Il Portale del Ciclismo professionistico

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Mortirolo e Stelvio: bastano queste due parole per capire le difficoltà che attenderanno gli atleti in quest'altro tappone che seguirà il precedente solo di poche ore. Dalla Val di Sole si passerà all'alta Val Camonica attraverso il Passo del Tonale e poi, tramite l'Aprica, si giungerà in Valtellina dove verrà percorso una sorta di anello nel quale verrà affrontata la salita di Teglio, 6 km con pendenze importanti. Poco oltre Tirano, a Tovo di Sant'Agata si approccerà un versante inedito del Mortirolo, parallelo a quello classico di Mazzo, con il quale ha in comune la pendenza media superiore al 10%, anche se è molto più irregolare, specie nella parte finale, dove il tratto più duro (si tocca il 22% in vista dell'ultimo chilometro) è preceduto da qualche centinaio di metri addirittura in contropendenza. Dalla vetta si ritornerà ancora in Valtellina scendendo verso Grosio e si affronterà un lungo tratto di falsopiano, oltre 20 km, tutto a salire verso Bormio. Da lì cominceranno gli ultimi 22 km abbastanza costanti (la parte più impegnativa è proprio quella finale, ma si parla di pendenze quasi mai a due cifre) che condurranno gli atleti fino ai 2757 metri del Passo dello Stelvio, che sarà anche la Cima Coppi di quest'edizione. Dopo le interminabili fatiche di questa due giorni, sull'ascesa finale potrà succedere veramente di tutto.

Caldes

Caldes è uno dei comuni più importanti della Val di Sole. Vive di turismo ed agricoltura, con le distese di meleti collegati al consorzio Melinda. Monumenti come Castel Caldes e la Rocca di Samoclevo sono splendide attrattive per i turisti che si recano qui in estate ed inverno. Il nome parrebbe derivare da una sorgente d'acqua calda e già in pergamene duecentesche si trova Caldesio e Caldis. Possiede uno dei centri storici più suggestivi del Trentino, dominato dal castello e con palazzi nobiliari unitamente a case contadine. All'inizio di ogni estate il borgo ospita la tradizionale Arcadia-Musica e sapori, una festa popolare con i migliori corpi bandistici del Trentino. La Comunità e gli associati della Strada della Mela e dei Sapori della Val di Non e Val di Sole propongono stand con degustazione ed artigianato locale. Prodotti tipici di Caldes, mele a parte, sono il burro, la ricotta ed il formaggio casolèt. Celeberrimo lo speck ed il miele oltre ai frutti di bosco che qui crescono con gran facilità per via del clima favorevole.

Passo dello Stelvio

Innumerevoli le volte in cui il Giro d'Italia ha toccato il Passo dello Stelvio, la Cima Coppi per eccellenza della corsa rosa. Se si va però a vedere quante tappe hanno avuto conclusione quassù il numero scenderà in maniera vertiginosa. Tre soli i traguardi del Giro su Re Stelvio. Il primo è nel 1965, nella frazione partita da Campodolcino che va a Graziano Battistini su Ugo Colombo ed Italo Zilioli. In maglia rosa Vittorio Adorni, che sarà anche il vincitore finale. Nel '72 la frazione che parte da Livigno vede primeggiare lo spagnolo José Manuel Fuente sul connazionale Francisco Galdós ed Eddy Merckx, alla terza affermazione in Italia. Tre anni più tardi Francisco Galdós si prende la rivincita con lo Stelvio e vince sulla maglia rosa Fausto Bertoglio e Giuseppe Perletto. Alla fine sarà proprio Bertoglio a trionfare su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Per gli amanti del genere (femminile) si noti che nel 2010 il GiroDonne ha visto la 9a tappa prendere le mosse da Livigno e concludersi quassù. A suggellare il primo e finora unico (nonché ultimo, giacché s'è ritirata dall'agonismo) trionfo rosa fu Mara Abbott, fortissima scalatrice del Colorado che s'impose sulla britannica Emma Pooley e su Judith Arndt. Abbott, Arndt, Guderzo il podio finale di quell'edizione.

Francesco Sulas
Caldes

Caldes è uno dei comuni più importanti della Val di Sole. Vive di turismo ed agricoltura, con le distese di meleti collegati al consorzio Melinda. Monumenti come Castel Caldes e la Rocca di Samoclevo sono splendide attrattive per i turisti che si recano qui in estate ed inverno. Il nome parrebbe derivare da una sorgente d'acqua calda e già in pergamene duecentesche si trova Caldesio e Caldis. Possiede uno dei centri storici più suggestivi del Trentino, dominato dal castello e con palazzi nobiliari unitamente a case contadine. All'inizio di ogni estate il borgo ospita la tradizionale Arcadia-Musica e sapori, una festa popolare con i migliori corpi bandistici del Trentino. La Comunità e gli associati della Strada della Mela e dei Sapori della Val di Non e Val di Sole propongono stand con degustazione ed artigianato locale. Prodotti tipici di Caldes, mele a parte, sono il burro, la ricotta ed il formaggio casolèt. Celeberrimo lo speck ed il miele oltre ai frutti di bosco che qui crescono con gran facilità per via del clima favorevole.

Passo dello Stelvio

Innumerevoli le volte in cui il Giro d'Italia ha toccato il Passo dello Stelvio, la Cima Coppi per eccellenza della corsa rosa. Se si va però a vedere quante tappe hanno avuto conclusione quassù il numero scenderà in maniera vertiginosa. Tre soli i traguardi del Giro su Re Stelvio. Il primo è nel 1965, nella frazione partita da Campodolcino che va a Graziano Battistini su Ugo Colombo ed Italo Zilioli. In maglia rosa Vittorio Adorni, che sarà anche il vincitore finale. Nel '72 la frazione che parte da Livigno vede primeggiare lo spagnolo José Manuel Fuente sul connazionale Francisco Galdós ed Eddy Merckx, alla terza affermazione in Italia. Tre anni più tardi Francisco Galdós si prende la rivincita con lo Stelvio e vince sulla maglia rosa Fausto Bertoglio e Giuseppe Perletto. Alla fine sarà proprio Bertoglio a trionfare su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Per gli amanti del genere (femminile) si noti che nel 2010 il GiroDonne ha visto la 9a tappa prendere le mosse da Livigno e concludersi quassù. A suggellare il primo e finora unico (nonché ultimo, giacché s'è ritirata dall'agonismo) trionfo rosa fu Mara Abbott, fortissima scalatrice del Colorado che s'impose sulla britannica Emma Pooley e su Judith Arndt. Abbott, Arndt, Guderzo il podio finale di quell'edizione.

Caldes

Caldes è uno dei comuni più importanti della Val di Sole. Vive di turismo ed agricoltura, con le distese di meleti collegati al consorzio Melinda. Monumenti come Castel Caldes e la Rocca di Samoclevo sono splendide attrattive per i turisti che si recano qui in estate ed inverno. Il nome parrebbe derivare da una sorgente d'acqua calda e già in pergamene duecentesche si trova Caldesio e Caldis. Possiede uno dei centri storici più suggestivi del Trentino, dominato dal castello e con palazzi nobiliari unitamente a case contadine. All'inizio di ogni estate il borgo ospita la tradizionale Arcadia-Musica e sapori, una festa popolare con i migliori corpi bandistici del Trentino. La Comunità e gli associati della Strada della Mela e dei Sapori della Val di Non e Val di Sole propongono stand con degustazione ed artigianato locale. Prodotti tipici di Caldes, mele a parte, sono il burro, la ricotta ed il formaggio casolèt. Celeberrimo lo speck ed il miele oltre ai frutti di bosco che qui crescono con gran facilità per via del clima favorevole.

Passo dello Stelvio

Innumerevoli le volte in cui il Giro d'Italia ha toccato il Passo dello Stelvio, la Cima Coppi per eccellenza della corsa rosa. Se si va però a vedere quante tappe hanno avuto conclusione quassù il numero scenderà in maniera vertiginosa. Tre soli i traguardi del Giro su Re Stelvio. Il primo è nel 1965, nella frazione partita da Campodolcino che va a Graziano Battistini su Ugo Colombo ed Italo Zilioli. In maglia rosa Vittorio Adorni, che sarà anche il vincitore finale. Nel '72 la frazione che parte da Livigno vede primeggiare lo spagnolo José Manuel Fuente sul connazionale Francisco Galdós ed Eddy Merckx, alla terza affermazione in Italia. Tre anni più tardi Francisco Galdós si prende la rivincita con lo Stelvio e vince sulla maglia rosa Fausto Bertoglio e Giuseppe Perletto. Alla fine sarà proprio Bertoglio a trionfare su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Per gli amanti del genere (femminile) si noti che nel 2010 il GiroDonne ha visto la 9a tappa prendere le mosse da Livigno e concludersi quassù. A suggellare il primo e finora unico (nonché ultimo, giacché s'è ritirata dall'agonismo) trionfo rosa fu Mara Abbott, fortissima scalatrice del Colorado che s'impose sulla britannica Emma Pooley e su Judith Arndt. Abbott, Arndt, Guderzo il podio finale di quell'edizione.

Caldes

Caldes è uno dei comuni più importanti della Val di Sole. Vive di turismo ed agricoltura, con le distese di meleti collegati al consorzio Melinda. Monumenti come Castel Caldes e la Rocca di Samoclevo sono splendide attrattive per i turisti che si recano qui in estate ed inverno. Il nome parrebbe derivare da una sorgente d'acqua calda e già in pergamene duecentesche si trova Caldesio e Caldis. Possiede uno dei centri storici più suggestivi del Trentino, dominato dal castello e con palazzi nobiliari unitamente a case contadine. All'inizio di ogni estate il borgo ospita la tradizionale Arcadia-Musica e sapori, una festa popolare con i migliori corpi bandistici del Trentino. La Comunità e gli associati della Strada della Mela e dei Sapori della Val di Non e Val di Sole propongono stand con degustazione ed artigianato locale. Prodotti tipici di Caldes, mele a parte, sono il burro, la ricotta ed il formaggio casolèt. Celeberrimo lo speck ed il miele oltre ai frutti di bosco che qui crescono con gran facilità per via del clima favorevole.

Passo dello Stelvio

Innumerevoli le volte in cui il Giro d'Italia ha toccato il Passo dello Stelvio, la Cima Coppi per eccellenza della corsa rosa. Se si va però a vedere quante tappe hanno avuto conclusione quassù il numero scenderà in maniera vertiginosa. Tre soli i traguardi del Giro su Re Stelvio. Il primo è nel 1965, nella frazione partita da Campodolcino che va a Graziano Battistini su Ugo Colombo ed Italo Zilioli. In maglia rosa Vittorio Adorni, che sarà anche il vincitore finale. Nel '72 la frazione che parte da Livigno vede primeggiare lo spagnolo José Manuel Fuente sul connazionale Francisco Galdós ed Eddy Merckx, alla terza affermazione in Italia. Tre anni più tardi Francisco Galdós si prende la rivincita con lo Stelvio e vince sulla maglia rosa Fausto Bertoglio e Giuseppe Perletto. Alla fine sarà proprio Bertoglio a trionfare su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Per gli amanti del genere (femminile) si noti che nel 2010 il GiroDonne ha visto la 9a tappa prendere le mosse da Livigno e concludersi quassù. A suggellare il primo e finora unico (nonché ultimo, giacché s'è ritirata dall'agonismo) trionfo rosa fu Mara Abbott, fortissima scalatrice del Colorado che s'impose sulla britannica Emma Pooley e su Judith Arndt. Abbott, Arndt, Guderzo il podio finale di quell'edizione.

Caldes

Caldes è uno dei comuni più importanti della Val di Sole. Vive di turismo ed agricoltura, con le distese di meleti collegati al consorzio Melinda. Monumenti come Castel Caldes e la Rocca di Samoclevo sono splendide attrattive per i turisti che si recano qui in estate ed inverno. Il nome parrebbe derivare da una sorgente d'acqua calda e già in pergamene duecentesche si trova Caldesio e Caldis. Possiede uno dei centri storici più suggestivi del Trentino, dominato dal castello e con palazzi nobiliari unitamente a case contadine. All'inizio di ogni estate il borgo ospita la tradizionale Arcadia-Musica e sapori, una festa popolare con i migliori corpi bandistici del Trentino. La Comunità e gli associati della Strada della Mela e dei Sapori della Val di Non e Val di Sole propongono stand con degustazione ed artigianato locale. Prodotti tipici di Caldes, mele a parte, sono il burro, la ricotta ed il formaggio casolèt. Celeberrimo lo speck ed il miele oltre ai frutti di bosco che qui crescono con gran facilità per via del clima favorevole.

Passo dello Stelvio

Innumerevoli le volte in cui il Giro d'Italia ha toccato il Passo dello Stelvio, la Cima Coppi per eccellenza della corsa rosa. Se si va però a vedere quante tappe hanno avuto conclusione quassù il numero scenderà in maniera vertiginosa. Tre soli i traguardi del Giro su Re Stelvio. Il primo è nel 1965, nella frazione partita da Campodolcino che va a Graziano Battistini su Ugo Colombo ed Italo Zilioli. In maglia rosa Vittorio Adorni, che sarà anche il vincitore finale. Nel '72 la frazione che parte da Livigno vede primeggiare lo spagnolo José Manuel Fuente sul connazionale Francisco Galdós ed Eddy Merckx, alla terza affermazione in Italia. Tre anni più tardi Francisco Galdós si prende la rivincita con lo Stelvio e vince sulla maglia rosa Fausto Bertoglio e Giuseppe Perletto. Alla fine sarà proprio Bertoglio a trionfare su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Per gli amanti del genere (femminile) si noti che nel 2010 il GiroDonne ha visto la 9a tappa prendere le mosse da Livigno e concludersi quassù. A suggellare il primo e finora unico (nonché ultimo, giacché s'è ritirata dall'agonismo) trionfo rosa fu Mara Abbott, fortissima scalatrice del Colorado che s'impose sulla britannica Emma Pooley e su Judith Arndt. Abbott, Arndt, Guderzo il podio finale di quell'edizione.

Caldes

Caldes è uno dei comuni più importanti della Val di Sole. Vive di turismo ed agricoltura, con le distese di meleti collegati al consorzio Melinda. Monumenti come Castel Caldes e la Rocca di Samoclevo sono splendide attrattive per i turisti che si recano qui in estate ed inverno. Il nome parrebbe derivare da una sorgente d'acqua calda e già in pergamene duecentesche si trova Caldesio e Caldis. Possiede uno dei centri storici più suggestivi del Trentino, dominato dal castello e con palazzi nobiliari unitamente a case contadine. All'inizio di ogni estate il borgo ospita la tradizionale Arcadia-Musica e sapori, una festa popolare con i migliori corpi bandistici del Trentino. La Comunità e gli associati della Strada della Mela e dei Sapori della Val di Non e Val di Sole propongono stand con degustazione ed artigianato locale. Prodotti tipici di Caldes, mele a parte, sono il burro, la ricotta ed il formaggio casolèt. Celeberrimo lo speck ed il miele oltre ai frutti di bosco che qui crescono con gran facilità per via del clima favorevole.

Passo dello Stelvio

Innumerevoli le volte in cui il Giro d'Italia ha toccato il Passo dello Stelvio, la Cima Coppi per eccellenza della corsa rosa. Se si va però a vedere quante tappe hanno avuto conclusione quassù il numero scenderà in maniera vertiginosa. Tre soli i traguardi del Giro su Re Stelvio. Il primo è nel 1965, nella frazione partita da Campodolcino che va a Graziano Battistini su Ugo Colombo ed Italo Zilioli. In maglia rosa Vittorio Adorni, che sarà anche il vincitore finale. Nel '72 la frazione che parte da Livigno vede primeggiare lo spagnolo José Manuel Fuente sul connazionale Francisco Galdós ed Eddy Merckx, alla terza affermazione in Italia. Tre anni più tardi Francisco Galdós si prende la rivincita con lo Stelvio e vince sulla maglia rosa Fausto Bertoglio e Giuseppe Perletto. Alla fine sarà proprio Bertoglio a trionfare su Francisco Galdós e Felice Gimondi. Per gli amanti del genere (femminile) si noti che nel 2010 il GiroDonne ha visto la 9a tappa prendere le mosse da Livigno e concludersi quassù. A suggellare il primo e finora unico (nonché ultimo, giacché s'è ritirata dall'agonismo) trionfo rosa fu Mara Abbott, fortissima scalatrice del Colorado che s'impose sulla britannica Emma Pooley e su Judith Arndt. Abbott, Arndt, Guderzo il podio finale di quell'edizione.

Meteo

10.25 - Caldes
13.55 - Tresivio
17.35 - Passo dello Stelvio

Soggetti Alternativi

Seconda partecipazione al Giro d'Italia per lui (che ha preso il via anche due volte alla Vuelta ed una al Tour de France finora). Dopo aver debuttato nel professionismo nella Gerolsteiner, è ora alla quarta stagione nella BMC. Fondamentalmente è uno scalatore, che già nelle categorie giovanili ha saputo mettersi in evidenza (nel 2007 ha conquistato il Giro di Turingia) mentre tra i pro finora non ha avuto un gran feeling con la vittoria (solo il GP Schwarzwald e il GP Tell sono finiti finora nel suo palmarès). Buone sono state però alcune sue prestazioni in brevi gare a tappe, su tutte il Giro di Svizzera, concluso al sesto posto lo scorso anno mentre nel 2010 aveva conquistato la maglia di miglior scalatore. In questa conclusione di Giro supporta Tschopp, uomo di classifica del team, ma prima di Milano potremmo vederlo nuovamente in fuga, come già accaduto verso Falzes.Del resto un altro piccolo acuto ce lo aspetteremmo, Frank...amente! 

Vivian Ghianni

Seconda partecipazione al Giro d'Italia per lui (che ha preso il via anche due volte alla Vuelta ed una al Tour de France finora). Dopo aver debuttato nel professionismo nella Gerolsteiner, è ora alla quarta stagione nella BMC. Fondamentalmente è uno scalatore, che già nelle categorie giovanili ha saputo mettersi in evidenza (nel 2007 ha conquistato il Giro di Turingia) mentre tra i pro finora non ha avuto un gran feeling con la vittoria (solo il GP Schwarzwald e il GP Tell sono finiti finora nel suo palmarès). Buone sono state però alcune sue prestazioni in brevi gare a tappe, su tutte il Giro di Svizzera, concluso al sesto posto lo scorso anno mentre nel 2010 aveva conquistato la maglia di miglior scalatore. In questa conclusione di Giro supporta Tschopp, uomo di classifica del team, ma prima di Milano potremmo vederlo nuovamente in fuga, come già accaduto verso Falzes.Del resto un altro piccolo acuto ce lo aspetteremmo, Frank...amente! 

Seconda partecipazione al Giro d'Italia per lui (che ha preso il via anche due volte alla Vuelta ed una al Tour de France finora). Dopo aver debuttato nel professionismo nella Gerolsteiner, è ora alla quarta stagione nella BMC. Fondamentalmente è uno scalatore, che già nelle categorie giovanili ha saputo mettersi in evidenza (nel 2007 ha conquistato il Giro di Turingia) mentre tra i pro finora non ha avuto un gran feeling con la vittoria (solo il GP Schwarzwald e il GP Tell sono finiti finora nel suo palmarès). Buone sono state però alcune sue prestazioni in brevi gare a tappe, su tutte il Giro di Svizzera, concluso al sesto posto lo scorso anno mentre nel 2010 aveva conquistato la maglia di miglior scalatore. In questa conclusione di Giro supporta Tschopp, uomo di classifica del team, ma prima di Milano potremmo vederlo nuovamente in fuga, come già accaduto verso Falzes.Del resto un altro piccolo acuto ce lo aspetteremmo, Frank...amente! 

Seconda partecipazione al Giro d'Italia per lui (che ha preso il via anche due volte alla Vuelta ed una al Tour de France finora). Dopo aver debuttato nel professionismo nella Gerolsteiner, è ora alla quarta stagione nella BMC. Fondamentalmente è uno scalatore, che già nelle categorie giovanili ha saputo mettersi in evidenza (nel 2007 ha conquistato il Giro di Turingia) mentre tra i pro finora non ha avuto un gran feeling con la vittoria (solo il GP Schwarzwald e il GP Tell sono finiti finora nel suo palmarès). Buone sono state però alcune sue prestazioni in brevi gare a tappe, su tutte il Giro di Svizzera, concluso al sesto posto lo scorso anno mentre nel 2010 aveva conquistato la maglia di miglior scalatore. In questa conclusione di Giro supporta Tschopp, uomo di classifica del team, ma prima di Milano potremmo vederlo nuovamente in fuga, come già accaduto verso Falzes.Del resto un altro piccolo acuto ce lo aspetteremmo, Frank...amente! 

Seconda partecipazione al Giro d'Italia per lui (che ha preso il via anche due volte alla Vuelta ed una al Tour de France finora). Dopo aver debuttato nel professionismo nella Gerolsteiner, è ora alla quarta stagione nella BMC. Fondamentalmente è uno scalatore, che già nelle categorie giovanili ha saputo mettersi in evidenza (nel 2007 ha conquistato il Giro di Turingia) mentre tra i pro finora non ha avuto un gran feeling con la vittoria (solo il GP Schwarzwald e il GP Tell sono finiti finora nel suo palmarès). Buone sono state però alcune sue prestazioni in brevi gare a tappe, su tutte il Giro di Svizzera, concluso al sesto posto lo scorso anno mentre nel 2010 aveva conquistato la maglia di miglior scalatore. In questa conclusione di Giro supporta Tschopp, uomo di classifica del team, ma prima di Milano potremmo vederlo nuovamente in fuga, come già accaduto verso Falzes.Del resto un altro piccolo acuto ce lo aspetteremmo, Frank...amente! 

Seconda partecipazione al Giro d'Italia per lui (che ha preso il via anche due volte alla Vuelta ed una al Tour de France finora). Dopo aver debuttato nel professionismo nella Gerolsteiner, è ora alla quarta stagione nella BMC. Fondamentalmente è uno scalatore, che già nelle categorie giovanili ha saputo mettersi in evidenza (nel 2007 ha conquistato il Giro di Turingia) mentre tra i pro finora non ha avuto un gran feeling con la vittoria (solo il GP Schwarzwald e il GP Tell sono finiti finora nel suo palmarès). Buone sono state però alcune sue prestazioni in brevi gare a tappe, su tutte il Giro di Svizzera, concluso al sesto posto lo scorso anno mentre nel 2010 aveva conquistato la maglia di miglior scalatore. In questa conclusione di Giro supporta Tschopp, uomo di classifica del team, ma prima di Milano potremmo vederlo nuovamente in fuga, come già accaduto verso Falzes.Del resto un altro piccolo acuto ce lo aspetteremmo, Frank...amente! 

GiroTweet

@AndreaGuardini: Non potrete mai capire cosa ho provato quest'oggi tagliando l'arrivo di Pampeago! Oggi ho pianto, di gioia e felicità ...pensando a Papà!!! ...realizzando di aver fatto l'impresa ieri, ma altrettanto oggi!!! Questo è il mio #giro @giroditalia Emozione, gioia, fatica, commozione!!

@enrigasparotto: Grande @Roman86_K..compagno di camera e di avventure di questo 2012!!so quello che ha sofferto I gg scorsi e questa e'dimostrazione di classe

@taylorphinney: Giro d'Italia. DURA A XE.

@grischaniermann: ho lasciato l'hotel alle 9 del mattino, sono arrivato ad un altro alle 9 di sera. In mezzo una lunga giornata in sella ed un bel trasferimento. Per fortuna che domani è facile :)

La maglia rosa virtuale

Ivan Basso e Michele Scarponi da soli sullo Stelvio: verranno battuti da RodríguezDopo tre settimane di equilibrio e grande incertezza ci sono voluti lo Stelvio ed il Mortirolo a mettere una sentenza praticamente definitiva sul nostro Giro d'Italia virtuale (ringraziamo una volta di più PcCiclismo.net per il sostegno): l'ultimo tappone alpino, infatti, ci ha lasciato un Michele Scarponi ormai sicuro di aggiudicarsi la corsa rosa visto che è riuscito ad incrementare il suo vantaggio in classifica pur non vincendo questa durissima tappa.

Oltre a Mortirolo e Stelvio, però, c'erano da scalare anche il Tonale, l'Aprile e il Teglio: sulla prima salita è subito partita la fuga del giorno che ha visto come protagonisti Amador, Frank e Niemiec che sono riusciti a toccare un vantaggio massimo sul plotone di 6'12", proprio ai piedi della salita del Mortirolo. Sulla dura salita di Teglio c'è stato anche un gruppetto che s'è lanciato all'inseguimento dei tre di testa e che era formato da Sella, Brambilla, Locatelli, Herrada, Gustov e Zeits: la Lampre aveva già mandato avanti un gregario per Scarponi (Niemiec) e qui è arrivata la risposta dell'Androni di Rujano e della Colnago di Pozzovivo.

La battaglia vera tra gli uomini di classifica è iniziata proprio sul Mortirolo dove uno dei primi a staccarsi è stato l'ex maglia rosa Ryder Hesjedal e verso metà salita sono andati in difficoltà anche corridore molto ben messi in classifica come Frank Schleck e Rigoberto Uran. In cima il polacco Niemiec ha scollinato davanti a tutti inseguito da Sella: più indietro è transitato da solo Rujano, che era scattato per prendere davanti la discesa, seguito ad una quindicina di secondi da Basso, Pozzovivo, Rodríguez, Scarponi e ancora poco più indietro il colombiano Henao.

Nel tratto di falso piano prima dello Stelvio tutti i corridori citati si sono ricompattati in un'unico gruppo con i gregari recuperati per strada che davano una bella mano per tenere a distanza gli uomini che si erano staccati in precedenza. Alla fine sulle prime rampe dello Stelvio sono rimasti in sei in testa alla corsa, Basso, Henao, Rujano, Scarponi, Rodríguez e Pozzovivo. I primi a perdere contatto sono stati i due sudamericani, Henao e Rujano, che hanno sofferto una bella accelerazione di JRO: lo stesso spagnolo della Katusha, però, è stato poi vittima di se stesso perché ai meno 15 è stato ripreso e staccato dagli altri.

Ai meno 12.5 anche Pozzovivo ha dovuto alzare bianca di fronte al ritmo imposto da Ivan Basso. Rimasti davanti solo in due la velocità è calata e a nove chilometri dall'arrivo Rodríguez è riuscito a riportarsi sotto mentre Pozzovivo ha preferito salire del proprio passo. Con Scarponi ormai tranquillo e Basso intento a dare tutto per togliere il secondo posto in classifica a Rujano, nell'ultimo tratto di salita non è successo praticamente nulla e a 800 metri dalla conclusione Joaquim Rodríguez ha fatto valere il suo ottimo cambio di passo per sorprendere i rivali e andare a prendersi la vittoria di tappa sulla Cima Coppi del Giro.

Alle spalle di Rodríguez, staccati di 7", sono arrivati nell'ordine Scarponi e Basso, Pozzovivo è arrivato a 45", Rujano ha perso ben 1'23" mentre in sesta posizione a 2'07" troviamo Cunego che sullo Stelvio è riuscito a staccare tutti quelli del gruppo che si era formato alle spalle dei battistrada; a completare l'ordine d'arrivo dei primi 10 troviamo Henao (2'27"), Uran (2'56"), Schleck (3'17") e Hesjedal (3'20"). In classifica generale adesso Scarponi guida con 2'51" su Rujano e 3'03" su Basso: il marchigiano della Lampre sembra tranquillo in vista della cronometro di Milano, mentre gli altri due si daranno battaglia per decidere l'ordine del podio finale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniDopo la crisi di Vedelago, in cui comunque non ha perso troppi minuti, torna alla meritata vittoria Andrea Guardini, e lo fa in un modo in cui non ci ha mai abituati, ossia per distacco. Il veronese rifila 5'33" al danese della Saxo Bank Jonas Aaen Jørgensen mentre ancor più indietro è il terzo classificato di giornata, Mickaël Delage. La tappa non era iniziata al meglio per Guardini: pronti via e subito si era ritrovato nelle retrovie insieme ad altri sedici malcapitati. Ma sono bastate le montagne, che pure non sono propriamente il suo pane, a riportarlo nelle posizioni che gli competono. All'imbocco del Manghen, mentre dietro non riuscivano a rientrare, Guardini con una splendida azione solitaria si portava in testa. Nemmeno il doppio Pampeago l'avrebbe scalzato dal vertice, nonostante gli attacchi della concorrenza. Se ieri la giornata no di Guardini era coincisa con un'altrettanto vigorosa crisi di Cavendish, tutto si può dire oggi tranne che il britannico abbia avvicinato Guardini: solo quinto di tappa ed a 5'58", Cavendish non ha mai trovato il ritmo giusto. In coda al gruppo, dopo la giornata più sì che no di Cortina, va nuovamente male Roman Kreuziger, quest'oggi in crisi di fame ed addirittura ultimo al traguardo. Evidentemente la presenza di Vinokourov sul traguardo non è servita a questa promessa del ciclismo a far girare le gambe a dovere. Con la prestazione monstre di Pampeago Guardini si porta in testa alla classifica generale (tappa e maglia per il portacolori della Farnese Vini), staccando l'ex leader Miguel Mínguez, ora secondo a 11'15" dal leader, mentre Bobridge difende il podio con le unghie e con i denti dall'assalto di Adrian Saez de Arregi Egurrola, a soli 6" dall'ambito terzo posto. Bene Phinney, che dopo la giornata negativa di Vedelago si riporta in quinta posizione nella classifica generale. E non crediate che i giochi siano chiusi. È vero che contro questo Guardini si può fare poco o nulla ma domani l'accoppiata Mortirolo-Stelvio potrebbe ribaltare la situazione, oltre che i corridori.

Francesco Sulas

La maglia rosa virtuale

Ivan Basso e Michele Scarponi da soli sullo Stelvio: verranno battuti da RodríguezDopo tre settimane di equilibrio e grande incertezza ci sono voluti lo Stelvio ed il Mortirolo a mettere una sentenza praticamente definitiva sul nostro Giro d'Italia virtuale (ringraziamo una volta di più PcCiclismo.net per il sostegno): l'ultimo tappone alpino, infatti, ci ha lasciato un Michele Scarponi ormai sicuro di aggiudicarsi la corsa rosa visto che è riuscito ad incrementare il suo vantaggio in classifica pur non vincendo questa durissima tappa.

Oltre a Mortirolo e Stelvio, però, c'erano da scalare anche il Tonale, l'Aprile e il Teglio: sulla prima salita è subito partita la fuga del giorno che ha visto come protagonisti Amador, Frank e Niemiec che sono riusciti a toccare un vantaggio massimo sul plotone di 6'12", proprio ai piedi della salita del Mortirolo. Sulla dura salita di Teglio c'è stato anche un gruppetto che s'è lanciato all'inseguimento dei tre di testa e che era formato da Sella, Brambilla, Locatelli, Herrada, Gustov e Zeits: la Lampre aveva già mandato avanti un gregario per Scarponi (Niemiec) e qui è arrivata la risposta dell'Androni di Rujano e della Colnago di Pozzovivo.

La battaglia vera tra gli uomini di classifica è iniziata proprio sul Mortirolo dove uno dei primi a staccarsi è stato l'ex maglia rosa Ryder Hesjedal e verso metà salita sono andati in difficoltà anche corridore molto ben messi in classifica come Frank Schleck e Rigoberto Uran. In cima il polacco Niemiec ha scollinato davanti a tutti inseguito da Sella: più indietro è transitato da solo Rujano, che era scattato per prendere davanti la discesa, seguito ad una quindicina di secondi da Basso, Pozzovivo, Rodríguez, Scarponi e ancora poco più indietro il colombiano Henao.

Nel tratto di falso piano prima dello Stelvio tutti i corridori citati si sono ricompattati in un'unico gruppo con i gregari recuperati per strada che davano una bella mano per tenere a distanza gli uomini che si erano staccati in precedenza. Alla fine sulle prime rampe dello Stelvio sono rimasti in sei in testa alla corsa, Basso, Henao, Rujano, Scarponi, Rodríguez e Pozzovivo. I primi a perdere contatto sono stati i due sudamericani, Henao e Rujano, che hanno sofferto una bella accelerazione di JRO: lo stesso spagnolo della Katusha, però, è stato poi vittima di se stesso perché ai meno 15 è stato ripreso e staccato dagli altri.

Ai meno 12.5 anche Pozzovivo ha dovuto alzare bianca di fronte al ritmo imposto da Ivan Basso. Rimasti davanti solo in due la velocità è calata e a nove chilometri dall'arrivo Rodríguez è riuscito a riportarsi sotto mentre Pozzovivo ha preferito salire del proprio passo. Con Scarponi ormai tranquillo e Basso intento a dare tutto per togliere il secondo posto in classifica a Rujano, nell'ultimo tratto di salita non è successo praticamente nulla e a 800 metri dalla conclusione Joaquim Rodríguez ha fatto valere il suo ottimo cambio di passo per sorprendere i rivali e andare a prendersi la vittoria di tappa sulla Cima Coppi del Giro.

Alle spalle di Rodríguez, staccati di 7", sono arrivati nell'ordine Scarponi e Basso, Pozzovivo è arrivato a 45", Rujano ha perso ben 1'23" mentre in sesta posizione a 2'07" troviamo Cunego che sullo Stelvio è riuscito a staccare tutti quelli del gruppo che si era formato alle spalle dei battistrada; a completare l'ordine d'arrivo dei primi 10 troviamo Henao (2'27"), Uran (2'56"), Schleck (3'17") e Hesjedal (3'20"). In classifica generale adesso Scarponi guida con 2'51" su Rujano e 3'03" su Basso: il marchigiano della Lampre sembra tranquillo in vista della cronometro di Milano, mentre gli altri due si daranno battaglia per decidere l'ordine del podio finale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniDopo la crisi di Vedelago, in cui comunque non ha perso troppi minuti, torna alla meritata vittoria Andrea Guardini, e lo fa in un modo in cui non ci ha mai abituati, ossia per distacco. Il veronese rifila 5'33" al danese della Saxo Bank Jonas Aaen Jørgensen mentre ancor più indietro è il terzo classificato di giornata, Mickaël Delage. La tappa non era iniziata al meglio per Guardini: pronti via e subito si era ritrovato nelle retrovie insieme ad altri sedici malcapitati. Ma sono bastate le montagne, che pure non sono propriamente il suo pane, a riportarlo nelle posizioni che gli competono. All'imbocco del Manghen, mentre dietro non riuscivano a rientrare, Guardini con una splendida azione solitaria si portava in testa. Nemmeno il doppio Pampeago l'avrebbe scalzato dal vertice, nonostante gli attacchi della concorrenza. Se ieri la giornata no di Guardini era coincisa con un'altrettanto vigorosa crisi di Cavendish, tutto si può dire oggi tranne che il britannico abbia avvicinato Guardini: solo quinto di tappa ed a 5'58", Cavendish non ha mai trovato il ritmo giusto. In coda al gruppo, dopo la giornata più sì che no di Cortina, va nuovamente male Roman Kreuziger, quest'oggi in crisi di fame ed addirittura ultimo al traguardo. Evidentemente la presenza di Vinokourov sul traguardo non è servita a questa promessa del ciclismo a far girare le gambe a dovere. Con la prestazione monstre di Pampeago Guardini si porta in testa alla classifica generale (tappa e maglia per il portacolori della Farnese Vini), staccando l'ex leader Miguel Mínguez, ora secondo a 11'15" dal leader, mentre Bobridge difende il podio con le unghie e con i denti dall'assalto di Adrian Saez de Arregi Egurrola, a soli 6" dall'ambito terzo posto. Bene Phinney, che dopo la giornata negativa di Vedelago si riporta in quinta posizione nella classifica generale. E non crediate che i giochi siano chiusi. È vero che contro questo Guardini si può fare poco o nulla ma domani l'accoppiata Mortirolo-Stelvio potrebbe ribaltare la situazione, oltre che i corridori.

Francesco Sulas

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 20a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 20a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 20a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 20a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 20a tappa

La maglia rosa virtuale

Ivan Basso e Michele Scarponi da soli sullo Stelvio: verranno battuti da RodríguezDopo tre settimane di equilibrio e grande incertezza ci sono voluti lo Stelvio ed il Mortirolo a mettere una sentenza praticamente definitiva sul nostro Giro d'Italia virtuale (ringraziamo una volta di più PcCiclismo.net per il sostegno): l'ultimo tappone alpino, infatti, ci ha lasciato un Michele Scarponi ormai sicuro di aggiudicarsi la corsa rosa visto che è riuscito ad incrementare il suo vantaggio in classifica pur non vincendo questa durissima tappa.

Oltre a Mortirolo e Stelvio, però, c'erano da scalare anche il Tonale, l'Aprile e il Teglio: sulla prima salita è subito partita la fuga del giorno che ha visto come protagonisti Amador, Frank e Niemiec che sono riusciti a toccare un vantaggio massimo sul plotone di 6'12", proprio ai piedi della salita del Mortirolo. Sulla dura salita di Teglio c'è stato anche un gruppetto che s'è lanciato all'inseguimento dei tre di testa e che era formato da Sella, Brambilla, Locatelli, Herrada, Gustov e Zeits: la Lampre aveva già mandato avanti un gregario per Scarponi (Niemiec) e qui è arrivata la risposta dell'Androni di Rujano e della Colnago di Pozzovivo.

La battaglia vera tra gli uomini di classifica è iniziata proprio sul Mortirolo dove uno dei primi a staccarsi è stato l'ex maglia rosa Ryder Hesjedal e verso metà salita sono andati in difficoltà anche corridore molto ben messi in classifica come Frank Schleck e Rigoberto Uran. In cima il polacco Niemiec ha scollinato davanti a tutti inseguito da Sella: più indietro è transitato da solo Rujano, che era scattato per prendere davanti la discesa, seguito ad una quindicina di secondi da Basso, Pozzovivo, Rodríguez, Scarponi e ancora poco più indietro il colombiano Henao.

Nel tratto di falso piano prima dello Stelvio tutti i corridori citati si sono ricompattati in un'unico gruppo con i gregari recuperati per strada che davano una bella mano per tenere a distanza gli uomini che si erano staccati in precedenza. Alla fine sulle prime rampe dello Stelvio sono rimasti in sei in testa alla corsa, Basso, Henao, Rujano, Scarponi, Rodríguez e Pozzovivo. I primi a perdere contatto sono stati i due sudamericani, Henao e Rujano, che hanno sofferto una bella accelerazione di JRO: lo stesso spagnolo della Katusha, però, è stato poi vittima di se stesso perché ai meno 15 è stato ripreso e staccato dagli altri.

Ai meno 12.5 anche Pozzovivo ha dovuto alzare bianca di fronte al ritmo imposto da Ivan Basso. Rimasti davanti solo in due la velocità è calata e a nove chilometri dall'arrivo Rodríguez è riuscito a riportarsi sotto mentre Pozzovivo ha preferito salire del proprio passo. Con Scarponi ormai tranquillo e Basso intento a dare tutto per togliere il secondo posto in classifica a Rujano, nell'ultimo tratto di salita non è successo praticamente nulla e a 800 metri dalla conclusione Joaquim Rodríguez ha fatto valere il suo ottimo cambio di passo per sorprendere i rivali e andare a prendersi la vittoria di tappa sulla Cima Coppi del Giro.

Alle spalle di Rodríguez, staccati di 7", sono arrivati nell'ordine Scarponi e Basso, Pozzovivo è arrivato a 45", Rujano ha perso ben 1'23" mentre in sesta posizione a 2'07" troviamo Cunego che sullo Stelvio è riuscito a staccare tutti quelli del gruppo che si era formato alle spalle dei battistrada; a completare l'ordine d'arrivo dei primi 10 troviamo Henao (2'27"), Uran (2'56"), Schleck (3'17") e Hesjedal (3'20"). In classifica generale adesso Scarponi guida con 2'51" su Rujano e 3'03" su Basso: il marchigiano della Lampre sembra tranquillo in vista della cronometro di Milano, mentre gli altri due si daranno battaglia per decidere l'ordine del podio finale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniDopo la crisi di Vedelago, in cui comunque non ha perso troppi minuti, torna alla meritata vittoria Andrea Guardini, e lo fa in un modo in cui non ci ha mai abituati, ossia per distacco. Il veronese rifila 5'33" al danese della Saxo Bank Jonas Aaen Jørgensen mentre ancor più indietro è il terzo classificato di giornata, Mickaël Delage. La tappa non era iniziata al meglio per Guardini: pronti via e subito si era ritrovato nelle retrovie insieme ad altri sedici malcapitati. Ma sono bastate le montagne, che pure non sono propriamente il suo pane, a riportarlo nelle posizioni che gli competono. All'imbocco del Manghen, mentre dietro non riuscivano a rientrare, Guardini con una splendida azione solitaria si portava in testa. Nemmeno il doppio Pampeago l'avrebbe scalzato dal vertice, nonostante gli attacchi della concorrenza. Se ieri la giornata no di Guardini era coincisa con un'altrettanto vigorosa crisi di Cavendish, tutto si può dire oggi tranne che il britannico abbia avvicinato Guardini: solo quinto di tappa ed a 5'58", Cavendish non ha mai trovato il ritmo giusto. In coda al gruppo, dopo la giornata più sì che no di Cortina, va nuovamente male Roman Kreuziger, quest'oggi in crisi di fame ed addirittura ultimo al traguardo. Evidentemente la presenza di Vinokourov sul traguardo non è servita a questa promessa del ciclismo a far girare le gambe a dovere. Con la prestazione monstre di Pampeago Guardini si porta in testa alla classifica generale (tappa e maglia per il portacolori della Farnese Vini), staccando l'ex leader Miguel Mínguez, ora secondo a 11'15" dal leader, mentre Bobridge difende il podio con le unghie e con i denti dall'assalto di Adrian Saez de Arregi Egurrola, a soli 6" dall'ambito terzo posto. Bene Phinney, che dopo la giornata negativa di Vedelago si riporta in quinta posizione nella classifica generale. E non crediate che i giochi siano chiusi. È vero che contro questo Guardini si può fare poco o nulla ma domani l'accoppiata Mortirolo-Stelvio potrebbe ribaltare la situazione, oltre che i corridori.

Francesco Sulas

La maglia rosa virtuale

Ivan Basso e Michele Scarponi da soli sullo Stelvio: verranno battuti da RodríguezDopo tre settimane di equilibrio e grande incertezza ci sono voluti lo Stelvio ed il Mortirolo a mettere una sentenza praticamente definitiva sul nostro Giro d'Italia virtuale (ringraziamo una volta di più PcCiclismo.net per il sostegno): l'ultimo tappone alpino, infatti, ci ha lasciato un Michele Scarponi ormai sicuro di aggiudicarsi la corsa rosa visto che è riuscito ad incrementare il suo vantaggio in classifica pur non vincendo questa durissima tappa.

Oltre a Mortirolo e Stelvio, però, c'erano da scalare anche il Tonale, l'Aprile e il Teglio: sulla prima salita è subito partita la fuga del giorno che ha visto come protagonisti Amador, Frank e Niemiec che sono riusciti a toccare un vantaggio massimo sul plotone di 6'12", proprio ai piedi della salita del Mortirolo. Sulla dura salita di Teglio c'è stato anche un gruppetto che s'è lanciato all'inseguimento dei tre di testa e che era formato da Sella, Brambilla, Locatelli, Herrada, Gustov e Zeits: la Lampre aveva già mandato avanti un gregario per Scarponi (Niemiec) e qui è arrivata la risposta dell'Androni di Rujano e della Colnago di Pozzovivo.

La battaglia vera tra gli uomini di classifica è iniziata proprio sul Mortirolo dove uno dei primi a staccarsi è stato l'ex maglia rosa Ryder Hesjedal e verso metà salita sono andati in difficoltà anche corridore molto ben messi in classifica come Frank Schleck e Rigoberto Uran. In cima il polacco Niemiec ha scollinato davanti a tutti inseguito da Sella: più indietro è transitato da solo Rujano, che era scattato per prendere davanti la discesa, seguito ad una quindicina di secondi da Basso, Pozzovivo, Rodríguez, Scarponi e ancora poco più indietro il colombiano Henao.

Nel tratto di falso piano prima dello Stelvio tutti i corridori citati si sono ricompattati in un'unico gruppo con i gregari recuperati per strada che davano una bella mano per tenere a distanza gli uomini che si erano staccati in precedenza. Alla fine sulle prime rampe dello Stelvio sono rimasti in sei in testa alla corsa, Basso, Henao, Rujano, Scarponi, Rodríguez e Pozzovivo. I primi a perdere contatto sono stati i due sudamericani, Henao e Rujano, che hanno sofferto una bella accelerazione di JRO: lo stesso spagnolo della Katusha, però, è stato poi vittima di se stesso perché ai meno 15 è stato ripreso e staccato dagli altri.

Ai meno 12.5 anche Pozzovivo ha dovuto alzare bianca di fronte al ritmo imposto da Ivan Basso. Rimasti davanti solo in due la velocità è calata e a nove chilometri dall'arrivo Rodríguez è riuscito a riportarsi sotto mentre Pozzovivo ha preferito salire del proprio passo. Con Scarponi ormai tranquillo e Basso intento a dare tutto per togliere il secondo posto in classifica a Rujano, nell'ultimo tratto di salita non è successo praticamente nulla e a 800 metri dalla conclusione Joaquim Rodríguez ha fatto valere il suo ottimo cambio di passo per sorprendere i rivali e andare a prendersi la vittoria di tappa sulla Cima Coppi del Giro.

Alle spalle di Rodríguez, staccati di 7", sono arrivati nell'ordine Scarponi e Basso, Pozzovivo è arrivato a 45", Rujano ha perso ben 1'23" mentre in sesta posizione a 2'07" troviamo Cunego che sullo Stelvio è riuscito a staccare tutti quelli del gruppo che si era formato alle spalle dei battistrada; a completare l'ordine d'arrivo dei primi 10 troviamo Henao (2'27"), Uran (2'56"), Schleck (3'17") e Hesjedal (3'20"). In classifica generale adesso Scarponi guida con 2'51" su Rujano e 3'03" su Basso: il marchigiano della Lampre sembra tranquillo in vista della cronometro di Milano, mentre gli altri due si daranno battaglia per decidere l'ordine del podio finale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniDopo la crisi di Vedelago, in cui comunque non ha perso troppi minuti, torna alla meritata vittoria Andrea Guardini, e lo fa in un modo in cui non ci ha mai abituati, ossia per distacco. Il veronese rifila 5'33" al danese della Saxo Bank Jonas Aaen Jørgensen mentre ancor più indietro è il terzo classificato di giornata, Mickaël Delage. La tappa non era iniziata al meglio per Guardini: pronti via e subito si era ritrovato nelle retrovie insieme ad altri sedici malcapitati. Ma sono bastate le montagne, che pure non sono propriamente il suo pane, a riportarlo nelle posizioni che gli competono. All'imbocco del Manghen, mentre dietro non riuscivano a rientrare, Guardini con una splendida azione solitaria si portava in testa. Nemmeno il doppio Pampeago l'avrebbe scalzato dal vertice, nonostante gli attacchi della concorrenza. Se ieri la giornata no di Guardini era coincisa con un'altrettanto vigorosa crisi di Cavendish, tutto si può dire oggi tranne che il britannico abbia avvicinato Guardini: solo quinto di tappa ed a 5'58", Cavendish non ha mai trovato il ritmo giusto. In coda al gruppo, dopo la giornata più sì che no di Cortina, va nuovamente male Roman Kreuziger, quest'oggi in crisi di fame ed addirittura ultimo al traguardo. Evidentemente la presenza di Vinokourov sul traguardo non è servita a questa promessa del ciclismo a far girare le gambe a dovere. Con la prestazione monstre di Pampeago Guardini si porta in testa alla classifica generale (tappa e maglia per il portacolori della Farnese Vini), staccando l'ex leader Miguel Mínguez, ora secondo a 11'15" dal leader, mentre Bobridge difende il podio con le unghie e con i denti dall'assalto di Adrian Saez de Arregi Egurrola, a soli 6" dall'ambito terzo posto. Bene Phinney, che dopo la giornata negativa di Vedelago si riporta in quinta posizione nella classifica generale. E non crediate che i giochi siano chiusi. È vero che contro questo Guardini si può fare poco o nulla ma domani l'accoppiata Mortirolo-Stelvio potrebbe ribaltare la situazione, oltre che i corridori.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Andrea GuardiniDopo la crisi di Vedelago, in cui comunque non ha perso troppi minuti, torna alla meritata vittoria Andrea Guardini, e lo fa in un modo in cui non ci ha mai abituati, ossia per distacco. Il veronese rifila 5'33" al danese della Saxo Bank Jonas Aaen Jørgensen mentre ancor più indietro è il terzo classificato di giornata, Mickaël Delage. La tappa non era iniziata al meglio per Guardini: pronti via e subito si era ritrovato nelle retrovie insieme ad altri sedici malcapitati. Ma sono bastate le montagne, che pure non sono propriamente il suo pane, a riportarlo nelle posizioni che gli competono. All'imbocco del Manghen, mentre dietro non riuscivano a rientrare, Guardini con una splendida azione solitaria si portava in testa. Nemmeno il doppio Pampeago l'avrebbe scalzato dal vertice, nonostante gli attacchi della concorrenza. Se ieri la giornata no di Guardini era coincisa con un'altrettanto vigorosa crisi di Cavendish, tutto si può dire oggi tranne che il britannico abbia avvicinato Guardini: solo quinto di tappa ed a 5'58", Cavendish non ha mai trovato il ritmo giusto. In coda al gruppo, dopo la giornata più sì che no di Cortina, va nuovamente male Roman Kreuziger, quest'oggi in crisi di fame ed addirittura ultimo al traguardo. Evidentemente la presenza di Vinokourov sul traguardo non è servita a questa promessa del ciclismo a far girare le gambe a dovere. Con la prestazione monstre di Pampeago Guardini si porta in testa alla classifica generale (tappa e maglia per il portacolori della Farnese Vini), staccando l'ex leader Miguel Mínguez, ora secondo a 11'15" dal leader, mentre Bobridge difende il podio con le unghie e con i denti dall'assalto di Adrian Saez de Arregi Egurrola, a soli 6" dall'ambito terzo posto. Bene Phinney, che dopo la giornata negativa di Vedelago si riporta in quinta posizione nella classifica generale. E non crediate che i giochi siano chiusi. È vero che contro questo Guardini si può fare poco o nulla ma domani l'accoppiata Mortirolo-Stelvio potrebbe ribaltare la situazione, oltre che i corridori.

