Il Portale del Ciclismo professionistico

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Ancora un arrivo in quota non troppo impegnativo caratterizzerà la seconda giornata di questo secondo week end di Giro d'Italia. Il nome di Lago Laceno non suona nuovo agli appassionati anche non troppo navigati che ricorderanno la bella battaglia tra Pantani, Bartoli e Zülle nel Giro del '98. Subito salita in partenza verso il Valico delle Cinque Miglia, 20 km di ascesa e nemmeno un traguardo Gpm (per dire la facilità della scalata); quindi 40 km di discese e falsopiani prima del Valico di Macerone, breve e duro come una côte ardennese (3.6 km al 7% medio). I 160 km successivi sono però abbastanza facili, pur contenendo qualche mangia-e-bevi che indurirà le gambe di qualcuno. Infine la salita conclusiva, quel Colle Molella che svetta a 4 km abbondanti dall'arrivo di Lago Laceno: in questo caso il dato della pendenza media (inferiore al 6%) è ingannevole, infatti i primi 5-6 km di ascesa sono abbastanza risibili, ma vengono seguiti da 3 km costantemente sopra al 10%, e qui potremo vedere un primo anticipo di vera lotta tra i big. Il fatto che i 4 km tra la vetta e il traguardo siano completamente piatti farà comunque in modo che gli eventuali distacchi restino limitati a poche decine di secondi al massimo.

L'arrivo di Lago Laceno secondo Leaderbet.com favorisce due grandi protagonisti di ieri: Michele Scarponi e Joaquím Rodríguez. L'italiano e lo spagnolo sono infatti dati a 9.00. Ma gli ultimi quattro facili chilometri della tappa potrebbero avvantaggiare corridori veloci come Cunego e Gasparotto quotati rispettivamente 10.00 e a 14.00. Anche il bis di Tiralongo paga 14 volte la posta in gioco ma appare più interessante la quota che Leaderbet .com riserva ad alcuni piazzati di Rocca di Cambio: Moreno è infatti dato a 19.00 mentre Schelck a un interessantissimo 26.00. Tra i corridori resistenti dotati di un buono spunto occhio a Felline che ieri è arrivato a ridosso dei primi: la quota assegnata da Leaderbet.com (34.00) al corridore dell'Androni potrebbe rivelarsi un grande affare.

Sulmona

Città abruzzese di circa 25 mila abitanti, Sulmona sorge a ridosso del Parco Nazionale della Majella. Il nome parrebbe derivare, sia secondo Ovidio (originario proprio di qui) che Sillio Italico, da un compagno di Enea, Solimo, ed è quindi di origine troiana. Durante l'epoca romana fu distrutta dal dittatore Silla. Nel Medioevo la dinastia degli Svevi, con Federico II, fece rinascere Sulmona, arricchendola con la costruzione di opere architettoniche eccezionali come l'acquedotto che si può ancora ammirare nel suo splendore. Alla dominazione germanica segue quella angioina. Nel 1706 viene distrutta da un terremoto, dopo che identica sorte era toccata a L'Aquila tre anni prima. Rinata come nodo strategico ferroviario e stradale, Sulmona verrà nuovamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale proprio per la sua rilevanza logistica. La città ospita oggi numerosi eventi come la Giostra Cavalleresca di Sulmona, il Sulmona Rock Festival, Sulmonacinema Film Festival ed il Certamen Ovidianum Sulmonense, concorso internazionale di latino giunto alla sua decima edizione e riservato agli studenti del Liceo Classico.

Lago Laceno

Questa frazione di Bagnoli Irpino, provincia di Avellino, sorge su un altipiano di 1050 metri s.l.m. ed ha ospitato l'arrivo del Giro d'Italia soltanto due volte. Nel 1978 la corsa rosa partì da Catania ed all'ottava tappa, la Selva di Fasano-Lago Laceno (256 km), fu doppietta belga, con Roger De Vlaeminck e precedere Eddy Merckx. Terzo un Felice Gimondi che preedette Fausto Bertoglio e, in maglia rosa, arriverà a Milano con le insegne del primato, davanti ad un altro belga, Johan De Muynck, e proprio a Bertoglio. Solo 22 anni dopo il Giro tornerà quassù, nel 1998. È la sesta tappa (Maddaloni-Lago Laceno) e Marco Pantanti darà un assaggio di quel che avverrà sulle Dolomiti con un assolo cui non seppe tenere testa nessuno. La salita non eccessivamente dura ed il falsopiano successivo allo scollinamento permetterà alla maglia rosa Alex Zülle, già vincitore del prologo di Nizza, di bissare il successo davanti ad un Michele Bartoli in stato di grazia ed al forte scalatore transalpino Luc Leblanc. Pantani chiuderà quarto ma farà pagare con gli interessi - e che interessi - questo sgarbo a Zülle, che scoppierà letteralmente sulle Alpi. Inutile dire che in rosa a Milano non ci sarà Zülle ma Pantani, seguito da Pavel Tonkov e Giuseppe Guerini.

Francesco Sulas
Sulmona

Città abruzzese di circa 25 mila abitanti, Sulmona sorge a ridosso del Parco Nazionale della Majella. Il nome parrebbe derivare, sia secondo Ovidio (originario proprio di qui) che Sillio Italico, da un compagno di Enea, Solimo, ed è quindi di origine troiana. Durante l'epoca romana fu distrutta dal dittatore Silla. Nel Medioevo la dinastia degli Svevi, con Federico II, fece rinascere Sulmona, arricchendola con la costruzione di opere architettoniche eccezionali come l'acquedotto che si può ancora ammirare nel suo splendore. Alla dominazione germanica segue quella angioina. Nel 1706 viene distrutta da un terremoto, dopo che identica sorte era toccata a L'Aquila tre anni prima. Rinata come nodo strategico ferroviario e stradale, Sulmona verrà nuovamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale proprio per la sua rilevanza logistica. La città ospita oggi numerosi eventi come la Giostra Cavalleresca di Sulmona, il Sulmona Rock Festival, Sulmonacinema Film Festival ed il Certamen Ovidianum Sulmonense, concorso internazionale di latino giunto alla sua decima edizione e riservato agli studenti del Liceo Classico.

Lago Laceno

Questa frazione di Bagnoli Irpino, provincia di Avellino, sorge su un altipiano di 1050 metri s.l.m. ed ha ospitato l'arrivo del Giro d'Italia soltanto due volte. Nel 1978 la corsa rosa partì da Catania ed all'ottava tappa, la Selva di Fasano-Lago Laceno (256 km), fu doppietta belga, con Roger De Vlaeminck e precedere Eddy Merckx. Terzo un Felice Gimondi che preedette Fausto Bertoglio e, in maglia rosa, arriverà a Milano con le insegne del primato, davanti ad un altro belga, Johan De Muynck, e proprio a Bertoglio. Solo 22 anni dopo il Giro tornerà quassù, nel 1998. È la sesta tappa (Maddaloni-Lago Laceno) e Marco Pantanti darà un assaggio di quel che avverrà sulle Dolomiti con un assolo cui non seppe tenere testa nessuno. La salita non eccessivamente dura ed il falsopiano successivo allo scollinamento permetterà alla maglia rosa Alex Zülle, già vincitore del prologo di Nizza, di bissare il successo davanti ad un Michele Bartoli in stato di grazia ed al forte scalatore transalpino Luc Leblanc. Pantani chiuderà quarto ma farà pagare con gli interessi - e che interessi - questo sgarbo a Zülle, che scoppierà letteralmente sulle Alpi. Inutile dire che in rosa a Milano non ci sarà Zülle ma Pantani, seguito da Pavel Tonkov e Giuseppe Guerini.

Sulmona

Città abruzzese di circa 25 mila abitanti, Sulmona sorge a ridosso del Parco Nazionale della Majella. Il nome parrebbe derivare, sia secondo Ovidio (originario proprio di qui) che Sillio Italico, da un compagno di Enea, Solimo, ed è quindi di origine troiana. Durante l'epoca romana fu distrutta dal dittatore Silla. Nel Medioevo la dinastia degli Svevi, con Federico II, fece rinascere Sulmona, arricchendola con la costruzione di opere architettoniche eccezionali come l'acquedotto che si può ancora ammirare nel suo splendore. Alla dominazione germanica segue quella angioina. Nel 1706 viene distrutta da un terremoto, dopo che identica sorte era toccata a L'Aquila tre anni prima. Rinata come nodo strategico ferroviario e stradale, Sulmona verrà nuovamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale proprio per la sua rilevanza logistica. La città ospita oggi numerosi eventi come la Giostra Cavalleresca di Sulmona, il Sulmona Rock Festival, Sulmonacinema Film Festival ed il Certamen Ovidianum Sulmonense, concorso internazionale di latino giunto alla sua decima edizione e riservato agli studenti del Liceo Classico.

Lago Laceno

Questa frazione di Bagnoli Irpino, provincia di Avellino, sorge su un altipiano di 1050 metri s.l.m. ed ha ospitato l'arrivo del Giro d'Italia soltanto due volte. Nel 1978 la corsa rosa partì da Catania ed all'ottava tappa, la Selva di Fasano-Lago Laceno (256 km), fu doppietta belga, con Roger De Vlaeminck e precedere Eddy Merckx. Terzo un Felice Gimondi che preedette Fausto Bertoglio e, in maglia rosa, arriverà a Milano con le insegne del primato, davanti ad un altro belga, Johan De Muynck, e proprio a Bertoglio. Solo 22 anni dopo il Giro tornerà quassù, nel 1998. È la sesta tappa (Maddaloni-Lago Laceno) e Marco Pantanti darà un assaggio di quel che avverrà sulle Dolomiti con un assolo cui non seppe tenere testa nessuno. La salita non eccessivamente dura ed il falsopiano successivo allo scollinamento permetterà alla maglia rosa Alex Zülle, già vincitore del prologo di Nizza, di bissare il successo davanti ad un Michele Bartoli in stato di grazia ed al forte scalatore transalpino Luc Leblanc. Pantani chiuderà quarto ma farà pagare con gli interessi - e che interessi - questo sgarbo a Zülle, che scoppierà letteralmente sulle Alpi. Inutile dire che in rosa a Milano non ci sarà Zülle ma Pantani, seguito da Pavel Tonkov e Giuseppe Guerini.

Sulmona

Città abruzzese di circa 25 mila abitanti, Sulmona sorge a ridosso del Parco Nazionale della Majella. Il nome parrebbe derivare, sia secondo Ovidio (originario proprio di qui) che Sillio Italico, da un compagno di Enea, Solimo, ed è quindi di origine troiana. Durante l'epoca romana fu distrutta dal dittatore Silla. Nel Medioevo la dinastia degli Svevi, con Federico II, fece rinascere Sulmona, arricchendola con la costruzione di opere architettoniche eccezionali come l'acquedotto che si può ancora ammirare nel suo splendore. Alla dominazione germanica segue quella angioina. Nel 1706 viene distrutta da un terremoto, dopo che identica sorte era toccata a L'Aquila tre anni prima. Rinata come nodo strategico ferroviario e stradale, Sulmona verrà nuovamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale proprio per la sua rilevanza logistica. La città ospita oggi numerosi eventi come la Giostra Cavalleresca di Sulmona, il Sulmona Rock Festival, Sulmonacinema Film Festival ed il Certamen Ovidianum Sulmonense, concorso internazionale di latino giunto alla sua decima edizione e riservato agli studenti del Liceo Classico.

Lago Laceno

Questa frazione di Bagnoli Irpino, provincia di Avellino, sorge su un altipiano di 1050 metri s.l.m. ed ha ospitato l'arrivo del Giro d'Italia soltanto due volte. Nel 1978 la corsa rosa partì da Catania ed all'ottava tappa, la Selva di Fasano-Lago Laceno (256 km), fu doppietta belga, con Roger De Vlaeminck e precedere Eddy Merckx. Terzo un Felice Gimondi che preedette Fausto Bertoglio e, in maglia rosa, arriverà a Milano con le insegne del primato, davanti ad un altro belga, Johan De Muynck, e proprio a Bertoglio. Solo 22 anni dopo il Giro tornerà quassù, nel 1998. È la sesta tappa (Maddaloni-Lago Laceno) e Marco Pantanti darà un assaggio di quel che avverrà sulle Dolomiti con un assolo cui non seppe tenere testa nessuno. La salita non eccessivamente dura ed il falsopiano successivo allo scollinamento permetterà alla maglia rosa Alex Zülle, già vincitore del prologo di Nizza, di bissare il successo davanti ad un Michele Bartoli in stato di grazia ed al forte scalatore transalpino Luc Leblanc. Pantani chiuderà quarto ma farà pagare con gli interessi - e che interessi - questo sgarbo a Zülle, che scoppierà letteralmente sulle Alpi. Inutile dire che in rosa a Milano non ci sarà Zülle ma Pantani, seguito da Pavel Tonkov e Giuseppe Guerini.

Sulmona

Città abruzzese di circa 25 mila abitanti, Sulmona sorge a ridosso del Parco Nazionale della Majella. Il nome parrebbe derivare, sia secondo Ovidio (originario proprio di qui) che Sillio Italico, da un compagno di Enea, Solimo, ed è quindi di origine troiana. Durante l'epoca romana fu distrutta dal dittatore Silla. Nel Medioevo la dinastia degli Svevi, con Federico II, fece rinascere Sulmona, arricchendola con la costruzione di opere architettoniche eccezionali come l'acquedotto che si può ancora ammirare nel suo splendore. Alla dominazione germanica segue quella angioina. Nel 1706 viene distrutta da un terremoto, dopo che identica sorte era toccata a L'Aquila tre anni prima. Rinata come nodo strategico ferroviario e stradale, Sulmona verrà nuovamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale proprio per la sua rilevanza logistica. La città ospita oggi numerosi eventi come la Giostra Cavalleresca di Sulmona, il Sulmona Rock Festival, Sulmonacinema Film Festival ed il Certamen Ovidianum Sulmonense, concorso internazionale di latino giunto alla sua decima edizione e riservato agli studenti del Liceo Classico.

Lago Laceno

Questa frazione di Bagnoli Irpino, provincia di Avellino, sorge su un altipiano di 1050 metri s.l.m. ed ha ospitato l'arrivo del Giro d'Italia soltanto due volte. Nel 1978 la corsa rosa partì da Catania ed all'ottava tappa, la Selva di Fasano-Lago Laceno (256 km), fu doppietta belga, con Roger De Vlaeminck e precedere Eddy Merckx. Terzo un Felice Gimondi che preedette Fausto Bertoglio e, in maglia rosa, arriverà a Milano con le insegne del primato, davanti ad un altro belga, Johan De Muynck, e proprio a Bertoglio. Solo 22 anni dopo il Giro tornerà quassù, nel 1998. È la sesta tappa (Maddaloni-Lago Laceno) e Marco Pantanti darà un assaggio di quel che avverrà sulle Dolomiti con un assolo cui non seppe tenere testa nessuno. La salita non eccessivamente dura ed il falsopiano successivo allo scollinamento permetterà alla maglia rosa Alex Zülle, già vincitore del prologo di Nizza, di bissare il successo davanti ad un Michele Bartoli in stato di grazia ed al forte scalatore transalpino Luc Leblanc. Pantani chiuderà quarto ma farà pagare con gli interessi - e che interessi - questo sgarbo a Zülle, che scoppierà letteralmente sulle Alpi. Inutile dire che in rosa a Milano non ci sarà Zülle ma Pantani, seguito da Pavel Tonkov e Giuseppe Guerini.

Sulmona

Città abruzzese di circa 25 mila abitanti, Sulmona sorge a ridosso del Parco Nazionale della Majella. Il nome parrebbe derivare, sia secondo Ovidio (originario proprio di qui) che Sillio Italico, da un compagno di Enea, Solimo, ed è quindi di origine troiana. Durante l'epoca romana fu distrutta dal dittatore Silla. Nel Medioevo la dinastia degli Svevi, con Federico II, fece rinascere Sulmona, arricchendola con la costruzione di opere architettoniche eccezionali come l'acquedotto che si può ancora ammirare nel suo splendore. Alla dominazione germanica segue quella angioina. Nel 1706 viene distrutta da un terremoto, dopo che identica sorte era toccata a L'Aquila tre anni prima. Rinata come nodo strategico ferroviario e stradale, Sulmona verrà nuovamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale proprio per la sua rilevanza logistica. La città ospita oggi numerosi eventi come la Giostra Cavalleresca di Sulmona, il Sulmona Rock Festival, Sulmonacinema Film Festival ed il Certamen Ovidianum Sulmonense, concorso internazionale di latino giunto alla sua decima edizione e riservato agli studenti del Liceo Classico.

Lago Laceno

Questa frazione di Bagnoli Irpino, provincia di Avellino, sorge su un altipiano di 1050 metri s.l.m. ed ha ospitato l'arrivo del Giro d'Italia soltanto due volte. Nel 1978 la corsa rosa partì da Catania ed all'ottava tappa, la Selva di Fasano-Lago Laceno (256 km), fu doppietta belga, con Roger De Vlaeminck e precedere Eddy Merckx. Terzo un Felice Gimondi che preedette Fausto Bertoglio e, in maglia rosa, arriverà a Milano con le insegne del primato, davanti ad un altro belga, Johan De Muynck, e proprio a Bertoglio. Solo 22 anni dopo il Giro tornerà quassù, nel 1998. È la sesta tappa (Maddaloni-Lago Laceno) e Marco Pantanti darà un assaggio di quel che avverrà sulle Dolomiti con un assolo cui non seppe tenere testa nessuno. La salita non eccessivamente dura ed il falsopiano successivo allo scollinamento permetterà alla maglia rosa Alex Zülle, già vincitore del prologo di Nizza, di bissare il successo davanti ad un Michele Bartoli in stato di grazia ed al forte scalatore transalpino Luc Leblanc. Pantani chiuderà quarto ma farà pagare con gli interessi - e che interessi - questo sgarbo a Zülle, che scoppierà letteralmente sulle Alpi. Inutile dire che in rosa a Milano non ci sarà Zülle ma Pantani, seguito da Pavel Tonkov e Giuseppe Guerini.

Meteo

11.00 - Sulmona
13.45 - Bojano
17.30 - Lago Laceno

Soggetti Alternativi

Altro dei debuttanti assoluti in una grande corsa a tappe, è fratello maggiore di Jesús, compagno di squadra alla Movistar non presente alla corsa rosa. Scalatore dalle buone doti, per la prima volta tra le file di una Pro Tour dopo la militanza in squadre Professional e Continental, si mise in luce già nel 2007, vincendo una tappa al Tour de l'Avenir. Successivamente sono giunti altri tre successi (una tappa al Giro del Portogallo ed una tappa e la classifica finale del Cinturó de l'Empordà e vari piazzamenti in piccole gare a tappe (curiosamente è riuscito ad arrivare per tre volte di fila sesto al Giro delle Asturie). Disputa la corsa rosa in una Movistar ben agguerrita, cercando di aiutare i propri capitani ma se riuscirà a tenere duro potrebbe ottenere anche un buon piazzamento finale nella generale. Inoltre con una fuga potrebbe anche cercare il successo di tappa. E così, più che un cavaliere errante, avremo un cavaliere...Herrada!

