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Parigi-Nizza 2011: De Gendt, un sorriso per la Vacansoleil - Il belga primo su Roy, Haussler e Sagan | Cicloweb

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Parigi-Nizza 2011: De Gendt, un sorriso per la Vacansoleil - Il belga primo su Roy, Haussler e Sagan

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Thomas De Gendt, primo a Houdan nella tappa d'apertura della Parigi-Nizza © Bettiniphoto

Ce ne eravamo già accorti l'anno scorso ma oggi ne è arrivata un'altra bella testimonianza: appena le acque si fanno un po' agitate ed iniziano a sorgere problemi la Vacansoleil è capace di reagire in una sola maniera, vincendo. È notizia di ieri, infatti, l'idea di Pat McQuaid di convocare i vertici della formazione olandese per spiegare la politica di ingaggi della squadra dopo i problemi di Riccò e la situazione ancora in stallo (sebbene al momento potrebbe correre) di Mosquera; a questo poi si aggiungono anche le voci su possibili sorprese negli inviti per il prossimo Giro d'Italia con la Vacansoleil che potrebbe rischiare di rimanere a casa nonostante sia in possesso di una licenza come Pro Team. Per un giorno però i corridori possono dimenticare tutto ciò perché Thomas De Gendt ha portato a casa un bellissimo successo riuscendo a portare fino al traguardo una fuga nata a poco meno di 40 km dall'arrivo: questo promettente 24enne belga ci aveva già provato al Tour Down Under arrivando secondo nella tappa vinta da Cameron Meyer e pure alla Volta ao Algarve aveva fatto capire di stare molto bene chiudendo al decimo posto nella classifica finale.

Ma la tappa di oggi è stata interessante non solo per la rivincita della Vacansoleil ma anche, e soprattutto, perché dopo molte polemiche nella passate settimane si tornava a correre con le radioline visto che il loro uso è ancora permesso nelle prove del World Calendar. Visto l'esito e lo svolgimento della tappa, forse a qualcuno potrebbe essere scappata la voglia di usarle ma anche i fermi sostenitori della teoria che siano proprie queste ad impedire il buon esito di un'azione da lontano si sono dovuti prendere una bella dimostrazione del contrario: proprio in settimana Jens Voigt aveva scritto una lettera aperta all'UCI bollando quella teoria come "leggenda metropolitana". Proprio Voigt ha fatto vedere come si passa dalle parole ai fatti perché insieme a De Gendt c'era anche lui oltre al francese Jeremy Roy.

La tappa era partita a ritmo decisamente blando e solo dopo 15 km ha preso il largo la prima fuga del giorno che aveva come protagonisti un francese, Damien Gaudin (Europcar), e uno spagnolo, Gorka Izagirre (Euskaltel). Il vantaggio è cresciuto fino a 8'15" ma il vento e dei calcoli sbagliati da parte del gruppo hanno fatto crollare il gap più velocemente del previsto: a 60 km dall'arrivo era già sceso sotto i due minuti ed i due battistrada si sono definitivamente arresti a 40 km dal traguardo finale dopo essere rimasti in avanscoperta per 98 km. A questo punto, quasi in contropiede, è nata la fuga decisiva con De Gendt, Roy e Voigt: visto che la distanza dal traguardo era ancora abbastanza considerevole all'inizio il plotone ha lasciato fare ma quando il distacco ha superato i 50" le squadre dei velocisti hanno reagito. Stavolta però il vento non ha creato problemi ai tre che davanti pedalavano in grande accordo ma al gruppo: strade strette e tortuose, infatti, hanno diviso il gruppo il tre tronconi. Il molti hanno pagato lo sforzo fatto per rientrare e ciò ha influito sull'inseguimento successivo: nonostante in testa al gruppo si alternassero diversi uomini (in particolare i Movistar) il distacco dal trio di testa è rimasto stabile attorno ai 25" fino praticamente all'ultimo chilometro.

A questo punto i fuggitivi hanno cominciato a studiare le mosse migliori per giocarsi il successo: il più furbo è stato proprio Thomas De Gendt che più di tutti è rimasto coperto in terza ruota lanciandosi poi ai 300 metri finali non lasciando scampo ai due compagni di avventura che forse hanno pagato anche un rapporto un poco più duro rispetto al belga. Da dietro il gruppo lanciatissimo era quasi riuscito a chiudere il buco e probabilmente ci sarebbe anche riuscito se davanti avessero iniziato a controllarsi prima del triangolo rosso dell'ultimo chilometro: la volata dei battuti se l'è aggiudicata Heinrich Haussler che è riuscito a prendere almeno l'abbuono per il terto posto visto che Voigt s'è rialzato negli ultimi metri; alle spalle del corridore della Garmin s'è piazzato il solito infaticabile Peter Sagan che aveva fiutato la possibilità di guadagnare quattro utilissimi secondi per la classifica generale ma che invece s'è dovuto accontentare del quarto posto. Quinto invece Gregory Henderson che puntava molto su questa tappa. Domani altra tappa completamente pianeggiante, difficile che il gruppo sbagli nuovamente i suoi conti ma potrebbe pensarci di nuovo il vento a movimentare il tutto.

Sebastiano Cipriani

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