Succede di tutto sugli sterrati toscani nella quinta tappa del GiroBio. La vittoria va al russo Ilnur Zakarin, più lesto dei diretti rivali ad inserirsi nella fuga buona e, se vogliamo, anche fortunato. Numerosi i tentativi di fuga ma gli Usa del leader Dombrowski non fanno andar via gente pericolosa come Novak. Nel primo tratto di sterrato la selezione è spietata, con la Trevigiani a fare un'andatura indiavolata. Nel secondo settore se ne vanno Barbin, Coledan, Novak, Sgrinzato, Tleubayev, Abreu, Zakarin e Di Serafino.
Alla partenza di Perugia il vincitore del Giro del Friuli Diego Rosa fa capire che ieri si doveva far gara dura per il capitano, Fabio Aru. Tutti sappiamo com'è andata «ma adesso non controlleremo più troppo i vari uomini di classifica, ieri s'è visto chi può vincere il Giro e chi no». E dai suoi trascorsi in MTB Diego ha imparato molto ma al contempo ha trovato difficoltà su strada a capire quando fare la corsa, quando forzare e quando no («In MTB siamo abituati a partire a tutta»).
Alla patenza di Perugia Edoardo Zardini analizza la prestazone del Terminillo, dove ha provato ma davanti a Dombrowski nulla ha potuto. Ed a proposito dello statunitense dice che lo si può mettere in crisi ma che anche per il Gavia lo vede favorito («Io già prima del Giro avevo detto che era Dombrowski il favorito. Ha un altro passo»). Sulle strade bianche verso Gaiole in Chianti qualcosa ci si può inventare qualcosa per mettere in difficoltà il leader «ma senza esagerare, in discesa se si prendono troppi rischi si può anche cadere».
Alla partenza di Perugia Donato De Ieso confessa che sull'arrivo in salita di ieri al Terminillo non è andato bene. Il freddo non gli ha permesso di far girare la gamba come avrebbe voluto. Oggi un'altra tappa insidiosa e poi sabato c'è il Gavia. Dombrowski ha sì dimostrato di essere il più forte in salita ma da qui al Gavia ci sono ancora cinque tappe...
Alla partenza di Perugia il vincitore dell'ultimo Giro delle Pesche NEttarine, Davide Formolo, analizza la tappa di ieri. Aveva avuto le forze per restare con i migliori ma quando s'è accorto che avevano un altro passo è stato costretto a lasciarli andare. Ma già oggi, con le strade bianche che condurranno a Gaiole in Chianti, «verrà fuori un bel macello». Giro chiuso a favore di Dombrowski? C'è ancora la tappa del Gavia che può stravolgere la classifica.
Manuel Bongiorno (Hopplà) a fine tappa ha pagato 1'14" dal vincitore Dombrowski. «Non ho voluto rischiare nella dicesa. Già non sono molto portato per le discese, in più c'era la nebbia e non ho voluto rischiare, così ho perso una venticinquina di secondi. Un atleta come Manfredi mi sarebbe stato molto utile ma la squadra è stata fenomenale e devo ringraziarla. Dombraowski? Lo si potrebbe già mettere in difficoltà nella tappa di domani, poi penso che il Giro andrà via liscio fino al Gavia».
Le parole del vincitore del Terminillo Joseph Dombrowski (Usa): «Sicuramente per me è una grande giornata. Ho preso un po' di vantaggio allo scollinamento, nella discesa le cose non sono andate per il meglio per via delle condizioni meteo. Comunque una grandissima giornata. Non ero sicuro di prendere la maglia rosa né mi aspettavo di prenderla già adesso. Insomma, è ancora presto ma da domani la squadra ed io lotteremo per difenderla».
Lo scalatore sardo della Palazzago Fabio Aru, oggi secondo sul traguardo del Terminillo alle spalle dell'americano Dombrowski, non poteva fare di più: «Oggi le gambe non erano delle migliori, l'americano se n'è andato a 10 km dalla fine ma non ho potuto tenere il suo ritmo. Ho staccato Bongiorno e Zakarin ma per le gambe che avevo il secondo posto era il massimo che avrei potuto ottenere. Ci stanno anche queste giornate. E da qui alla fine non c'è solo il Gavia...».
Il pronostico lo vedeva come uno dei favoriti per la vittoria finale del Giro Bio e lui ha risposto da campione al primo appello: il giovane americano Joe Dombroski ha attaccato a fondo sulla salita del Terminillo, che caratterizzava questa quarta tappa, e ha inflitto distacchi molto pesanti a tutti gli avversari.