Il Portale del Ciclismo professionistico

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Dopo tre giorni mediamente impegnativi, e dopo quattro tappe over 200 km, è tempo di tirare un attimo il fiato: la seconda settimana del Giro si aprirà forse con un'altra volata a ranghi compatti nel capoluogo ciociaro, ma di sicuro e soprattutto si aprirà con una frazione di soli 166 km. Poco da segnalare per 150 km abbastanza piatti, ma il finale potrebbe riservare qualche sorpresa: come già avvenuto nel 2005 (anche se questa volta l'arrivo è leggermente diverso), lo strappetto all'ingresso di Frosinone, che viene subito dopo le salitelle di Sant'Antonio e La Forcella, potrebbe lanciare un gruppetto: l'ultima rampa, a meno di 5 km dal traguardo, è effettivamente insidiosa, così come la successiva picchiata. Di sicuro, se anche non ci sarà il colpo del finisseur, qualche velocista si perderà per strada.

A Frosinone dovrebbero rivedersi quindi le ruote veloci. Leaderbet.com mette ancora una volta in pole Mark Cavendish che con la quota di 2.10 raddoppierebbe le vostre puntate. Ma lo strappetto posto a 5 km dall'arrivo potrebbe favorire altri pretendenti a partire da Goss, offerto a 4.50, per finire al trio Farnese Pozzato-Favilli-Gatto (dati rispettivamente a 15.00, 25.00 e 33.00). Se si volesse concludere qualche buon affare, Leaderbet.com assegna quote interessanti a uomini veloci come Ventoso e Belletti. Lo spagnolo, che si impose da queste parti un anno fa (precisamente a Fiuggi), è dato a 33.00 mentre il romagnolo dell'Ag2r è pagato a 66.00. Puntare invece sul corridore di casa Stefano Pirazzi potrebbe fruttare un bel po’: al ciociaro Leaderbet.com come quota ha dato un bel 41.00. Un bel colpo alla Pozzovivo non è da escludere.

San Giorgio del Sannio

Comune di 9 mila anime in Provincia di Benevento, San Giorgio del Sannio è situata tra le valli del Sabato e quella del Calore Irpino. L'antica denominazione era San Giorgio della Montagna di Montefusco (dal feudo di Montefusco), nome che fu abbreviato in un primo momento in San Giorgio la Montagna, quindi nel 1929 Arturo Bocchini, capo della polizia fascista e persona influente, fece in modo che la denominazione del comune fosse cambiata in San Giorgio del Sannio. Da visitare sono la chiesa della SS. Annunziata, la chiesa collegiata, Palazzo Nisco ed il Monastero della Visitazione di Santa Maria. Nel 1944 avviene qui la fondazione del 1° Gruppo d Combattenti Friuli che dopo l'addestramento partirà alla volta della linea gotica per liberare Bologna dai nazisti. Nota in Italia e nel Mondo per la produzione e la lavorazione del tabacco, questa zona è un paradiso per gli amanti della buona tavola: cecatielli, cavatielli, broccoli, fiavole, mugnatiello ed i torrono, citati anche dal poeta latino Marziale.

Frosinone

La città cardine della Ciociaria ha ospitato prima di quest'edizione altre cinque volte il Giro d'Italia. Nel '75 fu Enrico Paolini ad imporsi su Roger De Vlaeminck in un Giro che vedrà prevalere Fausto Bertoglio su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Dieci anni più tardi fu lo svizzero Urs Freuler a vincere la tredicesima tappa, con partenza da Maddaloni. Freuler s'impose su Johan van der Velde e Frank Hoste, la maglia rosa sulle spalle di Hinault, che respingerà gli attacchi di Moser e LeMond. Diciannove anni più tardi Frosinone fu soltanto la città di partenza della settima tappa; era il 2004, si arrivò a Montevergine e la vittoria di Damiano Cunego fece vacillare le certezze di Claudio Corti e della Saeco tutta, divisa tra capitan Simoni e l'emergente Cunego, poi in rosa a Milano. L'anno successivo il Giro andò a Savoldelli (su Simoni e Rujano) e la tappa di Frosinone, con partenza da Giffoni Valle Piana, vide la vittoria sul campo della maglia rosa Paolo Bettini. Il grillo però fu retrocesso per aver stretto troppo alle transenne l'australiano della FDJ Baden Cooke e la vittoria perciò andò a tavolino a Luca Mazzanti, davanti a Cioni e Scarponi. L'ultima volta che il Giro ha toccato Frosinone risale al 2010, ma solo come località di partenza; era la 9a tappa ed a Cava dei Tirreni Matthew Goss avrebbe anticipato Pozzato e Farrar, con Vinokourov in maglia rosa. Il Giro sarebbe poi finito ad Ivan Basso.

Francesco Sulas
San Giorgio del Sannio

Comune di 9 mila anime in Provincia di Benevento, San Giorgio del Sannio è situata tra le valli del Sabato e quella del Calore Irpino. L'antica denominazione era San Giorgio della Montagna di Montefusco (dal feudo di Montefusco), nome che fu abbreviato in un primo momento in San Giorgio la Montagna, quindi nel 1929 Arturo Bocchini, capo della polizia fascista e persona influente, fece in modo che la denominazione del comune fosse cambiata in San Giorgio del Sannio. Da visitare sono la chiesa della SS. Annunziata, la chiesa collegiata, Palazzo Nisco ed il Monastero della Visitazione di Santa Maria. Nel 1944 avviene qui la fondazione del 1° Gruppo d Combattenti Friuli che dopo l'addestramento partirà alla volta della linea gotica per liberare Bologna dai nazisti. Nota in Italia e nel Mondo per la produzione e la lavorazione del tabacco, questa zona è un paradiso per gli amanti della buona tavola: cecatielli, cavatielli, broccoli, fiavole, mugnatiello ed i torrono, citati anche dal poeta latino Marziale.

Frosinone

La città cardine della Ciociaria ha ospitato prima di quest'edizione altre cinque volte il Giro d'Italia. Nel '75 fu Enrico Paolini ad imporsi su Roger De Vlaeminck in un Giro che vedrà prevalere Fausto Bertoglio su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Dieci anni più tardi fu lo svizzero Urs Freuler a vincere la tredicesima tappa, con partenza da Maddaloni. Freuler s'impose su Johan van der Velde e Frank Hoste, la maglia rosa sulle spalle di Hinault, che respingerà gli attacchi di Moser e LeMond. Diciannove anni più tardi Frosinone fu soltanto la città di partenza della settima tappa; era il 2004, si arrivò a Montevergine e la vittoria di Damiano Cunego fece vacillare le certezze di Claudio Corti e della Saeco tutta, divisa tra capitan Simoni e l'emergente Cunego, poi in rosa a Milano. L'anno successivo il Giro andò a Savoldelli (su Simoni e Rujano) e la tappa di Frosinone, con partenza da Giffoni Valle Piana, vide la vittoria sul campo della maglia rosa Paolo Bettini. Il grillo però fu retrocesso per aver stretto troppo alle transenne l'australiano della FDJ Baden Cooke e la vittoria perciò andò a tavolino a Luca Mazzanti, davanti a Cioni e Scarponi. L'ultima volta che il Giro ha toccato Frosinone risale al 2010, ma solo come località di partenza; era la 9a tappa ed a Cava dei Tirreni Matthew Goss avrebbe anticipato Pozzato e Farrar, con Vinokourov in maglia rosa. Il Giro sarebbe poi finito ad Ivan Basso.

San Giorgio del Sannio

Comune di 9 mila anime in Provincia di Benevento, San Giorgio del Sannio è situata tra le valli del Sabato e quella del Calore Irpino. L'antica denominazione era San Giorgio della Montagna di Montefusco (dal feudo di Montefusco), nome che fu abbreviato in un primo momento in San Giorgio la Montagna, quindi nel 1929 Arturo Bocchini, capo della polizia fascista e persona influente, fece in modo che la denominazione del comune fosse cambiata in San Giorgio del Sannio. Da visitare sono la chiesa della SS. Annunziata, la chiesa collegiata, Palazzo Nisco ed il Monastero della Visitazione di Santa Maria. Nel 1944 avviene qui la fondazione del 1° Gruppo d Combattenti Friuli che dopo l'addestramento partirà alla volta della linea gotica per liberare Bologna dai nazisti. Nota in Italia e nel Mondo per la produzione e la lavorazione del tabacco, questa zona è un paradiso per gli amanti della buona tavola: cecatielli, cavatielli, broccoli, fiavole, mugnatiello ed i torrono, citati anche dal poeta latino Marziale.

Frosinone

La città cardine della Ciociaria ha ospitato prima di quest'edizione altre cinque volte il Giro d'Italia. Nel '75 fu Enrico Paolini ad imporsi su Roger De Vlaeminck in un Giro che vedrà prevalere Fausto Bertoglio su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Dieci anni più tardi fu lo svizzero Urs Freuler a vincere la tredicesima tappa, con partenza da Maddaloni. Freuler s'impose su Johan van der Velde e Frank Hoste, la maglia rosa sulle spalle di Hinault, che respingerà gli attacchi di Moser e LeMond. Diciannove anni più tardi Frosinone fu soltanto la città di partenza della settima tappa; era il 2004, si arrivò a Montevergine e la vittoria di Damiano Cunego fece vacillare le certezze di Claudio Corti e della Saeco tutta, divisa tra capitan Simoni e l'emergente Cunego, poi in rosa a Milano. L'anno successivo il Giro andò a Savoldelli (su Simoni e Rujano) e la tappa di Frosinone, con partenza da Giffoni Valle Piana, vide la vittoria sul campo della maglia rosa Paolo Bettini. Il grillo però fu retrocesso per aver stretto troppo alle transenne l'australiano della FDJ Baden Cooke e la vittoria perciò andò a tavolino a Luca Mazzanti, davanti a Cioni e Scarponi. L'ultima volta che il Giro ha toccato Frosinone risale al 2010, ma solo come località di partenza; era la 9a tappa ed a Cava dei Tirreni Matthew Goss avrebbe anticipato Pozzato e Farrar, con Vinokourov in maglia rosa. Il Giro sarebbe poi finito ad Ivan Basso.

San Giorgio del Sannio

Comune di 9 mila anime in Provincia di Benevento, San Giorgio del Sannio è situata tra le valli del Sabato e quella del Calore Irpino. L'antica denominazione era San Giorgio della Montagna di Montefusco (dal feudo di Montefusco), nome che fu abbreviato in un primo momento in San Giorgio la Montagna, quindi nel 1929 Arturo Bocchini, capo della polizia fascista e persona influente, fece in modo che la denominazione del comune fosse cambiata in San Giorgio del Sannio. Da visitare sono la chiesa della SS. Annunziata, la chiesa collegiata, Palazzo Nisco ed il Monastero della Visitazione di Santa Maria. Nel 1944 avviene qui la fondazione del 1° Gruppo d Combattenti Friuli che dopo l'addestramento partirà alla volta della linea gotica per liberare Bologna dai nazisti. Nota in Italia e nel Mondo per la produzione e la lavorazione del tabacco, questa zona è un paradiso per gli amanti della buona tavola: cecatielli, cavatielli, broccoli, fiavole, mugnatiello ed i torrono, citati anche dal poeta latino Marziale.

Frosinone

La città cardine della Ciociaria ha ospitato prima di quest'edizione altre cinque volte il Giro d'Italia. Nel '75 fu Enrico Paolini ad imporsi su Roger De Vlaeminck in un Giro che vedrà prevalere Fausto Bertoglio su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Dieci anni più tardi fu lo svizzero Urs Freuler a vincere la tredicesima tappa, con partenza da Maddaloni. Freuler s'impose su Johan van der Velde e Frank Hoste, la maglia rosa sulle spalle di Hinault, che respingerà gli attacchi di Moser e LeMond. Diciannove anni più tardi Frosinone fu soltanto la città di partenza della settima tappa; era il 2004, si arrivò a Montevergine e la vittoria di Damiano Cunego fece vacillare le certezze di Claudio Corti e della Saeco tutta, divisa tra capitan Simoni e l'emergente Cunego, poi in rosa a Milano. L'anno successivo il Giro andò a Savoldelli (su Simoni e Rujano) e la tappa di Frosinone, con partenza da Giffoni Valle Piana, vide la vittoria sul campo della maglia rosa Paolo Bettini. Il grillo però fu retrocesso per aver stretto troppo alle transenne l'australiano della FDJ Baden Cooke e la vittoria perciò andò a tavolino a Luca Mazzanti, davanti a Cioni e Scarponi. L'ultima volta che il Giro ha toccato Frosinone risale al 2010, ma solo come località di partenza; era la 9a tappa ed a Cava dei Tirreni Matthew Goss avrebbe anticipato Pozzato e Farrar, con Vinokourov in maglia rosa. Il Giro sarebbe poi finito ad Ivan Basso.

San Giorgio del Sannio

Comune di 9 mila anime in Provincia di Benevento, San Giorgio del Sannio è situata tra le valli del Sabato e quella del Calore Irpino. L'antica denominazione era San Giorgio della Montagna di Montefusco (dal feudo di Montefusco), nome che fu abbreviato in un primo momento in San Giorgio la Montagna, quindi nel 1929 Arturo Bocchini, capo della polizia fascista e persona influente, fece in modo che la denominazione del comune fosse cambiata in San Giorgio del Sannio. Da visitare sono la chiesa della SS. Annunziata, la chiesa collegiata, Palazzo Nisco ed il Monastero della Visitazione di Santa Maria. Nel 1944 avviene qui la fondazione del 1° Gruppo d Combattenti Friuli che dopo l'addestramento partirà alla volta della linea gotica per liberare Bologna dai nazisti. Nota in Italia e nel Mondo per la produzione e la lavorazione del tabacco, questa zona è un paradiso per gli amanti della buona tavola: cecatielli, cavatielli, broccoli, fiavole, mugnatiello ed i torrono, citati anche dal poeta latino Marziale.

Frosinone

La città cardine della Ciociaria ha ospitato prima di quest'edizione altre cinque volte il Giro d'Italia. Nel '75 fu Enrico Paolini ad imporsi su Roger De Vlaeminck in un Giro che vedrà prevalere Fausto Bertoglio su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Dieci anni più tardi fu lo svizzero Urs Freuler a vincere la tredicesima tappa, con partenza da Maddaloni. Freuler s'impose su Johan van der Velde e Frank Hoste, la maglia rosa sulle spalle di Hinault, che respingerà gli attacchi di Moser e LeMond. Diciannove anni più tardi Frosinone fu soltanto la città di partenza della settima tappa; era il 2004, si arrivò a Montevergine e la vittoria di Damiano Cunego fece vacillare le certezze di Claudio Corti e della Saeco tutta, divisa tra capitan Simoni e l'emergente Cunego, poi in rosa a Milano. L'anno successivo il Giro andò a Savoldelli (su Simoni e Rujano) e la tappa di Frosinone, con partenza da Giffoni Valle Piana, vide la vittoria sul campo della maglia rosa Paolo Bettini. Il grillo però fu retrocesso per aver stretto troppo alle transenne l'australiano della FDJ Baden Cooke e la vittoria perciò andò a tavolino a Luca Mazzanti, davanti a Cioni e Scarponi. L'ultima volta che il Giro ha toccato Frosinone risale al 2010, ma solo come località di partenza; era la 9a tappa ed a Cava dei Tirreni Matthew Goss avrebbe anticipato Pozzato e Farrar, con Vinokourov in maglia rosa. Il Giro sarebbe poi finito ad Ivan Basso.

San Giorgio del Sannio

Comune di 9 mila anime in Provincia di Benevento, San Giorgio del Sannio è situata tra le valli del Sabato e quella del Calore Irpino. L'antica denominazione era San Giorgio della Montagna di Montefusco (dal feudo di Montefusco), nome che fu abbreviato in un primo momento in San Giorgio la Montagna, quindi nel 1929 Arturo Bocchini, capo della polizia fascista e persona influente, fece in modo che la denominazione del comune fosse cambiata in San Giorgio del Sannio. Da visitare sono la chiesa della SS. Annunziata, la chiesa collegiata, Palazzo Nisco ed il Monastero della Visitazione di Santa Maria. Nel 1944 avviene qui la fondazione del 1° Gruppo d Combattenti Friuli che dopo l'addestramento partirà alla volta della linea gotica per liberare Bologna dai nazisti. Nota in Italia e nel Mondo per la produzione e la lavorazione del tabacco, questa zona è un paradiso per gli amanti della buona tavola: cecatielli, cavatielli, broccoli, fiavole, mugnatiello ed i torrono, citati anche dal poeta latino Marziale.

