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Ma siccome quest'anno ricorre il centenario dell'esordio del Galibier al Tour, riecco la salita in questione, riproposta il giorno dopo da un altro versante. Tutto purché si celebri, e va bene così. Parte da Modane una tappa di montagna cortissima, appena 109 km. Per i primi 14 si scende dolcemente fino a Saint-Michel-de-Maurienne, poi tanto per gradire ecco 12 km di Télégraphe, al 7%. Qualcuno particolarmente folle (o indietro in classifica rispetto alle attese) potrebbe pure decidere di partire subito; oppure aspettare i 5 km di discesa fino a Valloire, e attaccare sul Galibier-bis, affrontato stavolta da un versante più tosto (con il gruppo che passerà accanto al nuovo monumento dedicato al grande Marco Pantani), 18 km che iniziano facili, ma che dopo un terzo di scalata prendono la forma di una salita con pendenze tra il 7 e il 9% (e punte del 10 nel chilometro finale). Ma l'eventuale attaccante da lontano dovrà pur considerare che dopo la vetta ci saranno oltre 45 km di discese e falsopiani; se dovesse salvarsi, al nostro eroe non resterebbe che difendere il suo vantaggio sull'ultima ascesa del Tour 2011, nientemeno che l'Alpe-d'Huez. Oppure, e questa è l'ipotesi più plausibile, sui 15 km che porteranno al traguardo, saranno i big a giocarsi le ultime carte in montagna, a due giorni dalla fine del Tour. Questa salita la conoscono ormai tutti a memoria: 14 km di ascesa che partono subito tostissimi, con pendenze del 10% nei primi 2 km, che poi si addolciscono un minimo (scendendo all'8% di pendenza), e che sul finale, negli ultimi 2 km, spianano abbastanza. Ma a quel punto i buoi saranno ormai scappati dalla stalla; oppure saranno stati tenuti sotto chiave con attenzione. In ogni caso, i giochi saranno fatti ben prima degli ultimi 2000 metri di montagna di questo Tour molto pro-scalatori.

La lotta per la maglia gialla di Parigi si restringe a quattro atleti e ce ne possiamo accorgere anche dando un'occhiata alle quote di Betclic.it. Crollato definitivamente Contador, in testa ora c'è l'eroe del Galibier Andy Schleck, quotato a 2.00, pochi centesimi meno che Cadel Evans che dalla sua ha ancora la cronometro di Grenoble (2.25 la quota dell'australiano). Frank Schleck, che sull'Alpe d'Huez potrebbe avere veramente l'occasione della vita (approfittando anche delle minori energie spese ieri) è dato a 8, mentre Thomas Voeckler, nonostante sia in giallo e abbia già dimostrato una tenuta strepitosa, è relegato ancora tra gli "Altro", con una quota di 15. Qualora credeste nell'impresa di Frank sulla montagna di Pantani e Bugno o nella strenua resistenza dell'alsaziano, non dovete fare altro che puntare sui vostri cavalli, i guadagni saranno assicurati!
Modane Valfréjus

3500 abitanti a 1000 mt d’altezza tra la Savoia e l’Italia, l’Haute Maurienne e l’Haute Alpes. Ma Modane non è però un posto sperduto: è a sole 4 ore di TGV da Parigi, può usufruire del famoso tunnel del Frejus, si trova al centro del centralissimo asse ferroviario Torino-Lione e dopo il 1992 ha cercato di beneficiare al massimo del Trattato di Schengen Per cui questo piccolo centro, da paese essenzialmente agricolo ha cercato di fare leva sul turismo invernale, continuando però a sviluppare altri progetti, in particolare quello della ricerca fisica di laboratorio.

Alpe d'Huez

La montagna degli olandesi è stata conquistata per la prima volta da un italiano, Coppi. Era il 1952 e da allora ci sono stati altri 26 arrivi sull’Alpe, di cui due nello stesso anno, il 1979, quando Agostinho e Zoetemelk riuscirono a trionfare in cima ai 1850 metri della mitica salita HC. L’ultimo arrivo risale a 3 anni fa e fu decisivo ai fini della classifica finale con Carlos Sastre che in sordina, anche grazie al gioco di squadra degli Schleck Brother (con Frank in giallo), riuscì a prendere lungo i 21 tornanti della salita quel vantaggio che gli consentì di vincere il Tour contro ogni pronostico.

Marco Fiorilla
Modane Valfréjus

3500 abitanti a 1000 mt d’altezza tra la Savoia e l’Italia, l’Haute Maurienne e l’Haute Alpes. Ma Modane non è però un posto sperduto: è a sole 4 ore di TGV da Parigi, può usufruire del famoso tunnel del Frejus, si trova al centro del centralissimo asse ferroviario Torino-Lione e dopo il 1992 ha cercato di beneficiare al massimo del Trattato di Schengen Per cui questo piccolo centro, da paese essenzialmente agricolo ha cercato di fare leva sul turismo invernale, continuando però a sviluppare altri progetti, in particolare quello della ricerca fisica di laboratorio.

Alpe d'Huez

La montagna degli olandesi è stata conquistata per la prima volta da un italiano, Coppi. Era il 1952 e da allora ci sono stati altri 26 arrivi sull’Alpe, di cui due nello stesso anno, il 1979, quando Agostinho e Zoetemelk riuscirono a trionfare in cima ai 1850 metri della mitica salita HC. L’ultimo arrivo risale a 3 anni fa e fu decisivo ai fini della classifica finale con Carlos Sastre che in sordina, anche grazie al gioco di squadra degli Schleck Brother (con Frank in giallo), riuscì a prendere lungo i 21 tornanti della salita quel vantaggio che gli consentì di vincere il Tour contro ogni pronostico.

Modane Valfréjus

3500 abitanti a 1000 mt d’altezza tra la Savoia e l’Italia, l’Haute Maurienne e l’Haute Alpes. Ma Modane non è però un posto sperduto: è a sole 4 ore di TGV da Parigi, può usufruire del famoso tunnel del Frejus, si trova al centro del centralissimo asse ferroviario Torino-Lione e dopo il 1992 ha cercato di beneficiare al massimo del Trattato di Schengen Per cui questo piccolo centro, da paese essenzialmente agricolo ha cercato di fare leva sul turismo invernale, continuando però a sviluppare altri progetti, in particolare quello della ricerca fisica di laboratorio.

Alpe d'Huez

La montagna degli olandesi è stata conquistata per la prima volta da un italiano, Coppi. Era il 1952 e da allora ci sono stati altri 26 arrivi sull’Alpe, di cui due nello stesso anno, il 1979, quando Agostinho e Zoetemelk riuscirono a trionfare in cima ai 1850 metri della mitica salita HC. L’ultimo arrivo risale a 3 anni fa e fu decisivo ai fini della classifica finale con Carlos Sastre che in sordina, anche grazie al gioco di squadra degli Schleck Brother (con Frank in giallo), riuscì a prendere lungo i 21 tornanti della salita quel vantaggio che gli consentì di vincere il Tour contro ogni pronostico.

Modane Valfréjus

3500 abitanti a 1000 mt d’altezza tra la Savoia e l’Italia, l’Haute Maurienne e l’Haute Alpes. Ma Modane non è però un posto sperduto: è a sole 4 ore di TGV da Parigi, può usufruire del famoso tunnel del Frejus, si trova al centro del centralissimo asse ferroviario Torino-Lione e dopo il 1992 ha cercato di beneficiare al massimo del Trattato di Schengen Per cui questo piccolo centro, da paese essenzialmente agricolo ha cercato di fare leva sul turismo invernale, continuando però a sviluppare altri progetti, in particolare quello della ricerca fisica di laboratorio.

Alpe d'Huez

La montagna degli olandesi è stata conquistata per la prima volta da un italiano, Coppi. Era il 1952 e da allora ci sono stati altri 26 arrivi sull’Alpe, di cui due nello stesso anno, il 1979, quando Agostinho e Zoetemelk riuscirono a trionfare in cima ai 1850 metri della mitica salita HC. L’ultimo arrivo risale a 3 anni fa e fu decisivo ai fini della classifica finale con Carlos Sastre che in sordina, anche grazie al gioco di squadra degli Schleck Brother (con Frank in giallo), riuscì a prendere lungo i 21 tornanti della salita quel vantaggio che gli consentì di vincere il Tour contro ogni pronostico.

