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Mondiale 2014: Kwiatkowski è perfetto, Sagan desaparecido - Pagelle: Alessandro De Marchi superlativo

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Michal Kwiatkowski tra Simon Gerrans ed Alejando Valverde © Bettiniphoto

Michal Kwiatkowski - 10
Dopo la prova Under 23, con il norvegese Sven Erik Bystrøm che era andato via da solo, molti hanno pensato a Kwia per domenica. Accontentati. Michal mette la squadra a tirare fino a quando non entra in azione l'Italia, va via sulla diga tra la salita di Confederación ed il Mirador, lo rivedono al traguardo. Veloce, forte sul passo, tenace e terribilmente in forma: a soli 24 anni si prende un'iride davvero meritata. Vittoria stupenda e molto simile a quella delle Strade Bianche, quando batté il coetaneo-rivale Peter Sagan. E allora, caro Michal, bravo, e viva la diga!

Simon Gerrans - 8
Il suo, l'aussie, l'ha fatto, dimostrando strada facendo che la squadra doveva contare su di lui, non su Michael Matthews (voto 5, non s'è mai visto veramente). La soluzione ideale per il vincitore delle due prove canadesi era la volata, magari ristretta. La vince, peccato che Kwiatkowski sia arrivato un secondo prima.

Alejandro Valverde - 5.5
Benedetto ragazzo, possibile che per non portare alla volata Gerrans, Gilbert e chissà chi altri non ti prenda un po' di vento in faccia, preferendo che Kwiatkowski vinca tranquillo, anziché inseguirlo? È il sesto podio in una prova iridata, e mai è arrivato l'oro. Non si vede fino all'ultimo giro, diceva che per l'oro bastava un solo scatto, decisivo. Non è arrivato. Joaquim Rodríguez (voto 6) scatta qui e là, senza mai risultare determinante.

Matti Breschel - 7.5
Questo danese, pur facendosi vedere poco durante la stagione, ai Mondiali esce che è un piacere. Manca il podio per un soffio, ma ci prova fino all'ultimo. Notevole, in casa Danimarca, l'azione del giovane Michael Valgren Andersen (voto 8), davanti fino agli ultimi chilometri, ultimo a cedere all'azione di Kwiatkowski.

Greg Van Avermaet - 7
Non si vede molto, è in forma, ma in volata trova sempre chi è più veloce di lui. Solo quinto, con Philippe Gilbert (voto 5.5) che sull'ultimo Mirador non ha la forza di riportarsi su Kwiatkowski, ed allora si mette al servizio del compagno. I bei tempi, per il vallone, sono lontanucci. Mai visto, ma proprio mai, invece, Tom Boonen (voto 3)

Alexander Kristoff - 6
Sufficienza striminzita per il norvegese che stupì tutti a marzo vincendo la Sanremo e proseguì su quella via. Purtroppo oggi subisce la corsa, alla fine arriva lì ma non è brillantissimo. Peccato.

John Degenkolb - 6.5
Autentico spauracchio della vigilia, non si vede mai da quando l'Italia accende la miccia. Come Kristoff, anche il tedesco si accontenta di arrivare in volata e regolare gli altri, ma un nono posto non serve a nulla. Notevole invece l'azione di Tony Martin (6.5), che va in fuga con Visconti e Caruso, poi prova ad andar via da solo, riscattando la batosta a crono. Sta allo scoperto un giro, ma ne mancano tre. Bell'azione, anche se non produce granché.

Nacer Bouhanni - 6.5
Discorso simile a quelli fatti per Kristoff e Degenkolb. Subisce gli scatti, azzurri e non, ma alla fine di una corsa dura è lì, tra i primi. Non con i primissimi, ed il sogno arcobaleno sfugge. La Francia ci prova anche con Cyril Gautier (6), in fuga con De Marchi, Kiryenka e Valgren Andersen. Non tira un metro, fa solo lo stopper. E De Marchi, nel suo piccolo, s'incazza... Decisamente meglio Tony Gallopin (voto 7), che chiude sesto, tiene botta, corre da grande.

Fabian Cancellara - 4
Ha rinunciato alla crono per far bene nella corsa in linea. Si vede più Michael Albasini (voto 7) che lui, è l'unico in grado di poter fare un'azione simile a quella vincente di Kwiatkowski. La differenza tra il polacco e l'elvetico è che l'uno scatta e se ne va, l'altro no: gli anni passano, gli ori (su strada) sfuggono.

