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Affaire Armstrong, ecco il comunicato-resa del texano

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Riportiamo da Tuttobiciweb il comunicato choc rilasciato da Lance Armstrong questa mattina in merito all'inchiesta USADA:

Arriva un momento nella vita di ogni uomo in cui bisogna dire "basta, è troppo." Per me, questo momento è arrivato. Mi accusano di aver tradito e aver vinto in maniera sleale i miei sette Tour. Negli ultimi tre anni, sono stato sottoposto a due anni di indagine penale federale seguita da una caccia alle streghe incostituzionale da parte di Travis Tygart. Tutto questo si è riversato sulla mia famiglia, sul mio lavoro per la nostra fondazione e su di me, ma ora dico basta. Avevo sperato che una corte federale fermasse la Usada. Ma anche se il giudice era in sintonia con le mie preoccupazioni e ha riconosciuto le molte irregolarità e carenze nella motivazioni della Usada e nella sua condotta processuale, alla fine ha deciso che non poteva intervenire. Se avessi pensato per un attimo che, partecipando nel processo Usada, avrei potuto affrontare queste accuse in un ambiente equo, avrei colto al volo l'occasione. Ma mi rifiuto di partecipare a un processo che si annuncia come unilaterale e ingiusto. Indipendentemente da ciò che Travis Tygart dice, non vi è alcuna prova provata a sostegno delle sue affermazioni bizzarre e odiose. L'unica prova concreta sono le centinaia di controlli che ho superato nella mia carriera. Mi sono reso disponibile tutto il giorno, tutti in giorni e in tutto il mondo. Durante le corse. Fuori dalle corse. Sangue. Urine. Qualunque cosa hanno chiesto, io l’ho fornita. Ma a quale scopo, se alla fine la Usada non ne terrà conto? Fin dall'inizio, lo scopo di questa inchiesta non è stato di trovare la verità o portare pulizia nel ciclismo, ma di punire me. Io mi sono ritirato, ma nonostante questo la Usada ha indagato su 17 anni della mia carriera, anche se esiste una limitazione di retroattività di otto anni. Organizzazioni come l’UCI e la Federciclismo Usa lo hanno detto chiaramente: la USADA non ha le competenze per sostenere queste accuse. Gli organismi internazionali che regolano il ciclismo hanno ordinato alla Usada di fermarsi, hanno notificato che nessuno avrebbe potuto partecipare ai procedimenti impropri della Usada e hanno messo in chiaro che le dichiarazioni raccolte dalla USADA sono state fatte senza autorizzazione. E anche altri saggi, compresi arbitri propri della Usada, hanno dichiarato che non c'è nulla di giusto in questo processo. La Usada ha infranto la legge, voltato le spalle alle sue stesse regole, e disatteso le parole di coloro che hanno cercato di persuadere la Usada a rispettare i suoi obblighi. Ogni volta, la Usada ha agisto come un bullo, che minaccia tutti e sfida la buona fede di chiunque metta in discussione le sue motivazioni o i suoi metodi, il tutto a spese dei contribuenti statunitensi. Negli ultimi due mesi, la Usada ha ripetuto all'infinito il mantra che ci dovrebbe essere un unico insieme di norme, valide a tutti, ma ha arrogantemente rifiutato di mettere in pratica lei per prima le sue parole. In realtà, io quando correvo seguivo le regole dettate da UCI e WADA Usada. L'idea che gli atleti possano essere condannati oggi, senza campioni positivi A e B, secondo le stesse regole e le procedure che si applicano agli atleti risultati positivi, ribalta il sistema e crea un precedente in cui ogni ex-compagno di squadra animato da rancore nei confronti di un corridore, può aprire un caso in seno alla Usada, per dispetto o per guadagno personale. E' un approccio ingiusto, applicato in opposizione a tutte le regole. Non è giusto. La Usada non può avere il controllo di uno sport professionistico internazionale come il ciclismo e tentare di togliermi i miei sette Tour de France. Io so chi ha vinto questi sette Tour, i miei compagni di squadra sanno chi ha vinto questi sette Tour, e tutti i miei avversari sanno chi ha vinto quei sette Tour. Noi abbiamo corso insieme. Per tre settimane sulle stesse strade, sulle stesse montagne, contro il tempo e gli elementi. Non ci sono scorciatoie, non c'era nessun trattamento speciale. Stesse regole per tutti. Nessuno potrà mai cambiare la situazione. Soprattutto non potrà cambiarla Travis Tygart. Oggi ho voltato pagina. Non voglio più affrontare la questione, a prescindere dalle circostanze. Mi impegnerò nel lavoro che ho cominciato prima ancora di vincere un solo Tour de France: al servizio delle persone e delle famiglie colpite dal cancro, in particolare quelli delle comunità svantaggiate. Nel prossimo ottobre, la mia Fondazione celebrerà 15 anni di attività: abbiamo già racolto quasi 500 milioni di dollari. Abbiamo un sacco di lavoro da fare e non vedo l'ora di porre fine a questa distrazione inutile. Ho la responsabilità di tutti coloro che si sono impegnati per dedicare tempo ed energie alla lotta contro il cancro. Non voglio smettere di lottare per questo. Andando avanti, ho intenzione di dedicarmi a crescere i miei cinque bambini, di lottare contro il cancro, e cercando di essere il quarantenne più in forma del pianeta.

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