Frosinone

La città cardine della Ciociaria ha ospitato prima di quest'edizione altre cinque volte il Giro d'Italia. Nel '75 fu Enrico Paolini ad imporsi su Roger De Vlaeminck in un Giro che vedrà prevalere Fausto Bertoglio su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Dieci anni più tardi fu lo svizzero Urs Freuler a vincere la tredicesima tappa, con partenza da Maddaloni. Freuler s'impose su Johan van der Velde e Frank Hoste, la maglia rosa sulle spalle di Hinault, che respingerà gli attacchi di Moser e LeMond. Diciannove anni più tardi Frosinone fu soltanto la città di partenza della settima tappa; era il 2004, si arrivò a Montevergine e la vittoria di Damiano Cunego fece vacillare le certezze di Claudio Corti e della Saeco tutta, divisa tra capitan Simoni e l'emergente Cunego, poi in rosa a Milano. L'anno successivo il Giro andò a Savoldelli (su Simoni e Rujano) e la tappa di Frosinone, con partenza da Giffoni Valle Piana, vide la vittoria sul campo della maglia rosa Paolo Bettini. Il grillo però fu retrocesso per aver stretto troppo alle transenne l'australiano della FDJ Baden Cooke e la vittoria perciò andò a tavolino a Luca Mazzanti, davanti a Cioni e Scarponi. L'ultima volta che il Giro ha toccato Frosinone risale al 2010, ma solo come località di partenza; era la 9a tappa ed a Cava dei Tirreni Matthew Goss avrebbe anticipato Pozzato e Farrar, con Vinokourov in maglia rosa. Il Giro sarebbe poi finito ad Ivan Basso.

Meteo

13.20 - San Giorgio del Sannio
15.30 - Mignano Monte Lungo
17.20 - Frosinone

Soggetti Alternativi

Altro esordiente assoluto in una grande corsa a tappe nella sua quarta stagione tra i professionisti (la prima in maglia Katusha). Corridore solito e di ottime qualità fin dalle categorie giovanili (da juniores vinse anche il Giro della Basilicata e riuscì a piazzarsi secondo nel campionato nazionale corso assieme ai pro), dà il meglio di sè sul passo ed è dotato anche di una buonissima tenuta quando decide di andare in fuga. Ha centrato proprio in questo modo la prima vittoria da professionista in Catalogna, riuscendo a resistere dopo un'azione a lunga gittata (poi ha vinto anche il titolo lettone a cronometro). Da Under 23 invece ha saputo far suo il Fiandre Espoirs. Rappresenta una delle pedine più importanti per Rodriguez nelle tappe pianeggianti ma se ha via libera può cercare di giocare le sue carte. Del resto sarebbe una gioia gratis se vincesse...Gatis!

Vivian Ghianni

Altro esordiente assoluto in una grande corsa a tappe nella sua quarta stagione tra i professionisti (la prima in maglia Katusha). Corridore solito e di ottime qualità fin dalle categorie giovanili (da juniores vinse anche il Giro della Basilicata e riuscì a piazzarsi secondo nel campionato nazionale corso assieme ai pro), dà il meglio di sè sul passo ed è dotato anche di una buonissima tenuta quando decide di andare in fuga. Ha centrato proprio in questo modo la prima vittoria da professionista in Catalogna, riuscendo a resistere dopo un'azione a lunga gittata (poi ha vinto anche il titolo lettone a cronometro). Da Under 23 invece ha saputo far suo il Fiandre Espoirs. Rappresenta una delle pedine più importanti per Rodriguez nelle tappe pianeggianti ma se ha via libera può cercare di giocare le sue carte. Del resto sarebbe una gioia gratis se vincesse...Gatis!

Altro esordiente assoluto in una grande corsa a tappe nella sua quarta stagione tra i professionisti (la prima in maglia Katusha). Corridore solito e di ottime qualità fin dalle categorie giovanili (da juniores vinse anche il Giro della Basilicata e riuscì a piazzarsi secondo nel campionato nazionale corso assieme ai pro), dà il meglio di sè sul passo ed è dotato anche di una buonissima tenuta quando decide di andare in fuga. Ha centrato proprio in questo modo la prima vittoria da professionista in Catalogna, riuscendo a resistere dopo un'azione a lunga gittata (poi ha vinto anche il titolo lettone a cronometro). Da Under 23 invece ha saputo far suo il Fiandre Espoirs. Rappresenta una delle pedine più importanti per Rodriguez nelle tappe pianeggianti ma se ha via libera può cercare di giocare le sue carte. Del resto sarebbe una gioia gratis se vincesse...Gatis!

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Altro esordiente assoluto in una grande corsa a tappe nella sua quarta stagione tra i professionisti (la prima in maglia Katusha). Corridore solito e di ottime qualità fin dalle categorie giovanili (da juniores vinse anche il Giro della Basilicata e riuscì a piazzarsi secondo nel campionato nazionale corso assieme ai pro), dà il meglio di sè sul passo ed è dotato anche di una buonissima tenuta quando decide di andare in fuga. Ha centrato proprio in questo modo la prima vittoria da professionista in Catalogna, riuscendo a resistere dopo un'azione a lunga gittata (poi ha vinto anche il titolo lettone a cronometro). Da Under 23 invece ha saputo far suo il Fiandre Espoirs. Rappresenta una delle pedine più importanti per Rodriguez nelle tappe pianeggianti ma se ha via libera può cercare di giocare le sue carte. Del resto sarebbe una gioia gratis se vincesse...Gatis!

Altro esordiente assoluto in una grande corsa a tappe nella sua quarta stagione tra i professionisti (la prima in maglia Katusha). Corridore solito e di ottime qualità fin dalle categorie giovanili (da juniores vinse anche il Giro della Basilicata e riuscì a piazzarsi secondo nel campionato nazionale corso assieme ai pro), dà il meglio di sè sul passo ed è dotato anche di una buonissima tenuta quando decide di andare in fuga. Ha centrato proprio in questo modo la prima vittoria da professionista in Catalogna, riuscendo a resistere dopo un'azione a lunga gittata (poi ha vinto anche il titolo lettone a cronometro). Da Under 23 invece ha saputo far suo il Fiandre Espoirs. Rappresenta una delle pedine più importanti per Rodriguez nelle tappe pianeggianti ma se ha via libera può cercare di giocare le sue carte. Del resto sarebbe una gioia gratis se vincesse...Gatis!

GiroTweet

@taylorphinney: Nel Nord dell'Italia i tifosi urlano i nomi dei loro corridori preferiti. Qui nel Sud sento solo "DAMMI UNA BORRACCIA". Ed é per questo che do le mie borracce a quelli che nn chiedono! X esempio i bambini piccoli che non hanno ancora imparato come esprimersi:) Non voglio dire niente male al Sud dell'Italia. L'ho solo notato...ho anche sentito il mio nome tanto negli ultimi giorni! Siete fantastici!

@giovisco: @taylorphinney più precisamente "ooouuuhh ramme na burraccia"

@Benna80: @taylorphinney burraccia !

@BandieraMarco: Oggi gruppetto nell'ultima salita con @gatto_oscar...e 1km di Black out!! Più un tifoso ke mi inseguiva in montainbike per avere 1 borraccia

@PippoPozzato: A burraccia a burraccia .... Ma se nn ce l'ho, ke burraccia ti devo dare????!!!!!! #daicazzo!!!!

@taylorphinney: I me ga portá la pissa! Divento matto! http://pic.twitter.com/Q4vxw7GW

La maglia rosa virtuale

L'ordine d'arrivo della nona tappaDopo tre tappe consecutive lunghe e impegnative, le salite hanno lasciato spazio ad una frazione più semplice, caratterizzata soprattutto da tanta pianura. Nonostante la stanchezza inizi a farsi sentire anche in questo Giro d'Italia virtuale (visita PcCiclismo.net per scaricare il gioco), ci sono stati diversi corridori che sono riusciti a risparmiare un po' di energie nei precedenti traguardi e che oggi hanno tentato l'azione da lontano.

La fuga del giorno in questa nona tappa è stata composta da De Marchi, Eisel, Kuschynski, Kennaugh, Vaitkus, De Negri, Bakelandts, Lund, Oroz e Navardauskas, ben dieci corridori: una fuga pericolosa ma che non è mai riuscita a decollare visto un accordo non ottimale e la presenza di due uomini della Sky che non piaceva a tanti. Al massimo i fuggitivi sono riusciti a guadagnare poco più di tre minuti e mezzo ed il gioco di scatti e controscatti iniziato già a 30 km dall'arrivo non li ha aiutati di certo: alla fine gli ultimi ad essere ripresi sono stati Jan Bakelandts e Peter Kennaugh a sette chilometri dall'arrivo.

Nel finale, complice un po' di vento e alcuni sali-scendi del percorso, il gruppo s'è frammentato anche se, come prevedibile, tutti gli uomini di classifica e molti velocisti sono riusciti agevolmente a rimanere nella prima parte. Si è arrivato così ad una volata numerosa in cui ancora una volta è stata la Sky a brillare: un lavoro eccellente di Geraint Thomas ha portato Mark Cavendish nella posizione migliore per sprintare ed il campione del mondo non ha fallito e ha conquistato la sua seconda vittoria di tappa in questo Giro d'Italia. Al secondo posto s'è piazzato Daniele Bennati che era riuscito a prendere la scia del britannico ma che non è riuscito ad effettuare il sorpasso negli ultimi metri, più indietro Mark Renshaw ha completato il podio. In classifica generale Ryder Hesjedal, sempre attentissimo nelle prime posizioni, ha mantenuto la maglia rosa mentre l'unica novità nelle varie classifiche è rappresentata da Roberto Ferrari che arrivando quarto ha conquistato la maglia rossa del ranking a punti.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea Guardini è un predestinato: in un grande giro, uno che in montagna va bene come lui, non può proprio fisicamente evitare di vincere quelle 2-3 tappe alpine. E in questo suo GT d'esordio, il veneto non ha perso tempo, mettendo a segno la prima impresa della sua speriamo lunga carriera già sugli Appennini, a Lago Laceno. Il corridore della Farnese è arrivato tutto solo al traguardo, involandosi sul Colle Molella e gestendo amabilmente il vantaggio nell'ultimo tratto in piano. Il risultato ci dice di 3'58" rifilati al primo gruppetto inseguitore (nel quale sono transitati nell'ordine William Bonnet, Arnaud Démare, Mickaël Delage e Jussi Veikkanen, in pratica un bel trenino FDJ), e addirittura 25'14" affibbiati all'ultimo della tappa, il deludente Domenico Pozzovivo. Grazie a questa impresa, Guardini risale decisamente anche in classifica, laddove in testa c'è sempre Theo Bos, con 5'54" proprio su Guardini, che ha rilevato la seconda piazza lasciata vacante dal ritirato Van Winden (brutta botta per il Giro aver perso l'olandese, vincitore della tappa di Rocca di Cambio). Terzo è Hunt a 6'34", quarto Mínguez a 8'16", quinto Phinney a 9'42". Ryder Hesjedal è ultimo a 1h37'13" ma quel che è peggio è che, con grande faccia tosta, pare non vergognarsi nemmeno un po'...

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

L'ordine d'arrivo della nona tappaDopo tre tappe consecutive lunghe e impegnative, le salite hanno lasciato spazio ad una frazione più semplice, caratterizzata soprattutto da tanta pianura. Nonostante la stanchezza inizi a farsi sentire anche in questo Giro d'Italia virtuale (visita PcCiclismo.net per scaricare il gioco), ci sono stati diversi corridori che sono riusciti a risparmiare un po' di energie nei precedenti traguardi e che oggi hanno tentato l'azione da lontano.

La fuga del giorno in questa nona tappa è stata composta da De Marchi, Eisel, Kuschynski, Kennaugh, Vaitkus, De Negri, Bakelandts, Lund, Oroz e Navardauskas, ben dieci corridori: una fuga pericolosa ma che non è mai riuscita a decollare visto un accordo non ottimale e la presenza di due uomini della Sky che non piaceva a tanti. Al massimo i fuggitivi sono riusciti a guadagnare poco più di tre minuti e mezzo ed il gioco di scatti e controscatti iniziato già a 30 km dall'arrivo non li ha aiutati di certo: alla fine gli ultimi ad essere ripresi sono stati Jan Bakelandts e Peter Kennaugh a sette chilometri dall'arrivo.

Nel finale, complice un po' di vento e alcuni sali-scendi del percorso, il gruppo s'è frammentato anche se, come prevedibile, tutti gli uomini di classifica e molti velocisti sono riusciti agevolmente a rimanere nella prima parte. Si è arrivato così ad una volata numerosa in cui ancora una volta è stata la Sky a brillare: un lavoro eccellente di Geraint Thomas ha portato Mark Cavendish nella posizione migliore per sprintare ed il campione del mondo non ha fallito e ha conquistato la sua seconda vittoria di tappa in questo Giro d'Italia. Al secondo posto s'è piazzato Daniele Bennati che era riuscito a prendere la scia del britannico ma che non è riuscito ad effettuare il sorpasso negli ultimi metri, più indietro Mark Renshaw ha completato il podio. In classifica generale Ryder Hesjedal, sempre attentissimo nelle prime posizioni, ha mantenuto la maglia rosa mentre l'unica novità nelle varie classifiche è rappresentata da Roberto Ferrari che arrivando quarto ha conquistato la maglia rossa del ranking a punti.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea Guardini è un predestinato: in un grande giro, uno che in montagna va bene come lui, non può proprio fisicamente evitare di vincere quelle 2-3 tappe alpine. E in questo suo GT d'esordio, il veneto non ha perso tempo, mettendo a segno la prima impresa della sua speriamo lunga carriera già sugli Appennini, a Lago Laceno. Il corridore della Farnese è arrivato tutto solo al traguardo, involandosi sul Colle Molella e gestendo amabilmente il vantaggio nell'ultimo tratto in piano. Il risultato ci dice di 3'58" rifilati al primo gruppetto inseguitore (nel quale sono transitati nell'ordine William Bonnet, Arnaud Démare, Mickaël Delage e Jussi Veikkanen, in pratica un bel trenino FDJ), e addirittura 25'14" affibbiati all'ultimo della tappa, il deludente Domenico Pozzovivo. Grazie a questa impresa, Guardini risale decisamente anche in classifica, laddove in testa c'è sempre Theo Bos, con 5'54" proprio su Guardini, che ha rilevato la seconda piazza lasciata vacante dal ritirato Van Winden (brutta botta per il Giro aver perso l'olandese, vincitore della tappa di Rocca di Cambio). Terzo è Hunt a 6'34", quarto Mínguez a 8'16", quinto Phinney a 9'42". Ryder Hesjedal è ultimo a 1h37'13" ma quel che è peggio è che, con grande faccia tosta, pare non vergognarsi nemmeno un po'...

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 9a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 9a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 9a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 9a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 9a tappa

La maglia rosa virtuale

L'ordine d'arrivo della nona tappaDopo tre tappe consecutive lunghe e impegnative, le salite hanno lasciato spazio ad una frazione più semplice, caratterizzata soprattutto da tanta pianura. Nonostante la stanchezza inizi a farsi sentire anche in questo Giro d'Italia virtuale (visita PcCiclismo.net per scaricare il gioco), ci sono stati diversi corridori che sono riusciti a risparmiare un po' di energie nei precedenti traguardi e che oggi hanno tentato l'azione da lontano.

La fuga del giorno in questa nona tappa è stata composta da De Marchi, Eisel, Kuschynski, Kennaugh, Vaitkus, De Negri, Bakelandts, Lund, Oroz e Navardauskas, ben dieci corridori: una fuga pericolosa ma che non è mai riuscita a decollare visto un accordo non ottimale e la presenza di due uomini della Sky che non piaceva a tanti. Al massimo i fuggitivi sono riusciti a guadagnare poco più di tre minuti e mezzo ed il gioco di scatti e controscatti iniziato già a 30 km dall'arrivo non li ha aiutati di certo: alla fine gli ultimi ad essere ripresi sono stati Jan Bakelandts e Peter Kennaugh a sette chilometri dall'arrivo.

