Il Portale del Ciclismo professionistico

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Con i suoi 262 km questa è la tappa più lunga del 93° Giro d'Italia e, sommando i chilometri di ieri, si sfiora quota 500 in due giorni. I primi 100 km saranno il tratto più facile con solo qualche sali scendi ma dopo il passaggio da Isernia si affronteranno in rapida successione le salite del Macerone, quella di Rionero Sannitico e quella di Roccaraso. Dopo una lunga discesa verso Sulmona e Popoli si affronterà la salita di Svolte dei Popoli, di seconda categoria: da qui mancheranno 45 km all'arrivo ma pochissimi in discesa quindi chi perderà le ruote del gruppo difficilmente potrà rientrare. Finale ancora insidioso con un primo strappo a 5 km dalla conclusione e con l'ultimo km ad una pendenza media del 7%: l'arrivo, infatti, è lo stesso del 2005 quando vinse Di Luca davanti a Bruseghin. La tappa è molto lunga e impegnativa e nella fase centrale per il gruppo sarà molto difficile organizzare un inseguimento senza perdere per strada molti gregari preziosi: l'epilogo più probabile è quindi quello di una fuga a lunga (lunghissima) gittata con corridori non pericolosi che va a buon fine e non ci stupiremmo affatto a vedere la maglia rosa che cambia padrone al termine della tappa; i big invece aspetteranno il finale dove potrebbe esserci anche qualche piccolo frazionamento ma se la corsa sarà tirata fin dai prima chilometri allora potrebbe succedere veramente di tutto.
Scarica la cronotabella della tappa.

Lucera

Lucera, denominata sin dalle sue origini “chiave delle puglie” per via della sua posizione strategica alle porte del Tavoliere, e famosa per aver dato i natali al mitico bomber del Bari Pietro Maiellaro, solo in una occasione ha ricevuto la visita del Giro d’Italia.
Era il 2001 e Lucera ospitò l’arrivo della 2^ e la partenza della 3^ tappa. Danilo Hondo si impose in entrambe le tappe e a Lucera anticipò il carneade Mateos, Missaglia e Wladimir Belli, poi protagonista nella 14^ tappa di una discussa scazzottata con un tifoso che gli costò la squalifica.
Nella città che si volge, come scrisse Ungaretti, “in un immenso di solitudine” non arrivò invece Francesco Casagrande, il quale, dopo aver perso in extremis il Giro del 2000, dovette abbandonare in anticipo quell’edizione del Giro in seguito a una rovinosa caduta nella prima piovosa tappa.

L'Aquila

La città ferita dal terremoto dell’aprile 2009 vanta un forte legame col cinema. Oltre all'Istituto Cinematografico dell'Aquila e alla fondazione dell'Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine, esiste una “Cineteca dell'Aquila” che vanta un patrimonio di circa 1.500 pellicole richieste dai Festival di tutto il mondo.
Pochi giorni fa inoltre L’Aquila è sbarcata sulla croisette di Cannes con il film di Sabina Guzzanti “Draquila”, documentario alla Michael Moore a metà tra satira e giornalismo d’inchiesta.
La tesi che il film della Guzzanti porta avanti è semplice: in certi ambienti il terremoto è stato un grande affare e la Protezione Civile è stata una sorta di braccio armato del Governo capace di ottenere, tramite normative straordinarie, ingenti commesse anche per eventi ordinari.

Marco Fiorilla
Lucera

Lucera, denominata sin dalle sue origini “chiave delle puglie” per via della sua posizione strategica alle porte del Tavoliere, e famosa per aver dato i natali al mitico bomber del Bari Pietro Maiellaro, solo in una occasione ha ricevuto la visita del Giro d’Italia.
Era il 2001 e Lucera ospitò l’arrivo della 2^ e la partenza della 3^ tappa. Danilo Hondo si impose in entrambe le tappe e a Lucera anticipò il carneade Mateos, Missaglia e Wladimir Belli, poi protagonista nella 14^ tappa di una discussa scazzottata con un tifoso che gli costò la squalifica.
Nella città che si volge, come scrisse Ungaretti, “in un immenso di solitudine” non arrivò invece Francesco Casagrande, il quale, dopo aver perso in extremis il Giro del 2000, dovette abbandonare in anticipo quell’edizione del Giro in seguito a una rovinosa caduta nella prima piovosa tappa.

L'Aquila

La città ferita dal terremoto dell’aprile 2009 vanta un forte legame col cinema. Oltre all'Istituto Cinematografico dell'Aquila e alla fondazione dell'Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine, esiste una “Cineteca dell'Aquila” che vanta un patrimonio di circa 1.500 pellicole richieste dai Festival di tutto il mondo.
Pochi giorni fa inoltre L’Aquila è sbarcata sulla croisette di Cannes con il film di Sabina Guzzanti “Draquila”, documentario alla Michael Moore a metà tra satira e giornalismo d’inchiesta.
La tesi che il film della Guzzanti porta avanti è semplice: in certi ambienti il terremoto è stato un grande affare e la Protezione Civile è stata una sorta di braccio armato del Governo capace di ottenere, tramite normative straordinarie, ingenti commesse anche per eventi ordinari.

Lucera

Lucera, denominata sin dalle sue origini “chiave delle puglie” per via della sua posizione strategica alle porte del Tavoliere, e famosa per aver dato i natali al mitico bomber del Bari Pietro Maiellaro, solo in una occasione ha ricevuto la visita del Giro d’Italia.
Era il 2001 e Lucera ospitò l’arrivo della 2^ e la partenza della 3^ tappa. Danilo Hondo si impose in entrambe le tappe e a Lucera anticipò il carneade Mateos, Missaglia e Wladimir Belli, poi protagonista nella 14^ tappa di una discussa scazzottata con un tifoso che gli costò la squalifica.
Nella città che si volge, come scrisse Ungaretti, “in un immenso di solitudine” non arrivò invece Francesco Casagrande, il quale, dopo aver perso in extremis il Giro del 2000, dovette abbandonare in anticipo quell’edizione del Giro in seguito a una rovinosa caduta nella prima piovosa tappa.

L'Aquila

La città ferita dal terremoto dell’aprile 2009 vanta un forte legame col cinema. Oltre all'Istituto Cinematografico dell'Aquila e alla fondazione dell'Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine, esiste una “Cineteca dell'Aquila” che vanta un patrimonio di circa 1.500 pellicole richieste dai Festival di tutto il mondo.
Pochi giorni fa inoltre L’Aquila è sbarcata sulla croisette di Cannes con il film di Sabina Guzzanti “Draquila”, documentario alla Michael Moore a metà tra satira e giornalismo d’inchiesta.
La tesi che il film della Guzzanti porta avanti è semplice: in certi ambienti il terremoto è stato un grande affare e la Protezione Civile è stata una sorta di braccio armato del Governo capace di ottenere, tramite normative straordinarie, ingenti commesse anche per eventi ordinari.

Lucera

Lucera, denominata sin dalle sue origini “chiave delle puglie” per via della sua posizione strategica alle porte del Tavoliere, e famosa per aver dato i natali al mitico bomber del Bari Pietro Maiellaro, solo in una occasione ha ricevuto la visita del Giro d’Italia.
Era il 2001 e Lucera ospitò l’arrivo della 2^ e la partenza della 3^ tappa. Danilo Hondo si impose in entrambe le tappe e a Lucera anticipò il carneade Mateos, Missaglia e Wladimir Belli, poi protagonista nella 14^ tappa di una discussa scazzottata con un tifoso che gli costò la squalifica.
Nella città che si volge, come scrisse Ungaretti, “in un immenso di solitudine” non arrivò invece Francesco Casagrande, il quale, dopo aver perso in extremis il Giro del 2000, dovette abbandonare in anticipo quell’edizione del Giro in seguito a una rovinosa caduta nella prima piovosa tappa.

L'Aquila

La città ferita dal terremoto dell’aprile 2009 vanta un forte legame col cinema. Oltre all'Istituto Cinematografico dell'Aquila e alla fondazione dell'Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine, esiste una “Cineteca dell'Aquila” che vanta un patrimonio di circa 1.500 pellicole richieste dai Festival di tutto il mondo.
Pochi giorni fa inoltre L’Aquila è sbarcata sulla croisette di Cannes con il film di Sabina Guzzanti “Draquila”, documentario alla Michael Moore a metà tra satira e giornalismo d’inchiesta.
La tesi che il film della Guzzanti porta avanti è semplice: in certi ambienti il terremoto è stato un grande affare e la Protezione Civile è stata una sorta di braccio armato del Governo capace di ottenere, tramite normative straordinarie, ingenti commesse anche per eventi ordinari.

Lucera

Lucera, denominata sin dalle sue origini “chiave delle puglie” per via della sua posizione strategica alle porte del Tavoliere, e famosa per aver dato i natali al mitico bomber del Bari Pietro Maiellaro, solo in una occasione ha ricevuto la visita del Giro d’Italia.
Era il 2001 e Lucera ospitò l’arrivo della 2^ e la partenza della 3^ tappa. Danilo Hondo si impose in entrambe le tappe e a Lucera anticipò il carneade Mateos, Missaglia e Wladimir Belli, poi protagonista nella 14^ tappa di una discussa scazzottata con un tifoso che gli costò la squalifica.
Nella città che si volge, come scrisse Ungaretti, “in un immenso di solitudine” non arrivò invece Francesco Casagrande, il quale, dopo aver perso in extremis il Giro del 2000, dovette abbandonare in anticipo quell’edizione del Giro in seguito a una rovinosa caduta nella prima piovosa tappa.

L'Aquila

La città ferita dal terremoto dell’aprile 2009 vanta un forte legame col cinema. Oltre all'Istituto Cinematografico dell'Aquila e alla fondazione dell'Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine, esiste una “Cineteca dell'Aquila” che vanta un patrimonio di circa 1.500 pellicole richieste dai Festival di tutto il mondo.
Pochi giorni fa inoltre L’Aquila è sbarcata sulla croisette di Cannes con il film di Sabina Guzzanti “Draquila”, documentario alla Michael Moore a metà tra satira e giornalismo d’inchiesta.
La tesi che il film della Guzzanti porta avanti è semplice: in certi ambienti il terremoto è stato un grande affare e la Protezione Civile è stata una sorta di braccio armato del Governo capace di ottenere, tramite normative straordinarie, ingenti commesse anche per eventi ordinari.

Lucera

Lucera, denominata sin dalle sue origini “chiave delle puglie” per via della sua posizione strategica alle porte del Tavoliere, e famosa per aver dato i natali al mitico bomber del Bari Pietro Maiellaro, solo in una occasione ha ricevuto la visita del Giro d’Italia.
Era il 2001 e Lucera ospitò l’arrivo della 2^ e la partenza della 3^ tappa. Danilo Hondo si impose in entrambe le tappe e a Lucera anticipò il carneade Mateos, Missaglia e Wladimir Belli, poi protagonista nella 14^ tappa di una discussa scazzottata con un tifoso che gli costò la squalifica.
Nella città che si volge, come scrisse Ungaretti, “in un immenso di solitudine” non arrivò invece Francesco Casagrande, il quale, dopo aver perso in extremis il Giro del 2000, dovette abbandonare in anticipo quell’edizione del Giro in seguito a una rovinosa caduta nella prima piovosa tappa.

L'Aquila

La città ferita dal terremoto dell’aprile 2009 vanta un forte legame col cinema. Oltre all'Istituto Cinematografico dell'Aquila e alla fondazione dell'Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine, esiste una “Cineteca dell'Aquila” che vanta un patrimonio di circa 1.500 pellicole richieste dai Festival di tutto il mondo.
Pochi giorni fa inoltre L’Aquila è sbarcata sulla croisette di Cannes con il film di Sabina Guzzanti “Draquila”, documentario alla Michael Moore a metà tra satira e giornalismo d’inchiesta.
La tesi che il film della Guzzanti porta avanti è semplice: in certi ambienti il terremoto è stato un grande affare e la Protezione Civile è stata una sorta di braccio armato del Governo capace di ottenere, tramite normative straordinarie, ingenti commesse anche per eventi ordinari.

Meteo

10.15 - Lucera
14.00 - Rionero Sannitico
17.20 - L'Aquila

Soggetti Alternativi

Disputa per la terza volta in carriera il Giro d'Italia, con la speranza di arrivare anche questa volta fino in fondo (per lui anche un Tour de France portato a termine). Corridore generoso, la sua esperienza professionistica finora è stata legata esclusivamente alla Lampre, in cui si è distinto soprattutto come uomo-squadra al servizio dei propri capitani. Nelle giornate buone però si concede la fuga più che volentieri, tanto che le sue uniche 2 vittorie in carriera sono maturate con tentativi da lontano. La terra d'Abruzzo che bene gli portò alla Tirreno-Adriatico potrebbe quindi offrirgli una nuova occasione. Perchè si sa: ogni tentativo può essere quello...Bono!

Vivian Ghianni

Disputa per la terza volta in carriera il Giro d'Italia, con la speranza di arrivare anche questa volta fino in fondo (per lui anche un Tour de France portato a termine). Corridore generoso, la sua esperienza professionistica finora è stata legata esclusivamente alla Lampre, in cui si è distinto soprattutto come uomo-squadra al servizio dei propri capitani. Nelle giornate buone però si concede la fuga più che volentieri, tanto che le sue uniche 2 vittorie in carriera sono maturate con tentativi da lontano. La terra d'Abruzzo che bene gli portò alla Tirreno-Adriatico potrebbe quindi offrirgli una nuova occasione. Perchè si sa: ogni tentativo può essere quello...Bono!

Disputa per la terza volta in carriera il Giro d'Italia, con la speranza di arrivare anche questa volta fino in fondo (per lui anche un Tour de France portato a termine). Corridore generoso, la sua esperienza professionistica finora è stata legata esclusivamente alla Lampre, in cui si è distinto soprattutto come uomo-squadra al servizio dei propri capitani. Nelle giornate buone però si concede la fuga più che volentieri, tanto che le sue uniche 2 vittorie in carriera sono maturate con tentativi da lontano. La terra d'Abruzzo che bene gli portò alla Tirreno-Adriatico potrebbe quindi offrirgli una nuova occasione. Perchè si sa: ogni tentativo può essere quello...Bono!

Disputa per la terza volta in carriera il Giro d'Italia, con la speranza di arrivare anche questa volta fino in fondo (per lui anche un Tour de France portato a termine). Corridore generoso, la sua esperienza professionistica finora è stata legata esclusivamente alla Lampre, in cui si è distinto soprattutto come uomo-squadra al servizio dei propri capitani. Nelle giornate buone però si concede la fuga più che volentieri, tanto che le sue uniche 2 vittorie in carriera sono maturate con tentativi da lontano. La terra d'Abruzzo che bene gli portò alla Tirreno-Adriatico potrebbe quindi offrirgli una nuova occasione. Perchè si sa: ogni tentativo può essere quello...Bono!

Disputa per la terza volta in carriera il Giro d'Italia, con la speranza di arrivare anche questa volta fino in fondo (per lui anche un Tour de France portato a termine). Corridore generoso, la sua esperienza professionistica finora è stata legata esclusivamente alla Lampre, in cui si è distinto soprattutto come uomo-squadra al servizio dei propri capitani. Nelle giornate buone però si concede la fuga più che volentieri, tanto che le sue uniche 2 vittorie in carriera sono maturate con tentativi da lontano. La terra d'Abruzzo che bene gli portò alla Tirreno-Adriatico potrebbe quindi offrirgli una nuova occasione. Perchè si sa: ogni tentativo può essere quello...Bono!

Disputa per la terza volta in carriera il Giro d'Italia, con la speranza di arrivare anche questa volta fino in fondo (per lui anche un Tour de France portato a termine). Corridore generoso, la sua esperienza professionistica finora è stata legata esclusivamente alla Lampre, in cui si è distinto soprattutto come uomo-squadra al servizio dei propri capitani. Nelle giornate buone però si concede la fuga più che volentieri, tanto che le sue uniche 2 vittorie in carriera sono maturate con tentativi da lontano. La terra d'Abruzzo che bene gli portò alla Tirreno-Adriatico potrebbe quindi offrirgli una nuova occasione. Perchè si sa: ogni tentativo può essere quello...Bono!

Carlos_Sastre (ieri): Sto meglio e guardo al resto del Giro con più ottimismo

CadelOfficial (ieri): Garmin-show oggi qui al Giro. Per il resto, a noi basta aver superato indenni un'altra giornata...

porteye (ieri): oggi 232 km e una caduta; però sono atterrato su uno spettatore e non mi sono fatto nulla. Domani tappa di 262 km... vai di crema chamois!!

mcewenrobbie (ieri): buona prova, ma non sono certo soddisfatto del 4° posto. Mi è mancato lo spunto proprio quando ne avevo bisogno, dopo tanto lottare per la posizione. Avrei dovuto divorarmi l'ultima curva, ma niente da fare...

I vitigni più famosi d’Abruzzo sono Il Montepulciano d’Abruzzo tra i rossi e il Trebbiano tra i bianchi. In più si aggiunge anche una versione rosata del Montepulciano, il Cerasuolo d’Abruzzo, che alcuni fanno invece rientrare nella categoria dei rossi.

Il Montepulciano d’Abruzzo viene prodotto pressoché in tutta la Regione. Con molta probabilità il vitigno è originario di Torre de’ Passeri o dalla non lontana conca Peligna, da dove poi si mosse per diffondersi in tutto l’Abruzzo e nelle Marche. Da queste uve si ottiene un vino dal colore rosso rubino con sfumature violacee; il profumo ricorda la ciliegia, le more e con l’invecchiamento la liquirizia.

Il miglior Montepulciano cresce sulle colline nei dintorni di Teramo, tanto che dalla vendemmia 2003 alla sottozona "Colline Teramane" è stata concessa la DOCG. Qui il vino viene sottoposto ad un periodo d'invecchiamento di due anni, di cui almeno un anno in botti di rovere o di castagno, e sei mesi d'affinamento in bottiglia. Si sposa molto bene con grigliate di carne ovina e suina, brasati di manzo nonché con formaggi stagionati.

Il Trebbiano è prodotto in tutta la regione da uve Bombino bianco o Trebbiano. Adatto a piatti di pesce, maccheroni alla chitarra in bianco, carni bianche in genere.

Il Cerasuolo d’Abruzzo, col suo sentore di marasca, è un vino eccellente ad accompagnare minestre, piatti di verdura e arrosti di carni bianche.

Gianfranco Pezzoli

I vitigni più famosi d’Abruzzo sono Il Montepulciano d’Abruzzo tra i rossi e il Trebbiano tra i bianchi. In più si aggiunge anche una versione rosata del Montepulciano, il Cerasuolo d’Abruzzo, che alcuni fanno invece rientrare nella categoria dei rossi.

Il Montepulciano d’Abruzzo viene prodotto pressoché in tutta la Regione. Con molta probabilità il vitigno è originario di Torre de’ Passeri o dalla non lontana conca Peligna, da dove poi si mosse per diffondersi in tutto l’Abruzzo e nelle Marche. Da queste uve si ottiene un vino dal colore rosso rubino con sfumature violacee; il profumo ricorda la ciliegia, le more e con l’invecchiamento la liquirizia.

Il miglior Montepulciano cresce sulle colline nei dintorni di Teramo, tanto che dalla vendemmia 2003 alla sottozona "Colline Teramane" è stata concessa la DOCG. Qui il vino viene sottoposto ad un periodo d'invecchiamento di due anni, di cui almeno un anno in botti di rovere o di castagno, e sei mesi d'affinamento in bottiglia. Si sposa molto bene con grigliate di carne ovina e suina, brasati di manzo nonché con formaggi stagionati.

Il Trebbiano è prodotto in tutta la regione da uve Bombino bianco o Trebbiano. Adatto a piatti di pesce, maccheroni alla chitarra in bianco, carni bianche in genere.

Il Cerasuolo d’Abruzzo, col suo sentore di marasca, è un vino eccellente ad accompagnare minestre, piatti di verdura e arrosti di carni bianche.

Gianfranco Pezzoli

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2010 – 11a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 11a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 11a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 11a tappa
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I vitigni più famosi d’Abruzzo sono Il Montepulciano d’Abruzzo tra i rossi e il Trebbiano tra i bianchi. In più si aggiunge anche una versione rosata del Montepulciano, il Cerasuolo d’Abruzzo, che alcuni fanno invece rientrare nella categoria dei rossi.

Il Montepulciano d’Abruzzo viene prodotto pressoché in tutta la Regione. Con molta probabilità il vitigno è originario di Torre de’ Passeri o dalla non lontana conca Peligna, da dove poi si mosse per diffondersi in tutto l’Abruzzo e nelle Marche. Da queste uve si ottiene un vino dal colore rosso rubino con sfumature violacee; il profumo ricorda la ciliegia, le more e con l’invecchiamento la liquirizia.

Il miglior Montepulciano cresce sulle colline nei dintorni di Teramo, tanto che dalla vendemmia 2003 alla sottozona "Colline Teramane" è stata concessa la DOCG. Qui il vino viene sottoposto ad un periodo d'invecchiamento di due anni, di cui almeno un anno in botti di rovere o di castagno, e sei mesi d'affinamento in bottiglia. Si sposa molto bene con grigliate di carne ovina e suina, brasati di manzo nonché con formaggi stagionati.

Il Trebbiano è prodotto in tutta la regione da uve Bombino bianco o Trebbiano. Adatto a piatti di pesce, maccheroni alla chitarra in bianco, carni bianche in genere.

Il Cerasuolo d’Abruzzo, col suo sentore di marasca, è un vino eccellente ad accompagnare minestre, piatti di verdura e arrosti di carni bianche.

Gianfranco Pezzoli

I vitigni più famosi d’Abruzzo sono Il Montepulciano d’Abruzzo tra i rossi e il Trebbiano tra i bianchi. In più si aggiunge anche una versione rosata del Montepulciano, il Cerasuolo d’Abruzzo, che alcuni fanno invece rientrare nella categoria dei rossi.

Il Montepulciano d’Abruzzo viene prodotto pressoché in tutta la Regione. Con molta probabilità il vitigno è originario di Torre de’ Passeri o dalla non lontana conca Peligna, da dove poi si mosse per diffondersi in tutto l’Abruzzo e nelle Marche. Da queste uve si ottiene un vino dal colore rosso rubino con sfumature violacee; il profumo ricorda la ciliegia, le more e con l’invecchiamento la liquirizia.

Il miglior Montepulciano cresce sulle colline nei dintorni di Teramo, tanto che dalla vendemmia 2003 alla sottozona "Colline Teramane" è stata concessa la DOCG. Qui il vino viene sottoposto ad un periodo d'invecchiamento di due anni, di cui almeno un anno in botti di rovere o di castagno, e sei mesi d'affinamento in bottiglia. Si sposa molto bene con grigliate di carne ovina e suina, brasati di manzo nonché con formaggi stagionati.

Il Trebbiano è prodotto in tutta la regione da uve Bombino bianco o Trebbiano. Adatto a piatti di pesce, maccheroni alla chitarra in bianco, carni bianche in genere.

Il Cerasuolo d’Abruzzo, col suo sentore di marasca, è un vino eccellente ad accompagnare minestre, piatti di verdura e arrosti di carni bianche.

Gianfranco Pezzoli

I vitigni più famosi d’Abruzzo sono Il Montepulciano d’Abruzzo tra i rossi e il Trebbiano tra i bianchi. In più si aggiunge anche una versione rosata del Montepulciano, il Cerasuolo d’Abruzzo, che alcuni fanno invece rientrare nella categoria dei rossi.

Il Montepulciano d’Abruzzo viene prodotto pressoché in tutta la Regione. Con molta probabilità il vitigno è originario di Torre de’ Passeri o dalla non lontana conca Peligna, da dove poi si mosse per diffondersi in tutto l’Abruzzo e nelle Marche. Da queste uve si ottiene un vino dal colore rosso rubino con sfumature violacee; il profumo ricorda la ciliegia, le more e con l’invecchiamento la liquirizia.

Il miglior Montepulciano cresce sulle colline nei dintorni di Teramo, tanto che dalla vendemmia 2003 alla sottozona "Colline Teramane" è stata concessa la DOCG. Qui il vino viene sottoposto ad un periodo d'invecchiamento di due anni, di cui almeno un anno in botti di rovere o di castagno, e sei mesi d'affinamento in bottiglia. Si sposa molto bene con grigliate di carne ovina e suina, brasati di manzo nonché con formaggi stagionati.

Il Trebbiano è prodotto in tutta la regione da uve Bombino bianco o Trebbiano. Adatto a piatti di pesce, maccheroni alla chitarra in bianco, carni bianche in genere.

Il Cerasuolo d’Abruzzo, col suo sentore di marasca, è un vino eccellente ad accompagnare minestre, piatti di verdura e arrosti di carni bianche.

Gianfranco Pezzoli

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