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GiroBio 2012: Aru e Bongiorno ombre di Dombro - Sul Terminillo per Dombrowski tappa e maglia. Attardati i nostri | Cicloweb

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GiroBio 2012: Aru e Bongiorno ombre di Dombro - Sul Terminillo per Dombrowski tappa e maglia. Attardati i nostri

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Sul Terminillo il più forte di tutti è Joseph Dombrowski © Foto Scanferla

dal nostro inviato

Ci si attendevano le prime importanti risposte dal primo vero arrivo in salita di questo GiroBio, lungo gli oltre quindici chilometri di ascesa che conducevano al Terminillo, seguiti da 5 chilometri di discesa per giungere sul traguardo posto in località Campoforogna ed un primo eloquente responso è giunto: lo statunitense Joseph Dombrowski ha messo subito le cose in chiaro, dimostrando di non essere di certo venuto a fare da comparsa nella corsa rosa. Per di più alla prima occasione utile si è tolto tutti di ruota, involandosi verso il traguardo, per conquistare tappa e maglia di leader.

Sarà necessario inventarsi qualcosa già nelle più immediate tappe, visto il gap che lo statunitense è riuscito a mettere tra se e gli avversari (Aru e Bongiorno su tutti) e che, presumibilmente, avrà alcuna intenzione di veder scemare. Di certo solo le prossime giornate potranno dirci se l’ulteriore defezione patita dalla squadra americana (già rimasta con 5 corridori) con il ritiro di quel Ian Boswell che doveva essere uno degli uomini più validi in appoggio a Dombrowski si farà sentire, in ogni caso la strada verso Asiago è ancora lunga.

Poco dopo il via da Avezzano partono all’attacco il duo dell’Aran composto da Di Carlo e Brychak, il russo Frolov, lo statunitense Warbasse ed il bielorusso della Palazzago Bazhkou, a cui si unisce dopo chilometri anche il kazako Umerbekov. I sei conquistano subito un vantaggio di circa 2 minuti sul gruppo lungo il primo Gpm di giornata posto ad Ovindoli (dove è proprio Bazhkou a transitare per primo). Sulla strada che conduce a L’Aquila il gruppo reagisce (sotto l’impulso di Trevigiani, Colpack e Petroli Firenze), riducendo il distacco dai battistrada attorno ai 50 secondi.

Lungo l’ascesa verso il Passo delle Capannelle, seconda asperità di giornata si avvantaggia Bazhkou, interessato alla conquista dei punti del Gpm, e transita in cima con una ventina di secondi sugli altri fuggitivi mentre dal gruppo si registra una breve avanscoperta di Quintero (il plotone transita in vetta con 2’45” di ritardo). Sulla successiva discesa il Team Hopplà deve far fronte all’importante defezione di Manfredi, che dapprima rimane vittima di una foratura e poi cade nel tentativo di riportarsi sul gruppo, perdendo così svariati minuti (viene così a mancare un’importante spalla per Bongiorno sulla salita conclusiva). Superato il centesimo chilometro di gara, sulla strada che conduce al Traguardo Volante di Borbona, il gruppo dei fuggitivi si sfalda ed in testa rimangono i soli Frolov e arbasse, raggiunti per un breve tratto dal campano Fiorenza della Gragnano, che però si stacca non appena la strada riprende a salire. Il gruppo procede verso Leonessa e qui inizia qualche schermaglia, con i Palazzago già presenti nelle posizioni d’avanguardia (soprattutto Rosa, che entra in azione in questo frangente e perderà contatto dai primi non appena le pendenze del Terminillo si faranno più severe) mentre da dietro Pinaglia e il kazako Kulimbetov raggiungono Warbasse e Frolov (anche se il russo di lì a poco perderà contatto), col gruppo tirato dai Gragnano e dai Petroli Firenze che si avvicina sempre più.

Inizia così l’attesa ascesa al Terminillo, coi nuvoloni neri che minacciano pioggia e con la strada, che dopo 5-6 chilometri abbastanza agevoli, comincia a farsi sempre più aspra sotto le ruote degli atleti. Non a caso proprio quando le pendenze cominciano ad essere prossime alla doppia cifra, si inizia sul serio a ballare la rumba: appena superato il cartello dei meno dieci chilometri al traguardo, Bongiorno (dopo che l'Hopplà aveva alzato il ritmo in testa al gruppo) e Dombrowski rompono gli indugi e scattano, seguiti a breve distanza anche da Aru e dal russo Zakarin mentre il leader Villella non riesce a tenere le loro ruote e perde contatto. In pochi chilometri però, tornante dopo tornante, si capisce come lo statunitense sia in giornata di grazia e così nel raggio di un paio di chilometri si produce in un attacco a cui nessuno riesce a rispondere, scavando immediatamente un gap importante prossimo al minuto nei confronti dei tre inseguitori mentre il distacco del gruppo Villella (preceduto da Di Serafino e dal kazako Shushemoin) si approssima ai due minuti.

Aru, Bongiorno e Zakarin recuperano qualcosa sotto l’impulso del sardo, deciso a perdere meno secondi possibile da Dombrowski, che però continua a spingere e scollina in cima al gran premio della montagna con 35” di vantaggio sul terzetto mentre la nebbia ormai lo avvolge. Tutti gli altri invece hanno ritardi che ormai sono superiori al minuto e mezzo e sono pertanto esclusi da qualsiasi discorso riguardante la tappa. Lo statunitense scende con grande attenzione e giunge a Campoforogna in solitaria e a braccia alzate. Aru, nel frattempo, approfitta delle difficoltà di Bongiorno in discesa e attacca per limitare il distacco. Saranno 50 per lui i secondi di ritardo sul traguardo, mentre Zakarin è terzo a 57”. Bongiorno paga i chilometri conclusivi e finisce in quarta posizione a 1’14”. Seguono Di Serafino (5° a 1'44"), Zardini (bravo a recuperare in discesa e a terminare 6° a 1'57", il bravo abruzzese dell'Aran Lorenzo Di Remigio (7° a 2'12"), quindi Penasa, il venezuelano Abreu e Formolo staccati di 2'14". Davide Villella giunge al traguardo con 2'24" in un drappello comprendente anche Facchini e Ciavatta, ancor di più invece perde il campano De Ieso, il cui ritardo è di 2'42". Distacchi più consistenti per il russo Chernetsky e per Ricardo Pichetta, arrivati al traguardo con 3'51" mentre Diego Rosa, che come detto in precedenza ha lavorato per la squadra, ha terminato la sua prova a 6'39". Definitivamente fuori classifica anche Barbin, il cui ritardo è stato di 16'47".

Domani si riparte da Perugia con la seguente classifica generale: Dombrowski comanda ora con 6" di vantaggio su Villella (rimasto ancora in buona classifica grazie alla fuga di ieri), 17" su Zakarin, 30" su Gaffurini, 36" su Penasa mentre Aru e Bongiorno sono distanziati rispettivamente di 40" e 1'23". Tutto può ancora accadere quindi e già i quattro tratti di strade bianche che precederanno l'ormai tradizionale arrivo di Gaiole in Chianti possono promettere spettacolo e, perchè no, qualche altra sorpresa.

Vivian Ghianni

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