Il Portale del Ciclismo professionistico

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Possiamo dividere questa frazione idealmente in due metà. I primi 100 km saranno abbastanza innocui, a parte la salita di Sella di Roa che comunque non dovrebbe comportare nessun tipo di selezione. Dopo essere entrati nella seconda metà comincerà l'interminabile Passo Manghen, 20 km al 7.5% medio, ma con gli ultimi sei costantemente in doppia cifra. Ma non sarà che un pur gustoso antipasto. Infatti, dopo la discesa e un breve tratto facile utile a riorganizzare le idee, si salirà verso il Passo di Pampeago che avrà in comune con l'omonimo traguardo di tappa delle edizioni del 2008, 2003 e 1999 (solo per ricordare le ultime) i primi 7.7 km al 10% (con la seconda parte più pendente della prima), a cui andranno aggiunti altri 2.7 km molto impegnativi e, in cima, il gruppo dei big potrebbe già essere ridotto all'osso. Ma mancheranno ancora 38 km per chiudere questo terribile "anello della morte", con il Passo Lavazé (poco più di 6 km all'8.6% medio ma con una prima metà parecchio ostica) che comincerà da Novale, dopo 8 km di discesa e successivamente l'Alpe di Pampeago classica che già abbiamo descritto. Un vero e proprio tappone che sicuramente lascerà il segno.

Il tappone che porterà i corridori sull’Alpe di Pampeago ha tre grandi favoriti, tutti messi sotto quota 10 da Leaderbet.com. In pole troviamo Domenico Pozzovivo (3.25) che potrebbe approfittare della situazione di classifica peggiore rispetto a Basso (4.50) e alla maglia rosa Rodriguez, terzo favorito con quota 6.50. Potrebbero approfittare della lotta tra i big nel finale anche Nieve e Rujano, entrambi dati a 17.00, mentre alla coppia colombiana del Team Sky formata da Henao e Uran Leaderbet.com ha assegnato un vantaggioso 34.00. Il vero affare sarebbe invece indovinare un exploit di Tiralongo o Brambilla che moltiplicherebbe 81 volte la posta in palio. E se andasse via una fuga con corridori di secondo piano? Leaderbet.com mette tre gruppi di corridori a 101.00, 151.00 e 201.00. Nel primo gruppo segnaliamo Samoilau, nel secondo Hermans e nell’ultimo Golas.

Treviso

Villaggio paleoveneto costruito in epoca pre-romana su tre alture nei pressi di un'ansa del Sile, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. La vicinanza con la strada Postumia ne fece uno dei principali snodi commerciali. Il XVIII secolo rappresenta il punto più elevato per Treviso, in quanto vi si costruiscono monumenti, palazzi, teatri. Seguirà a questi fasti la dominazione straniera, prima da parte dei francesi e, successivamente a Campoformio, degli austriaci. Questi ultimi si distingono per le opere pubbliche. Nel centro di Treviso si trovano meravigliosi palazzi come quello della Ragione, dei Monti di Pietà, della Prefettura, oltre al Duomo, alla Chiesa di San Nicolò ed al Battistero. Fuori città sono da ammirare le ville (Manfrin-Margherita, Minelli, Albrizzi-Franchetti, Palazzi-Taverna), con giardini stupendi. A Treviso si svolge annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo e la città è sede di diversi cori polifonici e popolari, come il coro Stella Alpina. Particolare di Treviso è infine il radicchio rosso Igp con cui cucinare deliziosi spezzatini, risotti e frittate.

Alpe di Pampeago

Pochi ma buoni. Così si potrebbe sintetizzare la storia degli arrivi del Giro d'Italia all'Alpe di Pampeago. Già, perché se il Passo Pampeago sarà un inedito, l'Alpe ha ospitato arrivi di tappa del Giro d'Italia (senza contare Giro del Trentino e GiroBaby) per sole 4 volte in precedenza. Il primo è piuttosto recente e risale al 1998. Il Giro di Pantani vide vincere qui il rivale Pavel Tonkov, unico a tener testa e battere il Pirata (non sarà così l'indomani a Plan di Montecampione, il finale è ben noto). L'anno successivo Pantani si prende anche questo traguardo precedendo il giovane rampante Gilberto Simoni e Roberto Heras. Il giorno dopo vincerà a Madonna di Campiglio, due mattine più tardi finirà un sogno, un'epoca. Quel Giro andrà a Gotti. La corsa rosa torna a Pampeago nel 2003 ed a vincere è Simoni su Garzelli e Rumsas. Il trentino è in maglia rosa e non avrà alcun rivale da lì a Milano. L'ultima volta del Giro quassù risale al 2008. In maglia rosa c'è Bosisio, con Contador distante soli 5" (ma a Milano sarà il ragazzo di Pinto a prevalere su Riccò). La Verona-Pampeago sarà la seconda delle tre tappe vinte da un Emanuele Sella in stato di grazia (si era aggiudicato il tappone del Fedaia il giorno prima e farà sua anche la frazione di Tirano). Dietro a Sella, in fuga sin dal mattino, ecco Kiryienka, quindi la maglia rosa odierna, Joaquím Rodríguez, Rujano e Bettini. Menchov sarà il primo dei big. Insomma, a Pampeago non si può mentire.

Francesco Sulas
Treviso

Villaggio paleoveneto costruito in epoca pre-romana su tre alture nei pressi di un'ansa del Sile, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. La vicinanza con la strada Postumia ne fece uno dei principali snodi commerciali. Il XVIII secolo rappresenta il punto più elevato per Treviso, in quanto vi si costruiscono monumenti, palazzi, teatri. Seguirà a questi fasti la dominazione straniera, prima da parte dei francesi e, successivamente a Campoformio, degli austriaci. Questi ultimi si distingono per le opere pubbliche. Nel centro di Treviso si trovano meravigliosi palazzi come quello della Ragione, dei Monti di Pietà, della Prefettura, oltre al Duomo, alla Chiesa di San Nicolò ed al Battistero. Fuori città sono da ammirare le ville (Manfrin-Margherita, Minelli, Albrizzi-Franchetti, Palazzi-Taverna), con giardini stupendi. A Treviso si svolge annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo e la città è sede di diversi cori polifonici e popolari, come il coro Stella Alpina. Particolare di Treviso è infine il radicchio rosso Igp con cui cucinare deliziosi spezzatini, risotti e frittate.