Vivian Ghianni

Altro dei debuttanti assoluti in una grande corsa a tappe, è fratello maggiore di Jesús, compagno di squadra alla Movistar non presente alla corsa rosa. Scalatore dalle buone doti, per la prima volta tra le file di una Pro Tour dopo la militanza in squadre Professional e Continental, si mise in luce già nel 2007, vincendo una tappa al Tour de l'Avenir. Successivamente sono giunti altri tre successi (una tappa al Giro del Portogallo ed una tappa e la classifica finale del Cinturó de l'Empordà e vari piazzamenti in piccole gare a tappe (curiosamente è riuscito ad arrivare per tre volte di fila sesto al Giro delle Asturie). Disputa la corsa rosa in una Movistar ben agguerrita, cercando di aiutare i propri capitani ma se riuscirà a tenere duro potrebbe ottenere anche un buon piazzamento finale nella generale. Inoltre con una fuga potrebbe anche cercare il successo di tappa. E così, più che un cavaliere errante, avremo un cavaliere...Herrada!

Altro dei debuttanti assoluti in una grande corsa a tappe, è fratello maggiore di Jesús, compagno di squadra alla Movistar non presente alla corsa rosa. Scalatore dalle buone doti, per la prima volta tra le file di una Pro Tour dopo la militanza in squadre Professional e Continental, si mise in luce già nel 2007, vincendo una tappa al Tour de l'Avenir. Successivamente sono giunti altri tre successi (una tappa al Giro del Portogallo ed una tappa e la classifica finale del Cinturó de l'Empordà e vari piazzamenti in piccole gare a tappe (curiosamente è riuscito ad arrivare per tre volte di fila sesto al Giro delle Asturie). Disputa la corsa rosa in una Movistar ben agguerrita, cercando di aiutare i propri capitani ma se riuscirà a tenere duro potrebbe ottenere anche un buon piazzamento finale nella generale. Inoltre con una fuga potrebbe anche cercare il successo di tappa. E così, più che un cavaliere errante, avremo un cavaliere...Herrada!

Altro dei debuttanti assoluti in una grande corsa a tappe, è fratello maggiore di Jesús, compagno di squadra alla Movistar non presente alla corsa rosa. Scalatore dalle buone doti, per la prima volta tra le file di una Pro Tour dopo la militanza in squadre Professional e Continental, si mise in luce già nel 2007, vincendo una tappa al Tour de l'Avenir. Successivamente sono giunti altri tre successi (una tappa al Giro del Portogallo ed una tappa e la classifica finale del Cinturó de l'Empordà e vari piazzamenti in piccole gare a tappe (curiosamente è riuscito ad arrivare per tre volte di fila sesto al Giro delle Asturie). Disputa la corsa rosa in una Movistar ben agguerrita, cercando di aiutare i propri capitani ma se riuscirà a tenere duro potrebbe ottenere anche un buon piazzamento finale nella generale. Inoltre con una fuga potrebbe anche cercare il successo di tappa. E così, più che un cavaliere errante, avremo un cavaliere...Herrada!

Altro dei debuttanti assoluti in una grande corsa a tappe, è fratello maggiore di Jesús, compagno di squadra alla Movistar non presente alla corsa rosa. Scalatore dalle buone doti, per la prima volta tra le file di una Pro Tour dopo la militanza in squadre Professional e Continental, si mise in luce già nel 2007, vincendo una tappa al Tour de l'Avenir. Successivamente sono giunti altri tre successi (una tappa al Giro del Portogallo ed una tappa e la classifica finale del Cinturó de l'Empordà e vari piazzamenti in piccole gare a tappe (curiosamente è riuscito ad arrivare per tre volte di fila sesto al Giro delle Asturie). Disputa la corsa rosa in una Movistar ben agguerrita, cercando di aiutare i propri capitani ma se riuscirà a tenere duro potrebbe ottenere anche un buon piazzamento finale nella generale. Inoltre con una fuga potrebbe anche cercare il successo di tappa. E così, più che un cavaliere errante, avremo un cavaliere...Herrada!

Altro dei debuttanti assoluti in una grande corsa a tappe, è fratello maggiore di Jesús, compagno di squadra alla Movistar non presente alla corsa rosa. Scalatore dalle buone doti, per la prima volta tra le file di una Pro Tour dopo la militanza in squadre Professional e Continental, si mise in luce già nel 2007, vincendo una tappa al Tour de l'Avenir. Successivamente sono giunti altri tre successi (una tappa al Giro del Portogallo ed una tappa e la classifica finale del Cinturó de l'Empordà e vari piazzamenti in piccole gare a tappe (curiosamente è riuscito ad arrivare per tre volte di fila sesto al Giro delle Asturie). Disputa la corsa rosa in una Movistar ben agguerrita, cercando di aiutare i propri capitani ma se riuscirà a tenere duro potrebbe ottenere anche un buon piazzamento finale nella generale. Inoltre con una fuga potrebbe anche cercare il successo di tappa. E così, più che un cavaliere errante, avremo un cavaliere...Herrada!

GiroTweet

@enrigasparotto: Hotel nelle valli abruzzesi..niente connessione e rete vodafone scarsa..pochi tweet!!uno super compliments al giovane Tira!gran numero!!!

@ivanbasso: Sulmona 21 24. La prima settimana è alle spalle, con tutto il suo carico di belle sensazioni. Chiudo gli occhi, e vedo già domani. IB

@ryder_hesjedal: Un grandissimo ringraziamento per tutti i fantastici messaggi! Che giornata! non ce l'avrei mai fatta senza questa grandissima squadra! @Ride_Argyle Che squadra tosta al #GIRO

@DarioCataldo: In tanti credevano in me per oggi, io per primo!! Maledetti crampi a 800 m dall'arrivo!!! Sono rimasto davvero inchiodato!! Grazie comunque per il sostegno!! Ci riproverò anche se non in casa

@Benna80: A malincuore devo abbandonare il Giro, ci tenevo tanto ma purtroppo la febbre, durante e dopo la tappa di ieri mi ha messo Ko.

La maglia rosa virtuale

Un'immagine del gruppo nel corso della tappaFinalmente è giunto il giorno degli italiani anche nel Giro d'Italia virtuale realizzato grazie a PcCiclismo.net: il vincitore dell'ottava tappa, da Sulmona a Lago Laceno, è stato il marchigiano Michele Scarponi. Il corridore della Lampre è riuscito a staccare tutti gli avversari al termine di una frazione che è stata combattuta solamente lungo la salita finale.

Nelle prime fasi di corsa, infatti, non c'è stato molto da segnalare se si fa eccezione per una fuga a quattro composta da Bak, Tiralongo, Pardilla e Amador, con la coppa della Movistar che è riuscita a rientrare sulla testa solamente in un secondo momento. Questi quattro uomini hanno pedalato in accordo e hanno guadagnato fino a 5'10" ma sono stati ripresi a 21 km dall'arrivo con il gruppo lanciato ad alta velocità in vista della salita del Colle Molella con il gpm posizionato a poco più di 4 km dall'arrivo.

Il gran ritmo ha messo in difficoltà diversi corridori fin dall'inizio e ai meno 13 hanno allungato Carrara, Scarponi e Basso, seguiti prontamente anche da Kreuziger, Henao, Rujano e la maglia rosa Hesjedal. In questo gruppetto di sette corridori i più in forma erano di gran lunga Scarponi e Henao che si sono messi a scandire un ritmo quasi forsennato: il primo a farne le spese è stato Basso, poi Carrara e Rujano ed infine, ai meno 8.4 km, anche Kreuziger e Hesjedal si sono dovuti arrendere. Nel tratto più duro della salita Michele Scarponi ha provato a più riprese a distanziare il colombiano Henao che però è sempre riuscito a rispondere: il corridore della Sky, però, ha dovuto alzare bandiera bianca a poco meno di 6 km dal traguardo quando uno scatenato Scarponi è riuscito a trovare finalmente lo scatto giusto.

Da lì in poi è stato praticamente un assolo del corridore della Lampre che ha sfruttato anche il tratto finale in pianura e falsopiano per guadagnare secondi sul primo inseguitore: alla fine Henao ha chiuso in seconda posizione a 24", mentre con 35" di ritardo Damiano Cunego ha completato l'ottima giornata della formazione blu-fucsia andato a conquistare il terzo gradino del podio regolando in volata un gruppetto comprendente anche Rodríguez, Schleck, Pozzovivo, Rujano e Basso; poco più staccati, a 50" da Scarponi, sono arrivati anche Hesjedal, Uran, Gadret e Kreuziger. E nonostante una giornata non felicissima il canadese Ryder Hesjedal è riuscito a salvare la sua maglia rosa per appena 7" su Henao, nuovo padrone della maglia di miglior giovane, e 8" su Scarponi; Uran adesso è a 38", Kreuziger a 1'02", Rujano a 1'24", Bruseghin a 1'26", Basso a 1'31", Schleck a 1'39", Pozzovivo e Cunego a 1'58".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Dennis Van Winden è un marcantonio niente male, alto, biondo, prestante, e quando vuole - o se vogliamo, quando non cade - pure vincente. Per alcuni è considerabile un po' come il Pozzato olandese, non foss'altro per la bellezza estetica che trasuda da tutti i suoi pori. E non sanno, questi alcuni, che in realtà sarebbe già tanto se fosse Pozzato ad essere il Van Winden italiano, allora vedrebbero, i detrattori di Pippo, un palmarès da fare invidia ai grandi vincitori del ciclismo che fu. Dopo una serie di piazzamenti nelle prime tappe del Giro, ieri per il corridore della Rabobank è giunta un'altra soddisfazione, una grande vittoria sul traguardo di Rocca di Cambio: isolatosi con altri 5 uomini sulla salita finale, il 24enne ha poi vinto nello sprint ristretto, regolando Aleksandr Kuschynski, Bennati, Chicchi, Phinney e Nizzolo: un sestetto di tutto rispetto, insomma. Guardini, settimo, ha chiuso a 17", mentre Tiralongo, ultimo, si è ritrovato a pagare 23'27". Oltre ad aver centrato la vittoria, tra l'altro, Van Winden si porta al secondo posto in classifica, a 5'41" dalla maglia nera Theo Bos. Terzo della generale è Hunt (a 6'34"), quindi troviamo Mínguez (a 8'12") e un Phinney in fortissima rimonta: dopo un inizio di Giro disastroso (è stato ultimo per tre giorni), Taylor è ora quinto a 9'42" da Bos, e promente di salire ulteriormente. Sesto e primo degli italiani Guardini (a 9'52" dal leader), ultimo il canadese Ryder Hesjedal, che paga la bellezza di 1h16'24".

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Un'immagine del gruppo nel corso della tappaFinalmente è giunto il giorno degli italiani anche nel Giro d'Italia virtuale realizzato grazie a PcCiclismo.net: il vincitore dell'ottava tappa, da Sulmona a Lago Laceno, è stato il marchigiano Michele Scarponi. Il corridore della Lampre è riuscito a staccare tutti gli avversari al termine di una frazione che è stata combattuta solamente lungo la salita finale.

Nelle prime fasi di corsa, infatti, non c'è stato molto da segnalare se si fa eccezione per una fuga a quattro composta da Bak, Tiralongo, Pardilla e Amador, con la coppa della Movistar che è riuscita a rientrare sulla testa solamente in un secondo momento. Questi quattro uomini hanno pedalato in accordo e hanno guadagnato fino a 5'10" ma sono stati ripresi a 21 km dall'arrivo con il gruppo lanciato ad alta velocità in vista della salita del Colle Molella con il gpm posizionato a poco più di 4 km dall'arrivo.

Il gran ritmo ha messo in difficoltà diversi corridori fin dall'inizio e ai meno 13 hanno allungato Carrara, Scarponi e Basso, seguiti prontamente anche da Kreuziger, Henao, Rujano e la maglia rosa Hesjedal. In questo gruppetto di sette corridori i più in forma erano di gran lunga Scarponi e Henao che si sono messi a scandire un ritmo quasi forsennato: il primo a farne le spese è stato Basso, poi Carrara e Rujano ed infine, ai meno 8.4 km, anche Kreuziger e Hesjedal si sono dovuti arrendere. Nel tratto più duro della salita Michele Scarponi ha provato a più riprese a distanziare il colombiano Henao che però è sempre riuscito a rispondere: il corridore della Sky, però, ha dovuto alzare bandiera bianca a poco meno di 6 km dal traguardo quando uno scatenato Scarponi è riuscito a trovare finalmente lo scatto giusto.

Da lì in poi è stato praticamente un assolo del corridore della Lampre che ha sfruttato anche il tratto finale in pianura e falsopiano per guadagnare secondi sul primo inseguitore: alla fine Henao ha chiuso in seconda posizione a 24", mentre con 35" di ritardo Damiano Cunego ha completato l'ottima giornata della formazione blu-fucsia andato a conquistare il terzo gradino del podio regolando in volata un gruppetto comprendente anche Rodríguez, Schleck, Pozzovivo, Rujano e Basso; poco più staccati, a 50" da Scarponi, sono arrivati anche Hesjedal, Uran, Gadret e Kreuziger. E nonostante una giornata non felicissima il canadese Ryder Hesjedal è riuscito a salvare la sua maglia rosa per appena 7" su Henao, nuovo padrone della maglia di miglior giovane, e 8" su Scarponi; Uran adesso è a 38", Kreuziger a 1'02", Rujano a 1'24", Bruseghin a 1'26", Basso a 1'31", Schleck a 1'39", Pozzovivo e Cunego a 1'58".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Dennis Van Winden è un marcantonio niente male, alto, biondo, prestante, e quando vuole - o se vogliamo, quando non cade - pure vincente. Per alcuni è considerabile un po' come il Pozzato olandese, non foss'altro per la bellezza estetica che trasuda da tutti i suoi pori. E non sanno, questi alcuni, che in realtà sarebbe già tanto se fosse Pozzato ad essere il Van Winden italiano, allora vedrebbero, i detrattori di Pippo, un palmarès da fare invidia ai grandi vincitori del ciclismo che fu. Dopo una serie di piazzamenti nelle prime tappe del Giro, ieri per il corridore della Rabobank è giunta un'altra soddisfazione, una grande vittoria sul traguardo di Rocca di Cambio: isolatosi con altri 5 uomini sulla salita finale, il 24enne ha poi vinto nello sprint ristretto, regolando Aleksandr Kuschynski, Bennati, Chicchi, Phinney e Nizzolo: un sestetto di tutto rispetto, insomma. Guardini, settimo, ha chiuso a 17", mentre Tiralongo, ultimo, si è ritrovato a pagare 23'27". Oltre ad aver centrato la vittoria, tra l'altro, Van Winden si porta al secondo posto in classifica, a 5'41" dalla maglia nera Theo Bos. Terzo della generale è Hunt (a 6'34"), quindi troviamo Mínguez (a 8'12") e un Phinney in fortissima rimonta: dopo un inizio di Giro disastroso (è stato ultimo per tre giorni), Taylor è ora quinto a 9'42" da Bos, e promente di salire ulteriormente. Sesto e primo degli italiani Guardini (a 9'52" dal leader), ultimo il canadese Ryder Hesjedal, che paga la bellezza di 1h16'24".

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 8a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 8a tappa
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Rassegna GiroNotes 2012 - 8a tappa
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La maglia rosa virtuale

Un'immagine del gruppo nel corso della tappaFinalmente è giunto il giorno degli italiani anche nel Giro d'Italia virtuale realizzato grazie a PcCiclismo.net: il vincitore dell'ottava tappa, da Sulmona a Lago Laceno, è stato il marchigiano Michele Scarponi. Il corridore della Lampre è riuscito a staccare tutti gli avversari al termine di una frazione che è stata combattuta solamente lungo la salita finale.

Nelle prime fasi di corsa, infatti, non c'è stato molto da segnalare se si fa eccezione per una fuga a quattro composta da Bak, Tiralongo, Pardilla e Amador, con la coppa della Movistar che è riuscita a rientrare sulla testa solamente in un secondo momento. Questi quattro uomini hanno pedalato in accordo e hanno guadagnato fino a 5'10" ma sono stati ripresi a 21 km dall'arrivo con il gruppo lanciato ad alta velocità in vista della salita del Colle Molella con il gpm posizionato a poco più di 4 km dall'arrivo.

Il gran ritmo ha messo in difficoltà diversi corridori fin dall'inizio e ai meno 13 hanno allungato Carrara, Scarponi e Basso, seguiti prontamente anche da Kreuziger, Henao, Rujano e la maglia rosa Hesjedal. In questo gruppetto di sette corridori i più in forma erano di gran lunga Scarponi e Henao che si sono messi a scandire un ritmo quasi forsennato: il primo a farne le spese è stato Basso, poi Carrara e Rujano ed infine, ai meno 8.4 km, anche Kreuziger e Hesjedal si sono dovuti arrendere. Nel tratto più duro della salita Michele Scarponi ha provato a più riprese a distanziare il colombiano Henao che però è sempre riuscito a rispondere: il corridore della Sky, però, ha dovuto alzare bandiera bianca a poco meno di 6 km dal traguardo quando uno scatenato Scarponi è riuscito a trovare finalmente lo scatto giusto.

Da lì in poi è stato praticamente un assolo del corridore della Lampre che ha sfruttato anche il tratto finale in pianura e falsopiano per guadagnare secondi sul primo inseguitore: alla fine Henao ha chiuso in seconda posizione a 24", mentre con 35" di ritardo Damiano Cunego ha completato l'ottima giornata della formazione blu-fucsia andato a conquistare il terzo gradino del podio regolando in volata un gruppetto comprendente anche Rodríguez, Schleck, Pozzovivo, Rujano e Basso; poco più staccati, a 50" da Scarponi, sono arrivati anche Hesjedal, Uran, Gadret e Kreuziger. E nonostante una giornata non felicissima il canadese Ryder Hesjedal è riuscito a salvare la sua maglia rosa per appena 7" su Henao, nuovo padrone della maglia di miglior giovane, e 8" su Scarponi; Uran adesso è a 38", Kreuziger a 1'02", Rujano a 1'24", Bruseghin a 1'26", Basso a 1'31", Schleck a 1'39", Pozzovivo e Cunego a 1'58".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Dennis Van Winden è un marcantonio niente male, alto, biondo, prestante, e quando vuole - o se vogliamo, quando non cade - pure vincente. Per alcuni è considerabile un po' come il Pozzato olandese, non foss'altro per la bellezza estetica che trasuda da tutti i suoi pori. E non sanno, questi alcuni, che in realtà sarebbe già tanto se fosse Pozzato ad essere il Van Winden italiano, allora vedrebbero, i detrattori di Pippo, un palmarès da fare invidia ai grandi vincitori del ciclismo che fu. Dopo una serie di piazzamenti nelle prime tappe del Giro, ieri per il corridore della Rabobank è giunta un'altra soddisfazione, una grande vittoria sul traguardo di Rocca di Cambio: isolatosi con altri 5 uomini sulla salita finale, il 24enne ha poi vinto nello sprint ristretto, regolando Aleksandr Kuschynski, Bennati, Chicchi, Phinney e Nizzolo: un sestetto di tutto rispetto, insomma. Guardini, settimo, ha chiuso a 17", mentre Tiralongo, ultimo, si è ritrovato a pagare 23'27". Oltre ad aver centrato la vittoria, tra l'altro, Van Winden si porta al secondo posto in classifica, a 5'41" dalla maglia nera Theo Bos. Terzo della generale è Hunt (a 6'34"), quindi troviamo Mínguez (a 8'12") e un Phinney in fortissima rimonta: dopo un inizio di Giro disastroso (è stato ultimo per tre giorni), Taylor è ora quinto a 9'42" da Bos, e promente di salire ulteriormente. Sesto e primo degli italiani Guardini (a 9'52" dal leader), ultimo il canadese Ryder Hesjedal, che paga la bellezza di 1h16'24".

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Un'immagine del gruppo nel corso della tappaFinalmente è giunto il giorno degli italiani anche nel Giro d'Italia virtuale realizzato grazie a PcCiclismo.net: il vincitore dell'ottava tappa, da Sulmona a Lago Laceno, è stato il marchigiano Michele Scarponi. Il corridore della Lampre è riuscito a staccare tutti gli avversari al termine di una frazione che è stata combattuta solamente lungo la salita finale.

Nelle prime fasi di corsa, infatti, non c'è stato molto da segnalare se si fa eccezione per una fuga a quattro composta da Bak, Tiralongo, Pardilla e Amador, con la coppa della Movistar che è riuscita a rientrare sulla testa solamente in un secondo momento. Questi quattro uomini hanno pedalato in accordo e hanno guadagnato fino a 5'10" ma sono stati ripresi a 21 km dall'arrivo con il gruppo lanciato ad alta velocità in vista della salita del Colle Molella con il gpm posizionato a poco più di 4 km dall'arrivo.

Il gran ritmo ha messo in difficoltà diversi corridori fin dall'inizio e ai meno 13 hanno allungato Carrara, Scarponi e Basso, seguiti prontamente anche da Kreuziger, Henao, Rujano e la maglia rosa Hesjedal. In questo gruppetto di sette corridori i più in forma erano di gran lunga Scarponi e Henao che si sono messi a scandire un ritmo quasi forsennato: il primo a farne le spese è stato Basso, poi Carrara e Rujano ed infine, ai meno 8.4 km, anche Kreuziger e Hesjedal si sono dovuti arrendere. Nel tratto più duro della salita Michele Scarponi ha provato a più riprese a distanziare il colombiano Henao che però è sempre riuscito a rispondere: il corridore della Sky, però, ha dovuto alzare bandiera bianca a poco meno di 6 km dal traguardo quando uno scatenato Scarponi è riuscito a trovare finalmente lo scatto giusto.

Da lì in poi è stato praticamente un assolo del corridore della Lampre che ha sfruttato anche il tratto finale in pianura e falsopiano per guadagnare secondi sul primo inseguitore: alla fine Henao ha chiuso in seconda posizione a 24", mentre con 35" di ritardo Damiano Cunego ha completato l'ottima giornata della formazione blu-fucsia andato a conquistare il terzo gradino del podio regolando in volata un gruppetto comprendente anche Rodríguez, Schleck, Pozzovivo, Rujano e Basso; poco più staccati, a 50" da Scarponi, sono arrivati anche Hesjedal, Uran, Gadret e Kreuziger. E nonostante una giornata non felicissima il canadese Ryder Hesjedal è riuscito a salvare la sua maglia rosa per appena 7" su Henao, nuovo padrone della maglia di miglior giovane, e 8" su Scarponi; Uran adesso è a 38", Kreuziger a 1'02", Rujano a 1'24", Bruseghin a 1'26", Basso a 1'31", Schleck a 1'39", Pozzovivo e Cunego a 1'58".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Dennis Van Winden è un marcantonio niente male, alto, biondo, prestante, e quando vuole - o se vogliamo, quando non cade - pure vincente. Per alcuni è considerabile un po' come il Pozzato olandese, non foss'altro per la bellezza estetica che trasuda da tutti i suoi pori. E non sanno, questi alcuni, che in realtà sarebbe già tanto se fosse Pozzato ad essere il Van Winden italiano, allora vedrebbero, i detrattori di Pippo, un palmarès da fare invidia ai grandi vincitori del ciclismo che fu. Dopo una serie di piazzamenti nelle prime tappe del Giro, ieri per il corridore della Rabobank è giunta un'altra soddisfazione, una grande vittoria sul traguardo di Rocca di Cambio: isolatosi con altri 5 uomini sulla salita finale, il 24enne ha poi vinto nello sprint ristretto, regolando Aleksandr Kuschynski, Bennati, Chicchi, Phinney e Nizzolo: un sestetto di tutto rispetto, insomma. Guardini, settimo, ha chiuso a 17", mentre Tiralongo, ultimo, si è ritrovato a pagare 23'27". Oltre ad aver centrato la vittoria, tra l'altro, Van Winden si porta al secondo posto in classifica, a 5'41" dalla maglia nera Theo Bos. Terzo della generale è Hunt (a 6'34"), quindi troviamo Mínguez (a 8'12") e un Phinney in fortissima rimonta: dopo un inizio di Giro disastroso (è stato ultimo per tre giorni), Taylor è ora quinto a 9'42" da Bos, e promente di salire ulteriormente. Sesto e primo degli italiani Guardini (a 9'52" dal leader), ultimo il canadese Ryder Hesjedal, che paga la bellezza di 1h16'24".

Marco Grassi

La classifica al contrario

Dennis Van Winden è un marcantonio niente male, alto, biondo, prestante, e quando vuole - o se vogliamo, quando non cade - pure vincente. Per alcuni è considerabile un po' come il Pozzato olandese, non foss'altro per la bellezza estetica che trasuda da tutti i suoi pori. E non sanno, questi alcuni, che in realtà sarebbe già tanto se fosse Pozzato ad essere il Van Winden italiano, allora vedrebbero, i detrattori di Pippo, un palmarès da fare invidia ai grandi vincitori del ciclismo che fu. Dopo una serie di piazzamenti nelle prime tappe del Giro, ieri per il corridore della Rabobank è giunta un'altra soddisfazione, una grande vittoria sul traguardo di Rocca di Cambio: isolatosi con altri 5 uomini sulla salita finale, il 24enne ha poi vinto nello sprint ristretto, regolando Aleksandr Kuschynski, Bennati, Chicchi, Phinney e Nizzolo: un sestetto di tutto rispetto, insomma. Guardini, settimo, ha chiuso a 17", mentre Tiralongo, ultimo, si è ritrovato a pagare 23'27". Oltre ad aver centrato la vittoria, tra l'altro, Van Winden si porta al secondo posto in classifica, a 5'41" dalla maglia nera Theo Bos. Terzo della generale è Hunt (a 6'34"), quindi troviamo Mínguez (a 8'12") e un Phinney in fortissima rimonta: dopo un inizio di Giro disastroso (è stato ultimo per tre giorni), Taylor è ora quinto a 9'42" da Bos, e promente di salire ulteriormente. Sesto e primo degli italiani Guardini (a 9'52" dal leader), ultimo il canadese Ryder Hesjedal, che paga la bellezza di 1h16'24".

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Un'immagine del gruppo nel corso della tappaFinalmente è giunto il giorno degli italiani anche nel Giro d'Italia virtuale realizzato grazie a PcCiclismo.net: il vincitore dell'ottava tappa, da Sulmona a Lago Laceno, è stato il marchigiano Michele Scarponi. Il corridore della Lampre è riuscito a staccare tutti gli avversari al termine di una frazione che è stata combattuta solamente lungo la salita finale.

Nelle prime fasi di corsa, infatti, non c'è stato molto da segnalare se si fa eccezione per una fuga a quattro composta da Bak, Tiralongo, Pardilla e Amador, con la coppa della Movistar che è riuscita a rientrare sulla testa solamente in un secondo momento. Questi quattro uomini hanno pedalato in accordo e hanno guadagnato fino a 5'10" ma sono stati ripresi a 21 km dall'arrivo con il gruppo lanciato ad alta velocità in vista della salita del Colle Molella con il gpm posizionato a poco più di 4 km dall'arrivo.

Il gran ritmo ha messo in difficoltà diversi corridori fin dall'inizio e ai meno 13 hanno allungato Carrara, Scarponi e Basso, seguiti prontamente anche da Kreuziger, Henao, Rujano e la maglia rosa Hesjedal. In questo gruppetto di sette corridori i più in forma erano di gran lunga Scarponi e Henao che si sono messi a scandire un ritmo quasi forsennato: il primo a farne le spese è stato Basso, poi Carrara e Rujano ed infine, ai meno 8.4 km, anche Kreuziger e Hesjedal si sono dovuti arrendere. Nel tratto più duro della salita Michele Scarponi ha provato a più riprese a distanziare il colombiano Henao che però è sempre riuscito a rispondere: il corridore della Sky, però, ha dovuto alzare bandiera bianca a poco meno di 6 km dal traguardo quando uno scatenato Scarponi è riuscito a trovare finalmente lo scatto giusto.

Da lì in poi è stato praticamente un assolo del corridore della Lampre che ha sfruttato anche il tratto finale in pianura e falsopiano per guadagnare secondi sul primo inseguitore: alla fine Henao ha chiuso in seconda posizione a 24", mentre con 35" di ritardo Damiano Cunego ha completato l'ottima giornata della formazione blu-fucsia andato a conquistare il terzo gradino del podio regolando in volata un gruppetto comprendente anche Rodríguez, Schleck, Pozzovivo, Rujano e Basso; poco più staccati, a 50" da Scarponi, sono arrivati anche Hesjedal, Uran, Gadret e Kreuziger. E nonostante una giornata non felicissima il canadese Ryder Hesjedal è riuscito a salvare la sua maglia rosa per appena 7" su Henao, nuovo padrone della maglia di miglior giovane, e 8" su Scarponi; Uran adesso è a 38", Kreuziger a 1'02", Rujano a 1'24", Bruseghin a 1'26", Basso a 1'31", Schleck a 1'39", Pozzovivo e Cunego a 1'58".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Dennis Van Winden è un marcantonio niente male, alto, biondo, prestante, e quando vuole - o se vogliamo, quando non cade - pure vincente. Per alcuni è considerabile un po' come il Pozzato olandese, non foss'altro per la bellezza estetica che trasuda da tutti i suoi pori. E non sanno, questi alcuni, che in realtà sarebbe già tanto se fosse Pozzato ad essere il Van Winden italiano, allora vedrebbero, i detrattori di Pippo, un palmarès da fare invidia ai grandi vincitori del ciclismo che fu. Dopo una serie di piazzamenti nelle prime tappe del Giro, ieri per il corridore della Rabobank è giunta un'altra soddisfazione, una grande vittoria sul traguardo di Rocca di Cambio: isolatosi con altri 5 uomini sulla salita finale, il 24enne ha poi vinto nello sprint ristretto, regolando Aleksandr Kuschynski, Bennati, Chicchi, Phinney e Nizzolo: un sestetto di tutto rispetto, insomma. Guardini, settimo, ha chiuso a 17", mentre Tiralongo, ultimo, si è ritrovato a pagare 23'27". Oltre ad aver centrato la vittoria, tra l'altro, Van Winden si porta al secondo posto in classifica, a 5'41" dalla maglia nera Theo Bos. Terzo della generale è Hunt (a 6'34"), quindi troviamo Mínguez (a 8'12") e un Phinney in fortissima rimonta: dopo un inizio di Giro disastroso (è stato ultimo per tre giorni), Taylor è ora quinto a 9'42" da Bos, e promente di salire ulteriormente. Sesto e primo degli italiani Guardini (a 9'52" dal leader), ultimo il canadese Ryder Hesjedal, che paga la bellezza di 1h16'24".

Marco Grassi

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