Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Prepariamoci a trattenere il fiato per la grande partenza del Tour de France numero 100. Lo tratterremo per una serie di motivi: perché è una Grande Boucle storica (cifra tonda...), perché la prima tappa si concluderà in volata, e perché per la prima volta sarà corsa la corsa più importante del mondo. Corsa ovvero della Corsica, ci perdonerete l'irresistibile gioco di parole: ma irresistibili saranno anche gli scenari che vedremo, praticamente tutta la costa orientale della più grande isola di Francia. Si parte da Porto-Vecchio, come da recente tradizione del Critérium International, si fa un circuitino orario a sud della cittadina, e qui si incontrano le maggiori asperità della giornata: una settantina di chilometri di mangia&bevi, che a guardare l'altimetria ufficiale pare una piccola Liegi, ma in realtà è davvero poca roba: anche il Gpm di Côte de Sotta (un chilometro abbastanza facile) servirà giusto ad assegnare la prima maglia a pois. Rientrati a Porto-Vecchio al km 60, si punta a nord, e qui inizia la parte più interessante della tappa, visto che si svolge tutta sulla litoranea est fino a Bastia. Senza difficoltà altimetriche, ma con la strada esposta al vento del mare: ventagli? Non ventagli? Si vedrà. In assenza di risvolti a sorpresa, superati i 200 km di tappa si entrerà nella fase calda dello sprint. Gli ultimi 6 km in particolare necessiteranno di nervi saldi e prontezza di riflessi: curvone a sinistra ai 6 km, chicane con rotonda ai -5.5, rotonda ai -4.5, altra ampia rotonda ai -3.5, curva a sinistra da affrontare di slancio ai -3, quindi rettilineo di 800 metri su Avenue de la Libération prima di una doppia curva a destra, l'ultima della giornata, a poco meno di 2 km dal traguardo. Da lì all'arrivo non sarà però tutto rettilineo, perché la strada, sul mare, segue l'ondeggiare della costa, presentando una serie di semicurve che renderanno quantomai incerta la contesa fra i treni degli sprinter.

Porto Veccho

La terra corsa non è certo pregna di tradizione ciclistica, ma se si parla di Porto Vecchio non si può non ricordare che negli ultimi quattro anni questa piccola località turistica collocata in un golfo naturale si è resa protagonista del Critérium International, breve corsa francese che prima aveva sede nelle Ardenne francesi. Il trasferimento di sede ha completamente cambiato la fisionomia della corsa, la quale si compone di una due giorni, una con semitappa facile più crono, e l'altra con una frazione vallonata. Col trasferimento in Corsica questa frazione vallonata si è trasformata in una vera e propria tappa di montagna, con arrivo in salita sul Col de l'Ospedale. Tale cambiamento ha trasformato la corsa in un test per corridori da Tour, tant'è che nel 2010 si creò una certa attesa per il duello Armstrong-Contador, anche se entrambi furono autori di prestazioni deludenti. La nuova sede ha portato decisamente bene a Pierrick Fedrigo, vincitore nel 2010 e secondo nel 2012 in questa corsa, e nell'ultima edizione ha evidenziato la forza devastante del team Sky, capace di piazzare la coppia Froome-Porte ai primi due gradini del podio.

Bastia

Bastia è la seconda città per importanza e dimensioni della terra corsa, nonché quella più orientata verso l'Italia, sia in senso geografico, sia da un lato puramente sociale e artistico. Essendo nell'estremo nord dell'isola, affacciata sulla costa Tirrenica, la distanza dall'isola d'Elba è risibile, e i collegamenti con Genova sono ben articolati. Nella sua struttura cittadina Bastia assomiglia proprio al capoluogo ligure, del quale ha imitato la conformazione labirintica del paese vecchio attorno al porto, mentre la parte nord della città, risalente al diciannovesimo secolo, rievoca lo stile neoclassico di certe città toscane. Il cuore di Bastia è la piazza di Saint Nicolas, affiancata al mare, una delle più larghe d'Europa.

Nicola Stufano
Porto Veccho

La terra corsa non è certo pregna di tradizione ciclistica, ma se si parla di Porto Vecchio non si può non ricordare che negli ultimi quattro anni questa piccola località turistica collocata in un golfo naturale si è resa protagonista del Critérium International, breve corsa francese che prima aveva sede nelle Ardenne francesi. Il trasferimento di sede ha completamente cambiato la fisionomia della corsa, la quale si compone di una due giorni, una con semitappa facile più crono, e l'altra con una frazione vallonata. Col trasferimento in Corsica questa frazione vallonata si è trasformata in una vera e propria tappa di montagna, con arrivo in salita sul Col de l'Ospedale. Tale cambiamento ha trasformato la corsa in un test per corridori da Tour, tant'è che nel 2010 si creò una certa attesa per il duello Armstrong-Contador, anche se entrambi furono autori di prestazioni deludenti. La nuova sede ha portato decisamente bene a Pierrick Fedrigo, vincitore nel 2010 e secondo nel 2012 in questa corsa, e nell'ultima edizione ha evidenziato la forza devastante del team Sky, capace di piazzare la coppia Froome-Porte ai primi due gradini del podio.

Bastia

Bastia è la seconda città per importanza e dimensioni della terra corsa, nonché quella più orientata verso l'Italia, sia in senso geografico, sia da un lato puramente sociale e artistico. Essendo nell'estremo nord dell'isola, affacciata sulla costa Tirrenica, la distanza dall'isola d'Elba è risibile, e i collegamenti con Genova sono ben articolati. Nella sua struttura cittadina Bastia assomiglia proprio al capoluogo ligure, del quale ha imitato la conformazione labirintica del paese vecchio attorno al porto, mentre la parte nord della città, risalente al diciannovesimo secolo, rievoca lo stile neoclassico di certe città toscane. Il cuore di Bastia è la piazza di Saint Nicolas, affiancata al mare, una delle più larghe d'Europa.

Porto Veccho

La terra corsa non è certo pregna di tradizione ciclistica, ma se si parla di Porto Vecchio non si può non ricordare che negli ultimi quattro anni questa piccola località turistica collocata in un golfo naturale si è resa protagonista del Critérium International, breve corsa francese che prima aveva sede nelle Ardenne francesi. Il trasferimento di sede ha completamente cambiato la fisionomia della corsa, la quale si compone di una due giorni, una con semitappa facile più crono, e l'altra con una frazione vallonata. Col trasferimento in Corsica questa frazione vallonata si è trasformata in una vera e propria tappa di montagna, con arrivo in salita sul Col de l'Ospedale. Tale cambiamento ha trasformato la corsa in un test per corridori da Tour, tant'è che nel 2010 si creò una certa attesa per il duello Armstrong-Contador, anche se entrambi furono autori di prestazioni deludenti. La nuova sede ha portato decisamente bene a Pierrick Fedrigo, vincitore nel 2010 e secondo nel 2012 in questa corsa, e nell'ultima edizione ha evidenziato la forza devastante del team Sky, capace di piazzare la coppia Froome-Porte ai primi due gradini del podio.

Bastia

Bastia è la seconda città per importanza e dimensioni della terra corsa, nonché quella più orientata verso l'Italia, sia in senso geografico, sia da un lato puramente sociale e artistico. Essendo nell'estremo nord dell'isola, affacciata sulla costa Tirrenica, la distanza dall'isola d'Elba è risibile, e i collegamenti con Genova sono ben articolati. Nella sua struttura cittadina Bastia assomiglia proprio al capoluogo ligure, del quale ha imitato la conformazione labirintica del paese vecchio attorno al porto, mentre la parte nord della città, risalente al diciannovesimo secolo, rievoca lo stile neoclassico di certe città toscane. Il cuore di Bastia è la piazza di Saint Nicolas, affiancata al mare, una delle più larghe d'Europa.

Porto Veccho

La terra corsa non è certo pregna di tradizione ciclistica, ma se si parla di Porto Vecchio non si può non ricordare che negli ultimi quattro anni questa piccola località turistica collocata in un golfo naturale si è resa protagonista del Critérium International, breve corsa francese che prima aveva sede nelle Ardenne francesi. Il trasferimento di sede ha completamente cambiato la fisionomia della corsa, la quale si compone di una due giorni, una con semitappa facile più crono, e l'altra con una frazione vallonata. Col trasferimento in Corsica questa frazione vallonata si è trasformata in una vera e propria tappa di montagna, con arrivo in salita sul Col de l'Ospedale. Tale cambiamento ha trasformato la corsa in un test per corridori da Tour, tant'è che nel 2010 si creò una certa attesa per il duello Armstrong-Contador, anche se entrambi furono autori di prestazioni deludenti. La nuova sede ha portato decisamente bene a Pierrick Fedrigo, vincitore nel 2010 e secondo nel 2012 in questa corsa, e nell'ultima edizione ha evidenziato la forza devastante del team Sky, capace di piazzare la coppia Froome-Porte ai primi due gradini del podio.

Bastia

Bastia è la seconda città per importanza e dimensioni della terra corsa, nonché quella più orientata verso l'Italia, sia in senso geografico, sia da un lato puramente sociale e artistico. Essendo nell'estremo nord dell'isola, affacciata sulla costa Tirrenica, la distanza dall'isola d'Elba è risibile, e i collegamenti con Genova sono ben articolati. Nella sua struttura cittadina Bastia assomiglia proprio al capoluogo ligure, del quale ha imitato la conformazione labirintica del paese vecchio attorno al porto, mentre la parte nord della città, risalente al diciannovesimo secolo, rievoca lo stile neoclassico di certe città toscane. Il cuore di Bastia è la piazza di Saint Nicolas, affiancata al mare, una delle più larghe d'Europa.

Porto Veccho

La terra corsa non è certo pregna di tradizione ciclistica, ma se si parla di Porto Vecchio non si può non ricordare che negli ultimi quattro anni questa piccola località turistica collocata in un golfo naturale si è resa protagonista del Critérium International, breve corsa francese che prima aveva sede nelle Ardenne francesi. Il trasferimento di sede ha completamente cambiato la fisionomia della corsa, la quale si compone di una due giorni, una con semitappa facile più crono, e l'altra con una frazione vallonata. Col trasferimento in Corsica questa frazione vallonata si è trasformata in una vera e propria tappa di montagna, con arrivo in salita sul Col de l'Ospedale. Tale cambiamento ha trasformato la corsa in un test per corridori da Tour, tant'è che nel 2010 si creò una certa attesa per il duello Armstrong-Contador, anche se entrambi furono autori di prestazioni deludenti. La nuova sede ha portato decisamente bene a Pierrick Fedrigo, vincitore nel 2010 e secondo nel 2012 in questa corsa, e nell'ultima edizione ha evidenziato la forza devastante del team Sky, capace di piazzare la coppia Froome-Porte ai primi due gradini del podio.

Bastia

Bastia è la seconda città per importanza e dimensioni della terra corsa, nonché quella più orientata verso l'Italia, sia in senso geografico, sia da un lato puramente sociale e artistico. Essendo nell'estremo nord dell'isola, affacciata sulla costa Tirrenica, la distanza dall'isola d'Elba è risibile, e i collegamenti con Genova sono ben articolati. Nella sua struttura cittadina Bastia assomiglia proprio al capoluogo ligure, del quale ha imitato la conformazione labirintica del paese vecchio attorno al porto, mentre la parte nord della città, risalente al diciannovesimo secolo, rievoca lo stile neoclassico di certe città toscane. Il cuore di Bastia è la piazza di Saint Nicolas, affiancata al mare, una delle più larghe d'Europa.

Porto Veccho

La terra corsa non è certo pregna di tradizione ciclistica, ma se si parla di Porto Vecchio non si può non ricordare che negli ultimi quattro anni questa piccola località turistica collocata in un golfo naturale si è resa protagonista del Critérium International, breve corsa francese che prima aveva sede nelle Ardenne francesi. Il trasferimento di sede ha completamente cambiato la fisionomia della corsa, la quale si compone di una due giorni, una con semitappa facile più crono, e l'altra con una frazione vallonata. Col trasferimento in Corsica questa frazione vallonata si è trasformata in una vera e propria tappa di montagna, con arrivo in salita sul Col de l'Ospedale. Tale cambiamento ha trasformato la corsa in un test per corridori da Tour, tant'è che nel 2010 si creò una certa attesa per il duello Armstrong-Contador, anche se entrambi furono autori di prestazioni deludenti. La nuova sede ha portato decisamente bene a Pierrick Fedrigo, vincitore nel 2010 e secondo nel 2012 in questa corsa, e nell'ultima edizione ha evidenziato la forza devastante del team Sky, capace di piazzare la coppia Froome-Porte ai primi due gradini del podio.

Bastia

Bastia è la seconda città per importanza e dimensioni della terra corsa, nonché quella più orientata verso l'Italia, sia in senso geografico, sia da un lato puramente sociale e artistico. Essendo nell'estremo nord dell'isola, affacciata sulla costa Tirrenica, la distanza dall'isola d'Elba è risibile, e i collegamenti con Genova sono ben articolati. Nella sua struttura cittadina Bastia assomiglia proprio al capoluogo ligure, del quale ha imitato la conformazione labirintica del paese vecchio attorno al porto, mentre la parte nord della città, risalente al diciannovesimo secolo, rievoca lo stile neoclassico di certe città toscane. Il cuore di Bastia è la piazza di Saint Nicolas, affiancata al mare, una delle più larghe d'Europa.

Meteo

12.00 - Porto-Vecchio
14.40 - Solaro
17.20 - Bastia

Soggetti Alternativi

Terza stagione tra i professionisti e prima esperienza al Tour de France per lui, che si è già schierato per due volte al via della Vuelta di Spagna (una sola conclusa). Approdato in questa stagione nell'Euskaltel dopo i primi due anni nell'Andalucia, è un velocista che sa tenere discretamente anche negli strappi non troppo impegnativi. Dopo essersi messo in luce nelle categorie giovanili (campione nazionale tra gli juniores nel 2006, sesto agli Europei e nono ai Mondiali nel 2010), ha finora fatto vedere le cose migliori in brevi gare a tappe, in cui si è piazzato ed ha ottenuto qualche successo in frazioni parziali, il più importante dei quali lo scorso aprile nella 2a tappa della Vuelta Castilla y Leon. In una squadra notoriamente votata alla salita, proverà a sfruttare le varie occasioni riservate agli sprinter per dire la sua. Chissà che non pensi "Cavendish un giorno magari...Lobato anch'io!"

Vivian Ghianni

Terza stagione tra i professionisti e prima esperienza al Tour de France per lui, che si è già schierato per due volte al via della Vuelta di Spagna (una sola conclusa). Approdato in questa stagione nell'Euskaltel dopo i primi due anni nell'Andalucia, è un velocista che sa tenere discretamente anche negli strappi non troppo impegnativi. Dopo essersi messo in luce nelle categorie giovanili (campione nazionale tra gli juniores nel 2006, sesto agli Europei e nono ai Mondiali nel 2010), ha finora fatto vedere le cose migliori in brevi gare a tappe, in cui si è piazzato ed ha ottenuto qualche successo in frazioni parziali, il più importante dei quali lo scorso aprile nella 2a tappa della Vuelta Castilla y Leon. In una squadra notoriamente votata alla salita, proverà a sfruttare le varie occasioni riservate agli sprinter per dire la sua. Chissà che non pensi "Cavendish un giorno magari...Lobato anch'io!"

Terza stagione tra i professionisti e prima esperienza al Tour de France per lui, che si è già schierato per due volte al via della Vuelta di Spagna (una sola conclusa). Approdato in questa stagione nell'Euskaltel dopo i primi due anni nell'Andalucia, è un velocista che sa tenere discretamente anche negli strappi non troppo impegnativi. Dopo essersi messo in luce nelle categorie giovanili (campione nazionale tra gli juniores nel 2006, sesto agli Europei e nono ai Mondiali nel 2010), ha finora fatto vedere le cose migliori in brevi gare a tappe, in cui si è piazzato ed ha ottenuto qualche successo in frazioni parziali, il più importante dei quali lo scorso aprile nella 2a tappa della Vuelta Castilla y Leon. In una squadra notoriamente votata alla salita, proverà a sfruttare le varie occasioni riservate agli sprinter per dire la sua. Chissà che non pensi "Cavendish un giorno magari...Lobato anch'io!"

Terza stagione tra i professionisti e prima esperienza al Tour de France per lui, che si è già schierato per due volte al via della Vuelta di Spagna (una sola conclusa). Approdato in questa stagione nell'Euskaltel dopo i primi due anni nell'Andalucia, è un velocista che sa tenere discretamente anche negli strappi non troppo impegnativi. Dopo essersi messo in luce nelle categorie giovanili (campione nazionale tra gli juniores nel 2006, sesto agli Europei e nono ai Mondiali nel 2010), ha finora fatto vedere le cose migliori in brevi gare a tappe, in cui si è piazzato ed ha ottenuto qualche successo in frazioni parziali, il più importante dei quali lo scorso aprile nella 2a tappa della Vuelta Castilla y Leon. In una squadra notoriamente votata alla salita, proverà a sfruttare le varie occasioni riservate agli sprinter per dire la sua. Chissà che non pensi "Cavendish un giorno magari...Lobato anch'io!"

Terza stagione tra i professionisti e prima esperienza al Tour de France per lui, che si è già schierato per due volte al via della Vuelta di Spagna (una sola conclusa). Approdato in questa stagione nell'Euskaltel dopo i primi due anni nell'Andalucia, è un velocista che sa tenere discretamente anche negli strappi non troppo impegnativi. Dopo essersi messo in luce nelle categorie giovanili (campione nazionale tra gli juniores nel 2006, sesto agli Europei e nono ai Mondiali nel 2010), ha finora fatto vedere le cose migliori in brevi gare a tappe, in cui si è piazzato ed ha ottenuto qualche successo in frazioni parziali, il più importante dei quali lo scorso aprile nella 2a tappa della Vuelta Castilla y Leon. In una squadra notoriamente votata alla salita, proverà a sfruttare le varie occasioni riservate agli sprinter per dire la sua. Chissà che non pensi "Cavendish un giorno magari...Lobato anch'io!"

Terza stagione tra i professionisti e prima esperienza al Tour de France per lui, che si è già schierato per due volte al via della Vuelta di Spagna (una sola conclusa). Approdato in questa stagione nell'Euskaltel dopo i primi due anni nell'Andalucia, è un velocista che sa tenere discretamente anche negli strappi non troppo impegnativi. Dopo essersi messo in luce nelle categorie giovanili (campione nazionale tra gli juniores nel 2006, sesto agli Europei e nono ai Mondiali nel 2010), ha finora fatto vedere le cose migliori in brevi gare a tappe, in cui si è piazzato ed ha ottenuto qualche successo in frazioni parziali, il più importante dei quali lo scorso aprile nella 2a tappa della Vuelta Castilla y Leon. In una squadra notoriamente votata alla salita, proverà a sfruttare le varie occasioni riservate agli sprinter per dire la sua. Chissà che non pensi "Cavendish un giorno magari...Lobato anch'io!"

TourTweet

@jurgenroelandts: So che è presto, ma ho appena contato i km neutralizzati prima delle partenze ufficiali. 108.3 km #funstats #tdf

@chrisfroome: Non sono sicuro di aver mai visto solo di salire sulla mia bici come oggi #tdf13

@marcelkittel: Il nostro viaggio è iniziato. Alto il volume della musica, alto il morale. Let's rock 'n' roll! #tdf2013 instagram.com/p/bIq8lVDMs6/ 

@DCunego: I numeri del tour de france sono sempre molto belli, perche' sono personalizzati !!!! pic.twitter.com/ZSVG4iyELy

@enrigasparotto: Ci siamo..la camera Ga&Ga (@gavazzif&Gaspa) e'pronta per questo primo atto!!

La classifica al contrario

Fabio SabatiniIl Giro d'Italia si è concluso a Brescia con la vittoria al fotofinish di Davide Appollonio. Al Tour avremo sicuramente un vincitore diverso, visto che il molisano non sarà al via dalla Corsica. Parimenti non sarà possibile la doppietta per il vincitore dello scorso anno in quanto Jimmy Engoulvent non è stato selezionato della propria squadra, la Sojasun, che ha inopinatamente lasciato il ciclista di Le Mans al palo. Di conseguenza, saranno alla partenza di Porto-Vecchio solo in due fra i detentori del trofeo, entrambi italiani: Adriano Malori, vincitore nel 2010, e Fabio Sabatini, primo nel 2011. Se per il parmense un nuovo titolo pare difficile, non altrettanto si può dire per il ventottenne di Pescia che dovrà stare attento a numerosi avversari: fra i più insidiosi ci permettiamo di segnalare il neozelandese Greg Henderson, lo statunitense Brent Bookwalter, l'australiano Brett Lancaster, l'olandese Albert Timmer, il bielorusso Aleksandr Kuschynski e il kazako Dimitry Muravyev. In casa Italia un'altra carta da giocare è quella di Roberto Ferrari mentre fra i padroni di casa la prima scelta ricade sul debuttante Kévin Reza, in formissima visto il successo al campionato nazionale in linea di domenica scorsa. Non resta che dire Vive le Tour, consci che già dalle prime frazioni corse potremmo assistere ad un grande spettacolo.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Peugeot)

I Peugeot nel Tour 1913 © bikeraceinfo.com100 anni fa, come oggi, il Tour de France iniziò proprio il 29 giugno. A vincere l'undicesima edizione della Boucle fu il belga Philippe Thys della Peugeot; la storica formazione francese è stata senza dubbio la squadra più longeva del ciclismo, avendo partecipato ininterrottamente alle gare dal 1901 al 1989, con il solo ultimo triennio in qualità di secondo sponsor. Nella lunga e gloriosa carriera il team sponsorizzato dalla casa automobilistica di Montbéliard ha vinto 9 Tour de France, 5 Paris-Roubaix e 3 Vuelta a España. Tornando al 1913 il Tour prevedeva 15 tappe da corrersi ogni due giorni, con partenza ed arrivo nella Ville Lumière. I 5388 km, percorsi dal vincitore a 26,765 km/h di media, furono caratterizzati dal dominio della Peugeot che seppe occupare tutte le posizioni del podio: alle spalle di Thys arrivò il francese Gustave Garrigou, già vincitore del Tour del 1911, distaccato di 8'37" mentre il terzo, il belga Marcel Buysse, accumulò ben 3h30'55" di ritardo. Non contenti, l'équipe transalpina piazzò il lussemburghese François Faber, probabilmente il primo fuoriclasse del pedale già vincitore del Tour del 1909, in quinta posizione mentre settimo fu il francese Eugène Christophe, il "Cri-Cri" amatissimo dai suoi connazionali. A chiudere la top 10 un altro corridore della stessa squadra, il parigino Émile Engel che, come Faber, perirà durante la Prima Guerra Mondiale mentre gli ultimi due esponenti del team, i francesi Paul Holstein e Jean Alavoine, chiusero al 17° e al 19° posto. Quel Tour fu durissimo, come si può notare dal numero di arrivati a fronte dei partenti (25 su 140), e resta nella storia per numerosi episodi: innanzitutto Henri Desgrange, per la prima volta, disegnò la Boucle in senso antiorario, affrontando prima la costa atlantica per poi risalire dal centro del paese. Nelle quindici frazioni disputate la Peugeot trionfò in dieci occasioni, comprese le ultime sei; il mattatore fu Buysse che conquistò sei tappe mentre due andarono a Faber ed una a testa per Garrigou e Thys. L'unica prova vinta da Thys su, come si è visto, decisiva per le sorti della gara: questa tappa, disputata mercoledì 9 luglio, prevedeva la partenza da Bayonne e l'arrivo a Luchon dopo 326 km in cui i malcapitati affrontarono in successione Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. Il belga vinse con 17'57" di vantaggio sul compagno e connazionale Buysse ma la frazione è entrata nella storia soprattutto per quanto fece Cristophe; l'altro portacolori della Peugeot, in fuga sul Tourmalet e maglia gialla virtuale, fu costretto a percorrere a piedi gli ultimi 14 km del mostro pirenaico per la rottura della forcella. Arrivato a Sainte-Marie-de-Campan andò dal fabbro del paese ad aggiustare la propria bici, rifiutando l'aiuto del maniscalco per evitare la possibile squalifica della solerte giuria. Anche questo è il Tour.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Peugeot)

I Peugeot nel Tour 1913 © bikeraceinfo.com100 anni fa, come oggi, il Tour de France iniziò proprio il 29 giugno. A vincere l'undicesima edizione della Boucle fu il belga Philippe Thys della Peugeot; la storica formazione francese è stata senza dubbio la squadra più longeva del ciclismo, avendo partecipato ininterrottamente alle gare dal 1901 al 1989, con il solo ultimo triennio in qualità di secondo sponsor. Nella lunga e gloriosa carriera il team sponsorizzato dalla casa automobilistica di Montbéliard ha vinto 9 Tour de France, 5 Paris-Roubaix e 3 Vuelta a España. Tornando al 1913 il Tour prevedeva 15 tappe da corrersi ogni due giorni, con partenza ed arrivo nella Ville Lumière. I 5388 km, percorsi dal vincitore a 26,765 km/h di media, furono caratterizzati dal dominio della Peugeot che seppe occupare tutte le posizioni del podio: alle spalle di Thys arrivò il francese Gustave Garrigou, già vincitore del Tour del 1911, distaccato di 8'37" mentre il terzo, il belga Marcel Buysse, accumulò ben 3h30'55" di ritardo. Non contenti, l'équipe transalpina piazzò il lussemburghese François Faber, probabilmente il primo fuoriclasse del pedale già vincitore del Tour del 1909, in quinta posizione mentre settimo fu il francese Eugène Christophe, il "Cri-Cri" amatissimo dai suoi connazionali. A chiudere la top 10 un altro corridore della stessa squadra, il parigino Émile Engel che, come Faber, perirà durante la Prima Guerra Mondiale mentre gli ultimi due esponenti del team, i francesi Paul Holstein e Jean Alavoine, chiusero al 17° e al 19° posto. Quel Tour fu durissimo, come si può notare dal numero di arrivati a fronte dei partenti (25 su 140), e resta nella storia per numerosi episodi: innanzitutto Henri Desgrange, per la prima volta, disegnò la Boucle in senso antiorario, affrontando prima la costa atlantica per poi risalire dal centro del paese. Nelle quindici frazioni disputate la Peugeot trionfò in dieci occasioni, comprese le ultime sei; il mattatore fu Buysse che conquistò sei tappe mentre due andarono a Faber ed una a testa per Garrigou e Thys. L'unica prova vinta da Thys su, come si è visto, decisiva per le sorti della gara: questa tappa, disputata mercoledì 9 luglio, prevedeva la partenza da Bayonne e l'arrivo a Luchon dopo 326 km in cui i malcapitati affrontarono in successione Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. Il belga vinse con 17'57" di vantaggio sul compagno e connazionale Buysse ma la frazione è entrata nella storia soprattutto per quanto fece Cristophe; l'altro portacolori della Peugeot, in fuga sul Tourmalet e maglia gialla virtuale, fu costretto a percorrere a piedi gli ultimi 14 km del mostro pirenaico per la rottura della forcella. Arrivato a Sainte-Marie-de-Campan andò dal fabbro del paese ad aggiustare la propria bici, rifiutando l'aiuto del maniscalco per evitare la possibile squalifica della solerte giuria. Anche questo è il Tour.

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Fabio SabatiniIl Giro d'Italia si è concluso a Brescia con la vittoria al fotofinish di Davide Appollonio. Al Tour avremo sicuramente un vincitore diverso, visto che il molisano non sarà al via dalla Corsica. Parimenti non sarà possibile la doppietta per il vincitore dello scorso anno in quanto Jimmy Engoulvent non è stato selezionato della propria squadra, la Sojasun, che ha inopinatamente lasciato il ciclista di Le Mans al palo. Di conseguenza, saranno alla partenza di Porto-Vecchio solo in due fra i detentori del trofeo, entrambi italiani: Adriano Malori, vincitore nel 2010, e Fabio Sabatini, primo nel 2011. Se per il parmense un nuovo titolo pare difficile, non altrettanto si può dire per il ventottenne di Pescia che dovrà stare attento a numerosi avversari: fra i più insidiosi ci permettiamo di segnalare il neozelandese Greg Henderson, lo statunitense Brent Bookwalter, l'australiano Brett Lancaster, l'olandese Albert Timmer, il bielorusso Aleksandr Kuschynski e il kazako Dimitry Muravyev. In casa Italia un'altra carta da giocare è quella di Roberto Ferrari mentre fra i padroni di casa la prima scelta ricade sul debuttante Kévin Reza, in formissima visto il successo al campionato nazionale in linea di domenica scorsa. Non resta che dire Vive le Tour, consci che già dalle prime frazioni corse potremmo assistere ad un grande spettacolo.

Alberto Vigonesi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2013 - 1a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 1a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 1a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 1a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 1a tappa

La classifica al contrario

Fabio SabatiniIl Giro d'Italia si è concluso a Brescia con la vittoria al fotofinish di Davide Appollonio. Al Tour avremo sicuramente un vincitore diverso, visto che il molisano non sarà al via dalla Corsica. Parimenti non sarà possibile la doppietta per il vincitore dello scorso anno in quanto Jimmy Engoulvent non è stato selezionato della propria squadra, la Sojasun, che ha inopinatamente lasciato il ciclista di Le Mans al palo. Di conseguenza, saranno alla partenza di Porto-Vecchio solo in due fra i detentori del trofeo, entrambi italiani: Adriano Malori, vincitore nel 2010, e Fabio Sabatini, primo nel 2011. Se per il parmense un nuovo titolo pare difficile, non altrettanto si può dire per il ventottenne di Pescia che dovrà stare attento a numerosi avversari: fra i più insidiosi ci permettiamo di segnalare il neozelandese Greg Henderson, lo statunitense Brent Bookwalter, l'australiano Brett Lancaster, l'olandese Albert Timmer, il bielorusso Aleksandr Kuschynski e il kazako Dimitry Muravyev. In casa Italia un'altra carta da giocare è quella di Roberto Ferrari mentre fra i padroni di casa la prima scelta ricade sul debuttante Kévin Reza, in formissima visto il successo al campionato nazionale in linea di domenica scorsa. Non resta che dire Vive le Tour, consci che già dalle prime frazioni corse potremmo assistere ad un grande spettacolo.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Peugeot)

I Peugeot nel Tour 1913 © bikeraceinfo.com100 anni fa, come oggi, il Tour de France iniziò proprio il 29 giugno. A vincere l'undicesima edizione della Boucle fu il belga Philippe Thys della Peugeot; la storica formazione francese è stata senza dubbio la squadra più longeva del ciclismo, avendo partecipato ininterrottamente alle gare dal 1901 al 1989, con il solo ultimo triennio in qualità di secondo sponsor. Nella lunga e gloriosa carriera il team sponsorizzato dalla casa automobilistica di Montbéliard ha vinto 9 Tour de France, 5 Paris-Roubaix e 3 Vuelta a España. Tornando al 1913 il Tour prevedeva 15 tappe da corrersi ogni due giorni, con partenza ed arrivo nella Ville Lumière. I 5388 km, percorsi dal vincitore a 26,765 km/h di media, furono caratterizzati dal dominio della Peugeot che seppe occupare tutte le posizioni del podio: alle spalle di Thys arrivò il francese Gustave Garrigou, già vincitore del Tour del 1911, distaccato di 8'37" mentre il terzo, il belga Marcel Buysse, accumulò ben 3h30'55" di ritardo. Non contenti, l'équipe transalpina piazzò il lussemburghese François Faber, probabilmente il primo fuoriclasse del pedale già vincitore del Tour del 1909, in quinta posizione mentre settimo fu il francese Eugène Christophe, il "Cri-Cri" amatissimo dai suoi connazionali. A chiudere la top 10 un altro corridore della stessa squadra, il parigino Émile Engel che, come Faber, perirà durante la Prima Guerra Mondiale mentre gli ultimi due esponenti del team, i francesi Paul Holstein e Jean Alavoine, chiusero al 17° e al 19° posto. Quel Tour fu durissimo, come si può notare dal numero di arrivati a fronte dei partenti (25 su 140), e resta nella storia per numerosi episodi: innanzitutto Henri Desgrange, per la prima volta, disegnò la Boucle in senso antiorario, affrontando prima la costa atlantica per poi risalire dal centro del paese. Nelle quindici frazioni disputate la Peugeot trionfò in dieci occasioni, comprese le ultime sei; il mattatore fu Buysse che conquistò sei tappe mentre due andarono a Faber ed una a testa per Garrigou e Thys. L'unica prova vinta da Thys su, come si è visto, decisiva per le sorti della gara: questa tappa, disputata mercoledì 9 luglio, prevedeva la partenza da Bayonne e l'arrivo a Luchon dopo 326 km in cui i malcapitati affrontarono in successione Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. Il belga vinse con 17'57" di vantaggio sul compagno e connazionale Buysse ma la frazione è entrata nella storia soprattutto per quanto fece Cristophe; l'altro portacolori della Peugeot, in fuga sul Tourmalet e maglia gialla virtuale, fu costretto a percorrere a piedi gli ultimi 14 km del mostro pirenaico per la rottura della forcella. Arrivato a Sainte-Marie-de-Campan andò dal fabbro del paese ad aggiustare la propria bici, rifiutando l'aiuto del maniscalco per evitare la possibile squalifica della solerte giuria. Anche questo è il Tour.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Peugeot)

I Peugeot nel Tour 1913 © bikeraceinfo.com100 anni fa, come oggi, il Tour de France iniziò proprio il 29 giugno. A vincere l'undicesima edizione della Boucle fu il belga Philippe Thys della Peugeot; la storica formazione francese è stata senza dubbio la squadra più longeva del ciclismo, avendo partecipato ininterrottamente alle gare dal 1901 al 1989, con il solo ultimo triennio in qualità di secondo sponsor. Nella lunga e gloriosa carriera il team sponsorizzato dalla casa automobilistica di Montbéliard ha vinto 9 Tour de France, 5 Paris-Roubaix e 3 Vuelta a España. Tornando al 1913 il Tour prevedeva 15 tappe da corrersi ogni due giorni, con partenza ed arrivo nella Ville Lumière. I 5388 km, percorsi dal vincitore a 26,765 km/h di media, furono caratterizzati dal dominio della Peugeot che seppe occupare tutte le posizioni del podio: alle spalle di Thys arrivò il francese Gustave Garrigou, già vincitore del Tour del 1911, distaccato di 8'37" mentre il terzo, il belga Marcel Buysse, accumulò ben 3h30'55" di ritardo. Non contenti, l'équipe transalpina piazzò il lussemburghese François Faber, probabilmente il primo fuoriclasse del pedale già vincitore del Tour del 1909, in quinta posizione mentre settimo fu il francese Eugène Christophe, il "Cri-Cri" amatissimo dai suoi connazionali. A chiudere la top 10 un altro corridore della stessa squadra, il parigino Émile Engel che, come Faber, perirà durante la Prima Guerra Mondiale mentre gli ultimi due esponenti del team, i francesi Paul Holstein e Jean Alavoine, chiusero al 17° e al 19° posto. Quel Tour fu durissimo, come si può notare dal numero di arrivati a fronte dei partenti (25 su 140), e resta nella storia per numerosi episodi: innanzitutto Henri Desgrange, per la prima volta, disegnò la Boucle in senso antiorario, affrontando prima la costa atlantica per poi risalire dal centro del paese. Nelle quindici frazioni disputate la Peugeot trionfò in dieci occasioni, comprese le ultime sei; il mattatore fu Buysse che conquistò sei tappe mentre due andarono a Faber ed una a testa per Garrigou e Thys. L'unica prova vinta da Thys su, come si è visto, decisiva per le sorti della gara: questa tappa, disputata mercoledì 9 luglio, prevedeva la partenza da Bayonne e l'arrivo a Luchon dopo 326 km in cui i malcapitati affrontarono in successione Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. Il belga vinse con 17'57" di vantaggio sul compagno e connazionale Buysse ma la frazione è entrata nella storia soprattutto per quanto fece Cristophe; l'altro portacolori della Peugeot, in fuga sul Tourmalet e maglia gialla virtuale, fu costretto a percorrere a piedi gli ultimi 14 km del mostro pirenaico per la rottura della forcella. Arrivato a Sainte-Marie-de-Campan andò dal fabbro del paese ad aggiustare la propria bici, rifiutando l'aiuto del maniscalco per evitare la possibile squalifica della solerte giuria. Anche questo è il Tour.

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Fabio SabatiniIl Giro d'Italia si è concluso a Brescia con la vittoria al fotofinish di Davide Appollonio. Al Tour avremo sicuramente un vincitore diverso, visto che il molisano non sarà al via dalla Corsica. Parimenti non sarà possibile la doppietta per il vincitore dello scorso anno in quanto Jimmy Engoulvent non è stato selezionato della propria squadra, la Sojasun, che ha inopinatamente lasciato il ciclista di Le Mans al palo. Di conseguenza, saranno alla partenza di Porto-Vecchio solo in due fra i detentori del trofeo, entrambi italiani: Adriano Malori, vincitore nel 2010, e Fabio Sabatini, primo nel 2011. Se per il parmense un nuovo titolo pare difficile, non altrettanto si può dire per il ventottenne di Pescia che dovrà stare attento a numerosi avversari: fra i più insidiosi ci permettiamo di segnalare il neozelandese Greg Henderson, lo statunitense Brent Bookwalter, l'australiano Brett Lancaster, l'olandese Albert Timmer, il bielorusso Aleksandr Kuschynski e il kazako Dimitry Muravyev. In casa Italia un'altra carta da giocare è quella di Roberto Ferrari mentre fra i padroni di casa la prima scelta ricade sul debuttante Kévin Reza, in formissima visto il successo al campionato nazionale in linea di domenica scorsa. Non resta che dire Vive le Tour, consci che già dalle prime frazioni corse potremmo assistere ad un grande spettacolo.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Peugeot)

I Peugeot nel Tour 1913 © bikeraceinfo.com100 anni fa, come oggi, il Tour de France iniziò proprio il 29 giugno. A vincere l'undicesima edizione della Boucle fu il belga Philippe Thys della Peugeot; la storica formazione francese è stata senza dubbio la squadra più longeva del ciclismo, avendo partecipato ininterrottamente alle gare dal 1901 al 1989, con il solo ultimo triennio in qualità di secondo sponsor. Nella lunga e gloriosa carriera il team sponsorizzato dalla casa automobilistica di Montbéliard ha vinto 9 Tour de France, 5 Paris-Roubaix e 3 Vuelta a España. Tornando al 1913 il Tour prevedeva 15 tappe da corrersi ogni due giorni, con partenza ed arrivo nella Ville Lumière. I 5388 km, percorsi dal vincitore a 26,765 km/h di media, furono caratterizzati dal dominio della Peugeot che seppe occupare tutte le posizioni del podio: alle spalle di Thys arrivò il francese Gustave Garrigou, già vincitore del Tour del 1911, distaccato di 8'37" mentre il terzo, il belga Marcel Buysse, accumulò ben 3h30'55" di ritardo. Non contenti, l'équipe transalpina piazzò il lussemburghese François Faber, probabilmente il primo fuoriclasse del pedale già vincitore del Tour del 1909, in quinta posizione mentre settimo fu il francese Eugène Christophe, il "Cri-Cri" amatissimo dai suoi connazionali. A chiudere la top 10 un altro corridore della stessa squadra, il parigino Émile Engel che, come Faber, perirà durante la Prima Guerra Mondiale mentre gli ultimi due esponenti del team, i francesi Paul Holstein e Jean Alavoine, chiusero al 17° e al 19° posto. Quel Tour fu durissimo, come si può notare dal numero di arrivati a fronte dei partenti (25 su 140), e resta nella storia per numerosi episodi: innanzitutto Henri Desgrange, per la prima volta, disegnò la Boucle in senso antiorario, affrontando prima la costa atlantica per poi risalire dal centro del paese. Nelle quindici frazioni disputate la Peugeot trionfò in dieci occasioni, comprese le ultime sei; il mattatore fu Buysse che conquistò sei tappe mentre due andarono a Faber ed una a testa per Garrigou e Thys. L'unica prova vinta da Thys su, come si è visto, decisiva per le sorti della gara: questa tappa, disputata mercoledì 9 luglio, prevedeva la partenza da Bayonne e l'arrivo a Luchon dopo 326 km in cui i malcapitati affrontarono in successione Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. Il belga vinse con 17'57" di vantaggio sul compagno e connazionale Buysse ma la frazione è entrata nella storia soprattutto per quanto fece Cristophe; l'altro portacolori della Peugeot, in fuga sul Tourmalet e maglia gialla virtuale, fu costretto a percorrere a piedi gli ultimi 14 km del mostro pirenaico per la rottura della forcella. Arrivato a Sainte-Marie-de-Campan andò dal fabbro del paese ad aggiustare la propria bici, rifiutando l'aiuto del maniscalco per evitare la possibile squalifica della solerte giuria. Anche questo è il Tour.

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Peugeot)

I Peugeot nel Tour 1913 © bikeraceinfo.com100 anni fa, come oggi, il Tour de France iniziò proprio il 29 giugno. A vincere l'undicesima edizione della Boucle fu il belga Philippe Thys della Peugeot; la storica formazione francese è stata senza dubbio la squadra più longeva del ciclismo, avendo partecipato ininterrottamente alle gare dal 1901 al 1989, con il solo ultimo triennio in qualità di secondo sponsor. Nella lunga e gloriosa carriera il team sponsorizzato dalla casa automobilistica di Montbéliard ha vinto 9 Tour de France, 5 Paris-Roubaix e 3 Vuelta a España. Tornando al 1913 il Tour prevedeva 15 tappe da corrersi ogni due giorni, con partenza ed arrivo nella Ville Lumière. I 5388 km, percorsi dal vincitore a 26,765 km/h di media, furono caratterizzati dal dominio della Peugeot che seppe occupare tutte le posizioni del podio: alle spalle di Thys arrivò il francese Gustave Garrigou, già vincitore del Tour del 1911, distaccato di 8'37" mentre il terzo, il belga Marcel Buysse, accumulò ben 3h30'55" di ritardo. Non contenti, l'équipe transalpina piazzò il lussemburghese François Faber, probabilmente il primo fuoriclasse del pedale già vincitore del Tour del 1909, in quinta posizione mentre settimo fu il francese Eugène Christophe, il "Cri-Cri" amatissimo dai suoi connazionali. A chiudere la top 10 un altro corridore della stessa squadra, il parigino Émile Engel che, come Faber, perirà durante la Prima Guerra Mondiale mentre gli ultimi due esponenti del team, i francesi Paul Holstein e Jean Alavoine, chiusero al 17° e al 19° posto. Quel Tour fu durissimo, come si può notare dal numero di arrivati a fronte dei partenti (25 su 140), e resta nella storia per numerosi episodi: innanzitutto Henri Desgrange, per la prima volta, disegnò la Boucle in senso antiorario, affrontando prima la costa atlantica per poi risalire dal centro del paese. Nelle quindici frazioni disputate la Peugeot trionfò in dieci occasioni, comprese le ultime sei; il mattatore fu Buysse che conquistò sei tappe mentre due andarono a Faber ed una a testa per Garrigou e Thys. L'unica prova vinta da Thys su, come si è visto, decisiva per le sorti della gara: questa tappa, disputata mercoledì 9 luglio, prevedeva la partenza da Bayonne e l'arrivo a Luchon dopo 326 km in cui i malcapitati affrontarono in successione Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. Il belga vinse con 17'57" di vantaggio sul compagno e connazionale Buysse ma la frazione è entrata nella storia soprattutto per quanto fece Cristophe; l'altro portacolori della Peugeot, in fuga sul Tourmalet e maglia gialla virtuale, fu costretto a percorrere a piedi gli ultimi 14 km del mostro pirenaico per la rottura della forcella. Arrivato a Sainte-Marie-de-Campan andò dal fabbro del paese ad aggiustare la propria bici, rifiutando l'aiuto del maniscalco per evitare la possibile squalifica della solerte giuria. Anche questo è il Tour.

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Fabio SabatiniIl Giro d'Italia si è concluso a Brescia con la vittoria al fotofinish di Davide Appollonio. Al Tour avremo sicuramente un vincitore diverso, visto che il molisano non sarà al via dalla Corsica. Parimenti non sarà possibile la doppietta per il vincitore dello scorso anno in quanto Jimmy Engoulvent non è stato selezionato della propria squadra, la Sojasun, che ha inopinatamente lasciato il ciclista di Le Mans al palo. Di conseguenza, saranno alla partenza di Porto-Vecchio solo in due fra i detentori del trofeo, entrambi italiani: Adriano Malori, vincitore nel 2010, e Fabio Sabatini, primo nel 2011. Se per il parmense un nuovo titolo pare difficile, non altrettanto si può dire per il ventottenne di Pescia che dovrà stare attento a numerosi avversari: fra i più insidiosi ci permettiamo di segnalare il neozelandese Greg Henderson, lo statunitense Brent Bookwalter, l'australiano Brett Lancaster, l'olandese Albert Timmer, il bielorusso Aleksandr Kuschynski e il kazako Dimitry Muravyev. In casa Italia un'altra carta da giocare è quella di Roberto Ferrari mentre fra i padroni di casa la prima scelta ricade sul debuttante Kévin Reza, in formissima visto il successo al campionato nazionale in linea di domenica scorsa. Non resta che dire Vive le Tour, consci che già dalle prime frazioni corse potremmo assistere ad un grande spettacolo.

Alberto Vigonesi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano