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A caccia di giovani talenti - Guida alle atlete (straniere) più promettenti

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Se un ragazzo di 22-23 anni che vince un paio corse di media importanza viene subito indicato dagli addetti ai lavori come un potenziale ottimo corridore, è ben noto che a quell'età ci sono ragazze che hanno già fatto incetta di vittorie nella massima categoria. Basta pensare agli immensi (e precocissimi) talenti di Marianne Vos e Nicole Cooke, o alla stessa Fabiana Luperini, vincitrice del suo quarto Giro d'Italia a soli 24 anni. Dunque, se vogliamo cercare talenti in gonnella per tutto il mondo, rivolgeremo la nostra attenzione alle ragazze nate dopo il 1° gennaio 1988. In questa occasione daremo uno sguardo all'estero, riservandoci prossimamente di puntare la lente d'ingrandimento sulle atlete di casa nostra.

Tradizionalmente molto attenta alla pista, l'Australia negli anni ha saputo dare anche ottime atlete al ciclismo su strada. Evidentemente la percentuale di sprinter e crono-woman è sempre stata molto alta e le ultime generazioni non fanno di certo eccezione. Chloe Hosking (1990, in foto) si è rivelata al mondo, fulminando Rochelle Gilmore nella Wellington Women's race. Altre tre vittorie e innumerevoli podi in gare internazionali hanno attirato su di lei le attenzioni del Team Columbia di Ina Teutenberg. Occhio anche alla coetanea Lauren Kitchen, la più giovane ad aver concluso il Giro d'Italia 2009, a soli 18 anni e 7 mesi.
Tiffany Cromwell (1988, in foto) è sicuramente cresciuta costantemente nelle sue tre stagioni nella massima categoria nella formazione statunitense Colavita ed è ormai pronta per il salto di qualità. Ottima a crono (ne ha vinta una all'ultima Route de France) e discreta scalatrice, sarà una delle giovani da tenere certamente d'occhio nel neonato Team Skyter.
Chi finora ha lasciato raramente la pista per la strada è Josephine Tomic (1989). Campionessa del mondo tra le Juniores nell'inseguimento e nella corsa a punti, nonché nella cronometro su strada, nel 2009 ha raggiunto il tetto del mondo anche tra le Élite, nella specialità dell'omnium. Il fatto che nella stagione 2010 correrà con la belga Lotto-Belisol, ci fa presumere che nella prossima stagione avremo modo di vederla all'opera con più costanza sull'asfalto.

Se pensare di scovare un'altra Marianne Vos - che a soli 22 anni ha già vinto quasi tutto quello che c'è da vincere - attualmente appare impossibile, il movimento olandese si dimostra comunque buono. Date le caratteristiche del territorio, spesso sferzato da un forte vento, la maggior parte delle nuove leve (anche per l'abitudine ad iniziare a confrontarsi con le Élite fin dalla categoria Juniores) mostra attitudini da passista-veloce, in grado di dire la propria anche in gare che prevedono la presenza di insidiosi tratti in pavé. Il nome più interessante è senza dubbio quello di Chantal Blaak (1989, in foto), vincitrice del titolo europeo in linea in questa stagione con una splendida azione da lontano ma capace di piazzarsi tra le prime dieci anche in due impegnative prove di Coppa del Mondo come la Ronde Van Drenthe (terza) e il Trofeo Binda a Cittiglio (ottava), che ci permettono di intuire un'ottima propensione per le gare in linea. Sempre nelle file della Leontien.nl (squadra nata per volontà di Leontien Van Moorsel e che si propone di formare giovani atlete per il prossimo evento olimpico) si segnala un'altra buona passista, Lucinda Brand, coetanea di Blaak.
Anche la pista ed il ciclocross rivestono la loro importanza e se nella prima, oltre a Vos e Van Dijk, in questi anni si è messa in evidenza anche Elise Van Hage (classe 1989, vincitrice di un titolo mondiale e di titoli europei da junior nello scratch e nella corsa a punti), nel fuori strada si sta mettendo sempre più in luce Sanne Van Paassen (1988, in foto), capace di rivaleggiare con le migliori al mondo della specialità (quarta nell'ultimo mondiale di ciclocross). Tra le più giovani occhio ad Amy Pieters (1991), abile nelle prove contro il tempo e Laura Van Der Kamp (1992), ruota veloce e vice-campionessa europea tra le Juniores in questa stagione.

In un paese abituato tradizionalmente a nutrirsi di pane e ciclismo, fino a qualche anno fa il movimento femminile proponeva qualche discreta atleta e nulla più. Nelle ultime stagioni invece hanno portato alla ribalta un buon gruppo di giovani, su cui si è riusciti a lavorare bene fin dalle categorie giovanili, abbinando con successo la strada alla pista. La classe più fruttuosa finora è stata quella del 1990 e non a caso sono arrivate una medaglia d'argento ed una di bronzo nell'inseguimento a squadre ai campionati mondiali ed europei Juniores, ad opera di tre ottime atlete: Evelyn Arys, Jolien D'Hoore (in foto), campionessa del mondo su strada tra le junior nel 2008, e Jessie Daams, messasi in ottima mostra alla Tirreno-Adriatico 2008 Juniores. A differenza della Arys, le ultime due militano nella Topsport Vlaanderen, che proprio come avviene tra i professionisti uomini, dimostra di avere un particolare occhio di riguardo per le atlete più giovani.
Bene finora ha fatto anche Kelly Druyts (1989, in foto), buona passista ma capace di difendersi bene anche negli arrivi a ranghi compatti, come dimostrano anche i piazzamenti racimolati nell'edizione 2008 della Grande Boucle Feminine (in questa stagione si è aggiudicata il campionato di Vallonia). Buone risultanze vi sono anche nel fuoristrada, con Sanne Cant (1990) costantemente tra le prime dieci nelle principali gare di ciclocross e Maaike Polspoel (1989) che pare maggiormente a suo agio nella MTB. Occhio anche a Kaat Hannes (1991) tra le ragazze più giovani. Vale la pena citare anche la campionessa lussemburghese Nathalie Lamborelle, discreta sprinter, con buoni margini di miglioramento.

Per introdurre il movimento britannico non si può prescindere dal binomio inscindibile con la pista, in cui il poter contare su atlete in grado di ambire ai traguardi più importanti è fondamentale per una nazione decisa non solo a confermarsi come superpotenza sui velodromi ma anche a far man bassa di medaglie alle prossime Olimpiadi da disputare in casa. È stata la pista a formare Elizabeth Armitstead (1988, in foto), talento che va ad affiancarsi a Nicole Cooke ed Emma Pooley e che in futuro potrebbe confermarsi come atleta di tutto rispetto. Fortissima sui velodromi (campionessa del mondo nell'inseguimento a squadre, oltre che vincitrice di titoli europei nella stessa specialità e nello scratch, dove si è aggiudicata anche la coppa del mondo), nell'ultima annata si è dedicata maggiormente alla strada con evidenti miglioramenti in salita, che le hanno permesso di ottenere importanti risultati come il 3° posto al Tour de l'Ardeche (con un successo di tappa) ed il 15esimo posto al Giro d'Italia dove però ha conquistato la maglia bianca di miglior giovane. Il passaggio alla Cervélo può rappresentare un'altra tappa importante per la sua carriera.
Interessante anche Katie Colclough (1990, in foto), ottima passista adattissima alle prove di inseguimento ma in grado di ben figurare anche su strada, dove si è classificata quarta nella prova a cronometro ai campionati europei Juniores nel 2008 ma soprattutto ha conquistato l'argento nella prova in linea tra le Under 23 nell'Europeo 2009. Grande inseguitrice è anche Joanna Rowsell (1988), due volte campionessa mondiale nel terzetto mentre Alexandra Greenfield (1990), specialista della corsa a punti che le ha regalato due titoli europei da Juniores, ha affinato le sue doti di passista mettendosi in luce in gare olandesi o in Belgio. In prospettiva, tra le ragazze classe 1990, attenzione anche ad Hannah Mayho, campionessa europea nell'inseguimento individuale e a squadre tra le Juniores, e a Lucy Martin, in gara anche a Mendrisio.

