Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Vuelta a España 2014: Startlist da urlo, sarà corsa stellare - Froome, Quintana, Aru, Pinot... Quanti nomi per la Roja!

Versione stampabile

Nairo Quintana, Rigoberto Urán, Fabio Aru: rivedremo alla Vuelta a España l'intero podio del Giro d'Italia © BettiniphotoDa qualche anno quando qualche corridore di grido cade al Tour e si fa male, dispiace a tutti, ma un po' meno dispiace agli appassionati della Vuelta (non diciamo: agli organizzatori perché sono praticamente gli stessi del Tour), perché è ormai un dato assodato del ciclismo che chi punta alla Grande Boucle e poi per un motivo o per l'altro si deve ritirare in Francia, riconverte i propri programmi mettendone al centro il terzo GT dell'anno.

Tema quantomai d'attualità, all'uscita da un Tour che strada facendo ha perso per cadute e infortuni gente del calibro di Chris Froome, Alberto Contador, Andrew Talansky (per rimanere ai principali uomini di classifica). Se per Contador il decorso dalla frattura alla tibia esclude la possibilità di una partecipazione alla Vuelta (anche se nei primi giorni dopo l'infortunio si era molto vociferato sulla presenza di Alberto alla gara spagnola), per gli altri sarà inevitabile andare a cercare riscatto nella penisola iberica tra tre settimane.

Ma non solo infortunati tra i reduci del Tour: qualcuno, deluso dalle prestazioni in terra di Francia, tenterà di rifarsi in Spagna, qualcuno si testerà ad alti livelli su due grandi giri (un nome su tutti, Thibaut Pinot), ma insieme ai touristi convergeranno su Jérez de la Frontera (sede della cronosquadre d'apertura, il 23 agosto) anche diversi girini, ovvero corridori che hanno fatto classifica alla corsa rosa, e il totale ci porta ad una startlist che si preannuncia eccezionale: lo diciamo praticamente ogni anno, ma ogni anno sempre più la Vuelta attira corridori di grido: sembrano addirittura di un'altra epoca i tempi in cui tanti big in Spagna si ritiravano a metà corsa (per orientarsi verso il Mondiale), nell'edizione 2014 ci sarà solo l'imbarazzo della scelta su chi tifare fino alla fine.

Reduci dal Giro
Tanto per cominciare a gradire, il podio del Giro d'Italia sarà presente al completo ai nastri di partenza della Vuelta. Di più, ben sette decimi della top ten rosa gareggeranno in Spagna, se non ci saranno intoppi per qualcuno. E quindi largo alla rivincita tra i colombiani Nairo Quintana e Rigoberto Urán, e largo soprattutto alle speranze italiane che si chiamano Fabio Aru. Il sardo dice che sarà al via per fare esperienza sul doppio GT in una stagione, e in Astana i capitani ufficiali saranno Mikel Landa (bravo al Giro ma nel ruolo di gregario) e Tanel Kangert (idem, però al Tour al servizio di Nibali); però nulla vieta di pensare che il giovane isolano possa comunque lasciare qualche traccia, e poi se da un certo punto in avanti sarà in classifica, nulla gli vieterà di provare a tenere.

Se anche così non fosse, i tifosi italiani potranno aspettarsi molto da Domenico Pozzovivo, capitano assoluto di una AG2R in cui Carlos Betancur è ormai definitivamente desaparecido (si sperava che il colombiano potesse fare una buona Vuelta dopo aver saltato il Tour che era il suo obiettivo stagionale, ma si sa poco di quello che stia combinando in Colombia, dove da mesi ha quasi fatto perdere le sue tracce).

Wilco Kelderman (settimo alla corsa rosa) è un altro che farà parlare di sé, e sarà bello vedere anche Cadel Evans (sempre con Samuel Sánchez accanto) misurarsi con le dure rampe spagnole, così come quel Ryder Hesjedal che in Italia ha dato spettacolo in molte tappe di salita.

Giochi di squadroni
Alcuni dei corridori appena citati ci portano ad aprire un interessante riflessione sulla composizione di alcune squadre, che si presentano nelle vesti di vere e proprie corazzate. Prendiamo la Belkin, ad esempio: porterà in Spagna i suoi uomini migliori del Giro e del Tour (oltre a Kelderman, dovrebbe esserci anche Laurens Ten Dam, fresco reduce dal nono posto alla Boucle), affiancandoli a un corridore che punta tutto sulla Vuelta come Robert Gesink.

E che dire della Garmin che, con Hesjedal, schiererà i due ritirati eccellenti dei precedenti GT, ovvero Daniel Martin e Andrew Talansky? Come minimo che sarà una squadra a trazione totalmente anteriore. E se Urán nella Omega Pharma avrà una spalla ideale in Wouter Poels, da non sottovalutare sarà anche un'accoppiata come quella formata alla Lotto da Jurgen Van den Broeck (che esce da una Boucle abbastanza malinconica e deve per forza riscattarsi) e il regolarista di ferro Maxime Monfort, mentre il bravissimo Haimar Zubeldia ottavo al Tour farà corsa parallela, in maglia Trek, col Julián Arredondo che ha fatto faville al Giro (dove solo il grave ritardo accumulato nella tappa di Montecassino gli ha impedito di far classifica).

Tra tutte, comunque, la coesistenza che più farà parlare sarà quella che si prospetta in casa Movistar. Se tutto sarà confermato, avremo infatti in gara sia Nairo Quintana che Alejandro Valverde, e per la prima volta potremmo vedere il secondo fare da gregario al primo. Il murciano è uscito abbastanza deluso dal Tour, in cui non è riuscito a centrare il podio tanto sognato; al contrario, il colombiano viene da una vittoria al Giro e se - come pare - si presenterà in condizione, sarà difficile immaginare che in salita possa frenare per aspettare il compagno di squadra. Un passaggio di consegne in piena regola, insomma, che forse cozza un po' con la volontà di Valverde (che nella corsa di casa vuole legittimamente essere protagonista), ma che è coerente con l'inevitabilità del passare delle stagioni.

