Federciclismo: Il lupo non perde il vizio di andar per tribunali - Renato Di Rocco e l'annuncio di querela al giornalista Matteo Romano e all'oppositore Angelo Francini
Versione stampabileCaro vecchio amico Renato, è un po' che non ci scriviamo; i nostri ultimi rapporti sono vecchi di qualche mese e si risolsero (in tuo favore) tra carte bollate e sentenze un po' originali che portarono alla condanna penale a 8 mesi di reclusione (più il pagamento delle spese legali, più danni morali da quantificare in sede civile) in capo all'estensore del presente articolo. 8 mesi di reclusione per riconosciuta (in primo grado) diffamazione operata per mezzo di un articolo (a questo link) che mirava a far luce su rapporti e comportamenti degni - a giudizio di chi scrive(va) - di approfondimento giornalistico.
Ecco, l'approfondimento giornalistico è un concetto che ti va un po' di traverso. Qui sul fronte Cicloweb siamo fiduciosi che in appello quella sentenza verrà ribaltata, ma tu evidentemente ti fai forza dei passati successi giudiziari per tentare di mettere la sordina ad altre voci che si levano a muovere critiche, appunti, interrogativi sul tuo reame federale.
È notizia di qualche giorno fa, infatti, che il Consiglio Federale da te presieduto «ha deciso di presentare in due distinti atti una denuncia querela nei confronti dei sigg.ri Angelo Francini e Matteo Romano». Tanto ci tenevi, a quest'atto, da averlo reso noto tramite comunicato ufficiale.
Chi sono Francini e Romano
Angelo Francini è un ex consigliere federale, direttore di organizzazione, dirigente a vari livelli e vate dei regolamenti ciclistici che nel corso degli anni è assurto al ruolo di spina nel fianco per te e la sua gestione della FCI, vista la sua inesausta vocazione a rilevare storture, fratture, aggiramenti delle regole.
Matteo Romano è un giornalista, estensore del sito Ciclismo-online.it, che da sempre tiene i riflettori puntati su quanto avviene (o non avviene) nel mondo federale. Già solo per questo degno della massima disistima da parte tua, quindi...
Non è dato sapere per quali motivi i due saranno chiamati a rispondere in tribunale, e si attendono i documenti di questi atti per saperne di più. Romano, sul suo sito, ipotizza che il motivo della querela in capo a lui risieda in un titolo (da lui ripreso da una storica prima pagina del settimanale satirico Cuore) che recitava "Hanno la faccia come il culo". Fosse davvero così, saremmo a un ulteriore cambio di marcia da parte tua, caro Renato, visto che il citazionismo non era fin qui elevato al rango di casus belli per diatribe giudiziarie.
Tappare la bocca? Missione perseguibile
In filigrana, dietro a simili azioni da parte della tua Federciclismo, si potrebbe leggere la volontà di tappare la bocca a chi presenta pensieri e conclusioni difformi dal suono di fanfare che si innalza costantemente dall'Olimpico di Roma (sede della FCI).
Sai bene, caro vecchio Renato, che siti come Cicloweb o come quello dell'amico Romano sono realtà editoriali piccole, alle quali è facile creare problemi e causare disagi, a cui non è complicato fare del male, in nome dell'atavica legge del più forte. La FCI ha le spalle coperte da avvocati per contrastare i quali le cifre in ballo diventano importanti (e nonostante poi li si contrasti, magari si trova anche un giudice che in primo grado dà ragione a te e alla difesa della roccaforte, e non a "noi" e alla libertà di informazione).
Continueremo a seguire la vicenda giudiziaria che vedrà protagonisti Angelo Francini e Matteo Romano, ai quali non manchiamo di far giungere la nostra più totale solidarietà. Quanto a noi, caro Renato, le nostre strade inevitabilmente torneranno a incrociarsi. Non pensare di aver silenziato lo spirto guerrier ch'entro ci rugge.