Per gli italiani (ma per i ciclofili in genere) Saint-Malo fa rima con "Coppi in crisi". Altri tempi (il '49), altri Tour (Fausto poi quella Boucle la vinse). Stavolta la decima tappa, subito dopo il primo giorno di riposo (e dopo il trasferimento aereo dai Pirenei - a sud - alla Loira Atlantica - a nord) non dovrebbe far danni, almeno questo suggerisce l'altimetria, rappresentata dal piattone che longitudinalmente taglia da Saint-Gildas all'Atlantico la penisola bretone, senza incontrare rilievi di rilievo (più che trascurabile il chilometro di Gpm della Côte de Dinan a 55 km dal traguardo). Fuga da lontano, squadre dei velocisti impegnate a ricucire senza grossi patemi, ma occhio agli ultimi 25 km, allorquando si approda alla costa e - come sempre in questi casi - se c'è vento qualcosa di strano può succedere: il tratto da Cancale all'arrivo è tutto esposto alle correnti, qualcuno potrebbe approfittarne per giocare la sorpresa dei ventagli. Altrimenti, sprint massivo, con gli ultimi 5 km che non presentano curve ma solo quattro semicurve.
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@NikiTerpstra: Piccola curiosità dal massaggiatore @Fre_Pollentier. La #OPQS ha già usato circa 1300 borracce @tacx in questo #tdf
@darylimpey: Buona mattina dal nostro giorno di riposo! Visto che non si corre abbiamo lanciato il nostro video musicale! youtube.com/watch... - Divertitevi!
@PuritoRodrigez: Ci manca il Capo @Ilgerva77 però ci ricordiamo di lui qui al @letour!!! @danimoreno81 @katushacycling pic.twitter.com/T7eZ3XNdjL
@millarmind: Mando cartoline ai miei figli dalle corse. Ho scarabocchiato questa sul bus ieri prima della partenza pic.twitter.com/3ScT9Zti3F
@petervelits: Non un brutto posto per passare un giorno di riposo pic.twitter.com/p8UwEYGuHl
Il Tour de France riparte dalla Bretagna, da una piccola località capoluogo della Loira Atlantica che lega indissolubilmente il suo nome a San Gildas di Rhuys, abate scozzese che si dedicò alla rievangelizzazione delle isole britanniche dopo lo sfacelo dell'impero romano tra il quinto e il sesto secolo d.C. Dopodiché attraversò la manica e raccolse proseliti anche in Bretagna, fondando nella località di Rhuys il monastero dove poi verrà sepolto. Poco lontano, nell'undicesimo secolo, dei benedettini devoti a San Gildas fondarono un'abbazia a fianco a una foresta di pini piantati durante il regno di Luigi Filippo, da qui il nome di Saint-Gildas-des-Bois. Attorno all'abbazia poi negli anni è venuta a costruirsi questa piccola comunità, mentre l'abbazia, una delle più belle della Bretagna nonostante le vetrate antiche siano andate distrutte durante la seconda guerra mondiale, ora ospita la comunità delle sorelle di San Gildas.