Modane Valfréjus

3500 abitanti a 1000 mt d’altezza tra la Savoia e l’Italia, l’Haute Maurienne e l’Haute Alpes. Ma Modane non è però un posto sperduto: è a sole 4 ore di TGV da Parigi, può usufruire del famoso tunnel del Frejus, si trova al centro del centralissimo asse ferroviario Torino-Lione e dopo il 1992 ha cercato di beneficiare al massimo del Trattato di Schengen Per cui questo piccolo centro, da paese essenzialmente agricolo ha cercato di fare leva sul turismo invernale, continuando però a sviluppare altri progetti, in particolare quello della ricerca fisica di laboratorio.

Alpe d'Huez

La montagna degli olandesi è stata conquistata per la prima volta da un italiano, Coppi. Era il 1952 e da allora ci sono stati altri 26 arrivi sull’Alpe, di cui due nello stesso anno, il 1979, quando Agostinho e Zoetemelk riuscirono a trionfare in cima ai 1850 metri della mitica salita HC. L’ultimo arrivo risale a 3 anni fa e fu decisivo ai fini della classifica finale con Carlos Sastre che in sordina, anche grazie al gioco di squadra degli Schleck Brother (con Frank in giallo), riuscì a prendere lungo i 21 tornanti della salita quel vantaggio che gli consentì di vincere il Tour contro ogni pronostico.

Modane Valfréjus

3500 abitanti a 1000 mt d’altezza tra la Savoia e l’Italia, l’Haute Maurienne e l’Haute Alpes. Ma Modane non è però un posto sperduto: è a sole 4 ore di TGV da Parigi, può usufruire del famoso tunnel del Frejus, si trova al centro del centralissimo asse ferroviario Torino-Lione e dopo il 1992 ha cercato di beneficiare al massimo del Trattato di Schengen Per cui questo piccolo centro, da paese essenzialmente agricolo ha cercato di fare leva sul turismo invernale, continuando però a sviluppare altri progetti, in particolare quello della ricerca fisica di laboratorio.

Alpe d'Huez

La montagna degli olandesi è stata conquistata per la prima volta da un italiano, Coppi. Era il 1952 e da allora ci sono stati altri 26 arrivi sull’Alpe, di cui due nello stesso anno, il 1979, quando Agostinho e Zoetemelk riuscirono a trionfare in cima ai 1850 metri della mitica salita HC. L’ultimo arrivo risale a 3 anni fa e fu decisivo ai fini della classifica finale con Carlos Sastre che in sordina, anche grazie al gioco di squadra degli Schleck Brother (con Frank in giallo), riuscì a prendere lungo i 21 tornanti della salita quel vantaggio che gli consentì di vincere il Tour contro ogni pronostico.

Meteo

14.30 - Modane Valfréjus
15.55 - Col du Galibier
17.30 - Alpe d'Huez

Soggetti Alternativi

Alla prima esperienza al Tour de France dopo aver corso per due volte la Vuelta di Spagna (concludendola in entrambi i casi). Approdato in questa stagione alla BMC dopo averne trascorse due nella Quick Step e tre alla Liquigas, è corridore di fatica, pronto a dare l'anima per i propri capitani. Tuttavia, quando ne ha la possibilità, sa sfruttare bene le sue chanche e le sue doti di passista-scalatore: lo scorso anno ha fatto sua la Settimana Coppi e Bartali ed è giunto 2° al Campionato Italiano (7° quest'anno), vanta anche un 3° posto nella Japan Cup. La sua prima Grande Boucle, oltre che per fare ulteriore esperienza, lo vede in toto al servizio di Cadel Evans, pronto a giocarsi il Tour in queste ultime tappe. Anche perchè l'australiano sa benissimo quanto può essere utile votarsi ad un...Santaromita!

