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Tour of Qatar 2016: Bagarre supersonica, Cavendish mette il punto - Grande spettacolo nel vento del deserto, attaccano tutti i migliori e Mark batte Modolo e Guardini

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Mark Cavendish batte Sacha Modolo e Andrea Guardini ad Al Khor Corniche © Bettiniphoto

Per essere una corsa che si disputa la seconda settimana di febbraio, il Tour of Qatar è davvero tanta roba. Le sue altimetrie, di rara insignificanza (tanto che gli organizzatori non si sprecano neanche a pubblicarle, visto che sono dei piattoni tutti uguali), traggono in inganno, perché non è nel profilo orografico la forza di questa gara. Tale forza risiede invece nel fatto che si corre più che altro nel deserto, senza nulla intorno, completamente esposti ai quattro venti. E chi mastica appena un po' di ciclismo, sa che vento equivale a spettacolo.

Le raffiche che spesso spazzano il TOQ, col loro portato di sabbia negli occhi e tutto quel che ne consegue, sono latrici di selezione molto più delle salitelle che caratterizzano altre gare del periodo. E oggi, nella prima tappa dell'edizione 2016, abbiamo avuto una sublime sintesi di quel che può essere la corsa qatariota. L'ordine d'arrivo premia il velocista simbolo dell'ultimo decennio, Mark Cavendish, ma non è tanto l'esito a esaltare l'appassionato, quanto il "come" si è arrivati a un simile epilogo: ovvero, un attacco di oltre 120 km portato da 20 uomini che hanno resistito all'inseguimento del gruppo, difendendo un margine risicato e dando così già una forma molto definita alla classifica.

 

Media da capogiro, attacco fantasmagorico
Quando si parte a 52.5 km orari (prima ora) si può star certi che qualcosa di interessante succederà. Nel nostro caso poi la media - favorita dal vento spesso in poppa - sarebbe rimasta altissima fino alla fine dei 176 km della Dukhan-Al Khor Corniche: 50,583, alla faccia del bicarbonato di sodio!

Torniamo a noi. I primi frazionamenti del gruppo si son visti già dopo 30 km, con una trentina di uomini attardati; intorno al km 50 ha poi preso forma l'azione decisiva della giornata, sulla scorta di un ventaglio immediatamente monetizzato dalle squadre di alcuni dei favoriti per la generale, in particolare la Katusha di Alexander Kristoff, la BMC di Greg Van Avermaet, la Dimension Data di Edvald Boasson Hagen.

Ad avvantaggiarsi, 21 uomini che qui elenchiamo, team per team: per la Katusha (4 elementi), con Kristoff c'erano Sven Erik Bystrøm, Vyacheslav Kuznetsov e Michael Mørkøv; per la BMC (4) con Van Avermaet avevamo Michael Schär e i due italiani da pavé Manuel Quinziato e Daniel Oss; per la Dimension Data (3) avevamo, con EBH, Mark Cavendish e Tyler Farrar; quindi si contavano 3 Giant (Søren Kragh Andersen, Zico Waeytens e Tom Stamsnijder), 3 Bora (Sam Bennett, Zak Dempster e Rudiger Selig) e 4 cavalli scossi: Andrea Guardini (Astana), Sacha Modolo (Lampre), Arnaud Gérard (Fortuneo) e Chris Jones (UnitedHealthcare). Degna di nota - ma non è una novità - la buona predisposizione di Guardini e Modolo per questo genere di situazioni di gara.

 

Kristoff in prima fila per la riuscita della fuga
Il problema per il gruppo (nel quale si segnalava una caduta di Fabian Wegmann e Matej Mohoric, quest'altro costretto al ritiro con un gomito fratturato) era che poche squadre importanti erano rimaste tagliate fuori dalla fuga, e per di più i compagni di quelli che erano avanti si premuravano di rompere i cambi di chi tirava dietro (la LottoNL su tutte).

I 21 hanno guadagnato un minuto scarso di margine, e poi hanno lavorato in maniera sublime per difendere quel vantaggio: doppia fila fissa, gregari a tutta e bisogna dire che anche chi era presente a titolo personale nell'azione non si è risparmiato. Su tutti, un maestoso Kristoff suonava la carica a più riprese, coinvolgendo col proprio esempio gli altri 20. Tra di loro, giusto un intoppo per Farrar (che ha forato ai -66 ma poi è stato bravo a rientrare), ma per il resto la collaborazione è stata perfetta, interrotta solo in occasione dei due traguardi volanti incrociati strada facendo: il primo l'ha vinto Kristoff su Cavendish e Modolo, il secondo Cavendish su Kuznetsov e Van Avermaet. Secondi, quelli conquistati con gli abbuoni previsti (3"-2"-1") che son poi tornati utili ad assestare le posizioni di classifica tra i primi.

 

Cavendish, gran volata per battere gli italiani
Quando ai -20 il drappello di testa aveva ancora 1' di vantaggio, e quel margine non era mai stato significativamente eroso dagli inseguitori (e se lo era stato, era poi puntualmente tornato a salire), si è capito che la fuga sarebbe arrivata a destinazione. Gli ultimi sforzi dei gregarioni di giornata Oss, Farrar, Waeytens e Stamsnijder (poi staccatisi insieme a Jones, che non è riuscito a tenere il ritmo degli avversari) sono risultati vieppiù determinanti, e il finale si è giocato sul doppio filo della rincorsa al successo di giornata e del tentativo di incrementare il vantaggio sul gruppo.

La Katusha ha lavorato a fondo negli ultimi chilometri (soprattutto con un Mørkøv irriducibile), ma lo stesso si può dire dell'operato di Boasson Hagen in favore di Cavendish; ai 200 metri, quando Kuznetsov si è spostato lasciando spazio al suo capitano, eravamo convinti che Kristoff avrebbe potuto dare il colpo di grazia agli avversari; ma forse il norvegese aveva speso troppo in precedenza, sta di fatto che ha subìto la veemente uscita di Cavendish dalla sua ruota.

Cannonball ha subito affiancato Kristoff, e l'ha superato in tromba, mentre sulla destra un Guardini in rimonta veniva un po' stretto alle transenne da Modolo (che a sua volta era uscito dal mozzo di Cav). Il velocista della Dimension Data ha vinto abbastanza nettamente proprio sui due italiani, Sacha e Andrea nell'ordine; Kristoff, in affannosa chiusura, è stato superato pure da Bennett, mentre al sesto posto si è piazzato EBH davanti a Van Avermaet, Quinziato, Gérard e Andersen; il gruppo, regolato da Marko Kump, è arrivato a 1'43" dai primi.

 

La classifica sarà un affare tra gli attaccanti di oggi
Ora la classifica vede al comando Cavendish con 8" su Modolo, 11" su Guardini, 12" su Kristoff, 13" su Kuznetsov, 14" su Van Avermaet, 15" su Bennett, Boasson Hagen e gli altri del primo gruppo. Contando pure gli abbuoni, il plotone paga quasi 2' a Mark (1'58" per la precisione), per cui al momento pare già difficile che qualcuno di quelli non presenti nell'attacco di oggi possa tentare di ribaltare la classifica.

Di sicuro sarà difficile che ciò avvenga domani, dato che la seconda tappa (Doha-Doha, 135 km) è breve e meno esposta al vento rispetto a quella di oggi, anche se bisognerà fare attenzione alle tante insidie del circuito conclusivo, quello che verrà affrontato ai Mondiali di ottobre e che presenta una moltitudine di svolte e rotonde.

Marco Grassi

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