La 17esima tappa del Tour regala all'Italia uno sconfinamento ricco di suggestioni, ma che probabilmente non inciderà in maniera profonda sulla classifica (anche se mai dire mai). Si parte da Gap e per 70 km non c'è nulla di rilevante nel profilo altimetrico, ma poi, dopo la Côte de Sainte-Marguerite e il passaggio dalla mitica Briançon, si affronta il Monginevro, dopo la cui cima si entra nella provincia di Torino. Non è ormai questa una montagna che possa fare la differenza (tantopiù se posta a 90 km dal traguardo); così come non si immagina che possa creare sconquassi la scalata al Sestrière, 11 km al 6.3% di pendenza media. Dalla celebre cima, 46 km di discesa fino a Villar Perosa e poi, su un percorso che ricalca la tappa del Giro vinta da Danilo Di Luca nel 2009, i 7 km del Pramartino, molto irregolari (tratti al 15-16% si alternano a momenti di - addirittura - pianura), prima della picchiata di 8 km verso il traguardo di Pinerolo. Non è comunque detto che una salita del genere, seppur di 2a categoria, non possa regalare un finale abbastanza spettacolare, anche alla luce di quanto visto ieri.
In una tappa come questa il pronostico è apertissimo perché le probabilità che una fuga da lontano abbia buon esito sono abbastanza elevate e per questo motivo le quote di BetClic.it sono tutte abbastanza alte e indovinare il vincitore può far guadagnare un bel gruzzoletto (di conseguenza la quota "altro" è bassissima, appena 1.30). In pole position troviamo Sylvain Chavanel e Philippe Gilbert entrambi a 15: il francese ci proverà sicuramente da lontano mentre il vallone ha buone tutte e due le opzioni, sia la fuga (ma la HTC potrebbe non lasciarlo andare), sia il testa a testa con i migliori (può limitare i danni in salita e vincere in volata). Particolarmente elevate ci sembrano le quotazioni di Cadel Evans e Thomas Voeckler, pagati addirittura 50 volte la posta in caso di successo: sulla maglia gialla ci sono sempre dubbi di tenuta ma finora ha stupito e in un arrivo ristretto può dire la sua mentre l'australiano è in grande condizione e ieri ha staccato tutti rivali per la classifica generale.
Oltre che numerosi arrivi, la cittadina di Gap ha ospitato anche parecchie partenze di tappe della Grande Boucle. La più recente, nel 2006, con arrivo all'Alpe d'Huez, vide una lunga fuga avvantaggiarsi nei chilometri iniziali, con Frank Schleck che riuscì a precedere Damiano Cunego e Stefano Garzelli (il varesino transitò per primo sull'Izoard) e cogliere il primo dei suoi due successi al Tour. Una fuga premiò anche Jakob Piil (anche lui in maglia CSC) tre anni prima nella Gap-Marsiglia e Chepe González nel 1996 nella Gap-Valence, mentre nel 1991 Gianni Bugno firmò la seconda vittoria consecutiva all'Alpe d'Huez, la cui frazione quell'anno partiva ancora da Gap. Soddisfazioni azzurre più indietro nel tempo nella classica Gap-Briançon vinta da Coppi nel '51 e da Battistini nel '60, mentre Defilippis s'impose nel '56 nella tappa che, come quest'anno, sconfinava in Italia, sfilando a braccia alzate sul traguardo della Gap-Torino.