Il Portale del Ciclismo professionistico

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A differenza della passata edizione, questo Giro avrà la sua brava tappa per velocisti anche nella terza settimana. Dal Cadore infatti, si arriverà nella pianura trevigiana senza affrontare nessuna difficoltà, attraverso una strada che sostanzialmente non farà che scendere, seppur dolcemente. Gli sprinter che avranno saputo stringere i denti fino ad ora avranno una bella ricompensa e potranno ancora lottare per l'ultimo traguardo adatto ai loro mezzi.

Vedelago offre l’ultima occasione per gli sprinter rimasti in corsa al Giro. Il poker di Cavendish sembra scontato e infatti è dato a 1.45, non un grande affare. Ma dietro Cav Leaderbet.com vede in rampa di lancio due corridori che si sono classificati al secondo posto negli ultimi due sprint di gruppo: Chicchi, dato a 11.00, e Kristoff, a 13.00. La stessa quota del norvegese viene assegnata anche a Roberto Ferrari che potrebbe aver recuperato più velocemente rispetto ai rivali le fatiche degli ultimi giorni. Oltre all’italiano cerca il bis anche Ventoso, dato a 34.00, mentre a Modolo, che ha dichiarato apertamente di puntare a questa tappa “di casa”, Leaderbet.com dà più fiducia con un 26.00 che tutto sommato rappresenta un buon affare. Se si vuole invece alzare il moltiplicatore della cifra scommessa perché non credere in una vittoria di Soupe, Nizzolo o Belletti? A tutti e tre Leaderbet.com ha dato una quota uguale: un 51.00 che con una scommessa di 2€ permette di vincere 100€ tondi tondi.

San Vito di Cadore

Insieme a Borca, Vodo e Cibiana fa parte delle località turistiche che formano l'Alto Cadore. Circondato dalle cime dell'Antelao, del Pelmo, della Croda Marcora e delle Marmarole Occidentali, si trova nel fondovalle del torrente Boite che dà il nome all'omonima valle. Risale al 1203 il primo attestato dell'esistenza di San Vito di Cadore, la cui zona in precedenza era interessata da insediamenti di carattere stagionale legati prevalentemente alle attività di pascolo e raccolta del legname. Circondata da boschi di abeti, è il posto ideale da cui intraprendere rilassanti passeggiate o trekking impegnativi, a seconda dell'allenamento. Da visitare l'Alpe di Senes, il parco di Mosigo, la chiesa gotica della B.V. della Difesa e l'antica stazione ferroviaria di Resinego, ora sede del Museo delle Tradizioni popolari. L'inverno offre invece una ventina di chilometri di piste da sci e splendidi itinerari da percorrere con le ciaspole. Gli amanti della tavola tradizionale del Cadore apprezzeranno i Casunziei (raviolo a mezzaluna con ripieno di rapa rossa e patata) mentre è famosa e di ottima qualità è la carne di puledro allevata a San Vito.

Vedelago

Comune di 16 mila abitanti in provincia di Treviso, Vedelago prende il nome con tutta probabilità da un colono romano, Vitellius, proprietario di terreni della zona (ipotesi più ardita quella che individua nella parola "lago" il riferimento alla zona acquitrinosa). Coniuga la vocazione agricola con lo sviluppo industriale. Territorio ricco di risorgive, come detto, ha favorito la presenza dell'uomo sin dalle epoche più antiche. Da visitare a Vedelago la bellissima Villa Emo, risalente al '500 e commissionata dall'omonima famiglia veneta al Palladio. Dal 1996 è patrimonio dell'umanità per l'UNESCO. Imperdibile anche Villa Corner della Regina, di epoca palladiana con Villa Emo. La cucina locale, come in tutto il trevigiano, vede come piatti dominanti la polenta, il riso, i fagioli, il baccalà ed il radicchio (trevigiano, appunto). Come San Vito di Cadore, così Vedelago non ha mai ospitato in precedenza né una partenza né un arrivo del Giro d'Italia.

Francesco Sulas
San Vito di Cadore

Insieme a Borca, Vodo e Cibiana fa parte delle località turistiche che formano l'Alto Cadore. Circondato dalle cime dell'Antelao, del Pelmo, della Croda Marcora e delle Marmarole Occidentali, si trova nel fondovalle del torrente Boite che dà il nome all'omonima valle. Risale al 1203 il primo attestato dell'esistenza di San Vito di Cadore, la cui zona in precedenza era interessata da insediamenti di carattere stagionale legati prevalentemente alle attività di pascolo e raccolta del legname. Circondata da boschi di abeti, è il posto ideale da cui intraprendere rilassanti passeggiate o trekking impegnativi, a seconda dell'allenamento. Da visitare l'Alpe di Senes, il parco di Mosigo, la chiesa gotica della B.V. della Difesa e l'antica stazione ferroviaria di Resinego, ora sede del Museo delle Tradizioni popolari. L'inverno offre invece una ventina di chilometri di piste da sci e splendidi itinerari da percorrere con le ciaspole. Gli amanti della tavola tradizionale del Cadore apprezzeranno i Casunziei (raviolo a mezzaluna con ripieno di rapa rossa e patata) mentre è famosa e di ottima qualità è la carne di puledro allevata a San Vito.

Vedelago

Comune di 16 mila abitanti in provincia di Treviso, Vedelago prende il nome con tutta probabilità da un colono romano, Vitellius, proprietario di terreni della zona (ipotesi più ardita quella che individua nella parola "lago" il riferimento alla zona acquitrinosa). Coniuga la vocazione agricola con lo sviluppo industriale. Territorio ricco di risorgive, come detto, ha favorito la presenza dell'uomo sin dalle epoche più antiche. Da visitare a Vedelago la bellissima Villa Emo, risalente al '500 e commissionata dall'omonima famiglia veneta al Palladio. Dal 1996 è patrimonio dell'umanità per l'UNESCO. Imperdibile anche Villa Corner della Regina, di epoca palladiana con Villa Emo. La cucina locale, come in tutto il trevigiano, vede come piatti dominanti la polenta, il riso, i fagioli, il baccalà ed il radicchio (trevigiano, appunto). Come San Vito di Cadore, così Vedelago non ha mai ospitato in precedenza né una partenza né un arrivo del Giro d'Italia.