Vivian Ghianni

Alla prima esperienza al Tour de France dopo aver corso per due volte la Vuelta di Spagna (concludendola in entrambi i casi). Approdato in questa stagione alla BMC dopo averne trascorse due nella Quick Step e tre alla Liquigas, è corridore di fatica, pronto a dare l'anima per i propri capitani. Tuttavia, quando ne ha la possibilità, sa sfruttare bene le sue chanche e le sue doti di passista-scalatore: lo scorso anno ha fatto sua la Settimana Coppi e Bartali ed è giunto 2° al Campionato Italiano (7° quest'anno), vanta anche un 3° posto nella Japan Cup. La sua prima Grande Boucle, oltre che per fare ulteriore esperienza, lo vede in toto al servizio di Cadel Evans, pronto a giocarsi il Tour in queste ultime tappe. Anche perchè l'australiano sa benissimo quanto può essere utile votarsi ad un...Santaromita!

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Alla prima esperienza al Tour de France dopo aver corso per due volte la Vuelta di Spagna (concludendola in entrambi i casi). Approdato in questa stagione alla BMC dopo averne trascorse due nella Quick Step e tre alla Liquigas, è corridore di fatica, pronto a dare l'anima per i propri capitani. Tuttavia, quando ne ha la possibilità, sa sfruttare bene le sue chanche e le sue doti di passista-scalatore: lo scorso anno ha fatto sua la Settimana Coppi e Bartali ed è giunto 2° al Campionato Italiano (7° quest'anno), vanta anche un 3° posto nella Japan Cup. La sua prima Grande Boucle, oltre che per fare ulteriore esperienza, lo vede in toto al servizio di Cadel Evans, pronto a giocarsi il Tour in queste ultime tappe. Anche perchè l'australiano sa benissimo quanto può essere utile votarsi ad un...Santaromita!

TourTweet

Scheckfrank: Felice e orgoglioso di essere un @leopardtrek. E siamo orgogliosi di essere due fratelli lussemburghesi

CARLOSBARREDO: Giorno duro ma penso che sia stato bello per il pubblico. Questo è il ciclismo d'attacco!

Levileipheimer: Congratulazioni Andy, è stata una prestazione strepitosa. Penso che Wouter ne sarebbe orgoglioso

GeraintThomas86: Attenzione ragazze norvegesi. Stiamo organizzando qualcosa per Eddie. Ha bisogno di un appuntamento per la nostra cena di squadra a Parigi. Le candidate inviino una foto su twitter!

La classifica al contrario

Marcel SiebergQuel dì, 21 luglio dell'Anno Domini 2011, fu il giorno passato alla storia come quello della Grande Sanatoria Universale che si abbattè sul Tour de France minandone alla radice ogni possibile ipotesi di credibilità. Un'episodio che ci ha lasciato in eredità l'ennesima classifica da riscrivere, e stavolta non per richiesta di qualche corridore incidentalmente biondo che si sente defraudato di chissà cosa, ma per effettiva evidenza dei fatti.
Nel primo vero tappone alpino succede un fatto increscioso, e cioè che ben 89 corridori dei 168 ancora in gara si avvantaggino troppo, in maniera irregolare (si sa che nella nostra classifica chi guadagna troppo viene automaticamente escluso: perché anche nelle vittorie al contrario ci vuole misura, e che diamine!), e non vengano esclusi dalla corsa come il regolamento vorrebbe. Va bene che c'è il solito cavillo salvagarbugli che recita testualmente che, «alla fine della fiera, la Giuria può fare un po' come cacchio le pare»; ma se ci mettiamo nei panni di Ramunas Navardauskas, che sarebbe maglia nera senza la decisione buonista e panteista dei giudici di non escludere nessuno degli 89, capiremmo meglio il significato del verbo rosicare. Per non parlare di Sergio Paulinho, che avrebbe vinto la tappa al contrario, in caso di inflessibilità da parte dell'organo giudicante.
Comunque, siccome in fondo siamo uomini di mondo, accettiamo il verdetto e tiremm' innanz', presentando in Marcel Sieberg il vincitore della tappa, una tappa che - malgrado i grandi (abusivi) distacchi - non è che abbia poi offerto tutto questo spettacolo per il successo di giornata al contrario. Il tedesco della Omega Pharma si è imposto nel foltissimo sprint di gruppo davanti a Mangel, Bozic, Burghardt, Terpstra e via via tutti gli altri. Ben 35'40" è lo scandaloso distacco che gli 89 hanno affibbiato a Andy Schleck, ultimo.
E visto che tutti i più forti sono arrivati insieme, la classifica non cambia di una virgola: abbiamo sempre il nostro Fabio Sabatini al primo posto, per il corridore della Liquigas l'importante è aver superato indenne un altro giorno, e ora ne mancano solo 3 a Parigi e alla conquista dell'agognata maglia nera. Secondo è Andrey CicloAmador, a 2'06", terzo Pate a 7'36", quarto Jérôme a 9'31" e quinto Burghardt a 12'33". Navardauskas è comunque messo benino, col suo nono posto a 17'27" da Sabatini; Voeckler invece è messo malissimo (ultimo a 3h26'21", sforata alla grande la barriera delle 3 ore di ritardo), ma questo ormai non rappresenta più una novità.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Marcel SiebergQuel dì, 21 luglio dell'Anno Domini 2011, fu il giorno passato alla storia come quello della Grande Sanatoria Universale che si abbattè sul Tour de France minandone alla radice ogni possibile ipotesi di credibilità. Un'episodio che ci ha lasciato in eredità l'ennesima classifica da riscrivere, e stavolta non per richiesta di qualche corridore incidentalmente biondo che si sente defraudato di chissà cosa, ma per effettiva evidenza dei fatti.
Nel primo vero tappone alpino succede un fatto increscioso, e cioè che ben 89 corridori dei 168 ancora in gara si avvantaggino troppo, in maniera irregolare (si sa che nella nostra classifica chi guadagna troppo viene automaticamente escluso: perché anche nelle vittorie al contrario ci vuole misura, e che diamine!), e non vengano esclusi dalla corsa come il regolamento vorrebbe. Va bene che c'è il solito cavillo salvagarbugli che recita testualmente che, «alla fine della fiera, la Giuria può fare un po' come cacchio le pare»; ma se ci mettiamo nei panni di Ramunas Navardauskas, che sarebbe maglia nera senza la decisione buonista e panteista dei giudici di non escludere nessuno degli 89, capiremmo meglio il significato del verbo rosicare. Per non parlare di Sergio Paulinho, che avrebbe vinto la tappa al contrario, in caso di inflessibilità da parte dell'organo giudicante.
Comunque, siccome in fondo siamo uomini di mondo, accettiamo il verdetto e tiremm' innanz', presentando in Marcel Sieberg il vincitore della tappa, una tappa che - malgrado i grandi (abusivi) distacchi - non è che abbia poi offerto tutto questo spettacolo per il successo di giornata al contrario. Il tedesco della Omega Pharma si è imposto nel foltissimo sprint di gruppo davanti a Mangel, Bozic, Burghardt, Terpstra e via via tutti gli altri. Ben 35'40" è lo scandaloso distacco che gli 89 hanno affibbiato a Andy Schleck, ultimo.
E visto che tutti i più forti sono arrivati insieme, la classifica non cambia di una virgola: abbiamo sempre il nostro Fabio Sabatini al primo posto, per il corridore della Liquigas l'importante è aver superato indenne un altro giorno, e ora ne mancano solo 3 a Parigi e alla conquista dell'agognata maglia nera. Secondo è Andrey CicloAmador, a 2'06", terzo Pate a 7'36", quarto Jérôme a 9'31" e quinto Burghardt a 12'33". Navardauskas è comunque messo benino, col suo nono posto a 17'27" da Sabatini; Voeckler invece è messo malissimo (ultimo a 3h26'21", sforata alla grande la barriera delle 3 ore di ritardo), ma questo ormai non rappresenta più una novità.

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2011 – 19a tappa
Rassegna TourNotes 2011 – 19a tappa
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Rassegna TourNotes 2011 – 19a tappa
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La classifica al contrario

Marcel SiebergQuel dì, 21 luglio dell'Anno Domini 2011, fu il giorno passato alla storia come quello della Grande Sanatoria Universale che si abbattè sul Tour de France minandone alla radice ogni possibile ipotesi di credibilità. Un'episodio che ci ha lasciato in eredità l'ennesima classifica da riscrivere, e stavolta non per richiesta di qualche corridore incidentalmente biondo che si sente defraudato di chissà cosa, ma per effettiva evidenza dei fatti.
Nel primo vero tappone alpino succede un fatto increscioso, e cioè che ben 89 corridori dei 168 ancora in gara si avvantaggino troppo, in maniera irregolare (si sa che nella nostra classifica chi guadagna troppo viene automaticamente escluso: perché anche nelle vittorie al contrario ci vuole misura, e che diamine!), e non vengano esclusi dalla corsa come il regolamento vorrebbe. Va bene che c'è il solito cavillo salvagarbugli che recita testualmente che, «alla fine della fiera, la Giuria può fare un po' come cacchio le pare»; ma se ci mettiamo nei panni di Ramunas Navardauskas, che sarebbe maglia nera senza la decisione buonista e panteista dei giudici di non escludere nessuno degli 89, capiremmo meglio il significato del verbo rosicare. Per non parlare di Sergio Paulinho, che avrebbe vinto la tappa al contrario, in caso di inflessibilità da parte dell'organo giudicante.
Comunque, siccome in fondo siamo uomini di mondo, accettiamo il verdetto e tiremm' innanz', presentando in Marcel Sieberg il vincitore della tappa, una tappa che - malgrado i grandi (abusivi) distacchi - non è che abbia poi offerto tutto questo spettacolo per il successo di giornata al contrario. Il tedesco della Omega Pharma si è imposto nel foltissimo sprint di gruppo davanti a Mangel, Bozic, Burghardt, Terpstra e via via tutti gli altri. Ben 35'40" è lo scandaloso distacco che gli 89 hanno affibbiato a Andy Schleck, ultimo.
E visto che tutti i più forti sono arrivati insieme, la classifica non cambia di una virgola: abbiamo sempre il nostro Fabio Sabatini al primo posto, per il corridore della Liquigas l'importante è aver superato indenne un altro giorno, e ora ne mancano solo 3 a Parigi e alla conquista dell'agognata maglia nera. Secondo è Andrey CicloAmador, a 2'06", terzo Pate a 7'36", quarto Jérôme a 9'31" e quinto Burghardt a 12'33". Navardauskas è comunque messo benino, col suo nono posto a 17'27" da Sabatini; Voeckler invece è messo malissimo (ultimo a 3h26'21", sforata alla grande la barriera delle 3 ore di ritardo), ma questo ormai non rappresenta più una novità.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Marcel SiebergQuel dì, 21 luglio dell'Anno Domini 2011, fu il giorno passato alla storia come quello della Grande Sanatoria Universale che si abbattè sul Tour de France minandone alla radice ogni possibile ipotesi di credibilità. Un'episodio che ci ha lasciato in eredità l'ennesima classifica da riscrivere, e stavolta non per richiesta di qualche corridore incidentalmente biondo che si sente defraudato di chissà cosa, ma per effettiva evidenza dei fatti.
Nel primo vero tappone alpino succede un fatto increscioso, e cioè che ben 89 corridori dei 168 ancora in gara si avvantaggino troppo, in maniera irregolare (si sa che nella nostra classifica chi guadagna troppo viene automaticamente escluso: perché anche nelle vittorie al contrario ci vuole misura, e che diamine!), e non vengano esclusi dalla corsa come il regolamento vorrebbe. Va bene che c'è il solito cavillo salvagarbugli che recita testualmente che, «alla fine della fiera, la Giuria può fare un po' come cacchio le pare»; ma se ci mettiamo nei panni di Ramunas Navardauskas, che sarebbe maglia nera senza la decisione buonista e panteista dei giudici di non escludere nessuno degli 89, capiremmo meglio il significato del verbo rosicare. Per non parlare di Sergio Paulinho, che avrebbe vinto la tappa al contrario, in caso di inflessibilità da parte dell'organo giudicante.
Comunque, siccome in fondo siamo uomini di mondo, accettiamo il verdetto e tiremm' innanz', presentando in Marcel Sieberg il vincitore della tappa, una tappa che - malgrado i grandi (abusivi) distacchi - non è che abbia poi offerto tutto questo spettacolo per il successo di giornata al contrario. Il tedesco della Omega Pharma si è imposto nel foltissimo sprint di gruppo davanti a Mangel, Bozic, Burghardt, Terpstra e via via tutti gli altri. Ben 35'40" è lo scandaloso distacco che gli 89 hanno affibbiato a Andy Schleck, ultimo.
E visto che tutti i più forti sono arrivati insieme, la classifica non cambia di una virgola: abbiamo sempre il nostro Fabio Sabatini al primo posto, per il corridore della Liquigas l'importante è aver superato indenne un altro giorno, e ora ne mancano solo 3 a Parigi e alla conquista dell'agognata maglia nera. Secondo è Andrey CicloAmador, a 2'06", terzo Pate a 7'36", quarto Jérôme a 9'31" e quinto Burghardt a 12'33". Navardauskas è comunque messo benino, col suo nono posto a 17'27" da Sabatini; Voeckler invece è messo malissimo (ultimo a 3h26'21", sforata alla grande la barriera delle 3 ore di ritardo), ma questo ormai non rappresenta più una novità.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Marcel SiebergQuel dì, 21 luglio dell'Anno Domini 2011, fu il giorno passato alla storia come quello della Grande Sanatoria Universale che si abbattè sul Tour de France minandone alla radice ogni possibile ipotesi di credibilità. Un'episodio che ci ha lasciato in eredità l'ennesima classifica da riscrivere, e stavolta non per richiesta di qualche corridore incidentalmente biondo che si sente defraudato di chissà cosa, ma per effettiva evidenza dei fatti.
Nel primo vero tappone alpino succede un fatto increscioso, e cioè che ben 89 corridori dei 168 ancora in gara si avvantaggino troppo, in maniera irregolare (si sa che nella nostra classifica chi guadagna troppo viene automaticamente escluso: perché anche nelle vittorie al contrario ci vuole misura, e che diamine!), e non vengano esclusi dalla corsa come il regolamento vorrebbe. Va bene che c'è il solito cavillo salvagarbugli che recita testualmente che, «alla fine della fiera, la Giuria può fare un po' come cacchio le pare»; ma se ci mettiamo nei panni di Ramunas Navardauskas, che sarebbe maglia nera senza la decisione buonista e panteista dei giudici di non escludere nessuno degli 89, capiremmo meglio il significato del verbo rosicare. Per non parlare di Sergio Paulinho, che avrebbe vinto la tappa al contrario, in caso di inflessibilità da parte dell'organo giudicante.
Comunque, siccome in fondo siamo uomini di mondo, accettiamo il verdetto e tiremm' innanz', presentando in Marcel Sieberg il vincitore della tappa, una tappa che - malgrado i grandi (abusivi) distacchi - non è che abbia poi offerto tutto questo spettacolo per il successo di giornata al contrario. Il tedesco della Omega Pharma si è imposto nel foltissimo sprint di gruppo davanti a Mangel, Bozic, Burghardt, Terpstra e via via tutti gli altri. Ben 35'40" è lo scandaloso distacco che gli 89 hanno affibbiato a Andy Schleck, ultimo.
E visto che tutti i più forti sono arrivati insieme, la classifica non cambia di una virgola: abbiamo sempre il nostro Fabio Sabatini al primo posto, per il corridore della Liquigas l'importante è aver superato indenne un altro giorno, e ora ne mancano solo 3 a Parigi e alla conquista dell'agognata maglia nera. Secondo è Andrey CicloAmador, a 2'06", terzo Pate a 7'36", quarto Jérôme a 9'31" e quinto Burghardt a 12'33". Navardauskas è comunque messo benino, col suo nono posto a 17'27" da Sabatini; Voeckler invece è messo malissimo (ultimo a 3h26'21", sforata alla grande la barriera delle 3 ore di ritardo), ma questo ormai non rappresenta più una novità.

Marco Grassi

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Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano