l'intera squadra. Per sostenere l'idolo Vinokourov si mobiliterà la Federciclismo kazaka, che farà sì che quella che era stata prima Once, poi Liberty Seguros, prenda il nome di Astana.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Romain SicardA Marsiglia la fuga è andata solitaria è andata in porto: il francese dell'Euskaltel Romain Sicard ha infatti la frazione al termine di una giornata particolare, visto che, sin dal secondo chilometro di gara, si è trovato ad inseguire il gruppone. Nonostante il ritardo parziale avesse toccato i 13 primi, il nativo di Bayonne ha dapprima recuperato margine insieme al connazionale Delaplace per poi continuare l'opera singolarmente, riuscendo a sbaragliare la concorrenza. Il venticinquenne già campione del mondo under 23 ha preceduto un folto gruppo arrivato distanziato di 2'52", capeggiato dal canadese David Veilleux dell'Europcar che ha anticipato, nell'ordine, i compagni di squadra, i francesi Jérôme Cousin e Yohann Gène e il belga della Lotto Frederik Willems. Il britannico Mark Cavendish ha ottenuto per la prima volta in questo Tour l'ultimo posto parziale, pagando dalla vetta 13' netti. Nella classifica generale consolida il primato l'olandese dell'Argos Tom Veelers che ora ha 5'34" sullo spagnolo Benjamin Noval della Saxo Bank. Grazie al successo della tappa provenzale Sicard sale sull'ultimo gradino del podio a 5'42" dalla vetta, precedendo il kazako dell'Astana Assan Bazayev che paga 7'07" e il terzo di giornata, Cousin, che dista 7'20". Sempre in coda l'australiano dell'Orica Simon Gerrans con 46'13" di distacco.

Alberto Vigonesi

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