Fabretto (Pasta Zara) spara a zero su ciclismo femminile italiano e GiroDonne: «Federazione assente, investiremo altrove»
Parole pesanti, quelle spese in un'intervista a La Tribuna di Treviso da Maurizio Fabretto, patron della Pasta Zara-Cogeas-Manhattan, una delle squadre italiane del ciclismo femminile; il tema della discussione è lo stato del nostro movimento "rosa", col GiroDonne che rischia la chiusura se qualcuno non lo terrà in vita dopo la gestione triennale della Epinike di Sara Brambilla: «Siamo stati noi, grazie a Diadora e Pasta Zara, a salvare il Giro negli ultimi 5 anni, organizzando peraltro 5 tappe. Ed è arrivato il momento di dire: basta. Avevo già premesso che il 2012 sarebbe stato il nostro ultimo anno, non può toccare sempre a noi. Con Furio Bragagnolo abbiamo deciso d'investire nei mercati in cui possiamo avere migliori ritorni d'immagine. Cioè in America. La Federazione non ci è mai stata vicina, per non parlare dei gruppi sportivi militari che dettano legge. Spero qualcuno si faccia avanti, noi abbiamo fatto di tutto e di più negli ultimi 15 anni». Una prospettiva tutta nuova per una delle formazioni più importanti del panorama italiano. Ancora Fabretto spiega: «Nel 2013 gareggeremo in Europa e soprattutto negli Stati Uniti e America Latina. Lì c'è una tradizione diversa. Pasta Zara sarà lo sponsor della maglia di leader della Vuelta El Salvador, ma c'è un'analoga trattativa anche per il Giro di Costa Rica».