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Tour de l'Avenir 2014: I big si marcano, Teuns sale in Carroz - Martinelli assicura la maglia verde, Ciccone è 7°

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Il belga Dylan Teuns s'impone a Carroz d'Âraches © tourdelavenir.comEra la frazione più facile del quartetto alpino e difatti l'ordine d'arrivo indica un "nulla di fatto" a livelli di classifica generale, coi primi 10 saldamente ai loro stessi posti. Ma i 101 km attorno al Lago Léman sono stati tiratissimi e difficilmente non resteranno nelle gambe, specie in vista della massacrante due giorni finale. Intanto l'arrivo di Carroz d'Âraches ha premiato la brillantezza di Dylan Teuns, belga prossimo al passaggio al professionismo in BMC reduce da una stagione che gli ha già regalato parecchie soddisfazioni, tra le quali una tappa al Giro della Valle d'Aosta non lontano da qui, a Les Esserts, e la maglia di miglior giovane al Tour of Utah.

Dicevamo di una tappa tirata. Difatti la prima ora è stata condotta ad una media di 46 km/h, e nessun gruppetto è uscito a evadere. Questo anche perché era in gioco la maglia verde, con lo sprint intermedio di Sciaz che assegnava 10 punti decisivi al vincitore e 4 corridori a giocarsela: l'ha spuntata il nostro Davide Martinelli, che è riuscito a battere Fernando Gaviria e sorpassarlo di un punto. In questa situazione, la maglia verde è praticamente assicurata: non ci saranno sprint intermedi nelle prossime tappe e i punti che verranno assegnati per gli arrivi non consentono agli scalatori di avvicinarsi sufficientemente a Martinelli. Aspettiamo a brindare, nel caso qualche imprevista fuga giunga all'arrivo, ma per il nostro portacolori la conquista della maglia verde dovrebbe essere cosa fatta.

Sul Col de Saxel il gruppo finalmente lascia partire una fuga di 10 unità e dentro ci sono uomini non troppo lontani in classifica generale: il meglio messo è lo spagnolo Iturria, 26esimo a 3'06", e dei nostri c'è Manuel Senni desideroso di dare un senso al suo Avenir dopo esser uscito di classifica. Presente anche l'austriaco Pöstlberger, in fuga anche ieri, poi Okishev (Kazakistan), Jauregui (Francia), Chavanne (Svizzera), De Tier (Belgio), Hofstede (Olanda), Bystøm (Norvegia) e l'inglese Daniel Pearson, una mezza delusione nella tappa di ieri. La fuga raggiunge il minuto di margine in salita, e dietro i colombiani controllano ma non si affannano più di tanto, ben sapendo che il difficile verrà più in là. Tra l'altro la scarsa collaborazione tra gli uomini in fuga fa sì che il gruppo rimonti ai piedi della salita.

La salita odierna non è particolarmente difficile: inizia a 14 km dall'arrivo, finisce ai -8 dopo aver attraversato tratti con punte del 7%, e riprende ai -3, anche qui con pendenze non trascendentali. La prima parte è animata ancora dagli uomini della fuga, con Jaureugui prima e Bystrøm poi che provano il tentativo solitario, venendo entrambi riassorbiti. Arrivati sul pianoro, il gruppo è ancora abbastanza folto, pressoché dimezzato. Ripresa la salita ricominciano gli attacchi, ed è Logan Owen (Stati Uniti) ad aprire le danze. Seguono diversi tentativi, ma è solo Dylan Teuns a fare il vuoto, in vista del triangolo rosso. Il belga guadagna quei 15" necessari per poter alzare le braccia in tranquillità, mentre dietro i big tengono alta l'andatura ma non si attaccano tra loro. Alla fine arrivano in 16 ad 8", tra cui tutti i primi 10 della classifica generale, con Alexander Foliforov che sprinta davanti a Odd Christian Eiking. Quarto uno scalpitante Robert Power, appena davanti al leader Miguel Ángel López ben scortato dalla sua squadra oggi, con Daniel Rozo ultimo uomo che è rimasto col capitano fino quasi agli ultimi metri. Ed al settimo posto, subito dopo il capitano francese Roger Latour, c'è il nostro Giulio Ciccone, nominato capitano dalla strada: una gran botta di fortuna l'indisposizione di Tonelli (il bresciano ci perdonerà), altrimenti non avremmo avuto uomini per la classifica.

Sono in arrivo due tappe gemelle con le quali c'è poco da scherzare: domani su 108 km più della metà saranno in salita. Da scalare ci sono il Col des Saises, Cormet de Roselend ed il Piccolo San Bernardo fino in località La Rosière. Non c'è respiro tra discesa e salita, dunque dei due tapponi è quello più indicato per un attacco da lontano, sebbene, con la classifica ancora così corta, potrebbe prevalere l'attendismo. Converrà comunque attaccare López per sfiancare la squadra colombiana, che tra ieri e oggi ha dimostrato di essere tra le più forti in salita.

Nicola Stufano

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