Abu Dhabi Tour 2015: Torrido Guardini, più veloce del vento - Il veronese dell'Astana vince di prepotenza, battuti Boonen e Bennati
- Abu Dhabi Tour 2015
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- Tinkoff - Saxo 2015
- Tinkoff - Saxo 2015
- Alejandro Valverde Belmonte
- Alessandro Bazzana
- Andrea Guardini
- Andrea Palini
- Ben Swift
- Daniele Bennati
- Diego Ulissi
- Edwin Alcibiades Ávila Vanegas
- Elia Viviani
- Francisco Mancebo Pérez
- Jacopo Guarnieri
- José Joaquín Rojas Gil
- Luka Mezgec
- Manuele Mori
- Marco Canola
- Marco Canola
- Michael Schwarzmann
- Michael Thompson
- Paolo Tiralongo
- Paul Voss
- Paul Voss
- Paul Voss
- Peter Sagan
- Philippe Gilbert
- Philippe Gilbert
- Rafâa Chtioui
- Sebastian Henao Gómez
- Songezo Jim
- Tanner Putt
- Tom Boonen
- Valerio Agnoli
- William Clarke
- Youcef Reguigui
- Uomini
Caldo torrido, come da previsioni. Volata di gruppo, come da previsioni. Vittoria di uno sprinter puro, come da previsioni, nel caso l'azzurro Andrea Guardini. Così si può sintetizzare brevemente la prima tappa nella storia dell'Abu Dhabi Tour. Da Qasr Al Sarab a Madinat Zayed la giornata ha avuto un unico comun denominatore: il gran caldo. Partiti, ufficialmente, ad una temperatura di 39°, nel corso della giornata si sono toccati ufficiosamente anche i 43°.
Fra un anno esatto, poco distante da qui, è previsto il mondiale a Doha: il rischio di trovare condizioni atmosferiche simili è reale. Ad eccezione degli organizzatori di RCS Sport, a chi giova correre in questo periodo dell'anno a simili latitudini? Non di certo ai corridori, ovviamente. Non di certo agli appassionati, che di uno spettacolo simile non ne sentivano la mancanza. Non di certo ai vari organizzatori delle varie corse previste in questi giorni fra Belgio, Francia e Italia.
Parte la fuga, c'è anche Bazzana
Dopo 4 km ecco che parte la prima fuga nella storia della corsa emiratina: la compongono l'australiano Will Clarke (Drapac Professional Cycling), il sudafricano Songezo Jim (MTN Qhubeka), il sempiterno spagnolo Francisco Mancebo (SkyDive Dubai), il britannico Michael Thompson (Team Wiggins), il tedesco Paul Voss (Bora-Argon 18) e il nostro Alessandro Bazzana (UnitedHealthcare). Il loro vantaggio sale rapidamente e tocca in prossimità del km 34 un massimo di 5'09".
Nel gruppo, di cui non fanno parte l'azzurro Jacopo Guarnieri (Team Katusha), l'algerino Youcef Reguigui e lo statunitense Tanner Putt (UnitedHealthcare), non partiti rispettivamente per uno stato influenzale il primo, per problemi di passaporto il secondo e per una caduta ieri in ricognizione il terzo, lascia come detto spazio ai sei di testa. L'andatura, sia davanti che dietro, è molto blanda: il tempo di chiacchierare non manca di certo, per cui si vedono conversare abilmente Boonen con Sagan, lo stesso slovacco con Nibali, e via andando.
Il gruppo chiede la riduzione del percorso. Vegni accetta. E Mancebo non ci sta
Ai meno 90 dall'arrivo il lombardo Bazzana si rialza, seguendo l'esempio di Thompson; ai meno 65 km vengono imitati da Clarke. Proprio in questi momenti viene ufficializzata la notizia che il circuito finale di 14.5 km viene cancellato: la decisione di Mauro Vegni è stata presa su richiesta del gruppo per il caldo torrido, ben sopra ai 40°, che ha reso arduo il proseguimento ad alta andatura. Dalla fuga si è staccato ai meno 60 km anche Jim, colpito come prima Clarke da una crisi di caldo.
Il primo traguardo volante ai meno 57 km vede Voss vincere agevolmente la volata a due con Mancebo. A questo punto il tedesco decide di averne abbastanza, rialzandosi e decidendo di attendere il gruppo. Ligio alla casa del suo team padrone di casa, l'unico che continua a portare avanti la fuga è Mancebo: ai 50 km dal traguardo il suo margine è di 2'25" sul gruppo.
Dietro il gruppo tira, si fa per dire. Mancebo getta la spugna, ci pensa Chtioui
La corsa si trascina stancamente: ai meno 40 km l'ex Banesto vanta 2'50" di vantaggio sul gruppo, controllato più che tirato da Astana e Sky. Agnoli e Tiralongo per i kazaki, Henao e Swift per i britannici si dividono il compito di stare in testa al gruppo. L'andatura dello scalatore di Ávila si riduce sempre più, mentre dietro si fanno notare in testa Lampre, MTN Qhubeka e Giant-Alpecin. Alla fine la media di giornata è stata attorno ai 36 km/h, più comune in una frazione alpina che in una piatta. Ma il secco vento del deserto, noto come Shamal, ha contribuito pesantemente alla ridotta andatura della tappa, costringendo i corridori a faticare sotto l'arsura.
Il caldo fa alzare la bandiera bianca anche al coriaceo Mancebo: il tratto dai meno 40 km ai meno 30 km è stato un autentico calvario per il trentanovenne che si rialza decisamente. Poco prima del ricongiungimento, dal gruppo ecco spuntare un altro uomo della SkyDive: è Rafâa Chtioui che decide di avventurarsi in un'avanscoperta solitaria ai meno 33 km, raggiungendo dopo 700 metri il compagno di squadra Mancebo che, con un cenno col capo, fa sapere di non averne più.
Chtioui prende rapidamente margine, passando sotto l'ipotetico cartello dei meno 25 km con 1'30" sul gruppo. Dietro è la Lampre che occupa maggiormente la vetta del plotone, quando il margine ai meno 20 km supera di poco i 2'. A decidere di riportare l'ex Acqua & Sapone a più miti consigli ci pensa la Lampre-Merida, con la coppia toscana Manuele Mori e Diego Ulissi a lavorare in testa al gruppo.
Dietro ci si muove e il fuggitivo viene ripreso
Ai 10 km il bravo Chtioui passa con 45" di margine sul gruppo nel quale iniziano le prime scaramucce: ci prova in prima persona nientemeno che Philippe Gilbert, ma il leader della BMC non guadagna spazio e viene immediatamente riassorbito. Il gruppo viene tirato in questa fase dalla Movistar, con un Alejandro Valverde in versione gregario, e dai giovani del Team Wiggins.
Nonostante tutto il tunisino mantiene 27" di margine sul gruppo ai meno 5 km e 20" ai meno 3 km. Il ricongiungimento con il bravissimo corridore nordafricano avviene proprio sotto l'arco rosso dell'ultimo km, quando si sono già messi in moto i treni di BMC, Etixx e Tinkoff.
L'ultima curva vede la Etixx in testa in funzione di Tom Boonen ma il belga si perde nel finale: agli ultimi 300 metri sbuca in prima posizione Peter Sagan che lavora non per sé stesso quanto per il fidato gregario Daniele Bennati: il toscano viene però anticipato da Andrea Guardini che, con una volata prepotente delle sue, vince quasi per distacco. Per il veronese dell'Astana si tratta dell'ottavo successo in stagione, con un digiuno che durava dal World Ports Classic di maggio.
Al secondo posto chiude Boonen, che precede di poco Bennati. Italia protagonista in abbondanza nel resto della top 10: quarto termina il bresciano Andrea Palini (SkyDive Dubai), quinto il vicentino Marco Canola (UnitedHealthcare), sesto il colombiano Edwin Ávila (Colombia), settimo il veronese Elia Viviani (Team Sky), ottavo lo spagnolo José Joaquín Rojas (Movistar Team), nono il tedesco Michael Schwarzmann (Bora-Argon 18) e decimo lo sloveno Luka Mezgec (Team Giant-Alpecin).
Domani è prevista una frazione di 129 km in circuito all'interno della capitale del regno, con la partenza posta nell'autodromo di Yas Marina. Altra giornata dedicata agli sprinter, con Guardini che, in maglia di leader, punta a bissare l'ottima prestazione odierna. Altra tappa che verosimilmente si svilupperà sulla medesima falsariga di oggi, con i suoi pochi pro e i suoi molti contro.