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Tour of Qatar 2016: Boasson Hagen rimette indietro le lancette - EBH domina la crono, va in testa alla classifica e sogna di tornare protagonista delle classiche

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Edvald Boasson Hagen impegnato nella vincente cronometro di Lusail © Bettiniphoto

Domanda: che fine aveva fatto Edvald Boasson Hagen? Il fantastico corridore che alla fine dello scorso decennio era atteso come un nuovo possibile crack da classiche, e che poi venne a lungo considerato l'alter ego di Sagan, dal momento del suo approdo alla Sky era risultato come sterilizzato: un quadriennio, quello in maglia nerazzurra, passato a portare spesso la croce, facendo il gregario al Tour de France, e a cantare solo rare volte (un paio di tappe vinte alla Boucle, una Vattenfall, un Plouay, e poco, poco altro). Soprattutto, si è registrata la scomparsa del norvegese dal novero di quelli che potevano ambire alle grandi classiche.

L'involuzione di colui che tutti chiamano sinteticamente EBH è stata al contempo una delle più palesi situazioni delle ultime stagioni, e uno dei più grandi misteri del ciclismo contemporaneo: perché Boasson Hagen non ha mantenuto le grandi promesse di inizio carriera? L'anno scorso il ragazzo ha cambiato aria, si è trasferito alla MTN, ha infilato come al solito parecchi piazzamenti, si è laureato bicampione nazionale norvegese (in linea e a crono), ogni tanto ha vinto qualche tappa in corsette di second'ordine. Va anche detto che, essendo la sua squadra una Professional, non ha potuto coprire totalmente il calendario delle corse che teoricamente gli si addicono.

Quest'anno però le cose da questo punto di vista sono cambiate, visto il salto della Dimension Data (nuovo nome del sodalizio) nel World Tour; appare forse come una conseguenza di ciò la rinnovata vena di Boasson Hagen, che al Tour of Qatar sta vivendo giornate di notevole fulgore: presente sempre nel vivo della corsa, cattivo il giusto per andare a cercare abbuoni, irrinunciabile spalla e supporto di Mark Cavendish, e infine - oggi - fortissimo nella determinante prova contro il tempo.

 

Boasson Hagen, una prova vinta nettamente
Il risultato della cronometro di Lusail non lascia spazio ad alcuna interpretazione. La tappa (la terza della corsa arabica) è stata nettamente dominata da Boasson Hagen, il quale ha coperto gli 11 km del percorso con un tempo di 13'26", alla media di 49,132 km/h. Il secondo dell'ordine d'arrivo, il notevole cronoman olandese Jos Van Emden della LottoNL, ha dovuto inghiottire ben 25" di distacco, misura che ci dice tutto del modo in cui EBH ha brutalizzato la classifica di giornata.

Solo Manuel Quinziato, insieme a Van Emden, ha limitato il danno a meno di mezzo minuto (29" il ritardo del bolzanino della BMC, terzo al traguardo), mentre il suo compagno Greg Van Avermaet ci è andato vicino (quarto a 32"); dopodiché la forbice si allarga: Dmitriy Gruzdev e Lieuwe Westra (entrambi dell'Astana) seguono a 40" e 43" di distacco; un bravissimo Mark Cavendish ha chiuso al settimo posto a 44" (stesso distacco di Jordan Kerby della Drapac, ottavo), un dato che ci suggerisce due cose: la prima, che forse in Dimension Data stanno facendo un buon lavoro per le prove contro il tempo; la seconda, che Cannonball in prima persona sta ben curando la sua attitudine all'esercizio, in prospettiva Omnium olimpico (ha la necessità di convincere il ct britannico della pista a schierarlo titolare ai Giochi).

 

I rivolgimenti nella classifica generale
Detto di Søren Kragh Andersen nono a 45" (e il giovanotto della Giant è stato sicuramente un po' frenato dalle botte prese nella caduta di ieri) e di Daniel Oss decimo a 47" (ma l'italiano non è interessato alla classifica, essendo destinato a lavorare per il suo capitano Van Avermaet), dobbiamo dare conto dei risultati di diversi uomini che fino a stamattina erano molto su nella generale, e che sono piombati indietro.

È ad esempio il caso dei due italiani che occupavano la terza e la quarta posizione, Sacha Modolo e Andrea Guardini: il primo (43esimo) ha accusato 1'22", il secondo (84esimo) 1'48"; entrambi rotolano fuori dalla top ten della generale. Chi si è difeso è invece Alexander Kristoff, che oggi ha chiuso al 15esimo posto a 58" da EBH, e in classifica resta in zona top five.

Ricapitolando, Boasson Hagen è più che mai primo con 26" su Cavendish, 32" su Quinziato, 34" su Van Avermaet, 45" su Kristoff; Andersen risale in sesta posizione a 48", Sven Erik Bystrøm (Katusha) in settima a 1'02, Sam Bennett (Bora) in ottava a 1'07", e la top ten è chiusa dai due gregari Katusha e BMC Vyacheslav Kuznetsov (1'10") e Michael Schär (1'15").

 

Tutto deciso? Forse sì, ma dipende dal vento
A due tappe dalla fine del Tour of Qatar, Boasson Hagen ha già fatto il grosso del lavoro per portare a casa il successo finale; l'ultima frazione, lo anticipiamo, sarà la più facile della settimana: breve, classicamente destinata al volatone; ma la penultima, quella di domani, sarà da prendere con le pinze, ed è proprio in questa quarta tappa, da Al Zubarah Fort a Madinat Al Shamal, lunga ben 189 km, che i rivali di EBH dovranno provare a metterlo nel sacco.

Il vento, come di consueto, non mancherà, e la planimetria - tutta fatta di lunghi, interminabili rettilinei - pare chiamare naturalmente il gruppo a scannarsi in mille ventagli. Inutile dire che Kristoff e Van Avermaet saranno in prima linea con la loro guardia d'onore a cercare di sfruttare ogni minima defaillance della Dimension Data. Del resto, proprio il capitano della Katusha vinse a Madinat Al Shamal l'anno scorso, al termine di una frazione in cui il plotone - ça va sans dire - fu frantumato dai ventagli. E quella tappa era pure più breve di quella di domani. Per cui, cari appassionati, se riuscite a trovare il tempo e (soprattutto) un buono streaming per seguire la corsa, siamo convinti che non ve ne pentirete.

Marco Grassi

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