Nel finale, complice un po' di vento e alcuni sali-scendi del percorso, il gruppo s'è frammentato anche se, come prevedibile, tutti gli uomini di classifica e molti velocisti sono riusciti agevolmente a rimanere nella prima parte. Si è arrivato così ad una volata numerosa in cui ancora una volta è stata la Sky a brillare: un lavoro eccellente di Geraint Thomas ha portato Mark Cavendish nella posizione migliore per sprintare ed il campione del mondo non ha fallito e ha conquistato la sua seconda vittoria di tappa in questo Giro d'Italia. Al secondo posto s'è piazzato Daniele Bennati che era riuscito a prendere la scia del britannico ma che non è riuscito ad effettuare il sorpasso negli ultimi metri, più indietro Mark Renshaw ha completato il podio. In classifica generale Ryder Hesjedal, sempre attentissimo nelle prime posizioni, ha mantenuto la maglia rosa mentre l'unica novità nelle varie classifiche è rappresentata da Roberto Ferrari che arrivando quarto ha conquistato la maglia rossa del ranking a punti.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea Guardini è un predestinato: in un grande giro, uno che in montagna va bene come lui, non può proprio fisicamente evitare di vincere quelle 2-3 tappe alpine. E in questo suo GT d'esordio, il veneto non ha perso tempo, mettendo a segno la prima impresa della sua speriamo lunga carriera già sugli Appennini, a Lago Laceno. Il corridore della Farnese è arrivato tutto solo al traguardo, involandosi sul Colle Molella e gestendo amabilmente il vantaggio nell'ultimo tratto in piano. Il risultato ci dice di 3'58" rifilati al primo gruppetto inseguitore (nel quale sono transitati nell'ordine William Bonnet, Arnaud Démare, Mickaël Delage e Jussi Veikkanen, in pratica un bel trenino FDJ), e addirittura 25'14" affibbiati all'ultimo della tappa, il deludente Domenico Pozzovivo. Grazie a questa impresa, Guardini risale decisamente anche in classifica, laddove in testa c'è sempre Theo Bos, con 5'54" proprio su Guardini, che ha rilevato la seconda piazza lasciata vacante dal ritirato Van Winden (brutta botta per il Giro aver perso l'olandese, vincitore della tappa di Rocca di Cambio). Terzo è Hunt a 6'34", quarto Mínguez a 8'16", quinto Phinney a 9'42". Ryder Hesjedal è ultimo a 1h37'13" ma quel che è peggio è che, con grande faccia tosta, pare non vergognarsi nemmeno un po'...

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

L'ordine d'arrivo della nona tappaDopo tre tappe consecutive lunghe e impegnative, le salite hanno lasciato spazio ad una frazione più semplice, caratterizzata soprattutto da tanta pianura. Nonostante la stanchezza inizi a farsi sentire anche in questo Giro d'Italia virtuale (visita PcCiclismo.net per scaricare il gioco), ci sono stati diversi corridori che sono riusciti a risparmiare un po' di energie nei precedenti traguardi e che oggi hanno tentato l'azione da lontano.

La fuga del giorno in questa nona tappa è stata composta da De Marchi, Eisel, Kuschynski, Kennaugh, Vaitkus, De Negri, Bakelandts, Lund, Oroz e Navardauskas, ben dieci corridori: una fuga pericolosa ma che non è mai riuscita a decollare visto un accordo non ottimale e la presenza di due uomini della Sky che non piaceva a tanti. Al massimo i fuggitivi sono riusciti a guadagnare poco più di tre minuti e mezzo ed il gioco di scatti e controscatti iniziato già a 30 km dall'arrivo non li ha aiutati di certo: alla fine gli ultimi ad essere ripresi sono stati Jan Bakelandts e Peter Kennaugh a sette chilometri dall'arrivo.

Nel finale, complice un po' di vento e alcuni sali-scendi del percorso, il gruppo s'è frammentato anche se, come prevedibile, tutti gli uomini di classifica e molti velocisti sono riusciti agevolmente a rimanere nella prima parte. Si è arrivato così ad una volata numerosa in cui ancora una volta è stata la Sky a brillare: un lavoro eccellente di Geraint Thomas ha portato Mark Cavendish nella posizione migliore per sprintare ed il campione del mondo non ha fallito e ha conquistato la sua seconda vittoria di tappa in questo Giro d'Italia. Al secondo posto s'è piazzato Daniele Bennati che era riuscito a prendere la scia del britannico ma che non è riuscito ad effettuare il sorpasso negli ultimi metri, più indietro Mark Renshaw ha completato il podio. In classifica generale Ryder Hesjedal, sempre attentissimo nelle prime posizioni, ha mantenuto la maglia rosa mentre l'unica novità nelle varie classifiche è rappresentata da Roberto Ferrari che arrivando quarto ha conquistato la maglia rossa del ranking a punti.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea Guardini è un predestinato: in un grande giro, uno che in montagna va bene come lui, non può proprio fisicamente evitare di vincere quelle 2-3 tappe alpine. E in questo suo GT d'esordio, il veneto non ha perso tempo, mettendo a segno la prima impresa della sua speriamo lunga carriera già sugli Appennini, a Lago Laceno. Il corridore della Farnese è arrivato tutto solo al traguardo, involandosi sul Colle Molella e gestendo amabilmente il vantaggio nell'ultimo tratto in piano. Il risultato ci dice di 3'58" rifilati al primo gruppetto inseguitore (nel quale sono transitati nell'ordine William Bonnet, Arnaud Démare, Mickaël Delage e Jussi Veikkanen, in pratica un bel trenino FDJ), e addirittura 25'14" affibbiati all'ultimo della tappa, il deludente Domenico Pozzovivo. Grazie a questa impresa, Guardini risale decisamente anche in classifica, laddove in testa c'è sempre Theo Bos, con 5'54" proprio su Guardini, che ha rilevato la seconda piazza lasciata vacante dal ritirato Van Winden (brutta botta per il Giro aver perso l'olandese, vincitore della tappa di Rocca di Cambio). Terzo è Hunt a 6'34", quarto Mínguez a 8'16", quinto Phinney a 9'42". Ryder Hesjedal è ultimo a 1h37'13" ma quel che è peggio è che, con grande faccia tosta, pare non vergognarsi nemmeno un po'...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Andrea Guardini è un predestinato: in un grande giro, uno che in montagna va bene come lui, non può proprio fisicamente evitare di vincere quelle 2-3 tappe alpine. E in questo suo GT d'esordio, il veneto non ha perso tempo, mettendo a segno la prima impresa della sua speriamo lunga carriera già sugli Appennini, a Lago Laceno. Il corridore della Farnese è arrivato tutto solo al traguardo, involandosi sul Colle Molella e gestendo amabilmente il vantaggio nell'ultimo tratto in piano. Il risultato ci dice di 3'58" rifilati al primo gruppetto inseguitore (nel quale sono transitati nell'ordine William Bonnet, Arnaud Démare, Mickaël Delage e Jussi Veikkanen, in pratica un bel trenino FDJ), e addirittura 25'14" affibbiati all'ultimo della tappa, il deludente Domenico Pozzovivo. Grazie a questa impresa, Guardini risale decisamente anche in classifica, laddove in testa c'è sempre Theo Bos, con 5'54" proprio su Guardini, che ha rilevato la seconda piazza lasciata vacante dal ritirato Van Winden (brutta botta per il Giro aver perso l'olandese, vincitore della tappa di Rocca di Cambio). Terzo è Hunt a 6'34", quarto Mínguez a 8'16", quinto Phinney a 9'42". Ryder Hesjedal è ultimo a 1h37'13" ma quel che è peggio è che, con grande faccia tosta, pare non vergognarsi nemmeno un po'...

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

L'ordine d'arrivo della nona tappaDopo tre tappe consecutive lunghe e impegnative, le salite hanno lasciato spazio ad una frazione più semplice, caratterizzata soprattutto da tanta pianura. Nonostante la stanchezza inizi a farsi sentire anche in questo Giro d'Italia virtuale (visita PcCiclismo.net per scaricare il gioco), ci sono stati diversi corridori che sono riusciti a risparmiare un po' di energie nei precedenti traguardi e che oggi hanno tentato l'azione da lontano.

La fuga del giorno in questa nona tappa è stata composta da De Marchi, Eisel, Kuschynski, Kennaugh, Vaitkus, De Negri, Bakelandts, Lund, Oroz e Navardauskas, ben dieci corridori: una fuga pericolosa ma che non è mai riuscita a decollare visto un accordo non ottimale e la presenza di due uomini della Sky che non piaceva a tanti. Al massimo i fuggitivi sono riusciti a guadagnare poco più di tre minuti e mezzo ed il gioco di scatti e controscatti iniziato già a 30 km dall'arrivo non li ha aiutati di certo: alla fine gli ultimi ad essere ripresi sono stati Jan Bakelandts e Peter Kennaugh a sette chilometri dall'arrivo.

Nel finale, complice un po' di vento e alcuni sali-scendi del percorso, il gruppo s'è frammentato anche se, come prevedibile, tutti gli uomini di classifica e molti velocisti sono riusciti agevolmente a rimanere nella prima parte. Si è arrivato così ad una volata numerosa in cui ancora una volta è stata la Sky a brillare: un lavoro eccellente di Geraint Thomas ha portato Mark Cavendish nella posizione migliore per sprintare ed il campione del mondo non ha fallito e ha conquistato la sua seconda vittoria di tappa in questo Giro d'Italia. Al secondo posto s'è piazzato Daniele Bennati che era riuscito a prendere la scia del britannico ma che non è riuscito ad effettuare il sorpasso negli ultimi metri, più indietro Mark Renshaw ha completato il podio. In classifica generale Ryder Hesjedal, sempre attentissimo nelle prime posizioni, ha mantenuto la maglia rosa mentre l'unica novità nelle varie classifiche è rappresentata da Roberto Ferrari che arrivando quarto ha conquistato la maglia rossa del ranking a punti.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea Guardini è un predestinato: in un grande giro, uno che in montagna va bene come lui, non può proprio fisicamente evitare di vincere quelle 2-3 tappe alpine. E in questo suo GT d'esordio, il veneto non ha perso tempo, mettendo a segno la prima impresa della sua speriamo lunga carriera già sugli Appennini, a Lago Laceno. Il corridore della Farnese è arrivato tutto solo al traguardo, involandosi sul Colle Molella e gestendo amabilmente il vantaggio nell'ultimo tratto in piano. Il risultato ci dice di 3'58" rifilati al primo gruppetto inseguitore (nel quale sono transitati nell'ordine William Bonnet, Arnaud Démare, Mickaël Delage e Jussi Veikkanen, in pratica un bel trenino FDJ), e addirittura 25'14" affibbiati all'ultimo della tappa, il deludente Domenico Pozzovivo. Grazie a questa impresa, Guardini risale decisamente anche in classifica, laddove in testa c'è sempre Theo Bos, con 5'54" proprio su Guardini, che ha rilevato la seconda piazza lasciata vacante dal ritirato Van Winden (brutta botta per il Giro aver perso l'olandese, vincitore della tappa di Rocca di Cambio). Terzo è Hunt a 6'34", quarto Mínguez a 8'16", quinto Phinney a 9'42". Ryder Hesjedal è ultimo a 1h37'13" ma quel che è peggio è che, con grande faccia tosta, pare non vergognarsi nemmeno un po'...

Marco Grassi

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