Sonny Colbrelli - 7
L'Italia sa che allo sprint c'è solo e soltanto lui, e Sonny si mette nella pancia del gruppo, tiene duro, si prepara. Alla fine è 13°, ma va bene così, nessuno gli chiedeva la maglia iridata.

Alessandro De Marchi - 9.5
Esagerati? Macché! Il rosso di Buja va all'attacco, fin qui niente di nuovo sotto la pioggia spagnola. Non solo tira sempre lui, visto che Gautier nemmeno se lo sogna, di dare un cambio, ma vien ripreso sull'ultimo Mirador da Kwiatkowski. Ci mette il cuore, a un certo punto ci crede. Bravissimo anche Giovanni Visconti (voto 6.5), forse precocemente all'attacco insieme a Giampaolo Caruso (voto 6), ma per movimentare un po' la corsa servivano azioni simili.

Vincenzo Nibali - 5
La prestazione è quella che è. S'era capito che più di tanto, e più di così, lo Squalo non ne aveva. La caduta gli taglia le gambe e non riesce a seguire i migliori sul Mirador, alla fine. Peccato. C'è poi il debuttante Fabio Aru (voto 6.5), che si sbatte molto per portare via un gruppetto, far stancare gli avversari. Uno dei primi ad entrare in azione, i suoi danni li fa, anche se terreno per lui ce n'è davvero poco. Con Visconti, due simboli di una squadra con le palle.

Peter Sagan - 3
Cosa sia il problema dello slovacco, non è dato saperlo. Certo non ha una squadra che lo possa aiutare, nonostante la forma lo temono tutti e non vorrebbero ritrovarselo nel finale. Ma nel finale, davanti, Peter non ci sarà mai. Periodo da archiviare per ricominciare da capo.

Rui Alberto Faria da Costa - 5.5
Stiracchiata, la sufficienza del campione uscente: mai in luce, tenta qualcosa nel finale, quando ormai è troppo tardi.

Rigoberto Urán - 4
Non si vede, non entra mai in azione, nemmeno ci prova. Stanco o rinunciatario che fosse, spiace vederlo (anzi, non vederlo) così male. Bene invece Johan Esteban Chaves (voto 6), che al penultimo giro, sulla salita di Confederación, prova ad accodarsi al gruppetto di De Marchi. Non ci riesce, ma almeno fa vedere di essere pronto ed attento.

Bauke Mollema - 5
Emblema di un'Olanda che poco conclude ma poco cerca. Non si vedono spesso, gli arancioni, ed alla fine è proprio Bauke il migliore (18°). Ancor più indietro il bronzo della cronometro Tom Dumoulin (voto 5).

Chris Froome - 2
Non ha mai portato a termine un Mondiale, l'anglo-kenyano. Chi pensava che potesse fare un po' di casino, o solamente aiutare i suoi compagni, sbagliava di grosso. Tant'è che il miglior britannico, Ben Swift (voto 6), è costretto ad arrangiarsi.

Tejay Van Garderen - 4
Si ritira presto, lasciando la nazionale Usa senza un perché. Delude anche Andrew Talansky (voto 4), come Tejay ritiratosi.

Ramunas Navardauskas - 5.5
Poteva vincere? In teoria sì, ci stava. Nella pratica il lituano si scontra con una giornata no che non gli permette di andar oltre un anonimo 15° posto.

Oleksandr Polivoda - 6.5
Va in fuga con Zydrunas Savickas, Matija Kvasina e Carlos Julián Quintero, non spererebbero mai di venir ripresi dopo 190 km di corsa, quando entra in azione l'Italia. Bravi comunque.

Davide Cassani - 7.5
Era la prima uscita da CT, non aveva l'uomo prescelto per questo percorso (Diego Ulissi), poteva contare su un Nibali spuntato. Ebbene, ha creato una squadra molto buona, fatto mettere in atto quel caos organizzato che se fosse stato per la Polonia, stavamo freschi. Vero, alla fine non ci siamo giocati nessuna medaglia, ma abbiamo provato ad indirizzare la corsa verso un'altra soluzione. Non è andata come ci si aspettava. O forse, in fondo in fondo, sì.

Francesco Sulas

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