Quelli che vengono dal Tour
Anche se in questo momento gli appassionati italiani, inebriati da quanto vissuto al Tour, faticano a immaginare tre settimane di gara senza Vincenzo Nibali, dovranno farsi una ragione del fatto che il siciliano, trionfatore della Grande Boucle, non sarà alla Vuelta, così come il secondo del podio di Parigi, Jean-Christophe Péraud. In compenso però ci sarà Thibaut Pinot, che vorrà vedere l'effetto che fa (provare a disputare due GT ad alto livello in rapida sequenza), e che troverà in Kenny Elissonde, ottimo alla Vuelta 2013, un alter ego con cui dividere eventualmente i gradi di capitano.

Tra quelli che non hanno fatto un Tour memorabile (oltre al già citato Van den Broeck, ci sarà Daniel Navarro, ritiratosi sulle salite francesi), va ricordato ovviemente anche il vincitore dell'ultima edizione della corsa iberica; ma anche se non ha brillato come 11 mesi fa in Spagna, Chris Horner promette battaglia nel "suo" mese di settembre: vedremo se troverà avversari più o meno malleabili rispetto al Nibali dello scorso anno.

Così, sulla carta, viene da pensare che il simpatico nonnetto americano troverà maggiore varietà di avversari, e tra tutti lo spauracchio assoluto è Chris Froome. L'anglo-kenyano meno di un mese fa era pronto a vincere il suo secondo Tour, poi la sfortuna (e non sottovalutiamo l'imperizia) ha cambiato le carte in tavola. Con una frattura al polso il capitano della Sky sta facendo rieducazione e si sta al contempo allenando per presentarsi a Jérez de la Frontera tirato a lucido: anche pensando alle tipiche salite da Vuelta, viene facile considerare che - in una gara lineare e senza colpi di scena - il britannico sia il favorito naturale. Tantopiù che conosce la gara e i suoi percorsi, visto che un podio in Spagna l'ha già centrato nel 2011 (ed era al servizio di Wiggins), e l'ha poi sfiorato nel 2012 (reduce da un Tour a tutta).

Certo, Froome troverà sulla sua strada Quintana (già suo fiero oppositore alla Boucle dello scorso anno) e non solo, ma almeno alla vigilia, dovendo scegliere un faro della corsa e dando per assodato che Contador non ce la farà a rientrare miracolosamente, la scelta non potrà che cadere sul caracollante Chris.

E chi ha la Vuelta al centro dei propri programmi?
Ci sono anche loro: quelli che non hanno disputato altri GT o che ne hanno disputati a scartamento ridotto. Il caso più eclatante è quello di Joaquim Rodríguez, già presente sia al Giro che al Tour, ma ritiratosi malamente dopo una settimana al primo, e andato con un cilindro in meno al secondo, dove si è dichiaratamente allenato proprio per far bene alla Vuelta: in Spagna vedremo se Purito ha fatto le cose per bene (e avrà come spesso gli capita l'appoggio del fidatissimo Daniel Moreno).

Le contingenze spingeranno probabilmente sulle strade della Vuelta anche Roman Kreuziger, lasciato precauzionalmente a casa dalla Tinkoff al Tour (c'erano dei valori del Passaporto Biologico da inventariare), ed eventualmente pronto a dire la sua in Spagna. E un altro tipo di contingenze (lèggasi: l'unica wild card tra i tre GT la MTN l'ha ricevuta dalla Vuelta) ci faranno scoprire anche un paio di possibili talentini del futuro come l'eritreo Merhawi Kudus e il sudafricano Louis Meintjes, per la prima volta alle prese con una grande gara a tappe.

Destino condiviso anche dal giovane Adam Yates, che - come fatto dal fratello Simon al Tour - scoprirà quest'anno quanto è difficile misurarsi con un GT; con la maglia dell'Orica però il giovane inglese potrà star tranquillo, visto che i gradi di capitano graveranno sulle spalle di Esteban Cháves. Perché sì, c'è anche qualcuno che volutamente ha messo tutte le fiches sulla corsa iberica. È il caso del colombiano, ed è pure il caso di Warren Barguil, cristallino talento francese che lo scorso anno si portò a casa ben due tappe e che mira a rilanciare (e aspettiamo con grande curiosità di leggere il suo gioco).

Non solo classifica
Come si vede, l'elenco degli uomini che battaglieranno per la generale è interminabile. Ma ci saranno anche tappe diverse da quelle di montagna o contro il tempo. Il parterre va quindi arricchito con velocisti e uomini da classiche o da fughe.

Nacer Bouhanni, Ben Swift, Gerald Ciolek, Moreno Hofland, Matteo Pelucchi, forse Mark Cavendish o Tom Boonen, e poi ancora Peter Sagan (che per una volta prova un avvicinamento diverso al Mondiale e non va a fare le corse nordamericane) e Fabian Cancellara, Philippe Gilbert e magari Zdenek Stybar, e Alexandr Kolobnev, Thomas Voeckler, José Serpa, Luis León Sánchez, e l'elenco si allungherà di altri nomi con l'avvicinarsi della competizione.

A leggere questa sfilza di protagonisti, l'acquolina in bocca in vista della Vuelta è un elemento inevitabile. E dopo un Giro e un Tour altamente spettacolari, le premesse per avere quest'anno un tris non di grandi ma di grandissimi giri ci sono tutte.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano