Tour of Oman 2016: Nibali, o della serie: chi ben comincia - Per lo Squalo una vittoria piena di buoni auspici. Ultima tappa allo sprint, s'impone di nuovo Kristoff
- Alexander Kristoff
- Alexander Kristoff
- Daniel Eaton
- Domenico Pozzovivo
- Edvald Boasson Hagen
- Gianluca Brambilla
- Gianni Meersman
- Gregor Mühlberger
- Jakob Fuglsang
- Jaroslaw Marycz
- Jesper Asselman
- Marco Canola
- Marco Canola
- Pieter Vanspeybrouck
- Romain Bardet
- Roy Jans
- Sam Bennett
- Sam Bennett
- Sébastien Minard
- Søren Kragh Andersen
- Tom Van Asbroeck
- Tom Van Asbroeck
- Vincenzo Nibali
- Zico Waeytens
- Uomini
Sembra quasi di scrivere parole inusitate, nel commentare il Tour of Oman di Vincenzo Nibali. Veniamo da due stagioni il cui avvio per il messinese è stato quantomeno travagliato: nel 2014 lo Squalo veniva dalla vittoria al Giro (e dal secondo posto alla Vuelta, e dal quarto ai Mondiali), insomma da un'annata piena di cose e risultati, e da un inverno in cui non era riuscito a rimanere concentrato al mille per mille. Era (come peraltro è) l'uomo faro del movimento italiano, e tutti lo volevano, vieni di qua, vai di là, un premio a nord, una festa a sud.
Oltre a ciò c'era il grande progetto di preparare il Tour de France per vincerlo, e tutto venne sacrificato a quell'obiettivo. Ne scaturì una primavera orrenda, con tanta fatica e nessuna gioia, ma poi quando arrivò l'estate il bruco si trasformò in crisalide al Campionato Italiano, e in farfalla alla Grande Boucle.
Nel 2015 sembrò di rivivere gli stessi problemi di 12 mesi prima, con in più la questione della licenza World Tour in bilico per l'Astana: e quindi ancora settimane di dubbi e rovelli, una situazione del team che non lasciava presagire nulla di buono. Stavolta anche al Tour la resa fu al di sotto delle attese (malgrado una magnifica impresa a La Toussuire sfuggì pure il podio), per non parlare della figuraccia - con espulsione - alla Vuelta. Ma nel finale di stagione Vincenzo seppe riprendersi alla grande, vinse diverse corse italiane con la ciliegina del Lombardia, prima ambitissima classica monumento in carriera.
Dall'Oman riparte il Nibali voglioso e capace di risultati
Con questi freschi e brucianti precedenti, si attendeva con un certo timore il Nibali versione 2016. Al Tour de San Luis le sibille si erano messe già in moto a preconizzare un'altro inverno-primavera di sofferenze per lo Squalo, che non era stato propriamente efficace sulle salite argentine. E invece in Oman tutto è cambiato, Vincenzo ha rimesso la palla a centrocampo ed è ripartito di slancio, mostrando sin da subito una buona gamba e raccogliendo i primi frutti sulla Green Mountain, dove già aveva vinto nel 2012 in una delle sue stagioni quantitativamente e qualitativamente più ricche (vittoria alla Tirreno, Sanremo e Liegi da protagonista seppur sconfitto, primo podio al Tour): se il precedente vale qualcosa, la speranza di avere un Nibali al top nei prossimi mesi (con quel che ciò comporta, ovvero tanto spettacolo nelle gare più attese) soppianta le paure dei suoi tifosi. Insomma dall'Oman comincia il vero 2016 di Vincenzo, proiettato sulle classiche (principalmente la Liegi), sul Giro, sulle Olimpiadi. Il viatico è il migliore possibile.
Al Matrah Corniche quinta stagionale di Alexander Kristoff
Con la pratica classifica archiviata dopo la quinta tappa (l'ultima in cui si sarebbe potuto tentare qualcosa per sovvertire la generale, ma nella quale Nibali si è ben disimpegnato difendendo la sua leadership), non rimaneva oggi che l'ultimo sprint al sole dell'Oman, davanti al mare della capitale Mascate. Una fuga di 7 uomini ha caratterizzato gran parte della tappa, lunga 130 km: Sébastien Minard (AG2R), Gregor Mühlberger (Bora), Gianni Meersman (Etixx), Pieter Vanspeybrouck (Topsport), Daniel Eaton (UnitedHealthCare), Jaroslaw Marycz (CCC) e Jesper Asselman (Roompot) hanno difeso a lungo un margine oscillante tra uno e due minuti (vantaggio massimo: 2'20" al km 40), ma inevitabilmente il gruppo, tirato dalla Katusha, ha annullato l'azione nell'ultimo giro del circuito conclusivo, a 5 km dalla fine.
Il lavoro del team russo era finalizzato allo sprint del suo incommensurabile capitano, il quale puntualmente non ha tradito le attese. Parliamo di Alexander Kristoff, ovviamente, e della sua quinta vittoria stagionale (raggiunge Marcel Kittel in vetta alla graduatoria dei plurivittoriosi 2016), giunta inesorabile davanti al Matrah Corniche, grand hotel del porto turistico, sede d'arrivo della frazione finale del Tour of Oman.
Kristoff, secondo costume, ha vinto nettamente la volata battendo... il treno Giant: proprio due atleti del sodalizio olandese si sono infatti piazzati sui gradini minori del podio, Zico Waeytens al secondo posto e Søren Kragh Andersen al terzo. A seguire si son piazzati Tom Van Asbroeck (LottoNL), Sam Bennett (Bora), Roy Jans (Wanty), Amaury Capiot (Topsport), Marko Kump (Lampre), Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) e Marco Canola (UnitedHealthCare).
In classifica Nibali chiude con 15" su Romain Bardet (AG2R), 24" sul suo compagno Jakob Fuglsang, 40" su Tom Dumoulin (Giant), 54" su Rui Costa (Lampre), 1'06" su Boasson Hagen, 1'31" su Brendan Canty (Drapac), 1'38" su Domenico Pozzovivo (AG2R), 1'56" su Merhawi Kudus (Dimension Data) e 1'59" su Gianluca Brambilla (Etixx).