Il Portale del Ciclismo professionistico

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95 km appena, di cui più della metà sul circuito degli Champs-Élysées, per chiudere in bellezza il Tour de France 2011. Se passerella dev'essere, in effetti non ha troppo senso disegnare una tappa molto lunga. Partenza quindi dal sobborgo di Créteil, giretto per le periferie sud-orientali della Ville Lumière, e approdo sullo storico circuito cittadino, che misura 6 km e che sarà ripetuto 8 volte. Una frazione facilissima altimetricamente e breve, ovvero quanto di meglio per una festa degli sprinter sopravvissuti a Pirenei ed Alpi. Ma occhio, perché su quel circuito ogni tot anni - è la statistica che lo dice - riesce il colpo di mano di un finisseur o di un drappello di coraggiosissimi fuggitivi. Insomma, non è detto che l'ultimo atto della Grande Boucle sia necessariamente una volata di gruppo.

Créteil

Creata nel 1936, l’Union Sportive de Creteil è una società che negli anni ha avuto grandi successi in diversi sport tra cui il ciclismo. L'ultima tappa del Tour parte da Creteil proprio per commemorare Laurent Fignon che da giovane fu tesserato dall’USC che nel ciclismo vanta inoltre diversi atleti medagliati ai Giochi Olimpici, tra questi il pistard Gregory Baugé, tesserato dal 2002. Ginnastica e Pallamano sono le altre due discipline che hanno portato numerosi successi alla società di questa città del banlieu sud-est di Parigi.

Paris

Non ci sono solo la Tour Eiffel, Montmartre, il Louvre o gli Champes Elysées a Parigi. Altro particolare luogo d'attrazione della capitale francese è anche il cimitero di Père-Lachaise, forse il cimitero monumentale più famoso al mondo con 33.000 tombe annoverate nell'elenco dei monumenti storici. Qui riposano Chopin, Jim Morrison, Proust, Moliere e La Fontaine. Chi vuole invece visitare il sepolcro di Berlioz o Truffaut deve recarsi in un altro cimitero, un po' giardino un po' pantheon, quello di Montmartre.

Marco Fiorilla
Créteil

Creata nel 1936, l’Union Sportive de Creteil è una società che negli anni ha avuto grandi successi in diversi sport tra cui il ciclismo. L'ultima tappa del Tour parte da Creteil proprio per commemorare Laurent Fignon che da giovane fu tesserato dall’USC che nel ciclismo vanta inoltre diversi atleti medagliati ai Giochi Olimpici, tra questi il pistard Gregory Baugé, tesserato dal 2002. Ginnastica e Pallamano sono le altre due discipline che hanno portato numerosi successi alla società di questa città del banlieu sud-est di Parigi.

Paris

Non ci sono solo la Tour Eiffel, Montmartre, il Louvre o gli Champes Elysées a Parigi. Altro particolare luogo d'attrazione della capitale francese è anche il cimitero di Père-Lachaise, forse il cimitero monumentale più famoso al mondo con 33.000 tombe annoverate nell'elenco dei monumenti storici. Qui riposano Chopin, Jim Morrison, Proust, Moliere e La Fontaine. Chi vuole invece visitare il sepolcro di Berlioz o Truffaut deve recarsi in un altro cimitero, un po' giardino un po' pantheon, quello di Montmartre.

Créteil

Creata nel 1936, l’Union Sportive de Creteil è una società che negli anni ha avuto grandi successi in diversi sport tra cui il ciclismo. L'ultima tappa del Tour parte da Creteil proprio per commemorare Laurent Fignon che da giovane fu tesserato dall’USC che nel ciclismo vanta inoltre diversi atleti medagliati ai Giochi Olimpici, tra questi il pistard Gregory Baugé, tesserato dal 2002. Ginnastica e Pallamano sono le altre due discipline che hanno portato numerosi successi alla società di questa città del banlieu sud-est di Parigi.

Paris

Non ci sono solo la Tour Eiffel, Montmartre, il Louvre o gli Champes Elysées a Parigi. Altro particolare luogo d'attrazione della capitale francese è anche il cimitero di Père-Lachaise, forse il cimitero monumentale più famoso al mondo con 33.000 tombe annoverate nell'elenco dei monumenti storici. Qui riposano Chopin, Jim Morrison, Proust, Moliere e La Fontaine. Chi vuole invece visitare il sepolcro di Berlioz o Truffaut deve recarsi in un altro cimitero, un po' giardino un po' pantheon, quello di Montmartre.

Créteil

Creata nel 1936, l’Union Sportive de Creteil è una società che negli anni ha avuto grandi successi in diversi sport tra cui il ciclismo. L'ultima tappa del Tour parte da Creteil proprio per commemorare Laurent Fignon che da giovane fu tesserato dall’USC che nel ciclismo vanta inoltre diversi atleti medagliati ai Giochi Olimpici, tra questi il pistard Gregory Baugé, tesserato dal 2002. Ginnastica e Pallamano sono le altre due discipline che hanno portato numerosi successi alla società di questa città del banlieu sud-est di Parigi.

Paris

Non ci sono solo la Tour Eiffel, Montmartre, il Louvre o gli Champes Elysées a Parigi. Altro particolare luogo d'attrazione della capitale francese è anche il cimitero di Père-Lachaise, forse il cimitero monumentale più famoso al mondo con 33.000 tombe annoverate nell'elenco dei monumenti storici. Qui riposano Chopin, Jim Morrison, Proust, Moliere e La Fontaine. Chi vuole invece visitare il sepolcro di Berlioz o Truffaut deve recarsi in un altro cimitero, un po' giardino un po' pantheon, quello di Montmartre.

Créteil

Creata nel 1936, l’Union Sportive de Creteil è una società che negli anni ha avuto grandi successi in diversi sport tra cui il ciclismo. L'ultima tappa del Tour parte da Creteil proprio per commemorare Laurent Fignon che da giovane fu tesserato dall’USC che nel ciclismo vanta inoltre diversi atleti medagliati ai Giochi Olimpici, tra questi il pistard Gregory Baugé, tesserato dal 2002. Ginnastica e Pallamano sono le altre due discipline che hanno portato numerosi successi alla società di questa città del banlieu sud-est di Parigi.

Paris

Non ci sono solo la Tour Eiffel, Montmartre, il Louvre o gli Champes Elysées a Parigi. Altro particolare luogo d'attrazione della capitale francese è anche il cimitero di Père-Lachaise, forse il cimitero monumentale più famoso al mondo con 33.000 tombe annoverate nell'elenco dei monumenti storici. Qui riposano Chopin, Jim Morrison, Proust, Moliere e La Fontaine. Chi vuole invece visitare il sepolcro di Berlioz o Truffaut deve recarsi in un altro cimitero, un po' giardino un po' pantheon, quello di Montmartre.

Créteil

Creata nel 1936, l’Union Sportive de Creteil è una società che negli anni ha avuto grandi successi in diversi sport tra cui il ciclismo. L'ultima tappa del Tour parte da Creteil proprio per commemorare Laurent Fignon che da giovane fu tesserato dall’USC che nel ciclismo vanta inoltre diversi atleti medagliati ai Giochi Olimpici, tra questi il pistard Gregory Baugé, tesserato dal 2002. Ginnastica e Pallamano sono le altre due discipline che hanno portato numerosi successi alla società di questa città del banlieu sud-est di Parigi.

Paris

Non ci sono solo la Tour Eiffel, Montmartre, il Louvre o gli Champes Elysées a Parigi. Altro particolare luogo d'attrazione della capitale francese è anche il cimitero di Père-Lachaise, forse il cimitero monumentale più famoso al mondo con 33.000 tombe annoverate nell'elenco dei monumenti storici. Qui riposano Chopin, Jim Morrison, Proust, Moliere e La Fontaine. Chi vuole invece visitare il sepolcro di Berlioz o Truffaut deve recarsi in un altro cimitero, un po' giardino un po' pantheon, quello di Montmartre.

Meteo

14.50 - Créteil
16.00 - Paris
17.10 - Paris

Soggetti Alternativi

Conclude il suo primo Tour de France dopo aver portato a termine un Giro d'Italia (nel 2009) e aver partecipato alla Vuelta dello scorso anno (ritirandosi però dopo appena due tappe). Velocista cresciuto sulla pista (per lui anche un titolo europeo nel quartetto), nel tempo ha sviluppato anche una certa resistenza che gli permette di essere competitivo anche in tappe precluse ai velocisti puri. Protagonista anche in Italia da Under 23 (vittorie di tappa al Giro delle Regioni e al Val d'Aosta, oltre ad aver fatto sua la Coppa della Pace), ha trovato per il momento la sua miglior stagione da pro in quanto a vittorie: due tappe al Down Under, una alla Vuelta a Castilla y Leon, una al Romandia e una al Giro della California. La sua Grande Boucle non è stata particolarmente fortunata, tuttavia proverà a lasciare il segno proprio sui Campi Elisi. Sperando naturalmente che tutto vada...Ben!

Vivian Ghianni

Conclude il suo primo Tour de France dopo aver portato a termine un Giro d'Italia (nel 2009) e aver partecipato alla Vuelta dello scorso anno (ritirandosi però dopo appena due tappe). Velocista cresciuto sulla pista (per lui anche un titolo europeo nel quartetto), nel tempo ha sviluppato anche una certa resistenza che gli permette di essere competitivo anche in tappe precluse ai velocisti puri. Protagonista anche in Italia da Under 23 (vittorie di tappa al Giro delle Regioni e al Val d'Aosta, oltre ad aver fatto sua la Coppa della Pace), ha trovato per il momento la sua miglior stagione da pro in quanto a vittorie: due tappe al Down Under, una alla Vuelta a Castilla y Leon, una al Romandia e una al Giro della California. La sua Grande Boucle non è stata particolarmente fortunata, tuttavia proverà a lasciare il segno proprio sui Campi Elisi. Sperando naturalmente che tutto vada...Ben!

Conclude il suo primo Tour de France dopo aver portato a termine un Giro d'Italia (nel 2009) e aver partecipato alla Vuelta dello scorso anno (ritirandosi però dopo appena due tappe). Velocista cresciuto sulla pista (per lui anche un titolo europeo nel quartetto), nel tempo ha sviluppato anche una certa resistenza che gli permette di essere competitivo anche in tappe precluse ai velocisti puri. Protagonista anche in Italia da Under 23 (vittorie di tappa al Giro delle Regioni e al Val d'Aosta, oltre ad aver fatto sua la Coppa della Pace), ha trovato per il momento la sua miglior stagione da pro in quanto a vittorie: due tappe al Down Under, una alla Vuelta a Castilla y Leon, una al Romandia e una al Giro della California. La sua Grande Boucle non è stata particolarmente fortunata, tuttavia proverà a lasciare il segno proprio sui Campi Elisi. Sperando naturalmente che tutto vada...Ben!

Conclude il suo primo Tour de France dopo aver portato a termine un Giro d'Italia (nel 2009) e aver partecipato alla Vuelta dello scorso anno (ritirandosi però dopo appena due tappe). Velocista cresciuto sulla pista (per lui anche un titolo europeo nel quartetto), nel tempo ha sviluppato anche una certa resistenza che gli permette di essere competitivo anche in tappe precluse ai velocisti puri. Protagonista anche in Italia da Under 23 (vittorie di tappa al Giro delle Regioni e al Val d'Aosta, oltre ad aver fatto sua la Coppa della Pace), ha trovato per il momento la sua miglior stagione da pro in quanto a vittorie: due tappe al Down Under, una alla Vuelta a Castilla y Leon, una al Romandia e una al Giro della California. La sua Grande Boucle non è stata particolarmente fortunata, tuttavia proverà a lasciare il segno proprio sui Campi Elisi. Sperando naturalmente che tutto vada...Ben!

Conclude il suo primo Tour de France dopo aver portato a termine un Giro d'Italia (nel 2009) e aver partecipato alla Vuelta dello scorso anno (ritirandosi però dopo appena due tappe). Velocista cresciuto sulla pista (per lui anche un titolo europeo nel quartetto), nel tempo ha sviluppato anche una certa resistenza che gli permette di essere competitivo anche in tappe precluse ai velocisti puri. Protagonista anche in Italia da Under 23 (vittorie di tappa al Giro delle Regioni e al Val d'Aosta, oltre ad aver fatto sua la Coppa della Pace), ha trovato per il momento la sua miglior stagione da pro in quanto a vittorie: due tappe al Down Under, una alla Vuelta a Castilla y Leon, una al Romandia e una al Giro della California. La sua Grande Boucle non è stata particolarmente fortunata, tuttavia proverà a lasciare il segno proprio sui Campi Elisi. Sperando naturalmente che tutto vada...Ben!

Conclude il suo primo Tour de France dopo aver portato a termine un Giro d'Italia (nel 2009) e aver partecipato alla Vuelta dello scorso anno (ritirandosi però dopo appena due tappe). Velocista cresciuto sulla pista (per lui anche un titolo europeo nel quartetto), nel tempo ha sviluppato anche una certa resistenza che gli permette di essere competitivo anche in tappe precluse ai velocisti puri. Protagonista anche in Italia da Under 23 (vittorie di tappa al Giro delle Regioni e al Val d'Aosta, oltre ad aver fatto sua la Coppa della Pace), ha trovato per il momento la sua miglior stagione da pro in quanto a vittorie: due tappe al Down Under, una alla Vuelta a Castilla y Leon, una al Romandia e una al Giro della California. La sua Grande Boucle non è stata particolarmente fortunata, tuttavia proverà a lasciare il segno proprio sui Campi Elisi. Sperando naturalmente che tutto vada...Ben!

TourTweet

ivanbasso: Il Tour ha la sua maglia gialla. Complimenti a Cadel, una vittoria meritatissima. Un grande campione e un grande uomo!

f_cancellara: Per la prima volta ho seguito un mio compagno in macchina, @frankschleck. Ho fatto tutto quello che ho potuto incitandolo con le parole e standogli vicino come un amico

andy_schleck: Congratulazioni Cadel per avercela fatta! Sono felice per te e per la tua squadra! È stata una grande battaglia e sto già pensando a farmi trovare pronto l'anno prossimo!!!

ghincapie: Un grosso hamburger e patatine fritte con la squadra. Ancora un giorno...

La classifica al contrario

Jérémie GallandCi siamo quasi, una passeggiata per le vie di Parigi e poi il Tour de France sarà finito, sembrano appena tre settimane che è iniziato, ed ora si chiude così, davanti ai nostri occhi ancora desiderosi di gare, di agonismo, di storie, di attacchi, contrattacchi e poi t'attacchi. La cronometro di Grenoble era chiamata a porre la parola fine alla lotta per le varie classifiche, tanto oggi sarà tutta una passerella verso l'Arco di Trionfo, tutti elegantelli per non sfigurare sui Campi Elisi, e l'agonismo sarà circoscritto a pochi momenti salienti.
La vittoria di tappa al contrario contro il tempo ha arriso a Jérémie Galland, 28enne francese che voleva partecipare anche lui del gran parlare che si fa della nuova età dell'oro del movimento transalpino. Ci si è impegnato a fondo, il ragazzone della Saur, per regalare alla sua squadra un'altra vittoria dopo quella, sudatissima, di Jeandesboz nel giorno campale di Saint-Flour. All'eroica media di 38.1, Galland ha chiuso con un vantaggio di 11'19" dal presunto specialista Tony Martin, che si vanta d'aver vinto la tappa ordinaria. Al secondo posto troviamo poi Terpstra, a 41" da Galland, quindi Duque a 1'31", Bozic a 1'34" e Iglinskiy a 1'35".
Ma come tutti sanno bene, a noi interessava principalmente la lotta per la classifica al contrario. Ci interessava da italiani, perché uno dei nostri, dell'intrepida armata di 15 azzurri (poi ridottisi strada facendo a causa di qualche ritiro) in terra di Francia, lottava per un traguardo importantissimo, o meglio, ci sia consentito, per il traguardo più importante: la maglia nera. Fabio Sabatini ha interpretato la cronometro in maniera perfetta, gli interessava curare Andrey Amador, l'unico che ormai lo potesse impensierire in classifica, e solo su questo si è concentrato. Al primo intertempo, il Casanova di San José, partito meglio di Sabatini, aveva 4" di vantaggio, ma il Nostro comunque lo marcava a vista, tanto che al secondo intertempo, dopo 27 km di tappa (a 15 dalla fine), il distacco dell'italiano da CicloAmador era sceso ad appena un secondo. Il capolavoro per Fabio è venuto nel tratto finale: evidentemente il capitano della Liquigas aveva riservato le migliori energie per gli ultimi chilometri, sicché al traguardo Amador si è ritrovato scavalcato e addirittura umiliato, visto che il margine in favore del capoclassifica è stato alla fine di 1'02".
Nella generale il vantaggio di Sabatini su Amador è quindi ora di 3'08"; terzo è Pate, autore di una pessima prova (ha pagato quasi 5' alla maglia nera), che ha un distacco di 12'17". Quarto Burghardt a 13'35", quinto Renshaw (che ha scavalcato Dumoulin) a 13'43". Cadel Evans si è fatto superare da Andy Schleck ed ora è mestamente ultimo a 3h57'43": e poi hanno pure il coraggio di dire che l'australiano non è più un perdente...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Jérémie GallandCi siamo quasi, una passeggiata per le vie di Parigi e poi il Tour de France sarà finito, sembrano appena tre settimane che è iniziato, ed ora si chiude così, davanti ai nostri occhi ancora desiderosi di gare, di agonismo, di storie, di attacchi, contrattacchi e poi t'attacchi. La cronometro di Grenoble era chiamata a porre la parola fine alla lotta per le varie classifiche, tanto oggi sarà tutta una passerella verso l'Arco di Trionfo, tutti elegantelli per non sfigurare sui Campi Elisi, e l'agonismo sarà circoscritto a pochi momenti salienti.
La vittoria di tappa al contrario contro il tempo ha arriso a Jérémie Galland, 28enne francese che voleva partecipare anche lui del gran parlare che si fa della nuova età dell'oro del movimento transalpino. Ci si è impegnato a fondo, il ragazzone della Saur, per regalare alla sua squadra un'altra vittoria dopo quella, sudatissima, di Jeandesboz nel giorno campale di Saint-Flour. All'eroica media di 38.1, Galland ha chiuso con un vantaggio di 11'19" dal presunto specialista Tony Martin, che si vanta d'aver vinto la tappa ordinaria. Al secondo posto troviamo poi Terpstra, a 41" da Galland, quindi Duque a 1'31", Bozic a 1'34" e Iglinskiy a 1'35".
Ma come tutti sanno bene, a noi interessava principalmente la lotta per la classifica al contrario. Ci interessava da italiani, perché uno dei nostri, dell'intrepida armata di 15 azzurri (poi ridottisi strada facendo a causa di qualche ritiro) in terra di Francia, lottava per un traguardo importantissimo, o meglio, ci sia consentito, per il traguardo più importante: la maglia nera. Fabio Sabatini ha interpretato la cronometro in maniera perfetta, gli interessava curare Andrey Amador, l'unico che ormai lo potesse impensierire in classifica, e solo su questo si è concentrato. Al primo intertempo, il Casanova di San José, partito meglio di Sabatini, aveva 4" di vantaggio, ma il Nostro comunque lo marcava a vista, tanto che al secondo intertempo, dopo 27 km di tappa (a 15 dalla fine), il distacco dell'italiano da CicloAmador era sceso ad appena un secondo. Il capolavoro per Fabio è venuto nel tratto finale: evidentemente il capitano della Liquigas aveva riservato le migliori energie per gli ultimi chilometri, sicché al traguardo Amador si è ritrovato scavalcato e addirittura umiliato, visto che il margine in favore del capoclassifica è stato alla fine di 1'02".
Nella generale il vantaggio di Sabatini su Amador è quindi ora di 3'08"; terzo è Pate, autore di una pessima prova (ha pagato quasi 5' alla maglia nera), che ha un distacco di 12'17". Quarto Burghardt a 13'35", quinto Renshaw (che ha scavalcato Dumoulin) a 13'43". Cadel Evans si è fatto superare da Andy Schleck ed ora è mestamente ultimo a 3h57'43": e poi hanno pure il coraggio di dire che l'australiano non è più un perdente...

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2011 – 21a tappa
Rassegna TourNotes 2011 – 21a tappa
Rassegna TourNotes 2011 – 21a tappa
Rassegna TourNotes 2011 – 21a tappa
Rassegna TourNotes 2011 – 21a tappa

La classifica al contrario

Jérémie GallandCi siamo quasi, una passeggiata per le vie di Parigi e poi il Tour de France sarà finito, sembrano appena tre settimane che è iniziato, ed ora si chiude così, davanti ai nostri occhi ancora desiderosi di gare, di agonismo, di storie, di attacchi, contrattacchi e poi t'attacchi. La cronometro di Grenoble era chiamata a porre la parola fine alla lotta per le varie classifiche, tanto oggi sarà tutta una passerella verso l'Arco di Trionfo, tutti elegantelli per non sfigurare sui Campi Elisi, e l'agonismo sarà circoscritto a pochi momenti salienti.
La vittoria di tappa al contrario contro il tempo ha arriso a Jérémie Galland, 28enne francese che voleva partecipare anche lui del gran parlare che si fa della nuova età dell'oro del movimento transalpino. Ci si è impegnato a fondo, il ragazzone della Saur, per regalare alla sua squadra un'altra vittoria dopo quella, sudatissima, di Jeandesboz nel giorno campale di Saint-Flour. All'eroica media di 38.1, Galland ha chiuso con un vantaggio di 11'19" dal presunto specialista Tony Martin, che si vanta d'aver vinto la tappa ordinaria. Al secondo posto troviamo poi Terpstra, a 41" da Galland, quindi Duque a 1'31", Bozic a 1'34" e Iglinskiy a 1'35".
Ma come tutti sanno bene, a noi interessava principalmente la lotta per la classifica al contrario. Ci interessava da italiani, perché uno dei nostri, dell'intrepida armata di 15 azzurri (poi ridottisi strada facendo a causa di qualche ritiro) in terra di Francia, lottava per un traguardo importantissimo, o meglio, ci sia consentito, per il traguardo più importante: la maglia nera. Fabio Sabatini ha interpretato la cronometro in maniera perfetta, gli interessava curare Andrey Amador, l'unico che ormai lo potesse impensierire in classifica, e solo su questo si è concentrato. Al primo intertempo, il Casanova di San José, partito meglio di Sabatini, aveva 4" di vantaggio, ma il Nostro comunque lo marcava a vista, tanto che al secondo intertempo, dopo 27 km di tappa (a 15 dalla fine), il distacco dell'italiano da CicloAmador era sceso ad appena un secondo. Il capolavoro per Fabio è venuto nel tratto finale: evidentemente il capitano della Liquigas aveva riservato le migliori energie per gli ultimi chilometri, sicché al traguardo Amador si è ritrovato scavalcato e addirittura umiliato, visto che il margine in favore del capoclassifica è stato alla fine di 1'02".
Nella generale il vantaggio di Sabatini su Amador è quindi ora di 3'08"; terzo è Pate, autore di una pessima prova (ha pagato quasi 5' alla maglia nera), che ha un distacco di 12'17". Quarto Burghardt a 13'35", quinto Renshaw (che ha scavalcato Dumoulin) a 13'43". Cadel Evans si è fatto superare da Andy Schleck ed ora è mestamente ultimo a 3h57'43": e poi hanno pure il coraggio di dire che l'australiano non è più un perdente...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Jérémie GallandCi siamo quasi, una passeggiata per le vie di Parigi e poi il Tour de France sarà finito, sembrano appena tre settimane che è iniziato, ed ora si chiude così, davanti ai nostri occhi ancora desiderosi di gare, di agonismo, di storie, di attacchi, contrattacchi e poi t'attacchi. La cronometro di Grenoble era chiamata a porre la parola fine alla lotta per le varie classifiche, tanto oggi sarà tutta una passerella verso l'Arco di Trionfo, tutti elegantelli per non sfigurare sui Campi Elisi, e l'agonismo sarà circoscritto a pochi momenti salienti.
La vittoria di tappa al contrario contro il tempo ha arriso a Jérémie Galland, 28enne francese che voleva partecipare anche lui del gran parlare che si fa della nuova età dell'oro del movimento transalpino. Ci si è impegnato a fondo, il ragazzone della Saur, per regalare alla sua squadra un'altra vittoria dopo quella, sudatissima, di Jeandesboz nel giorno campale di Saint-Flour. All'eroica media di 38.1, Galland ha chiuso con un vantaggio di 11'19" dal presunto specialista Tony Martin, che si vanta d'aver vinto la tappa ordinaria. Al secondo posto troviamo poi Terpstra, a 41" da Galland, quindi Duque a 1'31", Bozic a 1'34" e Iglinskiy a 1'35".
Ma come tutti sanno bene, a noi interessava principalmente la lotta per la classifica al contrario. Ci interessava da italiani, perché uno dei nostri, dell'intrepida armata di 15 azzurri (poi ridottisi strada facendo a causa di qualche ritiro) in terra di Francia, lottava per un traguardo importantissimo, o meglio, ci sia consentito, per il traguardo più importante: la maglia nera. Fabio Sabatini ha interpretato la cronometro in maniera perfetta, gli interessava curare Andrey Amador, l'unico che ormai lo potesse impensierire in classifica, e solo su questo si è concentrato. Al primo intertempo, il Casanova di San José, partito meglio di Sabatini, aveva 4" di vantaggio, ma il Nostro comunque lo marcava a vista, tanto che al secondo intertempo, dopo 27 km di tappa (a 15 dalla fine), il distacco dell'italiano da CicloAmador era sceso ad appena un secondo. Il capolavoro per Fabio è venuto nel tratto finale: evidentemente il capitano della Liquigas aveva riservato le migliori energie per gli ultimi chilometri, sicché al traguardo Amador si è ritrovato scavalcato e addirittura umiliato, visto che il margine in favore del capoclassifica è stato alla fine di 1'02".
Nella generale il vantaggio di Sabatini su Amador è quindi ora di 3'08"; terzo è Pate, autore di una pessima prova (ha pagato quasi 5' alla maglia nera), che ha un distacco di 12'17". Quarto Burghardt a 13'35", quinto Renshaw (che ha scavalcato Dumoulin) a 13'43". Cadel Evans si è fatto superare da Andy Schleck ed ora è mestamente ultimo a 3h57'43": e poi hanno pure il coraggio di dire che l'australiano non è più un perdente...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Jérémie GallandCi siamo quasi, una passeggiata per le vie di Parigi e poi il Tour de France sarà finito, sembrano appena tre settimane che è iniziato, ed ora si chiude così, davanti ai nostri occhi ancora desiderosi di gare, di agonismo, di storie, di attacchi, contrattacchi e poi t'attacchi. La cronometro di Grenoble era chiamata a porre la parola fine alla lotta per le varie classifiche, tanto oggi sarà tutta una passerella verso l'Arco di Trionfo, tutti elegantelli per non sfigurare sui Campi Elisi, e l'agonismo sarà circoscritto a pochi momenti salienti.
La vittoria di tappa al contrario contro il tempo ha arriso a Jérémie Galland, 28enne francese che voleva partecipare anche lui del gran parlare che si fa della nuova età dell'oro del movimento transalpino. Ci si è impegnato a fondo, il ragazzone della Saur, per regalare alla sua squadra un'altra vittoria dopo quella, sudatissima, di Jeandesboz nel giorno campale di Saint-Flour. All'eroica media di 38.1, Galland ha chiuso con un vantaggio di 11'19" dal presunto specialista Tony Martin, che si vanta d'aver vinto la tappa ordinaria. Al secondo posto troviamo poi Terpstra, a 41" da Galland, quindi Duque a 1'31", Bozic a 1'34" e Iglinskiy a 1'35".
Ma come tutti sanno bene, a noi interessava principalmente la lotta per la classifica al contrario. Ci interessava da italiani, perché uno dei nostri, dell'intrepida armata di 15 azzurri (poi ridottisi strada facendo a causa di qualche ritiro) in terra di Francia, lottava per un traguardo importantissimo, o meglio, ci sia consentito, per il traguardo più importante: la maglia nera. Fabio Sabatini ha interpretato la cronometro in maniera perfetta, gli interessava curare Andrey Amador, l'unico che ormai lo potesse impensierire in classifica, e solo su questo si è concentrato. Al primo intertempo, il Casanova di San José, partito meglio di Sabatini, aveva 4" di vantaggio, ma il Nostro comunque lo marcava a vista, tanto che al secondo intertempo, dopo 27 km di tappa (a 15 dalla fine), il distacco dell'italiano da CicloAmador era sceso ad appena un secondo. Il capolavoro per Fabio è venuto nel tratto finale: evidentemente il capitano della Liquigas aveva riservato le migliori energie per gli ultimi chilometri, sicché al traguardo Amador si è ritrovato scavalcato e addirittura umiliato, visto che il margine in favore del capoclassifica è stato alla fine di 1'02".
Nella generale il vantaggio di Sabatini su Amador è quindi ora di 3'08"; terzo è Pate, autore di una pessima prova (ha pagato quasi 5' alla maglia nera), che ha un distacco di 12'17". Quarto Burghardt a 13'35", quinto Renshaw (che ha scavalcato Dumoulin) a 13'43". Cadel Evans si è fatto superare da Andy Schleck ed ora è mestamente ultimo a 3h57'43": e poi hanno pure il coraggio di dire che l'australiano non è più un perdente...

Marco Grassi

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