Il Portale del Ciclismo professionistico

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Dopo il secondo giorno di riposo, il coup-de-théâtre di Prudhomme e soci: da Pau si ritorna sul Tourmalet, e questa è una scelta che non ci si aspettava ma che tutti gradiranno. La Côte de Renoir in partenza è solo un antipasto, ma già il Marie-Blanque, dal km 46 al 56, sarà un severo banco di prova per il gruppo: gli ultimi 3 km di ascesa sono particolarmente aspri, con pendenza media superiore al 10%. Comunque il Marie-Blanque non dovrebbe scomporre più di tanto il gruppo, visto che dopo lo scollinamento ci sono 50 km prima della scalata successiva. Scalata successiva che è il Col de Soulor, 12 km con non meno di 7 rampe al 12% che renderanno la vita durissima ai corridori. Dalla cima ad Argelès-Gazost sono 19 km di discesa più o meno ripida, dopodiché altri 19 km di falsopiano in leggera ascesa porteranno a Luz-Saint-Sauveur, da cui si spiccherà il volo per gli ultimi 19 km di salita vera del Tour 2010: 3 km regolari, 5 km sopra il 7% medio, 2 km sopra l'8%, un chilometro al 5.5, e poi gli ultimi asfissianti 8 km fino al traguardo, Souvenir Henri Désgrange (raddoppiato col Goddet di due giorni prima, quest'anno, il riconoscimento alla vetta più alta della Grande Boucle). Di squadre in grado di tenere cucita la corsa non sembrano essercene quindi a giocarsi il successo di tappa potrebbe essere un fuga a lunga gittata ma l'attenzione sarà tutta sul duello Schleck-Contador: è l'ultima occasione per chi deve attaccare e vedremo se almeno stavolta succederà qualcosa.

Pau

Palois di nascita ma cresciuto tra la Normandia e Bordeaux, il cantante francese Bertrand Cantat è l'artista geniale e dannato nel panorama musicale francese e internazionale. Il debutto discografico con i Noir Désir avviene 1987 e fin dai primi successi Cantat rifiuta l'etichetta di gruppo che produce musica tipicamente commerciale schierandosi spesso anche contro la propria casa discografica. Cantat non ha mai infatti nascosto i suoi ideali avversi alle logiche capitaliste e al partito del Fronte Nazionale, duramente contestato durante un concerto nel 1997 a Tolone, città amministrata dal partito di estrema destra.
Nel 2002 arriva il successo planetario con l'album Des visages des figures e il singolo Le vent nous portera, un anno dopo Cantat viene però incriminato per l'omicidio della compagna Marie Trintignant, filgia di Jean-Louis, e condannato a 8 anni di prigione.

Col du Tourmalet

La mitica cima pirenaica, che già nel suo nome reca il legame con la Grand Boucle, fu scalata per la prima volta dal gruppo esattamente 100 anni fa.
Si narra che il primo corridore a conquistare i 2114 mt del Tourmalet, Octave Lapiz, avesse gridato agli organizzatori: "Assassini!". Mentre il secondo arrivato, Gustave Garrigou, vinse il premio di 100 franchi assegnato a chi non avesse mai messo piede a terra durante l'ascesa. Da allora, considerando anche la tappa di due giorni fa, sono stati 77 i passaggi in vetta al Tourmalet.
Quando Chiappucci e Indurain si involarono nel tappone di Val Louron del '91 che valse la prima maglia gialla a Miguelon, fu proprio El Diablo a passare per primo sul Tourmalet. Sette anni più tardi lo stesso onore toccò ad Alberto Elli, in fuga con Massi e Vasseur. L'anno successivo il lombardo riuscì a ripetersi mentre l'anno scorso fu Pellizzotti a transitare per primo in cima al Tourmalet prima di venire battuto sul traguardo di Tarbes dal solito Fedrigo, il giustiziere degli italiani.

Marco Fiorilla
Pau

Palois di nascita ma cresciuto tra la Normandia e Bordeaux, il cantante francese Bertrand Cantat è l'artista geniale e dannato nel panorama musicale francese e internazionale. Il debutto discografico con i Noir Désir avviene 1987 e fin dai primi successi Cantat rifiuta l'etichetta di gruppo che produce musica tipicamente commerciale schierandosi spesso anche contro la propria casa discografica. Cantat non ha mai infatti nascosto i suoi ideali avversi alle logiche capitaliste e al partito del Fronte Nazionale, duramente contestato durante un concerto nel 1997 a Tolone, città amministrata dal partito di estrema destra.
Nel 2002 arriva il successo planetario con l'album Des visages des figures e il singolo Le vent nous portera, un anno dopo Cantat viene però incriminato per l'omicidio della compagna Marie Trintignant, filgia di Jean-Louis, e condannato a 8 anni di prigione.

Col du Tourmalet

La mitica cima pirenaica, che già nel suo nome reca il legame con la Grand Boucle, fu scalata per la prima volta dal gruppo esattamente 100 anni fa.
Si narra che il primo corridore a conquistare i 2114 mt del Tourmalet, Octave Lapiz, avesse gridato agli organizzatori: "Assassini!". Mentre il secondo arrivato, Gustave Garrigou, vinse il premio di 100 franchi assegnato a chi non avesse mai messo piede a terra durante l'ascesa. Da allora, considerando anche la tappa di due giorni fa, sono stati 77 i passaggi in vetta al Tourmalet.
Quando Chiappucci e Indurain si involarono nel tappone di Val Louron del '91 che valse la prima maglia gialla a Miguelon, fu proprio El Diablo a passare per primo sul Tourmalet. Sette anni più tardi lo stesso onore toccò ad Alberto Elli, in fuga con Massi e Vasseur. L'anno successivo il lombardo riuscì a ripetersi mentre l'anno scorso fu Pellizzotti a transitare per primo in cima al Tourmalet prima di venire battuto sul traguardo di Tarbes dal solito Fedrigo, il giustiziere degli italiani.

Pau

Palois di nascita ma cresciuto tra la Normandia e Bordeaux, il cantante francese Bertrand Cantat è l'artista geniale e dannato nel panorama musicale francese e internazionale. Il debutto discografico con i Noir Désir avviene 1987 e fin dai primi successi Cantat rifiuta l'etichetta di gruppo che produce musica tipicamente commerciale schierandosi spesso anche contro la propria casa discografica. Cantat non ha mai infatti nascosto i suoi ideali avversi alle logiche capitaliste e al partito del Fronte Nazionale, duramente contestato durante un concerto nel 1997 a Tolone, città amministrata dal partito di estrema destra.
Nel 2002 arriva il successo planetario con l'album Des visages des figures e il singolo Le vent nous portera, un anno dopo Cantat viene però incriminato per l'omicidio della compagna Marie Trintignant, filgia di Jean-Louis, e condannato a 8 anni di prigione.

Col du Tourmalet

La mitica cima pirenaica, che già nel suo nome reca il legame con la Grand Boucle, fu scalata per la prima volta dal gruppo esattamente 100 anni fa.
Si narra che il primo corridore a conquistare i 2114 mt del Tourmalet, Octave Lapiz, avesse gridato agli organizzatori: "Assassini!". Mentre il secondo arrivato, Gustave Garrigou, vinse il premio di 100 franchi assegnato a chi non avesse mai messo piede a terra durante l'ascesa. Da allora, considerando anche la tappa di due giorni fa, sono stati 77 i passaggi in vetta al Tourmalet.
Quando Chiappucci e Indurain si involarono nel tappone di Val Louron del '91 che valse la prima maglia gialla a Miguelon, fu proprio El Diablo a passare per primo sul Tourmalet. Sette anni più tardi lo stesso onore toccò ad Alberto Elli, in fuga con Massi e Vasseur. L'anno successivo il lombardo riuscì a ripetersi mentre l'anno scorso fu Pellizzotti a transitare per primo in cima al Tourmalet prima di venire battuto sul traguardo di Tarbes dal solito Fedrigo, il giustiziere degli italiani.

Pau

Palois di nascita ma cresciuto tra la Normandia e Bordeaux, il cantante francese Bertrand Cantat è l'artista geniale e dannato nel panorama musicale francese e internazionale. Il debutto discografico con i Noir Désir avviene 1987 e fin dai primi successi Cantat rifiuta l'etichetta di gruppo che produce musica tipicamente commerciale schierandosi spesso anche contro la propria casa discografica. Cantat non ha mai infatti nascosto i suoi ideali avversi alle logiche capitaliste e al partito del Fronte Nazionale, duramente contestato durante un concerto nel 1997 a Tolone, città amministrata dal partito di estrema destra.
Nel 2002 arriva il successo planetario con l'album Des visages des figures e il singolo Le vent nous portera, un anno dopo Cantat viene però incriminato per l'omicidio della compagna Marie Trintignant, filgia di Jean-Louis, e condannato a 8 anni di prigione.

Col du Tourmalet

La mitica cima pirenaica, che già nel suo nome reca il legame con la Grand Boucle, fu scalata per la prima volta dal gruppo esattamente 100 anni fa.
Si narra che il primo corridore a conquistare i 2114 mt del Tourmalet, Octave Lapiz, avesse gridato agli organizzatori: "Assassini!". Mentre il secondo arrivato, Gustave Garrigou, vinse il premio di 100 franchi assegnato a chi non avesse mai messo piede a terra durante l'ascesa. Da allora, considerando anche la tappa di due giorni fa, sono stati 77 i passaggi in vetta al Tourmalet.
Quando Chiappucci e Indurain si involarono nel tappone di Val Louron del '91 che valse la prima maglia gialla a Miguelon, fu proprio El Diablo a passare per primo sul Tourmalet. Sette anni più tardi lo stesso onore toccò ad Alberto Elli, in fuga con Massi e Vasseur. L'anno successivo il lombardo riuscì a ripetersi mentre l'anno scorso fu Pellizzotti a transitare per primo in cima al Tourmalet prima di venire battuto sul traguardo di Tarbes dal solito Fedrigo, il giustiziere degli italiani.

Pau

Palois di nascita ma cresciuto tra la Normandia e Bordeaux, il cantante francese Bertrand Cantat è l'artista geniale e dannato nel panorama musicale francese e internazionale. Il debutto discografico con i Noir Désir avviene 1987 e fin dai primi successi Cantat rifiuta l'etichetta di gruppo che produce musica tipicamente commerciale schierandosi spesso anche contro la propria casa discografica. Cantat non ha mai infatti nascosto i suoi ideali avversi alle logiche capitaliste e al partito del Fronte Nazionale, duramente contestato durante un concerto nel 1997 a Tolone, città amministrata dal partito di estrema destra.
Nel 2002 arriva il successo planetario con l'album Des visages des figures e il singolo Le vent nous portera, un anno dopo Cantat viene però incriminato per l'omicidio della compagna Marie Trintignant, filgia di Jean-Louis, e condannato a 8 anni di prigione.

Col du Tourmalet

La mitica cima pirenaica, che già nel suo nome reca il legame con la Grand Boucle, fu scalata per la prima volta dal gruppo esattamente 100 anni fa.
Si narra che il primo corridore a conquistare i 2114 mt del Tourmalet, Octave Lapiz, avesse gridato agli organizzatori: "Assassini!". Mentre il secondo arrivato, Gustave Garrigou, vinse il premio di 100 franchi assegnato a chi non avesse mai messo piede a terra durante l'ascesa. Da allora, considerando anche la tappa di due giorni fa, sono stati 77 i passaggi in vetta al Tourmalet.
Quando Chiappucci e Indurain si involarono nel tappone di Val Louron del '91 che valse la prima maglia gialla a Miguelon, fu proprio El Diablo a passare per primo sul Tourmalet. Sette anni più tardi lo stesso onore toccò ad Alberto Elli, in fuga con Massi e Vasseur. L'anno successivo il lombardo riuscì a ripetersi mentre l'anno scorso fu Pellizzotti a transitare per primo in cima al Tourmalet prima di venire battuto sul traguardo di Tarbes dal solito Fedrigo, il giustiziere degli italiani.

Pau

Palois di nascita ma cresciuto tra la Normandia e Bordeaux, il cantante francese Bertrand Cantat è l'artista geniale e dannato nel panorama musicale francese e internazionale. Il debutto discografico con i Noir Désir avviene 1987 e fin dai primi successi Cantat rifiuta l'etichetta di gruppo che produce musica tipicamente commerciale schierandosi spesso anche contro la propria casa discografica. Cantat non ha mai infatti nascosto i suoi ideali avversi alle logiche capitaliste e al partito del Fronte Nazionale, duramente contestato durante un concerto nel 1997 a Tolone, città amministrata dal partito di estrema destra.
Nel 2002 arriva il successo planetario con l'album Des visages des figures e il singolo Le vent nous portera, un anno dopo Cantat viene però incriminato per l'omicidio della compagna Marie Trintignant, filgia di Jean-Louis, e condannato a 8 anni di prigione.

Col du Tourmalet

La mitica cima pirenaica, che già nel suo nome reca il legame con la Grand Boucle, fu scalata per la prima volta dal gruppo esattamente 100 anni fa.
Si narra che il primo corridore a conquistare i 2114 mt del Tourmalet, Octave Lapiz, avesse gridato agli organizzatori: "Assassini!". Mentre il secondo arrivato, Gustave Garrigou, vinse il premio di 100 franchi assegnato a chi non avesse mai messo piede a terra durante l'ascesa. Da allora, considerando anche la tappa di due giorni fa, sono stati 77 i passaggi in vetta al Tourmalet.
Quando Chiappucci e Indurain si involarono nel tappone di Val Louron del '91 che valse la prima maglia gialla a Miguelon, fu proprio El Diablo a passare per primo sul Tourmalet. Sette anni più tardi lo stesso onore toccò ad Alberto Elli, in fuga con Massi e Vasseur. L'anno successivo il lombardo riuscì a ripetersi mentre l'anno scorso fu Pellizzotti a transitare per primo in cima al Tourmalet prima di venire battuto sul traguardo di Tarbes dal solito Fedrigo, il giustiziere degli italiani.

Meteo

12.15 - Pau
14.55 - Arthez d'Asson
17.20 - Col du Tourmalet

Soggetti Alternativi

Corridore di grande esperienza, giunto all'ottavo Tour de France della carriera (a cui bisogna aggiungere tre Giri e tre Vuelta, tutte corse portate a termine). Ha gareggiato quasi in toto in quella che era la CSC prima e che oggi è la Saxo Bank. Valido passista, ha saputo far cose discrete anche in salita nel corso degli anni, in cui si è sempre rivelato pedina molto valida per la squadra. Non sono di certo mancate le soddisfazioni: vincitore di tappa ad Avila alla Vuelta e a Vittel nel Tour dello scorso anno, con quello conquistato a giugno è giunto a quota tre titoli nazionali danesi. Lanciato in fuga da lontano sa essere corridore temibile, altrimenti ci sono sempre i suoi capitani a giovarsi del suo prezioso lavoro. Che è sempre più duro di una suonata di...Saxo!

Vivian Ghianni

Corridore di grande esperienza, giunto all'ottavo Tour de France della carriera (a cui bisogna aggiungere tre Giri e tre Vuelta, tutte corse portate a termine). Ha gareggiato quasi in toto in quella che era la CSC prima e che oggi è la Saxo Bank. Valido passista, ha saputo far cose discrete anche in salita nel corso degli anni, in cui si è sempre rivelato pedina molto valida per la squadra. Non sono di certo mancate le soddisfazioni: vincitore di tappa ad Avila alla Vuelta e a Vittel nel Tour dello scorso anno, con quello conquistato a giugno è giunto a quota tre titoli nazionali danesi. Lanciato in fuga da lontano sa essere corridore temibile, altrimenti ci sono sempre i suoi capitani a giovarsi del suo prezioso lavoro. Che è sempre più duro di una suonata di...Saxo!

Corridore di grande esperienza, giunto all'ottavo Tour de France della carriera (a cui bisogna aggiungere tre Giri e tre Vuelta, tutte corse portate a termine). Ha gareggiato quasi in toto in quella che era la CSC prima e che oggi è la Saxo Bank. Valido passista, ha saputo far cose discrete anche in salita nel corso degli anni, in cui si è sempre rivelato pedina molto valida per la squadra. Non sono di certo mancate le soddisfazioni: vincitore di tappa ad Avila alla Vuelta e a Vittel nel Tour dello scorso anno, con quello conquistato a giugno è giunto a quota tre titoli nazionali danesi. Lanciato in fuga da lontano sa essere corridore temibile, altrimenti ci sono sempre i suoi capitani a giovarsi del suo prezioso lavoro. Che è sempre più duro di una suonata di...Saxo!

Corridore di grande esperienza, giunto all'ottavo Tour de France della carriera (a cui bisogna aggiungere tre Giri e tre Vuelta, tutte corse portate a termine). Ha gareggiato quasi in toto in quella che era la CSC prima e che oggi è la Saxo Bank. Valido passista, ha saputo far cose discrete anche in salita nel corso degli anni, in cui si è sempre rivelato pedina molto valida per la squadra. Non sono di certo mancate le soddisfazioni: vincitore di tappa ad Avila alla Vuelta e a Vittel nel Tour dello scorso anno, con quello conquistato a giugno è giunto a quota tre titoli nazionali danesi. Lanciato in fuga da lontano sa essere corridore temibile, altrimenti ci sono sempre i suoi capitani a giovarsi del suo prezioso lavoro. Che è sempre più duro di una suonata di...Saxo!

Corridore di grande esperienza, giunto all'ottavo Tour de France della carriera (a cui bisogna aggiungere tre Giri e tre Vuelta, tutte corse portate a termine). Ha gareggiato quasi in toto in quella che era la CSC prima e che oggi è la Saxo Bank. Valido passista, ha saputo far cose discrete anche in salita nel corso degli anni, in cui si è sempre rivelato pedina molto valida per la squadra. Non sono di certo mancate le soddisfazioni: vincitore di tappa ad Avila alla Vuelta e a Vittel nel Tour dello scorso anno, con quello conquistato a giugno è giunto a quota tre titoli nazionali danesi. Lanciato in fuga da lontano sa essere corridore temibile, altrimenti ci sono sempre i suoi capitani a giovarsi del suo prezioso lavoro. Che è sempre più duro di una suonata di...Saxo!

Corridore di grande esperienza, giunto all'ottavo Tour de France della carriera (a cui bisogna aggiungere tre Giri e tre Vuelta, tutte corse portate a termine). Ha gareggiato quasi in toto in quella che era la CSC prima e che oggi è la Saxo Bank. Valido passista, ha saputo far cose discrete anche in salita nel corso degli anni, in cui si è sempre rivelato pedina molto valida per la squadra. Non sono di certo mancate le soddisfazioni: vincitore di tappa ad Avila alla Vuelta e a Vittel nel Tour dello scorso anno, con quello conquistato a giugno è giunto a quota tre titoli nazionali danesi. Lanciato in fuga da lontano sa essere corridore temibile, altrimenti ci sono sempre i suoi capitani a giovarsi del suo prezioso lavoro. Che è sempre più duro di una suonata di...Saxo!

TourTweet

lancearmstrong: Risveglio in Pau sotto la tempesta. Hmmm.. Contrasto niente male rispetto al caldo dei giorni passati. Di certo non mi lamento!

albertocontador (ieri): Domani sarà un giorno duro, con il mitico finale al "TOURMALET". Sarà incredibile fare quella salita con tanti di voi lì! A domani, buonanotte a tutti!

brentbookwalter (ieri): "Beh, mi dispiace amico, ma davvero non sono stanco, per la prima volta in 9 grandi giri" - La risposta di Kroon quando io mi lamentavo su come mi sento distrutto dopo il giorno di riposo.

kmoerenhout (ieri): Buona giornata di riposo. Un sacco di messaggi riguardo al mio imminente ritiro dalle corse. Grazie a tutti, lo apprezzo davvero.

RobbieHunter (ieri): Ecco cosa stavo facendo ieri mentre i ragazzi al tdf soffrivano in bici... ha ha http://www.youtube.com/user/NashuaM0bile#p/a/u/0/_jg-P5yJx7Y

La Grande Bouffe (Marco Ferreri, 1973)

La locandina di La Grande Bouffe - Foto www.soundtrackcollector.com

Essì, c'è anche un italiano in questa nostra rassegna che ormai volge alla conclusione. Ma non si può chiudere una carrellata sul cinema francese senza una citazione per Marco Ferreri, vero protagonista transnazionale del percorso di celluloide negli anni '60 e '70 (adorato e operativo soprattutto oltralpe), e in grado di corrodere fino alla scomparsa (avvenuta nel '97). La storia che qui Ferreri (con la coda di diavolo di Rafael Azcona, suo sceneggiatore di fiducia) ci narra è tanto semplice quanto assurda: quattro amici (si chiamano casualmente Ugo, Marcello, Michel e Philippe) si rinchiudono in una villa parigina per un week-end allo scopo di mangiare tanto da scoppiare. Un suicidio di matrice gastronomica, insomma, in un tripudio di rutti ed emanazioni gassose retrosfiatanti (sì, insomma: scorregge!) che scandalizzò il mondo all'epoca; e con l'accompagnamento di donnine a pagamento tenute però lì come soprammobili mentre la grande abbuffata procede. Che senso ha tutto ciò? Nessuno. Chi mai - sano di mente - farebbe quello che Tognazzi (ovazione), Mastroianni, Piccoli, Noiret (grandissimi) fanno in questo film? Oddio, a pensarci un secondo, ma proprio un secondo in più, a qualcuno potrebbe sorgere il dubbio che la crescita (economica) perenne (con conseguente sfruttamento intensivo delle risorse) sia in realtà un'utopia destinata a sopprimere chi la persegue; oppure che la società dei consumi, tra l'altro avvitata in un decadimento etico, sia destinata a implodere fragorosamente; oppure che la vera natura dell'uomo sia di saziare i suoi istinti primordiali incurante delle conseguenze su se stesso; oppure che nemmeno la ragione, laddove arrivi a illuminare la scena, basti a invertire il moto del sistema; o ancora, che sopperire alla qualità con la quantità (ciò che fa l'uomo consumatore, che poi a ben pensarci è anche ciò che fa il tossicodipendente) sia solo un pio palliativo, in attesa dell'inevitabile tracollo. Un po' come - di metafora in metafora da Ferreri si arriva a coprire lo scibile umano - quando possiedi una montagna e pure la ragionevole certezza che non ti servirà a niente, anziché chiederti come sia possibile che una montagna non basti, ti limiti a duplicarla. Quante volte si può duplicare una montagna? A che prezzo?

Marco Grassi

La Grande Bouffe (Marco Ferreri, 1973)

La locandina di La Grande Bouffe - Foto www.soundtrackcollector.com

Essì, c'è anche un italiano in questa nostra rassegna che ormai volge alla conclusione. Ma non si può chiudere una carrellata sul cinema francese senza una citazione per Marco Ferreri, vero protagonista transnazionale del percorso di celluloide negli anni '60 e '70 (adorato e operativo soprattutto oltralpe), e in grado di corrodere fino alla scomparsa (avvenuta nel '97). La storia che qui Ferreri (con la coda di diavolo di Rafael Azcona, suo sceneggiatore di fiducia) ci narra è tanto semplice quanto assurda: quattro amici (si chiamano casualmente Ugo, Marcello, Michel e Philippe) si rinchiudono in una villa parigina per un week-end allo scopo di mangiare tanto da scoppiare. Un suicidio di matrice gastronomica, insomma, in un tripudio di rutti ed emanazioni gassose retrosfiatanti (sì, insomma: scorregge!) che scandalizzò il mondo all'epoca; e con l'accompagnamento di donnine a pagamento tenute però lì come soprammobili mentre la grande abbuffata procede. Che senso ha tutto ciò? Nessuno. Chi mai - sano di mente - farebbe quello che Tognazzi (ovazione), Mastroianni, Piccoli, Noiret (grandissimi) fanno in questo film? Oddio, a pensarci un secondo, ma proprio un secondo in più, a qualcuno potrebbe sorgere il dubbio che la crescita (economica) perenne (con conseguente sfruttamento intensivo delle risorse) sia in realtà un'utopia destinata a sopprimere chi la persegue; oppure che la società dei consumi, tra l'altro avvitata in un decadimento etico, sia destinata a implodere fragorosamente; oppure che la vera natura dell'uomo sia di saziare i suoi istinti primordiali incurante delle conseguenze su se stesso; oppure che nemmeno la ragione, laddove arrivi a illuminare la scena, basti a invertire il moto del sistema; o ancora, che sopperire alla qualità con la quantità (ciò che fa l'uomo consumatore, che poi a ben pensarci è anche ciò che fa il tossicodipendente) sia solo un pio palliativo, in attesa dell'inevitabile tracollo. Un po' come - di metafora in metafora da Ferreri si arriva a coprire lo scibile umano - quando possiedi una montagna e pure la ragionevole certezza che non ti servirà a niente, anziché chiederti come sia possibile che una montagna non basti, ti limiti a duplicarla. Quante volte si può duplicare una montagna? A che prezzo?

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2010 – 17a tappa
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La Grande Bouffe (Marco Ferreri, 1973)

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Marco Grassi

La Grande Bouffe (Marco Ferreri, 1973)

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Essì, c'è anche un italiano in questa nostra rassegna che ormai volge alla conclusione. Ma non si può chiudere una carrellata sul cinema francese senza una citazione per Marco Ferreri, vero protagonista transnazionale del percorso di celluloide negli anni '60 e '70 (adorato e operativo soprattutto oltralpe), e in grado di corrodere fino alla scomparsa (avvenuta nel '97). La storia che qui Ferreri (con la coda di diavolo di Rafael Azcona, suo sceneggiatore di fiducia) ci narra è tanto semplice quanto assurda: quattro amici (si chiamano casualmente Ugo, Marcello, Michel e Philippe) si rinchiudono in una villa parigina per un week-end allo scopo di mangiare tanto da scoppiare. Un suicidio di matrice gastronomica, insomma, in un tripudio di rutti ed emanazioni gassose retrosfiatanti (sì, insomma: scorregge!) che scandalizzò il mondo all'epoca; e con l'accompagnamento di donnine a pagamento tenute però lì come soprammobili mentre la grande abbuffata procede. Che senso ha tutto ciò? Nessuno. Chi mai - sano di mente - farebbe quello che Tognazzi (ovazione), Mastroianni, Piccoli, Noiret (grandissimi) fanno in questo film? Oddio, a pensarci un secondo, ma proprio un secondo in più, a qualcuno potrebbe sorgere il dubbio che la crescita (economica) perenne (con conseguente sfruttamento intensivo delle risorse) sia in realtà un'utopia destinata a sopprimere chi la persegue; oppure che la società dei consumi, tra l'altro avvitata in un decadimento etico, sia destinata a implodere fragorosamente; oppure che la vera natura dell'uomo sia di saziare i suoi istinti primordiali incurante delle conseguenze su se stesso; oppure che nemmeno la ragione, laddove arrivi a illuminare la scena, basti a invertire il moto del sistema; o ancora, che sopperire alla qualità con la quantità (ciò che fa l'uomo consumatore, che poi a ben pensarci è anche ciò che fa il tossicodipendente) sia solo un pio palliativo, in attesa dell'inevitabile tracollo. Un po' come - di metafora in metafora da Ferreri si arriva a coprire lo scibile umano - quando possiedi una montagna e pure la ragionevole certezza che non ti servirà a niente, anziché chiederti come sia possibile che una montagna non basti, ti limiti a duplicarla. Quante volte si può duplicare una montagna? A che prezzo?

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Marco Grassi

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All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano