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Tour de Romandie 2015: La fuga perfetta è quella di Küng - Impresa del giovane elvetico. Domani tappa regina

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Prima vittoria nel World Tour per Stefan Küng al Giro di Romandia © BMC Racing Team

No, non ci sentiamo di affermare che la vittoria di Stefan Küng, ottenuta oltretutto in questo modo, giunga a sorpresa. Classe '93, lo svizzero di Wil aveva già dato ottimi segnali in questa stagione: dalla vittoria alla Volta Limburg Classic fino al secondo posto nella cronometro della Tre Giorni di La Panne, alle spalle di un certo Bradley Wiggins. Lo scorso anno Küng aveva dominato l'Europeo di Nyon, conquistando l'oro sia nella crono che nella gara in linea, mentre ai Mondiali Under 23, sempre contro il tempo, era riuscito a strappare un bel bronzo. Gli svizzeri dicono che sia il nuovo Fabian Cancellara ed Andy Rhys non poteva non ingaggiarlo nella sua BMC, il ragazzino che viene dalla pista - è un inseguitore eccellente - ha presto ricambiato la fiducia. Prima vittoria nel World Tour per lui, quando in molti la inseguono per anni, spesso invano.

 

Pioggia e freddo, subito una fuga decisa
Giornata piovosa e fredda, difficile che si arrivi in volata nei 169.8 km che da La Neuveville portano a Friburgo. Appena viene dato il liberi tutti, vanno in fuga Lieuwe Westra (Astana), Stefan Küng (BMC), Bertjan Lindeman (LottoNL-Jumbo) ed Anton Vorobyev (Katusha). A loro, dopo 13 km, si uniscono Jan Bakelants (AG2R La Mondiale) e Pavel Kochetkov (Katusha), andando a formare un bel sestetto. L'Orica, reduce a due vittorie con Albasini e dalla maglia gialla, non è interessata ad inseguire, la Sky invece prova a ricucire, ma il vantaggio s'impenna, fino a toccare 5'40" dopo 23 km. Gli uomini di Chris Froome vengono aiutati ogni tanto dalla Movistar di Nairo Quintana, ma è della squadra britannica lo sforzo maggiore. Dopo 83 km di gara Westra prova ad allungare da solo, ma tra i saliscendi di questo spicchio di Svizzera l'olandese dovrà cedere. Ripreso, verrà staccato, stessa sorte che tocca a Vorobyev. Al comando, dopo la salita di Les Paccots, rimangono così Küng, Kochetkov, Bakelants e Lindeman; il gruppo è a 4'50".

 

Tira solo la Sky, davanti Küng se ne va
Sky sempre a tirare, nemmeno si arrivasse in salita (presto i britannici cercheranno alleati, invano), davanti il vantaggio del quartetto diminuisce pian piano. A 60 km da Friburgo i fuggitivi possono gestire ancora 3'27". Sulla salita di Sorens potrebbe scoppiare un inferno, specialmente dal gruppo, ma non si muove nessuno: troppo lontani dal traguardo. La discesa, invece, causa più problemi. Dietro il gruppo si spacca, davanti Bakelants perde contatto da Lindeman, Kochetkov e Küng, con quest'ultimo che approfitta del momento di smarrimento generale ed allunga deciso. È il momento in cui, di fatto, vince la tappa.

 

Il gruppo insegue ma Küng fa l'impresa
Küng viaggia spedito, come se fosse in fuga da pochi chilometri e non da inizio frazione. Tra lui e Friburgo c'è però ancora la salita di Treyvaux, un terza categoria che con il freddo, la pioggia e la fatica nelle gambe potrebbe trasformarsi in un Mortirolo per il passista elvetico. Dal gruppo spuntano le vistose maglie della Tinkoff-Saxo, che prova a contenere il ritardo da Küng (Bakelants e Lindeman sono a 30" dal giovane). Küng supera la salita di Treyvaux con 1'50" sul gruppo, praticamente è fatta. In discesa si mette in posizione da cronometro, al traguardo mancano solamente 12 km. Ed in questo finale Küng perde qualcosa, sì, ma non certo la corsa: vittoria di prestigio per il talentuoso svizzero, che urla sotto la pioggia. Sì, la sua è proprio una piccola impresa. Alle spalle del talento BMC Jan Bakelants regola Bertjan Lindeman (rispettivamente staccati di 38" e 39"), quindi Tony Martin a 45". Il gruppo, che chiude a 52" dal vincitore, è regolato da Gianni Meersman, che si mette alle spalle Tosh Van der Sande, Johannes Fröhlinger, Michael Albasini, Simon Yates ed Ivan Santaromita. Da segnalare il ritardo di Julian Alaphilippe, secondo ieri alle spalle di Albasini, mentre oggi paga 26" al gruppo principale e 1'18" a Küng.

 

Albasini sempre leader, domani la tappa regina
La classifica generale vede sempre Michael Albasini in maglia gialla, davanti di 20" ad Ivan Santaromita, Chris Froome e Simon Yates. A 25" Ilnur Zakarin, Egor Silin, Yury Trofimov, e Simon Spilak, mentre Tony Martin è nono a 27" e Rigoberto Urán decimo a 34". Domani la tappa regina del Giro di Romandia, 166.1 km da Friburgo all'arrivo in salita di Champex-Lac. Subito dopo 63 km il Col des Mosses, quindi la salita di Les Giettes, dopo 105 km, ed il Petit Forclaz, dopo 142 km. Tutte ascese di prima categoria, con l'erta finale di Champex-Lac che porterà a 1493 metri s.l.m. e probabilmente deciderà il 69esimo Giro di Romandia. Froome, Quintana, Nibali, Spilak, Urán e non solo sono attesissimi: l'Orica potrebbe conservare la maglia gialla, ma non certo con Michael Albasini, piuttosto con il britannico Simon Yates.

Francesco Sulas

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