Alpe di Pampeago

Pochi ma buoni. Così si potrebbe sintetizzare la storia degli arrivi del Giro d'Italia all'Alpe di Pampeago. Già, perché se il Passo Pampeago sarà un inedito, l'Alpe ha ospitato arrivi di tappa del Giro d'Italia (senza contare Giro del Trentino e GiroBaby) per sole 4 volte in precedenza. Il primo è piuttosto recente e risale al 1998. Il Giro di Pantani vide vincere qui il rivale Pavel Tonkov, unico a tener testa e battere il Pirata (non sarà così l'indomani a Plan di Montecampione, il finale è ben noto). L'anno successivo Pantani si prende anche questo traguardo precedendo il giovane rampante Gilberto Simoni e Roberto Heras. Il giorno dopo vincerà a Madonna di Campiglio, due mattine più tardi finirà un sogno, un'epoca. Quel Giro andrà a Gotti. La corsa rosa torna a Pampeago nel 2003 ed a vincere è Simoni su Garzelli e Rumsas. Il trentino è in maglia rosa e non avrà alcun rivale da lì a Milano. L'ultima volta del Giro quassù risale al 2008. In maglia rosa c'è Bosisio, con Contador distante soli 5" (ma a Milano sarà il ragazzo di Pinto a prevalere su Riccò). La Verona-Pampeago sarà la seconda delle tre tappe vinte da un Emanuele Sella in stato di grazia (si era aggiudicato il tappone del Fedaia il giorno prima e farà sua anche la frazione di Tirano). Dietro a Sella, in fuga sin dal mattino, ecco Kiryienka, quindi la maglia rosa odierna, Joaquím Rodríguez, Rujano e Bettini. Menchov sarà il primo dei big. Insomma, a Pampeago non si può mentire.

Treviso

Villaggio paleoveneto costruito in epoca pre-romana su tre alture nei pressi di un'ansa del Sile, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. La vicinanza con la strada Postumia ne fece uno dei principali snodi commerciali. Il XVIII secolo rappresenta il punto più elevato per Treviso, in quanto vi si costruiscono monumenti, palazzi, teatri. Seguirà a questi fasti la dominazione straniera, prima da parte dei francesi e, successivamente a Campoformio, degli austriaci. Questi ultimi si distingono per le opere pubbliche. Nel centro di Treviso si trovano meravigliosi palazzi come quello della Ragione, dei Monti di Pietà, della Prefettura, oltre al Duomo, alla Chiesa di San Nicolò ed al Battistero. Fuori città sono da ammirare le ville (Manfrin-Margherita, Minelli, Albrizzi-Franchetti, Palazzi-Taverna), con giardini stupendi. A Treviso si svolge annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo e la città è sede di diversi cori polifonici e popolari, come il coro Stella Alpina. Particolare di Treviso è infine il radicchio rosso Igp con cui cucinare deliziosi spezzatini, risotti e frittate.

Alpe di Pampeago

Pochi ma buoni. Così si potrebbe sintetizzare la storia degli arrivi del Giro d'Italia all'Alpe di Pampeago. Già, perché se il Passo Pampeago sarà un inedito, l'Alpe ha ospitato arrivi di tappa del Giro d'Italia (senza contare Giro del Trentino e GiroBaby) per sole 4 volte in precedenza. Il primo è piuttosto recente e risale al 1998. Il Giro di Pantani vide vincere qui il rivale Pavel Tonkov, unico a tener testa e battere il Pirata (non sarà così l'indomani a Plan di Montecampione, il finale è ben noto). L'anno successivo Pantani si prende anche questo traguardo precedendo il giovane rampante Gilberto Simoni e Roberto Heras. Il giorno dopo vincerà a Madonna di Campiglio, due mattine più tardi finirà un sogno, un'epoca. Quel Giro andrà a Gotti. La corsa rosa torna a Pampeago nel 2003 ed a vincere è Simoni su Garzelli e Rumsas. Il trentino è in maglia rosa e non avrà alcun rivale da lì a Milano. L'ultima volta del Giro quassù risale al 2008. In maglia rosa c'è Bosisio, con Contador distante soli 5" (ma a Milano sarà il ragazzo di Pinto a prevalere su Riccò). La Verona-Pampeago sarà la seconda delle tre tappe vinte da un Emanuele Sella in stato di grazia (si era aggiudicato il tappone del Fedaia il giorno prima e farà sua anche la frazione di Tirano). Dietro a Sella, in fuga sin dal mattino, ecco Kiryienka, quindi la maglia rosa odierna, Joaquím Rodríguez, Rujano e Bettini. Menchov sarà il primo dei big. Insomma, a Pampeago non si può mentire.

Treviso

Villaggio paleoveneto costruito in epoca pre-romana su tre alture nei pressi di un'ansa del Sile, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. La vicinanza con la strada Postumia ne fece uno dei principali snodi commerciali. Il XVIII secolo rappresenta il punto più elevato per Treviso, in quanto vi si costruiscono monumenti, palazzi, teatri. Seguirà a questi fasti la dominazione straniera, prima da parte dei francesi e, successivamente a Campoformio, degli austriaci. Questi ultimi si distingono per le opere pubbliche. Nel centro di Treviso si trovano meravigliosi palazzi come quello della Ragione, dei Monti di Pietà, della Prefettura, oltre al Duomo, alla Chiesa di San Nicolò ed al Battistero. Fuori città sono da ammirare le ville (Manfrin-Margherita, Minelli, Albrizzi-Franchetti, Palazzi-Taverna), con giardini stupendi. A Treviso si svolge annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo e la città è sede di diversi cori polifonici e popolari, come il coro Stella Alpina. Particolare di Treviso è infine il radicchio rosso Igp con cui cucinare deliziosi spezzatini, risotti e frittate.

Alpe di Pampeago

Pochi ma buoni. Così si potrebbe sintetizzare la storia degli arrivi del Giro d'Italia all'Alpe di Pampeago. Già, perché se il Passo Pampeago sarà un inedito, l'Alpe ha ospitato arrivi di tappa del Giro d'Italia (senza contare Giro del Trentino e GiroBaby) per sole 4 volte in precedenza. Il primo è piuttosto recente e risale al 1998. Il Giro di Pantani vide vincere qui il rivale Pavel Tonkov, unico a tener testa e battere il Pirata (non sarà così l'indomani a Plan di Montecampione, il finale è ben noto). L'anno successivo Pantani si prende anche questo traguardo precedendo il giovane rampante Gilberto Simoni e Roberto Heras. Il giorno dopo vincerà a Madonna di Campiglio, due mattine più tardi finirà un sogno, un'epoca. Quel Giro andrà a Gotti. La corsa rosa torna a Pampeago nel 2003 ed a vincere è Simoni su Garzelli e Rumsas. Il trentino è in maglia rosa e non avrà alcun rivale da lì a Milano. L'ultima volta del Giro quassù risale al 2008. In maglia rosa c'è Bosisio, con Contador distante soli 5" (ma a Milano sarà il ragazzo di Pinto a prevalere su Riccò). La Verona-Pampeago sarà la seconda delle tre tappe vinte da un Emanuele Sella in stato di grazia (si era aggiudicato il tappone del Fedaia il giorno prima e farà sua anche la frazione di Tirano). Dietro a Sella, in fuga sin dal mattino, ecco Kiryienka, quindi la maglia rosa odierna, Joaquím Rodríguez, Rujano e Bettini. Menchov sarà il primo dei big. Insomma, a Pampeago non si può mentire.

Treviso

Villaggio paleoveneto costruito in epoca pre-romana su tre alture nei pressi di un'ansa del Sile, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. La vicinanza con la strada Postumia ne fece uno dei principali snodi commerciali. Il XVIII secolo rappresenta il punto più elevato per Treviso, in quanto vi si costruiscono monumenti, palazzi, teatri. Seguirà a questi fasti la dominazione straniera, prima da parte dei francesi e, successivamente a Campoformio, degli austriaci. Questi ultimi si distingono per le opere pubbliche. Nel centro di Treviso si trovano meravigliosi palazzi come quello della Ragione, dei Monti di Pietà, della Prefettura, oltre al Duomo, alla Chiesa di San Nicolò ed al Battistero. Fuori città sono da ammirare le ville (Manfrin-Margherita, Minelli, Albrizzi-Franchetti, Palazzi-Taverna), con giardini stupendi. A Treviso si svolge annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo e la città è sede di diversi cori polifonici e popolari, come il coro Stella Alpina. Particolare di Treviso è infine il radicchio rosso Igp con cui cucinare deliziosi spezzatini, risotti e frittate.

Alpe di Pampeago

Pochi ma buoni. Così si potrebbe sintetizzare la storia degli arrivi del Giro d'Italia all'Alpe di Pampeago. Già, perché se il Passo Pampeago sarà un inedito, l'Alpe ha ospitato arrivi di tappa del Giro d'Italia (senza contare Giro del Trentino e GiroBaby) per sole 4 volte in precedenza. Il primo è piuttosto recente e risale al 1998. Il Giro di Pantani vide vincere qui il rivale Pavel Tonkov, unico a tener testa e battere il Pirata (non sarà così l'indomani a Plan di Montecampione, il finale è ben noto). L'anno successivo Pantani si prende anche questo traguardo precedendo il giovane rampante Gilberto Simoni e Roberto Heras. Il giorno dopo vincerà a Madonna di Campiglio, due mattine più tardi finirà un sogno, un'epoca. Quel Giro andrà a Gotti. La corsa rosa torna a Pampeago nel 2003 ed a vincere è Simoni su Garzelli e Rumsas. Il trentino è in maglia rosa e non avrà alcun rivale da lì a Milano. L'ultima volta del Giro quassù risale al 2008. In maglia rosa c'è Bosisio, con Contador distante soli 5" (ma a Milano sarà il ragazzo di Pinto a prevalere su Riccò). La Verona-Pampeago sarà la seconda delle tre tappe vinte da un Emanuele Sella in stato di grazia (si era aggiudicato il tappone del Fedaia il giorno prima e farà sua anche la frazione di Tirano). Dietro a Sella, in fuga sin dal mattino, ecco Kiryienka, quindi la maglia rosa odierna, Joaquím Rodríguez, Rujano e Bettini. Menchov sarà il primo dei big. Insomma, a Pampeago non si può mentire.

Treviso

Villaggio paleoveneto costruito in epoca pre-romana su tre alture nei pressi di un'ansa del Sile, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. La vicinanza con la strada Postumia ne fece uno dei principali snodi commerciali. Il XVIII secolo rappresenta il punto più elevato per Treviso, in quanto vi si costruiscono monumenti, palazzi, teatri. Seguirà a questi fasti la dominazione straniera, prima da parte dei francesi e, successivamente a Campoformio, degli austriaci. Questi ultimi si distingono per le opere pubbliche. Nel centro di Treviso si trovano meravigliosi palazzi come quello della Ragione, dei Monti di Pietà, della Prefettura, oltre al Duomo, alla Chiesa di San Nicolò ed al Battistero. Fuori città sono da ammirare le ville (Manfrin-Margherita, Minelli, Albrizzi-Franchetti, Palazzi-Taverna), con giardini stupendi. A Treviso si svolge annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo e la città è sede di diversi cori polifonici e popolari, come il coro Stella Alpina. Particolare di Treviso è infine il radicchio rosso Igp con cui cucinare deliziosi spezzatini, risotti e frittate.

Alpe di Pampeago

Pochi ma buoni. Così si potrebbe sintetizzare la storia degli arrivi del Giro d'Italia all'Alpe di Pampeago. Già, perché se il Passo Pampeago sarà un inedito, l'Alpe ha ospitato arrivi di tappa del Giro d'Italia (senza contare Giro del Trentino e GiroBaby) per sole 4 volte in precedenza. Il primo è piuttosto recente e risale al 1998. Il Giro di Pantani vide vincere qui il rivale Pavel Tonkov, unico a tener testa e battere il Pirata (non sarà così l'indomani a Plan di Montecampione, il finale è ben noto). L'anno successivo Pantani si prende anche questo traguardo precedendo il giovane rampante Gilberto Simoni e Roberto Heras. Il giorno dopo vincerà a Madonna di Campiglio, due mattine più tardi finirà un sogno, un'epoca. Quel Giro andrà a Gotti. La corsa rosa torna a Pampeago nel 2003 ed a vincere è Simoni su Garzelli e Rumsas. Il trentino è in maglia rosa e non avrà alcun rivale da lì a Milano. L'ultima volta del Giro quassù risale al 2008. In maglia rosa c'è Bosisio, con Contador distante soli 5" (ma a Milano sarà il ragazzo di Pinto a prevalere su Riccò). La Verona-Pampeago sarà la seconda delle tre tappe vinte da un Emanuele Sella in stato di grazia (si era aggiudicato il tappone del Fedaia il giorno prima e farà sua anche la frazione di Tirano). Dietro a Sella, in fuga sin dal mattino, ecco Kiryienka, quindi la maglia rosa odierna, Joaquím Rodríguez, Rujano e Bettini. Menchov sarà il primo dei big. Insomma, a Pampeago non si può mentire.

Meteo

11.15 - Treviso
14.15 - Castelnuovo
17.30 - Alpe di Pampeago

Soggetti Alternativi

Con il Giro d'Italia 2012 ha ufficialmente fatto il suo debutto in una grande corsa a tappe europea. Grande speranza del ciclismo colombiano, è uno scalatore che però sa difendersi bene anche sul passo, soprattutto in cronometro particolarmente mosse. In patria e nel vicino Venezuela ha saputo lasciare il segno in corse particolarmente impegnative quali il Clasico Banfoandes o la Vuelta a Colombia ma anche in Europa ha saputo farsi notare (GP du Portugal e Cinturòn a Mallorca nel suo palmarès). Il suo inizio di stagione in maglia Sky è stato molto positivo, con un podio già nel Trofeo Deia e buone prestazioni anche sulle Ardenne. Il Giro rappresenta per lui una grande esperienza e gli ultimi tapponi sono una ghiotta occasione per cercare il successo di tappa e riprendere magari anche la maglia bianca di miglior giovane. Occhio quindi, potremmo ammirare un...Henao meravigliao!

Vivian Ghianni

Con il Giro d'Italia 2012 ha ufficialmente fatto il suo debutto in una grande corsa a tappe europea. Grande speranza del ciclismo colombiano, è uno scalatore che però sa difendersi bene anche sul passo, soprattutto in cronometro particolarmente mosse. In patria e nel vicino Venezuela ha saputo lasciare il segno in corse particolarmente impegnative quali il Clasico Banfoandes o la Vuelta a Colombia ma anche in Europa ha saputo farsi notare (GP du Portugal e Cinturòn a Mallorca nel suo palmarès). Il suo inizio di stagione in maglia Sky è stato molto positivo, con un podio già nel Trofeo Deia e buone prestazioni anche sulle Ardenne. Il Giro rappresenta per lui una grande esperienza e gli ultimi tapponi sono una ghiotta occasione per cercare il successo di tappa e riprendere magari anche la maglia bianca di miglior giovane. Occhio quindi, potremmo ammirare un...Henao meravigliao!

Con il Giro d'Italia 2012 ha ufficialmente fatto il suo debutto in una grande corsa a tappe europea. Grande speranza del ciclismo colombiano, è uno scalatore che però sa difendersi bene anche sul passo, soprattutto in cronometro particolarmente mosse. In patria e nel vicino Venezuela ha saputo lasciare il segno in corse particolarmente impegnative quali il Clasico Banfoandes o la Vuelta a Colombia ma anche in Europa ha saputo farsi notare (GP du Portugal e Cinturòn a Mallorca nel suo palmarès). Il suo inizio di stagione in maglia Sky è stato molto positivo, con un podio già nel Trofeo Deia e buone prestazioni anche sulle Ardenne. Il Giro rappresenta per lui una grande esperienza e gli ultimi tapponi sono una ghiotta occasione per cercare il successo di tappa e riprendere magari anche la maglia bianca di miglior giovane. Occhio quindi, potremmo ammirare un...Henao meravigliao!

Con il Giro d'Italia 2012 ha ufficialmente fatto il suo debutto in una grande corsa a tappe europea. Grande speranza del ciclismo colombiano, è uno scalatore che però sa difendersi bene anche sul passo, soprattutto in cronometro particolarmente mosse. In patria e nel vicino Venezuela ha saputo lasciare il segno in corse particolarmente impegnative quali il Clasico Banfoandes o la Vuelta a Colombia ma anche in Europa ha saputo farsi notare (GP du Portugal e Cinturòn a Mallorca nel suo palmarès). Il suo inizio di stagione in maglia Sky è stato molto positivo, con un podio già nel Trofeo Deia e buone prestazioni anche sulle Ardenne. Il Giro rappresenta per lui una grande esperienza e gli ultimi tapponi sono una ghiotta occasione per cercare il successo di tappa e riprendere magari anche la maglia bianca di miglior giovane. Occhio quindi, potremmo ammirare un...Henao meravigliao!

Con il Giro d'Italia 2012 ha ufficialmente fatto il suo debutto in una grande corsa a tappe europea. Grande speranza del ciclismo colombiano, è uno scalatore che però sa difendersi bene anche sul passo, soprattutto in cronometro particolarmente mosse. In patria e nel vicino Venezuela ha saputo lasciare il segno in corse particolarmente impegnative quali il Clasico Banfoandes o la Vuelta a Colombia ma anche in Europa ha saputo farsi notare (GP du Portugal e Cinturòn a Mallorca nel suo palmarès). Il suo inizio di stagione in maglia Sky è stato molto positivo, con un podio già nel Trofeo Deia e buone prestazioni anche sulle Ardenne. Il Giro rappresenta per lui una grande esperienza e gli ultimi tapponi sono una ghiotta occasione per cercare il successo di tappa e riprendere magari anche la maglia bianca di miglior giovane. Occhio quindi, potremmo ammirare un...Henao meravigliao!

Con il Giro d'Italia 2012 ha ufficialmente fatto il suo debutto in una grande corsa a tappe europea. Grande speranza del ciclismo colombiano, è uno scalatore che però sa difendersi bene anche sul passo, soprattutto in cronometro particolarmente mosse. In patria e nel vicino Venezuela ha saputo lasciare il segno in corse particolarmente impegnative quali il Clasico Banfoandes o la Vuelta a Colombia ma anche in Europa ha saputo farsi notare (GP du Portugal e Cinturòn a Mallorca nel suo palmarès). Il suo inizio di stagione in maglia Sky è stato molto positivo, con un podio già nel Trofeo Deia e buone prestazioni anche sulle Ardenne. Il Giro rappresenta per lui una grande esperienza e gli ultimi tapponi sono una ghiotta occasione per cercare il successo di tappa e riprendere magari anche la maglia bianca di miglior giovane. Occhio quindi, potremmo ammirare un...Henao meravigliao!

GiroTweet

@AndreaGuardini: Oggi ho coronato un sogno!!! La mia 1' Tappa al #giro @giroditalia ! Un emozione indescrivibile tagliare per 1' la linea di questo arrivo!!!

@MarkCavendish: Sono piuttosto arrabbiato per la sconfitta, per come la squadra mi aveva preparato tutto oggi. Sono stato lento ed ho lanciato lo sprint 50m troppo tardi. @AndreaGuardini era VELOCE! Congratulazioni.

@DarioCataldo: Next Alpe di Pampeago. Ho un bel ricordo in rosa su questa salita, spero mi porti fortuna! #giro pic.twitter.com/017Ez6aW

@AlfredoBalloni: Ecco la situazione e il motivo del ritiro pic.twitter.com/WRF8eiBk

@grischaniermann: Nei giorni scorsi andavo male in salita! Conclusione: devo essere un velocista. Oggi ho provato ed ho chiuso 28°. E adesso sono confuso. Per 36 anni ho pensato di essere qualcosa di più che uno scalatore ma forse sono stato uno sprinter per tutto questo tempo e non lo sapevo.

@enrigasparotto: #ilmiogiro inizia la due giorni dove sara' importante portare il sedere all'arrivo..good luck agli uomini di classifica!! c'è da faticare!

La maglia rosa virtuale

Domenico Pozzovivo e Michele Scarponi sull'Alpe di PampeagoUno spettacolo incredibile: la 19a tappa del Giro d'Italia virtuale (scarica il gioco su PcCiclismo.net) ha offerto spettacolo e colpi di scena a non finire e, a sole due frazioni dal termine, la corsa non si può ancora definire chiusa. Dopo aver scalato il Manghen, il Passo Pampeago, il Lavazè e per una seconda volta Pampeago (dove era posto l'arrivo) ad esultare è stato il marchigiano della Lampre Michele Scarponi già in maglia rosa e che quindi ha visto incrementare ancora il suo vantaggio in classifica generale.

Per Scarponi, però, la giornata non è stata affatto facile e per alcuni tratti s'è temuto addirittura che potesse affondare e uscire sorprendentemente di classifica. Sulla prima scalata di Pampeago, con Sylvester Szmyd in fuga solitaria e Przemislaw Niemiec, Amets Txurruka e Jackson Rodríguez ad inseguirlo, s'è accesa la bagarre tra i favoriti ed il primo a soffrire è stato proprio Scarponi: la maglia rosa s'è staccata ma è riuscita velocemente a riprendersi e con una splendida progressione s'è riportata su Schleck, Basso, JRO, Pozzovivo e Rujano. Il venezuelano dell'Androni, come suo solito, ha cercato l'impresa che gli potesse permettere di chiudere qui il Giro ed è scattato tutto solo, riuscendo a guadagnare già un minuto al passaggio sul gpm.

La tattica studiata dagli uomini di Gianni Savio, però, non ha funzionato benissimo perché Jackson Rodríguez è stato ripreso a passato sul Passo Lavazè senza che riuscisse a dare una mano al compagno di squadra all'attacco. Ad un paio di chilometri dallo scollinamento della penultima salita del giorno, però, Scarponi è andato nuovamente in difficoltà ed è stato costretto a staccarsi. La fortuna del marchigiano è stata di trovare non molto alle sue spalle un bel gruppetto con i compagni di squadra Cunego e Niemiec oltre alla coppia Sky Uran e Henao, Gadre e Moreno: lungo la discesa questo drappello è riuscito a rientrare facilmente sui primi inseguitori di Rujano vista la presenza di ottimi discesisti.

Il breve tratto di pianura prima dell'inizio dell'ascesa finale verso l'Alpe di Pampeago è stato quello fatale a José Rujano: Moreno, Cunego, Niemiec e Szmyd in particolare hanno dato un grande aiuto ai rispettivi capitani e il vantaggio del venezuelano, che era arrivato anche a 1'15", è calato drasticamente. Rujano è riuscito a conservare un po' di energie per la salita ma nulla ha potuto quando a 3500 metri dall'arrivo sono scattati Scarponi e Pozzovivo che si sono portati su di lui e lo hanno staccato (dopo un po' di elastico del sudamericano). Nello sprint a due Scarponi non ha voluto lasciare nulla al corridore della Colnago ed è andato quindi a prendersi la vittoria di tappa; Rujano è arrivato terzo a 21", Joaquim Rodríguez quarto a 36", Basso e Cunego hanno perso 46", Schleck 52", Gadret 58" mentre Uran, Henao e Hesjedal sono arrivati tutti assieme a 1'08".

In classifica generale adesso Michele Scarponi ha un vantaggio di 1'23" su Rujano, 2'20" su Henao, 2'34" su Uran, 2'38" su Schleck, 2'59" su Basso e 4'16" su Pozzovivo: domani con Mortirolo e Stelvio può succedere davvero di tutto.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Adrian SaezQuando non è primo è ultimo: non si può dire che Andrea Guardini ultimamente conosca mezze misure, nel suo Giro fin qui strepitoso. Il ragazzo ha avuto ieri una pesante battuta a vuoto, chiudendo appunto in ultima posizione la tappa a 4'47" dal vincitore Adrian Saez. Ma se proprio doveva vivere una giornata difficile, meglio che il veneto l'abbia avuta nella facile tappa di Vedelago, in cui era difficile onestamente perdere tantissimo. Tantopiù che nei confronti del leader (ormai da 8 frazioni) Miguel Mínguez il corridore della Farnese ci ha rimesso solo 20". La tappa, vinta come detto da Saez (con azione solitaria nel finale) ha visto il secondo posto di Elia Favilli, a 1'25" dallo spagnolo, quindi terzo e quarto sono arrivati, appaiati, Seeldraeyers e Bobridge a 1'43", con Kaisen che ha preso la quinta piazza a 2'22". Se nella generale Mínguez allunga su Guardini secondo (ora li dividono 45"), vede pure avvicinarsi Bobridge e Saez, terzo e quarto: l'australiano è ora a 11'44", il basco (che completa al meglio la prestazione di squadra della Euskaltel, che assomma 6 vittorie di tappa - 2 dello stesso Saez - e 10 giorni in maglia nera) a 11'50". Giornata negativa invece per Phinney, che si fa superare dai due corridori appena citati e scivola dalla terza alla quinta posizione, pur mantenendo il distacco da Mínguez invariato a 11'58". Oggi, sulla strada per Pampeago, voleranno le decine di minuti: occhio soprattutto a ritiri e tempo massimo, due elementi che potrebbero svolgere un ruolo determinante nelle ultime due tappe di montagna.

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Domenico Pozzovivo e Michele Scarponi sull'Alpe di PampeagoUno spettacolo incredibile: la 19a tappa del Giro d'Italia virtuale (scarica il gioco su PcCiclismo.net) ha offerto spettacolo e colpi di scena a non finire e, a sole due frazioni dal termine, la corsa non si può ancora definire chiusa. Dopo aver scalato il Manghen, il Passo Pampeago, il Lavazè e per una seconda volta Pampeago (dove era posto l'arrivo) ad esultare è stato il marchigiano della Lampre Michele Scarponi già in maglia rosa e che quindi ha visto incrementare ancora il suo vantaggio in classifica generale.

Per Scarponi, però, la giornata non è stata affatto facile e per alcuni tratti s'è temuto addirittura che potesse affondare e uscire sorprendentemente di classifica. Sulla prima scalata di Pampeago, con Sylvester Szmyd in fuga solitaria e Przemislaw Niemiec, Amets Txurruka e Jackson Rodríguez ad inseguirlo, s'è accesa la bagarre tra i favoriti ed il primo a soffrire è stato proprio Scarponi: la maglia rosa s'è staccata ma è riuscita velocemente a riprendersi e con una splendida progressione s'è riportata su Schleck, Basso, JRO, Pozzovivo e Rujano. Il venezuelano dell'Androni, come suo solito, ha cercato l'impresa che gli potesse permettere di chiudere qui il Giro ed è scattato tutto solo, riuscendo a guadagnare già un minuto al passaggio sul gpm.

La tattica studiata dagli uomini di Gianni Savio, però, non ha funzionato benissimo perché Jackson Rodríguez è stato ripreso a passato sul Passo Lavazè senza che riuscisse a dare una mano al compagno di squadra all'attacco. Ad un paio di chilometri dallo scollinamento della penultima salita del giorno, però, Scarponi è andato nuovamente in difficoltà ed è stato costretto a staccarsi. La fortuna del marchigiano è stata di trovare non molto alle sue spalle un bel gruppetto con i compagni di squadra Cunego e Niemiec oltre alla coppia Sky Uran e Henao, Gadre e Moreno: lungo la discesa questo drappello è riuscito a rientrare facilmente sui primi inseguitori di Rujano vista la presenza di ottimi discesisti.

Il breve tratto di pianura prima dell'inizio dell'ascesa finale verso l'Alpe di Pampeago è stato quello fatale a José Rujano: Moreno, Cunego, Niemiec e Szmyd in particolare hanno dato un grande aiuto ai rispettivi capitani e il vantaggio del venezuelano, che era arrivato anche a 1'15", è calato drasticamente. Rujano è riuscito a conservare un po' di energie per la salita ma nulla ha potuto quando a 3500 metri dall'arrivo sono scattati Scarponi e Pozzovivo che si sono portati su di lui e lo hanno staccato (dopo un po' di elastico del sudamericano). Nello sprint a due Scarponi non ha voluto lasciare nulla al corridore della Colnago ed è andato quindi a prendersi la vittoria di tappa; Rujano è arrivato terzo a 21", Joaquim Rodríguez quarto a 36", Basso e Cunego hanno perso 46", Schleck 52", Gadret 58" mentre Uran, Henao e Hesjedal sono arrivati tutti assieme a 1'08".

In classifica generale adesso Michele Scarponi ha un vantaggio di 1'23" su Rujano, 2'20" su Henao, 2'34" su Uran, 2'38" su Schleck, 2'59" su Basso e 4'16" su Pozzovivo: domani con Mortirolo e Stelvio può succedere davvero di tutto.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Adrian SaezQuando non è primo è ultimo: non si può dire che Andrea Guardini ultimamente conosca mezze misure, nel suo Giro fin qui strepitoso. Il ragazzo ha avuto ieri una pesante battuta a vuoto, chiudendo appunto in ultima posizione la tappa a 4'47" dal vincitore Adrian Saez. Ma se proprio doveva vivere una giornata difficile, meglio che il veneto l'abbia avuta nella facile tappa di Vedelago, in cui era difficile onestamente perdere tantissimo. Tantopiù che nei confronti del leader (ormai da 8 frazioni) Miguel Mínguez il corridore della Farnese ci ha rimesso solo 20". La tappa, vinta come detto da Saez (con azione solitaria nel finale) ha visto il secondo posto di Elia Favilli, a 1'25" dallo spagnolo, quindi terzo e quarto sono arrivati, appaiati, Seeldraeyers e Bobridge a 1'43", con Kaisen che ha preso la quinta piazza a 2'22". Se nella generale Mínguez allunga su Guardini secondo (ora li dividono 45"), vede pure avvicinarsi Bobridge e Saez, terzo e quarto: l'australiano è ora a 11'44", il basco (che completa al meglio la prestazione di squadra della Euskaltel, che assomma 6 vittorie di tappa - 2 dello stesso Saez - e 10 giorni in maglia nera) a 11'50". Giornata negativa invece per Phinney, che si fa superare dai due corridori appena citati e scivola dalla terza alla quinta posizione, pur mantenendo il distacco da Mínguez invariato a 11'58". Oggi, sulla strada per Pampeago, voleranno le decine di minuti: occhio soprattutto a ritiri e tempo massimo, due elementi che potrebbero svolgere un ruolo determinante nelle ultime due tappe di montagna.

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 19a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 19a tappa
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La maglia rosa virtuale

Domenico Pozzovivo e Michele Scarponi sull'Alpe di PampeagoUno spettacolo incredibile: la 19a tappa del Giro d'Italia virtuale (scarica il gioco su PcCiclismo.net) ha offerto spettacolo e colpi di scena a non finire e, a sole due frazioni dal termine, la corsa non si può ancora definire chiusa. Dopo aver scalato il Manghen, il Passo Pampeago, il Lavazè e per una seconda volta Pampeago (dove era posto l'arrivo) ad esultare è stato il marchigiano della Lampre Michele Scarponi già in maglia rosa e che quindi ha visto incrementare ancora il suo vantaggio in classifica generale.

Per Scarponi, però, la giornata non è stata affatto facile e per alcuni tratti s'è temuto addirittura che potesse affondare e uscire sorprendentemente di classifica. Sulla prima scalata di Pampeago, con Sylvester Szmyd in fuga solitaria e Przemislaw Niemiec, Amets Txurruka e Jackson Rodríguez ad inseguirlo, s'è accesa la bagarre tra i favoriti ed il primo a soffrire è stato proprio Scarponi: la maglia rosa s'è staccata ma è riuscita velocemente a riprendersi e con una splendida progressione s'è riportata su Schleck, Basso, JRO, Pozzovivo e Rujano. Il venezuelano dell'Androni, come suo solito, ha cercato l'impresa che gli potesse permettere di chiudere qui il Giro ed è scattato tutto solo, riuscendo a guadagnare già un minuto al passaggio sul gpm.

La tattica studiata dagli uomini di Gianni Savio, però, non ha funzionato benissimo perché Jackson Rodríguez è stato ripreso a passato sul Passo Lavazè senza che riuscisse a dare una mano al compagno di squadra all'attacco. Ad un paio di chilometri dallo scollinamento della penultima salita del giorno, però, Scarponi è andato nuovamente in difficoltà ed è stato costretto a staccarsi. La fortuna del marchigiano è stata di trovare non molto alle sue spalle un bel gruppetto con i compagni di squadra Cunego e Niemiec oltre alla coppia Sky Uran e Henao, Gadre e Moreno: lungo la discesa questo drappello è riuscito a rientrare facilmente sui primi inseguitori di Rujano vista la presenza di ottimi discesisti.

Il breve tratto di pianura prima dell'inizio dell'ascesa finale verso l'Alpe di Pampeago è stato quello fatale a José Rujano: Moreno, Cunego, Niemiec e Szmyd in particolare hanno dato un grande aiuto ai rispettivi capitani e il vantaggio del venezuelano, che era arrivato anche a 1'15", è calato drasticamente. Rujano è riuscito a conservare un po' di energie per la salita ma nulla ha potuto quando a 3500 metri dall'arrivo sono scattati Scarponi e Pozzovivo che si sono portati su di lui e lo hanno staccato (dopo un po' di elastico del sudamericano). Nello sprint a due Scarponi non ha voluto lasciare nulla al corridore della Colnago ed è andato quindi a prendersi la vittoria di tappa; Rujano è arrivato terzo a 21", Joaquim Rodríguez quarto a 36", Basso e Cunego hanno perso 46", Schleck 52", Gadret 58" mentre Uran, Henao e Hesjedal sono arrivati tutti assieme a 1'08".

In classifica generale adesso Michele Scarponi ha un vantaggio di 1'23" su Rujano, 2'20" su Henao, 2'34" su Uran, 2'38" su Schleck, 2'59" su Basso e 4'16" su Pozzovivo: domani con Mortirolo e Stelvio può succedere davvero di tutto.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Adrian SaezQuando non è primo è ultimo: non si può dire che Andrea Guardini ultimamente conosca mezze misure, nel suo Giro fin qui strepitoso. Il ragazzo ha avuto ieri una pesante battuta a vuoto, chiudendo appunto in ultima posizione la tappa a 4'47" dal vincitore Adrian Saez. Ma se proprio doveva vivere una giornata difficile, meglio che il veneto l'abbia avuta nella facile tappa di Vedelago, in cui era difficile onestamente perdere tantissimo. Tantopiù che nei confronti del leader (ormai da 8 frazioni) Miguel Mínguez il corridore della Farnese ci ha rimesso solo 20". La tappa, vinta come detto da Saez (con azione solitaria nel finale) ha visto il secondo posto di Elia Favilli, a 1'25" dallo spagnolo, quindi terzo e quarto sono arrivati, appaiati, Seeldraeyers e Bobridge a 1'43", con Kaisen che ha preso la quinta piazza a 2'22". Se nella generale Mínguez allunga su Guardini secondo (ora li dividono 45"), vede pure avvicinarsi Bobridge e Saez, terzo e quarto: l'australiano è ora a 11'44", il basco (che completa al meglio la prestazione di squadra della Euskaltel, che assomma 6 vittorie di tappa - 2 dello stesso Saez - e 10 giorni in maglia nera) a 11'50". Giornata negativa invece per Phinney, che si fa superare dai due corridori appena citati e scivola dalla terza alla quinta posizione, pur mantenendo il distacco da Mínguez invariato a 11'58". Oggi, sulla strada per Pampeago, voleranno le decine di minuti: occhio soprattutto a ritiri e tempo massimo, due elementi che potrebbero svolgere un ruolo determinante nelle ultime due tappe di montagna.

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Domenico Pozzovivo e Michele Scarponi sull'Alpe di PampeagoUno spettacolo incredibile: la 19a tappa del Giro d'Italia virtuale (scarica il gioco su PcCiclismo.net) ha offerto spettacolo e colpi di scena a non finire e, a sole due frazioni dal termine, la corsa non si può ancora definire chiusa. Dopo aver scalato il Manghen, il Passo Pampeago, il Lavazè e per una seconda volta Pampeago (dove era posto l'arrivo) ad esultare è stato il marchigiano della Lampre Michele Scarponi già in maglia rosa e che quindi ha visto incrementare ancora il suo vantaggio in classifica generale.

Per Scarponi, però, la giornata non è stata affatto facile e per alcuni tratti s'è temuto addirittura che potesse affondare e uscire sorprendentemente di classifica. Sulla prima scalata di Pampeago, con Sylvester Szmyd in fuga solitaria e Przemislaw Niemiec, Amets Txurruka e Jackson Rodríguez ad inseguirlo, s'è accesa la bagarre tra i favoriti ed il primo a soffrire è stato proprio Scarponi: la maglia rosa s'è staccata ma è riuscita velocemente a riprendersi e con una splendida progressione s'è riportata su Schleck, Basso, JRO, Pozzovivo e Rujano. Il venezuelano dell'Androni, come suo solito, ha cercato l'impresa che gli potesse permettere di chiudere qui il Giro ed è scattato tutto solo, riuscendo a guadagnare già un minuto al passaggio sul gpm.

La tattica studiata dagli uomini di Gianni Savio, però, non ha funzionato benissimo perché Jackson Rodríguez è stato ripreso a passato sul Passo Lavazè senza che riuscisse a dare una mano al compagno di squadra all'attacco. Ad un paio di chilometri dallo scollinamento della penultima salita del giorno, però, Scarponi è andato nuovamente in difficoltà ed è stato costretto a staccarsi. La fortuna del marchigiano è stata di trovare non molto alle sue spalle un bel gruppetto con i compagni di squadra Cunego e Niemiec oltre alla coppia Sky Uran e Henao, Gadre e Moreno: lungo la discesa questo drappello è riuscito a rientrare facilmente sui primi inseguitori di Rujano vista la presenza di ottimi discesisti.

Il breve tratto di pianura prima dell'inizio dell'ascesa finale verso l'Alpe di Pampeago è stato quello fatale a José Rujano: Moreno, Cunego, Niemiec e Szmyd in particolare hanno dato un grande aiuto ai rispettivi capitani e il vantaggio del venezuelano, che era arrivato anche a 1'15", è calato drasticamente. Rujano è riuscito a conservare un po' di energie per la salita ma nulla ha potuto quando a 3500 metri dall'arrivo sono scattati Scarponi e Pozzovivo che si sono portati su di lui e lo hanno staccato (dopo un po' di elastico del sudamericano). Nello sprint a due Scarponi non ha voluto lasciare nulla al corridore della Colnago ed è andato quindi a prendersi la vittoria di tappa; Rujano è arrivato terzo a 21", Joaquim Rodríguez quarto a 36", Basso e Cunego hanno perso 46", Schleck 52", Gadret 58" mentre Uran, Henao e Hesjedal sono arrivati tutti assieme a 1'08".

In classifica generale adesso Michele Scarponi ha un vantaggio di 1'23" su Rujano, 2'20" su Henao, 2'34" su Uran, 2'38" su Schleck, 2'59" su Basso e 4'16" su Pozzovivo: domani con Mortirolo e Stelvio può succedere davvero di tutto.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Adrian SaezQuando non è primo è ultimo: non si può dire che Andrea Guardini ultimamente conosca mezze misure, nel suo Giro fin qui strepitoso. Il ragazzo ha avuto ieri una pesante battuta a vuoto, chiudendo appunto in ultima posizione la tappa a 4'47" dal vincitore Adrian Saez. Ma se proprio doveva vivere una giornata difficile, meglio che il veneto l'abbia avuta nella facile tappa di Vedelago, in cui era difficile onestamente perdere tantissimo. Tantopiù che nei confronti del leader (ormai da 8 frazioni) Miguel Mínguez il corridore della Farnese ci ha rimesso solo 20". La tappa, vinta come detto da Saez (con azione solitaria nel finale) ha visto il secondo posto di Elia Favilli, a 1'25" dallo spagnolo, quindi terzo e quarto sono arrivati, appaiati, Seeldraeyers e Bobridge a 1'43", con Kaisen che ha preso la quinta piazza a 2'22". Se nella generale Mínguez allunga su Guardini secondo (ora li dividono 45"), vede pure avvicinarsi Bobridge e Saez, terzo e quarto: l'australiano è ora a 11'44", il basco (che completa al meglio la prestazione di squadra della Euskaltel, che assomma 6 vittorie di tappa - 2 dello stesso Saez - e 10 giorni in maglia nera) a 11'50". Giornata negativa invece per Phinney, che si fa superare dai due corridori appena citati e scivola dalla terza alla quinta posizione, pur mantenendo il distacco da Mínguez invariato a 11'58". Oggi, sulla strada per Pampeago, voleranno le decine di minuti: occhio soprattutto a ritiri e tempo massimo, due elementi che potrebbero svolgere un ruolo determinante nelle ultime due tappe di montagna.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Adrian SaezQuando non è primo è ultimo: non si può dire che Andrea Guardini ultimamente conosca mezze misure, nel suo Giro fin qui strepitoso. Il ragazzo ha avuto ieri una pesante battuta a vuoto, chiudendo appunto in ultima posizione la tappa a 4'47" dal vincitore Adrian Saez. Ma se proprio doveva vivere una giornata difficile, meglio che il veneto l'abbia avuta nella facile tappa di Vedelago, in cui era difficile onestamente perdere tantissimo. Tantopiù che nei confronti del leader (ormai da 8 frazioni) Miguel Mínguez il corridore della Farnese ci ha rimesso solo 20". La tappa, vinta come detto da Saez (con azione solitaria nel finale) ha visto il secondo posto di Elia Favilli, a 1'25" dallo spagnolo, quindi terzo e quarto sono arrivati, appaiati, Seeldraeyers e Bobridge a 1'43", con Kaisen che ha preso la quinta piazza a 2'22". Se nella generale Mínguez allunga su Guardini secondo (ora li dividono 45"), vede pure avvicinarsi Bobridge e Saez, terzo e quarto: l'australiano è ora a 11'44", il basco (che completa al meglio la prestazione di squadra della Euskaltel, che assomma 6 vittorie di tappa - 2 dello stesso Saez - e 10 giorni in maglia nera) a 11'50". Giornata negativa invece per Phinney, che si fa superare dai due corridori appena citati e scivola dalla terza alla quinta posizione, pur mantenendo il distacco da Mínguez invariato a 11'58". Oggi, sulla strada per Pampeago, voleranno le decine di minuti: occhio soprattutto a ritiri e tempo massimo, due elementi che potrebbero svolgere un ruolo determinante nelle ultime due tappe di montagna.

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Domenico Pozzovivo e Michele Scarponi sull'Alpe di PampeagoUno spettacolo incredibile: la 19a tappa del Giro d'Italia virtuale (scarica il gioco su PcCiclismo.net) ha offerto spettacolo e colpi di scena a non finire e, a sole due frazioni dal termine, la corsa non si può ancora definire chiusa. Dopo aver scalato il Manghen, il Passo Pampeago, il Lavazè e per una seconda volta Pampeago (dove era posto l'arrivo) ad esultare è stato il marchigiano della Lampre Michele Scarponi già in maglia rosa e che quindi ha visto incrementare ancora il suo vantaggio in classifica generale.

Per Scarponi, però, la giornata non è stata affatto facile e per alcuni tratti s'è temuto addirittura che potesse affondare e uscire sorprendentemente di classifica. Sulla prima scalata di Pampeago, con Sylvester Szmyd in fuga solitaria e Przemislaw Niemiec, Amets Txurruka e Jackson Rodríguez ad inseguirlo, s'è accesa la bagarre tra i favoriti ed il primo a soffrire è stato proprio Scarponi: la maglia rosa s'è staccata ma è riuscita velocemente a riprendersi e con una splendida progressione s'è riportata su Schleck, Basso, JRO, Pozzovivo e Rujano. Il venezuelano dell'Androni, come suo solito, ha cercato l'impresa che gli potesse permettere di chiudere qui il Giro ed è scattato tutto solo, riuscendo a guadagnare già un minuto al passaggio sul gpm.

La tattica studiata dagli uomini di Gianni Savio, però, non ha funzionato benissimo perché Jackson Rodríguez è stato ripreso a passato sul Passo Lavazè senza che riuscisse a dare una mano al compagno di squadra all'attacco. Ad un paio di chilometri dallo scollinamento della penultima salita del giorno, però, Scarponi è andato nuovamente in difficoltà ed è stato costretto a staccarsi. La fortuna del marchigiano è stata di trovare non molto alle sue spalle un bel gruppetto con i compagni di squadra Cunego e Niemiec oltre alla coppia Sky Uran e Henao, Gadre e Moreno: lungo la discesa questo drappello è riuscito a rientrare facilmente sui primi inseguitori di Rujano vista la presenza di ottimi discesisti.

Il breve tratto di pianura prima dell'inizio dell'ascesa finale verso l'Alpe di Pampeago è stato quello fatale a José Rujano: Moreno, Cunego, Niemiec e Szmyd in particolare hanno dato un grande aiuto ai rispettivi capitani e il vantaggio del venezuelano, che era arrivato anche a 1'15", è calato drasticamente. Rujano è riuscito a conservare un po' di energie per la salita ma nulla ha potuto quando a 3500 metri dall'arrivo sono scattati Scarponi e Pozzovivo che si sono portati su di lui e lo hanno staccato (dopo un po' di elastico del sudamericano). Nello sprint a due Scarponi non ha voluto lasciare nulla al corridore della Colnago ed è andato quindi a prendersi la vittoria di tappa; Rujano è arrivato terzo a 21", Joaquim Rodríguez quarto a 36", Basso e Cunego hanno perso 46", Schleck 52", Gadret 58" mentre Uran, Henao e Hesjedal sono arrivati tutti assieme a 1'08".

In classifica generale adesso Michele Scarponi ha un vantaggio di 1'23" su Rujano, 2'20" su Henao, 2'34" su Uran, 2'38" su Schleck, 2'59" su Basso e 4'16" su Pozzovivo: domani con Mortirolo e Stelvio può succedere davvero di tutto.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Adrian SaezQuando non è primo è ultimo: non si può dire che Andrea Guardini ultimamente conosca mezze misure, nel suo Giro fin qui strepitoso. Il ragazzo ha avuto ieri una pesante battuta a vuoto, chiudendo appunto in ultima posizione la tappa a 4'47" dal vincitore Adrian Saez. Ma se proprio doveva vivere una giornata difficile, meglio che il veneto l'abbia avuta nella facile tappa di Vedelago, in cui era difficile onestamente perdere tantissimo. Tantopiù che nei confronti del leader (ormai da 8 frazioni) Miguel Mínguez il corridore della Farnese ci ha rimesso solo 20". La tappa, vinta come detto da Saez (con azione solitaria nel finale) ha visto il secondo posto di Elia Favilli, a 1'25" dallo spagnolo, quindi terzo e quarto sono arrivati, appaiati, Seeldraeyers e Bobridge a 1'43", con Kaisen che ha preso la quinta piazza a 2'22". Se nella generale Mínguez allunga su Guardini secondo (ora li dividono 45"), vede pure avvicinarsi Bobridge e Saez, terzo e quarto: l'australiano è ora a 11'44", il basco (che completa al meglio la prestazione di squadra della Euskaltel, che assomma 6 vittorie di tappa - 2 dello stesso Saez - e 10 giorni in maglia nera) a 11'50". Giornata negativa invece per Phinney, che si fa superare dai due corridori appena citati e scivola dalla terza alla quinta posizione, pur mantenendo il distacco da Mínguez invariato a 11'58". Oggi, sulla strada per Pampeago, voleranno le decine di minuti: occhio soprattutto a ritiri e tempo massimo, due elementi che potrebbero svolgere un ruolo determinante nelle ultime due tappe di montagna.

Marco Grassi

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