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Giro Donne 2012: Vos quasi perfetta, Stevens sprecona - Le pagelle: italiane non tutte brillanti

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Da sinistra, Emma Pooley, Marianne Vos, Fabiana Luperini ed Elisa Longo Borghini. Ecco le maglie del Giro Donne © Ufficio Stampa della corsa

Marianne Vos - 10
Perfetta, superiore e con il rosa marchiato a fuoco sulla pelle. Usa il Giro come allenamento per le Olimpiadi, vince 5 tappe su 9 e nelle altre 3 chiude due volte 2a ed una 13a. Alla vigilia non crede di poter vincere alla rosa, poi acquista fiducia e gestisce la corsa al meglio. Vittoria subito a Terracina e Roma, a Castiglione dei Pepoli perde il primato ma da sola guadagna ben 2' a tre scalatrici come Stevens, Luperini e Pooley. Capolavoro a Montecatini, quando al mattino va a studiare la discesa nella quale in gara staccherà tutte. Fa "riposare" la Rabobank (voto 10) nelle tappe meno difficoltose, in vista delle ultime tappe, e quando la rosa è ormai al sicuro lascia alla Johansson una tappa bergamasca che avrebbe vinto senza problemi. Come nel 2011 non si aspettava questa vittoria. Regina del bluff?

Emma Pooley - 8.5
Non è la miglior Pooley ammirata ma la tenacia con cui si batte la premia. Coglie all'ultima tappa un secondo posto in classifica generale in cui nemmeno lei sperava. Nelle tappe di mezza montagna e collina si fa sempre vedere davanti. Prepara l'Olimpiade di casa ed avrebbe preferito un Giro con più montagne e crono («Ma senza discese...», ammette scherzosamente). Ecco, per com'era disegnata la corsa rosa ha già fatto ben più di quanto fosse lecito aspettarsi.

Evelyn Stevens - 7
Un peccato vedere un'atleta come lei sprecare così ghiotte occasioni. Dopo le belle conquiste del 2012 - Women's Tour of New Zealand, Gracia-Orlová, Freccia Vallone ed Exergy Tour - pareva destinata alla maglia rosa. Conferma invece evidenti limiti nel recupero, mentre i lampi di due o tre giornate (mai consecutive) è capace di reggerli. Vince benissimo a Castiglione dei Pepoli ma ventiquattr'ore dopo cede la maglia ad una Vos stratosferica. È 4a a Castagnola delle Lanze, dove avrebbe dovuto attaccare. Lo fa il giorno dopo, a Lonate Pozzolo, ma paga lo sforzo nell'ultima tappa di Bergamo: giornataccia e piazza d'onore (che sarebbe stata meritatissima) perduta.

Fabiana Luperini - 7.5
Una vittoria al Trentino dopo tre anni d'astinenza (e su distanze da juniores) non metteva certo la "Lupa" in prima fila. Invece quando si sale c'è, tira fuori la grinta di un tempo (memorabile il "vaffa" alla Pooley a Castiglione dei Pepoli, colpevole di aver chiuso su di lei ma non sulla Stevens), vince la classifica di miglior italiana (a 38 anni è poi così positivo per il movimento?). Manca il podio per soli 53", non approfittando nell'ultima tappa della giornata no della Stevens. Avesse osato di più nel finale si sarebbe assicurata il terzo gradino del podio ma va già più che bene così.

Emma Johansson - 8
Un voto tanto alto relazionato ad una classifica che la vede "solo" quinta si motiva con il fatto che la svedese ha corso molte tappe come allenamento in vista di Londra. Parte piano, infatti, ma già a Montecatini è 2a alle spalle della Vos. Da lì in poi non uscirà più dalle 10, conquistando un altro 2° posto alle spalle di Marianne Vos (a Castagnola delle Lanze) e chiudendo in bellezza, con fuga e vittoria, in quel di Bergamo. Resta il rammarico per un Giro che, così disegnato, sarebbe stato anche alla sua portata, ma qui entriamo nella sezione "dettagli irrilevanti".

Judith Arndt - 5.5
Ha in parte deluso le aspettative, restando tagliata fuori nelle tappe di montagna e cogliendo solo un paio di podi, nella cronometro (3a) ed a Lonate Pozzolo dopo la fuga con Vos se Stevens. Si trova meglio in volata (sia a Terracina che a Salsomaggiore è 5a) che in salita e qualcosa in vista di Londra vorrà pur dire. L'Orica-GreenEDGE potrebbe giocarsi la carta Claudia Häusler (voto 5.5 anche a lei) e lo fa pure, ma la bavarese, dopo buone prestazioni in Toscana, chiude nettamente in calando. Morale: Arndt 6a, Häusler 8a. Se non è una missione fallimentare poco ci manca.

Tiffany Cromwell - 8.5
Il poco che manca al fallimento dell'Orica-GreenEDGE, porta il suo nome, viene da Adelaide e vive a Monaco. Nella Polesella-Molinella si sciroppa 105 km di fuga solitaria, andando a vincere alla faccia delle velociste. Rientra in classifica ma alla fine paga lo sforzo (agisce anche da ottima gregaria di Arndt ed Häusler), chiudendo con un 11° posto in classifica molto più dolce e prezioso di quanto potrebbe apparire.

Tatiana Guderzo - 5.5
Delude anche perché, per sua stessa ammissione, le tappe più difficili erano piazzate troppo presto. Se a Castiglione dei Pepoli è solo 7a, a Montecatini raccoglie un 3° posto che farebbe ben sperare. Da lì alla fine tira a campare, a fare la gamba per Londra, chiudendo con un 7° posto in generale che non è il massimo, anche se non le leverà il suo sorriso quasi perenne e l'allegria contagiosa.

Elisa Longo Borghini - 7.5
Il motore non si discuteva ed oggi stiamo parlando non più di un bel prospetto ma di una grande realtà del ciclismo italiano (anche) per le corse a tappe. Resta con le migliori nelle tappe più dure, aiuta la sua capitana Emma Johansson, che non ci pensa due volte a darle il via libera all'occorrenza. Chiude con un 9° posto nella generale, la maglia bianca di miglior giovane (è una classe '91) ed un 7° posto di tappa a Bergamo, facendo 4a in volata. Perché la tenuta in salita è importante ma lo spunto veloce è fondamentale.

Alena Amialiusik - 6.5
L'ottima atleta bielorussa è sorretta da una forma incredibile e difatti lotta per la maglia bianca, anche se con distacchi di minuti dalla Longo Borghini. Alena ha anche la sfortuna di cadere nella discesa di Goraiolo, tappa di Montecatini, il che non l'aiuta. Finisce in crescendo e forse qualche rimpianto per il 12° posto un po' bugiardo c'è. Il tempo è dalla sua e può diventare una delle migliori atlete dell'intero gruppo.

Rossella Ratto - 7
È 14a alla tenerissima età di 18 anni. Nelle tappe toscane non esce dalle 15 (13a a Castiglione dei Pepoli, 14a a Montecatini), nelle successive paga la prima esperienza in una corsa di nove giorni. L'ultimo lampo nella sua tappa, quella di Bergamo (Rossella è di Colzate), nella quale ottiene il miglior risultato del Giro, 5a dopo aver allungato rispetto al gruppetto inseguitore. Simpatica, modesta, ironica, meticolosa, consapevole. Un vero corridore.

Shelley Olds - 8.5
Voto dettato dal salto di qualità che mostra al Giro quando l'arrivo è allo sprint. Si è esercitata in pista per aumentare ancora le sue qualità di sprinter, a Livigno per non staccarsi sulle salitelle. A Terracina è battuta da Marianne Vos per una questione di millimetri, a Salsomaggiore Terme è lei ad imporsi sulla maglia rosa, partita un po' lunga, ma che viene staccata di due biciclette dalla statunitense. Impressiona a crono, nella Capitale, dove chiude 4a a 15" secondi dalla Vos.

Giorgia Bronzini - 5
Delude, è innegabile. Come tutte, o tante, ha fissato il picco di forma a fine mese ma al Giro non gliene va dritta una in termini di risultati. A Terracina è terza, a Molinella seconda, fregata solo da un tattticismo sfrenato e dall'abile Cromwell. Nella sua Salsomaggiore ancora terza, sesta a Lonate Pozzolo. La forma c'è, i risultati verranno. C'è da dire che non ha a disposizione una squadra che la piloti in volata e, soprattutto, tenga cucita la corsa quando bisogna. Forse in Diadora-Pasta Zara (voto 3) andrebbe rivisto qualcosa.

Monia Baccaille - 4
La 28enne di Marsciano viaggia sulla stessa linea d'onda della Bronzini ma, a differenza dell'iridata, non si rende mai protagonista di azioni degne di nota. Talvolta prova ad andare in fuga ma in quello che è il suo campo, la volata, è sempre dietro. A Salsomaggiore è 4a, miglior risultato, altrimenti colleziona un 5° posto a Terracina ed un 6° a Molinella. Davvero pochino per una come lei.

Noemi Cantele - 4
Era partita per vincere qualche tappa, ché fare classifica sarebbe stato per lei difficilissimo. Non riesce ad entrare nemmeno una volta nelle 15 ed il miglior risultato lo ottiene a Castiglione dei Pepoli, dove è 16a. Il dominio di Marianne Vos la condiziona sicuramente ma Noemi sa fare molto meglio di quello che ha esibito in questi nove giorni.

Ina-Yoko Teutenberg - 3
Inizia bene con un buon 4° posto a Terracina ma successivamente si scioglie, scomparendo dalle classifiche (fatta eccezione per un paio di fughe, che però classifica non la fanno) e dalla corsa, dato che non prende il via all'8a tappa. Nelle volate viene rimpiazzata egregiamente da Chloe Hosking (voto 6.5), 4a a Molinella e 5a a Lonate Pozzolo. Ina ha pure la colpa di tirare il collo al gruppo a Salsomaggiore, facendo staccare di 7" molte, tra cui la compagna di squadra Evelyn Stevens, che si stava soltanto giocando la maglia rosa...

Federica Primavera - 2
Questa classe '90 conferma che quell'anno sono nati grandi talenti nel ciclismo. Era già in una spiaggia a sfumare l'abbronzatura da ciclista quando è dovuta partire in fretta e furia per Napoli in sostituzione della compagna Sari Saarelainen, bloccata in aeroporto. Ebbene, sin dalle prime battute l'atleta di Verdello dimostra una superiorità tale da far impallidire Marianne Vos. Maglia nera fino alla partenza dell'ultima tappa a Sarnico, si adagia forse troppo sugli allori e l'olandese Lenting la frega, rifilandole ben 3'06" in quel di Bergamo, davanti al suo pubblico. Da rivedere, ma di certo è un peccato girare mezz'Italia in ultima posizione per cedere proprio all'ultimo metro.

Francesco Sulas

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