#salvaiciclisti, Pinzuti duro con Acquarone: «Cavalca la campagna per autocelebrarsi»
Versione stampabileSono parole cariche di invidia e di rabbia quelle del giornalista Paolo Pinzuti, colui che ha acceso in Italia la miccia del movimento #salvaiciclisti, a séguito della campagna lanciata dal Times. Amarezza che si può leggere nel suo blog (qui) per le parole del Direttore Generale di RCS, Michele Acquarone, a seguito della tavola rotonda "La bicicletta e la sicurezza nelle città: #salvaiciclisti", organizzata proprio da RCS venerdì scorso a Milano.
Racconta Pinzuti: «Mi hanno invitato alla tavola rotonda organizzata dalla Gazzetta dello Sport sul tema #salvaiciclisti. Ho accettato e sono andato. [...] A termine della tavola rotonda ho avuto modo di conoscere Michele Acquarone, direttore generale di RCS sport nonché responsabile supremo dell'organizzazione del Giro d’Italia. Gli ho fatto notare che per la giornata della tavola rotonda la Gazzetta cartacea dedicava due pagine alla cerimonia di mummificazione di Eddy Merckx, ma neppure una riga a #salvaiciclisti e all'evento dedicato. Mi ha risposto che lui si occupa solo dell'organizzazione di gare in bicicletta.
Allora gli ho parlato dell'idea di coinvolgere tutti i sindaci delle città attraversate dal Giro d'Italia a sottoscrivere pubblicamente i 10 punti dell’iniziativa “Caro Sindaco”, magari proprio alla partenza o all'arrivo delle tappe della corsa rosa.
Acquarone mi ha risposto che i sindaci sono i suoi clienti e che quindi "non gli si può rompere i co**ioni" con queste cose che possono metterli in difficoltà. Ha aggiunto inoltre che RCS sport ha già organizzato la tavola rotonda e alla partenza della Milano Sanremo, "il loro gioiellino", distribuirà a tutti i corridori gli adesivi di #salvaiciclisti da appiccicare alle bicilette e che questo dimostra già un grande impegno.
In quel momento quello che ho provato è stato un senso di impotenza e di pura invidia. Ho provato invidia per il giornalista del Times che ha la possibilità di avere dietro di se una struttura che invece di surfare semplicemente la campagna per autocelebrarsi, la promuove attivamente e perché ha la possibilità di ricevere un salario per condurre una lotta per il miglioramento della sicurezza dei ciclisti. Ho provato invidia per il popolo inglese che può contare su dei media in grado di mettere pressione alla politica per il reale miglioramento della cosa pubblica perché non hanno paura di dare fastidio».