Il Portale del Ciclismo professionistico

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Finalmente è giunto il giorno del primo arrivo in salita di questo Giro e questo onore toccherà al Terminillo, esattamente come nel 2003 quando Garzelli batte Simoni. Si parte dalla Toscana ma si entrerà ben presto nel Lazio anche se per circa 170 km la tappa non dovrebbe offrire spunti particolari: qualche sali-scendi farà risaltare i fuggitivi della prima ora mentre tutti gli altri aspetteranno l'ascesa finale. La salita del Terminillo misura 16 km: il primo è molto facile ma dopo le pendenze saranno costanti intorno all'8% con solo un tratto di respiro a metà in località Pian di Rosce. Il tratto più impegnativo è negli ultimi quattro chilometri quando la pendenza sarà sempre superiore all'8%: nel complesso la salita dura ma anche molto regolare. Qualche corridore che si trova già in ritardo potrebbe accendere la miccia fin dalle prime rampe ed quel caso i distacchi odierni potrebbero diventare veramente pesanti. Tanto per cambiare un'insidia di oggi sarà nuovamente quella del meteo: nella notte, infatti, sul Terminillo è caduto qualche fiocco di neve e durante il giorno difficilmente la temperatura dell'aria salirà sopra i 5°.
Scarica la cronotabella della tappa e il dettaglio della salita finale.

Chianciano Terme

Volete provare le acque benefiche di una splendida località termale, ma allo stesso tempo trovandovi in un posto dove si respira ciclismo e con la possibilità di bere alla sera un buon vino? Non temete, Chianciano Terme è fatta sua misura per voi. La Località senese, a 22 anni dall'ultima volta che il Giro vi ha fatto tappa, è dolcemente collocata tra la Val D'Orcia e la Valdichiana, a due passi dalle celeberrime colline di Montepulciano. Le proprietà benefiche delle acque di Chianciano erano note già ai tempi degli etruschi e dei romani,  che formarono in sede un insediamento. La recente rivalutazione delle terme Chiusane si è avuta nel ventesimo secolo, quando nel primo dopoguerra la costruzione di un acquedotto e di uno stabilimento di imbottigliamento diffusero il nome della città in Italia attirando i turisti. Completa le attività produttive del paese un'importante stabilimento di acquasanta.

Terminillo

Il sodalizio tra Giro e Terminillo risale al ventennio: il regime aveva bisogno di far pubblicità alle neonate stazioni sciistiche dell'Appenino centrale e pensò che nessuna vetrina sarebbe stata più efficace del giro d'Italia. Per 4 anni consecutivi il Giro fece tappa al Terminillo per una cronoscalata, dal 1936 al 1939. Erano gli anni di Ginettaccio, che nel 1937 oltre a conquistare il Giro vinse la cronoscalata col tempo di scalata più veloce di quegli anni, soffiando proprio in quell'occasione la rosa a Valetti. Ma la cometa di Vinovo si rifece nelle 2 successive edizioni, portando a casa il giro al termine della corsa. La la scalata reatina fu sede solo di scollinamenti  fino al 1987, quando tornò a essere una presenza ricorrente della corsa rosa ( Jean Claude Bagot anticipa tutti). Poi toccò a un Herrera sul viale del tramonto (1992), Pavel Tonkov (1997), Garzelli(2003). L'ultimo scollinamento risale al 2007, nella deludente Tivoli-Spoleto che portò in rosa Pinotti.

Nicola Stufano
Chianciano Terme

Volete provare le acque benefiche di una splendida località termale, ma allo stesso tempo trovandovi in un posto dove si respira ciclismo e con la possibilità di bere alla sera un buon vino? Non temete, Chianciano Terme è fatta sua misura per voi. La Località senese, a 22 anni dall'ultima volta che il Giro vi ha fatto tappa, è dolcemente collocata tra la Val D'Orcia e la Valdichiana, a due passi dalle celeberrime colline di Montepulciano. Le proprietà benefiche delle acque di Chianciano erano note già ai tempi degli etruschi e dei romani,  che formarono in sede un insediamento. La recente rivalutazione delle terme Chiusane si è avuta nel ventesimo secolo, quando nel primo dopoguerra la costruzione di un acquedotto e di uno stabilimento di imbottigliamento diffusero il nome della città in Italia attirando i turisti. Completa le attività produttive del paese un'importante stabilimento di acquasanta.

Terminillo

Il sodalizio tra Giro e Terminillo risale al ventennio: il regime aveva bisogno di far pubblicità alle neonate stazioni sciistiche dell'Appenino centrale e pensò che nessuna vetrina sarebbe stata più efficace del giro d'Italia. Per 4 anni consecutivi il Giro fece tappa al Terminillo per una cronoscalata, dal 1936 al 1939. Erano gli anni di Ginettaccio, che nel 1937 oltre a conquistare il Giro vinse la cronoscalata col tempo di scalata più veloce di quegli anni, soffiando proprio in quell'occasione la rosa a Valetti. Ma la cometa di Vinovo si rifece nelle 2 successive edizioni, portando a casa il giro al termine della corsa. La la scalata reatina fu sede solo di scollinamenti  fino al 1987, quando tornò a essere una presenza ricorrente della corsa rosa ( Jean Claude Bagot anticipa tutti). Poi toccò a un Herrera sul viale del tramonto (1992), Pavel Tonkov (1997), Garzelli(2003). L'ultimo scollinamento risale al 2007, nella deludente Tivoli-Spoleto che portò in rosa Pinotti.

Chianciano Terme

Volete provare le acque benefiche di una splendida località termale, ma allo stesso tempo trovandovi in un posto dove si respira ciclismo e con la possibilità di bere alla sera un buon vino? Non temete, Chianciano Terme è fatta sua misura per voi. La Località senese, a 22 anni dall'ultima volta che il Giro vi ha fatto tappa, è dolcemente collocata tra la Val D'Orcia e la Valdichiana, a due passi dalle celeberrime colline di Montepulciano. Le proprietà benefiche delle acque di Chianciano erano note già ai tempi degli etruschi e dei romani,  che formarono in sede un insediamento. La recente rivalutazione delle terme Chiusane si è avuta nel ventesimo secolo, quando nel primo dopoguerra la costruzione di un acquedotto e di uno stabilimento di imbottigliamento diffusero il nome della città in Italia attirando i turisti. Completa le attività produttive del paese un'importante stabilimento di acquasanta.

Terminillo

Il sodalizio tra Giro e Terminillo risale al ventennio: il regime aveva bisogno di far pubblicità alle neonate stazioni sciistiche dell'Appenino centrale e pensò che nessuna vetrina sarebbe stata più efficace del giro d'Italia. Per 4 anni consecutivi il Giro fece tappa al Terminillo per una cronoscalata, dal 1936 al 1939. Erano gli anni di Ginettaccio, che nel 1937 oltre a conquistare il Giro vinse la cronoscalata col tempo di scalata più veloce di quegli anni, soffiando proprio in quell'occasione la rosa a Valetti. Ma la cometa di Vinovo si rifece nelle 2 successive edizioni, portando a casa il giro al termine della corsa. La la scalata reatina fu sede solo di scollinamenti  fino al 1987, quando tornò a essere una presenza ricorrente della corsa rosa ( Jean Claude Bagot anticipa tutti). Poi toccò a un Herrera sul viale del tramonto (1992), Pavel Tonkov (1997), Garzelli(2003). L'ultimo scollinamento risale al 2007, nella deludente Tivoli-Spoleto che portò in rosa Pinotti.

Chianciano Terme

Volete provare le acque benefiche di una splendida località termale, ma allo stesso tempo trovandovi in un posto dove si respira ciclismo e con la possibilità di bere alla sera un buon vino? Non temete, Chianciano Terme è fatta sua misura per voi. La Località senese, a 22 anni dall'ultima volta che il Giro vi ha fatto tappa, è dolcemente collocata tra la Val D'Orcia e la Valdichiana, a due passi dalle celeberrime colline di Montepulciano. Le proprietà benefiche delle acque di Chianciano erano note già ai tempi degli etruschi e dei romani,  che formarono in sede un insediamento. La recente rivalutazione delle terme Chiusane si è avuta nel ventesimo secolo, quando nel primo dopoguerra la costruzione di un acquedotto e di uno stabilimento di imbottigliamento diffusero il nome della città in Italia attirando i turisti. Completa le attività produttive del paese un'importante stabilimento di acquasanta.

