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Amstel Gold Race 2016: Kwiatkowski naufraga, Matthews deludente - Le pagelle: Wellens merita, Vakoc in ombra. Bonifazio e Battaglin si guadagnano la pagnotta | Cicloweb

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Amstel Gold Race 2016: Kwiatkowski naufraga, Matthews deludente - Le pagelle: Wellens merita, Vakoc in ombra. Bonifazio e Battaglin si guadagnano la pagnotta

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Controprestazione di Michal Kwiatkowski all'Amstel Gold Race 2016 © Bettiniphoto

Enrico Gasparotto - 10
Qualcuno dirà che è un corridore da un colpo all'anno, e in tal caso lo dovremmo correggere, perché semmai siamo a uno ogni 4, visto che l'ultima sua vittoria risale al 2012, e proprio all'Amstel Gold Race. Però che spettacolo quando trova queste giornate di semi-onnipotenza, nelle quali riesce a controllare tutto e tutti e a preservare sufficiente energia per dare la sua stoccata. Non ha vinto tanto in carriera, Gasparotto, alcuni lo ricordano più per una bestemmia che Di Luca gli dedicò sotto il sole di Sardegna tanti anni fa, ma il suo palmarès dirà molte più cose. Dice ad esempio che il 34enne di Casarsa della Delizia resta uno di quei due italiani (l'altro è Nibali, risultati alla mano) che queste corse può vincerle. Teniamolo a mente.

 

Michael Valgren - 8
Fin qui è stato parecchio discontinuo, da pro': si illustrò al mondo con una bellissima prestazione al Mondiale di Ponferrada nel 2014, poi ha fatto esperienza nel World Tour e la sua prova di oggi dichiara che il ragazzo è pronto a recitare una parte da protagonista. Bravo a tenere Gasparotto (l'unico), più obbligato che coraggioso nel collaborare con l'italiano: fossero stati ripresi, il primo podio in una classica se lo sarebbe sognato. Ha corso per il secondo posto (in volata si voltava più preoccupato del rientro del gruppo che di essere sverniciato da Gaspa), ma a 24 anni gli è ancora concesso.

 

Sonny Colbrelli - 8
Non è facile per un "Professional" dalle limitate esperienze in queste classiche raggiungere risultati enormi. Il suo podio di oggi è la testimonianza del suo valore, il pugno sbattuto sul manubrio dice che lui non è più disposto ad accontentarsi, in pratica l'Amstel voleva proprio vincerla, e non era il delirio di un visionario, ma un obiettivo reale e tangibile, come dimostra appunto lo sprint dei battuti.

 

Michal Kwiatkowski - 4
Che fine ha fatto il vincitore della scorsa edizione della corsa della birra? Boh! Staccato ingloriosamente sul penultimo Cauberg, non ha neanche portato a termine la corsa. Bel risultato per una Sky che ha passato la giornata a tirare il gruppo.

 

Michael Matthews - 5
Non per essere troppo severi, ma gravita da troppo tempo intorno al risultato grosso, ma poi per un motivo o per l'altro non riesce mai a centrarlo. Il quinto posto di oggi è un netto passo indietro rispetto alla scorsa edizione, e anche lui come Kwiatkowski non finalizza come dovrebbe il lavoro della sua squadra. E tutto sommato non regge neanche l'ipotesi che abbia sprintato senza troppa voglia, in fondo un terzo posto avrebbe eguagliato il suo miglior risultato nella corsa.

 

Tim Wellens - 7
L'unico a provarci seriamente prima dell'ultimo Cauberg, bisogna dargli atto di aver fortemente cercato di sparigliare le carte con l'attacco sul Bemelerberg. Poi però non ha trovato lo spazio che gli avrebbe permesso di volare alto, ma è stato comunque molto intelligente nel salvare la gamba sul Cauberg, portando infine a casa il risultato minimo della top ten.

 

Bryan Coquard - 6.5
Ha evidentemente patito più di Colbrelli gli ultimi muri, altrimenti uno velocissimo come lui non si sarebbe fatto soffiare il podio dall'italiano. Mastica amaro ma continua un percorso di crescita che può portarlo ancora molto lontano.

 

Matteo Bono - 7.5
Per la voglia di andare all'attacco, per la capacità di entrare in fughe molto significative, per il fatto di non mollare mai fino alla fine. Un voto positivo che condivide con Giacomo Berlato e Matteo Montaguti e con gli altri fuggitivi della prima ora.

 

Giovanni Visconti - 8
Ha speso tanto per rientrare sul gruppo dopo essere rimasto inopinatamente attardato da una caduta prima del Keutenberg. Capirai, mancavano 30 km alla fine e il plotone filava velocissimo, quindi ricucire non era la più semplice delle cose. Grande rammarico al pensare a quel che avrebbe potuto combinare nel finale senza quell'incidente di percorso, nonostante il quale ha chiuso comunque in top ten: magari avrebbe avuto le forze per stare con Gasparotto e Valgren. Sarà per la prossima volta, in fondo Valverde (per l'età che ha) teoricamente dovrebbe lasciare sempre più spazi liberi in Movistar.

 

Philippe Gilbert - 6
L'attenuante di avere un dito rotto non è uno scherzetto. Si è staccato insieme a Visconti prima del Keutenberg, e poi a differenza dell'italiano non è più riuscito a risalire. La sua corsa è praticamente finita lì, malinconicamente. Non ci pensi e si rimetta meglio che può in vista della Liegi.

 

Niccolò Bonifazio - 6.5
Chi ci prova va sempre premiato. Lui, consapevole di non avere probabilmente la forza per stare coi migliori nel finale, ha tentato un anticipo con altre seconde punte a 66 km dal traguardo. Poi l'azione è naufragata, ma l'esperienza tornerà utile più avanti.

 

Petr Vakoc - 5.5
Dopo aver impressionato alla Freccia del Brabante, oggi non ha avuto la medesima brillantezza: ci si aspettava che potesse fare una sparata sul Cauberg, ma l'ha solo accennata, prima di rinculare e rassegnarsi a un piazzamento di rincalzo dopo aver tentato (invano) di dare un estremo aiuto al compagno Alaphilippe.

 

Diego Ulissi - 6.5
Piccoli incoraggianti segnali di una crescita visibile nelle corse più dure. È stato brillante praticamente su tutti i muri, e al momento il quid che gli manca per essere all'altezza dei migliori delle classiche è molto più ridotto che in passato. È ancora presto per dirlo, ma forse forse il grande futuro che aveva alle spalle può ancora essere riacciuffato per i capelli.

 

Enrico Battaglin - 6
Si è fatto vedere andando dietro a Bob Jungels al penultimo passaggio sul Cauberg, è rimasto in vantaggio sul gruppo per 4 chilometri, poi è stato fagocitato dagli eventi. Un piccolo punticino per lui, ma deve crescere ancora tanto.

 

Julian Alaphilippe - 6.5
Non è facile recuperare una condizione accettabile dopo una mononucleosi, ma lui sta faticosamente tornando ai livelli che ci si attende da un corridore del suo talento. Sesto al traguardo, e con tante belle pagine ancora da scrivere.

 

Loïc Vliegen - 6.5
Chiamato a tamponare nel finale la falla aperta dalla defezione del capitano Gilbert, si è disimpegnato egregiamente, conquistando la top ten. Considerando che ha appena 22 anni, si può essere più che soddisfatti del suo operato.

Marco Grassi

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