Giro di Svizzera 2014: Ancora Rui Costa, Cantone del Mondo! - Vince a Saas-Fee e fa sua la corsa per la terza volta

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Quando Rui Alberto Faria da Costa, noto a tutti come il talentuoso fantasista passato da Firenze e Milano, ovvero Rui Costa, mette piede in Svizzera, non torna a casa a mani vuote. Dal 2012 ha colto tre volte il podio al Giro di Romandia: nel 2012 fu battuto da Wiggins e Talansky, nel 2013 e 2014 Froome e Spilak lo hanno preceduto.

Ma è al Giro di Svizzera che il lusitano della Lampre-Merida dà il meglio di sé: tre vittorie della corsa negli ultimi tre anni. Non è il primo tra i plurivincitori (a quattro successi troviamo Pasquale Fornara mentre a quota tre, con Rui Costa, ci sono Ferdi Kübler ed Hugo Koblet) ma è l'unico capace di aver inanellato tre volte consecutivamente la corsa a tappe elvetica.

Poi, certo, c'è quella garetta chiamata Mondiale, anche qui Rui Costa rappresenta il primo portoghese a vestire la maglia iridata. Non si diventa sportivi dell'anno in Portogallo, anche davanti a Cristiano Ronaldo, così, per puro caso. Oggi Rui Costa aveva una missione da compiere: staccare Tony Martin sulla strada di Saas-Fee, evitando magari che un Mathias Frank, o un Tom Dumoulin, un Bauke Mollema, lo uccellassero.

È andata bene, con l'iridato che ha colto la prima vittoria stagionale con la Lampre e con quella maglia, alla faccia della maledizione. Tappa e corsa per Rui Costa, di più non poteva chiedere. Ha attaccato da lontano, ai -46, seguendo Frank e Mollema: solo così Tony Martin poteva essere isolato, messo in difficoltà. E infatti il tedesco che detiene la maglia gialla da sabato scorso è stato subito isolato in una partita a tre, tra Rui Costa, Frank e Mollema.

Ultima frazione, decisiva, 156.5 km da Martigny a Saas-Fee: finale all'insù, ma anche nel mezzo ci sono tre Gpm. Non prendono il via Vegard Breen, Matti Breschel, Fabian Cancellara e Mathew Hayman. Sin dalle prime battute scatti e controscatti, poi dieci uomini in fuga: Rubén Plaza (Movistar), Aliaksandr Kuchynski (Katusha), Christian Knees (Sky), Silvan Dillier (BMC), Manuele Boaro (Tinkoff-Saxo), Stef Clement e Sep Vanmarcke (Belkin), Andre Cardoso (Garmin-Sharp), Johann Tschopp (IAM) e Jérémy Roy (FDJ.fr).

Si uniscono poco dopo altri sette corridori: Arnold Jeannesson (FDJ.fr), Sander Armée (Lotto Belisol), Marcel Wyss (IAM), Steve Morabito (BMC), Oliver Zaugg (Tinkoff-Saxo), Andy Schleck (Trek) e Georg Preidler (Giant-Shimano). La fuga, diventata presto di 17 unità, non guadagna granché perché dietro sono in tanti decisi ad andarsi a prendere la tappa, ad attaccare Tony Martin. E così i 17 al comando non arrivano a toccare i due minuti di vantaggio. Poi, ai -46, si decide il Giro di Svizzera. Siamo sulle rampe che conducono a Eischoll, una salita di prima categoria.

Il gruppo Martin è ancora compatto, sebbene non foltissimo. Se ne vanno Rui Costa, Mathias Frank e Bauke Mollema. La maglia gialla non risponde all'attacco ma procede del suo passo. Presto i tre guadagnano mezzo minuto, poi davanti alcuni fuggitivi vengono fatti fermare: Sep Vanmarcke e Stef Clement per Bauke Mollema, Marcel Wyss e Johann Tschopp per Mathias Frank. Rui Costa procede con i compagni d'attacco e presto si portano in testa alla corsa. in testa restano Rui Costa, Rubén Plaza, Silvan Dillier, Steve Morabito, Oliver Zaugg, Bauke Mollema, Stef Clement Andre Cardoso, Georg Preidler, Arnold Jeannesson, Jérémy Roy, Sander Armée, Mathias Frank, Johann Tschopp e Marcel Wyss.

Finita la salita, si scende verso Visp ed un tornante sinistrorso tradisce Jeannesson. Il francese della FDJ.fr cade male, si rialza a fatica ma sul traguardo lo ritroveremo 25° a 3'46". I 2'15" che aveva il gruppo di testa sulla maglia gialla, rimasta da tempo senza compagni di squadra, vengono limati nel tratto di pianura che porta a Visp, laddove si riprende a salire verso Saas-Fee. Dapprima una salita dolce, nel finale sarà decisiva. I fuggitivi imboccano la strada che porta a Saas-Fee (e a Zermatt) con 2'03" sul gruppo maglia gialla tirato da Tony Martin e sporadicamente da Warrren Barguil, al servizio di Tom Dumoulin. Quando le rampe si fanno più severe davanti restano Rui Costa, Mollema, Frank, Morabito, Zaugg, Roy, Cardoso, Armée e Wyss.

Il gruppo dei battistrada si sfoltisce via via, mentre dietro Tony Martin cerca un disperato quanto pregevole recupero. Davanti però, ai -5, scatta Mathias Frank. Fa il vuoto, ma presto Rui Costa e Bauke Mollema si portano alla ruota dell'elvetico in forza alla IAM Cycling. Anche Oliver Zaugg prova a riagganciarsi, ma non ce la farà. Nel frattempo Frank accusa il colpo, Rui Costa va via in progressione mentre lo svizzero e Mollema scoppiano. Rui Costa può tagliare il traguardo festeggiando la prima vittoria in maglia iridata.

Alle sue spalle Mollema, che paga 14", mentre a 24" troviamo Frank, che ha perso ulteriore tempo sbagliando l'ultima curva. Quarto posto per Steve Morabito, giunto con Oliver Zaugg a 47", poi Andre Cardoso a 1'28", Jérémy Roy a 1'41", Marcel Wyss a 1'48", Tom Dumoulin a 2'18" davanti a Roman Kreuziger, Janier Acevedo, Davide Formolo, Sergio Pardilla, Philip Deignan, Tony martin e Joseph Dombrowski.

Classifica finale che vede ancora Rui Costa primeggiare, con Frank a 33" e Mollema a 50" che completano il podio. Tony Martin ottimo quarto a 1'13", poi Dumoulin a 2'04", Morabito a 2'47", Formolo a 3' (primo degli italiani), Kreuziger a 3'03", Acevedo a 3'20", Capecchi decimo a 3'46".

Un Giro di Svizzera che ha messo in evidenza un Tony Martin bravo a tenere la testa della corsa per otto giorni, un Cavendish che è sempre Cavendish, Modolo e Trentin, non li scopriamo certo oggi, ma è sempre un piacere vederli vincere. E Rui Costa, che s'è preso la maglia iridata a Firenze nel settembre scorso ed è passato alla Lampre (in ordine inverso, temporalmente). Ora vuole andare al Tour con l'obiettivo di far classifica in un GT. Vedremo, una grande corsa a tappe non è un Romandia né un Giro di Svizzera.

Giro di Svizzera sempre più in declino: da una delle principali brevi corse a tappe la gara elvetica è dapprima stata appianata per renderla più accessibile, su tutti a Fabian Cancellara (che l'ha vinta nel 2009, come da accordi), quindi ha proposto percorsi normali, non certo all'altezza di quelli che si potrebbero tirar fuori tra quelle montagne. Sostanzialmente nove giorni decisi da una crono ed un'arrivo in salita, quello di oggi. Un po' pochino per una corsa che ha appena spento 78 candeline.