Il Portale del Ciclismo professionistico

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Il menu della domenica, dopo aver attraversato senza particolari problemi la Brianza tra le province di Varese e Como, per un totale di 70 km facili, ne prevede altri 100 da mal di testa: il passaggio da Lecco è una sorta di spartiacque, e subito dopo i corridori affronteranno la salita di Valcava che abbiamo imparato a conoscere nella nuova versione del Lombardia. Trattasi di un'ascesa vera, di oltre 11 km all'8% medio ma che nell'ultima parte presenta diversi lunghi tratti in doppia cifra. Dopo la discesa verso Sant'Omobono verranno servite quindi in rapida successione le asperità di Berbenno, Forcella di Bura (entrambe abbastanza abbordabili) e Culmine di San Pietro (10 km molto duri nella prima metà, poi ben più pedalabili). In quest'ultima località ci troveremo a 25 km dal traguardo e i primi 17 saranno sostanzialmente in discesa, ma avranno qualche tratto di pianura o addirittura all'insù, in cui comunque sarà parecchio problematico recuperare distacchi accumulati in precedenza. Arrivati a Ballabio mancheranno poco meno di 8 km al termine e saranno tutti in salita, verso Piani dei Resinelli. I primi 2 saranno subito parecchio impegnativi e potranno frazionare pesantemente il gruppetto dei battistrada. Poi le pendenze si attenueranno un pochino, e si attesteranno attorno al 7%, ma sarebbe un errore sottovalutare, nel suo complesso, questa tappa, magari all'apparenza non impossibile, ma molto ben disegnata.

Busto Arsizio

Cittadina in provincia di Varese di 82 mila abitanti, Busto Arsizio è il primo comune della provincia per popolazione (conta più abitanti della stessa Varese) ed il sesto della regione. Abitato sin dall'età romana, è oggi un centro industriale di notevole importanza. Le imprese di import ed export, del campo manifatturiero e tecnologico, sono le principali. Agli inizi del '900 conobbe il suo massimo splendore quando venne ribattezzata la Manchester d'Italia. Imperdibili la Basilica di San Giovanni Battista ed il Santuario di Santa Maria di Piazza, oltre alla Chiesa di San Michele Arcangelo ed al Palazzo Marliani-Cicogna. Interessanti anche le ville Ottolini-Tovaglieri, Ottolini-Tosi ed il parco Ugo Foscolo. Tra gli eventi di Busto Arsizio è degna di menzione la Giöbia, in cui un fantoccio di paglia vestito di stracci viene bruciato per esorcizzare l'inverno. La Sagra dell'Angelo, il Palio delle Contrade di Beata Giuliana ed il Carnevale sono altresì da ricordare. Tipici del luogo i salumi, i salamini e la salsiccia luganiga oltre ai cupeti, dolci di mandorle tostate e zuccherate.

Lecco (Pian dei Resinelli)

È la quinta volta che il Giro d'Italia arriva a Lecco. Questa cittadina lacustre inizia il suo rapporto con la corsa rosa nel 1956, quando nella 15a tappa, che partiva da Rapallo, Giorgio Albani precede allo sprint Vito Favero e Arrigo Padovan. In maglia rosa c'è Pasquale Fornara ma la vittoria finale sarà di Charly Gaul davanti a Fiorenzo Magni. Quattro anni più tardi la cronometro individuale da Seregno a Lecco (68 km in totale) vedrà trionfare la maglia rosa Jacques Anquetil, che stacca il secondo, Ercole Baldini, di 1'27". Anquetil sarà il vincitore del Giro 1960 davanti a Nencini ed a Gaul. Nel 1962 Lecco è solo città di partenza della 17a tappa, con arrivo a Casale Monferrato e vittoria di Armando Pellegrini. Franco Balmamion è in maglia rosa e ci resterà sino a Milano precedendo Massignan e Defilippis. L'ultima edizione del Giro che ha toccato Lecco risale al 1984: era la 17a tappa, partenza da Bardonecchia e vittoria dello svizzero Jürg Brüggmann. In maglia rosa c'è Francesco Moser, su Visentini ed Argentin. Il campione trentino nella cronometro finale da Soave a Verona sarà bravo a respingere l'attacco del transalpino Laurent Fignon e di Moreno Argentin.

Francesco Sulas
Busto Arsizio

Cittadina in provincia di Varese di 82 mila abitanti, Busto Arsizio è il primo comune della provincia per popolazione (conta più abitanti della stessa Varese) ed il sesto della regione. Abitato sin dall'età romana, è oggi un centro industriale di notevole importanza. Le imprese di import ed export, del campo manifatturiero e tecnologico, sono le principali. Agli inizi del '900 conobbe il suo massimo splendore quando venne ribattezzata la Manchester d'Italia. Imperdibili la Basilica di San Giovanni Battista ed il Santuario di Santa Maria di Piazza, oltre alla Chiesa di San Michele Arcangelo ed al Palazzo Marliani-Cicogna. Interessanti anche le ville Ottolini-Tovaglieri, Ottolini-Tosi ed il parco Ugo Foscolo. Tra gli eventi di Busto Arsizio è degna di menzione la Giöbia, in cui un fantoccio di paglia vestito di stracci viene bruciato per esorcizzare l'inverno. La Sagra dell'Angelo, il Palio delle Contrade di Beata Giuliana ed il Carnevale sono altresì da ricordare. Tipici del luogo i salumi, i salamini e la salsiccia luganiga oltre ai cupeti, dolci di mandorle tostate e zuccherate.

Lecco (Pian dei Resinelli)

È la quinta volta che il Giro d'Italia arriva a Lecco. Questa cittadina lacustre inizia il suo rapporto con la corsa rosa nel 1956, quando nella 15a tappa, che partiva da Rapallo, Giorgio Albani precede allo sprint Vito Favero e Arrigo Padovan. In maglia rosa c'è Pasquale Fornara ma la vittoria finale sarà di Charly Gaul davanti a Fiorenzo Magni. Quattro anni più tardi la cronometro individuale da Seregno a Lecco (68 km in totale) vedrà trionfare la maglia rosa Jacques Anquetil, che stacca il secondo, Ercole Baldini, di 1'27". Anquetil sarà il vincitore del Giro 1960 davanti a Nencini ed a Gaul. Nel 1962 Lecco è solo città di partenza della 17a tappa, con arrivo a Casale Monferrato e vittoria di Armando Pellegrini. Franco Balmamion è in maglia rosa e ci resterà sino a Milano precedendo Massignan e Defilippis. L'ultima edizione del Giro che ha toccato Lecco risale al 1984: era la 17a tappa, partenza da Bardonecchia e vittoria dello svizzero Jürg Brüggmann. In maglia rosa c'è Francesco Moser, su Visentini ed Argentin. Il campione trentino nella cronometro finale da Soave a Verona sarà bravo a respingere l'attacco del transalpino Laurent Fignon e di Moreno Argentin.

Busto Arsizio

Cittadina in provincia di Varese di 82 mila abitanti, Busto Arsizio è il primo comune della provincia per popolazione (conta più abitanti della stessa Varese) ed il sesto della regione. Abitato sin dall'età romana, è oggi un centro industriale di notevole importanza. Le imprese di import ed export, del campo manifatturiero e tecnologico, sono le principali. Agli inizi del '900 conobbe il suo massimo splendore quando venne ribattezzata la Manchester d'Italia. Imperdibili la Basilica di San Giovanni Battista ed il Santuario di Santa Maria di Piazza, oltre alla Chiesa di San Michele Arcangelo ed al Palazzo Marliani-Cicogna. Interessanti anche le ville Ottolini-Tovaglieri, Ottolini-Tosi ed il parco Ugo Foscolo. Tra gli eventi di Busto Arsizio è degna di menzione la Giöbia, in cui un fantoccio di paglia vestito di stracci viene bruciato per esorcizzare l'inverno. La Sagra dell'Angelo, il Palio delle Contrade di Beata Giuliana ed il Carnevale sono altresì da ricordare. Tipici del luogo i salumi, i salamini e la salsiccia luganiga oltre ai cupeti, dolci di mandorle tostate e zuccherate.

Lecco (Pian dei Resinelli)

È la quinta volta che il Giro d'Italia arriva a Lecco. Questa cittadina lacustre inizia il suo rapporto con la corsa rosa nel 1956, quando nella 15a tappa, che partiva da Rapallo, Giorgio Albani precede allo sprint Vito Favero e Arrigo Padovan. In maglia rosa c'è Pasquale Fornara ma la vittoria finale sarà di Charly Gaul davanti a Fiorenzo Magni. Quattro anni più tardi la cronometro individuale da Seregno a Lecco (68 km in totale) vedrà trionfare la maglia rosa Jacques Anquetil, che stacca il secondo, Ercole Baldini, di 1'27". Anquetil sarà il vincitore del Giro 1960 davanti a Nencini ed a Gaul. Nel 1962 Lecco è solo città di partenza della 17a tappa, con arrivo a Casale Monferrato e vittoria di Armando Pellegrini. Franco Balmamion è in maglia rosa e ci resterà sino a Milano precedendo Massignan e Defilippis. L'ultima edizione del Giro che ha toccato Lecco risale al 1984: era la 17a tappa, partenza da Bardonecchia e vittoria dello svizzero Jürg Brüggmann. In maglia rosa c'è Francesco Moser, su Visentini ed Argentin. Il campione trentino nella cronometro finale da Soave a Verona sarà bravo a respingere l'attacco del transalpino Laurent Fignon e di Moreno Argentin.

Busto Arsizio

Cittadina in provincia di Varese di 82 mila abitanti, Busto Arsizio è il primo comune della provincia per popolazione (conta più abitanti della stessa Varese) ed il sesto della regione. Abitato sin dall'età romana, è oggi un centro industriale di notevole importanza. Le imprese di import ed export, del campo manifatturiero e tecnologico, sono le principali. Agli inizi del '900 conobbe il suo massimo splendore quando venne ribattezzata la Manchester d'Italia. Imperdibili la Basilica di San Giovanni Battista ed il Santuario di Santa Maria di Piazza, oltre alla Chiesa di San Michele Arcangelo ed al Palazzo Marliani-Cicogna. Interessanti anche le ville Ottolini-Tovaglieri, Ottolini-Tosi ed il parco Ugo Foscolo. Tra gli eventi di Busto Arsizio è degna di menzione la Giöbia, in cui un fantoccio di paglia vestito di stracci viene bruciato per esorcizzare l'inverno. La Sagra dell'Angelo, il Palio delle Contrade di Beata Giuliana ed il Carnevale sono altresì da ricordare. Tipici del luogo i salumi, i salamini e la salsiccia luganiga oltre ai cupeti, dolci di mandorle tostate e zuccherate.

Lecco (Pian dei Resinelli)

È la quinta volta che il Giro d'Italia arriva a Lecco. Questa cittadina lacustre inizia il suo rapporto con la corsa rosa nel 1956, quando nella 15a tappa, che partiva da Rapallo, Giorgio Albani precede allo sprint Vito Favero e Arrigo Padovan. In maglia rosa c'è Pasquale Fornara ma la vittoria finale sarà di Charly Gaul davanti a Fiorenzo Magni. Quattro anni più tardi la cronometro individuale da Seregno a Lecco (68 km in totale) vedrà trionfare la maglia rosa Jacques Anquetil, che stacca il secondo, Ercole Baldini, di 1'27". Anquetil sarà il vincitore del Giro 1960 davanti a Nencini ed a Gaul. Nel 1962 Lecco è solo città di partenza della 17a tappa, con arrivo a Casale Monferrato e vittoria di Armando Pellegrini. Franco Balmamion è in maglia rosa e ci resterà sino a Milano precedendo Massignan e Defilippis. L'ultima edizione del Giro che ha toccato Lecco risale al 1984: era la 17a tappa, partenza da Bardonecchia e vittoria dello svizzero Jürg Brüggmann. In maglia rosa c'è Francesco Moser, su Visentini ed Argentin. Il campione trentino nella cronometro finale da Soave a Verona sarà bravo a respingere l'attacco del transalpino Laurent Fignon e di Moreno Argentin.

Busto Arsizio

Cittadina in provincia di Varese di 82 mila abitanti, Busto Arsizio è il primo comune della provincia per popolazione (conta più abitanti della stessa Varese) ed il sesto della regione. Abitato sin dall'età romana, è oggi un centro industriale di notevole importanza. Le imprese di import ed export, del campo manifatturiero e tecnologico, sono le principali. Agli inizi del '900 conobbe il suo massimo splendore quando venne ribattezzata la Manchester d'Italia. Imperdibili la Basilica di San Giovanni Battista ed il Santuario di Santa Maria di Piazza, oltre alla Chiesa di San Michele Arcangelo ed al Palazzo Marliani-Cicogna. Interessanti anche le ville Ottolini-Tovaglieri, Ottolini-Tosi ed il parco Ugo Foscolo. Tra gli eventi di Busto Arsizio è degna di menzione la Giöbia, in cui un fantoccio di paglia vestito di stracci viene bruciato per esorcizzare l'inverno. La Sagra dell'Angelo, il Palio delle Contrade di Beata Giuliana ed il Carnevale sono altresì da ricordare. Tipici del luogo i salumi, i salamini e la salsiccia luganiga oltre ai cupeti, dolci di mandorle tostate e zuccherate.

Lecco (Pian dei Resinelli)

È la quinta volta che il Giro d'Italia arriva a Lecco. Questa cittadina lacustre inizia il suo rapporto con la corsa rosa nel 1956, quando nella 15a tappa, che partiva da Rapallo, Giorgio Albani precede allo sprint Vito Favero e Arrigo Padovan. In maglia rosa c'è Pasquale Fornara ma la vittoria finale sarà di Charly Gaul davanti a Fiorenzo Magni. Quattro anni più tardi la cronometro individuale da Seregno a Lecco (68 km in totale) vedrà trionfare la maglia rosa Jacques Anquetil, che stacca il secondo, Ercole Baldini, di 1'27". Anquetil sarà il vincitore del Giro 1960 davanti a Nencini ed a Gaul. Nel 1962 Lecco è solo città di partenza della 17a tappa, con arrivo a Casale Monferrato e vittoria di Armando Pellegrini. Franco Balmamion è in maglia rosa e ci resterà sino a Milano precedendo Massignan e Defilippis. L'ultima edizione del Giro che ha toccato Lecco risale al 1984: era la 17a tappa, partenza da Bardonecchia e vittoria dello svizzero Jürg Brüggmann. In maglia rosa c'è Francesco Moser, su Visentini ed Argentin. Il campione trentino nella cronometro finale da Soave a Verona sarà bravo a respingere l'attacco del transalpino Laurent Fignon e di Moreno Argentin.

Busto Arsizio

Cittadina in provincia di Varese di 82 mila abitanti, Busto Arsizio è il primo comune della provincia per popolazione (conta più abitanti della stessa Varese) ed il sesto della regione. Abitato sin dall'età romana, è oggi un centro industriale di notevole importanza. Le imprese di import ed export, del campo manifatturiero e tecnologico, sono le principali. Agli inizi del '900 conobbe il suo massimo splendore quando venne ribattezzata la Manchester d'Italia. Imperdibili la Basilica di San Giovanni Battista ed il Santuario di Santa Maria di Piazza, oltre alla Chiesa di San Michele Arcangelo ed al Palazzo Marliani-Cicogna. Interessanti anche le ville Ottolini-Tovaglieri, Ottolini-Tosi ed il parco Ugo Foscolo. Tra gli eventi di Busto Arsizio è degna di menzione la Giöbia, in cui un fantoccio di paglia vestito di stracci viene bruciato per esorcizzare l'inverno. La Sagra dell'Angelo, il Palio delle Contrade di Beata Giuliana ed il Carnevale sono altresì da ricordare. Tipici del luogo i salumi, i salamini e la salsiccia luganiga oltre ai cupeti, dolci di mandorle tostate e zuccherate.

Lecco (Pian dei Resinelli)

È la quinta volta che il Giro d'Italia arriva a Lecco. Questa cittadina lacustre inizia il suo rapporto con la corsa rosa nel 1956, quando nella 15a tappa, che partiva da Rapallo, Giorgio Albani precede allo sprint Vito Favero e Arrigo Padovan. In maglia rosa c'è Pasquale Fornara ma la vittoria finale sarà di Charly Gaul davanti a Fiorenzo Magni. Quattro anni più tardi la cronometro individuale da Seregno a Lecco (68 km in totale) vedrà trionfare la maglia rosa Jacques Anquetil, che stacca il secondo, Ercole Baldini, di 1'27". Anquetil sarà il vincitore del Giro 1960 davanti a Nencini ed a Gaul. Nel 1962 Lecco è solo città di partenza della 17a tappa, con arrivo a Casale Monferrato e vittoria di Armando Pellegrini. Franco Balmamion è in maglia rosa e ci resterà sino a Milano precedendo Massignan e Defilippis. L'ultima edizione del Giro che ha toccato Lecco risale al 1984: era la 17a tappa, partenza da Bardonecchia e vittoria dello svizzero Jürg Brüggmann. In maglia rosa c'è Francesco Moser, su Visentini ed Argentin. Il campione trentino nella cronometro finale da Soave a Verona sarà bravo a respingere l'attacco del transalpino Laurent Fignon e di Moreno Argentin.

Meteo

12.30 - Busto Arsizio
15.20 - Valsecca
17.35 - Pian dei Resinelli

Soggetti Alternativi

Fa anche lui il suo debutto al Giro alla prima stagione tra i professionisti. Scalatore talentuoso, fin dalle categorie giovanili si è messo in evidenza come uno dei migliori prospetti per il futuro, specialmente per le gare a tappe (da juniores ha vinto due volte la Tre Giorni Orobica). Tra i dilettanti ha concluso per due volte in top-10 il GiroBio (5° nel 2010, 6° lo scorso anno) ma ha saputo fare ottime cose anche in corse in linea di una certa durezza, vincendo il Palio del Recioto nel 2009, piazzandosi secondo nel campionato italiano e nel GP di Capodarco nel 2010, anno in cui ha primeggiato anche nella Bassano-Monte Grappa. Ha ancora bisogno di fare la necessaria esperienza ma nei primi mesi dell'anno è già riuscito a giungere 6° al Tour de Langkawi. Vive il Giro giorno per giorno, soffrendo e imparando con la speranza di essere a lottare tra i primi un giorno. Se ci riuscirà però una fuga da lontano potrebbe già attenderlo. Perchè si sa: Locatelli fa le cose per bene!

Vivian Ghianni

Fa anche lui il suo debutto al Giro alla prima stagione tra i professionisti. Scalatore talentuoso, fin dalle categorie giovanili si è messo in evidenza come uno dei migliori prospetti per il futuro, specialmente per le gare a tappe (da juniores ha vinto due volte la Tre Giorni Orobica). Tra i dilettanti ha concluso per due volte in top-10 il GiroBio (5° nel 2010, 6° lo scorso anno) ma ha saputo fare ottime cose anche in corse in linea di una certa durezza, vincendo il Palio del Recioto nel 2009, piazzandosi secondo nel campionato italiano e nel GP di Capodarco nel 2010, anno in cui ha primeggiato anche nella Bassano-Monte Grappa. Ha ancora bisogno di fare la necessaria esperienza ma nei primi mesi dell'anno è già riuscito a giungere 6° al Tour de Langkawi. Vive il Giro giorno per giorno, soffrendo e imparando con la speranza di essere a lottare tra i primi un giorno. Se ci riuscirà però una fuga da lontano potrebbe già attenderlo. Perchè si sa: Locatelli fa le cose per bene!

Fa anche lui il suo debutto al Giro alla prima stagione tra i professionisti. Scalatore talentuoso, fin dalle categorie giovanili si è messo in evidenza come uno dei migliori prospetti per il futuro, specialmente per le gare a tappe (da juniores ha vinto due volte la Tre Giorni Orobica). Tra i dilettanti ha concluso per due volte in top-10 il GiroBio (5° nel 2010, 6° lo scorso anno) ma ha saputo fare ottime cose anche in corse in linea di una certa durezza, vincendo il Palio del Recioto nel 2009, piazzandosi secondo nel campionato italiano e nel GP di Capodarco nel 2010, anno in cui ha primeggiato anche nella Bassano-Monte Grappa. Ha ancora bisogno di fare la necessaria esperienza ma nei primi mesi dell'anno è già riuscito a giungere 6° al Tour de Langkawi. Vive il Giro giorno per giorno, soffrendo e imparando con la speranza di essere a lottare tra i primi un giorno. Se ci riuscirà però una fuga da lontano potrebbe già attenderlo. Perchè si sa: Locatelli fa le cose per bene!

Fa anche lui il suo debutto al Giro alla prima stagione tra i professionisti. Scalatore talentuoso, fin dalle categorie giovanili si è messo in evidenza come uno dei migliori prospetti per il futuro, specialmente per le gare a tappe (da juniores ha vinto due volte la Tre Giorni Orobica). Tra i dilettanti ha concluso per due volte in top-10 il GiroBio (5° nel 2010, 6° lo scorso anno) ma ha saputo fare ottime cose anche in corse in linea di una certa durezza, vincendo il Palio del Recioto nel 2009, piazzandosi secondo nel campionato italiano e nel GP di Capodarco nel 2010, anno in cui ha primeggiato anche nella Bassano-Monte Grappa. Ha ancora bisogno di fare la necessaria esperienza ma nei primi mesi dell'anno è già riuscito a giungere 6° al Tour de Langkawi. Vive il Giro giorno per giorno, soffrendo e imparando con la speranza di essere a lottare tra i primi un giorno. Se ci riuscirà però una fuga da lontano potrebbe già attenderlo. Perchè si sa: Locatelli fa le cose per bene!

Fa anche lui il suo debutto al Giro alla prima stagione tra i professionisti. Scalatore talentuoso, fin dalle categorie giovanili si è messo in evidenza come uno dei migliori prospetti per il futuro, specialmente per le gare a tappe (da juniores ha vinto due volte la Tre Giorni Orobica). Tra i dilettanti ha concluso per due volte in top-10 il GiroBio (5° nel 2010, 6° lo scorso anno) ma ha saputo fare ottime cose anche in corse in linea di una certa durezza, vincendo il Palio del Recioto nel 2009, piazzandosi secondo nel campionato italiano e nel GP di Capodarco nel 2010, anno in cui ha primeggiato anche nella Bassano-Monte Grappa. Ha ancora bisogno di fare la necessaria esperienza ma nei primi mesi dell'anno è già riuscito a giungere 6° al Tour de Langkawi. Vive il Giro giorno per giorno, soffrendo e imparando con la speranza di essere a lottare tra i primi un giorno. Se ci riuscirà però una fuga da lontano potrebbe già attenderlo. Perchè si sa: Locatelli fa le cose per bene!

Fa anche lui il suo debutto al Giro alla prima stagione tra i professionisti. Scalatore talentuoso, fin dalle categorie giovanili si è messo in evidenza come uno dei migliori prospetti per il futuro, specialmente per le gare a tappe (da juniores ha vinto due volte la Tre Giorni Orobica). Tra i dilettanti ha concluso per due volte in top-10 il GiroBio (5° nel 2010, 6° lo scorso anno) ma ha saputo fare ottime cose anche in corse in linea di una certa durezza, vincendo il Palio del Recioto nel 2009, piazzandosi secondo nel campionato italiano e nel GP di Capodarco nel 2010, anno in cui ha primeggiato anche nella Bassano-Monte Grappa. Ha ancora bisogno di fare la necessaria esperienza ma nei primi mesi dell'anno è già riuscito a giungere 6° al Tour de Langkawi. Vive il Giro giorno per giorno, soffrendo e imparando con la speranza di essere a lottare tra i primi un giorno. Se ci riuscirà però una fuga da lontano potrebbe già attenderlo. Perchè si sa: Locatelli fa le cose per bene!

GiroTweet

@DarioCataldo: Che giornata dura... Le gambe facevano male piú quel che mi aspettavo. Dai 30" dal gruppetto dei migliori é poco male, mi devo rifare!!

@taylorphinney: Questo ci ha fatto prendere paura proprio adesso...la mia bici si era stancata di stare sul tettuccio!!! http://pic.twitter.com/ymNwtBn2

@enrigasparotto: Dopo tanta fatica un po'di divertimento in mezzo alle valli..elicottero verso l Hotel http://yfrog.com/nx6r4msj

@ryder_hesjedal: Che dire? Adoro il Rosa! Grazie ancora per il tifo lassù. Dà molta forza! #magliarosa #GIRO

@giovisco: Per il @Movistar_Team un'altra gran bella giornata.Ma ci sono cose più importanti e serie nella vita.Un pensiero alla ragazza scomparsa ;-(

La maglia rosa virtuale

Il gruppo dei migliori sulla salita di Pian dei ResinelliSe c'era un corridore che fin qui aveva deluso in questo Giro d'Italia virtuale (simulato con il motore di gioco di PcCiclismo.net) quello rispondeva al nome di Joaquim Rodríguez Oliver, catalano della Katusha che aveva ottenuto solo un quarto posto a Lago Laceno: JRO, però, è riuscito a riscattarsi andando a vincere alla grande sul traguardo di Pian dei Resinelli. La classifica generale però ormai è compromessa per lo spagnolo.

Nonostante i quattro gran premi della montagna da affrontare la frazione è partita da Busto Arsizio a grandissima velocità e sono usciti subito dal gruppo Rabottini, Vicioso, Tuft e Caruso. Arrivati ai piedi della prima salita, la Valcava, la situazione è cambiata radicalmente in testa alla corsa: Sergio Pardilla ha contrattaccato ed è rimasto da solo davanti a tutti, al suo inseguimento c'era Niemiec, più indietro invece un gruppetto con Txurruka, Brambilla e ancora Caruso; il gruppo s'è ritrovato ben presto a più di 6' di ritardo.

La situazione a questo punto s'è stabilizzata ma chilometro dopo chilometro il gruppo maglia rosa s'è andato sempre più scremando: dopo il Culmine di San Pietro un plotone ridotto ormai ad una trentina di unità ha cominciato a riprendere tutti gli attaccanti con alcuni big che si sono ritrovati quindi un gregario come punto d'appoggio. Pardilla viene ripreso quando la salita verso Pian dei Resinelli è già iniziata, a 5.6 km dall'arrivo.

Subito dopo che anche l'ultimo dei fuggitivi è stato ripreso, è iniziata la battaglia dei big: il primo ad attaccare è stato Hesjedal, ai meno 3900 metri si è staccato Rujano, ai meno tre sono rimasti davanti solo in sei e 300 metri dopo sono rimasti davanti Rodríguez, Schleck e la maglia rosa Scarponi. All'ultimo chilometro ha caduto anche Scarponi e negli ultimi 100 metri Joaquim Rodríguez è partito e non ha lasciato scampo in volata al lussemburghese.

Alla fine Scarponi è arrivato a 10", Basso a 20" mentre Cunego, Uran, Rujano, Pozzovivo e Henao hanno tagliato il traguardo con 36" di ritardo. Così questo ordine d'arrivo, quindi, Michele Scarponi non s'è limitato solo a difendere la maglia rosa, ma il marchigiano della Lampre ha anche incrementato il suo vantaggio in classifica generale a 56" su Rujano, 1'00" su Henao, 1'07" su Uran, 1'21" su Schleck e 1'53" su Basso, gli altri hanno tutti più di quattro minuti di ritardo.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniNel giorno in cui un nobile delle nostre classifiche al contrario (Andrey Amador, già secondo all'ultimo Tour) decade malamente arrivando addirittura ultimo a Cervinia, risplende sempre più la nuova stella di Andrea Guardini. Questo ragazzo è un predestinato, ha fatto corsa d'attesa nelle prime due settimane cercando di fare la massima esperienza e di carpire ogni segreto dai colleghi più esperti (non di rado lo si è visto fare corsa sulle ruote dei mitici Euskaltel); e ora che le strade si fanno impervie, e che le salite si susseguono a salite, eccolo lì a mulinare e a vincere, vincere, vincere. Il giovane alfiere della Farnese si è imposto in Valle d'Aosta con un colpo degno dei migliori finisseur, lui che potrebbe tranquillamente aspettare la volata finale per vincere... E invece ha voluto a tutti i costi un altro arrivo in solitaria, il secondo dopo quello di Lago Laceno. E ieri come allora, ha rifilato quasi 4' ai più vicini inseguitori. 3'55", per la precisione, ovvero il ritardo del gruppetto in cui Graeme Brown è andato a prendere il secondo posto di tappa davanti a Stannard, Izagirre e un volitivo Bos. L'irriconoscibile Amador ha pagato al veronese la bellezza di 35'59". L'impresa di Guardini muove anche la classifica generale, che vede ancora in testa Miguel Mínguez con 7'44" su Hunt, ma in cui ora Andrea è risalito fino alla terza posizione, a 8'19" dal leader. Phinney è ora quarto (sempre a 10'29"), Bos quinto a 12'01". Hesjedal, dopo aver per qualche giorno abbandonato l'ultima piazza, torna a patire ed eccolo lì, nuovamente in fondo alla classifica, 180esimo a 2h51'55" da Mínguez: forza che oggi ai Resinelli si sfondano le 3 ore di ritardo!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Il gruppo dei migliori sulla salita di Pian dei ResinelliSe c'era un corridore che fin qui aveva deluso in questo Giro d'Italia virtuale (simulato con il motore di gioco di PcCiclismo.net) quello rispondeva al nome di Joaquim Rodríguez Oliver, catalano della Katusha che aveva ottenuto solo un quarto posto a Lago Laceno: JRO, però, è riuscito a riscattarsi andando a vincere alla grande sul traguardo di Pian dei Resinelli. La classifica generale però ormai è compromessa per lo spagnolo.

Nonostante i quattro gran premi della montagna da affrontare la frazione è partita da Busto Arsizio a grandissima velocità e sono usciti subito dal gruppo Rabottini, Vicioso, Tuft e Caruso. Arrivati ai piedi della prima salita, la Valcava, la situazione è cambiata radicalmente in testa alla corsa: Sergio Pardilla ha contrattaccato ed è rimasto da solo davanti a tutti, al suo inseguimento c'era Niemiec, più indietro invece un gruppetto con Txurruka, Brambilla e ancora Caruso; il gruppo s'è ritrovato ben presto a più di 6' di ritardo.

La situazione a questo punto s'è stabilizzata ma chilometro dopo chilometro il gruppo maglia rosa s'è andato sempre più scremando: dopo il Culmine di San Pietro un plotone ridotto ormai ad una trentina di unità ha cominciato a riprendere tutti gli attaccanti con alcuni big che si sono ritrovati quindi un gregario come punto d'appoggio. Pardilla viene ripreso quando la salita verso Pian dei Resinelli è già iniziata, a 5.6 km dall'arrivo.

Subito dopo che anche l'ultimo dei fuggitivi è stato ripreso, è iniziata la battaglia dei big: il primo ad attaccare è stato Hesjedal, ai meno 3900 metri si è staccato Rujano, ai meno tre sono rimasti davanti solo in sei e 300 metri dopo sono rimasti davanti Rodríguez, Schleck e la maglia rosa Scarponi. All'ultimo chilometro ha caduto anche Scarponi e negli ultimi 100 metri Joaquim Rodríguez è partito e non ha lasciato scampo in volata al lussemburghese.

Alla fine Scarponi è arrivato a 10", Basso a 20" mentre Cunego, Uran, Rujano, Pozzovivo e Henao hanno tagliato il traguardo con 36" di ritardo. Così questo ordine d'arrivo, quindi, Michele Scarponi non s'è limitato solo a difendere la maglia rosa, ma il marchigiano della Lampre ha anche incrementato il suo vantaggio in classifica generale a 56" su Rujano, 1'00" su Henao, 1'07" su Uran, 1'21" su Schleck e 1'53" su Basso, gli altri hanno tutti più di quattro minuti di ritardo.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniNel giorno in cui un nobile delle nostre classifiche al contrario (Andrey Amador, già secondo all'ultimo Tour) decade malamente arrivando addirittura ultimo a Cervinia, risplende sempre più la nuova stella di Andrea Guardini. Questo ragazzo è un predestinato, ha fatto corsa d'attesa nelle prime due settimane cercando di fare la massima esperienza e di carpire ogni segreto dai colleghi più esperti (non di rado lo si è visto fare corsa sulle ruote dei mitici Euskaltel); e ora che le strade si fanno impervie, e che le salite si susseguono a salite, eccolo lì a mulinare e a vincere, vincere, vincere. Il giovane alfiere della Farnese si è imposto in Valle d'Aosta con un colpo degno dei migliori finisseur, lui che potrebbe tranquillamente aspettare la volata finale per vincere... E invece ha voluto a tutti i costi un altro arrivo in solitaria, il secondo dopo quello di Lago Laceno. E ieri come allora, ha rifilato quasi 4' ai più vicini inseguitori. 3'55", per la precisione, ovvero il ritardo del gruppetto in cui Graeme Brown è andato a prendere il secondo posto di tappa davanti a Stannard, Izagirre e un volitivo Bos. L'irriconoscibile Amador ha pagato al veronese la bellezza di 35'59". L'impresa di Guardini muove anche la classifica generale, che vede ancora in testa Miguel Mínguez con 7'44" su Hunt, ma in cui ora Andrea è risalito fino alla terza posizione, a 8'19" dal leader. Phinney è ora quarto (sempre a 10'29"), Bos quinto a 12'01". Hesjedal, dopo aver per qualche giorno abbandonato l'ultima piazza, torna a patire ed eccolo lì, nuovamente in fondo alla classifica, 180esimo a 2h51'55" da Mínguez: forza che oggi ai Resinelli si sfondano le 3 ore di ritardo!

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 15a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 15a tappa
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La maglia rosa virtuale

Il gruppo dei migliori sulla salita di Pian dei ResinelliSe c'era un corridore che fin qui aveva deluso in questo Giro d'Italia virtuale (simulato con il motore di gioco di PcCiclismo.net) quello rispondeva al nome di Joaquim Rodríguez Oliver, catalano della Katusha che aveva ottenuto solo un quarto posto a Lago Laceno: JRO, però, è riuscito a riscattarsi andando a vincere alla grande sul traguardo di Pian dei Resinelli. La classifica generale però ormai è compromessa per lo spagnolo.

Nonostante i quattro gran premi della montagna da affrontare la frazione è partita da Busto Arsizio a grandissima velocità e sono usciti subito dal gruppo Rabottini, Vicioso, Tuft e Caruso. Arrivati ai piedi della prima salita, la Valcava, la situazione è cambiata radicalmente in testa alla corsa: Sergio Pardilla ha contrattaccato ed è rimasto da solo davanti a tutti, al suo inseguimento c'era Niemiec, più indietro invece un gruppetto con Txurruka, Brambilla e ancora Caruso; il gruppo s'è ritrovato ben presto a più di 6' di ritardo.

La situazione a questo punto s'è stabilizzata ma chilometro dopo chilometro il gruppo maglia rosa s'è andato sempre più scremando: dopo il Culmine di San Pietro un plotone ridotto ormai ad una trentina di unità ha cominciato a riprendere tutti gli attaccanti con alcuni big che si sono ritrovati quindi un gregario come punto d'appoggio. Pardilla viene ripreso quando la salita verso Pian dei Resinelli è già iniziata, a 5.6 km dall'arrivo.

Subito dopo che anche l'ultimo dei fuggitivi è stato ripreso, è iniziata la battaglia dei big: il primo ad attaccare è stato Hesjedal, ai meno 3900 metri si è staccato Rujano, ai meno tre sono rimasti davanti solo in sei e 300 metri dopo sono rimasti davanti Rodríguez, Schleck e la maglia rosa Scarponi. All'ultimo chilometro ha caduto anche Scarponi e negli ultimi 100 metri Joaquim Rodríguez è partito e non ha lasciato scampo in volata al lussemburghese.

Alla fine Scarponi è arrivato a 10", Basso a 20" mentre Cunego, Uran, Rujano, Pozzovivo e Henao hanno tagliato il traguardo con 36" di ritardo. Così questo ordine d'arrivo, quindi, Michele Scarponi non s'è limitato solo a difendere la maglia rosa, ma il marchigiano della Lampre ha anche incrementato il suo vantaggio in classifica generale a 56" su Rujano, 1'00" su Henao, 1'07" su Uran, 1'21" su Schleck e 1'53" su Basso, gli altri hanno tutti più di quattro minuti di ritardo.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniNel giorno in cui un nobile delle nostre classifiche al contrario (Andrey Amador, già secondo all'ultimo Tour) decade malamente arrivando addirittura ultimo a Cervinia, risplende sempre più la nuova stella di Andrea Guardini. Questo ragazzo è un predestinato, ha fatto corsa d'attesa nelle prime due settimane cercando di fare la massima esperienza e di carpire ogni segreto dai colleghi più esperti (non di rado lo si è visto fare corsa sulle ruote dei mitici Euskaltel); e ora che le strade si fanno impervie, e che le salite si susseguono a salite, eccolo lì a mulinare e a vincere, vincere, vincere. Il giovane alfiere della Farnese si è imposto in Valle d'Aosta con un colpo degno dei migliori finisseur, lui che potrebbe tranquillamente aspettare la volata finale per vincere... E invece ha voluto a tutti i costi un altro arrivo in solitaria, il secondo dopo quello di Lago Laceno. E ieri come allora, ha rifilato quasi 4' ai più vicini inseguitori. 3'55", per la precisione, ovvero il ritardo del gruppetto in cui Graeme Brown è andato a prendere il secondo posto di tappa davanti a Stannard, Izagirre e un volitivo Bos. L'irriconoscibile Amador ha pagato al veronese la bellezza di 35'59". L'impresa di Guardini muove anche la classifica generale, che vede ancora in testa Miguel Mínguez con 7'44" su Hunt, ma in cui ora Andrea è risalito fino alla terza posizione, a 8'19" dal leader. Phinney è ora quarto (sempre a 10'29"), Bos quinto a 12'01". Hesjedal, dopo aver per qualche giorno abbandonato l'ultima piazza, torna a patire ed eccolo lì, nuovamente in fondo alla classifica, 180esimo a 2h51'55" da Mínguez: forza che oggi ai Resinelli si sfondano le 3 ore di ritardo!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Il gruppo dei migliori sulla salita di Pian dei ResinelliSe c'era un corridore che fin qui aveva deluso in questo Giro d'Italia virtuale (simulato con il motore di gioco di PcCiclismo.net) quello rispondeva al nome di Joaquim Rodríguez Oliver, catalano della Katusha che aveva ottenuto solo un quarto posto a Lago Laceno: JRO, però, è riuscito a riscattarsi andando a vincere alla grande sul traguardo di Pian dei Resinelli. La classifica generale però ormai è compromessa per lo spagnolo.

Nonostante i quattro gran premi della montagna da affrontare la frazione è partita da Busto Arsizio a grandissima velocità e sono usciti subito dal gruppo Rabottini, Vicioso, Tuft e Caruso. Arrivati ai piedi della prima salita, la Valcava, la situazione è cambiata radicalmente in testa alla corsa: Sergio Pardilla ha contrattaccato ed è rimasto da solo davanti a tutti, al suo inseguimento c'era Niemiec, più indietro invece un gruppetto con Txurruka, Brambilla e ancora Caruso; il gruppo s'è ritrovato ben presto a più di 6' di ritardo.

La situazione a questo punto s'è stabilizzata ma chilometro dopo chilometro il gruppo maglia rosa s'è andato sempre più scremando: dopo il Culmine di San Pietro un plotone ridotto ormai ad una trentina di unità ha cominciato a riprendere tutti gli attaccanti con alcuni big che si sono ritrovati quindi un gregario come punto d'appoggio. Pardilla viene ripreso quando la salita verso Pian dei Resinelli è già iniziata, a 5.6 km dall'arrivo.

Subito dopo che anche l'ultimo dei fuggitivi è stato ripreso, è iniziata la battaglia dei big: il primo ad attaccare è stato Hesjedal, ai meno 3900 metri si è staccato Rujano, ai meno tre sono rimasti davanti solo in sei e 300 metri dopo sono rimasti davanti Rodríguez, Schleck e la maglia rosa Scarponi. All'ultimo chilometro ha caduto anche Scarponi e negli ultimi 100 metri Joaquim Rodríguez è partito e non ha lasciato scampo in volata al lussemburghese.

Alla fine Scarponi è arrivato a 10", Basso a 20" mentre Cunego, Uran, Rujano, Pozzovivo e Henao hanno tagliato il traguardo con 36" di ritardo. Così questo ordine d'arrivo, quindi, Michele Scarponi non s'è limitato solo a difendere la maglia rosa, ma il marchigiano della Lampre ha anche incrementato il suo vantaggio in classifica generale a 56" su Rujano, 1'00" su Henao, 1'07" su Uran, 1'21" su Schleck e 1'53" su Basso, gli altri hanno tutti più di quattro minuti di ritardo.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniNel giorno in cui un nobile delle nostre classifiche al contrario (Andrey Amador, già secondo all'ultimo Tour) decade malamente arrivando addirittura ultimo a Cervinia, risplende sempre più la nuova stella di Andrea Guardini. Questo ragazzo è un predestinato, ha fatto corsa d'attesa nelle prime due settimane cercando di fare la massima esperienza e di carpire ogni segreto dai colleghi più esperti (non di rado lo si è visto fare corsa sulle ruote dei mitici Euskaltel); e ora che le strade si fanno impervie, e che le salite si susseguono a salite, eccolo lì a mulinare e a vincere, vincere, vincere. Il giovane alfiere della Farnese si è imposto in Valle d'Aosta con un colpo degno dei migliori finisseur, lui che potrebbe tranquillamente aspettare la volata finale per vincere... E invece ha voluto a tutti i costi un altro arrivo in solitaria, il secondo dopo quello di Lago Laceno. E ieri come allora, ha rifilato quasi 4' ai più vicini inseguitori. 3'55", per la precisione, ovvero il ritardo del gruppetto in cui Graeme Brown è andato a prendere il secondo posto di tappa davanti a Stannard, Izagirre e un volitivo Bos. L'irriconoscibile Amador ha pagato al veronese la bellezza di 35'59". L'impresa di Guardini muove anche la classifica generale, che vede ancora in testa Miguel Mínguez con 7'44" su Hunt, ma in cui ora Andrea è risalito fino alla terza posizione, a 8'19" dal leader. Phinney è ora quarto (sempre a 10'29"), Bos quinto a 12'01". Hesjedal, dopo aver per qualche giorno abbandonato l'ultima piazza, torna a patire ed eccolo lì, nuovamente in fondo alla classifica, 180esimo a 2h51'55" da Mínguez: forza che oggi ai Resinelli si sfondano le 3 ore di ritardo!

Marco Grassi

La classifica al contrario

Andrea GuardiniNel giorno in cui un nobile delle nostre classifiche al contrario (Andrey Amador, già secondo all'ultimo Tour) decade malamente arrivando addirittura ultimo a Cervinia, risplende sempre più la nuova stella di Andrea Guardini. Questo ragazzo è un predestinato, ha fatto corsa d'attesa nelle prime due settimane cercando di fare la massima esperienza e di carpire ogni segreto dai colleghi più esperti (non di rado lo si è visto fare corsa sulle ruote dei mitici Euskaltel); e ora che le strade si fanno impervie, e che le salite si susseguono a salite, eccolo lì a mulinare e a vincere, vincere, vincere. Il giovane alfiere della Farnese si è imposto in Valle d'Aosta con un colpo degno dei migliori finisseur, lui che potrebbe tranquillamente aspettare la volata finale per vincere... E invece ha voluto a tutti i costi un altro arrivo in solitaria, il secondo dopo quello di Lago Laceno. E ieri come allora, ha rifilato quasi 4' ai più vicini inseguitori. 3'55", per la precisione, ovvero il ritardo del gruppetto in cui Graeme Brown è andato a prendere il secondo posto di tappa davanti a Stannard, Izagirre e un volitivo Bos. L'irriconoscibile Amador ha pagato al veronese la bellezza di 35'59". L'impresa di Guardini muove anche la classifica generale, che vede ancora in testa Miguel Mínguez con 7'44" su Hunt, ma in cui ora Andrea è risalito fino alla terza posizione, a 8'19" dal leader. Phinney è ora quarto (sempre a 10'29"), Bos quinto a 12'01". Hesjedal, dopo aver per qualche giorno abbandonato l'ultima piazza, torna a patire ed eccolo lì, nuovamente in fondo alla classifica, 180esimo a 2h51'55" da Mínguez: forza che oggi ai Resinelli si sfondano le 3 ore di ritardo!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Il gruppo dei migliori sulla salita di Pian dei ResinelliSe c'era un corridore che fin qui aveva deluso in questo Giro d'Italia virtuale (simulato con il motore di gioco di PcCiclismo.net) quello rispondeva al nome di Joaquim Rodríguez Oliver, catalano della Katusha che aveva ottenuto solo un quarto posto a Lago Laceno: JRO, però, è riuscito a riscattarsi andando a vincere alla grande sul traguardo di Pian dei Resinelli. La classifica generale però ormai è compromessa per lo spagnolo.

Nonostante i quattro gran premi della montagna da affrontare la frazione è partita da Busto Arsizio a grandissima velocità e sono usciti subito dal gruppo Rabottini, Vicioso, Tuft e Caruso. Arrivati ai piedi della prima salita, la Valcava, la situazione è cambiata radicalmente in testa alla corsa: Sergio Pardilla ha contrattaccato ed è rimasto da solo davanti a tutti, al suo inseguimento c'era Niemiec, più indietro invece un gruppetto con Txurruka, Brambilla e ancora Caruso; il gruppo s'è ritrovato ben presto a più di 6' di ritardo.

La situazione a questo punto s'è stabilizzata ma chilometro dopo chilometro il gruppo maglia rosa s'è andato sempre più scremando: dopo il Culmine di San Pietro un plotone ridotto ormai ad una trentina di unità ha cominciato a riprendere tutti gli attaccanti con alcuni big che si sono ritrovati quindi un gregario come punto d'appoggio. Pardilla viene ripreso quando la salita verso Pian dei Resinelli è già iniziata, a 5.6 km dall'arrivo.

Subito dopo che anche l'ultimo dei fuggitivi è stato ripreso, è iniziata la battaglia dei big: il primo ad attaccare è stato Hesjedal, ai meno 3900 metri si è staccato Rujano, ai meno tre sono rimasti davanti solo in sei e 300 metri dopo sono rimasti davanti Rodríguez, Schleck e la maglia rosa Scarponi. All'ultimo chilometro ha caduto anche Scarponi e negli ultimi 100 metri Joaquim Rodríguez è partito e non ha lasciato scampo in volata al lussemburghese.

Alla fine Scarponi è arrivato a 10", Basso a 20" mentre Cunego, Uran, Rujano, Pozzovivo e Henao hanno tagliato il traguardo con 36" di ritardo. Così questo ordine d'arrivo, quindi, Michele Scarponi non s'è limitato solo a difendere la maglia rosa, ma il marchigiano della Lampre ha anche incrementato il suo vantaggio in classifica generale a 56" su Rujano, 1'00" su Henao, 1'07" su Uran, 1'21" su Schleck e 1'53" su Basso, gli altri hanno tutti più di quattro minuti di ritardo.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniNel giorno in cui un nobile delle nostre classifiche al contrario (Andrey Amador, già secondo all'ultimo Tour) decade malamente arrivando addirittura ultimo a Cervinia, risplende sempre più la nuova stella di Andrea Guardini. Questo ragazzo è un predestinato, ha fatto corsa d'attesa nelle prime due settimane cercando di fare la massima esperienza e di carpire ogni segreto dai colleghi più esperti (non di rado lo si è visto fare corsa sulle ruote dei mitici Euskaltel); e ora che le strade si fanno impervie, e che le salite si susseguono a salite, eccolo lì a mulinare e a vincere, vincere, vincere. Il giovane alfiere della Farnese si è imposto in Valle d'Aosta con un colpo degno dei migliori finisseur, lui che potrebbe tranquillamente aspettare la volata finale per vincere... E invece ha voluto a tutti i costi un altro arrivo in solitaria, il secondo dopo quello di Lago Laceno. E ieri come allora, ha rifilato quasi 4' ai più vicini inseguitori. 3'55", per la precisione, ovvero il ritardo del gruppetto in cui Graeme Brown è andato a prendere il secondo posto di tappa davanti a Stannard, Izagirre e un volitivo Bos. L'irriconoscibile Amador ha pagato al veronese la bellezza di 35'59". L'impresa di Guardini muove anche la classifica generale, che vede ancora in testa Miguel Mínguez con 7'44" su Hunt, ma in cui ora Andrea è risalito fino alla terza posizione, a 8'19" dal leader. Phinney è ora quarto (sempre a 10'29"), Bos quinto a 12'01". Hesjedal, dopo aver per qualche giorno abbandonato l'ultima piazza, torna a patire ed eccolo lì, nuovamente in fondo alla classifica, 180esimo a 2h51'55" da Mínguez: forza che oggi ai Resinelli si sfondano le 3 ore di ritardo!

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