Giro d'Italia 2015: Il volatone? Keissenefrega! - Iljo se ne va con Durbridge e anticipa tutti. Maglia rossa a Nizzolo
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- Moreno Hofland
- Philippe Gilbert
- Philippe Gilbert
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Nove volte su dieci l'ultima tappa di un grande giro - se non è una cronometro - si chiude con una volata generale, un festival dei velocisti, un'estrema scarica di adrenalina in coda a tre settimane in cui è successo di tutto.
Ciò significa che una volta su dieci l'esito della frazione conclusiva è diverso dallo sprint, e oggi è stata proprio quella volta su dieci.
Con la classifica generale ormai ampiamente decisa, restava da assegnare l'ultimo alloro parziale, e rimaneva da decidere chi avrebbe conquistato la maglia rossa della classifica a punti, detenuta da Giacomo Nizzolo.
Cin cin e festeggiamenti
Essendo la frazione abbastanza lunga per essere una passerella finale (178 km da Torino a Milano), lo spazio per i festeggiamenti nella carovana non è certo mancato. Chilometri e chilometri di brindisi, scherzi, risate, nel più classico clima di svacco da ultimo giorno di scuola.
Solo al traguardo volante di Novara (dopo 87 km) c'è stato un attimo di battaglia, con Philippe Gilbert che ha allungato per prendersi i punti in palio (il vallone era appunto tra gli uomini teoricamente interessati alla classifica a punti), ma subito l'azione del capitano BMC è rientrata, e tutto è stato demandato al circuito milanese (poco più di 5 km da ripetere 7 volte tra le vie meneghine).
Parte la fuga, il gruppo lascia fare
Dopo il primo passaggio dal traguardo, a poco più di 35 km dalla fine, due uomini sono usciti dal gruppo che ha lasciato fare, sulle prime. Quei due uomini erano due passisti di ottima fattura, il belga Iljo Keisse, buon pistard, e l'australiano Luke Durbridge, specialista dei cronoprologhi e comunque molto bravo contro il tempo.
La coppia ha guadagnato qualche decina di secondi, ma il plotone non è parso troppo preoccupato, confidando di andare a riprendere gli attaccanti in tempo per preparare poi lo sprint conclusivo.
Ma da un lato le squadre dei velocisti non erano poi così numerose (diversi uomini veloci si sono ritirati nel corso del Giro); dall'altro una di queste - la Trek - non aveva interesse a collaborare per ricucire, visto che a Nizzolo andava bene che i maggiori punti in palio (50 per il vincitore, 35 per il secondo) non venissero eventualmente conquistati dai suoi diretti concorrenti per la maglia rossa.
Infine, un piccolo particolare ha contribuito a rallentare il plotone: qualche buontempone ha cosparso di chiodi il rettilineo finale, sicché in tantissimi, giro dopo giro, hanno forato (tra questi Luka Mezgec, uno dei velocisti presenti, che avrebbe potuto mettere alla frusta la sua squadra e non l'ha potuto fare, impegnato com'era a rientrare nel gruppo).
Il ritmo dell'inseguimento è stato così soggetto a forti sbalzi, e di ciò si sono ovviamente giovati Durbridge e Keisse, che hanno allungato fin quasi a un minuto di vantaggio a 12 km dalla fine.
La Lampre ci prova, ma...
La Lampre di Sacha Modolo ha provato a salvare la situazione nell'ultimo giro del circuito, ma ormai il margine dei battistrada (che in quel momento era di oltre mezzo minuto) era ben amministrabile dai due, i quali hanno tirato fino all'ultimo chilometro, per poi dedicarsi ai consueti tatticismi di fine tappa.
Keisse ha smesso di collaborare quando era in vista del triangolo rosso dell'ultimo chilometro, Durbridge ha tentato di fare quel che poteva, cercando di non farsi sorprendere dal corridore della Etixx; ma l'esperienza da pistard di quest'ultimo ha inevitabilmente avuto la meglio, e con una volata lanciata ai 150 metri il 32enne belga è andato a cogliere il più importante successo in carriera.
Non è mancato peraltro un immediato solidale abbraccio col 24enne della Orica, una volta tagliato il traguardo.
Volatina e classifica finale
La volata dei battuti, a 9" dai primi, è stata vinta da Roger Kluge davanti a Alexander Porsev e Giacomo Nizzolo, cui il quinto posto è bastato ampiamente per conservare la maglia rossa.
A seguire, si sono piazzati Luka Mezgec, Elia Viviani, Moreno Hofland, Davide Appollonio ed Elia Favilli.
Qualche buco nel finale ha frazionato il gruppo, distribuendo secondi di ritardo a questo e quello, e ciò ha assestato un minimo i distacchi in classifica generale, per cui Alberto Contador chiude il suo terzo Giro vinto con 1'53" su Fabio Aru (9" recuperati dal sardo), 3'05" su Mikel Landa, 8'10" su Andrey Amador, 9'52" su Ryder Hesjedal.
Al sesto posto chiude - a 10'41" - Leopold König, a cui è stato abbuonato un distacco figlio di una foratura nei 3 km finali (quelli in cui il tempo viene neutralizzato in caso di incidenti meccanici o cadute); alle sue spalle, la top ten è completata da Steven Kruijswijk (a 10'53" da Contador), Damiano Caruso (a 12'08", un ottavo posto che rappresenta il miglior risultato del siciliano in un GT), Alexandre Geniez (a 15'51") e Yury Trofimov (a 16'14").