Francesco Sulas

La maglia rosa virtuale

Ivan Basso e Michele Scarponi da soli sullo Stelvio: verranno battuti da RodríguezDopo tre settimane di equilibrio e grande incertezza ci sono voluti lo Stelvio ed il Mortirolo a mettere una sentenza praticamente definitiva sul nostro Giro d'Italia virtuale (ringraziamo una volta di più PcCiclismo.net per il sostegno): l'ultimo tappone alpino, infatti, ci ha lasciato un Michele Scarponi ormai sicuro di aggiudicarsi la corsa rosa visto che è riuscito ad incrementare il suo vantaggio in classifica pur non vincendo questa durissima tappa.

Oltre a Mortirolo e Stelvio, però, c'erano da scalare anche il Tonale, l'Aprile e il Teglio: sulla prima salita è subito partita la fuga del giorno che ha visto come protagonisti Amador, Frank e Niemiec che sono riusciti a toccare un vantaggio massimo sul plotone di 6'12", proprio ai piedi della salita del Mortirolo. Sulla dura salita di Teglio c'è stato anche un gruppetto che s'è lanciato all'inseguimento dei tre di testa e che era formato da Sella, Brambilla, Locatelli, Herrada, Gustov e Zeits: la Lampre aveva già mandato avanti un gregario per Scarponi (Niemiec) e qui è arrivata la risposta dell'Androni di Rujano e della Colnago di Pozzovivo.

La battaglia vera tra gli uomini di classifica è iniziata proprio sul Mortirolo dove uno dei primi a staccarsi è stato l'ex maglia rosa Ryder Hesjedal e verso metà salita sono andati in difficoltà anche corridore molto ben messi in classifica come Frank Schleck e Rigoberto Uran. In cima il polacco Niemiec ha scollinato davanti a tutti inseguito da Sella: più indietro è transitato da solo Rujano, che era scattato per prendere davanti la discesa, seguito ad una quindicina di secondi da Basso, Pozzovivo, Rodríguez, Scarponi e ancora poco più indietro il colombiano Henao.

Nel tratto di falso piano prima dello Stelvio tutti i corridori citati si sono ricompattati in un'unico gruppo con i gregari recuperati per strada che davano una bella mano per tenere a distanza gli uomini che si erano staccati in precedenza. Alla fine sulle prime rampe dello Stelvio sono rimasti in sei in testa alla corsa, Basso, Henao, Rujano, Scarponi, Rodríguez e Pozzovivo. I primi a perdere contatto sono stati i due sudamericani, Henao e Rujano, che hanno sofferto una bella accelerazione di JRO: lo stesso spagnolo della Katusha, però, è stato poi vittima di se stesso perché ai meno 15 è stato ripreso e staccato dagli altri.

Ai meno 12.5 anche Pozzovivo ha dovuto alzare bianca di fronte al ritmo imposto da Ivan Basso. Rimasti davanti solo in due la velocità è calata e a nove chilometri dall'arrivo Rodríguez è riuscito a riportarsi sotto mentre Pozzovivo ha preferito salire del proprio passo. Con Scarponi ormai tranquillo e Basso intento a dare tutto per togliere il secondo posto in classifica a Rujano, nell'ultimo tratto di salita non è successo praticamente nulla e a 800 metri dalla conclusione Joaquim Rodríguez ha fatto valere il suo ottimo cambio di passo per sorprendere i rivali e andare a prendersi la vittoria di tappa sulla Cima Coppi del Giro.

Alle spalle di Rodríguez, staccati di 7", sono arrivati nell'ordine Scarponi e Basso, Pozzovivo è arrivato a 45", Rujano ha perso ben 1'23" mentre in sesta posizione a 2'07" troviamo Cunego che sullo Stelvio è riuscito a staccare tutti quelli del gruppo che si era formato alle spalle dei battistrada; a completare l'ordine d'arrivo dei primi 10 troviamo Henao (2'27"), Uran (2'56"), Schleck (3'17") e Hesjedal (3'20"). In classifica generale adesso Scarponi guida con 2'51" su Rujano e 3'03" su Basso: il marchigiano della Lampre sembra tranquillo in vista della cronometro di Milano, mentre gli altri due si daranno battaglia per decidere l'ordine del podio finale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Andrea GuardiniDopo la crisi di Vedelago, in cui comunque non ha perso troppi minuti, torna alla meritata vittoria Andrea Guardini, e lo fa in un modo in cui non ci ha mai abituati, ossia per distacco. Il veronese rifila 5'33" al danese della Saxo Bank Jonas Aaen Jørgensen mentre ancor più indietro è il terzo classificato di giornata, Mickaël Delage. La tappa non era iniziata al meglio per Guardini: pronti via e subito si era ritrovato nelle retrovie insieme ad altri sedici malcapitati. Ma sono bastate le montagne, che pure non sono propriamente il suo pane, a riportarlo nelle posizioni che gli competono. All'imbocco del Manghen, mentre dietro non riuscivano a rientrare, Guardini con una splendida azione solitaria si portava in testa. Nemmeno il doppio Pampeago l'avrebbe scalzato dal vertice, nonostante gli attacchi della concorrenza. Se ieri la giornata no di Guardini era coincisa con un'altrettanto vigorosa crisi di Cavendish, tutto si può dire oggi tranne che il britannico abbia avvicinato Guardini: solo quinto di tappa ed a 5'58", Cavendish non ha mai trovato il ritmo giusto. In coda al gruppo, dopo la giornata più sì che no di Cortina, va nuovamente male Roman Kreuziger, quest'oggi in crisi di fame ed addirittura ultimo al traguardo. Evidentemente la presenza di Vinokourov sul traguardo non è servita a questa promessa del ciclismo a far girare le gambe a dovere. Con la prestazione monstre di Pampeago Guardini si porta in testa alla classifica generale (tappa e maglia per il portacolori della Farnese Vini), staccando l'ex leader Miguel Mínguez, ora secondo a 11'15" dal leader, mentre Bobridge difende il podio con le unghie e con i denti dall'assalto di Adrian Saez de Arregi Egurrola, a soli 6" dall'ambito terzo posto. Bene Phinney, che dopo la giornata negativa di Vedelago si riporta in quinta posizione nella classifica generale. E non crediate che i giochi siano chiusi. È vero che contro questo Guardini si può fare poco o nulla ma domani l'accoppiata Mortirolo-Stelvio potrebbe ribaltare la situazione, oltre che i corridori.

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