Il Portale del Ciclismo professionistico

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Ancora tradizione rispettata dopo una partenza dall'estero: la regola dice che, al rientro in Italia, dopo un giusto giorno di riposo, si riparte con una cronosquadre come è stato per la Cremona-Piacenza del 2006 e la Savigliano-Cuneo del 2010; e anche il chilometraggio della prova scaligera (poco oltre i 30 km) è in linea con i precedenti. Dopo la partenza da San Zeno gli atleti si dirigeranno verso nord-ovest fino a Corrubbio (dove, al km 9, c'è il primo rilevamento cronometrico). Da qui una non-salita (diciamo piuttosto un falsopiano di 2 km al 2%) fino a Castelrotto, e il ritorno verso Corrubbio e il secondo intertempo (km 22), prima di tornare sui propri passi percorrendo la stessa strada dell'andata fino a Verona. Il capoluogo verrà circumnavigato per un tratto sulla circonvallazione, prima che, da sud e attraverso Corso Porta Nuova, si vada al cuore della città, fino all'arrivo sito nella suggestiva cornice di Piazza Bra. Percorso per passisti puri, per cui conterà averne tanti in squadra, oltre al sempre fondamentale sincronismo tra gli atleti.

I favori del pronostico vanno alle tre squadre migliori in questo esercizio, ossia Garmin, GreenEDGE e Sky, ma pure la BMC, già vittoriosa al Giro del Trentino e desiderosa di mantenere la maglia rosa non sarà certo da sottovalutare. I bookmakers vedono favorita la Garmin, che parte con una quota di 3.50, seguita a stretto giro dalla Sky a 4.25 e dalla Greenedge a 5.40. Appena dietro la BMC a 7.00 e la Saxo del nostro Manuele Boaro a 8.50, mentre per trovare la prima italiana bisogna scendere ai 12.00 della Liquigas.

Verona

È famosa per l'Arena (e qui non s'intende il quotidiano), per il balcone da dove Giulietta si sporgeva per ascoltare le dichiarazioni d'amore di Romeo ma non soltanto per questo. Meta turistica visitata ogni anno da più di 3 milioni di persone in virtù del suo enorme patrimonio artistico, sorge ad una trentina di chilometri dal Lago di Garda e sulle sponde dell'Adige. Al tempo dei Romani era il punto d'incontro di quattro strade: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia ed ancor oggi è un importante nodo stradale, autostradale e ferroviario tra l'Italia Settentrionale ed il Passo del Brennero. Il nome pare derivare dall'etrusco ma altre teorie sostengono che il fondatore della città, il capo gallico Brenno, la chiamò Vae Roma, ossia Maledetta Roma. Di qui il nome che è giunto ai giorni nostri. Il simbolo della città è una scala bianca con quattro pioli su campo rosso e con l'aquila imperiale in cima alla scala, assunto ufficialmente da Alboino della Scala e Cangrande I della Scala in qualità di vicari imperiali, carica che fu assegnata dall'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Agricoltura, artigianato ed industria fanno di Verona una delle città più produttive d'Italia.

Verona

Importante polo produttivo, Verona, anche dal punto di vista delle due ruote. Ha ospitato nel 1999 e nel 2004 i Campionati del Mondo di ciclismo su strada (due vittorie di Óscar Freire, che proprio nel '99 si rivelò un po' a sorpresa al grande pubblico) ed anche quattro arrivi del Giro d'Italia. Nel 1984 la corsa rosa si concluse all'interno dell'Arena (intendiamo sempre l'anfiteatro romano e non la redazione del quotidiano...) con la vittoria a crono di Moser, che conquistò il Giro battendo Fignon. Nel 1997 fu invece Mirco Gualdi ad imporsi nella 17a tappa in una corsa che verrà vinta da Ivan Gotti su Pavel Tonkov. Venendo al passato più recente, nel 2007 la penultima tappa, un'altra cronometro, fu vinta da Paolo Savoldelli mentre Danilo Di Luca si aggiudicava la classifica generale battendo un giovane e fortissimo (più allora di oggi) Andy Schleck. Ancora cronometro, ancora Verona, ancora ultima tappa nel 2010. La vinse lo specialista svedese Gustav Erik Larsson davanti al nostro Marco Pinotti ma il vero trionfatore di quel 30 maggio fu Ivan Basso, al rientro da due anni di squalifica ed alla sua seconda maglia rosa in carriera, dopo quella del 2006 (per chi crede ai corsi e ricorsi storici). Da rimarcare che il vivaio ciclistico che sorge attorno a Verona è notevole: per citare solo i nomi più celebri, quel Damiano Cunego in cerca di una rosa (da indossare), quell'Andrea Guardini in cerca di una volata (da vincere) e quell'Elia Viviani che non è al Giro (purtroppo) ma che rappresenterà l'Italpista a Londra (unico azzurro nell'anello) sono di qui. E tra le donne la talentuosa Valentina Scandolara è veronese (risiede a Tregnago, proprio come Guardini: destini incrociati?).

Francesco Sulas
Verona

È famosa per l'Arena (e qui non s'intende il quotidiano), per il balcone da dove Giulietta si sporgeva per ascoltare le dichiarazioni d'amore di Romeo ma non soltanto per questo. Meta turistica visitata ogni anno da più di 3 milioni di persone in virtù del suo enorme patrimonio artistico, sorge ad una trentina di chilometri dal Lago di Garda e sulle sponde dell'Adige. Al tempo dei Romani era il punto d'incontro di quattro strade: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia ed ancor oggi è un importante nodo stradale, autostradale e ferroviario tra l'Italia Settentrionale ed il Passo del Brennero. Il nome pare derivare dall'etrusco ma altre teorie sostengono che il fondatore della città, il capo gallico Brenno, la chiamò Vae Roma, ossia Maledetta Roma. Di qui il nome che è giunto ai giorni nostri. Il simbolo della città è una scala bianca con quattro pioli su campo rosso e con l'aquila imperiale in cima alla scala, assunto ufficialmente da Alboino della Scala e Cangrande I della Scala in qualità di vicari imperiali, carica che fu assegnata dall'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Agricoltura, artigianato ed industria fanno di Verona una delle città più produttive d'Italia.

Verona

Importante polo produttivo, Verona, anche dal punto di vista delle due ruote. Ha ospitato nel 1999 e nel 2004 i Campionati del Mondo di ciclismo su strada (due vittorie di Óscar Freire, che proprio nel '99 si rivelò un po' a sorpresa al grande pubblico) ed anche quattro arrivi del Giro d'Italia. Nel 1984 la corsa rosa si concluse all'interno dell'Arena (intendiamo sempre l'anfiteatro romano e non la redazione del quotidiano...) con la vittoria a crono di Moser, che conquistò il Giro battendo Fignon. Nel 1997 fu invece Mirco Gualdi ad imporsi nella 17a tappa in una corsa che verrà vinta da Ivan Gotti su Pavel Tonkov. Venendo al passato più recente, nel 2007 la penultima tappa, un'altra cronometro, fu vinta da Paolo Savoldelli mentre Danilo Di Luca si aggiudicava la classifica generale battendo un giovane e fortissimo (più allora di oggi) Andy Schleck. Ancora cronometro, ancora Verona, ancora ultima tappa nel 2010. La vinse lo specialista svedese Gustav Erik Larsson davanti al nostro Marco Pinotti ma il vero trionfatore di quel 30 maggio fu Ivan Basso, al rientro da due anni di squalifica ed alla sua seconda maglia rosa in carriera, dopo quella del 2006 (per chi crede ai corsi e ricorsi storici). Da rimarcare che il vivaio ciclistico che sorge attorno a Verona è notevole: per citare solo i nomi più celebri, quel Damiano Cunego in cerca di una rosa (da indossare), quell'Andrea Guardini in cerca di una volata (da vincere) e quell'Elia Viviani che non è al Giro (purtroppo) ma che rappresenterà l'Italpista a Londra (unico azzurro nell'anello) sono di qui. E tra le donne la talentuosa Valentina Scandolara è veronese (risiede a Tregnago, proprio come Guardini: destini incrociati?).

Verona

È famosa per l'Arena (e qui non s'intende il quotidiano), per il balcone da dove Giulietta si sporgeva per ascoltare le dichiarazioni d'amore di Romeo ma non soltanto per questo. Meta turistica visitata ogni anno da più di 3 milioni di persone in virtù del suo enorme patrimonio artistico, sorge ad una trentina di chilometri dal Lago di Garda e sulle sponde dell'Adige. Al tempo dei Romani era il punto d'incontro di quattro strade: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia ed ancor oggi è un importante nodo stradale, autostradale e ferroviario tra l'Italia Settentrionale ed il Passo del Brennero. Il nome pare derivare dall'etrusco ma altre teorie sostengono che il fondatore della città, il capo gallico Brenno, la chiamò Vae Roma, ossia Maledetta Roma. Di qui il nome che è giunto ai giorni nostri. Il simbolo della città è una scala bianca con quattro pioli su campo rosso e con l'aquila imperiale in cima alla scala, assunto ufficialmente da Alboino della Scala e Cangrande I della Scala in qualità di vicari imperiali, carica che fu assegnata dall'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Agricoltura, artigianato ed industria fanno di Verona una delle città più produttive d'Italia.

Verona

Importante polo produttivo, Verona, anche dal punto di vista delle due ruote. Ha ospitato nel 1999 e nel 2004 i Campionati del Mondo di ciclismo su strada (due vittorie di Óscar Freire, che proprio nel '99 si rivelò un po' a sorpresa al grande pubblico) ed anche quattro arrivi del Giro d'Italia. Nel 1984 la corsa rosa si concluse all'interno dell'Arena (intendiamo sempre l'anfiteatro romano e non la redazione del quotidiano...) con la vittoria a crono di Moser, che conquistò il Giro battendo Fignon. Nel 1997 fu invece Mirco Gualdi ad imporsi nella 17a tappa in una corsa che verrà vinta da Ivan Gotti su Pavel Tonkov. Venendo al passato più recente, nel 2007 la penultima tappa, un'altra cronometro, fu vinta da Paolo Savoldelli mentre Danilo Di Luca si aggiudicava la classifica generale battendo un giovane e fortissimo (più allora di oggi) Andy Schleck. Ancora cronometro, ancora Verona, ancora ultima tappa nel 2010. La vinse lo specialista svedese Gustav Erik Larsson davanti al nostro Marco Pinotti ma il vero trionfatore di quel 30 maggio fu Ivan Basso, al rientro da due anni di squalifica ed alla sua seconda maglia rosa in carriera, dopo quella del 2006 (per chi crede ai corsi e ricorsi storici). Da rimarcare che il vivaio ciclistico che sorge attorno a Verona è notevole: per citare solo i nomi più celebri, quel Damiano Cunego in cerca di una rosa (da indossare), quell'Andrea Guardini in cerca di una volata (da vincere) e quell'Elia Viviani che non è al Giro (purtroppo) ma che rappresenterà l'Italpista a Londra (unico azzurro nell'anello) sono di qui. E tra le donne la talentuosa Valentina Scandolara è veronese (risiede a Tregnago, proprio come Guardini: destini incrociati?).

Verona

È famosa per l'Arena (e qui non s'intende il quotidiano), per il balcone da dove Giulietta si sporgeva per ascoltare le dichiarazioni d'amore di Romeo ma non soltanto per questo. Meta turistica visitata ogni anno da più di 3 milioni di persone in virtù del suo enorme patrimonio artistico, sorge ad una trentina di chilometri dal Lago di Garda e sulle sponde dell'Adige. Al tempo dei Romani era il punto d'incontro di quattro strade: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia ed ancor oggi è un importante nodo stradale, autostradale e ferroviario tra l'Italia Settentrionale ed il Passo del Brennero. Il nome pare derivare dall'etrusco ma altre teorie sostengono che il fondatore della città, il capo gallico Brenno, la chiamò Vae Roma, ossia Maledetta Roma. Di qui il nome che è giunto ai giorni nostri. Il simbolo della città è una scala bianca con quattro pioli su campo rosso e con l'aquila imperiale in cima alla scala, assunto ufficialmente da Alboino della Scala e Cangrande I della Scala in qualità di vicari imperiali, carica che fu assegnata dall'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Agricoltura, artigianato ed industria fanno di Verona una delle città più produttive d'Italia.

Verona

Importante polo produttivo, Verona, anche dal punto di vista delle due ruote. Ha ospitato nel 1999 e nel 2004 i Campionati del Mondo di ciclismo su strada (due vittorie di Óscar Freire, che proprio nel '99 si rivelò un po' a sorpresa al grande pubblico) ed anche quattro arrivi del Giro d'Italia. Nel 1984 la corsa rosa si concluse all'interno dell'Arena (intendiamo sempre l'anfiteatro romano e non la redazione del quotidiano...) con la vittoria a crono di Moser, che conquistò il Giro battendo Fignon. Nel 1997 fu invece Mirco Gualdi ad imporsi nella 17a tappa in una corsa che verrà vinta da Ivan Gotti su Pavel Tonkov. Venendo al passato più recente, nel 2007 la penultima tappa, un'altra cronometro, fu vinta da Paolo Savoldelli mentre Danilo Di Luca si aggiudicava la classifica generale battendo un giovane e fortissimo (più allora di oggi) Andy Schleck. Ancora cronometro, ancora Verona, ancora ultima tappa nel 2010. La vinse lo specialista svedese Gustav Erik Larsson davanti al nostro Marco Pinotti ma il vero trionfatore di quel 30 maggio fu Ivan Basso, al rientro da due anni di squalifica ed alla sua seconda maglia rosa in carriera, dopo quella del 2006 (per chi crede ai corsi e ricorsi storici). Da rimarcare che il vivaio ciclistico che sorge attorno a Verona è notevole: per citare solo i nomi più celebri, quel Damiano Cunego in cerca di una rosa (da indossare), quell'Andrea Guardini in cerca di una volata (da vincere) e quell'Elia Viviani che non è al Giro (purtroppo) ma che rappresenterà l'Italpista a Londra (unico azzurro nell'anello) sono di qui. E tra le donne la talentuosa Valentina Scandolara è veronese (risiede a Tregnago, proprio come Guardini: destini incrociati?).

Verona

È famosa per l'Arena (e qui non s'intende il quotidiano), per il balcone da dove Giulietta si sporgeva per ascoltare le dichiarazioni d'amore di Romeo ma non soltanto per questo. Meta turistica visitata ogni anno da più di 3 milioni di persone in virtù del suo enorme patrimonio artistico, sorge ad una trentina di chilometri dal Lago di Garda e sulle sponde dell'Adige. Al tempo dei Romani era il punto d'incontro di quattro strade: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia ed ancor oggi è un importante nodo stradale, autostradale e ferroviario tra l'Italia Settentrionale ed il Passo del Brennero. Il nome pare derivare dall'etrusco ma altre teorie sostengono che il fondatore della città, il capo gallico Brenno, la chiamò Vae Roma, ossia Maledetta Roma. Di qui il nome che è giunto ai giorni nostri. Il simbolo della città è una scala bianca con quattro pioli su campo rosso e con l'aquila imperiale in cima alla scala, assunto ufficialmente da Alboino della Scala e Cangrande I della Scala in qualità di vicari imperiali, carica che fu assegnata dall'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Agricoltura, artigianato ed industria fanno di Verona una delle città più produttive d'Italia.

Verona

Importante polo produttivo, Verona, anche dal punto di vista delle due ruote. Ha ospitato nel 1999 e nel 2004 i Campionati del Mondo di ciclismo su strada (due vittorie di Óscar Freire, che proprio nel '99 si rivelò un po' a sorpresa al grande pubblico) ed anche quattro arrivi del Giro d'Italia. Nel 1984 la corsa rosa si concluse all'interno dell'Arena (intendiamo sempre l'anfiteatro romano e non la redazione del quotidiano...) con la vittoria a crono di Moser, che conquistò il Giro battendo Fignon. Nel 1997 fu invece Mirco Gualdi ad imporsi nella 17a tappa in una corsa che verrà vinta da Ivan Gotti su Pavel Tonkov. Venendo al passato più recente, nel 2007 la penultima tappa, un'altra cronometro, fu vinta da Paolo Savoldelli mentre Danilo Di Luca si aggiudicava la classifica generale battendo un giovane e fortissimo (più allora di oggi) Andy Schleck. Ancora cronometro, ancora Verona, ancora ultima tappa nel 2010. La vinse lo specialista svedese Gustav Erik Larsson davanti al nostro Marco Pinotti ma il vero trionfatore di quel 30 maggio fu Ivan Basso, al rientro da due anni di squalifica ed alla sua seconda maglia rosa in carriera, dopo quella del 2006 (per chi crede ai corsi e ricorsi storici). Da rimarcare che il vivaio ciclistico che sorge attorno a Verona è notevole: per citare solo i nomi più celebri, quel Damiano Cunego in cerca di una rosa (da indossare), quell'Andrea Guardini in cerca di una volata (da vincere) e quell'Elia Viviani che non è al Giro (purtroppo) ma che rappresenterà l'Italpista a Londra (unico azzurro nell'anello) sono di qui. E tra le donne la talentuosa Valentina Scandolara è veronese (risiede a Tregnago, proprio come Guardini: destini incrociati?).

Verona

È famosa per l'Arena (e qui non s'intende il quotidiano), per il balcone da dove Giulietta si sporgeva per ascoltare le dichiarazioni d'amore di Romeo ma non soltanto per questo. Meta turistica visitata ogni anno da più di 3 milioni di persone in virtù del suo enorme patrimonio artistico, sorge ad una trentina di chilometri dal Lago di Garda e sulle sponde dell'Adige. Al tempo dei Romani era il punto d'incontro di quattro strade: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia ed ancor oggi è un importante nodo stradale, autostradale e ferroviario tra l'Italia Settentrionale ed il Passo del Brennero. Il nome pare derivare dall'etrusco ma altre teorie sostengono che il fondatore della città, il capo gallico Brenno, la chiamò Vae Roma, ossia Maledetta Roma. Di qui il nome che è giunto ai giorni nostri. Il simbolo della città è una scala bianca con quattro pioli su campo rosso e con l'aquila imperiale in cima alla scala, assunto ufficialmente da Alboino della Scala e Cangrande I della Scala in qualità di vicari imperiali, carica che fu assegnata dall'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Agricoltura, artigianato ed industria fanno di Verona una delle città più produttive d'Italia.

Verona

Importante polo produttivo, Verona, anche dal punto di vista delle due ruote. Ha ospitato nel 1999 e nel 2004 i Campionati del Mondo di ciclismo su strada (due vittorie di Óscar Freire, che proprio nel '99 si rivelò un po' a sorpresa al grande pubblico) ed anche quattro arrivi del Giro d'Italia. Nel 1984 la corsa rosa si concluse all'interno dell'Arena (intendiamo sempre l'anfiteatro romano e non la redazione del quotidiano...) con la vittoria a crono di Moser, che conquistò il Giro battendo Fignon. Nel 1997 fu invece Mirco Gualdi ad imporsi nella 17a tappa in una corsa che verrà vinta da Ivan Gotti su Pavel Tonkov. Venendo al passato più recente, nel 2007 la penultima tappa, un'altra cronometro, fu vinta da Paolo Savoldelli mentre Danilo Di Luca si aggiudicava la classifica generale battendo un giovane e fortissimo (più allora di oggi) Andy Schleck. Ancora cronometro, ancora Verona, ancora ultima tappa nel 2010. La vinse lo specialista svedese Gustav Erik Larsson davanti al nostro Marco Pinotti ma il vero trionfatore di quel 30 maggio fu Ivan Basso, al rientro da due anni di squalifica ed alla sua seconda maglia rosa in carriera, dopo quella del 2006 (per chi crede ai corsi e ricorsi storici). Da rimarcare che il vivaio ciclistico che sorge attorno a Verona è notevole: per citare solo i nomi più celebri, quel Damiano Cunego in cerca di una rosa (da indossare), quell'Andrea Guardini in cerca di una volata (da vincere) e quell'Elia Viviani che non è al Giro (purtroppo) ma che rappresenterà l'Italpista a Londra (unico azzurro nell'anello) sono di qui. E tra le donne la talentuosa Valentina Scandolara è veronese (risiede a Tregnago, proprio come Guardini: destini incrociati?).

Meteo

15.25 - Verona
16.10 - Verona
17.00 - Verona

Soggetti Alternativi

Anche per lui il Giro rappresenta il debutto assoluto in una grande corsa a tappe. Approdato in questa stagione alla Garmin dopo due anni trascorsi all'Endura Racing, il neozelandese è un passista veloce che nel 2010 ha saputo conquistare il titolo nazionale mettendosi alle spalle i più esperti Roulston e Dean. Lo scorso anno invece si aggiudicò una tappa del Tour of Utah, anticipando il gruppo (regolato poi da Viviani) con uno scatto all'ultimo km. Sul passo se la cava abbastanza bene, dal momento che ha colto buoni piazzamenti in gare contro il tempo di breve e media lunghezza ed ha conquistao con il team il successo nella cronosquadre in Qatar ad inizio anno. Proprio per questo potrebbe essere una valida pedina in quel di Verona, nelle altre tappe poi cercherà di pilotare al meglio Farrar nelle volate. Per cui nel Garmin Power c'è anche un po' di...Jack Bauer!

Vivian Ghianni

Anche per lui il Giro rappresenta il debutto assoluto in una grande corsa a tappe. Approdato in questa stagione alla Garmin dopo due anni trascorsi all'Endura Racing, il neozelandese è un passista veloce che nel 2010 ha saputo conquistare il titolo nazionale mettendosi alle spalle i più esperti Roulston e Dean. Lo scorso anno invece si aggiudicò una tappa del Tour of Utah, anticipando il gruppo (regolato poi da Viviani) con uno scatto all'ultimo km. Sul passo se la cava abbastanza bene, dal momento che ha colto buoni piazzamenti in gare contro il tempo di breve e media lunghezza ed ha conquistao con il team il successo nella cronosquadre in Qatar ad inizio anno. Proprio per questo potrebbe essere una valida pedina in quel di Verona, nelle altre tappe poi cercherà di pilotare al meglio Farrar nelle volate. Per cui nel Garmin Power c'è anche un po' di...Jack Bauer!

Anche per lui il Giro rappresenta il debutto assoluto in una grande corsa a tappe. Approdato in questa stagione alla Garmin dopo due anni trascorsi all'Endura Racing, il neozelandese è un passista veloce che nel 2010 ha saputo conquistare il titolo nazionale mettendosi alle spalle i più esperti Roulston e Dean. Lo scorso anno invece si aggiudicò una tappa del Tour of Utah, anticipando il gruppo (regolato poi da Viviani) con uno scatto all'ultimo km. Sul passo se la cava abbastanza bene, dal momento che ha colto buoni piazzamenti in gare contro il tempo di breve e media lunghezza ed ha conquistao con il team il successo nella cronosquadre in Qatar ad inizio anno. Proprio per questo potrebbe essere una valida pedina in quel di Verona, nelle altre tappe poi cercherà di pilotare al meglio Farrar nelle volate. Per cui nel Garmin Power c'è anche un po' di...Jack Bauer!

Anche per lui il Giro rappresenta il debutto assoluto in una grande corsa a tappe. Approdato in questa stagione alla Garmin dopo due anni trascorsi all'Endura Racing, il neozelandese è un passista veloce che nel 2010 ha saputo conquistare il titolo nazionale mettendosi alle spalle i più esperti Roulston e Dean. Lo scorso anno invece si aggiudicò una tappa del Tour of Utah, anticipando il gruppo (regolato poi da Viviani) con uno scatto all'ultimo km. Sul passo se la cava abbastanza bene, dal momento che ha colto buoni piazzamenti in gare contro il tempo di breve e media lunghezza ed ha conquistao con il team il successo nella cronosquadre in Qatar ad inizio anno. Proprio per questo potrebbe essere una valida pedina in quel di Verona, nelle altre tappe poi cercherà di pilotare al meglio Farrar nelle volate. Per cui nel Garmin Power c'è anche un po' di...Jack Bauer!

Anche per lui il Giro rappresenta il debutto assoluto in una grande corsa a tappe. Approdato in questa stagione alla Garmin dopo due anni trascorsi all'Endura Racing, il neozelandese è un passista veloce che nel 2010 ha saputo conquistare il titolo nazionale mettendosi alle spalle i più esperti Roulston e Dean. Lo scorso anno invece si aggiudicò una tappa del Tour of Utah, anticipando il gruppo (regolato poi da Viviani) con uno scatto all'ultimo km. Sul passo se la cava abbastanza bene, dal momento che ha colto buoni piazzamenti in gare contro il tempo di breve e media lunghezza ed ha conquistao con il team il successo nella cronosquadre in Qatar ad inizio anno. Proprio per questo potrebbe essere una valida pedina in quel di Verona, nelle altre tappe poi cercherà di pilotare al meglio Farrar nelle volate. Per cui nel Garmin Power c'è anche un po' di...Jack Bauer!

Anche per lui il Giro rappresenta il debutto assoluto in una grande corsa a tappe. Approdato in questa stagione alla Garmin dopo due anni trascorsi all'Endura Racing, il neozelandese è un passista veloce che nel 2010 ha saputo conquistare il titolo nazionale mettendosi alle spalle i più esperti Roulston e Dean. Lo scorso anno invece si aggiudicò una tappa del Tour of Utah, anticipando il gruppo (regolato poi da Viviani) con uno scatto all'ultimo km. Sul passo se la cava abbastanza bene, dal momento che ha colto buoni piazzamenti in gare contro il tempo di breve e media lunghezza ed ha conquistao con il team il successo nella cronosquadre in Qatar ad inizio anno. Proprio per questo potrebbe essere una valida pedina in quel di Verona, nelle altre tappe poi cercherà di pilotare al meglio Farrar nelle volate. Per cui nel Garmin Power c'è anche un po' di...Jack Bauer!

 

@BandieraMarco: @giroditalia 108 FOREVER!!!!!!!

@enricogasparotto: Oggi è un giorno particolare per chi ama la propria vita ed è consapevole di fare un lavoro rischioso..RIP Wouter!!

@taylorphinney: Questo è come appare il mio piede questa mattina. #livingthedream (non cliccate se siete schifiltosi) pic.twitter.com/mZJgP5a5

@ArnaudDemare: L'Italia!! Viva le pizze.. @willbonnet pic.twitter.com/l84NnJx0

@Mark_Renshaw: La cronosquadre di oggi è molto veloce, la salita è in due parti e ripida in cima e rapida discesa. Sarà bella da vedere in TV vigneti+fiume+colline verdi

@giovisco: Oggi per "ammazzare il tempo" ho tagliato i capelli al mio compagno Amador! E' contento matto! Domani la foto! #cosedaciclisti

@Stefclement: Bel giorno di riposo a Mantova. Abbiamo visionato il percorso della cronosquadre di domani e siamo tornati indietri, 80 km di pedalata. Contento di essere in Italia: hotel e cibo ottimi

@ivanbasso: Un giornata diversa. 3 ore in bici da crono Cannondale Slice RS TT bike, 21 a riposare. Pensando a domani.IB

@ivanbasso: ???????? IB

La maglia rosa virtuale

La classifica generale dopo 4 tappeRisultati previdibili e grandi sorprese: la quarta tappa del Giro d'Italia, la cronometro a squadre di Verona, ha sconvolto la classifica per la maglia rosa virtuale di PcCiclismo.net; per alcuni dei grandi favoriti della vigilia si prospetta un Giro all'insegna della rimonta, altri invece possono cominciare a sognare qualcosa di importante.

La cronosquadre, come da pronostico, è stata dominata dagli uomini della Garmin-Barracuda che sono letteralmente volati sul percorso ad una media superiore ai 53 km/h: per la formazione americana si tratta della seconda vittoria nella corsa rosa, dopo quella ottenuta da Farrar sul traguardo di Horsens. Nessuna sorpresa anche nel vedere la Orica-GreenEDGE al secondo posto di tappa, staccata di 15" dalla squadra vincitrice; decisamente inaspettato, invece, il terzo posto della Movistar, staccata di 20" dalla Garmin: una dimostrazione di come in queste prove a volte sia più importante il collettivo rispetto alla forza dei singoli.

La Sky dell'ex maglia rosa Geraint Thomas ha chiuso in quarta posizione con un ritardo di 29": la Garmin, così, oltre al successo di tappa può festeggiare anche la conquista del simbolo del primato con il danese Alex Rasmussen seguito a 6" dal compagno di squadra Farrar che domani, grazie agli abbuoni, può puntare al sorpasso nella tappa di Fano. Ottimo il quinto posto parziale del Team NetApp mentre sono state molto deludenti le prove di BMC, Lampre e Liquigas: i rossoneri hanno perso ben 58", le due formazioni italiane hanno perso rispettivamente 1'01" e 1'09", margine pesantissimo per i loro capitani che puntano alla vittoria finale. Tra i risultati scontati, l'ultimo posto dell'Euskaltel.

In attesa delle prime tappe vallonate il meglio messo tra i corridori che potranno fare classifica è il canadese Ryder Hesjedal, terzo a 11" da Rasmussen: il corridore della Garmin ha un vantaggio di 34" su Henao, 48" su Schleck, 51" su Kreuziger, 1'15" su Scarponi e Cunego, 1'27" su Rujano e addirittura 1'35" su Ivan Basso. Tutti questi corridori avranno tante tappe per recuperare terreno ma se possono stare tranquilli da quel punto di vista, dall'altro sanno di non potersi permettere alcun passo falso; Joaquím Rodríguez e John Gadret sono ancora più indietro rispetto a Basso mentre Domenico Pozzovivo dovrà andare a caccia di una vera e propria impresa se vorrà andare a caccia del podio dal momento che lo scalatore lucano accusa già 2'01" da Hesjedal.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Tappa da mal di testa, la terza del Giro d'Italia al contrario. Distacchi psichedelici. Classifiche da riscrivere. Presenze ologrammatiche. Rozzi cibernetici signori degli anelli (no, questo non c'entra, scusate). La caduta innescata da Roberto Ferrari ha prodotto un ordine d'arrivo tutto particolare, in cui nelle prime posizioni troviamo corridori con lo stesso tempo dell'ultimo, Matthew Goss, e altri che hanno guadagnato i loro bravi vantaggi sui rivali. Il vincitore di tappa è nientemeno che Taylor Phinney, il quale, come peraltro avevamo ipotizzato qualche giorno fa, conferma la sua grande versatilità conquistando in appena 3 frazioni un ultimo e poi un primo posto. C'è veramente da aspettarsi di tutto dall'americano, che in effetti sta provando in tutti i modi, tra un tuffo e l'altro, a disfarsi dell'ingrombrante maglia rosa. Il problema è che, proprio per il discorso fatto su, Phinney si vede ingiustamente assegnato il tempo dell'ultimo, e non riesce quindi a fare il gran balzo in classifica, lasciando per il momento ad altri l'incombenza di lottare per la maglia nera. La classifica è infatti mossa - ad esempio - da Gianni Meersman (secondo al traguardo con 5'25" di vantaggio su Phinney primo e su Goss ultimo), il quale ha staccato di 22" Keizer e Van Winden, di 42" Mínguez e di 2'25" Bobridge. Il leader resta comunque Ben Hermans, che ora ha però solo 2'03" su Van Winden secondo, 4'38" su Bobridge terzo e 4'40" su Meersman quarto (10'55" il vantaggio su Phinney ultimo). Da segnalare che a Horsens la BMC ha chiaramente provato la cronosquadre, con ottimi esiti se è vero che ha piazzato i suoi uomini migliori nelle prime posizioni (oltre a Phinney, anche Tschopp, Wyss, Frank, Santaromita e Ballan). Insomma, c'è tutto per attendersi una prestazione-monstre dei rossoneri nella fatal Verona!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

La classifica generale dopo 4 tappeRisultati previdibili e grandi sorprese: la quarta tappa del Giro d'Italia, la cronometro a squadre di Verona, ha sconvolto la classifica per la maglia rosa virtuale di PcCiclismo.net; per alcuni dei grandi favoriti della vigilia si prospetta un Giro all'insegna della rimonta, altri invece possono cominciare a sognare qualcosa di importante.

La cronosquadre, come da pronostico, è stata dominata dagli uomini della Garmin-Barracuda che sono letteralmente volati sul percorso ad una media superiore ai 53 km/h: per la formazione americana si tratta della seconda vittoria nella corsa rosa, dopo quella ottenuta da Farrar sul traguardo di Horsens. Nessuna sorpresa anche nel vedere la Orica-GreenEDGE al secondo posto di tappa, staccata di 15" dalla squadra vincitrice; decisamente inaspettato, invece, il terzo posto della Movistar, staccata di 20" dalla Garmin: una dimostrazione di come in queste prove a volte sia più importante il collettivo rispetto alla forza dei singoli.

La Sky dell'ex maglia rosa Geraint Thomas ha chiuso in quarta posizione con un ritardo di 29": la Garmin, così, oltre al successo di tappa può festeggiare anche la conquista del simbolo del primato con il danese Alex Rasmussen seguito a 6" dal compagno di squadra Farrar che domani, grazie agli abbuoni, può puntare al sorpasso nella tappa di Fano. Ottimo il quinto posto parziale del Team NetApp mentre sono state molto deludenti le prove di BMC, Lampre e Liquigas: i rossoneri hanno perso ben 58", le due formazioni italiane hanno perso rispettivamente 1'01" e 1'09", margine pesantissimo per i loro capitani che puntano alla vittoria finale. Tra i risultati scontati, l'ultimo posto dell'Euskaltel.

In attesa delle prime tappe vallonate il meglio messo tra i corridori che potranno fare classifica è il canadese Ryder Hesjedal, terzo a 11" da Rasmussen: il corridore della Garmin ha un vantaggio di 34" su Henao, 48" su Schleck, 51" su Kreuziger, 1'15" su Scarponi e Cunego, 1'27" su Rujano e addirittura 1'35" su Ivan Basso. Tutti questi corridori avranno tante tappe per recuperare terreno ma se possono stare tranquilli da quel punto di vista, dall'altro sanno di non potersi permettere alcun passo falso; Joaquím Rodríguez e John Gadret sono ancora più indietro rispetto a Basso mentre Domenico Pozzovivo dovrà andare a caccia di una vera e propria impresa se vorrà andare a caccia del podio dal momento che lo scalatore lucano accusa già 2'01" da Hesjedal.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Tappa da mal di testa, la terza del Giro d'Italia al contrario. Distacchi psichedelici. Classifiche da riscrivere. Presenze ologrammatiche. Rozzi cibernetici signori degli anelli (no, questo non c'entra, scusate). La caduta innescata da Roberto Ferrari ha prodotto un ordine d'arrivo tutto particolare, in cui nelle prime posizioni troviamo corridori con lo stesso tempo dell'ultimo, Matthew Goss, e altri che hanno guadagnato i loro bravi vantaggi sui rivali. Il vincitore di tappa è nientemeno che Taylor Phinney, il quale, come peraltro avevamo ipotizzato qualche giorno fa, conferma la sua grande versatilità conquistando in appena 3 frazioni un ultimo e poi un primo posto. C'è veramente da aspettarsi di tutto dall'americano, che in effetti sta provando in tutti i modi, tra un tuffo e l'altro, a disfarsi dell'ingrombrante maglia rosa. Il problema è che, proprio per il discorso fatto su, Phinney si vede ingiustamente assegnato il tempo dell'ultimo, e non riesce quindi a fare il gran balzo in classifica, lasciando per il momento ad altri l'incombenza di lottare per la maglia nera. La classifica è infatti mossa - ad esempio - da Gianni Meersman (secondo al traguardo con 5'25" di vantaggio su Phinney primo e su Goss ultimo), il quale ha staccato di 22" Keizer e Van Winden, di 42" Mínguez e di 2'25" Bobridge. Il leader resta comunque Ben Hermans, che ora ha però solo 2'03" su Van Winden secondo, 4'38" su Bobridge terzo e 4'40" su Meersman quarto (10'55" il vantaggio su Phinney ultimo). Da segnalare che a Horsens la BMC ha chiaramente provato la cronosquadre, con ottimi esiti se è vero che ha piazzato i suoi uomini migliori nelle prime posizioni (oltre a Phinney, anche Tschopp, Wyss, Frank, Santaromita e Ballan). Insomma, c'è tutto per attendersi una prestazione-monstre dei rossoneri nella fatal Verona!

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 4a tappa

La maglia rosa virtuale

La classifica generale dopo 4 tappeRisultati previdibili e grandi sorprese: la quarta tappa del Giro d'Italia, la cronometro a squadre di Verona, ha sconvolto la classifica per la maglia rosa virtuale di PcCiclismo.net; per alcuni dei grandi favoriti della vigilia si prospetta un Giro all'insegna della rimonta, altri invece possono cominciare a sognare qualcosa di importante.

La cronosquadre, come da pronostico, è stata dominata dagli uomini della Garmin-Barracuda che sono letteralmente volati sul percorso ad una media superiore ai 53 km/h: per la formazione americana si tratta della seconda vittoria nella corsa rosa, dopo quella ottenuta da Farrar sul traguardo di Horsens. Nessuna sorpresa anche nel vedere la Orica-GreenEDGE al secondo posto di tappa, staccata di 15" dalla squadra vincitrice; decisamente inaspettato, invece, il terzo posto della Movistar, staccata di 20" dalla Garmin: una dimostrazione di come in queste prove a volte sia più importante il collettivo rispetto alla forza dei singoli.

La Sky dell'ex maglia rosa Geraint Thomas ha chiuso in quarta posizione con un ritardo di 29": la Garmin, così, oltre al successo di tappa può festeggiare anche la conquista del simbolo del primato con il danese Alex Rasmussen seguito a 6" dal compagno di squadra Farrar che domani, grazie agli abbuoni, può puntare al sorpasso nella tappa di Fano. Ottimo il quinto posto parziale del Team NetApp mentre sono state molto deludenti le prove di BMC, Lampre e Liquigas: i rossoneri hanno perso ben 58", le due formazioni italiane hanno perso rispettivamente 1'01" e 1'09", margine pesantissimo per i loro capitani che puntano alla vittoria finale. Tra i risultati scontati, l'ultimo posto dell'Euskaltel.

In attesa delle prime tappe vallonate il meglio messo tra i corridori che potranno fare classifica è il canadese Ryder Hesjedal, terzo a 11" da Rasmussen: il corridore della Garmin ha un vantaggio di 34" su Henao, 48" su Schleck, 51" su Kreuziger, 1'15" su Scarponi e Cunego, 1'27" su Rujano e addirittura 1'35" su Ivan Basso. Tutti questi corridori avranno tante tappe per recuperare terreno ma se possono stare tranquilli da quel punto di vista, dall'altro sanno di non potersi permettere alcun passo falso; Joaquím Rodríguez e John Gadret sono ancora più indietro rispetto a Basso mentre Domenico Pozzovivo dovrà andare a caccia di una vera e propria impresa se vorrà andare a caccia del podio dal momento che lo scalatore lucano accusa già 2'01" da Hesjedal.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Tappa da mal di testa, la terza del Giro d'Italia al contrario. Distacchi psichedelici. Classifiche da riscrivere. Presenze ologrammatiche. Rozzi cibernetici signori degli anelli (no, questo non c'entra, scusate). La caduta innescata da Roberto Ferrari ha prodotto un ordine d'arrivo tutto particolare, in cui nelle prime posizioni troviamo corridori con lo stesso tempo dell'ultimo, Matthew Goss, e altri che hanno guadagnato i loro bravi vantaggi sui rivali. Il vincitore di tappa è nientemeno che Taylor Phinney, il quale, come peraltro avevamo ipotizzato qualche giorno fa, conferma la sua grande versatilità conquistando in appena 3 frazioni un ultimo e poi un primo posto. C'è veramente da aspettarsi di tutto dall'americano, che in effetti sta provando in tutti i modi, tra un tuffo e l'altro, a disfarsi dell'ingrombrante maglia rosa. Il problema è che, proprio per il discorso fatto su, Phinney si vede ingiustamente assegnato il tempo dell'ultimo, e non riesce quindi a fare il gran balzo in classifica, lasciando per il momento ad altri l'incombenza di lottare per la maglia nera. La classifica è infatti mossa - ad esempio - da Gianni Meersman (secondo al traguardo con 5'25" di vantaggio su Phinney primo e su Goss ultimo), il quale ha staccato di 22" Keizer e Van Winden, di 42" Mínguez e di 2'25" Bobridge. Il leader resta comunque Ben Hermans, che ora ha però solo 2'03" su Van Winden secondo, 4'38" su Bobridge terzo e 4'40" su Meersman quarto (10'55" il vantaggio su Phinney ultimo). Da segnalare che a Horsens la BMC ha chiaramente provato la cronosquadre, con ottimi esiti se è vero che ha piazzato i suoi uomini migliori nelle prime posizioni (oltre a Phinney, anche Tschopp, Wyss, Frank, Santaromita e Ballan). Insomma, c'è tutto per attendersi una prestazione-monstre dei rossoneri nella fatal Verona!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

La classifica generale dopo 4 tappeRisultati previdibili e grandi sorprese: la quarta tappa del Giro d'Italia, la cronometro a squadre di Verona, ha sconvolto la classifica per la maglia rosa virtuale di PcCiclismo.net; per alcuni dei grandi favoriti della vigilia si prospetta un Giro all'insegna della rimonta, altri invece possono cominciare a sognare qualcosa di importante.

La cronosquadre, come da pronostico, è stata dominata dagli uomini della Garmin-Barracuda che sono letteralmente volati sul percorso ad una media superiore ai 53 km/h: per la formazione americana si tratta della seconda vittoria nella corsa rosa, dopo quella ottenuta da Farrar sul traguardo di Horsens. Nessuna sorpresa anche nel vedere la Orica-GreenEDGE al secondo posto di tappa, staccata di 15" dalla squadra vincitrice; decisamente inaspettato, invece, il terzo posto della Movistar, staccata di 20" dalla Garmin: una dimostrazione di come in queste prove a volte sia più importante il collettivo rispetto alla forza dei singoli.

La Sky dell'ex maglia rosa Geraint Thomas ha chiuso in quarta posizione con un ritardo di 29": la Garmin, così, oltre al successo di tappa può festeggiare anche la conquista del simbolo del primato con il danese Alex Rasmussen seguito a 6" dal compagno di squadra Farrar che domani, grazie agli abbuoni, può puntare al sorpasso nella tappa di Fano. Ottimo il quinto posto parziale del Team NetApp mentre sono state molto deludenti le prove di BMC, Lampre e Liquigas: i rossoneri hanno perso ben 58", le due formazioni italiane hanno perso rispettivamente 1'01" e 1'09", margine pesantissimo per i loro capitani che puntano alla vittoria finale. Tra i risultati scontati, l'ultimo posto dell'Euskaltel.

In attesa delle prime tappe vallonate il meglio messo tra i corridori che potranno fare classifica è il canadese Ryder Hesjedal, terzo a 11" da Rasmussen: il corridore della Garmin ha un vantaggio di 34" su Henao, 48" su Schleck, 51" su Kreuziger, 1'15" su Scarponi e Cunego, 1'27" su Rujano e addirittura 1'35" su Ivan Basso. Tutti questi corridori avranno tante tappe per recuperare terreno ma se possono stare tranquilli da quel punto di vista, dall'altro sanno di non potersi permettere alcun passo falso; Joaquím Rodríguez e John Gadret sono ancora più indietro rispetto a Basso mentre Domenico Pozzovivo dovrà andare a caccia di una vera e propria impresa se vorrà andare a caccia del podio dal momento che lo scalatore lucano accusa già 2'01" da Hesjedal.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Tappa da mal di testa, la terza del Giro d'Italia al contrario. Distacchi psichedelici. Classifiche da riscrivere. Presenze ologrammatiche. Rozzi cibernetici signori degli anelli (no, questo non c'entra, scusate). La caduta innescata da Roberto Ferrari ha prodotto un ordine d'arrivo tutto particolare, in cui nelle prime posizioni troviamo corridori con lo stesso tempo dell'ultimo, Matthew Goss, e altri che hanno guadagnato i loro bravi vantaggi sui rivali. Il vincitore di tappa è nientemeno che Taylor Phinney, il quale, come peraltro avevamo ipotizzato qualche giorno fa, conferma la sua grande versatilità conquistando in appena 3 frazioni un ultimo e poi un primo posto. C'è veramente da aspettarsi di tutto dall'americano, che in effetti sta provando in tutti i modi, tra un tuffo e l'altro, a disfarsi dell'ingrombrante maglia rosa. Il problema è che, proprio per il discorso fatto su, Phinney si vede ingiustamente assegnato il tempo dell'ultimo, e non riesce quindi a fare il gran balzo in classifica, lasciando per il momento ad altri l'incombenza di lottare per la maglia nera. La classifica è infatti mossa - ad esempio - da Gianni Meersman (secondo al traguardo con 5'25" di vantaggio su Phinney primo e su Goss ultimo), il quale ha staccato di 22" Keizer e Van Winden, di 42" Mínguez e di 2'25" Bobridge. Il leader resta comunque Ben Hermans, che ora ha però solo 2'03" su Van Winden secondo, 4'38" su Bobridge terzo e 4'40" su Meersman quarto (10'55" il vantaggio su Phinney ultimo). Da segnalare che a Horsens la BMC ha chiaramente provato la cronosquadre, con ottimi esiti se è vero che ha piazzato i suoi uomini migliori nelle prime posizioni (oltre a Phinney, anche Tschopp, Wyss, Frank, Santaromita e Ballan). Insomma, c'è tutto per attendersi una prestazione-monstre dei rossoneri nella fatal Verona!

Marco Grassi

La classifica al contrario

Tappa da mal di testa, la terza del Giro d'Italia al contrario. Distacchi psichedelici. Classifiche da riscrivere. Presenze ologrammatiche. Rozzi cibernetici signori degli anelli (no, questo non c'entra, scusate). La caduta innescata da Roberto Ferrari ha prodotto un ordine d'arrivo tutto particolare, in cui nelle prime posizioni troviamo corridori con lo stesso tempo dell'ultimo, Matthew Goss, e altri che hanno guadagnato i loro bravi vantaggi sui rivali. Il vincitore di tappa è nientemeno che Taylor Phinney, il quale, come peraltro avevamo ipotizzato qualche giorno fa, conferma la sua grande versatilità conquistando in appena 3 frazioni un ultimo e poi un primo posto. C'è veramente da aspettarsi di tutto dall'americano, che in effetti sta provando in tutti i modi, tra un tuffo e l'altro, a disfarsi dell'ingrombrante maglia rosa. Il problema è che, proprio per il discorso fatto su, Phinney si vede ingiustamente assegnato il tempo dell'ultimo, e non riesce quindi a fare il gran balzo in classifica, lasciando per il momento ad altri l'incombenza di lottare per la maglia nera. La classifica è infatti mossa - ad esempio - da Gianni Meersman (secondo al traguardo con 5'25" di vantaggio su Phinney primo e su Goss ultimo), il quale ha staccato di 22" Keizer e Van Winden, di 42" Mínguez e di 2'25" Bobridge. Il leader resta comunque Ben Hermans, che ora ha però solo 2'03" su Van Winden secondo, 4'38" su Bobridge terzo e 4'40" su Meersman quarto (10'55" il vantaggio su Phinney ultimo). Da segnalare che a Horsens la BMC ha chiaramente provato la cronosquadre, con ottimi esiti se è vero che ha piazzato i suoi uomini migliori nelle prime posizioni (oltre a Phinney, anche Tschopp, Wyss, Frank, Santaromita e Ballan). Insomma, c'è tutto per attendersi una prestazione-monstre dei rossoneri nella fatal Verona!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

La classifica generale dopo 4 tappeRisultati previdibili e grandi sorprese: la quarta tappa del Giro d'Italia, la cronometro a squadre di Verona, ha sconvolto la classifica per la maglia rosa virtuale di PcCiclismo.net; per alcuni dei grandi favoriti della vigilia si prospetta un Giro all'insegna della rimonta, altri invece possono cominciare a sognare qualcosa di importante.

La cronosquadre, come da pronostico, è stata dominata dagli uomini della Garmin-Barracuda che sono letteralmente volati sul percorso ad una media superiore ai 53 km/h: per la formazione americana si tratta della seconda vittoria nella corsa rosa, dopo quella ottenuta da Farrar sul traguardo di Horsens. Nessuna sorpresa anche nel vedere la Orica-GreenEDGE al secondo posto di tappa, staccata di 15" dalla squadra vincitrice; decisamente inaspettato, invece, il terzo posto della Movistar, staccata di 20" dalla Garmin: una dimostrazione di come in queste prove a volte sia più importante il collettivo rispetto alla forza dei singoli.

La Sky dell'ex maglia rosa Geraint Thomas ha chiuso in quarta posizione con un ritardo di 29": la Garmin, così, oltre al successo di tappa può festeggiare anche la conquista del simbolo del primato con il danese Alex Rasmussen seguito a 6" dal compagno di squadra Farrar che domani, grazie agli abbuoni, può puntare al sorpasso nella tappa di Fano. Ottimo il quinto posto parziale del Team NetApp mentre sono state molto deludenti le prove di BMC, Lampre e Liquigas: i rossoneri hanno perso ben 58", le due formazioni italiane hanno perso rispettivamente 1'01" e 1'09", margine pesantissimo per i loro capitani che puntano alla vittoria finale. Tra i risultati scontati, l'ultimo posto dell'Euskaltel.

In attesa delle prime tappe vallonate il meglio messo tra i corridori che potranno fare classifica è il canadese Ryder Hesjedal, terzo a 11" da Rasmussen: il corridore della Garmin ha un vantaggio di 34" su Henao, 48" su Schleck, 51" su Kreuziger, 1'15" su Scarponi e Cunego, 1'27" su Rujano e addirittura 1'35" su Ivan Basso. Tutti questi corridori avranno tante tappe per recuperare terreno ma se possono stare tranquilli da quel punto di vista, dall'altro sanno di non potersi permettere alcun passo falso; Joaquím Rodríguez e John Gadret sono ancora più indietro rispetto a Basso mentre Domenico Pozzovivo dovrà andare a caccia di una vera e propria impresa se vorrà andare a caccia del podio dal momento che lo scalatore lucano accusa già 2'01" da Hesjedal.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Tappa da mal di testa, la terza del Giro d'Italia al contrario. Distacchi psichedelici. Classifiche da riscrivere. Presenze ologrammatiche. Rozzi cibernetici signori degli anelli (no, questo non c'entra, scusate). La caduta innescata da Roberto Ferrari ha prodotto un ordine d'arrivo tutto particolare, in cui nelle prime posizioni troviamo corridori con lo stesso tempo dell'ultimo, Matthew Goss, e altri che hanno guadagnato i loro bravi vantaggi sui rivali. Il vincitore di tappa è nientemeno che Taylor Phinney, il quale, come peraltro avevamo ipotizzato qualche giorno fa, conferma la sua grande versatilità conquistando in appena 3 frazioni un ultimo e poi un primo posto. C'è veramente da aspettarsi di tutto dall'americano, che in effetti sta provando in tutti i modi, tra un tuffo e l'altro, a disfarsi dell'ingrombrante maglia rosa. Il problema è che, proprio per il discorso fatto su, Phinney si vede ingiustamente assegnato il tempo dell'ultimo, e non riesce quindi a fare il gran balzo in classifica, lasciando per il momento ad altri l'incombenza di lottare per la maglia nera. La classifica è infatti mossa - ad esempio - da Gianni Meersman (secondo al traguardo con 5'25" di vantaggio su Phinney primo e su Goss ultimo), il quale ha staccato di 22" Keizer e Van Winden, di 42" Mínguez e di 2'25" Bobridge. Il leader resta comunque Ben Hermans, che ora ha però solo 2'03" su Van Winden secondo, 4'38" su Bobridge terzo e 4'40" su Meersman quarto (10'55" il vantaggio su Phinney ultimo). Da segnalare che a Horsens la BMC ha chiaramente provato la cronosquadre, con ottimi esiti se è vero che ha piazzato i suoi uomini migliori nelle prime posizioni (oltre a Phinney, anche Tschopp, Wyss, Frank, Santaromita e Ballan). Insomma, c'è tutto per attendersi una prestazione-monstre dei rossoneri nella fatal Verona!

Marco Grassi

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