Nutrite e molto temibili negli appuntamenti che contano a livello giovanile anche le nazionali di Russia, Ucraina e Lituania, che spiccano per qualità su tutte le altre repubbliche ex-sovietiche. Alexandra Burchenkova (1988, in foto) ha dimostrato in più occasioni di essere atleta solidissima, forte a crono e in salita e capace di battagliare con buoni risultati con l'élite del ciclismo femminile anche nelle gare a tappe. Altra freccia nell'arco russo è il neo acquisto della Safi, Oxana Kozonchuk (1988), forse un pizzico meno competitiva in salita della coetanea, ma eccellente sul passo.
Stesso anno di nascita per l'ucraina Lesya Kalitovska, atleta di assoluta eccellenza in pista nelle specialità dell'inseguimento e corsa a punti, ma competitiva anche nelle poche apparizioni su strada, come sta a dimostrare il doppio podio europeo (3a a crono, 2a in linea) di Verbania. Più che discreta in salita si è dimostrata Olena Oliynyk (1989), che ha disputato l'ultima metà della scorsa stagione con la Chirio-Forno d'Asolo, spesso piazzandosi bene nelle tappe più impegnative di Grande Boucle, Ardèche e Giro della Toscana. Tra le Juniores Hanna Solovey sta facendo benissimo a crono.
La lituana della Safi Rasa Leleivyte (1988, in foto), già campionessa europea in linea, si troverà quest'anno a raccogliere la pesantissima eredità di Diana Ziliute, che in ogni caso potrà rappresentare per lei un'ottima guida tecnica. Ottimo spunto veloce e discreta resistenza in salita fanno pronosticare per lei un futuro da grande cacciatrice di classiche non troppo dure.

Nessuna delle scuole centroeuropee spicca nettamente sulle altre per qualità, ma nel complesso offrono un discreto numero di buone individualità. Un sicuro talento sta (finalmente) venendo fuori dalla Francia, il suo nome è Pauline Ferrand-Prevot (1992, in foto), che al primo anno tra le Juniores ha piazzato l'en plein di podi alle rassegne continentali e mondiali su strada (1a nella crono europea, 2a in quella mondiale, 3a in linea europea e ancora 2a al mondiale in linea), senza contare l'alloro iridato di categoria nel cross-country. Di qualche anno più grande Julie Krasniak, anche lei molto legata alle discipline del fuoristrada, ma sempre competitiva anche nelle sue prove sull'asfalto.
Molto performante nelle cronometro brevi è la tedesca Lisa Brennauer (1988, in foto), che sfrutta su strada le sue doti di inseguitrice in pista, essendo pedina stabile del terzetto tedesco in Coppa del Mondo. Un discreto spunto veloce le permette di comportarsi bene anche nelle volate non troppo affollate. Quest'ultima caratteristica la accomuna alla coetanea Denise Zuckermandel, quinta all'ultimo europeo e spesso piazzata allo sprint. Periodo di magra, invece, per la Svizzera che, chiusa l'era delle Brändli, Thürig e Doppmann, guarda a Emilie Aubry (1989), Jessica Uebelhart (1990) e Jessica Schneeberger (1989) come possibili future atlete di discreto livello.
La danese Trine Schmidt (1988) ha dimostrato in più occasioni ottime doti da crono-woman, che potrà affinare con l'età. Le stesse qualità che hanno permesso a Maria Grandt Petersen (1991) di conquistare tra le Juniores un oro iridato e un bronzo europeo di specialità e di attirare su di sé le attenzioni del Team Hitec Products.

Gli Stati Uniti, pur sfornando periodicamente atlete di ottimo calibro, decifitano un po' in quanto a vivai, anche perché spesso molte atlete incontrano il ciclismo agonistico quando ormai non sono più teenager, basti pensare alle varie Neben, Armstrong e Stevens. In questo momento nessun'atleta under 21 si segnala sulle altre, se escludiamo la giovanissima Coryn Rivera (1992) che, in ogni caso, deve ancora dare piena dimostrazione del suo presunto valore.
In Canada l'alteta di spicco è Julie Beveridge (1988, in foto) che, pur reduce da un'annata non all'altezza della precedente, ha dimostrato di avere numeri per diventare una buona atleta nel ciclismo europeo (nel 2010 correrà in Francia alla Vienne Futuroscope).
Al Tour de PEI, si è messa in mostra, vincendo una bella volata, la cubana Dalila Rodríguez (1988), che può vantare buoni risultati anche in pista.

Giuseppe Cristiano
Vivian Ghianni

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