Terminillo

Il sodalizio tra Giro e Terminillo risale al ventennio: il regime aveva bisogno di far pubblicità alle neonate stazioni sciistiche dell'Appenino centrale e pensò che nessuna vetrina sarebbe stata più efficace del giro d'Italia. Per 4 anni consecutivi il Giro fece tappa al Terminillo per una cronoscalata, dal 1936 al 1939. Erano gli anni di Ginettaccio, che nel 1937 oltre a conquistare il Giro vinse la cronoscalata col tempo di scalata più veloce di quegli anni, soffiando proprio in quell'occasione la rosa a Valetti. Ma la cometa di Vinovo si rifece nelle 2 successive edizioni, portando a casa il giro al termine della corsa. La la scalata reatina fu sede solo di scollinamenti  fino al 1987, quando tornò a essere una presenza ricorrente della corsa rosa ( Jean Claude Bagot anticipa tutti). Poi toccò a un Herrera sul viale del tramonto (1992), Pavel Tonkov (1997), Garzelli(2003). L'ultimo scollinamento risale al 2007, nella deludente Tivoli-Spoleto che portò in rosa Pinotti.

Chianciano Terme

Volete provare le acque benefiche di una splendida località termale, ma allo stesso tempo trovandovi in un posto dove si respira ciclismo e con la possibilità di bere alla sera un buon vino? Non temete, Chianciano Terme è fatta sua misura per voi. La Località senese, a 22 anni dall'ultima volta che il Giro vi ha fatto tappa, è dolcemente collocata tra la Val D'Orcia e la Valdichiana, a due passi dalle celeberrime colline di Montepulciano. Le proprietà benefiche delle acque di Chianciano erano note già ai tempi degli etruschi e dei romani,  che formarono in sede un insediamento. La recente rivalutazione delle terme Chiusane si è avuta nel ventesimo secolo, quando nel primo dopoguerra la costruzione di un acquedotto e di uno stabilimento di imbottigliamento diffusero il nome della città in Italia attirando i turisti. Completa le attività produttive del paese un'importante stabilimento di acquasanta.

Terminillo

Il sodalizio tra Giro e Terminillo risale al ventennio: il regime aveva bisogno di far pubblicità alle neonate stazioni sciistiche dell'Appenino centrale e pensò che nessuna vetrina sarebbe stata più efficace del giro d'Italia. Per 4 anni consecutivi il Giro fece tappa al Terminillo per una cronoscalata, dal 1936 al 1939. Erano gli anni di Ginettaccio, che nel 1937 oltre a conquistare il Giro vinse la cronoscalata col tempo di scalata più veloce di quegli anni, soffiando proprio in quell'occasione la rosa a Valetti. Ma la cometa di Vinovo si rifece nelle 2 successive edizioni, portando a casa il giro al termine della corsa. La la scalata reatina fu sede solo di scollinamenti  fino al 1987, quando tornò a essere una presenza ricorrente della corsa rosa ( Jean Claude Bagot anticipa tutti). Poi toccò a un Herrera sul viale del tramonto (1992), Pavel Tonkov (1997), Garzelli(2003). L'ultimo scollinamento risale al 2007, nella deludente Tivoli-Spoleto che portò in rosa Pinotti.

Chianciano Terme

Volete provare le acque benefiche di una splendida località termale, ma allo stesso tempo trovandovi in un posto dove si respira ciclismo e con la possibilità di bere alla sera un buon vino? Non temete, Chianciano Terme è fatta sua misura per voi. La Località senese, a 22 anni dall'ultima volta che il Giro vi ha fatto tappa, è dolcemente collocata tra la Val D'Orcia e la Valdichiana, a due passi dalle celeberrime colline di Montepulciano. Le proprietà benefiche delle acque di Chianciano erano note già ai tempi degli etruschi e dei romani,  che formarono in sede un insediamento. La recente rivalutazione delle terme Chiusane si è avuta nel ventesimo secolo, quando nel primo dopoguerra la costruzione di un acquedotto e di uno stabilimento di imbottigliamento diffusero il nome della città in Italia attirando i turisti. Completa le attività produttive del paese un'importante stabilimento di acquasanta.

Terminillo

Il sodalizio tra Giro e Terminillo risale al ventennio: il regime aveva bisogno di far pubblicità alle neonate stazioni sciistiche dell'Appenino centrale e pensò che nessuna vetrina sarebbe stata più efficace del giro d'Italia. Per 4 anni consecutivi il Giro fece tappa al Terminillo per una cronoscalata, dal 1936 al 1939. Erano gli anni di Ginettaccio, che nel 1937 oltre a conquistare il Giro vinse la cronoscalata col tempo di scalata più veloce di quegli anni, soffiando proprio in quell'occasione la rosa a Valetti. Ma la cometa di Vinovo si rifece nelle 2 successive edizioni, portando a casa il giro al termine della corsa. La la scalata reatina fu sede solo di scollinamenti  fino al 1987, quando tornò a essere una presenza ricorrente della corsa rosa ( Jean Claude Bagot anticipa tutti). Poi toccò a un Herrera sul viale del tramonto (1992), Pavel Tonkov (1997), Garzelli(2003). L'ultimo scollinamento risale al 2007, nella deludente Tivoli-Spoleto che portò in rosa Pinotti.

Meteo

12.25 - Chianciano Termne
14.50 - Lugnano in Teverina
17.15 - Monte Terminillo

Soggetti Alternativi

Altro novizio del Giro d'Italia, è al debutto assoluto anche in una grande corsa a tappe. Finora difatti la militanza nella Elk Haus l'aveva relegato spesso in brevi corse a tappe in patria o negli stati vicini, in cui comunque era riuscito a far intravedere le sue qualità. Atleta in grado difendersi bene un pò su tutti i terreni, ha l'occasione di verificare la sua tenuta sulle tre settimane. E' il campione nazionale austriaco in carica e in una Footon priva di un vero e proprio leader per la classifica generale è libero di giocare le sue carte, specie nelle tappe più mosse altimetricamente parlando. E chissà che una bella fuga non possa consentirgli di fare una...Footon agli avversari!

Vivian Ghianni

Altro novizio del Giro d'Italia, è al debutto assoluto anche in una grande corsa a tappe. Finora difatti la militanza nella Elk Haus l'aveva relegato spesso in brevi corse a tappe in patria o negli stati vicini, in cui comunque era riuscito a far intravedere le sue qualità. Atleta in grado difendersi bene un pò su tutti i terreni, ha l'occasione di verificare la sua tenuta sulle tre settimane. E' il campione nazionale austriaco in carica e in una Footon priva di un vero e proprio leader per la classifica generale è libero di giocare le sue carte, specie nelle tappe più mosse altimetricamente parlando. E chissà che una bella fuga non possa consentirgli di fare una...Footon agli avversari!

Altro novizio del Giro d'Italia, è al debutto assoluto anche in una grande corsa a tappe. Finora difatti la militanza nella Elk Haus l'aveva relegato spesso in brevi corse a tappe in patria o negli stati vicini, in cui comunque era riuscito a far intravedere le sue qualità. Atleta in grado difendersi bene un pò su tutti i terreni, ha l'occasione di verificare la sua tenuta sulle tre settimane. E' il campione nazionale austriaco in carica e in una Footon priva di un vero e proprio leader per la classifica generale è libero di giocare le sue carte, specie nelle tappe più mosse altimetricamente parlando. E chissà che una bella fuga non possa consentirgli di fare una...Footon agli avversari!

Altro novizio del Giro d'Italia, è al debutto assoluto anche in una grande corsa a tappe. Finora difatti la militanza nella Elk Haus l'aveva relegato spesso in brevi corse a tappe in patria o negli stati vicini, in cui comunque era riuscito a far intravedere le sue qualità. Atleta in grado difendersi bene un pò su tutti i terreni, ha l'occasione di verificare la sua tenuta sulle tre settimane. E' il campione nazionale austriaco in carica e in una Footon priva di un vero e proprio leader per la classifica generale è libero di giocare le sue carte, specie nelle tappe più mosse altimetricamente parlando. E chissà che una bella fuga non possa consentirgli di fare una...Footon agli avversari!

Altro novizio del Giro d'Italia, è al debutto assoluto anche in una grande corsa a tappe. Finora difatti la militanza nella Elk Haus l'aveva relegato spesso in brevi corse a tappe in patria o negli stati vicini, in cui comunque era riuscito a far intravedere le sue qualità. Atleta in grado difendersi bene un pò su tutti i terreni, ha l'occasione di verificare la sua tenuta sulle tre settimane. E' il campione nazionale austriaco in carica e in una Footon priva di un vero e proprio leader per la classifica generale è libero di giocare le sue carte, specie nelle tappe più mosse altimetricamente parlando. E chissà che una bella fuga non possa consentirgli di fare una...Footon agli avversari!

Altro novizio del Giro d'Italia, è al debutto assoluto anche in una grande corsa a tappe. Finora difatti la militanza nella Elk Haus l'aveva relegato spesso in brevi corse a tappe in patria o negli stati vicini, in cui comunque era riuscito a far intravedere le sue qualità. Atleta in grado difendersi bene un pò su tutti i terreni, ha l'occasione di verificare la sua tenuta sulle tre settimane. E' il campione nazionale austriaco in carica e in una Footon priva di un vero e proprio leader per la classifica generale è libero di giocare le sue carte, specie nelle tappe più mosse altimetricamente parlando. E chissà che una bella fuga non possa consentirgli di fare una...Footon agli avversari!

Tom_Stamsnijder (ieri): oggi è stato senza dubbio il peggior compleanno della mia vita! Che giorno di m***a con pioggia, fango e le gambe che non andavano. Grazie al Cielo è finito!

marcopinotti (ieri): un giorno epico... Temevo questa tappa come nessun'altra, specialmente in queste condizioni, eppure sono andato benissimo!

Carlos_Sastre (ieri): adesso l'importante è recuperare dalla caduta perché il Giro è ancora lungo. Xavi Tondo ha fatto un lavoro impressionante.

porteye (ieri): classico, il mio compagno di stanza di Laurent ha lasciato il rubinetto aperto in bagno e ha allagato la nostra stanza. Qualsiasi cosa che non mi faccia pensare alle gambe è benvenuta...

CadelOfficial (ieri): ho vinto una "magnum" di Brunello Di Montalcino oggi :o) Qualcuno ha visto gli ultimi 15 km? Io no di certo...

mcewenrobbie: Un po' stanco, ma tutto sommato ok. Un'altra tappa con salite e 190 km in arrivo. Rapporto agile e gruppetto sono il menu del giorno.

Si attraversa oggi l’Umbria, terra dell’Orvieto (uvaggio a base di Trebbiano), del Grechetto (che regala vini bianchi molto corposi e dall’aroma di noce), del Torgiano, ma soprattutto del Montefalco Sagrantino DOCG.

Tradizionalmente il vino Sagrantino esisteva solo nella versione passita, tanto che dal 1977 è autorizzata la DOC per il Sagrantino Passito, mentre per il riconoscimento della versione Secco si dovrà aspettare qualche anno; per merito soprattutto del produttore Marco Caprai, il primo ad aver creduto nelle possibilità di questo vitigno. Nel 1992, il Sagrantino, nelle versioni Secco e Passito, divenne il dodicesimo vino italiano ad ottenere la DOCG.

Uve: 100 % Sagrantino, resa massima 80 qli per ettaro, alcool minimo 13°, (mentre il Passito deve avere almeno 14,5°), affinamento 30 mesi dalla vendemmia, di cui almeno 12 in legno. Il buon contenuto alcolico e altre caratteristiche ne fanno un vino da grande invecchiamento, da abbinare con arrosti di carni rosse il tipo secco, con formaggi piccanti o da meditazione il passito.

Nella stessa zona viene prodotto, con uve Sangiovese (dal 60 al 70%), Sagrantino (dal 10 al 15%) e altre uve a bacca rossa, il Rosso di Montefalco DOC, che deve essere affinato almeno 18 mesi prima di essere posto in vendita.

Gianfranco Pezzoli

Si attraversa oggi l’Umbria, terra dell’Orvieto (uvaggio a base di Trebbiano), del Grechetto (che regala vini bianchi molto corposi e dall’aroma di noce), del Torgiano, ma soprattutto del Montefalco Sagrantino DOCG.

Tradizionalmente il vino Sagrantino esisteva solo nella versione passita, tanto che dal 1977 è autorizzata la DOC per il Sagrantino Passito, mentre per il riconoscimento della versione Secco si dovrà aspettare qualche anno; per merito soprattutto del produttore Marco Caprai, il primo ad aver creduto nelle possibilità di questo vitigno. Nel 1992, il Sagrantino, nelle versioni Secco e Passito, divenne il dodicesimo vino italiano ad ottenere la DOCG.

Uve: 100 % Sagrantino, resa massima 80 qli per ettaro, alcool minimo 13°, (mentre il Passito deve avere almeno 14,5°), affinamento 30 mesi dalla vendemmia, di cui almeno 12 in legno. Il buon contenuto alcolico e altre caratteristiche ne fanno un vino da grande invecchiamento, da abbinare con arrosti di carni rosse il tipo secco, con formaggi piccanti o da meditazione il passito.

Nella stessa zona viene prodotto, con uve Sangiovese (dal 60 al 70%), Sagrantino (dal 10 al 15%) e altre uve a bacca rossa, il Rosso di Montefalco DOC, che deve essere affinato almeno 18 mesi prima di essere posto in vendita.

Gianfranco Pezzoli

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2010 – 8a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 8a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 8a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 8a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 8a tappa

Si attraversa oggi l’Umbria, terra dell’Orvieto (uvaggio a base di Trebbiano), del Grechetto (che regala vini bianchi molto corposi e dall’aroma di noce), del Torgiano, ma soprattutto del Montefalco Sagrantino DOCG.

Tradizionalmente il vino Sagrantino esisteva solo nella versione passita, tanto che dal 1977 è autorizzata la DOC per il Sagrantino Passito, mentre per il riconoscimento della versione Secco si dovrà aspettare qualche anno; per merito soprattutto del produttore Marco Caprai, il primo ad aver creduto nelle possibilità di questo vitigno. Nel 1992, il Sagrantino, nelle versioni Secco e Passito, divenne il dodicesimo vino italiano ad ottenere la DOCG.

Uve: 100 % Sagrantino, resa massima 80 qli per ettaro, alcool minimo 13°, (mentre il Passito deve avere almeno 14,5°), affinamento 30 mesi dalla vendemmia, di cui almeno 12 in legno. Il buon contenuto alcolico e altre caratteristiche ne fanno un vino da grande invecchiamento, da abbinare con arrosti di carni rosse il tipo secco, con formaggi piccanti o da meditazione il passito.

Nella stessa zona viene prodotto, con uve Sangiovese (dal 60 al 70%), Sagrantino (dal 10 al 15%) e altre uve a bacca rossa, il Rosso di Montefalco DOC, che deve essere affinato almeno 18 mesi prima di essere posto in vendita.

Gianfranco Pezzoli

Si attraversa oggi l’Umbria, terra dell’Orvieto (uvaggio a base di Trebbiano), del Grechetto (che regala vini bianchi molto corposi e dall’aroma di noce), del Torgiano, ma soprattutto del Montefalco Sagrantino DOCG.

Tradizionalmente il vino Sagrantino esisteva solo nella versione passita, tanto che dal 1977 è autorizzata la DOC per il Sagrantino Passito, mentre per il riconoscimento della versione Secco si dovrà aspettare qualche anno; per merito soprattutto del produttore Marco Caprai, il primo ad aver creduto nelle possibilità di questo vitigno. Nel 1992, il Sagrantino, nelle versioni Secco e Passito, divenne il dodicesimo vino italiano ad ottenere la DOCG.

Uve: 100 % Sagrantino, resa massima 80 qli per ettaro, alcool minimo 13°, (mentre il Passito deve avere almeno 14,5°), affinamento 30 mesi dalla vendemmia, di cui almeno 12 in legno. Il buon contenuto alcolico e altre caratteristiche ne fanno un vino da grande invecchiamento, da abbinare con arrosti di carni rosse il tipo secco, con formaggi piccanti o da meditazione il passito.

Nella stessa zona viene prodotto, con uve Sangiovese (dal 60 al 70%), Sagrantino (dal 10 al 15%) e altre uve a bacca rossa, il Rosso di Montefalco DOC, che deve essere affinato almeno 18 mesi prima di essere posto in vendita.

Gianfranco Pezzoli

Si attraversa oggi l’Umbria, terra dell’Orvieto (uvaggio a base di Trebbiano), del Grechetto (che regala vini bianchi molto corposi e dall’aroma di noce), del Torgiano, ma soprattutto del Montefalco Sagrantino DOCG.

Tradizionalmente il vino Sagrantino esisteva solo nella versione passita, tanto che dal 1977 è autorizzata la DOC per il Sagrantino Passito, mentre per il riconoscimento della versione Secco si dovrà aspettare qualche anno; per merito soprattutto del produttore Marco Caprai, il primo ad aver creduto nelle possibilità di questo vitigno. Nel 1992, il Sagrantino, nelle versioni Secco e Passito, divenne il dodicesimo vino italiano ad ottenere la DOCG.

Uve: 100 % Sagrantino, resa massima 80 qli per ettaro, alcool minimo 13°, (mentre il Passito deve avere almeno 14,5°), affinamento 30 mesi dalla vendemmia, di cui almeno 12 in legno. Il buon contenuto alcolico e altre caratteristiche ne fanno un vino da grande invecchiamento, da abbinare con arrosti di carni rosse il tipo secco, con formaggi piccanti o da meditazione il passito.

Nella stessa zona viene prodotto, con uve Sangiovese (dal 60 al 70%), Sagrantino (dal 10 al 15%) e altre uve a bacca rossa, il Rosso di Montefalco DOC, che deve essere affinato almeno 18 mesi prima di essere posto in vendita.

Gianfranco Pezzoli

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