Il Portale del Ciclismo professionistico

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Quello tra Frosinone e Civitavecchia sarà uno dei trasferimenti più lunghi (dopo quello internazionale) dell'intera corsa rosa in un'edizione abbastanza favorevole ai corridori da questo punto di vista. La tappa, dal mar Tirreno all'entroterra umbro, offrirà pochi spunti tecnici prima del finale, un continuo saliscendi poco impegnativo se si eccettua la salita di Sella di Viepri, posta a poco meno di 50 dal traguardo. In pratica, avremo a che fare con una fuga più o meno corposa che tenterà di resistere il più possibile. Gli ultimi 4 chilometri, però (preceduti da 20 km di pianura) saranno spettacolari, e dalle parti della Basilica di San Francesco vivremo un arrivo "à la Tirreno": primo tratto di ascesa, verso il centro di Assisi, con un chilometro e mezzo durissimo nella seconda metà (pendenze che arrivano al 15%); quindi un chilometro di discesa non difficilissima (e qui in diversi potranno rientrare); infine ultimo chilometro ancora all'insù, con prima metà al 10% (e con tanto di pezzetto in pavé), e seconda metà al 5%: non sarà sicuramente una volata a coronare la frazione, aspettiamoci piuttosto il colpo di mano di un bel corridore da classiche; e aspettiamoci anche che qualche uomo di classifica perda qualche metro.

Assisi non sarà Huy ma l’arrivo è duro abbastanza per far sì che Leaderbet.com metta come favorito numero uno il trionfatore dell’ultima Freccia Joaquím Rodríguez. “El Purito” paga infatti 3.50. Quota doppia rispetto allo spagnolo per Michele Scarponi, dato a 7.00, mentre un altro esperto di côtes come Gasparotto viene offerto a 9.00. I bis dei sorprendenti Pozzovivo e Tiralongo Leaderbet.com li quota rispettivamente a 14.00 e a 17.00 mentre appare ancora più interessante un eventuale successo del fin qui pimpante Frank Scheleck: il lussemburghese è dato a 26.00, tre punti in meno rispetto a quel Gadret (29.00) che l’anno scorso si impose in un arrivo simile. Volendo rischiare qualcosa in più Leaderbet.com consiglia la coppia Brambilla-Rujano, entrambi a 34.00, o addirittura un exploit della promessa Sergio Henao che pagherebbe 51 volte l’importo scommesso.

Civitavecchia

È il secondo scalo marittimo per numero di passeggeri in transito e si trova fra il fiume Mignone ed il Marangone. Civitavecchia ha origini etrusche ma fino ai primi secoli d.C. resta semplicemente un villaggio. Solo sotto Traiano, che ne fece la sua villa personale, Civitavecchia diventò una vera e propria città. Centus Cellae passò di mano dai Goti ai Bizantini con le invasioni barbariche fin poi ad essere parte dello Stato Pontificio. Prima dell'anno Mille viene saccheggiata ripetutamente dai Saraceni e per un periodo successivo la popolazione vuole stabilirsi sulla collina di Leopoli (la leggenda narra che solo l'apparizione del marinaio Leandro scongiurò l'abbandono del porto). Da visitare la Cattedrale, Piazza Leandra, la Chiesa della Morte, il porto, Forte Michelangelo, il muraglione di Urbano VIII e la Rocca. Merita una tappa anche il Museo Nazionale Archeologico, che custodisce una serie di reperti archeologici provenienti dall'antica Centumcellae.

Assisi

Sarà questo solo il quarto incontro tra Assisi e la corsa rosa. Il primo fu nel 1978, con un Giro che, partito da Saint Vincent, arrivò qui nell'11a tappa. Bruno Zanoni s'impose su Roberto Visentini e Ottavio Crepaldi mentre la maglia rosa era sulle spalle del belga Johan De Muynck (la porterà sino a Milano precedendo Gianbattista Baronchelli e Francesco Moser). Quattro anni più tardi Assisi ospita nuovamente partenza ed arrivo del Giro. Nel 1982 Bernard Hinault si aggiudicò la corsa ed anche la frazione a cronometro che da Perugia portava ad Assisi in 37 km. Era solo la 3a tappa ed Hinault precedette lo svedese Tommy Prim per 11" e Francesco Moser per 39". Il giorno dopo il Giro ripartirà alla volta di Roma (dove vincerà lo svizzero Urs Freuler). Nel 1995 il Giro parte con la Perugia-Terni vinta da Mario Cipollini ma la seconda tappa, la Foligno-Assisi (19 km a cronometro, proprio come nel 1982) vedono trionfare ed indossare la maglia rosa Tony Rominger. L'elvetico della Mapei non mollerà più le insegne del primato ed avrà la meglio sulla coppia russa della Gewiss formata da Berzin (vincitore dell'edizione precedente) ed Ugrumov, in un Giro che verrà ricordato come uno dei più noiosi della storia recente.

Francesco Sulas
Civitavecchia

È il secondo scalo marittimo per numero di passeggeri in transito e si trova fra il fiume Mignone ed il Marangone. Civitavecchia ha origini etrusche ma fino ai primi secoli d.C. resta semplicemente un villaggio. Solo sotto Traiano, che ne fece la sua villa personale, Civitavecchia diventò una vera e propria città. Centus Cellae passò di mano dai Goti ai Bizantini con le invasioni barbariche fin poi ad essere parte dello Stato Pontificio. Prima dell'anno Mille viene saccheggiata ripetutamente dai Saraceni e per un periodo successivo la popolazione vuole stabilirsi sulla collina di Leopoli (la leggenda narra che solo l'apparizione del marinaio Leandro scongiurò l'abbandono del porto). Da visitare la Cattedrale, Piazza Leandra, la Chiesa della Morte, il porto, Forte Michelangelo, il muraglione di Urbano VIII e la Rocca. Merita una tappa anche il Museo Nazionale Archeologico, che custodisce una serie di reperti archeologici provenienti dall'antica Centumcellae.

Assisi

Sarà questo solo il quarto incontro tra Assisi e la corsa rosa. Il primo fu nel 1978, con un Giro che, partito da Saint Vincent, arrivò qui nell'11a tappa. Bruno Zanoni s'impose su Roberto Visentini e Ottavio Crepaldi mentre la maglia rosa era sulle spalle del belga Johan De Muynck (la porterà sino a Milano precedendo Gianbattista Baronchelli e Francesco Moser). Quattro anni più tardi Assisi ospita nuovamente partenza ed arrivo del Giro. Nel 1982 Bernard Hinault si aggiudicò la corsa ed anche la frazione a cronometro che da Perugia portava ad Assisi in 37 km. Era solo la 3a tappa ed Hinault precedette lo svedese Tommy Prim per 11" e Francesco Moser per 39". Il giorno dopo il Giro ripartirà alla volta di Roma (dove vincerà lo svizzero Urs Freuler). Nel 1995 il Giro parte con la Perugia-Terni vinta da Mario Cipollini ma la seconda tappa, la Foligno-Assisi (19 km a cronometro, proprio come nel 1982) vedono trionfare ed indossare la maglia rosa Tony Rominger. L'elvetico della Mapei non mollerà più le insegne del primato ed avrà la meglio sulla coppia russa della Gewiss formata da Berzin (vincitore dell'edizione precedente) ed Ugrumov, in un Giro che verrà ricordato come uno dei più noiosi della storia recente.

Civitavecchia

È il secondo scalo marittimo per numero di passeggeri in transito e si trova fra il fiume Mignone ed il Marangone. Civitavecchia ha origini etrusche ma fino ai primi secoli d.C. resta semplicemente un villaggio. Solo sotto Traiano, che ne fece la sua villa personale, Civitavecchia diventò una vera e propria città. Centus Cellae passò di mano dai Goti ai Bizantini con le invasioni barbariche fin poi ad essere parte dello Stato Pontificio. Prima dell'anno Mille viene saccheggiata ripetutamente dai Saraceni e per un periodo successivo la popolazione vuole stabilirsi sulla collina di Leopoli (la leggenda narra che solo l'apparizione del marinaio Leandro scongiurò l'abbandono del porto). Da visitare la Cattedrale, Piazza Leandra, la Chiesa della Morte, il porto, Forte Michelangelo, il muraglione di Urbano VIII e la Rocca. Merita una tappa anche il Museo Nazionale Archeologico, che custodisce una serie di reperti archeologici provenienti dall'antica Centumcellae.

Assisi

Sarà questo solo il quarto incontro tra Assisi e la corsa rosa. Il primo fu nel 1978, con un Giro che, partito da Saint Vincent, arrivò qui nell'11a tappa. Bruno Zanoni s'impose su Roberto Visentini e Ottavio Crepaldi mentre la maglia rosa era sulle spalle del belga Johan De Muynck (la porterà sino a Milano precedendo Gianbattista Baronchelli e Francesco Moser). Quattro anni più tardi Assisi ospita nuovamente partenza ed arrivo del Giro. Nel 1982 Bernard Hinault si aggiudicò la corsa ed anche la frazione a cronometro che da Perugia portava ad Assisi in 37 km. Era solo la 3a tappa ed Hinault precedette lo svedese Tommy Prim per 11" e Francesco Moser per 39". Il giorno dopo il Giro ripartirà alla volta di Roma (dove vincerà lo svizzero Urs Freuler). Nel 1995 il Giro parte con la Perugia-Terni vinta da Mario Cipollini ma la seconda tappa, la Foligno-Assisi (19 km a cronometro, proprio come nel 1982) vedono trionfare ed indossare la maglia rosa Tony Rominger. L'elvetico della Mapei non mollerà più le insegne del primato ed avrà la meglio sulla coppia russa della Gewiss formata da Berzin (vincitore dell'edizione precedente) ed Ugrumov, in un Giro che verrà ricordato come uno dei più noiosi della storia recente.

Civitavecchia

È il secondo scalo marittimo per numero di passeggeri in transito e si trova fra il fiume Mignone ed il Marangone. Civitavecchia ha origini etrusche ma fino ai primi secoli d.C. resta semplicemente un villaggio. Solo sotto Traiano, che ne fece la sua villa personale, Civitavecchia diventò una vera e propria città. Centus Cellae passò di mano dai Goti ai Bizantini con le invasioni barbariche fin poi ad essere parte dello Stato Pontificio. Prima dell'anno Mille viene saccheggiata ripetutamente dai Saraceni e per un periodo successivo la popolazione vuole stabilirsi sulla collina di Leopoli (la leggenda narra che solo l'apparizione del marinaio Leandro scongiurò l'abbandono del porto). Da visitare la Cattedrale, Piazza Leandra, la Chiesa della Morte, il porto, Forte Michelangelo, il muraglione di Urbano VIII e la Rocca. Merita una tappa anche il Museo Nazionale Archeologico, che custodisce una serie di reperti archeologici provenienti dall'antica Centumcellae.

Assisi

Sarà questo solo il quarto incontro tra Assisi e la corsa rosa. Il primo fu nel 1978, con un Giro che, partito da Saint Vincent, arrivò qui nell'11a tappa. Bruno Zanoni s'impose su Roberto Visentini e Ottavio Crepaldi mentre la maglia rosa era sulle spalle del belga Johan De Muynck (la porterà sino a Milano precedendo Gianbattista Baronchelli e Francesco Moser). Quattro anni più tardi Assisi ospita nuovamente partenza ed arrivo del Giro. Nel 1982 Bernard Hinault si aggiudicò la corsa ed anche la frazione a cronometro che da Perugia portava ad Assisi in 37 km. Era solo la 3a tappa ed Hinault precedette lo svedese Tommy Prim per 11" e Francesco Moser per 39". Il giorno dopo il Giro ripartirà alla volta di Roma (dove vincerà lo svizzero Urs Freuler). Nel 1995 il Giro parte con la Perugia-Terni vinta da Mario Cipollini ma la seconda tappa, la Foligno-Assisi (19 km a cronometro, proprio come nel 1982) vedono trionfare ed indossare la maglia rosa Tony Rominger. L'elvetico della Mapei non mollerà più le insegne del primato ed avrà la meglio sulla coppia russa della Gewiss formata da Berzin (vincitore dell'edizione precedente) ed Ugrumov, in un Giro che verrà ricordato come uno dei più noiosi della storia recente.

Civitavecchia

È il secondo scalo marittimo per numero di passeggeri in transito e si trova fra il fiume Mignone ed il Marangone. Civitavecchia ha origini etrusche ma fino ai primi secoli d.C. resta semplicemente un villaggio. Solo sotto Traiano, che ne fece la sua villa personale, Civitavecchia diventò una vera e propria città. Centus Cellae passò di mano dai Goti ai Bizantini con le invasioni barbariche fin poi ad essere parte dello Stato Pontificio. Prima dell'anno Mille viene saccheggiata ripetutamente dai Saraceni e per un periodo successivo la popolazione vuole stabilirsi sulla collina di Leopoli (la leggenda narra che solo l'apparizione del marinaio Leandro scongiurò l'abbandono del porto). Da visitare la Cattedrale, Piazza Leandra, la Chiesa della Morte, il porto, Forte Michelangelo, il muraglione di Urbano VIII e la Rocca. Merita una tappa anche il Museo Nazionale Archeologico, che custodisce una serie di reperti archeologici provenienti dall'antica Centumcellae.

Assisi

Sarà questo solo il quarto incontro tra Assisi e la corsa rosa. Il primo fu nel 1978, con un Giro che, partito da Saint Vincent, arrivò qui nell'11a tappa. Bruno Zanoni s'impose su Roberto Visentini e Ottavio Crepaldi mentre la maglia rosa era sulle spalle del belga Johan De Muynck (la porterà sino a Milano precedendo Gianbattista Baronchelli e Francesco Moser). Quattro anni più tardi Assisi ospita nuovamente partenza ed arrivo del Giro. Nel 1982 Bernard Hinault si aggiudicò la corsa ed anche la frazione a cronometro che da Perugia portava ad Assisi in 37 km. Era solo la 3a tappa ed Hinault precedette lo svedese Tommy Prim per 11" e Francesco Moser per 39". Il giorno dopo il Giro ripartirà alla volta di Roma (dove vincerà lo svizzero Urs Freuler). Nel 1995 il Giro parte con la Perugia-Terni vinta da Mario Cipollini ma la seconda tappa, la Foligno-Assisi (19 km a cronometro, proprio come nel 1982) vedono trionfare ed indossare la maglia rosa Tony Rominger. L'elvetico della Mapei non mollerà più le insegne del primato ed avrà la meglio sulla coppia russa della Gewiss formata da Berzin (vincitore dell'edizione precedente) ed Ugrumov, in un Giro che verrà ricordato come uno dei più noiosi della storia recente.

Civitavecchia

È il secondo scalo marittimo per numero di passeggeri in transito e si trova fra il fiume Mignone ed il Marangone. Civitavecchia ha origini etrusche ma fino ai primi secoli d.C. resta semplicemente un villaggio. Solo sotto Traiano, che ne fece la sua villa personale, Civitavecchia diventò una vera e propria città. Centus Cellae passò di mano dai Goti ai Bizantini con le invasioni barbariche fin poi ad essere parte dello Stato Pontificio. Prima dell'anno Mille viene saccheggiata ripetutamente dai Saraceni e per un periodo successivo la popolazione vuole stabilirsi sulla collina di Leopoli (la leggenda narra che solo l'apparizione del marinaio Leandro scongiurò l'abbandono del porto). Da visitare la Cattedrale, Piazza Leandra, la Chiesa della Morte, il porto, Forte Michelangelo, il muraglione di Urbano VIII e la Rocca. Merita una tappa anche il Museo Nazionale Archeologico, che custodisce una serie di reperti archeologici provenienti dall'antica Centumcellae.

Assisi

Sarà questo solo il quarto incontro tra Assisi e la corsa rosa. Il primo fu nel 1978, con un Giro che, partito da Saint Vincent, arrivò qui nell'11a tappa. Bruno Zanoni s'impose su Roberto Visentini e Ottavio Crepaldi mentre la maglia rosa era sulle spalle del belga Johan De Muynck (la porterà sino a Milano precedendo Gianbattista Baronchelli e Francesco Moser). Quattro anni più tardi Assisi ospita nuovamente partenza ed arrivo del Giro. Nel 1982 Bernard Hinault si aggiudicò la corsa ed anche la frazione a cronometro che da Perugia portava ad Assisi in 37 km. Era solo la 3a tappa ed Hinault precedette lo svedese Tommy Prim per 11" e Francesco Moser per 39". Il giorno dopo il Giro ripartirà alla volta di Roma (dove vincerà lo svizzero Urs Freuler). Nel 1995 il Giro parte con la Perugia-Terni vinta da Mario Cipollini ma la seconda tappa, la Foligno-Assisi (19 km a cronometro, proprio come nel 1982) vedono trionfare ed indossare la maglia rosa Tony Rominger. L'elvetico della Mapei non mollerà più le insegne del primato ed avrà la meglio sulla coppia russa della Gewiss formata da Berzin (vincitore dell'edizione precedente) ed Ugrumov, in un Giro che verrà ricordato come uno dei più noiosi della storia recente.

Meteo

12.35 - Civitavecchia
15.05 - Amelia
17.20 - Assisi

Soggetti Alternativi

Si schiera per la prima volta al via del Giro dopo aver debuttato in una grande corsa a tappe alla Vuelta 2011. Assieme a Taaramae è stato il miglior prodotto del ciclismo estone delle ultime stagioni ma qualche problema fisico gli ha un po' tarpato le ali finora. È fondamentalmente un passista, in grado però di difendersi bene anche in salita se assistito da una buona condizione, capace di piazzarsi decimo da stagista alla Coppa Placci nel 2007. Poi qualche piazzamento in brevi gare a tappe soprattutto in Francia, il ritorno nei dilettanti per una stagione prima dell'approdo in Astana e due titoli nazionali contro il tempo. In quest'edizione della corsa rosa sarà una valida pedina per Roman Kreuziger sia in pianura che in salita, se ne avrà occasione potremo vederlo anche in fuga. E se è vero che spesso la verità sta nel mezzo, in questo caso sTanel...Kangert !

Vivian Ghianni

Si schiera per la prima volta al via del Giro dopo aver debuttato in una grande corsa a tappe alla Vuelta 2011. Assieme a Taaramae è stato il miglior prodotto del ciclismo estone delle ultime stagioni ma qualche problema fisico gli ha un po' tarpato le ali finora. È fondamentalmente un passista, in grado però di difendersi bene anche in salita se assistito da una buona condizione, capace di piazzarsi decimo da stagista alla Coppa Placci nel 2007. Poi qualche piazzamento in brevi gare a tappe soprattutto in Francia, il ritorno nei dilettanti per una stagione prima dell'approdo in Astana e due titoli nazionali contro il tempo. In quest'edizione della corsa rosa sarà una valida pedina per Roman Kreuziger sia in pianura che in salita, se ne avrà occasione potremo vederlo anche in fuga. E se è vero che spesso la verità sta nel mezzo, in questo caso sTanel...Kangert !

Si schiera per la prima volta al via del Giro dopo aver debuttato in una grande corsa a tappe alla Vuelta 2011. Assieme a Taaramae è stato il miglior prodotto del ciclismo estone delle ultime stagioni ma qualche problema fisico gli ha un po' tarpato le ali finora. È fondamentalmente un passista, in grado però di difendersi bene anche in salita se assistito da una buona condizione, capace di piazzarsi decimo da stagista alla Coppa Placci nel 2007. Poi qualche piazzamento in brevi gare a tappe soprattutto in Francia, il ritorno nei dilettanti per una stagione prima dell'approdo in Astana e due titoli nazionali contro il tempo. In quest'edizione della corsa rosa sarà una valida pedina per Roman Kreuziger sia in pianura che in salita, se ne avrà occasione potremo vederlo anche in fuga. E se è vero che spesso la verità sta nel mezzo, in questo caso sTanel...Kangert !

Si schiera per la prima volta al via del Giro dopo aver debuttato in una grande corsa a tappe alla Vuelta 2011. Assieme a Taaramae è stato il miglior prodotto del ciclismo estone delle ultime stagioni ma qualche problema fisico gli ha un po' tarpato le ali finora. È fondamentalmente un passista, in grado però di difendersi bene anche in salita se assistito da una buona condizione, capace di piazzarsi decimo da stagista alla Coppa Placci nel 2007. Poi qualche piazzamento in brevi gare a tappe soprattutto in Francia, il ritorno nei dilettanti per una stagione prima dell'approdo in Astana e due titoli nazionali contro il tempo. In quest'edizione della corsa rosa sarà una valida pedina per Roman Kreuziger sia in pianura che in salita, se ne avrà occasione potremo vederlo anche in fuga. E se è vero che spesso la verità sta nel mezzo, in questo caso sTanel...Kangert !

Si schiera per la prima volta al via del Giro dopo aver debuttato in una grande corsa a tappe alla Vuelta 2011. Assieme a Taaramae è stato il miglior prodotto del ciclismo estone delle ultime stagioni ma qualche problema fisico gli ha un po' tarpato le ali finora. È fondamentalmente un passista, in grado però di difendersi bene anche in salita se assistito da una buona condizione, capace di piazzarsi decimo da stagista alla Coppa Placci nel 2007. Poi qualche piazzamento in brevi gare a tappe soprattutto in Francia, il ritorno nei dilettanti per una stagione prima dell'approdo in Astana e due titoli nazionali contro il tempo. In quest'edizione della corsa rosa sarà una valida pedina per Roman Kreuziger sia in pianura che in salita, se ne avrà occasione potremo vederlo anche in fuga. E se è vero che spesso la verità sta nel mezzo, in questo caso sTanel...Kangert !

Si schiera per la prima volta al via del Giro dopo aver debuttato in una grande corsa a tappe alla Vuelta 2011. Assieme a Taaramae è stato il miglior prodotto del ciclismo estone delle ultime stagioni ma qualche problema fisico gli ha un po' tarpato le ali finora. È fondamentalmente un passista, in grado però di difendersi bene anche in salita se assistito da una buona condizione, capace di piazzarsi decimo da stagista alla Coppa Placci nel 2007. Poi qualche piazzamento in brevi gare a tappe soprattutto in Francia, il ritorno nei dilettanti per una stagione prima dell'approdo in Astana e due titoli nazionali contro il tempo. In quest'edizione della corsa rosa sarà una valida pedina per Roman Kreuziger sia in pianura che in salita, se ne avrà occasione potremo vederlo anche in fuga. E se è vero che spesso la verità sta nel mezzo, in questo caso sTanel...Kangert !

GiroTweet

 

@MarkCavendish: Ho appena visto un video del finale di oggi del @giroditalia ad Assini. Wow, penso che possa essere uno dei luoghi più belli d'Italia!

@ivanbasso: Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile. L'ha detto San Francesco

@stefandenifl: Svegliato con una strana sensazione, come se qualcosa mi avesse colpito. Ho guardato il mio compagno di stanza e lui ha detto "mi dispiace". Io: "cosa?" E lui ha detto che ha perso l'equilibro dopo la sua visita al bagno ed è atterrato su di me!

@mattgoss1986: Bene, il giorno dopo non è così male! Mi aspettavo molto peggio. Oggi tranquillo in gruppo e domani ci si prova di nuovo

@DarioCataldo: Noi a cena e lo staff della @opqscyclingteam ancora sta lavorando... il #giro non finisce mai!! 

@Mark_Renshaw: Un po' di sfortuna oggi, chiuso all'esterno dai ragazzi che si sono dimenticati dell'ultima curva. Contento di essere rimasto in piedi ma sarei dovuto essere all'interno

La maglia rosa virtuale

Uran, Henao, Schleck, Rujano, Hesjedal e Cunego sulla rampa in pavé verso AssisiDopo lo splendido dominio di Michele Scarponi a Lago Laceno arriva anche la seconda vittoria italiana nel Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie a PcCiclismo.net) e ancora una volta il merito è di un corridore della Lampre: dopo Scarponi, infatti, ad esultare è Damiano Cunego, primo sul fantastico traguardo di Assisi grazie ad una condotta tattica molto intelligente.

Per l'ennesima giornata sono in tanti a provare ad andare in fuga fin dall'inizio ma nessun tentativo è riuscito a restare in viva per più di cinque chilometri: s'è dovuto aspettare il km 70 per vedere uscire da gruppo un drappello di 10 corridori con Tiralongo, Mazzanti, Salerno e De Negri tra gli italiani. Anche dopo averli lasciati andare, però, il gruppo maglia rosa non s'è mai rilassato più tanto ed il distacco non ha mai superato i 3'22". A circa 50 km dall'arrivo dalla fuga si sono sganciati Tiralongo, Salerno, Zeits, Bak e Samoilau ma la loro bella avventura è terminata a 11 km dall'arrivo.

A quel punto sono entrati in scena i big visto che i due strappi nel finale erano veramente impegnativi. Il primo a muoversi è stato lo spagnolo Joaquím Rodriguez ma poi sono riusciti ad avvantaggiarsi in contropiede Uran, Henao, Schleck, Rujano, Schleck e la maglia rosa Hesjedal: tra la salita ed il breve tratto di discesa i più generosi sono stati i due colombiani della Sky ma all'ultimo chilometro sono riusciti a riportarsi in scia anche tutti gli inseguitori, almeno una quarantina di corridori. Cunego è stato bravissimo a marcare i rivali nel primo scatto e poi a rimanere nelle prime posizioni una volta che il gruppo dei migliori era tornato compatto: essendo poi il più veloce negli ultimi 200 metri non c'è stata storia ed è andato a vincere.

Alle spalle di Cunego s'è piazzato Hesjedal mentre al terzo posto è arrivato il belga De Gendt con tutti i grandi favoriti per la vittoria finale che sono arrivati con lo stesso tempo. Grazie a questo secondo posto ed i relativi 12" di abbuono, Ryder Hesjedal ha incrementato il suo vantaggio in classifica generale che ora è di 19" su Henao e di 20" su Scarponi.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Staccarsi quasi irrimediabilmente all'inizio della tappa, perdere minuti su minuti al cospetto di un gruppo che non palesa alcuna intenzione di aspettarti, ma poi riprendersi, recuperare prima il fiato e poi il terreno, abbattere il distacco, e nella seconda parte della tappa, dopo aver ripreso il plotone, avvantaggiarsi addirittura, fino ad andare a giocarsi la vittoria: se non c'è un che di straordinario in questo, allora in cosa? Straordinaria è l'impresa di Brian Bulgac e di Martijn Keizer, due olandesi che hanno onorato alla grande la tappa di Frosinone dopo aver rischiato di arrivare ultimi e staccatissimi. Mai porre limiti alla caparbia di un olandese! Arrivati quasi a braccetto i due, si è dovuto aspettare 1'40" per avere il terzo di giornata, Alessandro De Marchi, primo di un gruppetto in cui ha preceduto Cazaux e Hunt; è stato invece cronometrato a 8' il passaggio dell'ultimo di giornata, Francisco Ventoso. Diversi rivolgimenti in classifica, con Theo Bos che conserva la leadership ma che vede crescere l'insidia Jeremy Hunt: il britannico, in avvicinamento, ora insegue a 5'41". Andrea Guardini perde una posizione, è terzo a 7'10" ma il fatto che stia lottando da pari a pari con certi esperti della Classifica al contrario, ci regala un'ulteriore conferma delle sue capacita. Dovrà dar fondo a tutto se stesso, il veneto, nei prossimi giorni, anche per respingere le orde che lo attaccano da dietro: Mínguez è quarto a 8'16", Phinney è quinto a 8'49" (quasi un minuto recuperato su Bos da parte di Taylor! Il distacco della maglia rosa Hesjedal ammonta ora a 1h42'40", e oggi, ad Assisi, prepariamoci a vivere un'altra giornata ricca di colpi di scena e di capovolgimenti di fronte. Visto il muro d'arrivo, se ci è consentito un pronostico, diremmo semplicemente: «Oggi non vorremmo essere nei panni di Purito!».

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Uran, Henao, Schleck, Rujano, Hesjedal e Cunego sulla rampa in pavé verso AssisiDopo lo splendido dominio di Michele Scarponi a Lago Laceno arriva anche la seconda vittoria italiana nel Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie a PcCiclismo.net) e ancora una volta il merito è di un corridore della Lampre: dopo Scarponi, infatti, ad esultare è Damiano Cunego, primo sul fantastico traguardo di Assisi grazie ad una condotta tattica molto intelligente.

Per l'ennesima giornata sono in tanti a provare ad andare in fuga fin dall'inizio ma nessun tentativo è riuscito a restare in viva per più di cinque chilometri: s'è dovuto aspettare il km 70 per vedere uscire da gruppo un drappello di 10 corridori con Tiralongo, Mazzanti, Salerno e De Negri tra gli italiani. Anche dopo averli lasciati andare, però, il gruppo maglia rosa non s'è mai rilassato più tanto ed il distacco non ha mai superato i 3'22". A circa 50 km dall'arrivo dalla fuga si sono sganciati Tiralongo, Salerno, Zeits, Bak e Samoilau ma la loro bella avventura è terminata a 11 km dall'arrivo.

A quel punto sono entrati in scena i big visto che i due strappi nel finale erano veramente impegnativi. Il primo a muoversi è stato lo spagnolo Joaquím Rodriguez ma poi sono riusciti ad avvantaggiarsi in contropiede Uran, Henao, Schleck, Rujano, Schleck e la maglia rosa Hesjedal: tra la salita ed il breve tratto di discesa i più generosi sono stati i due colombiani della Sky ma all'ultimo chilometro sono riusciti a riportarsi in scia anche tutti gli inseguitori, almeno una quarantina di corridori. Cunego è stato bravissimo a marcare i rivali nel primo scatto e poi a rimanere nelle prime posizioni una volta che il gruppo dei migliori era tornato compatto: essendo poi il più veloce negli ultimi 200 metri non c'è stata storia ed è andato a vincere.

Alle spalle di Cunego s'è piazzato Hesjedal mentre al terzo posto è arrivato il belga De Gendt con tutti i grandi favoriti per la vittoria finale che sono arrivati con lo stesso tempo. Grazie a questo secondo posto ed i relativi 12" di abbuono, Ryder Hesjedal ha incrementato il suo vantaggio in classifica generale che ora è di 19" su Henao e di 20" su Scarponi.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Staccarsi quasi irrimediabilmente all'inizio della tappa, perdere minuti su minuti al cospetto di un gruppo che non palesa alcuna intenzione di aspettarti, ma poi riprendersi, recuperare prima il fiato e poi il terreno, abbattere il distacco, e nella seconda parte della tappa, dopo aver ripreso il plotone, avvantaggiarsi addirittura, fino ad andare a giocarsi la vittoria: se non c'è un che di straordinario in questo, allora in cosa? Straordinaria è l'impresa di Brian Bulgac e di Martijn Keizer, due olandesi che hanno onorato alla grande la tappa di Frosinone dopo aver rischiato di arrivare ultimi e staccatissimi. Mai porre limiti alla caparbia di un olandese! Arrivati quasi a braccetto i due, si è dovuto aspettare 1'40" per avere il terzo di giornata, Alessandro De Marchi, primo di un gruppetto in cui ha preceduto Cazaux e Hunt; è stato invece cronometrato a 8' il passaggio dell'ultimo di giornata, Francisco Ventoso. Diversi rivolgimenti in classifica, con Theo Bos che conserva la leadership ma che vede crescere l'insidia Jeremy Hunt: il britannico, in avvicinamento, ora insegue a 5'41". Andrea Guardini perde una posizione, è terzo a 7'10" ma il fatto che stia lottando da pari a pari con certi esperti della Classifica al contrario, ci regala un'ulteriore conferma delle sue capacita. Dovrà dar fondo a tutto se stesso, il veneto, nei prossimi giorni, anche per respingere le orde che lo attaccano da dietro: Mínguez è quarto a 8'16", Phinney è quinto a 8'49" (quasi un minuto recuperato su Bos da parte di Taylor! Il distacco della maglia rosa Hesjedal ammonta ora a 1h42'40", e oggi, ad Assisi, prepariamoci a vivere un'altra giornata ricca di colpi di scena e di capovolgimenti di fronte. Visto il muro d'arrivo, se ci è consentito un pronostico, diremmo semplicemente: «Oggi non vorremmo essere nei panni di Purito!».

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 10a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 10a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 10a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 10a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 10a tappa

La maglia rosa virtuale

Uran, Henao, Schleck, Rujano, Hesjedal e Cunego sulla rampa in pavé verso AssisiDopo lo splendido dominio di Michele Scarponi a Lago Laceno arriva anche la seconda vittoria italiana nel Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie a PcCiclismo.net) e ancora una volta il merito è di un corridore della Lampre: dopo Scarponi, infatti, ad esultare è Damiano Cunego, primo sul fantastico traguardo di Assisi grazie ad una condotta tattica molto intelligente.

Per l'ennesima giornata sono in tanti a provare ad andare in fuga fin dall'inizio ma nessun tentativo è riuscito a restare in viva per più di cinque chilometri: s'è dovuto aspettare il km 70 per vedere uscire da gruppo un drappello di 10 corridori con Tiralongo, Mazzanti, Salerno e De Negri tra gli italiani. Anche dopo averli lasciati andare, però, il gruppo maglia rosa non s'è mai rilassato più tanto ed il distacco non ha mai superato i 3'22". A circa 50 km dall'arrivo dalla fuga si sono sganciati Tiralongo, Salerno, Zeits, Bak e Samoilau ma la loro bella avventura è terminata a 11 km dall'arrivo.

A quel punto sono entrati in scena i big visto che i due strappi nel finale erano veramente impegnativi. Il primo a muoversi è stato lo spagnolo Joaquím Rodriguez ma poi sono riusciti ad avvantaggiarsi in contropiede Uran, Henao, Schleck, Rujano, Schleck e la maglia rosa Hesjedal: tra la salita ed il breve tratto di discesa i più generosi sono stati i due colombiani della Sky ma all'ultimo chilometro sono riusciti a riportarsi in scia anche tutti gli inseguitori, almeno una quarantina di corridori. Cunego è stato bravissimo a marcare i rivali nel primo scatto e poi a rimanere nelle prime posizioni una volta che il gruppo dei migliori era tornato compatto: essendo poi il più veloce negli ultimi 200 metri non c'è stata storia ed è andato a vincere.

Alle spalle di Cunego s'è piazzato Hesjedal mentre al terzo posto è arrivato il belga De Gendt con tutti i grandi favoriti per la vittoria finale che sono arrivati con lo stesso tempo. Grazie a questo secondo posto ed i relativi 12" di abbuono, Ryder Hesjedal ha incrementato il suo vantaggio in classifica generale che ora è di 19" su Henao e di 20" su Scarponi.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Staccarsi quasi irrimediabilmente all'inizio della tappa, perdere minuti su minuti al cospetto di un gruppo che non palesa alcuna intenzione di aspettarti, ma poi riprendersi, recuperare prima il fiato e poi il terreno, abbattere il distacco, e nella seconda parte della tappa, dopo aver ripreso il plotone, avvantaggiarsi addirittura, fino ad andare a giocarsi la vittoria: se non c'è un che di straordinario in questo, allora in cosa? Straordinaria è l'impresa di Brian Bulgac e di Martijn Keizer, due olandesi che hanno onorato alla grande la tappa di Frosinone dopo aver rischiato di arrivare ultimi e staccatissimi. Mai porre limiti alla caparbia di un olandese! Arrivati quasi a braccetto i due, si è dovuto aspettare 1'40" per avere il terzo di giornata, Alessandro De Marchi, primo di un gruppetto in cui ha preceduto Cazaux e Hunt; è stato invece cronometrato a 8' il passaggio dell'ultimo di giornata, Francisco Ventoso. Diversi rivolgimenti in classifica, con Theo Bos che conserva la leadership ma che vede crescere l'insidia Jeremy Hunt: il britannico, in avvicinamento, ora insegue a 5'41". Andrea Guardini perde una posizione, è terzo a 7'10" ma il fatto che stia lottando da pari a pari con certi esperti della Classifica al contrario, ci regala un'ulteriore conferma delle sue capacita. Dovrà dar fondo a tutto se stesso, il veneto, nei prossimi giorni, anche per respingere le orde che lo attaccano da dietro: Mínguez è quarto a 8'16", Phinney è quinto a 8'49" (quasi un minuto recuperato su Bos da parte di Taylor! Il distacco della maglia rosa Hesjedal ammonta ora a 1h42'40", e oggi, ad Assisi, prepariamoci a vivere un'altra giornata ricca di colpi di scena e di capovolgimenti di fronte. Visto il muro d'arrivo, se ci è consentito un pronostico, diremmo semplicemente: «Oggi non vorremmo essere nei panni di Purito!».

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Uran, Henao, Schleck, Rujano, Hesjedal e Cunego sulla rampa in pavé verso AssisiDopo lo splendido dominio di Michele Scarponi a Lago Laceno arriva anche la seconda vittoria italiana nel Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie a PcCiclismo.net) e ancora una volta il merito è di un corridore della Lampre: dopo Scarponi, infatti, ad esultare è Damiano Cunego, primo sul fantastico traguardo di Assisi grazie ad una condotta tattica molto intelligente.

Per l'ennesima giornata sono in tanti a provare ad andare in fuga fin dall'inizio ma nessun tentativo è riuscito a restare in viva per più di cinque chilometri: s'è dovuto aspettare il km 70 per vedere uscire da gruppo un drappello di 10 corridori con Tiralongo, Mazzanti, Salerno e De Negri tra gli italiani. Anche dopo averli lasciati andare, però, il gruppo maglia rosa non s'è mai rilassato più tanto ed il distacco non ha mai superato i 3'22". A circa 50 km dall'arrivo dalla fuga si sono sganciati Tiralongo, Salerno, Zeits, Bak e Samoilau ma la loro bella avventura è terminata a 11 km dall'arrivo.

A quel punto sono entrati in scena i big visto che i due strappi nel finale erano veramente impegnativi. Il primo a muoversi è stato lo spagnolo Joaquím Rodriguez ma poi sono riusciti ad avvantaggiarsi in contropiede Uran, Henao, Schleck, Rujano, Schleck e la maglia rosa Hesjedal: tra la salita ed il breve tratto di discesa i più generosi sono stati i due colombiani della Sky ma all'ultimo chilometro sono riusciti a riportarsi in scia anche tutti gli inseguitori, almeno una quarantina di corridori. Cunego è stato bravissimo a marcare i rivali nel primo scatto e poi a rimanere nelle prime posizioni una volta che il gruppo dei migliori era tornato compatto: essendo poi il più veloce negli ultimi 200 metri non c'è stata storia ed è andato a vincere.

Alle spalle di Cunego s'è piazzato Hesjedal mentre al terzo posto è arrivato il belga De Gendt con tutti i grandi favoriti per la vittoria finale che sono arrivati con lo stesso tempo. Grazie a questo secondo posto ed i relativi 12" di abbuono, Ryder Hesjedal ha incrementato il suo vantaggio in classifica generale che ora è di 19" su Henao e di 20" su Scarponi.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Staccarsi quasi irrimediabilmente all'inizio della tappa, perdere minuti su minuti al cospetto di un gruppo che non palesa alcuna intenzione di aspettarti, ma poi riprendersi, recuperare prima il fiato e poi il terreno, abbattere il distacco, e nella seconda parte della tappa, dopo aver ripreso il plotone, avvantaggiarsi addirittura, fino ad andare a giocarsi la vittoria: se non c'è un che di straordinario in questo, allora in cosa? Straordinaria è l'impresa di Brian Bulgac e di Martijn Keizer, due olandesi che hanno onorato alla grande la tappa di Frosinone dopo aver rischiato di arrivare ultimi e staccatissimi. Mai porre limiti alla caparbia di un olandese! Arrivati quasi a braccetto i due, si è dovuto aspettare 1'40" per avere il terzo di giornata, Alessandro De Marchi, primo di un gruppetto in cui ha preceduto Cazaux e Hunt; è stato invece cronometrato a 8' il passaggio dell'ultimo di giornata, Francisco Ventoso. Diversi rivolgimenti in classifica, con Theo Bos che conserva la leadership ma che vede crescere l'insidia Jeremy Hunt: il britannico, in avvicinamento, ora insegue a 5'41". Andrea Guardini perde una posizione, è terzo a 7'10" ma il fatto che stia lottando da pari a pari con certi esperti della Classifica al contrario, ci regala un'ulteriore conferma delle sue capacita. Dovrà dar fondo a tutto se stesso, il veneto, nei prossimi giorni, anche per respingere le orde che lo attaccano da dietro: Mínguez è quarto a 8'16", Phinney è quinto a 8'49" (quasi un minuto recuperato su Bos da parte di Taylor! Il distacco della maglia rosa Hesjedal ammonta ora a 1h42'40", e oggi, ad Assisi, prepariamoci a vivere un'altra giornata ricca di colpi di scena e di capovolgimenti di fronte. Visto il muro d'arrivo, se ci è consentito un pronostico, diremmo semplicemente: «Oggi non vorremmo essere nei panni di Purito!».

Marco Grassi

La classifica al contrario

Staccarsi quasi irrimediabilmente all'inizio della tappa, perdere minuti su minuti al cospetto di un gruppo che non palesa alcuna intenzione di aspettarti, ma poi riprendersi, recuperare prima il fiato e poi il terreno, abbattere il distacco, e nella seconda parte della tappa, dopo aver ripreso il plotone, avvantaggiarsi addirittura, fino ad andare a giocarsi la vittoria: se non c'è un che di straordinario in questo, allora in cosa? Straordinaria è l'impresa di Brian Bulgac e di Martijn Keizer, due olandesi che hanno onorato alla grande la tappa di Frosinone dopo aver rischiato di arrivare ultimi e staccatissimi. Mai porre limiti alla caparbia di un olandese! Arrivati quasi a braccetto i due, si è dovuto aspettare 1'40" per avere il terzo di giornata, Alessandro De Marchi, primo di un gruppetto in cui ha preceduto Cazaux e Hunt; è stato invece cronometrato a 8' il passaggio dell'ultimo di giornata, Francisco Ventoso. Diversi rivolgimenti in classifica, con Theo Bos che conserva la leadership ma che vede crescere l'insidia Jeremy Hunt: il britannico, in avvicinamento, ora insegue a 5'41". Andrea Guardini perde una posizione, è terzo a 7'10" ma il fatto che stia lottando da pari a pari con certi esperti della Classifica al contrario, ci regala un'ulteriore conferma delle sue capacita. Dovrà dar fondo a tutto se stesso, il veneto, nei prossimi giorni, anche per respingere le orde che lo attaccano da dietro: Mínguez è quarto a 8'16", Phinney è quinto a 8'49" (quasi un minuto recuperato su Bos da parte di Taylor! Il distacco della maglia rosa Hesjedal ammonta ora a 1h42'40", e oggi, ad Assisi, prepariamoci a vivere un'altra giornata ricca di colpi di scena e di capovolgimenti di fronte. Visto il muro d'arrivo, se ci è consentito un pronostico, diremmo semplicemente: «Oggi non vorremmo essere nei panni di Purito!».

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Uran, Henao, Schleck, Rujano, Hesjedal e Cunego sulla rampa in pavé verso AssisiDopo lo splendido dominio di Michele Scarponi a Lago Laceno arriva anche la seconda vittoria italiana nel Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie a PcCiclismo.net) e ancora una volta il merito è di un corridore della Lampre: dopo Scarponi, infatti, ad esultare è Damiano Cunego, primo sul fantastico traguardo di Assisi grazie ad una condotta tattica molto intelligente.

Per l'ennesima giornata sono in tanti a provare ad andare in fuga fin dall'inizio ma nessun tentativo è riuscito a restare in viva per più di cinque chilometri: s'è dovuto aspettare il km 70 per vedere uscire da gruppo un drappello di 10 corridori con Tiralongo, Mazzanti, Salerno e De Negri tra gli italiani. Anche dopo averli lasciati andare, però, il gruppo maglia rosa non s'è mai rilassato più tanto ed il distacco non ha mai superato i 3'22". A circa 50 km dall'arrivo dalla fuga si sono sganciati Tiralongo, Salerno, Zeits, Bak e Samoilau ma la loro bella avventura è terminata a 11 km dall'arrivo.

A quel punto sono entrati in scena i big visto che i due strappi nel finale erano veramente impegnativi. Il primo a muoversi è stato lo spagnolo Joaquím Rodriguez ma poi sono riusciti ad avvantaggiarsi in contropiede Uran, Henao, Schleck, Rujano, Schleck e la maglia rosa Hesjedal: tra la salita ed il breve tratto di discesa i più generosi sono stati i due colombiani della Sky ma all'ultimo chilometro sono riusciti a riportarsi in scia anche tutti gli inseguitori, almeno una quarantina di corridori. Cunego è stato bravissimo a marcare i rivali nel primo scatto e poi a rimanere nelle prime posizioni una volta che il gruppo dei migliori era tornato compatto: essendo poi il più veloce negli ultimi 200 metri non c'è stata storia ed è andato a vincere.

Alle spalle di Cunego s'è piazzato Hesjedal mentre al terzo posto è arrivato il belga De Gendt con tutti i grandi favoriti per la vittoria finale che sono arrivati con lo stesso tempo. Grazie a questo secondo posto ed i relativi 12" di abbuono, Ryder Hesjedal ha incrementato il suo vantaggio in classifica generale che ora è di 19" su Henao e di 20" su Scarponi.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Staccarsi quasi irrimediabilmente all'inizio della tappa, perdere minuti su minuti al cospetto di un gruppo che non palesa alcuna intenzione di aspettarti, ma poi riprendersi, recuperare prima il fiato e poi il terreno, abbattere il distacco, e nella seconda parte della tappa, dopo aver ripreso il plotone, avvantaggiarsi addirittura, fino ad andare a giocarsi la vittoria: se non c'è un che di straordinario in questo, allora in cosa? Straordinaria è l'impresa di Brian Bulgac e di Martijn Keizer, due olandesi che hanno onorato alla grande la tappa di Frosinone dopo aver rischiato di arrivare ultimi e staccatissimi. Mai porre limiti alla caparbia di un olandese! Arrivati quasi a braccetto i due, si è dovuto aspettare 1'40" per avere il terzo di giornata, Alessandro De Marchi, primo di un gruppetto in cui ha preceduto Cazaux e Hunt; è stato invece cronometrato a 8' il passaggio dell'ultimo di giornata, Francisco Ventoso. Diversi rivolgimenti in classifica, con Theo Bos che conserva la leadership ma che vede crescere l'insidia Jeremy Hunt: il britannico, in avvicinamento, ora insegue a 5'41". Andrea Guardini perde una posizione, è terzo a 7'10" ma il fatto che stia lottando da pari a pari con certi esperti della Classifica al contrario, ci regala un'ulteriore conferma delle sue capacita. Dovrà dar fondo a tutto se stesso, il veneto, nei prossimi giorni, anche per respingere le orde che lo attaccano da dietro: Mínguez è quarto a 8'16", Phinney è quinto a 8'49" (quasi un minuto recuperato su Bos da parte di Taylor! Il distacco della maglia rosa Hesjedal ammonta ora a 1h42'40", e oggi, ad Assisi, prepariamoci a vivere un'altra giornata ricca di colpi di scena e di capovolgimenti di fronte. Visto il muro d'arrivo, se ci è consentito un pronostico, diremmo semplicemente: «Oggi non vorremmo essere nei panni di Purito!».

Marco Grassi

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