Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Anche quest'anno al Tour non ci saranno gli abbuoni ai traguardi finali e a quelli intermedi e ciò potrebbe fare passare una giornata relativamente tranquilla a Fabian Cancellara: questo, però, solo sulla carta perché la planimetria dei 223 km tra Rotterdam Bruxelles evidenzia tutte le insidie che venivano celate da un'altimetria completamente piatta. I primi 80 km di tappa saranno tutti lungo la costa con un vento trasversale che, come abbiamo visto al Giro, può creare grandi difficoltà: dopo il primo sprint intermedio si svolterà puntando verso l'interno ma si rimarrà tra ponti e canali praticamente fino alla frontiera belga. Una volta entrati in Belgio i pericoli maggiori dovrebbero essere finiti e poco prima di Bruxelles una breve côte metterà in difficoltà solo chi avrà speso troppe energie nei chilometri precedenti.
Questa è una frazione per velocisti, visto che molti di loro se la cavano bene tra ventagli e strade strette, ma bisognerà vedere se qualche squadra avrà la forza e soprattutto la voglia di sfruttare il fattore vento per far fuori qualche rivare: la possibilità ci sarebbe ma difficilmente qualcuno si prenderà la briga di far scattare la bagarre a 150 km dall'arrivo.

Rotterdam

La città che prende il nome dal fiume Rotte, è stata capitale europea della cultura nel 2001 e anche per questo motivo vuole contendere ad Amsterdam l’appellativo di capitale culturale dei Paesi Bassi. Anche dal punto di vista sportivo le due città sono in sana e aperta competizione.
Basti pensare che a Rotterdam giocano ben tre squadre dell’Eredivisie: Feyenoord, Sparta ed Excelsior. Non solo calcio però. La maratona di Rotterdam è infatti famosa per avere uno dei tracciati più rapidi del mondo che dal 1985 al 1998 ha permesso di stabilire vari record del mondo.
A Rotterdam si svolge anche un torneo dell’ATP e recentemente vi si è giocata una fase dell’europeo per club di baseball dove hanno partecipato, oltre ai forti padroni di casa del Neptunus, anche due club italiani: Rimini e San Marino.

Bruxelles

Sembra strano che Bruxelles, capitale della burocrazia europea, abbia come mascotte la statua di un bambino che fa pipì, eppure la famosa fontana del Manneken-Pis è da secoli la statua più amata di tutta la città. Re, presidenti e celebrità hanno dato costumi per il Manneken-Pis che ha un guardaroba di oltre 250 abiti, ovviamente mai indossati.
Patria mondiale dell’Art Nouveau, Bruxelles è stata meta nel corso dei secoli di personalità di spicco del mondo della cultura. Qui Giacomo Puccini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita ed Ernest Solvay, padre dell’omonimo e famoso bicarbonato di sodio, ha brevettato l’invenzione che lo ha fatto passare alla storia. Utile invenzione visto che una delle specialità del luogo, insieme a cioccolato e birra, sono le "moules et frites" (cozze e patatine).

Marco Fiorilla
Rotterdam

La città che prende il nome dal fiume Rotte, è stata capitale europea della cultura nel 2001 e anche per questo motivo vuole contendere ad Amsterdam l’appellativo di capitale culturale dei Paesi Bassi. Anche dal punto di vista sportivo le due città sono in sana e aperta competizione.
Basti pensare che a Rotterdam giocano ben tre squadre dell’Eredivisie: Feyenoord, Sparta ed Excelsior. Non solo calcio però. La maratona di Rotterdam è infatti famosa per avere uno dei tracciati più rapidi del mondo che dal 1985 al 1998 ha permesso di stabilire vari record del mondo.
A Rotterdam si svolge anche un torneo dell’ATP e recentemente vi si è giocata una fase dell’europeo per club di baseball dove hanno partecipato, oltre ai forti padroni di casa del Neptunus, anche due club italiani: Rimini e San Marino.

Bruxelles

Sembra strano che Bruxelles, capitale della burocrazia europea, abbia come mascotte la statua di un bambino che fa pipì, eppure la famosa fontana del Manneken-Pis è da secoli la statua più amata di tutta la città. Re, presidenti e celebrità hanno dato costumi per il Manneken-Pis che ha un guardaroba di oltre 250 abiti, ovviamente mai indossati.
Patria mondiale dell’Art Nouveau, Bruxelles è stata meta nel corso dei secoli di personalità di spicco del mondo della cultura. Qui Giacomo Puccini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita ed Ernest Solvay, padre dell’omonimo e famoso bicarbonato di sodio, ha brevettato l’invenzione che lo ha fatto passare alla storia. Utile invenzione visto che una delle specialità del luogo, insieme a cioccolato e birra, sono le "moules et frites" (cozze e patatine).

Rotterdam

La città che prende il nome dal fiume Rotte, è stata capitale europea della cultura nel 2001 e anche per questo motivo vuole contendere ad Amsterdam l’appellativo di capitale culturale dei Paesi Bassi. Anche dal punto di vista sportivo le due città sono in sana e aperta competizione.
Basti pensare che a Rotterdam giocano ben tre squadre dell’Eredivisie: Feyenoord, Sparta ed Excelsior. Non solo calcio però. La maratona di Rotterdam è infatti famosa per avere uno dei tracciati più rapidi del mondo che dal 1985 al 1998 ha permesso di stabilire vari record del mondo.
A Rotterdam si svolge anche un torneo dell’ATP e recentemente vi si è giocata una fase dell’europeo per club di baseball dove hanno partecipato, oltre ai forti padroni di casa del Neptunus, anche due club italiani: Rimini e San Marino.

Bruxelles

Sembra strano che Bruxelles, capitale della burocrazia europea, abbia come mascotte la statua di un bambino che fa pipì, eppure la famosa fontana del Manneken-Pis è da secoli la statua più amata di tutta la città. Re, presidenti e celebrità hanno dato costumi per il Manneken-Pis che ha un guardaroba di oltre 250 abiti, ovviamente mai indossati.
Patria mondiale dell’Art Nouveau, Bruxelles è stata meta nel corso dei secoli di personalità di spicco del mondo della cultura. Qui Giacomo Puccini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita ed Ernest Solvay, padre dell’omonimo e famoso bicarbonato di sodio, ha brevettato l’invenzione che lo ha fatto passare alla storia. Utile invenzione visto che una delle specialità del luogo, insieme a cioccolato e birra, sono le "moules et frites" (cozze e patatine).

Rotterdam

La città che prende il nome dal fiume Rotte, è stata capitale europea della cultura nel 2001 e anche per questo motivo vuole contendere ad Amsterdam l’appellativo di capitale culturale dei Paesi Bassi. Anche dal punto di vista sportivo le due città sono in sana e aperta competizione.
Basti pensare che a Rotterdam giocano ben tre squadre dell’Eredivisie: Feyenoord, Sparta ed Excelsior. Non solo calcio però. La maratona di Rotterdam è infatti famosa per avere uno dei tracciati più rapidi del mondo che dal 1985 al 1998 ha permesso di stabilire vari record del mondo.
A Rotterdam si svolge anche un torneo dell’ATP e recentemente vi si è giocata una fase dell’europeo per club di baseball dove hanno partecipato, oltre ai forti padroni di casa del Neptunus, anche due club italiani: Rimini e San Marino.

Bruxelles

Sembra strano che Bruxelles, capitale della burocrazia europea, abbia come mascotte la statua di un bambino che fa pipì, eppure la famosa fontana del Manneken-Pis è da secoli la statua più amata di tutta la città. Re, presidenti e celebrità hanno dato costumi per il Manneken-Pis che ha un guardaroba di oltre 250 abiti, ovviamente mai indossati.
Patria mondiale dell’Art Nouveau, Bruxelles è stata meta nel corso dei secoli di personalità di spicco del mondo della cultura. Qui Giacomo Puccini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita ed Ernest Solvay, padre dell’omonimo e famoso bicarbonato di sodio, ha brevettato l’invenzione che lo ha fatto passare alla storia. Utile invenzione visto che una delle specialità del luogo, insieme a cioccolato e birra, sono le "moules et frites" (cozze e patatine).

Rotterdam

La città che prende il nome dal fiume Rotte, è stata capitale europea della cultura nel 2001 e anche per questo motivo vuole contendere ad Amsterdam l’appellativo di capitale culturale dei Paesi Bassi. Anche dal punto di vista sportivo le due città sono in sana e aperta competizione.
Basti pensare che a Rotterdam giocano ben tre squadre dell’Eredivisie: Feyenoord, Sparta ed Excelsior. Non solo calcio però. La maratona di Rotterdam è infatti famosa per avere uno dei tracciati più rapidi del mondo che dal 1985 al 1998 ha permesso di stabilire vari record del mondo.
A Rotterdam si svolge anche un torneo dell’ATP e recentemente vi si è giocata una fase dell’europeo per club di baseball dove hanno partecipato, oltre ai forti padroni di casa del Neptunus, anche due club italiani: Rimini e San Marino.

Bruxelles

Sembra strano che Bruxelles, capitale della burocrazia europea, abbia come mascotte la statua di un bambino che fa pipì, eppure la famosa fontana del Manneken-Pis è da secoli la statua più amata di tutta la città. Re, presidenti e celebrità hanno dato costumi per il Manneken-Pis che ha un guardaroba di oltre 250 abiti, ovviamente mai indossati.
Patria mondiale dell’Art Nouveau, Bruxelles è stata meta nel corso dei secoli di personalità di spicco del mondo della cultura. Qui Giacomo Puccini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita ed Ernest Solvay, padre dell’omonimo e famoso bicarbonato di sodio, ha brevettato l’invenzione che lo ha fatto passare alla storia. Utile invenzione visto che una delle specialità del luogo, insieme a cioccolato e birra, sono le "moules et frites" (cozze e patatine).

Rotterdam

La città che prende il nome dal fiume Rotte, è stata capitale europea della cultura nel 2001 e anche per questo motivo vuole contendere ad Amsterdam l’appellativo di capitale culturale dei Paesi Bassi. Anche dal punto di vista sportivo le due città sono in sana e aperta competizione.
Basti pensare che a Rotterdam giocano ben tre squadre dell’Eredivisie: Feyenoord, Sparta ed Excelsior. Non solo calcio però. La maratona di Rotterdam è infatti famosa per avere uno dei tracciati più rapidi del mondo che dal 1985 al 1998 ha permesso di stabilire vari record del mondo.
A Rotterdam si svolge anche un torneo dell’ATP e recentemente vi si è giocata una fase dell’europeo per club di baseball dove hanno partecipato, oltre ai forti padroni di casa del Neptunus, anche due club italiani: Rimini e San Marino.

Bruxelles

Sembra strano che Bruxelles, capitale della burocrazia europea, abbia come mascotte la statua di un bambino che fa pipì, eppure la famosa fontana del Manneken-Pis è da secoli la statua più amata di tutta la città. Re, presidenti e celebrità hanno dato costumi per il Manneken-Pis che ha un guardaroba di oltre 250 abiti, ovviamente mai indossati.
Patria mondiale dell’Art Nouveau, Bruxelles è stata meta nel corso dei secoli di personalità di spicco del mondo della cultura. Qui Giacomo Puccini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita ed Ernest Solvay, padre dell’omonimo e famoso bicarbonato di sodio, ha brevettato l’invenzione che lo ha fatto passare alla storia. Utile invenzione visto che una delle specialità del luogo, insieme a cioccolato e birra, sono le "moules et frites" (cozze e patatine).

Meteo

12.20 - Rotterdam
14.40 - Goes
17.25 - Bruxelles

Soggetti Alternativi

Partecipa alla Grand Boucle per il quarto anno consecutivo ed ha al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta (sia in Francia che in Spagna è sempre riuscito a giungere fino in fondo). Atleta capace di trovarsi a suo agio anche su percorsi misti, in quanto riesce a superare anche salite di non eccessiva durezza, è dotato anche di spunto veloce che non esita ad esibire nelle volate a ranghi compatti. Proprio in una di queste in Baviera ha colto quest'anno il primo successo da professionista. A lui (7° in una frazione del Tour 2008) e a Isasi il compito di giocare le proprie carte negli arrivi in volata, senza dimenticare il supporto a Samuel Sanchez. Per passare dall'orange d'Olanda all'orange Euskaltel!

Vivian Ghianni

Partecipa alla Grand Boucle per il quarto anno consecutivo ed ha al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta (sia in Francia che in Spagna è sempre riuscito a giungere fino in fondo). Atleta capace di trovarsi a suo agio anche su percorsi misti, in quanto riesce a superare anche salite di non eccessiva durezza, è dotato anche di spunto veloce che non esita ad esibire nelle volate a ranghi compatti. Proprio in una di queste in Baviera ha colto quest'anno il primo successo da professionista. A lui (7° in una frazione del Tour 2008) e a Isasi il compito di giocare le proprie carte negli arrivi in volata, senza dimenticare il supporto a Samuel Sanchez. Per passare dall'orange d'Olanda all'orange Euskaltel!

Partecipa alla Grand Boucle per il quarto anno consecutivo ed ha al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta (sia in Francia che in Spagna è sempre riuscito a giungere fino in fondo). Atleta capace di trovarsi a suo agio anche su percorsi misti, in quanto riesce a superare anche salite di non eccessiva durezza, è dotato anche di spunto veloce che non esita ad esibire nelle volate a ranghi compatti. Proprio in una di queste in Baviera ha colto quest'anno il primo successo da professionista. A lui (7° in una frazione del Tour 2008) e a Isasi il compito di giocare le proprie carte negli arrivi in volata, senza dimenticare il supporto a Samuel Sanchez. Per passare dall'orange d'Olanda all'orange Euskaltel!

Partecipa alla Grand Boucle per il quarto anno consecutivo ed ha al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta (sia in Francia che in Spagna è sempre riuscito a giungere fino in fondo). Atleta capace di trovarsi a suo agio anche su percorsi misti, in quanto riesce a superare anche salite di non eccessiva durezza, è dotato anche di spunto veloce che non esita ad esibire nelle volate a ranghi compatti. Proprio in una di queste in Baviera ha colto quest'anno il primo successo da professionista. A lui (7° in una frazione del Tour 2008) e a Isasi il compito di giocare le proprie carte negli arrivi in volata, senza dimenticare il supporto a Samuel Sanchez. Per passare dall'orange d'Olanda all'orange Euskaltel!

Partecipa alla Grand Boucle per il quarto anno consecutivo ed ha al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta (sia in Francia che in Spagna è sempre riuscito a giungere fino in fondo). Atleta capace di trovarsi a suo agio anche su percorsi misti, in quanto riesce a superare anche salite di non eccessiva durezza, è dotato anche di spunto veloce che non esita ad esibire nelle volate a ranghi compatti. Proprio in una di queste in Baviera ha colto quest'anno il primo successo da professionista. A lui (7° in una frazione del Tour 2008) e a Isasi il compito di giocare le proprie carte negli arrivi in volata, senza dimenticare il supporto a Samuel Sanchez. Per passare dall'orange d'Olanda all'orange Euskaltel!

Partecipa alla Grand Boucle per il quarto anno consecutivo ed ha al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta (sia in Francia che in Spagna è sempre riuscito a giungere fino in fondo). Atleta capace di trovarsi a suo agio anche su percorsi misti, in quanto riesce a superare anche salite di non eccessiva durezza, è dotato anche di spunto veloce che non esita ad esibire nelle volate a ranghi compatti. Proprio in una di queste in Baviera ha colto quest'anno il primo successo da professionista. A lui (7° in una frazione del Tour 2008) e a Isasi il compito di giocare le proprie carte negli arrivi in volata, senza dimenticare il supporto a Samuel Sanchez. Per passare dall'orange d'Olanda all'orange Euskaltel!

TourTweet

lancarmstrong: numeri pinzati e siamo pronti a partire. Devo dire che mi piace il 21 http://twitpic.com/22bkxx

Jakob_fuglsang: quasi pronto per la partenza della prima tappa. Devo solo lavarmi i denti e chiudere la valigia.

manuelquinziato (ieri): primo giorno di Tour de France concluso. Sto ascoltando il John Butler Trio prima di dormire. Domani la prima di una sequenza di tappe davvero stressanti.

dzabriskie (ieri): Dio è un fan del ciclismo.

andykloedi (ieri): incredibile, il prologo è finito e ora esce il sole. Adesso massaggi e poi cena. Sono contento che il Tour sia finalmente iniziato.

Toute une vie (Claude Lelouch, 1974)

La locandina di Toute une vie di Claude Lelouch - Foto www.movieposters.2038.net

Tutta una vita. Magari davanti agli occhi, in un solo momento: quale, quello in cui avrai per l'ultima volta attaccato il numero del Tour, o quando avrai preso il via per the last waltz, sul trampolino di Rotterdam? O forse è un luogo comune, in fondo qualcuno potrebbe dire che ci vuole un'altra vita per rivedersi la prima. (O un'altra carriera per rivivere le precedenti?) A meno che la rappresentazione di ciò che è stato reale sia l'unico mezzo attraverso cui si può fruire del passato: in tal caso, può bastare anche un film, e Claude Lelouch ne è stato sempre convinto, a dire il vero. E anche stavolta ci mette dentro tutto, spezzoni di storia (di guerra) reale attraverso i documentari d'epoca, e storie private di persone comuni che fanno incontri straordinari (lei amerà un infedele Gilbert Bécaud nel ruolo di se stesso: come se una rockstar entrasse nella vita di un ciclista, per dire), ma finiranno con l'incontrarsi, Sarah e Michel (Marthe Keller e André Dussollier), nella consueta ronde amorosa che dà il senso a tutto. Barocco come al solito, eccessivo, mai piacerà a tutti, Lelouch. Anche Armstrong, se vogliamo.

Marco Grassi

Toute une vie (Claude Lelouch, 1974)

La locandina di Toute une vie di Claude Lelouch - Foto www.movieposters.2038.net

Tutta una vita. Magari davanti agli occhi, in un solo momento: quale, quello in cui avrai per l'ultima volta attaccato il numero del Tour, o quando avrai preso il via per the last waltz, sul trampolino di Rotterdam? O forse è un luogo comune, in fondo qualcuno potrebbe dire che ci vuole un'altra vita per rivedersi la prima. (O un'altra carriera per rivivere le precedenti?) A meno che la rappresentazione di ciò che è stato reale sia l'unico mezzo attraverso cui si può fruire del passato: in tal caso, può bastare anche un film, e Claude Lelouch ne è stato sempre convinto, a dire il vero. E anche stavolta ci mette dentro tutto, spezzoni di storia (di guerra) reale attraverso i documentari d'epoca, e storie private di persone comuni che fanno incontri straordinari (lei amerà un infedele Gilbert Bécaud nel ruolo di se stesso: come se una rockstar entrasse nella vita di un ciclista, per dire), ma finiranno con l'incontrarsi, Sarah e Michel (Marthe Keller e André Dussollier), nella consueta ronde amorosa che dà il senso a tutto. Barocco come al solito, eccessivo, mai piacerà a tutti, Lelouch. Anche Armstrong, se vogliamo.

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2010 – 1a tappa
Rassegna TourNotes 2010 – 1a tappa
Rassegna TourNotes 2010 – 1a tappa
Rassegna TourNotes 2010 – 1a tappa
Rassegna TourNotes 2010 – 1a tappa

Toute une vie (Claude Lelouch, 1974)

La locandina di Toute une vie di Claude Lelouch - Foto www.movieposters.2038.net

Tutta una vita. Magari davanti agli occhi, in un solo momento: quale, quello in cui avrai per l'ultima volta attaccato il numero del Tour, o quando avrai preso il via per the last waltz, sul trampolino di Rotterdam? O forse è un luogo comune, in fondo qualcuno potrebbe dire che ci vuole un'altra vita per rivedersi la prima. (O un'altra carriera per rivivere le precedenti?) A meno che la rappresentazione di ciò che è stato reale sia l'unico mezzo attraverso cui si può fruire del passato: in tal caso, può bastare anche un film, e Claude Lelouch ne è stato sempre convinto, a dire il vero. E anche stavolta ci mette dentro tutto, spezzoni di storia (di guerra) reale attraverso i documentari d'epoca, e storie private di persone comuni che fanno incontri straordinari (lei amerà un infedele Gilbert Bécaud nel ruolo di se stesso: come se una rockstar entrasse nella vita di un ciclista, per dire), ma finiranno con l'incontrarsi, Sarah e Michel (Marthe Keller e André Dussollier), nella consueta ronde amorosa che dà il senso a tutto. Barocco come al solito, eccessivo, mai piacerà a tutti, Lelouch. Anche Armstrong, se vogliamo.

Marco Grassi

Toute une vie (Claude Lelouch, 1974)

La locandina di Toute une vie di Claude Lelouch - Foto www.movieposters.2038.net

Tutta una vita. Magari davanti agli occhi, in un solo momento: quale, quello in cui avrai per l'ultima volta attaccato il numero del Tour, o quando avrai preso il via per the last waltz, sul trampolino di Rotterdam? O forse è un luogo comune, in fondo qualcuno potrebbe dire che ci vuole un'altra vita per rivedersi la prima. (O un'altra carriera per rivivere le precedenti?) A meno che la rappresentazione di ciò che è stato reale sia l'unico mezzo attraverso cui si può fruire del passato: in tal caso, può bastare anche un film, e Claude Lelouch ne è stato sempre convinto, a dire il vero. E anche stavolta ci mette dentro tutto, spezzoni di storia (di guerra) reale attraverso i documentari d'epoca, e storie private di persone comuni che fanno incontri straordinari (lei amerà un infedele Gilbert Bécaud nel ruolo di se stesso: come se una rockstar entrasse nella vita di un ciclista, per dire), ma finiranno con l'incontrarsi, Sarah e Michel (Marthe Keller e André Dussollier), nella consueta ronde amorosa che dà il senso a tutto. Barocco come al solito, eccessivo, mai piacerà a tutti, Lelouch. Anche Armstrong, se vogliamo.

Marco Grassi

Toute une vie (Claude Lelouch, 1974)

La locandina di Toute une vie di Claude Lelouch - Foto www.movieposters.2038.net

Tutta una vita. Magari davanti agli occhi, in un solo momento: quale, quello in cui avrai per l'ultima volta attaccato il numero del Tour, o quando avrai preso il via per the last waltz, sul trampolino di Rotterdam? O forse è un luogo comune, in fondo qualcuno potrebbe dire che ci vuole un'altra vita per rivedersi la prima. (O un'altra carriera per rivivere le precedenti?) A meno che la rappresentazione di ciò che è stato reale sia l'unico mezzo attraverso cui si può fruire del passato: in tal caso, può bastare anche un film, e Claude Lelouch ne è stato sempre convinto, a dire il vero. E anche stavolta ci mette dentro tutto, spezzoni di storia (di guerra) reale attraverso i documentari d'epoca, e storie private di persone comuni che fanno incontri straordinari (lei amerà un infedele Gilbert Bécaud nel ruolo di se stesso: come se una rockstar entrasse nella vita di un ciclista, per dire), ma finiranno con l'incontrarsi, Sarah e Michel (Marthe Keller e André Dussollier), nella consueta ronde amorosa che dà il senso a tutto. Barocco come al solito, eccessivo, mai piacerà a tutti, Lelouch. Anche Armstrong, se vogliamo.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano