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Giro di Svizzera 2012: Più inesorabile che mai: Sagan! - Peter, quattro vittorie in sei tappe | Cicloweb

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Giro di Svizzera 2012: Più inesorabile che mai: Sagan! - Peter, quattro vittorie in sei tappe

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Quarta vittoria in sei tappe del Giro di Svizzera per Peter Sagan © Bettiniphoto

Quando Peter Sagan si lancia nella volata e viene stretto alle transenne la storia per lo slovacco, almeno per oggi, parrebbe essere finita. Invece non è ancora incominciata. Una curva a "esse", sul pavé, immette nella salita che porta al traguardo. È lì che Sagan prova a venir fuori ma è stretto alle transenne da Allan Davis e perde tempo.

Non si ferma, anzi pesta ancor più forte sui pedali, ma non basta per recuperare il terreno perduto; prova ne sia il fatto che ai 100 metri Sagan abbia ancora davanti Swift, in vista del traguardo, e Davis, a ruota del britannico della Sky. Il Sagan che non t'aspetti non recupererebbe mai due o più biciclette in 100 metri, il Sagan che conosciamo ha battuto Cancellara a cronometro e non si ferma nemmeno a suon di cannonate. È così che quello che pareva un successo sfumato nell'ultimo chilometro diventa la quarta vittoria di Peter Sagan su sei tappe.

La Wittnau-Bischofszell non prevede un dislivello insuperabile, tutto il contrario (tre Gpm di 3a categoria e due di 4a spalmati lungo i 198.5 km), non per nulla parrebbe una frazione adatta all'arrivo di un'altra fuga, dopo quella di ieri in cui ha prevalso Isaichev. Infatti sono numerosissimi gli scatti ed i controscatti ad inizio frazione ma qualsiasi tentativo di fuga iniziato non va bene alla maglia gialla Rui Costa.

Bisogna perciò attendere il chilometro 34 per vedere cinque uomini allontanarsi. Il quintetto è composto da Rubens Bertogliati (Team Type 1-Sanofi), Vicente Reynes (Lotto Belisol), Troels Rønning Vinther (Saxo Bank), Matteo Montaguti (AG2R La Mondiale) e Baden Cooke (Orica-GreenEDGE).

Proprio Bertogliati è il più pericoloso, 25° a 1'45" da Rui Costa, e così l'elvetico del Team Type 1-Sanofi a farsi riassorbire dal gruppo per non compromettere la buona riuscita della fuga. Una volta rientrato nei ranghi Bertogliati, Raynes, Vinther, Cooke e Montaguti procedono di comune accordo e guadagnano fino a 3' sul gruppo.

Gruppo che viene tirato dalla Movistar e che ad un certo punto inizia a giuardarsi in faccia. Per non sbagliare, è la Liquigas che si porta in testa: tutti per Sagan. Si transita per un paio di tornate sul traguardo di Bischofszell, affrontando altrettante volte i Gpm di Ärgete e di Schocherswil. Negli ultimi 20 km la Liquigas porta Dall'Antonia e Moser davanti a supporto di Sagan, perché i quattro davanti, di farsi riprendere, proprio non se la sentono.

La Movistar dà una mano ai Liquigas ed ai -3 km i fuggitivi sono ripresi. Montaguti e Vinther però non ci stanno e rilanciano, portandosi avanti al gruppo di alcuni metri: sanno bene che l'arrivo è in leggera salita e che molto probabilmente non potranno giocarsi le loro carte ma provano ugualmente ad anticipare. Insegue a tutta velocità la Movistar, Rui Costa in terza ruota e subito dietro Óscar Freire; pare un grande pericolo per Sagan e per i velocisti che si giocheranno la tappa ma non andrà oltre il 5° posto.

All'entrata di Bischofszell il gruppo è compatto e la Lampre si pone in testa al plotone. Subito dopo parte Danilo Hondo ma il treno dell'Orica-GreenEDGE chiude subito sul tedesco. E siamo alla fase finale, la strada inizia a salire, davanti Swift e Davis, Sagan sembra essere rimasto intruppato nelle retrovie. Non basta formulare il pensiero ed ecco apparire la sagoma di Peter. Esce da una delle ultime curve all'esterno, è nettamente più veloce e viene chiuso contro una transenna. Fortunatamente non cade, quasi rimbalza e prosegue come se niente fosse.

Ai 100 metri però Sagan è ancora dietro, seppur in rimonta, rispetto ad Allan Davis e soprattutto ad uno Swift lanciato verso la vittoria. Dovrà accontentarsi del secondo posto, il britannico, ché Sagan passato in tromba Davis, supera anche lui (sprintando con le mani sulle leve dei freni, va sottolineato). Quarta vittoria in sei tappe al Giro di Svizzera, esultanza da Usain Bolt. Se ci pensiamo il Peter Sagan ammirato su queste strade è un fulmine, proprio come il noto campione dell'atletica. Quarta piazza per Albasini, poi Freire, Mondory, Marcato, Bazzana, Breschel e Francesco Gavazzi a chiudere la top ten.

«Gli arrivi del Tour de Suisse non sono mai lineari e in questi casi bisogna inventarsi qualcosa per trovare gli spazi. Oggi è stato necessario un lavoro extra, in primis per prendere le posizioni di testa nel finale, poi per lanciare la volata. Nell'ultima curva sono entrato a tutta velocità per non rimanere intruppato, arrivando a sfiorare le transenne. In quel momento mi sono trovato chiuso ma appena Swift è partito ho creduto nella rimonta e ce l’ho fatta», dichiarerà il fenomeno slovacco a fine gara.

In classifica non cambia assolutamente nulla, con Rui Costa in giallo davanti a Fränk Schleck ed a Roman Kreuziger. Domani qualche cambiamento è sì previsto, con i 34 km a cronometro attorno a Gossau. Non una crono piatta ma un continuo saliscendi che costringe a rilanciare di continuo. Improbabile che Rui Costa mantenga la leadership, ancor più improbabile che Sagan possa esultare ancora, le tappe per lui sulla carta sono finite. Già, sulla carta, perché di fronte ad un corridore così non si può escludere domani e nei giorni successivi di vederlo esultare à la Bolt. O dovremmo dire, à la Sagan?

Francesco Sulas

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