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Tour of Qatar 2016: La Katusha riDimensiona tutti gli avversari - Gran lavoro di ventagli e Kristoff vince su Van Avermaet. EBH fora, Cavendish leader

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Alexander Kristoff conquista il secondo successo stagionale. Sullo sfondo uno Jacopo Guarnieri esultante © Bettiniphoto

Due volte aveva vinto Mark Cavendish (nel 2009 e nel 2013), una volta Alexander Kristoff (nel 2015). C'era oggi l'occasione di allungare il distacco per l'uno e pareggiare il conto per l'altro; a spuntarla in una frazione molto interessante è stato il secondo, che corona una eccellente prova di squadra del Team Katusha che pare già ben rodata in vista dei primi, importanti appuntamenti di stagione. Sorride comunque anche Cavendish: il britannico sale in testa alla classifica generale complice anche la malasorte che si è accanita su Edvald Boasson Hagen, protagonista suo malgrado con una foratura che lo toglie quasi definitivamente dalla contesa per il podio di domani.

 

Fuga corposa, dietro la BMC prova l'azzardo
La Al Zubarah Fort-Madinat al Shalam di 189 km, con il via in mezzo dato al nulla più assoluto (ancor più del tradizionale deserto di queste latitudini), si presenta subito movimentata con numerose forature registrate al primo km e con un deciso tentativo di fuga. A prendervi parte sono ben undici atleti: l'olandese Berden De Vries (Roompot-Oranje Peloton), lo statunitense Daniel Eaton (UnitedHealthcare), i tedeschi Patrick Gretsch (AG2R La Mondiale) e Thomas Koep (Stölting Service Group), il polacco Adrian Kurek (CCC Sprandi Polkowice), il britannico Mark McNally (Wanty-Groupe Gobert), il francese Sébastien Turgot (AG2R La Mondiale), il belga Preben Van Hecke (Topsport Vlaanderen-Baloise), il kazako Artyom Zakharov (Astana Pro Team), quest'ultimo neoarrivato alla corte di patron Vino.

Il gruppo, inizialmente, tiene sotto controllo tale attacco e non lascia loro spazio; la situazione muta col passare dei km e, sotto l'impulso della coppia dell'AG2R La Mondiale, l'azione ottiene via libera dal plotone che si rialza. Al km 40 il margine è di 1'35", al km 53 arriva invece a 2'10". Al primo traguardo volante passano nell'ordine Gretsch, Van Hecke e Zakharov; dietro intanto si assiste ad un'improvvisa accelerazione per opera del BMC Racing Team che incrementa prepotentemente la velocità e provoca la frattura del gruppo in tre tronconi e il ritardo del primo di essi rispetto alla fuga sceso a 1'05".

Questo tentativo orchestrato dalla compagine statunitense non coglie impreparati gli altri big della classifica: tutti quanti, ad eccezione di Sam Bennett, rimangono vigili e tranquilli nella pancia del plotoncino che, ai meno 90 km dal termine, si riporta sui fuggitivi della prima ora. A questo punto il ritmo si fa meno pressante e il resto della compagnia può finalmente riportarsi sotto; in questa fase da segnalare per dovere di cronaca una foratura per Mark Cavendish, che rientra prontamente in gruppo. Stesso inconveniente ma diverso epilogo capiterà più tardi per un compagno di squadra del velocista britannico.

 

In quattro tentano ancora ma nulla da fare. EBH fora
Gretsch, McNally e Van Hecke non si demoralizzano: i tre protagonisti della prima fuga ripartono ancora all'attacco, seguiti questa volta dall'olandese Jasper Asselman (Roompot-Oranje Peloton); ai meno 45 km possono contare su 1'50" di vantaggio, in una giornata caratterizzata dall'elevatissima media tenuta (49 km/h dopo le prime tre ore di corsa). All'ingresso del circuito finale da ripetere quattro volte la distanza tra le due parti rimane pressoché inalterata mentre un giro più tardi (quando si disputa il secondo sprint intermedio, ancora con Gretsch primo davanti a Asselman e McNally) si è ridotta intorno a 1'30".

A due giri dal termine, quando mancano ancora 25 km, il gap scende a 1'02" poiché dietro ha inizio la lotta fra le grandi squadre per tenere in alto i rispettivi capitani. In particolar modo si mettono a tirare a testa bassa il BMC Racing Team per Greg Van Avermaet (e per Manuel Quinziato, terzo in classifica) e il Team LottoNl-Jumbo, che punta al successo di giornata con Moreno Hofland, invisibile nelle due frazioni in linea precedentemente disputate. I quattro in testa vengono ripresi in questa fase ma di loro si hanno poche informazioni: proprio nei medesimi momenti i due succitati team World Tour provocano un significativo e decisivo frazionamento del gruppo.

Questo spezzettamento è favorito dalla caduta che coinvolge Thomas Koep e che allunga la fila, concedendo agli olandesi di menare a tutta. Sono ben sei gli uomini della LottoNl-Jumbo a passare all'azione: Moreno Hofland, Timo Roosen, Mike Teunissen, Tom Van Asbroeck, Maarten Wynants e uno splendido Jos van Emden, a cui va il merito principale per il buon esito del tentativo. Ai meno 8 km avviene un colpo di scena: il leader Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) fora la ruota anteriore e, nonostante Mark Renshaw si fermi per aiutarlo, deve attendere l'arrivo della vettura del cambio ruota per poter ripartire. La sfortuna si accanisce sullo scandinavo visto che dopo poche centinaia di metri è costretto a prendere la bici del gregario australiano, pedalando su un mezzo decisamente troppo piccolo per il suo possente fisico.

Orfano della maglia gialla, il gruppo di testa vede la presenza di cinque uomini del Team Katusha (Sven Erik Bystrøm, Jacopo Guarnieri, Alexander Kristoff, Viacheslav Kuznetsov, Michael Mørkøv), quattro della BMC (Daniel Oss, Manuel Quinziato, Michael Schär e Greg Van Avermaet), tre della Bora-Argon 18 (Sam Bennett, Zakkari Dempster, Rüdiger Selig) e della Roompot-Oranje Peloton (Wesley Kreder, Andre Looij, Brian Van Goethem) più gli isolati Mark Cavendish (Dimension Data), Arnaud Gérard (Fortuneo-Vital Concept), Roy Jans (Wanty-Groupe Gobert), Søren Kragh Andersen (Team Giant-Alpecin) e Sacha Modolo (Lampre-Merida).

 

La Katusha prende il comando e per Kristoff è tutto semplice. Cav leader
Ai meno 4 km fora anche Daniel Oss che deve giocoforza terminare il proprio servizio per la causa comune; BMC e LottoNl-Jumbo continuano a macinare un'andatura elevatissima, mantenendo costante sui 35" il vantaggio sul gruppo Boasson Hagen tirato in prima persona dal norvegese con l'ausilio dei compagni di squadra e di qualche volenteroso di AG2R La Mondiale, Astana (stavolta Andrea Guardini si è fatto trovare impreparato), Drapac e UnitedHealthcare. Davanti tutto fila liscio fino ai 2 km quando si posizionano in testa i cinque del Team Katusha: Bystrøm allunga il gruppo per un intero km, portando poi ad una separazione tra i primi otto e i restanti attaccanti.

Sotto l'arco dell'ultimo km e all'uscita della successiva rotatoria gli otto sono così posizionati: Kuznetsov a tirare, alla sua ruota Mørkøv, l'apripista Guarnieri e il capitano Kristoff. Alla ruota del vincitore del Fiandre 2015 c'è Van Avermaet, con il fido Quinziato che lo separa da Bennett e Cavendish. All'accelerazione di Mørkøv non resiste Quinziato, che provoca un buco con sommo dispiacere di Bennett e Cavendish, tagliati fuori a questo punto per il successo. Guarnieri fa il suo consueto lavoro, e Kristoff si lancia ai meno 170 metri; la solita volata di potenza del norvegese gli garantisce il secondo successo della stagione, precedendo un positivo Greg Van Avermaet.

Nonostante ampi gesti di giubilo Jacopo Guarnieri riesce a conservare il terzo posto di giornata, superando Sam Bennett, Mark Cavendish e Manuel Quinziato. Staccato di 6" termina Viacheslav Kuznetsov, a 8" giunge il promettente Søren Kragh Andersen e a 9" Moreno Hofland porta a casa una deludente nona piazza, non ricompensando il lavorone dei propri gregari. Chiude la top 10 Michael Mørkøv. Per vedere sul traguardo Edvald Boasson Hagen bisogna attendere 45": il ventottenne giunge trentaquattresimo ed è costretto ad abbandonare quasi completamente i sogni di gloria, dato che è scivolato al quarto posto a 19" dalla vetta. Classifica ora guidata da un altro uomo Dimension Data, ossia Cavendish; il britannico ha soli 2" di vantaggio su Van Avermaet, 6" su Quinziato e 9" su Kristoff. Domani quinta ed ultima tappa, da Sealine Beach Resort a Doha Corniche. Nelle precedenti esperienze la tappa si è sempre conclusa con uno sprint di gruppo; a Cavendish è sufficiente salire sul podio per bissare il successo conquistato nel 2013.

Alberto Vigonesi

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