San Vito di Cadore

Insieme a Borca, Vodo e Cibiana fa parte delle località turistiche che formano l'Alto Cadore. Circondato dalle cime dell'Antelao, del Pelmo, della Croda Marcora e delle Marmarole Occidentali, si trova nel fondovalle del torrente Boite che dà il nome all'omonima valle. Risale al 1203 il primo attestato dell'esistenza di San Vito di Cadore, la cui zona in precedenza era interessata da insediamenti di carattere stagionale legati prevalentemente alle attività di pascolo e raccolta del legname. Circondata da boschi di abeti, è il posto ideale da cui intraprendere rilassanti passeggiate o trekking impegnativi, a seconda dell'allenamento. Da visitare l'Alpe di Senes, il parco di Mosigo, la chiesa gotica della B.V. della Difesa e l'antica stazione ferroviaria di Resinego, ora sede del Museo delle Tradizioni popolari. L'inverno offre invece una ventina di chilometri di piste da sci e splendidi itinerari da percorrere con le ciaspole. Gli amanti della tavola tradizionale del Cadore apprezzeranno i Casunziei (raviolo a mezzaluna con ripieno di rapa rossa e patata) mentre è famosa e di ottima qualità è la carne di puledro allevata a San Vito.

Vedelago

Comune di 16 mila abitanti in provincia di Treviso, Vedelago prende il nome con tutta probabilità da un colono romano, Vitellius, proprietario di terreni della zona (ipotesi più ardita quella che individua nella parola "lago" il riferimento alla zona acquitrinosa). Coniuga la vocazione agricola con lo sviluppo industriale. Territorio ricco di risorgive, come detto, ha favorito la presenza dell'uomo sin dalle epoche più antiche. Da visitare a Vedelago la bellissima Villa Emo, risalente al '500 e commissionata dall'omonima famiglia veneta al Palladio. Dal 1996 è patrimonio dell'umanità per l'UNESCO. Imperdibile anche Villa Corner della Regina, di epoca palladiana con Villa Emo. La cucina locale, come in tutto il trevigiano, vede come piatti dominanti la polenta, il riso, i fagioli, il baccalà ed il radicchio (trevigiano, appunto). Come San Vito di Cadore, così Vedelago non ha mai ospitato in precedenza né una partenza né un arrivo del Giro d'Italia.

San Vito di Cadore

Insieme a Borca, Vodo e Cibiana fa parte delle località turistiche che formano l'Alto Cadore. Circondato dalle cime dell'Antelao, del Pelmo, della Croda Marcora e delle Marmarole Occidentali, si trova nel fondovalle del torrente Boite che dà il nome all'omonima valle. Risale al 1203 il primo attestato dell'esistenza di San Vito di Cadore, la cui zona in precedenza era interessata da insediamenti di carattere stagionale legati prevalentemente alle attività di pascolo e raccolta del legname. Circondata da boschi di abeti, è il posto ideale da cui intraprendere rilassanti passeggiate o trekking impegnativi, a seconda dell'allenamento. Da visitare l'Alpe di Senes, il parco di Mosigo, la chiesa gotica della B.V. della Difesa e l'antica stazione ferroviaria di Resinego, ora sede del Museo delle Tradizioni popolari. L'inverno offre invece una ventina di chilometri di piste da sci e splendidi itinerari da percorrere con le ciaspole. Gli amanti della tavola tradizionale del Cadore apprezzeranno i Casunziei (raviolo a mezzaluna con ripieno di rapa rossa e patata) mentre è famosa e di ottima qualità è la carne di puledro allevata a San Vito.

Vedelago

Comune di 16 mila abitanti in provincia di Treviso, Vedelago prende il nome con tutta probabilità da un colono romano, Vitellius, proprietario di terreni della zona (ipotesi più ardita quella che individua nella parola "lago" il riferimento alla zona acquitrinosa). Coniuga la vocazione agricola con lo sviluppo industriale. Territorio ricco di risorgive, come detto, ha favorito la presenza dell'uomo sin dalle epoche più antiche. Da visitare a Vedelago la bellissima Villa Emo, risalente al '500 e commissionata dall'omonima famiglia veneta al Palladio. Dal 1996 è patrimonio dell'umanità per l'UNESCO. Imperdibile anche Villa Corner della Regina, di epoca palladiana con Villa Emo. La cucina locale, come in tutto il trevigiano, vede come piatti dominanti la polenta, il riso, i fagioli, il baccalà ed il radicchio (trevigiano, appunto). Come San Vito di Cadore, così Vedelago non ha mai ospitato in precedenza né una partenza né un arrivo del Giro d'Italia.

San Vito di Cadore

Insieme a Borca, Vodo e Cibiana fa parte delle località turistiche che formano l'Alto Cadore. Circondato dalle cime dell'Antelao, del Pelmo, della Croda Marcora e delle Marmarole Occidentali, si trova nel fondovalle del torrente Boite che dà il nome all'omonima valle. Risale al 1203 il primo attestato dell'esistenza di San Vito di Cadore, la cui zona in precedenza era interessata da insediamenti di carattere stagionale legati prevalentemente alle attività di pascolo e raccolta del legname. Circondata da boschi di abeti, è il posto ideale da cui intraprendere rilassanti passeggiate o trekking impegnativi, a seconda dell'allenamento. Da visitare l'Alpe di Senes, il parco di Mosigo, la chiesa gotica della B.V. della Difesa e l'antica stazione ferroviaria di Resinego, ora sede del Museo delle Tradizioni popolari. L'inverno offre invece una ventina di chilometri di piste da sci e splendidi itinerari da percorrere con le ciaspole. Gli amanti della tavola tradizionale del Cadore apprezzeranno i Casunziei (raviolo a mezzaluna con ripieno di rapa rossa e patata) mentre è famosa e di ottima qualità è la carne di puledro allevata a San Vito.

Vedelago

Comune di 16 mila abitanti in provincia di Treviso, Vedelago prende il nome con tutta probabilità da un colono romano, Vitellius, proprietario di terreni della zona (ipotesi più ardita quella che individua nella parola "lago" il riferimento alla zona acquitrinosa). Coniuga la vocazione agricola con lo sviluppo industriale. Territorio ricco di risorgive, come detto, ha favorito la presenza dell'uomo sin dalle epoche più antiche. Da visitare a Vedelago la bellissima Villa Emo, risalente al '500 e commissionata dall'omonima famiglia veneta al Palladio. Dal 1996 è patrimonio dell'umanità per l'UNESCO. Imperdibile anche Villa Corner della Regina, di epoca palladiana con Villa Emo. La cucina locale, come in tutto il trevigiano, vede come piatti dominanti la polenta, il riso, i fagioli, il baccalà ed il radicchio (trevigiano, appunto). Come San Vito di Cadore, così Vedelago non ha mai ospitato in precedenza né una partenza né un arrivo del Giro d'Italia.

San Vito di Cadore

Insieme a Borca, Vodo e Cibiana fa parte delle località turistiche che formano l'Alto Cadore. Circondato dalle cime dell'Antelao, del Pelmo, della Croda Marcora e delle Marmarole Occidentali, si trova nel fondovalle del torrente Boite che dà il nome all'omonima valle. Risale al 1203 il primo attestato dell'esistenza di San Vito di Cadore, la cui zona in precedenza era interessata da insediamenti di carattere stagionale legati prevalentemente alle attività di pascolo e raccolta del legname. Circondata da boschi di abeti, è il posto ideale da cui intraprendere rilassanti passeggiate o trekking impegnativi, a seconda dell'allenamento. Da visitare l'Alpe di Senes, il parco di Mosigo, la chiesa gotica della B.V. della Difesa e l'antica stazione ferroviaria di Resinego, ora sede del Museo delle Tradizioni popolari. L'inverno offre invece una ventina di chilometri di piste da sci e splendidi itinerari da percorrere con le ciaspole. Gli amanti della tavola tradizionale del Cadore apprezzeranno i Casunziei (raviolo a mezzaluna con ripieno di rapa rossa e patata) mentre è famosa e di ottima qualità è la carne di puledro allevata a San Vito.

Vedelago

Comune di 16 mila abitanti in provincia di Treviso, Vedelago prende il nome con tutta probabilità da un colono romano, Vitellius, proprietario di terreni della zona (ipotesi più ardita quella che individua nella parola "lago" il riferimento alla zona acquitrinosa). Coniuga la vocazione agricola con lo sviluppo industriale. Territorio ricco di risorgive, come detto, ha favorito la presenza dell'uomo sin dalle epoche più antiche. Da visitare a Vedelago la bellissima Villa Emo, risalente al '500 e commissionata dall'omonima famiglia veneta al Palladio. Dal 1996 è patrimonio dell'umanità per l'UNESCO. Imperdibile anche Villa Corner della Regina, di epoca palladiana con Villa Emo. La cucina locale, come in tutto il trevigiano, vede come piatti dominanti la polenta, il riso, i fagioli, il baccalà ed il radicchio (trevigiano, appunto). Come San Vito di Cadore, così Vedelago non ha mai ospitato in precedenza né una partenza né un arrivo del Giro d'Italia.

Meteo

13.50 - San Vito di Cadore
15.30 - Sedico
17.15 - Vedelago

Soggetti Alternativi

Altro debuttante al Giro d'Italia (sua prima grande corsa a tappe), è anche il più giovane atleta schierato dall'Euskaltel in quest'edizione della corsa rosa. Corridore in buona evidenza nelle categorie giovanili (per lui un titolo spagnolo nel ciclocross nonchè una medaglia d'argento da juniores nel campionato nazionale a cronometro, oltre a varie altre vittorie tra cui spicca la generale della Vuelta a Besaya), sa tenere discretamente in salita e se la cava sul passo. Lo scorso anno ha centrato, al termine di una lunga fuga, la prima vittoria da professionista in una tappa della Vuelta a Asturias ed è giunto 5° nella Klasika Primavera. Questo Giro rappresenta per lui l'occasione per fare ulteriore esperienza e, se ne avrà l'occasione, potrebbe tentare una fuga da lontano. Avete capito? C'è bisogno di un...Cabedo!

Vivian Ghianni

Altro debuttante al Giro d'Italia (sua prima grande corsa a tappe), è anche il più giovane atleta schierato dall'Euskaltel in quest'edizione della corsa rosa. Corridore in buona evidenza nelle categorie giovanili (per lui un titolo spagnolo nel ciclocross nonchè una medaglia d'argento da juniores nel campionato nazionale a cronometro, oltre a varie altre vittorie tra cui spicca la generale della Vuelta a Besaya), sa tenere discretamente in salita e se la cava sul passo. Lo scorso anno ha centrato, al termine di una lunga fuga, la prima vittoria da professionista in una tappa della Vuelta a Asturias ed è giunto 5° nella Klasika Primavera. Questo Giro rappresenta per lui l'occasione per fare ulteriore esperienza e, se ne avrà l'occasione, potrebbe tentare una fuga da lontano. Avete capito? C'è bisogno di un...Cabedo!

Altro debuttante al Giro d'Italia (sua prima grande corsa a tappe), è anche il più giovane atleta schierato dall'Euskaltel in quest'edizione della corsa rosa. Corridore in buona evidenza nelle categorie giovanili (per lui un titolo spagnolo nel ciclocross nonchè una medaglia d'argento da juniores nel campionato nazionale a cronometro, oltre a varie altre vittorie tra cui spicca la generale della Vuelta a Besaya), sa tenere discretamente in salita e se la cava sul passo. Lo scorso anno ha centrato, al termine di una lunga fuga, la prima vittoria da professionista in una tappa della Vuelta a Asturias ed è giunto 5° nella Klasika Primavera. Questo Giro rappresenta per lui l'occasione per fare ulteriore esperienza e, se ne avrà l'occasione, potrebbe tentare una fuga da lontano. Avete capito? C'è bisogno di un...Cabedo!

Altro debuttante al Giro d'Italia (sua prima grande corsa a tappe), è anche il più giovane atleta schierato dall'Euskaltel in quest'edizione della corsa rosa. Corridore in buona evidenza nelle categorie giovanili (per lui un titolo spagnolo nel ciclocross nonchè una medaglia d'argento da juniores nel campionato nazionale a cronometro, oltre a varie altre vittorie tra cui spicca la generale della Vuelta a Besaya), sa tenere discretamente in salita e se la cava sul passo. Lo scorso anno ha centrato, al termine di una lunga fuga, la prima vittoria da professionista in una tappa della Vuelta a Asturias ed è giunto 5° nella Klasika Primavera. Questo Giro rappresenta per lui l'occasione per fare ulteriore esperienza e, se ne avrà l'occasione, potrebbe tentare una fuga da lontano. Avete capito? C'è bisogno di un...Cabedo!

Altro debuttante al Giro d'Italia (sua prima grande corsa a tappe), è anche il più giovane atleta schierato dall'Euskaltel in quest'edizione della corsa rosa. Corridore in buona evidenza nelle categorie giovanili (per lui un titolo spagnolo nel ciclocross nonchè una medaglia d'argento da juniores nel campionato nazionale a cronometro, oltre a varie altre vittorie tra cui spicca la generale della Vuelta a Besaya), sa tenere discretamente in salita e se la cava sul passo. Lo scorso anno ha centrato, al termine di una lunga fuga, la prima vittoria da professionista in una tappa della Vuelta a Asturias ed è giunto 5° nella Klasika Primavera. Questo Giro rappresenta per lui l'occasione per fare ulteriore esperienza e, se ne avrà l'occasione, potrebbe tentare una fuga da lontano. Avete capito? C'è bisogno di un...Cabedo!

Altro debuttante al Giro d'Italia (sua prima grande corsa a tappe), è anche il più giovane atleta schierato dall'Euskaltel in quest'edizione della corsa rosa. Corridore in buona evidenza nelle categorie giovanili (per lui un titolo spagnolo nel ciclocross nonchè una medaglia d'argento da juniores nel campionato nazionale a cronometro, oltre a varie altre vittorie tra cui spicca la generale della Vuelta a Besaya), sa tenere discretamente in salita e se la cava sul passo. Lo scorso anno ha centrato, al termine di una lunga fuga, la prima vittoria da professionista in una tappa della Vuelta a Asturias ed è giunto 5° nella Klasika Primavera. Questo Giro rappresenta per lui l'occasione per fare ulteriore esperienza e, se ne avrà l'occasione, potrebbe tentare una fuga da lontano. Avete capito? C'è bisogno di un...Cabedo!

GiroTweet

@DarioCataldo: Mi sono alimentato bene ma ho ho avuto un problemino di digestione, per questo i carboidrati non arrivavano a destinazione.

@sonnycolbrelli: E stata davvero una tappa dura ho visto le porte del paradiso aprirsi in certi momenti chissà venerdì e sabato ho un contatto cn dio

@SachaModolo: Vai saka vai sascia vai sciascia vai sasa vai moduo vai modulo vai modoo... Avete storpiato il mio nome in mille modi hahah grandi!!!

@PuritoRodriguez: Ecco che cos'ho trovato oggi quando ho acceso il telefono!!! Mille grazie di cuore a tutti!!!! pic.twitter.com/fjHp2Dxy

@AndreaGuardini: Tappa 18' @giroditalia, interamente in Veneto con arrivo a Vedelago. Di fatica per arrivare fin qui ne ho fatta tanta, è ora di riscattarsi!

La maglia rosa virtuale

Paolo Tiralongo e Juan José Oroz all'attacco nei chilometri finali della tappaDopo Fano i velocisti si sono fatti soffiare un'altra ottima occasione da chi ha provato ad andare in fuga da lontano, ma stavolta l'esito brucia di più visto che quella di Vedelago era l'ultima tappa pianeggia del Giro d'Italia ed ora gli sprinter saranno costretti a guardare da lontano la battaglia tra gli uomini di classifica. La 18a tappa della corsa rosa virtuale simulata con il percorso riprodotto fedelmente dalla community di PcCiclismo.net è andata al siciliano Paolo Tiralongo, forse un uomo non adatto al percorso, ma un corridore che è riuscito a tenere da parte più energie rispetto agli altri nelle tappe passate.

Dopo una partenza ad andatura molto sostenuta la fuga buona è iniziata dopo circa 15 km: Tiralogo (Astana), Losada (Katusha), Oroz (Euskaltel), Selvaggi e Feillu (entrambi Vacansoleil) sono riusciti a prendere un margine di una ventina di secondi ma il gruppo non gli ha lasciato via libera fin da subito e per lunghi tratti il margine non è salite oltre al minuto. Con le squadre che ormai accusano la stanchezza ed un gruppetto in avanscoperta senza uomini pericolosi (il migliore, Tiralongo, era 39° a 23'13"), il plotone ha capito che poteva rilassarsi e così è stato. In questo frangente i fuggitivi hanno continuato a spingere e a 40 km dall'arrivo avevano ancora un vantaggio superiore di 5 minuti: dietro nessuno ha preso seriamente in mano le operazioni e così gli inseguitori si sono parzialmente rassegnati.

A 17 chilometri dall'arrivo Paolo Tiralongo e Juanjo Oroz sono riusciti a sorprendere i compagni di fuga, in particolar modo i due Vacansoleil che erano stati fin lì i più generosi: il corridore dell'Astana e quello dell'Euskaltel hanno pedalato in grande accordo fino all'ultimo chilometro quando hanno iniziato a studiarsi per la volata. Tiralongo è stato bravo a lasciare il basco davanti fino all'ultimo e nello sprint lo ha battuto nettamente. Feillu, Losada e Selvaggi sono arrivati in quest'ordine a 51" mentre il gruppo, regolato da Hushovd, ha tagliato il traguardo con 1'56" di ritardo. La classifica generale quindi è rimasta invariata con Michele Scarponi sempre in maglia rosa alla vigilia dei tapponi di Pampeago e dello Stelvio.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniPossiamo dire che non avevamo dubbi? Andrea Guardini è veramente uno dei più forti giovani che il ciclismo italiano stia esprimendo in questo scorcio di decennio, e al Giro d'Italia sta ricevendo quella che ha tutta l'aria di essere una consacrazione. Dopo una prima settimana un po' sottotono, il Nostro è salito in cattedra, vincendo l'ottava tappa giusto per rompere il ghiaccio, e poi scatenandosi letteralmente negli ultimi giorni: con quella di ieri sono 3 vittorie in 4 frazioni, nessuno come lui! A Cortina il veronese è arrivato in compagnia di Michal Kwiatkowski e Francesco Chicchi, e li ha puntualmente battuti nella volatina. Un gruppetto con Bobridge (quarto) e Selvaggi (quinto) è giunto a 1'48" da Guardini, mentre l'ultimo di tappa è per la seconda in questo Giro Joaquim Rodríguez, a ben 41'15". Il capitano della Farnese, col successo alpino di ieri, conferma di essere quantomai motivato per far sua anche la classifica generale. In maglia nera c'è ancora Miguel Mínguez, ma ormai appena 25" lo separano da Andrea, che in quattro giorni gli ha limato 12' con regolarità sconvolgente e progressione esaltante. Se poi intorno diversi rivali cadono come pere mature dall'albero (tre giorni fa il ritiro di Hunt, che era secondo; ieri il saluto di Bos, che era terzo), è chiaro che ci si può concentrare con più attenzione su quei pochi contendenti che paiono ancora in grado di poter dire la loro. Citiamo allora Phinney, terzo a 11'58" da Mínguez, e Bobridge quarto a 14'48", con Saez che rientra in quinta posizione a 16'37", avendo marcato da vicino il compagno in testa alla classifica al contrario. L'ultimo, anche qui, è Rodríguez, che ha ormai sfondato il muro delle 4 ore di ritardo: 4h08'11" da Mínguez, per la precisione; occhio che il record di tutti i tempi potrebbe anche essere a portata di mano!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Paolo Tiralongo e Juan José Oroz all'attacco nei chilometri finali della tappaDopo Fano i velocisti si sono fatti soffiare un'altra ottima occasione da chi ha provato ad andare in fuga da lontano, ma stavolta l'esito brucia di più visto che quella di Vedelago era l'ultima tappa pianeggia del Giro d'Italia ed ora gli sprinter saranno costretti a guardare da lontano la battaglia tra gli uomini di classifica. La 18a tappa della corsa rosa virtuale simulata con il percorso riprodotto fedelmente dalla community di PcCiclismo.net è andata al siciliano Paolo Tiralongo, forse un uomo non adatto al percorso, ma un corridore che è riuscito a tenere da parte più energie rispetto agli altri nelle tappe passate.

Dopo una partenza ad andatura molto sostenuta la fuga buona è iniziata dopo circa 15 km: Tiralogo (Astana), Losada (Katusha), Oroz (Euskaltel), Selvaggi e Feillu (entrambi Vacansoleil) sono riusciti a prendere un margine di una ventina di secondi ma il gruppo non gli ha lasciato via libera fin da subito e per lunghi tratti il margine non è salite oltre al minuto. Con le squadre che ormai accusano la stanchezza ed un gruppetto in avanscoperta senza uomini pericolosi (il migliore, Tiralongo, era 39° a 23'13"), il plotone ha capito che poteva rilassarsi e così è stato. In questo frangente i fuggitivi hanno continuato a spingere e a 40 km dall'arrivo avevano ancora un vantaggio superiore di 5 minuti: dietro nessuno ha preso seriamente in mano le operazioni e così gli inseguitori si sono parzialmente rassegnati.

A 17 chilometri dall'arrivo Paolo Tiralongo e Juanjo Oroz sono riusciti a sorprendere i compagni di fuga, in particolar modo i due Vacansoleil che erano stati fin lì i più generosi: il corridore dell'Astana e quello dell'Euskaltel hanno pedalato in grande accordo fino all'ultimo chilometro quando hanno iniziato a studiarsi per la volata. Tiralongo è stato bravo a lasciare il basco davanti fino all'ultimo e nello sprint lo ha battuto nettamente. Feillu, Losada e Selvaggi sono arrivati in quest'ordine a 51" mentre il gruppo, regolato da Hushovd, ha tagliato il traguardo con 1'56" di ritardo. La classifica generale quindi è rimasta invariata con Michele Scarponi sempre in maglia rosa alla vigilia dei tapponi di Pampeago e dello Stelvio.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniPossiamo dire che non avevamo dubbi? Andrea Guardini è veramente uno dei più forti giovani che il ciclismo italiano stia esprimendo in questo scorcio di decennio, e al Giro d'Italia sta ricevendo quella che ha tutta l'aria di essere una consacrazione. Dopo una prima settimana un po' sottotono, il Nostro è salito in cattedra, vincendo l'ottava tappa giusto per rompere il ghiaccio, e poi scatenandosi letteralmente negli ultimi giorni: con quella di ieri sono 3 vittorie in 4 frazioni, nessuno come lui! A Cortina il veronese è arrivato in compagnia di Michal Kwiatkowski e Francesco Chicchi, e li ha puntualmente battuti nella volatina. Un gruppetto con Bobridge (quarto) e Selvaggi (quinto) è giunto a 1'48" da Guardini, mentre l'ultimo di tappa è per la seconda in questo Giro Joaquim Rodríguez, a ben 41'15". Il capitano della Farnese, col successo alpino di ieri, conferma di essere quantomai motivato per far sua anche la classifica generale. In maglia nera c'è ancora Miguel Mínguez, ma ormai appena 25" lo separano da Andrea, che in quattro giorni gli ha limato 12' con regolarità sconvolgente e progressione esaltante. Se poi intorno diversi rivali cadono come pere mature dall'albero (tre giorni fa il ritiro di Hunt, che era secondo; ieri il saluto di Bos, che era terzo), è chiaro che ci si può concentrare con più attenzione su quei pochi contendenti che paiono ancora in grado di poter dire la loro. Citiamo allora Phinney, terzo a 11'58" da Mínguez, e Bobridge quarto a 14'48", con Saez che rientra in quinta posizione a 16'37", avendo marcato da vicino il compagno in testa alla classifica al contrario. L'ultimo, anche qui, è Rodríguez, che ha ormai sfondato il muro delle 4 ore di ritardo: 4h08'11" da Mínguez, per la precisione; occhio che il record di tutti i tempi potrebbe anche essere a portata di mano!

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 18a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 18a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 18a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 18a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 18a tappa

La maglia rosa virtuale

Paolo Tiralongo e Juan José Oroz all'attacco nei chilometri finali della tappaDopo Fano i velocisti si sono fatti soffiare un'altra ottima occasione da chi ha provato ad andare in fuga da lontano, ma stavolta l'esito brucia di più visto che quella di Vedelago era l'ultima tappa pianeggia del Giro d'Italia ed ora gli sprinter saranno costretti a guardare da lontano la battaglia tra gli uomini di classifica. La 18a tappa della corsa rosa virtuale simulata con il percorso riprodotto fedelmente dalla community di PcCiclismo.net è andata al siciliano Paolo Tiralongo, forse un uomo non adatto al percorso, ma un corridore che è riuscito a tenere da parte più energie rispetto agli altri nelle tappe passate.

Dopo una partenza ad andatura molto sostenuta la fuga buona è iniziata dopo circa 15 km: Tiralogo (Astana), Losada (Katusha), Oroz (Euskaltel), Selvaggi e Feillu (entrambi Vacansoleil) sono riusciti a prendere un margine di una ventina di secondi ma il gruppo non gli ha lasciato via libera fin da subito e per lunghi tratti il margine non è salite oltre al minuto. Con le squadre che ormai accusano la stanchezza ed un gruppetto in avanscoperta senza uomini pericolosi (il migliore, Tiralongo, era 39° a 23'13"), il plotone ha capito che poteva rilassarsi e così è stato. In questo frangente i fuggitivi hanno continuato a spingere e a 40 km dall'arrivo avevano ancora un vantaggio superiore di 5 minuti: dietro nessuno ha preso seriamente in mano le operazioni e così gli inseguitori si sono parzialmente rassegnati.

A 17 chilometri dall'arrivo Paolo Tiralongo e Juanjo Oroz sono riusciti a sorprendere i compagni di fuga, in particolar modo i due Vacansoleil che erano stati fin lì i più generosi: il corridore dell'Astana e quello dell'Euskaltel hanno pedalato in grande accordo fino all'ultimo chilometro quando hanno iniziato a studiarsi per la volata. Tiralongo è stato bravo a lasciare il basco davanti fino all'ultimo e nello sprint lo ha battuto nettamente. Feillu, Losada e Selvaggi sono arrivati in quest'ordine a 51" mentre il gruppo, regolato da Hushovd, ha tagliato il traguardo con 1'56" di ritardo. La classifica generale quindi è rimasta invariata con Michele Scarponi sempre in maglia rosa alla vigilia dei tapponi di Pampeago e dello Stelvio.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniPossiamo dire che non avevamo dubbi? Andrea Guardini è veramente uno dei più forti giovani che il ciclismo italiano stia esprimendo in questo scorcio di decennio, e al Giro d'Italia sta ricevendo quella che ha tutta l'aria di essere una consacrazione. Dopo una prima settimana un po' sottotono, il Nostro è salito in cattedra, vincendo l'ottava tappa giusto per rompere il ghiaccio, e poi scatenandosi letteralmente negli ultimi giorni: con quella di ieri sono 3 vittorie in 4 frazioni, nessuno come lui! A Cortina il veronese è arrivato in compagnia di Michal Kwiatkowski e Francesco Chicchi, e li ha puntualmente battuti nella volatina. Un gruppetto con Bobridge (quarto) e Selvaggi (quinto) è giunto a 1'48" da Guardini, mentre l'ultimo di tappa è per la seconda in questo Giro Joaquim Rodríguez, a ben 41'15". Il capitano della Farnese, col successo alpino di ieri, conferma di essere quantomai motivato per far sua anche la classifica generale. In maglia nera c'è ancora Miguel Mínguez, ma ormai appena 25" lo separano da Andrea, che in quattro giorni gli ha limato 12' con regolarità sconvolgente e progressione esaltante. Se poi intorno diversi rivali cadono come pere mature dall'albero (tre giorni fa il ritiro di Hunt, che era secondo; ieri il saluto di Bos, che era terzo), è chiaro che ci si può concentrare con più attenzione su quei pochi contendenti che paiono ancora in grado di poter dire la loro. Citiamo allora Phinney, terzo a 11'58" da Mínguez, e Bobridge quarto a 14'48", con Saez che rientra in quinta posizione a 16'37", avendo marcato da vicino il compagno in testa alla classifica al contrario. L'ultimo, anche qui, è Rodríguez, che ha ormai sfondato il muro delle 4 ore di ritardo: 4h08'11" da Mínguez, per la precisione; occhio che il record di tutti i tempi potrebbe anche essere a portata di mano!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Paolo Tiralongo e Juan José Oroz all'attacco nei chilometri finali della tappaDopo Fano i velocisti si sono fatti soffiare un'altra ottima occasione da chi ha provato ad andare in fuga da lontano, ma stavolta l'esito brucia di più visto che quella di Vedelago era l'ultima tappa pianeggia del Giro d'Italia ed ora gli sprinter saranno costretti a guardare da lontano la battaglia tra gli uomini di classifica. La 18a tappa della corsa rosa virtuale simulata con il percorso riprodotto fedelmente dalla community di PcCiclismo.net è andata al siciliano Paolo Tiralongo, forse un uomo non adatto al percorso, ma un corridore che è riuscito a tenere da parte più energie rispetto agli altri nelle tappe passate.

Dopo una partenza ad andatura molto sostenuta la fuga buona è iniziata dopo circa 15 km: Tiralogo (Astana), Losada (Katusha), Oroz (Euskaltel), Selvaggi e Feillu (entrambi Vacansoleil) sono riusciti a prendere un margine di una ventina di secondi ma il gruppo non gli ha lasciato via libera fin da subito e per lunghi tratti il margine non è salite oltre al minuto. Con le squadre che ormai accusano la stanchezza ed un gruppetto in avanscoperta senza uomini pericolosi (il migliore, Tiralongo, era 39° a 23'13"), il plotone ha capito che poteva rilassarsi e così è stato. In questo frangente i fuggitivi hanno continuato a spingere e a 40 km dall'arrivo avevano ancora un vantaggio superiore di 5 minuti: dietro nessuno ha preso seriamente in mano le operazioni e così gli inseguitori si sono parzialmente rassegnati.

A 17 chilometri dall'arrivo Paolo Tiralongo e Juanjo Oroz sono riusciti a sorprendere i compagni di fuga, in particolar modo i due Vacansoleil che erano stati fin lì i più generosi: il corridore dell'Astana e quello dell'Euskaltel hanno pedalato in grande accordo fino all'ultimo chilometro quando hanno iniziato a studiarsi per la volata. Tiralongo è stato bravo a lasciare il basco davanti fino all'ultimo e nello sprint lo ha battuto nettamente. Feillu, Losada e Selvaggi sono arrivati in quest'ordine a 51" mentre il gruppo, regolato da Hushovd, ha tagliato il traguardo con 1'56" di ritardo. La classifica generale quindi è rimasta invariata con Michele Scarponi sempre in maglia rosa alla vigilia dei tapponi di Pampeago e dello Stelvio.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniPossiamo dire che non avevamo dubbi? Andrea Guardini è veramente uno dei più forti giovani che il ciclismo italiano stia esprimendo in questo scorcio di decennio, e al Giro d'Italia sta ricevendo quella che ha tutta l'aria di essere una consacrazione. Dopo una prima settimana un po' sottotono, il Nostro è salito in cattedra, vincendo l'ottava tappa giusto per rompere il ghiaccio, e poi scatenandosi letteralmente negli ultimi giorni: con quella di ieri sono 3 vittorie in 4 frazioni, nessuno come lui! A Cortina il veronese è arrivato in compagnia di Michal Kwiatkowski e Francesco Chicchi, e li ha puntualmente battuti nella volatina. Un gruppetto con Bobridge (quarto) e Selvaggi (quinto) è giunto a 1'48" da Guardini, mentre l'ultimo di tappa è per la seconda in questo Giro Joaquim Rodríguez, a ben 41'15". Il capitano della Farnese, col successo alpino di ieri, conferma di essere quantomai motivato per far sua anche la classifica generale. In maglia nera c'è ancora Miguel Mínguez, ma ormai appena 25" lo separano da Andrea, che in quattro giorni gli ha limato 12' con regolarità sconvolgente e progressione esaltante. Se poi intorno diversi rivali cadono come pere mature dall'albero (tre giorni fa il ritiro di Hunt, che era secondo; ieri il saluto di Bos, che era terzo), è chiaro che ci si può concentrare con più attenzione su quei pochi contendenti che paiono ancora in grado di poter dire la loro. Citiamo allora Phinney, terzo a 11'58" da Mínguez, e Bobridge quarto a 14'48", con Saez che rientra in quinta posizione a 16'37", avendo marcato da vicino il compagno in testa alla classifica al contrario. L'ultimo, anche qui, è Rodríguez, che ha ormai sfondato il muro delle 4 ore di ritardo: 4h08'11" da Mínguez, per la precisione; occhio che il record di tutti i tempi potrebbe anche essere a portata di mano!

Marco Grassi

La classifica al contrario

Andrea GuardiniPossiamo dire che non avevamo dubbi? Andrea Guardini è veramente uno dei più forti giovani che il ciclismo italiano stia esprimendo in questo scorcio di decennio, e al Giro d'Italia sta ricevendo quella che ha tutta l'aria di essere una consacrazione. Dopo una prima settimana un po' sottotono, il Nostro è salito in cattedra, vincendo l'ottava tappa giusto per rompere il ghiaccio, e poi scatenandosi letteralmente negli ultimi giorni: con quella di ieri sono 3 vittorie in 4 frazioni, nessuno come lui! A Cortina il veronese è arrivato in compagnia di Michal Kwiatkowski e Francesco Chicchi, e li ha puntualmente battuti nella volatina. Un gruppetto con Bobridge (quarto) e Selvaggi (quinto) è giunto a 1'48" da Guardini, mentre l'ultimo di tappa è per la seconda in questo Giro Joaquim Rodríguez, a ben 41'15". Il capitano della Farnese, col successo alpino di ieri, conferma di essere quantomai motivato per far sua anche la classifica generale. In maglia nera c'è ancora Miguel Mínguez, ma ormai appena 25" lo separano da Andrea, che in quattro giorni gli ha limato 12' con regolarità sconvolgente e progressione esaltante. Se poi intorno diversi rivali cadono come pere mature dall'albero (tre giorni fa il ritiro di Hunt, che era secondo; ieri il saluto di Bos, che era terzo), è chiaro che ci si può concentrare con più attenzione su quei pochi contendenti che paiono ancora in grado di poter dire la loro. Citiamo allora Phinney, terzo a 11'58" da Mínguez, e Bobridge quarto a 14'48", con Saez che rientra in quinta posizione a 16'37", avendo marcato da vicino il compagno in testa alla classifica al contrario. L'ultimo, anche qui, è Rodríguez, che ha ormai sfondato il muro delle 4 ore di ritardo: 4h08'11" da Mínguez, per la precisione; occhio che il record di tutti i tempi potrebbe anche essere a portata di mano!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Paolo Tiralongo e Juan José Oroz all'attacco nei chilometri finali della tappaDopo Fano i velocisti si sono fatti soffiare un'altra ottima occasione da chi ha provato ad andare in fuga da lontano, ma stavolta l'esito brucia di più visto che quella di Vedelago era l'ultima tappa pianeggia del Giro d'Italia ed ora gli sprinter saranno costretti a guardare da lontano la battaglia tra gli uomini di classifica. La 18a tappa della corsa rosa virtuale simulata con il percorso riprodotto fedelmente dalla community di PcCiclismo.net è andata al siciliano Paolo Tiralongo, forse un uomo non adatto al percorso, ma un corridore che è riuscito a tenere da parte più energie rispetto agli altri nelle tappe passate.

Dopo una partenza ad andatura molto sostenuta la fuga buona è iniziata dopo circa 15 km: Tiralogo (Astana), Losada (Katusha), Oroz (Euskaltel), Selvaggi e Feillu (entrambi Vacansoleil) sono riusciti a prendere un margine di una ventina di secondi ma il gruppo non gli ha lasciato via libera fin da subito e per lunghi tratti il margine non è salite oltre al minuto. Con le squadre che ormai accusano la stanchezza ed un gruppetto in avanscoperta senza uomini pericolosi (il migliore, Tiralongo, era 39° a 23'13"), il plotone ha capito che poteva rilassarsi e così è stato. In questo frangente i fuggitivi hanno continuato a spingere e a 40 km dall'arrivo avevano ancora un vantaggio superiore di 5 minuti: dietro nessuno ha preso seriamente in mano le operazioni e così gli inseguitori si sono parzialmente rassegnati.

A 17 chilometri dall'arrivo Paolo Tiralongo e Juanjo Oroz sono riusciti a sorprendere i compagni di fuga, in particolar modo i due Vacansoleil che erano stati fin lì i più generosi: il corridore dell'Astana e quello dell'Euskaltel hanno pedalato in grande accordo fino all'ultimo chilometro quando hanno iniziato a studiarsi per la volata. Tiralongo è stato bravo a lasciare il basco davanti fino all'ultimo e nello sprint lo ha battuto nettamente. Feillu, Losada e Selvaggi sono arrivati in quest'ordine a 51" mentre il gruppo, regolato da Hushovd, ha tagliato il traguardo con 1'56" di ritardo. La classifica generale quindi è rimasta invariata con Michele Scarponi sempre in maglia rosa alla vigilia dei tapponi di Pampeago e dello Stelvio.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniPossiamo dire che non avevamo dubbi? Andrea Guardini è veramente uno dei più forti giovani che il ciclismo italiano stia esprimendo in questo scorcio di decennio, e al Giro d'Italia sta ricevendo quella che ha tutta l'aria di essere una consacrazione. Dopo una prima settimana un po' sottotono, il Nostro è salito in cattedra, vincendo l'ottava tappa giusto per rompere il ghiaccio, e poi scatenandosi letteralmente negli ultimi giorni: con quella di ieri sono 3 vittorie in 4 frazioni, nessuno come lui! A Cortina il veronese è arrivato in compagnia di Michal Kwiatkowski e Francesco Chicchi, e li ha puntualmente battuti nella volatina. Un gruppetto con Bobridge (quarto) e Selvaggi (quinto) è giunto a 1'48" da Guardini, mentre l'ultimo di tappa è per la seconda in questo Giro Joaquim Rodríguez, a ben 41'15". Il capitano della Farnese, col successo alpino di ieri, conferma di essere quantomai motivato per far sua anche la classifica generale. In maglia nera c'è ancora Miguel Mínguez, ma ormai appena 25" lo separano da Andrea, che in quattro giorni gli ha limato 12' con regolarità sconvolgente e progressione esaltante. Se poi intorno diversi rivali cadono come pere mature dall'albero (tre giorni fa il ritiro di Hunt, che era secondo; ieri il saluto di Bos, che era terzo), è chiaro che ci si può concentrare con più attenzione su quei pochi contendenti che paiono ancora in grado di poter dire la loro. Citiamo allora Phinney, terzo a 11'58" da Mínguez, e Bobridge quarto a 14'48", con Saez che rientra in quinta posizione a 16'37", avendo marcato da vicino il compagno in testa alla classifica al contrario. L'ultimo, anche qui, è Rodríguez, che ha ormai sfondato il muro delle 4 ore di ritardo: 4h08'11" da Mínguez, per la precisione; occhio che il record di tutti i tempi potrebbe anche essere a portata di mano!

Marco Grassi

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