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Tour de France 2011: LL Sánchez vince, Voeckler in giallo - Cadute: Vinokourov e Van den Broeck out

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Per Luis León Sánchez terzo successo di tappa al Tour in carriera © BettiniphotoAncora ieri Alexandre Vinokourov, benché non più col colpo letale in canna, era in lotta per un successo di tappa, dando spettacolo in momenti della corsa che gli altri big nemmeno prendono in considerazione per pensare di poter far qualcosa. Ieri sugli scudi, oggi giù per una scarpata: quando Johnny Hoogerland, passando col vantaggio dei fuggitivi di giornata su quella curva nella discesa del Col du Pas de Peyrol (anche noto come Le Puy Mary), aveva evitato miracolosamente la caduta, avevamo capito che quel punto era particolarmente insidioso, e lo sarebbe stato ancor più per un gruppo che vi passasse a ranghi serrati.

Purtroppo, proprio su quella semicurva, per il gruppo è stata proprio un'ecatombe: caduta di tanti, e peggio di tutti è andata proprio al nostro grande Vino, finito fuoristrada, giù nel bosco. Vedere che due addetti dell'Astana e due compagni di squadra facevano fatica ad aiutare il kazako a risalire quel terrapieno è stata una stretta al cuore (ci si passi il momento neosentimentale, ma Vino è Vino), ed è risultato subito chiaro che Alex quasi certamente non sarebbe risalito in sella. È inutile perderci nelle solite metafore sui guerrieri in bicicletta, quelli che quando cadono pensano come prima cosa a riprendere la bici e ripartire; tutte cose che già sappiamo. Invece stavolta le metafore stanno a zero mentre il referto è malevolo: frattura del femore destro per Vinokourov, che abbandona quello che dovrebbe essere stato il suo ultimo Tour e, chissà, forse anche una carriera irripetibile.

Poi magari il kazako ci ripenserà, come già fatto l'anno scorso (si doveva ritirare a fine 2010), guarirà, tornerà ancora in gruppo. Vedremo; nel frattempo c'è solo rammarico e dispiacere in quelli che hanno sempre amato la maniera generosa di interpretare il ciclismo di Vino.

Rammarico che certamente si estende anche a Jurgen Van den Broeck, chiamato all'impresa epocale di riportare il Belgio sul podio del Tour, e molto convinto di poterci riuscire. Ma su quella curva disgraziata il corridore della Omega Pharma-Lotto ci ha lasciato una scapola: frattura e ritiro anche per lui, e un altro protagonista in meno per la classifica della Grande Boucle (dopo Brajkovic, dopo Wiggins, dopo Horner, ecco Vinokourov e Van den Broeck ultimi immolati alle cadute). Nell'occasione, sono finiti giù anche David Zabriskie (polso fratturato, ritiro), Frederik Willems (clavicola fratturata, ritiro: l'abbiamo detto sopra che è stata un'ecatombe), Irizar, Millar, Klöden (che invece son ripartiti). Nel corso della giornata (giacché finiamo il bollettino) non era partito Gárate, si erano ritirati Poels, Brutt e Txurruka (anch'egli per una caduta), e Contador, tanto per non perdere l'abitudine, aveva inanellato un altro capitombolo, dopo un'ottantina di km.

Infine, l'episodio più assurdo: avevamo già visto qualche giorno fa una moto al seguito agganciare Nicki Sörensen e buttarlo giù, ma quanto accaduto oggi è - se possibile - ancor più grave: un'auto della televisione francese, nel maldestro tentativo di sorpassare i fuggitivi, si è allargata nella stradina, ha poi scartato per evitare un albero sulla banchina (!), e così facendo ha preso in pieno Flecha, il quale, cadendo, ha fatto volare Hoogerland, finito sul paletto di un recinto (impigliandosi nel filo spinato) dall'altra parte della strada dopo una paurosa capriola. Entrambi, plurimedicati tra mille sofferenze, hanno ripreso la corsa, ma hanno ovviamente perso il treno buono. Una situazione inconcepibile.

La corsa, di fronte a queste news, perde chiaramente rilevanza, e dire che c'erano tutti i presupposti per divertirsi veramente. Su impulso di Voeckler, scattato per il primo Gpm di giornata, era partita una fuga di 6 uomini: con T-Blanc, l'avversario per la maglia a pois Johnny Hoogerland, e poi Luis León Sánchez, Juan Antonio Flecha, Sandy Casar e Niki Terpstra. Sei fuggitivi coi controfiocchi, in gruppo lo sapevano e per questo hanno deciso di non lasciare più di 3' agli attaccanti. Con questo margine lo scollinamento dal Pas de Peyrol (ai -109), traguardo vinto da Voeckler su Hoogerland, come già il primo Gpm.

Sulla discesa Hoogerland si è staccato dagli altri (Terpstra aveva già salutato la compagnia sulla salita), ma quel che più conta, il gruppo si è praticamente fermato, in attesa di notizie dei caduti citati sopra. Il risultato è stato che i fuggitivi hanno incrementato il loro vantaggio fin quasi a 8': il limite massimo è stato toccato in vetta al Col du Perthus (Gpm di 2a ai -92), al cui traguardo Hoogerland (intanto rientrato sulla salita) ha preceduto Voeckler.

Il gruppo, tirato dalla Omega Pharma, ha quasi dimezzato il distacco nei successivi 30 km, mentre Voeckler e Hoogerland, alla luce del nuovo maxivantaggio, trovavano un accordo: ti lascio i Gpm se tu poi mi aiuti a tirare fino in fondo. E già, perché T-Blanc sentiva nitidamente l'odore di maglia gialla, avendo da Hushovd solo 1'29" di ritardo in classifica. Quindi Johnny, aggiudicandosi i Gpm di Cère, Chevade e Prat de Bouc, ha messo in cassaforte la maglia a pois.

Sulla citata salita di Prat de Bouc, 2a categoria ai -54, si è consumata la resa del gruppo: infatti gli inseguitori non potevano tenere un ritmo troppo alto per non far staccare troppi di loro (vedi il comportamento dei Garmin che hanno cercato di preservare la maglia gialla). L'andatura della Omega Pharma non era irresistibile, e nel frattempo i 5 davanti pescavano nella riserva che si erano tenuti da parte proprio quando il gruppo aveva rallentato. E poi, insomma, li conosciamo quei cinque, già in condizioni normali non sarebbe stato facile riprenderli.

Sulla discesa del Prat de Bouc, a meno di 40 dal traguardo, il fattaccio dell'automobile, che ha fatto fuori Flecha e Hoogerland, lasciando in testa da soli Voeckler (il più impegnato a tirare), Casar e LL Sánchez; il gruppo, intanto, vedendo che il gap non scendeva più, ha definitivamente tirato i remi in barca negli ultimi 20 km, lasciando ai tre battistrada il compito di giocarsi il successo di giornata.

Voeckler, oltre ad aver tirato praticamente da solo per chilometri e chilometri, e più che mai negli ultimi, si è pure incaricato di lanciare la volata, sulla rampetta dell'arrivo. Partito l'alsaziano ai 250 metri, LL non ha perso tempo e ha risposto subito, mentre Casar restava sui pedali, praticamente ingolfato. Malgrado la tenacia di T-Blanc, Sánchez non ha avuto difficoltà alcuna ad allungare andando a cogliere il suo terzo successo di tappa al Tour, per dedicarlo alla moglie incinta.

Il gruppo, regolato da Gilbert su Velits, Evans e Andy Schleck, è arrivato a 3'59", e alcuni uomini di classifica (Basso, Klöden, Gesink - che sulla prima salita di giornata si era addirittura staccato dal gruppo - Leipheimer, Roche) hanno preso il buco, pagando 8". Da tutto ciò deriva una classifica completamente nuova, con Voeckler in giallo (7 anni dopo il suo famoso Tour del 2004) con 1'49" su Sánchez Gil, 2'26" su Evans, 2'29" su Fränk e 2'37" su Andy Schleck, 2'38" su Martin e Velits, 2'43" su Klöden, 2'55" su Gilbert e 3'08" su Fuglsang. Basso e Cunego, divisi ora da un solo secondo (3'36" il ritardo di Ivan da Voeckler, 3'37" quello di Damiano), sono appena fuori dalla top ten.

Marco Grassi

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