Warning: include() [function.include]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/BackgroundProcess.class.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/background_process/background_process.module on line 22

Warning: require() [function.require]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/context.core.inc) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/context/context.module on line 3
Tour de France 2011: Facciamo il punto sulla classifica - Bene fin qui Basso e Cunego. Contador c'è | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Tour de France 2011: Facciamo il punto sulla classifica - Bene fin qui Basso e Cunego. Contador c'è

Versione stampabile

Damiano Cunego con Alberto Contador e Andy Schleck nel finale di tappa di SuperBesse © BettiniphotoQuello di SuperBesse era il giorno che ci eravamo segnati per fare un punto della situazione di classifica del Tour de France, per fare un minibilancio dopo una bella settimanella di corsa, e per analizzare i possibili sviluppi della gara nella settimana che ci porterà sui Pirenei.

A causa di varie cadute ci siamo giocati alcuni dei possibili protagonisti della top 10, ma se vogliamo essere onesti con noi stessi non possiamo negare che Wiggins e Brajkovic, anche al top delle loro capacità, sarebbero stati sì dei buonissimi comprimari, ma con poche chance di centrare eventualmente un podio.

Certo, va riconosciuto che la RadioShack esce dalla prima settimana con ambizioni seriamente ridimensionate, sia per il ritiro di Brajkovic che per quello, avvenuto stamattina, di Horner (che pure poteva essere lì nel gruppetto dei migliori fino a un certo punto delle salite più dure); ma forse, ancor più, per i minuti lasciati per strada da Levi Leipheimer, che tra una strisciata sul guardrail a Lisieux e una caduta a Châteauroux è scivolato a 4'43" (totale in cui computare anche i 14" persi oggi rispetto a Evans e soci) dalla maglia gialla.

Una distanza che lo pone fuori causa non tanto per il gap in sé, quanto per il numero di corridori da classifica che dovrebbe scavalcare. Quindi alla RadioShack non rimane che affidarsi ad Andreas Klöden, che invece è stato fin qui tra i più convincenti del lotto, tanto è vero che è quarto della generale a 10" da Hushovd (e quindi 9" da Evans: il calcolo è facile, basta togliere un secondo al distacco dalla maglia gialla).

Se Evans è stato fin qui a dir poco scintillante, lottando su tutti gli strappi e strappetti dei vari traguardi tendenti all'insù, e cogliendo la ciliegina della vittoria di Mûr-de-Bretagne su Contador, è opinione abbastanza comune che l'australiano possa avere un calo nella seconda parte di Tour. Tale opinione è corroborata da diverse esperienze passate (Tour 2007 e 2008, Vuelta 2009, Giro 2010: occasioni in cui Cadel, pur abbastanza favorito a un certo punto, non riuscì a finalizzare come ci si sarebbe aspettati all'epoca), e anche dal pensiero che oggi l'ex Campione del Mondo abbia 34 anni e non 28... D'altra parte, l'età che avanza potrebbe aver dato ulteriore fondo a Evans, che in ogni caso è brillante come poche altre volte l'abbiamo visto in passato. La sensazione è che Cadel potrebbe tranquillamente non vincere, ma che potrebbe avocare a sé uno dei due gradini minori del podio.

L'età che avanza è una brutta bestia, in effetti, e l'abbiamo visto oggi con Vinokourov: l'immenso kazako era lanciato verso un successo che in altri tempi (o in altri scenari, ovvero in corse con meno qualità di questo Tour) non gli sarebbe mai sfuggito, e invece all'ultimo chilometro Alex ha rinculato, si è impastato con le sue stesse gambe, ed è già tanto che abbia mantenuto una posizione di retroguardia nel gruppetto dei big su cui poco prima aveva mezzo minuto di vantaggio. Vino in classifica è 11esimo a 32" da Hushovd, la sua imprevedibilità ne fa sempre un cliente da tenere attentamente d'occhio, ma anche per il capitano dell'Astana (che conta sempre su un ottimo Tiralongo, e forse - se Roman si riprende - potrà avere a disposizione anche un Kreuziger abbondantemente fuori classifica) non riusciamo a vedere un futuro prossimo diverso da quello del comprimario da top 10.

Chi invece se la spassa se guarda la generale al momento sono i fratelli Schleck. Al momento Frankie è terzo a 4" da Thor, e Andy sesto a 12". In mezzo, al quinto posto (sempre a 12") c'è pure Fuglsang, terzo uomo di una Leopard che è uno squadrone impressionante: se consideriamo pure Monfort e Gerdemann, poco oltre la 20esima posizione e i 2' di ritardo dalla maglia gialla, vedremo di quante frecce disporrebbe l'arco del team manager Kim Andersen, che veramente potrebbe imbastire qualsiasi tattica a questo punto (e non abbiamo nemmeno citato un certo Fabian Cancellara...). Il problema in questo caso è di personalità, perché se diamo per assunto che il capitano sia Andy (e in effetti, dei cinque Leopardi che ancora sono più o meno in classifica, il fratellino è l'unico che possa davvero battere Contador), bisognerà capire se il minuto e mezzo che al momento lo separa dal campione uscente possa essere sufficiente.

Perché se ci aspettiamo che Schleck possa attaccare seriamente Contador sulle montagne, rischiamo di rimanere delusi. La corsa si è messa come meglio non poteva sperare Andyno, che potrà giocare di rimessa proprio come piace a lui, ma a parte che questo si tradurrebbe in una paurosa carenza di spettacolo, potrebbe anche succedere che il minuto e mezzo in questione non basti al lussemburghese per difendersi nel prefinale a cronometro di Grenoble.

Se Schleck avrebbe tutto l'interesse a (provare a) staccare Contador da qualche parte tra Pirenei e Alpi, dal canto suo Alberto ha proprio l'obbligo di attaccare. Un obbligo che si tramuta automaticamente in pressione per un Contador che non ha avuto un inizio di Tour facile; anche se tenderemmo a prendere molto più per buone le sensazioni ricevute dal Mûr-de-Bretagne (dove il campione di Pinto ha fatto secondo, arrendendosi solo al più veloce Evans) che da qualche tentennamento percepito qua e là. Dovessimo scommettere oggi, diremmo Contador vincitore a Luz Ardiden e Tour destinato a instradarsi sui binari che sono stati consueti negli ultimi anni. Il minuto e 42" che Alberto paga al momento alla maglia gialla (e quindi i ritardi minori nei confronti di tutti i rivali che lo precedono) non rappresenta un distacco che possa minimamente far considerare fuori gioco lo spagnolo.

Detto che la coppia HTC (Martin e Velits, attualmente settimo e ottavo a 13" da Hushovd) non offre troppe garanzie di tenuta nei tapponi (per quanto Velits, reduce da un podio alla Vuelta, potrebbe non finire lontano dalla top 5), e detto che i più forti farebbero bene a non sottovalutare Van den Broeck, che è dodicesimo a 39" e che dà l'impressione di non aver ancora mostrato il meglio di sé, spendiamo due parole per un Robert Gesink che oggi ha inopinatamente perso oltre un minuto, rotolando fino alla 17esima posizione, a 1'28" da Hushovd. L'olandese, se riuscisse da qui a giovedì intanto a non cadere, e poi a recuperare una condizione psicofisica decente, tornerebbe, sui Pirenei, uno degli uomini più accreditati per la lotta di altissimo livello. Il problema è che la doppia precondizione che dovrebbe lanciare Robert sulle prime salite vere non è così facile da verificarsi, purtroppo.

I francesi, poi: tra Gadret, Kern e i giovani (Coppel su tutti) ci si attendeva anche una presenza transalpina in classifica, ma fino a qui i reduci dal Giro (ci mettiamo dentro pure Dupont, che in Italia non aveva certo sfigurato accanto allo stesso Gadret) hanno deluso e sono decisamente fuori dai giochi; Kern invece si è ritirato (ma francamente gli entusiasmi prodotti al Delfinato erano difficilmente replicabili per lui alla Boucle), mentre Coppel, tra una caduta e un buco, si trova a pagare 3'34": il posto nei 10 non gli è certo precluso, ma da qui in poi non dovrà più sbagliare (visto che mettiamo nel conto che possa perdere altro terreno rispetto ai più forti, che almeno non regali minuti per distrazione o sfortuna nelle tappe interlocutorie).

Posto nei 10 che non è precluso a maggior ragione a Samuel Sánchez, che paga ancora la pessima cronosquadre dell'Euskaltel, e che è a 2'36" in classifica (ma riuscirà poi a concretizzare la favoleggiata alleanza in corsa con Contador, entrambi obbligati a recuperare terreno?).

Infine - regalata una citazione quantomeno a Roche, che è 14esimo a 1'12" e che fra le seconde schiere è uno degli uomini più convinti - occupiamoci degli italiani. I due che abbiamo in classifica, per la precisione: Basso (13esimo a 1'03") e Cunego (15esimo a 1'12"). Destinati da anni a incarnare l'ultima (anzi la penultima, contando Nibali-Scarponi) rivalità tra corridori azzurri, non sono in realtà riusciti a duellare mai. Il Sammommé al Giro 2005 (dopodiché Damiano saltò per la mononucleosi), poi qualche chilometro di Maielletta al Giro 2006 (da lì in poi Basso fu siderale nella corsa rosa; e dopo il Giro venne messo in prepensionamento da OP), nulla nel 2007 e nel 2008 (anni di stop per Ivan), e ancora mai pure al rientro del varesino alle corse, in stagioni - le ultime - veramente trascurabili per il Cunego da GT.

Ora i due si ritrovano lì, vicini vicini, sia tra loro che nei confronti dei principali favoriti della Grande Boucle, e la cosa sinceramente un certo effetto ce lo fa. Oggi Cunego ha dato una punturina, certo giovandosi di un arrivo particolarmente adatto a lui (settimo alla fine), ma Basso, che ha più chance di ben figurare alla lunga, è stato ugualmente encomiabile per non aver perso che lo stretto necessario sugli strappetti (non proprio a lui congeniali) di questa prima settimana. Damiano ha probabilmente l'intenzione di provare a tenere in classifica, e sarebbe un sogno rivederlo anche solo ai livelli delle due vittorie alla Vuelta 2009 (nella prima venne lasciato andare dagli avversari, ma nella seconda vinse di forza) oppure, per venire a tempi recentissimi, a quelli dell'ultimo Giro di Svizzera.

Il podio (per Basso) e una top 10 (per Cunego) sono oggi obiettivi che paiono molto più abbordabili di quanto non sembrassero alla vigilia vandeana di questo Tour. E questa, in una stagione in cui il ciclismo italiano ha dovuto sempre applaudire avversari più forti dei suoi rappresentanti, è comunque una notizia se non sensazionale, quasi.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano